Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all'open banking in Italia e all'estero - Prometeia

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Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all'open banking in Italia e all'estero - Prometeia
Fintech e digital banking

    Regolamentazione
   e apertura volontaria:
breve guida all’open banking
     in Italia e all’estero

                    Edoardo Colombari
                      Università Bocconi
                    3009192@studbocconi.it

                     Riccardo Tedeschi
       Prometeia Partner, Enterprise Risk Management area
               riccardo.tedeschi@prometeia.com
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all'open banking in Italia e all'estero - Prometeia
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero                                                           Prometeia

INDICE
1. Open banking .................................................................................................................. 3
        1.1 Dal modello di banca “chiusa” al modello di banca “aperta”....................................................... 4
        1.2 Apertura forzata: la PSD II Europea e l’Open Banking Standard in UK .................................. 8
        1.3 Apertura volontaria: il vantaggio competitivo dei first mover ..................................................... 9
        1.4 Uno sguardo oltre l’Europa ......................................................................................................................... 11
        1.5 I possibili impatti sul sistema bancario ................................................................................................. 13
        1.6 E in Italia siamo pronti? ............................................................................................................................... 15

2. Open banking: considerazioni finali ......................................................................... 16

3. Bibliografia ...................................................................................................................... 18

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Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all'open banking in Italia e all'estero - Prometeia
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero    Prometeia

                                “Openness is not the end, it’s the beginning”
                                Margaret Heffernan 1

                   1. Open banking

                   S    i immagini un mondo in cui il cliente di una banca per controllare la propria
                        situazione finanziaria o attivare un servizio si comporti come quando si
                   scelgono un albergo o un volo aereo.

                          Acceda quindi ad una piattaforma dedicata ai servizi finanziari tramite
                   dispositivo digitale, PC, tablet o smartphone, controlli la propria posizione
                   finanziaria complessiva, anche nel caso disponga di più conti presso banche
                   diverse, infine metta a confronto le diverse offerte del servizio. Sulla piattaforma
                   i vari provider sono comparati in termini di qualità e prezzo. Il cliente sceglie il
                   fornitore del servizio che ritiene migliore e attiva la sua richiesta: dall’erogazione
                   di un prestito alla sottoscrizione di un investimento fino all’esecuzione di un
                   pagamento, inserendo tutte le informazioni richieste.

                          Fantascienza? No, piattaforme di confronto tra servizi bancari esistono già
                   oggi. Che cosa manca ancora nella realtà? Che le banche mettano a fattor
                   comune un bene finora custodito gelosamente: le informazioni sui propri clienti.
                   Con questa apertura, un soggetto terzo, la piattaforma, si interpone infatti nel
                   rapporto tra banca e cliente, mutandone “geneticamente” le modalità di
                   interazione e di gestione, con un grado di trasparenza mai sperimentato prima.

                          Con “open banking” si intende l’apertura della “catena del valore” dei
                   servizi finanziari, produzione e distribuzione, a operatori esterni al sistema
                   bancario: i cosiddetti operatori terzi o Third Party Providers (TPP), siano essi
                   società fintech o techfin.

                          Tali controparti terze potranno offrire servizi di aggregazione delle
                   informazioni disseminate dai clienti in più banche (ad esempio rappresentando in
                   via sintetica la situazione finanziaria complessiva), servizi di pagamento, o altri tipi

                          1
                              Imprenditrice e speaker in diversi Global TED talks.

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Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero    Prometeia

                      di servizi finanziari (come erogazione di prestiti o consulenza sugli investimenti).

                            La riduzione delle barriere all’entrata per i TPP tramite l’apertura delle
                      informazioni sulla clientela è favorita sia dalla regolamentazione europea e
                      nazionale, come nel caso della normativa europea sui servizi di pagamento
                      (Payment Service Directive II, PSD II), che dalle iniziative delle singole banche,
                      che stanno vedendo un’opportunità per proporre servizi innovativi.

                            Il presupposto tecnologico per tale apertura consiste nella predisposizione
                      delle applicazioni di interfaccia per la programmazione (Application
                      Programming Interface, API).

