Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all'open banking in Italia e all'estero - Prometeia
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Fintech e digital banking Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Edoardo Colombari Università Bocconi 3009192@studbocconi.it Riccardo Tedeschi Prometeia Partner, Enterprise Risk Management area riccardo.tedeschi@prometeia.com
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia INDICE 1. Open banking .................................................................................................................. 3 1.1 Dal modello di banca “chiusa” al modello di banca “aperta”....................................................... 4 1.2 Apertura forzata: la PSD II Europea e l’Open Banking Standard in UK .................................. 8 1.3 Apertura volontaria: il vantaggio competitivo dei first mover ..................................................... 9 1.4 Uno sguardo oltre l’Europa ......................................................................................................................... 11 1.5 I possibili impatti sul sistema bancario ................................................................................................. 13 1.6 E in Italia siamo pronti? ............................................................................................................................... 15 2. Open banking: considerazioni finali ......................................................................... 16 3. Bibliografia ...................................................................................................................... 18 )2(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia “Openness is not the end, it’s the beginning” Margaret Heffernan 1 1. Open banking S i immagini un mondo in cui il cliente di una banca per controllare la propria situazione finanziaria o attivare un servizio si comporti come quando si scelgono un albergo o un volo aereo. Acceda quindi ad una piattaforma dedicata ai servizi finanziari tramite dispositivo digitale, PC, tablet o smartphone, controlli la propria posizione finanziaria complessiva, anche nel caso disponga di più conti presso banche diverse, infine metta a confronto le diverse offerte del servizio. Sulla piattaforma i vari provider sono comparati in termini di qualità e prezzo. Il cliente sceglie il fornitore del servizio che ritiene migliore e attiva la sua richiesta: dall’erogazione di un prestito alla sottoscrizione di un investimento fino all’esecuzione di un pagamento, inserendo tutte le informazioni richieste. Fantascienza? No, piattaforme di confronto tra servizi bancari esistono già oggi. Che cosa manca ancora nella realtà? Che le banche mettano a fattor comune un bene finora custodito gelosamente: le informazioni sui propri clienti. Con questa apertura, un soggetto terzo, la piattaforma, si interpone infatti nel rapporto tra banca e cliente, mutandone “geneticamente” le modalità di interazione e di gestione, con un grado di trasparenza mai sperimentato prima. Con “open banking” si intende l’apertura della “catena del valore” dei servizi finanziari, produzione e distribuzione, a operatori esterni al sistema bancario: i cosiddetti operatori terzi o Third Party Providers (TPP), siano essi società fintech o techfin. Tali controparti terze potranno offrire servizi di aggregazione delle informazioni disseminate dai clienti in più banche (ad esempio rappresentando in via sintetica la situazione finanziaria complessiva), servizi di pagamento, o altri tipi 1 Imprenditrice e speaker in diversi Global TED talks. )3(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia di servizi finanziari (come erogazione di prestiti o consulenza sugli investimenti). La riduzione delle barriere all’entrata per i TPP tramite l’apertura delle informazioni sulla clientela è favorita sia dalla regolamentazione europea e nazionale, come nel caso della normativa europea sui servizi di pagamento (Payment Service Directive II, PSD II), che dalle iniziative delle singole banche, che stanno vedendo un’opportunità per proporre servizi innovativi. Il presupposto tecnologico per tale apertura consiste nella predisposizione delle applicazioni di interfaccia per la programmazione (Application Programming Interface, API). Le API sono appositi programmi che consentono a sviluppatori terzi (techfin, fintech, GAFA o altri incumbent) di accedere ad esempio ai dati della clientela di una banca e sviluppare applicazioni di elaborazione delle informazioni in maniera standard (Figura 1). L’obiettivo è creare un ecosistema in cui sia possibile una co-creazione di servizi finanziari tra incumbent e TPP, aumentando la competizione nel sistema bancario, a favore del consumatore finale. Figura 1 Application Programming Interface, API L’apertura delle banche, collaborativa o per obbligo regolamentare, avviene mediante le Application Programming Interfaces (API) aperte, ovvero interfacce che permettono la comunicazione tra software diversi, in modo sicuro e modulare, il cui accesso è garantito a sviluppatori che rispettino determinate regole. Ancora più in generale, con “open banking” si può intendere la creazione di un ambiente digitale in cui le istituzioni finanziarie comunicano e interagiscono con la propria clientela in maniera standard attraversi linguaggi codificati. Una )4(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia comunicazione che, a tendere, potrà avvenire non solo con le persone, ma anche con gli oggetti posseduti dai clienti, grazie all’”internet of things” (a seguito di comportamenti “concludenti”: ad esempio la macchina comunica direttamente alla banca l’addebito di un pedaggio in autostrada, senza passare da ulteriori intermediari). 