                            Le API sono appositi programmi che consentono a sviluppatori terzi
                      (techfin, fintech, GAFA o altri incumbent) di accedere ad esempio ai dati della
                      clientela di una banca e sviluppare applicazioni di elaborazione delle informazioni
                      in maniera standard (Figura 1).

                            L’obiettivo è creare un ecosistema in cui sia possibile una co-creazione di
                      servizi finanziari tra incumbent e TPP, aumentando la competizione nel sistema
                      bancario, a favore del consumatore finale.

           Figura 1

        Application
      Programming
     Interface, API

                            L’apertura delle banche, collaborativa o per obbligo regolamentare, avviene
                      mediante le Application Programming Interfaces (API) aperte, ovvero interfacce che
                      permettono la comunicazione tra software diversi, in modo sicuro e modulare, il cui
                      accesso è garantito a sviluppatori che rispettino determinate regole.

                            Ancora più in generale, con “open banking” si può intendere la creazione
                      di un ambiente digitale in cui le istituzioni finanziarie comunicano e interagiscono
                      con la propria clientela in maniera standard attraversi linguaggi codificati. Una

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Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero          Prometeia

                         comunicazione che, a tendere, potrà avvenire non solo con le persone, ma anche
                         con gli oggetti posseduti dai clienti, grazie all’”internet of things” (a seguito di
                         comportamenti “concludenti”: ad esempio la macchina comunica direttamente
                         alla banca l’addebito di un pedaggio in autostrada, senza passare da ulteriori
                         intermediari).

                         1.1   Dalla banca “chiusa” a quella “aperta”
                               I potenziali effetti competitivi e strategici di tale mutamento del modello di
                         business e di interazione con la clientela bancaria sono di grande portata, almeno
                         sulla carta.

                               L’apertura bancaria comporta una disaggregazione della catena di
                         creazione del valore bancario.

                               Dal paradigma della banca “chiusa”, che produce e distribuisce i servizi
                         finanziari mantenendo il controllo sull’intera catena produttiva, si passa alla
                         segmentazione lungo tale filiera.

                               Attualmente il cliente finale sceglie la banca che gli offre in media il servizio
                         migliore, considerando ad esempio l’offerta di strumenti di risparmio,
                         l’erogazione di prestiti, l’assistenza alla gestione degli investimenti e i servizi di
                         pagamento (Figura 2).

                               Da un modello di banca “chiusa” …

              Figura 2

   Il modello attuale
 della “banca chiusa”

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Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero            Prometeia

                                   Domani il cliente finale si affiderà ad una piattaforma di aggregazione e
                          comparazione che gli fornirà una visione di insieme della propria posizione
                          finanziaria e lo indirizzerà verso i singoli servizi considerati migliori (Figura 3).

                                   …ad un modello di banca “aperta”

               Figura 3

   Il modello a venire
 della “banca aperta”

                                   Le banche che non saranno riuscite ad adeguarsi per tempo al nuovo
                          modello di business si troveranno ad occupare solo una parte della filiera, nel
                          ruolo di produttori di servizi, e perderanno la parte più preziosa della catena del
                          valore: il contatto col cliente e la sua gestione.

                                   In funzione del posizionamento assunto, si verranno a distinguere tre
                          ipotetici ruoli per gli intermediari finanziari in futuro (Figura 4):

                              1.    Aggregatori della domanda: la banca mantiene la relazione con la
                                    clientela, delegando a terze parti la produzione del servizio. Questo ruolo
                                    richiede un forte posizionamento in termini di brand. A seconda del
                                    servizio richiesto, fornisce una “customer journey” personalizzata
                                    indirizzando il consumatore verso le varie offerte presenti sul mercato.

                              2. Produttori di servizi: la banca si specializza nella produzione di determinati
                                    servizi finanziari, lasciando la loro distribuzione a piattaforme di
                                    aggregazione pure, perdendo così la relazione diretta con la clientela.