1.1 Dalla banca “chiusa” a quella “aperta” I potenziali effetti competitivi e strategici di tale mutamento del modello di business e di interazione con la clientela bancaria sono di grande portata, almeno sulla carta. L’apertura bancaria comporta una disaggregazione della catena di creazione del valore bancario. Dal paradigma della banca “chiusa”, che produce e distribuisce i servizi finanziari mantenendo il controllo sull’intera catena produttiva, si passa alla segmentazione lungo tale filiera. Attualmente il cliente finale sceglie la banca che gli offre in media il servizio migliore, considerando ad esempio l’offerta di strumenti di risparmio, l’erogazione di prestiti, l’assistenza alla gestione degli investimenti e i servizi di pagamento (Figura 2). Da un modello di banca “chiusa” … Figura 2 Il modello attuale della “banca chiusa” )5(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia Domani il cliente finale si affiderà ad una piattaforma di aggregazione e comparazione che gli fornirà una visione di insieme della propria posizione finanziaria e lo indirizzerà verso i singoli servizi considerati migliori (Figura 3). …ad un modello di banca “aperta” Figura 3 Il modello a venire della “banca aperta” Le banche che non saranno riuscite ad adeguarsi per tempo al nuovo modello di business si troveranno ad occupare solo una parte della filiera, nel ruolo di produttori di servizi, e perderanno la parte più preziosa della catena del valore: il contatto col cliente e la sua gestione. In funzione del posizionamento assunto, si verranno a distinguere tre ipotetici ruoli per gli intermediari finanziari in futuro (Figura 4): 1. Aggregatori della domanda: la banca mantiene la relazione con la clientela, delegando a terze parti la produzione del servizio. Questo ruolo richiede un forte posizionamento in termini di brand. A seconda del servizio richiesto, fornisce una “customer journey” personalizzata indirizzando il consumatore verso le varie offerte presenti sul mercato. 2. Produttori di servizi: la banca si specializza nella produzione di determinati servizi finanziari, lasciando la loro distribuzione a piattaforme di aggregazione pure, perdendo così la relazione diretta con la clientela. 3. Provider di dati e analisi: la banca si interpone fra produzione e distribuzione dei servizi, facilitando l’incontro delle parti tramite utilizzo )6(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia dei big data per connettere e valutare consumatori e fornitori di servizi, offrendo servizi di credit scoring, Know Your Customer (KYC) e data security. Figura 4 Nuovi operatori sul mercato. La disaggregazione delle funzioni bancarie Bankin, Mint e Tink sono alcuni esempi di “aggregatori puri”. Questi operatori raccolgono i dati relativi alle transazioni bancarie degli utenti e offrono servizi di informativa sui conti detenuti presso diverse banche, oltre a servizi di budgeting e, in generale, di controllo e gestione della finanza personale. Bankin è attivo in Germania, Francia UK e Spagna, con due milioni e mezzo di utenti; Mint in USA e Canada, e vanta circa 20 milioni di utenti, mentre Tink opera nei paesi scandinavi. La potenziale disintermediazione derivante dall’emergere di questi nuovi modelli competitivi sarà probabilmente possibile solo per i servizi maggiormente standardizzati, in cui la personalizzazione assume un ruolo meno rilevante. In particolare il settore dei pagamenti, oggetto principale della normativa PSD II, il settore del credito con l’emergere di piattaforme per la raccolta capitali e, entro certi limiti, quello della gestione del risparmio, mediante la consulenza automatizzata (robo-advisory). )7(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia 1.2 Apertura forzata: la PSD II Europea e l’Open Banking Standard in UK Come detto, i driver del cambiamento sono in primo luogo regolamentari. Nell’Europa continentale, il recepimento della normativa europea sui pagamenti, già in vigore per la parte che riguarda commissioni e franchigie sui sistemi di pagamento, verrà finalizzato a metà 2019, con l’obbligo per le banche di predisporre le applicazioni di interfaccia per la programmazione necessarie ai TPP. La normativa concede infatti a operatori terzi la possibilità di accedere, previo consenso dei consumatori, alle informazioni sui conti bancari della clientela. I TPP potranno appartenere almeno a due diverse tipologie di soggetti (Figura 5): • Account Information Service Provider (AISP), che potranno fornire un servizio di informativa sui conti al cliente, raccogliendo ed aggregando in un’unica piattaforma le informazioni sui vari account bancari; • Payment Initiation Service Provider (PISP), che potranno interporsi tra il cliente e il suo conto bancario, avviando direttamente servizi di pagamento. In alcuni contesti AISP e PISP potranno anche fornire servizi finanziari di terze parti. Figura 5 I TPP del tipo AISP e PISP )8(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia La normativa europea rappresenta dunque un primo passo verso l’apertura dei dati bancari (forzata, in