                             3. Provider di dati e analisi: la banca si interpone fra produzione e
                                    distribuzione dei servizi, facilitando l’incontro delle parti tramite utilizzo

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                                dei big data per connettere e valutare consumatori e fornitori di servizi,
                                offrendo servizi di credit scoring, Know Your Customer (KYC) e data
                                security.

              Figura 4

  Nuovi operatori sul
         mercato. La
    disaggregazione
       delle funzioni
            bancarie

                               Bankin, Mint e Tink sono alcuni esempi di “aggregatori puri”. Questi
                         operatori raccolgono i dati relativi alle transazioni bancarie degli utenti e offrono
                         servizi di informativa sui conti detenuti presso diverse banche, oltre a servizi di
                         budgeting e, in generale, di controllo e gestione della finanza personale. Bankin
                         è attivo in Germania, Francia UK e Spagna, con due milioni e mezzo di utenti;
                         Mint in USA e Canada, e vanta circa 20 milioni di utenti, mentre Tink opera nei
                         paesi scandinavi.

                               La potenziale disintermediazione derivante dall’emergere di questi nuovi
                         modelli competitivi sarà probabilmente possibile solo per i servizi maggiormente
                         standardizzati, in cui la personalizzazione assume un ruolo meno rilevante.

                               In particolare il settore dei pagamenti, oggetto principale della normativa
                         PSD II, il settore del credito con l’emergere di piattaforme per la raccolta capitali
                         e, entro certi limiti, quello della gestione del risparmio, mediante la consulenza
                         automatizzata (robo-advisory).

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                          1.2 Apertura forzata: la PSD II Europea e l’Open Banking
                                 Standard in UK
                                 Come detto, i driver del cambiamento sono in primo luogo regolamentari.

                                 Nell’Europa continentale, il recepimento della normativa europea sui
                          pagamenti, già in vigore per la parte che riguarda commissioni e franchigie sui
                          sistemi di pagamento, verrà finalizzato a metà 2019, con l’obbligo per le banche di
                          predisporre le applicazioni di interfaccia per la programmazione necessarie ai TPP.
                          La normativa concede infatti a operatori terzi la possibilità di accedere, previo
                          consenso dei consumatori, alle informazioni sui conti bancari della clientela.

                                 I TPP potranno appartenere almeno a due diverse tipologie di soggetti
                          (Figura 5):

                             •    Account Information Service Provider (AISP), che potranno fornire un
                                  servizio di informativa sui conti al cliente, raccogliendo ed aggregando in
                                  un’unica piattaforma le informazioni sui vari account bancari;

                             •    Payment Initiation Service Provider (PISP), che potranno interporsi tra il
                                  cliente e il suo conto bancario, avviando direttamente servizi di pagamento.

                                 In alcuni contesti AISP e PISP potranno anche fornire servizi finanziari di
                          terze parti.

               Figura 5

 I TPP del tipo AISP e
                  PISP

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                          La normativa europea rappresenta dunque un primo passo verso l’apertura
                   dei dati bancari (forzata, in questo caso). Tuttavia, il suo ambito di applicazione
                   rimane circoscritto: in particolare, PISP e AISP potranno utilizzare tali dati con la
                   sola finalità di fornire il servizio per cui sono autorizzati e non per fornirne di
                   ulteriori.

                          La situazione è molto differente nel Regno Unito, dove la normativa
                   europea è stata accompagnata dall’Open Banking Standard, sotto la
                   supervisione della Competition and Markets Authority (CMA), che impone alle
                   banche un grado di apertura ancora maggiore.

                          Tale integrazione prevede l’adozione di standard comuni per la
                   condivisione dei dati (Common Open APIs) per le 9 maggiori banche inglesi 2 e
                   la possibilità per i Price Comparison Websites (PCW) di agire come AISP e PISP,
                   offrendo una gamma più vasta di servizi bancari. Questa possibilità, ad esempio,
                   non è prevista dalla PSD II.

                          Sia per la maggior propensione degli inglesi a utilizzare servizi bancari
                   digitali che per la maggior spinta regolamentare, il Regno Unito sarà
                   probabilmente il primo vero banco di prova per le potenzialità dell’open banking.

                   1.3 Apertura volontaria: il vantaggio competitivo dei first
                          mover
                          A prescindere dalla spinta dettata dal regolatore, alcune banche incumbent
                   stanno già vagliando la possibilità di aprire a terze parti alcuni dati sulla clientela,
                   attraverso API aperte, per migliorare la propria offerta e guadagnare così un
                   vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, occupando porzioni di mercato
                   ancora libero.

                          A seconda del grado di apertura a terzi e del controllo della banca sui
                   soggetti che vi accedono, si distinguono diversi tipi di API (Euro Banking
                   Association, 2016):

                          2
                              HSBC, Barclays, RBS, etc.

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                        1.     Partner API, aperte solamente a soggetti con cui si hanno accordi
                               bilaterali;

                        2. Member API, aperte ai soggetti facenti parte di una community, con
                               regole di accesso ben definite;

                        3. Acquaintance API, aperte a chiunque rispetti determinati requisiti, senza
                               che vi sia la partecipazione ad una community;

                        4. Public API, aperte a chiunque tramite una semplice registrazione per
                               tracciare l’identità degli aderenti.

                             Tale apertura “volontaria” permette a sviluppatori (altri operatori bancari,
                   società fintech o techfin) di creare nuove applicazioni o co-fornire servizi alle
                   banche.

                             Nonostante vi sia da parte degli incumbent una bassa propensione a
                   condividere all’esterno dati sulla clientela, fondamentali per preservare il proprio
                   vantaggio competitivo, i first mover in questo ambito potrebbero beneficiare in
                   termini di attrazione di nuova clientela e innovazione nei servizi offerti.

                             Esempio italiano di incumbent che ha adottato soluzioni in tema open
                   banking è Banca Sella, che nel giugno 2018 ha lanciato Fabrick, piattaforma che
                   mette a disposizione degli aderenti le API necessarie a ideare nuovi prodotti.
                   Quest’ultima conta ad oggi più di 50 società fintech sia italiane che europee , tra
                   cui Hype e Vipera.

                             Esempi europei, invece, sono BBVA e ING; la prima ha lanciato e monetizza
                   l’API_Market (PayStats, Payments, Cards, Loans, Customer, Notifications,
                   Accounts), che mette a disposizione di sviluppatori e aziende dati utili sulla
                   clientela, e grazie al quale ha vinto il premio “Best Open Banking services”
                   assegnato da Retail Banker International (BBVA, 2018); la seconda ha invece
                   predisposto le API in conformità alla PSD II in anticipo rispetto agli altri operatori
                   europei, permettendo a PISP e AISP il regolare svolgimento dei loro servizi, una
                   volta introdotti nel 2019.

                                                      ) 10 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero   Prometeia

                   1.4 Uno sguardo oltre l’Europa
                          Il fenomeno dell’open banking ha suscitato l’interesse di istituti finanziari e
                   regolatori anche al di fuori dell’Europa. Gli esempi più noti sono quelli di
                   Giappone, Singapore, Hong Kong e USA.

                   Giappone
                          Nonostante non sia presente una spinta regolamentare vincolante per lo
                   sviluppo di API aperte, numerosi attori del mercato bancario giapponese si
                   dimostrano interessati al tale opportunità.

                          Ben 12 gruppi bancari si sono già lanciati nel campo dell’open banking
                   (Milne, 2018); ad esempio, Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG), il più grande
                   gruppo bancario giapponese in Giappone, ha predisposto a marzo 2017 una API
                   aperta a sviluppatori esterni, accessibile dopo un’intervista telefonica (Das, 2017).

                          Inoltre, l’associazione bancaria giapponese ha pubblicato un report
                   (Japanese Bankers Association, 2017) per incoraggiare le banche ad adottare
                   standard comuni nello sviluppo delle API.

                   Singapore
                          La Monetary Authority of Singapore appoggia apertamente lo sviluppo
                   dell’open banking. Ha pubblicato un report per l’implementazione standardizzata
                   e sicura delle API (The Association of Banks in Singapore; Monetary Authority of
                   Singapore, 2016) anche se ad oggi non ha mostrato intenzione di forzare
                   l’implementazione di API aperte.

                          La più grande banca di Singapore, DBS Group Holdings Ltd., ha lanciato a
                   novembre 2017 una piattaforma che ha permesso a più di 155 sviluppatori esterni
                   di accedere alle sue API (Chanjaroen & Amin, 2018).

                   Hong Kong
                          L’organo di vigilanza bancaria di Hong Kong ha avviato a gennaio 2018 la
                   propria iniziativa in tema open banking, con l’obiettivo di aumentare la

                                                     ) 11 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero    Prometeia

                   competitività del settore bancario locale e stabilire standard tecnici comuni per
                   le API.

                            In particolare, l’iniziativa prevede 4 fasi di implementazione:

                       1. Apertura delle informazioni sui prodotti offerti dalle banche a TPP, per
                             favorire servizi di comparazione dell’offerta (PCW; timeframe previsto: 6
                             mesi);

                       2. Onboarding di nuovi clienti tramite TPP per carte di credito, polizze
                             assicurative e prestiti (timeframe: 12 mesi);

                       3. Aggregazione delle informazioni sugli account bancari dei clienti tramite
                             TPP, per favorire servizi di budgeting e analisi dei movimenti (modello
                             AISP; timeframe: incerto);

                       4. Disposizione dei pagamenti direttamente dai conti bancari dei clienti
                             tramite TPP (modello PISP; timeframe: incerto).

                            L’iniziativa dell’autorità monetaria locale (Hong Kong Monetary Authority,
                   2018) presenta alcune differenze rispetto a quelle della PSD II. A Hong Kong le
                   banche locali potranno decidere quali TPP autorizzare, mentre in Europa
                   l’accesso sarà garantito a tutti i soggetti registrati e in modalità gratuita; inoltre,
                   la gamma di prodotti coinvolti è più ampia rispetto alla PSD II, comprendendo,
                   ad esempio, prestiti e prodotti per il risparmio gestito, mentre in Europa si fa
                   riferimento solamente all’informativa sui conti e gli ordini di pagamento.

                   USA
                            Negli Stati Uniti la condivisione dei dati degli account della clientela è un
                   fenomeno diffuso, soprattutto attraverso la pratica del cosiddetto “screen
                   scraping”, con cui terze parti utilizzano le credenziali di accesso della clientela,
                   fornite su base volontaria, per estrarre le informazioni riguardanti saldi e
                   transazioni e fornire servizi di aggregazione degli account. Questo avviene senza
                   che sia necessario il consenso delle banche presso le quali i clienti detengono i
                   conti.

                            La pratica è stata spesso criticata poiché ritenuta poco sicura, dato che un

                                                     ) 12 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero   Prometeia

                   attacco informatico all’aggregatore potrebbe rivelare le credenziali di accesso
                   dei clienti. Per questo, ci si sta muovendo verso la predisposizione di API con cui
                   le banche mettono a disposizione degli aggregatori le informazioni in modo
                   sicuro. Ad esempio, JP Morgan e Wells Fargo hanno avviato partnership con
                   operatori del settore, come Intuit, Finicity e Xero.

                   India
                          Nell’ultimo decennio, l’India ha attraversato un rapido processo di
                   digitalizzazione della propria economia, che non ha risparmiato il sistema
                   bancario. Nel gennaio 2009 il governo indiano ha costituito Aadhaar, ad oggi il
                   più grande database mondiale per l’identificazione biometrica dei cittadini, che
                   ha permesso più di recente lo sviluppo dell’Unified Payment Interface (UPI).
                   L’UPI è un’API aperta che permette a chiunque sia riconosciuto nel database
                   Aadhaar di effettuare pagamenti elettronici e alle banche di condurre operazioni
                   di KYC e riconoscimento firma digitale. Questa spinta del governo ha dato il via
                   alla proliferazione di un ecosistema digitale con la creazione di diversi servizi, ad
                   esempio in ambito e-wallet e peer-to-peer payments.

                          Riconoscendone le potenzialità, alcune banche si sono già lanciate nella
                   predisposizione di API aperte. Alcuni esempi sono YES Bank, che propone un’API
                   aperta per l’ERP (Enterprise Resource Planning), RBL Bank per funzioni di KYC
                   e credit score, DCB Bank per l’utilizzo libero da parte di fintech ed infine Kotak
                   Bank per i prodotti di prestito.

                   1.5 I possibili impatti sul sistema bancario
                          L’open banking al momento è un fenomeno dagli esiti incerti, soprattutto
                   per quanto riguarda la reazione delle banche incumbent nei confronti dei nuovi
                   soggetti emergenti, l’adozione dei nuovi servizi da parte della clientela ed i tempi
                   del suo sviluppo.

                          Tuttavia, in generale, non c’è dubbio che questo fenomeno presenti anche
                   opportunità per gli operatori bancari, oltre che rischi.

                          I rischi, dovuti ad un possibile incremento della segmentazione del sistema

                                                     ) 13 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero   Prometeia

                   finanziario, sono rappresentati dalla possibile “standardizzazione” di alcuni
                   prodotti, con conseguente riduzione dei margini di redditività ottenuti
                   (commoditization), maggiori difficoltà nella vendita incrociata di servizi finanziari
                   (cross-selling) e una minor fidelizzazione della clientela.

                          I benefici per gli eventuali vincitori invece potrebbero essere il
                   miglioramento della customer experience, dovuta a un’offerta di servizi
                   innovativi, e la possibilità di attrarre nuova clientela, specie quella più giovane e
                   attenta al digitale.

                          Tra gli studi di impatto sulla redditività delle banche, citiamo quello della
                   Banca d’Inghilterra, che nella relazione di Novembre 2017 sui risultati degli stress
                   test nel sistema bancario inglese (Bank of England, 2017), ipotizza vari effetti della
                   nuova normativa sui bilanci bancari. In particolare:

                           1.   Una riduzione del margine d’interesse dovuta ad un aumento dei tassi
                                sui depositi a vista, a causa della maggiore difficoltà nel mantenere
                                depositi per l’operare di Price Comparison Websites;

                           2. Una riduzione delle commissioni sugli scoperti di conto, a causa degli
                                AISP, che rendono più facile al cliente monitorare la propria situazione
                                finanziaria;

                           3. Una riduzione delle commissioni sui pagamenti, a fronte di una
                                maggiore competizione nel settore;

                           4. Un più elevato rischio di liquidità, dovuto alla maggiore facilità con cui
                                i depositanti potranno spostare i fondi;

                           5. Una maggior difficoltà nel cross-selling e nella fidelizzazione della
                                clientela;

                           6. Un aumento dei costi per la sicurezza informatica.

                          L’impatto stimato sulla redditività delle banche inglesi è nel complesso
                   negativo e pari a circa -1.6 % in termini di Return on Equity (ROE) (Figura 6).

                          Da ultimo, ma non meno importante, il rischio sulla sicurezza e riservatezza
                   dei dati. Infatti, al di là degli impatti sulla redditività, una probabile conseguenza

                                                     ) 14 (
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                          che le banche dovranno affrontare nel rendere operativi i sistemi per la
                          condivisione dei dati è l’aumento del rischio di attacchi informatici, con
                          conseguenti impatti sulla reputazione.

               Figura 6

  Impatti sul sistema
            bancario

        Fonte: Banca
    d’Inghilterra –UK
        «exploratory
   scenario» (2017), –
  maggior utilizzo del
             FinTech

                                Tale rischio si scarica sui consumatori, che in caso di fallimento dei sistemi
                          di sicurezza informatica potrebbero vedere violate le informazioni sui propri
                          conti di pagamento.

                          1.6 E in Italia siamo pronti?
                                Una evoluzione dei modelli di business come quella prospettata richiede,
                          da parte della clientela, un buon grado di digitalizzazione bancaria.

                                A livello europeo l’utilizzo del canale digitale per accedere a servizi
                          finanziari, espresso in percentuale sulla popolazione, è diverso da paese a paese.
                          A guidare la graduatoria i paesi scandinavi (Danimarca, Finlandia, Svezia), Olanda
                          e Gran Bretagna, seguiti da Francia, Germania e Spagna. L’Italia (31%) risulta
                          ancora ampiamente al di sotto della media europea del 52% (Figura 7).

                                Tuttavia, dalla recente analisi condotta da Prometeia e Ipsos sulla ricchezza
                          delle famiglie italiane (Wealth Insights, novembre 2018), risulta una recente
                          crescita dell’operatività online da parte degli investitori o in possesso di prodotti
                          di accumulo, sia per operazioni routinarie (come pagamenti e ricariche) che per
                          la gestione degli investimenti: in quest’ultimo ambito, in particolare, si è passati
                          da un 17% di user abituali dei canali online nel 2017 ad un 26% nel 2018.

                                                         ) 15 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero         Prometeia

                                                    Dati in percentuale della popolazione
             Figura 7

    Digitalizzazione
  bancaria in Europa

        Fonte: BEM
          Research

                              In breve, se si guarda al grado di digitalizzazione bancaria in percentuale
                        sulla popolazione, l’Italia è ancora indietro rispetto alla media europea (31%
                        contro 52%) , ma se si considera la percentuale (circa il 64%) di utilizzo dei canali
                        digitali da parte dei potenziali interessati è possibile ipotizzare che l’Italia non sia
                        poi così lontana da quella massa critica di utenti digitali necessaria ad innescare
                        i fenomeni di innovazione descritti sopra come “open banking”.

                        2. Open banking: considerazioni finali

                              T    ra tutte le novità emergenti nel mondo bancario, l’open banking è
                                   probabilmente quella in grado di produrre i maggiori impatti sui
                        modelli di servizio e gli assetti competitivi.

                              Cambierà il modo di gestire la merce più importante del mondo del credito
                        e della finanza: le informazioni. Cambieranno le modalità di relazione con la
                        clientela e di offerta dei servizi. Cambieranno gli elementi chiave che
                        determinano i vantaggi rispetto alla concorrenza.

                              Non è un processo immediato. Ci vorrà probabilmente un cambio
                        generazionale perché i nuovi modelli digitali di servizio si impongano
                        definitivamente. Tuttavia l’esperienza recente insegna che la semplicità d’uso e
                        la comodità sono una potente leva di orientamento della clientela finale e che
                        cambiamenti radicali possono imporsi a una velocità inaspettata.

                                                         ) 16 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero   Prometeia

                          Le banche incumbent, dal canto loro, reagiranno in maniera sempre più
                   concreta, cercando in ogni modo di non disperdere la fetta più importante nella
                   catena di creazione del valore a vantaggio di altri soggetti. Si prefigura una
                   competizione senza esclusione di colpi, con alleanze, strategie e scontri frontali
                   per mantenere il controllo sulla clientela finale.

                          Tuttavia i primi a muoversi, coloro che guideranno il cambiamento,
                   godranno di un vantaggio competitivo notevole rispetto a coloro che lo
                   subiranno. Occorre che le istituzioni finanziarie si preparino rafforzando la
                   ricerca di risorse con competenze statistiche, informatiche, ma anche di
                   marketing digitale, in grado di inventare nuovi modelli di servizio.

                          Come diceva Charles Darwin: “Non è la specie più forte che sopravvive, né
                   quella più intelligente, bensì quella che si adatta al cambiamento più
                   rapidamente”.

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Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero       Prometeia

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                         passo. Tratto da http://www.repubblica.it/economia/affari-e-
                         finanza/2018/05/07/news/banca_sella_a_caccia_di_clienti_digitali_vipera_il_nuovo
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