questo caso). Tuttavia, il suo ambito di applicazione rimane circoscritto: in particolare, PISP e AISP potranno utilizzare tali dati con la sola finalità di fornire il servizio per cui sono autorizzati e non per fornirne di ulteriori. La situazione è molto differente nel Regno Unito, dove la normativa europea è stata accompagnata dall’Open Banking Standard, sotto la supervisione della Competition and Markets Authority (CMA), che impone alle banche un grado di apertura ancora maggiore. Tale integrazione prevede l’adozione di standard comuni per la condivisione dei dati (Common Open APIs) per le 9 maggiori banche inglesi 2 e la possibilità per i Price Comparison Websites (PCW) di agire come AISP e PISP, offrendo una gamma più vasta di servizi bancari. Questa possibilità, ad esempio, non è prevista dalla PSD II. Sia per la maggior propensione degli inglesi a utilizzare servizi bancari digitali che per la maggior spinta regolamentare, il Regno Unito sarà probabilmente il primo vero banco di prova per le potenzialità dell’open banking. 1.3 Apertura volontaria: il vantaggio competitivo dei first mover A prescindere dalla spinta dettata dal regolatore, alcune banche incumbent stanno già vagliando la possibilità di aprire a terze parti alcuni dati sulla clientela, attraverso API aperte, per migliorare la propria offerta e guadagnare così un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, occupando porzioni di mercato ancora libero. A seconda del grado di apertura a terzi e del controllo della banca sui soggetti che vi accedono, si distinguono diversi tipi di API (Euro Banking Association, 2016): 2 HSBC, Barclays, RBS, etc. )9(
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia 1. Partner API, aperte solamente a soggetti con cui si hanno accordi bilaterali; 2. Member API, aperte ai soggetti facenti parte di una community, con regole di accesso ben definite; 3. Acquaintance API, aperte a chiunque rispetti determinati requisiti, senza che vi sia la partecipazione ad una community; 4. Public API, aperte a chiunque tramite una semplice registrazione per tracciare l’identità degli aderenti. Tale apertura “volontaria” permette a sviluppatori (altri operatori bancari, società fintech o techfin) di creare nuove applicazioni o co-fornire servizi alle banche. Nonostante vi sia da parte degli incumbent una bassa propensione a condividere all’esterno dati sulla clientela, fondamentali per preservare il proprio vantaggio competitivo, i first mover in questo ambito potrebbero beneficiare in termini di attrazione di nuova clientela e innovazione nei servizi offerti. Esempio italiano di incumbent che ha adottato soluzioni in tema open banking è Banca Sella, che nel giugno 2018 ha lanciato Fabrick, piattaforma che mette a disposizione degli aderenti le API necessarie a ideare nuovi prodotti. Quest’ultima conta ad oggi più di 50 società fintech sia italiane che europee , tra cui Hype e Vipera. Esempi europei, invece, sono BBVA e ING; la prima ha lanciato e monetizza l’API_Market (PayStats, Payments, Cards, Loans, Customer, Notifications, Accounts), che mette a disposizione di sviluppatori e aziende dati utili sulla clientela, e grazie al quale ha vinto il premio “Best Open Banking services” assegnato da Retail Banker International (BBVA, 2018); la seconda ha invece predisposto le API in conformità alla PSD II in anticipo rispetto agli altri operatori europei, permettendo a PISP e AISP il regolare svolgimento dei loro servizi, una volta introdotti nel 2019. ) 10 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia 1.4 Uno sguardo oltre l’Europa Il fenomeno dell’open banking ha suscitato l’interesse di istituti finanziari e regolatori anche al di fuori dell’Europa. Gli esempi più noti sono quelli di Giappone, Singapore, Hong Kong e USA. Giappone Nonostante non sia presente una spinta regolamentare vincolante per lo sviluppo di API aperte, numerosi attori del mercato bancario giapponese si dimostrano interessati al tale opportunità. Ben 12 gruppi bancari si sono già lanciati nel campo dell’open banking (Milne, 2018); ad esempio, Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG), il più grande gruppo bancario giapponese in Giappone, ha predisposto a marzo 2017 una API aperta a sviluppatori esterni, accessibile dopo un’intervista telefonica (Das, 2017). Inoltre, l’associazione bancaria giapponese ha pubblicato un report (Japanese Bankers Association, 2017) per incoraggiare le banche ad adottare standard comuni nello sviluppo delle API. Singapore La Monetary Authority of Singapore appoggia apertamente lo sviluppo dell’open banking. Ha pubblicato un report per l’implementazione standardizzata e sicura delle API (The Association of Banks in Singapore; Monetary Authority of Singapore, 2016) anche se ad oggi non ha mostrato intenzione di forzare l’implementazione di API aperte. La più grande banca di Singapore, DBS Group Holdings Ltd., ha lanciato a novembre 2017 una piattaforma che ha permesso a più di 155 sviluppatori esterni di accedere alle sue API (Chanjaroen & Amin, 2018). Hong Kong L’organo di vigilanza bancaria di Hong Kong ha avviato a gennaio 2018 la propria iniziativa in tema open banking, con l’obiettivo di aumentare la ) 11 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia competitività del settore bancario locale e stabilire standard tecnici comuni per le API. In particolare, l’iniziativa prevede 4 fasi di implementazione: 1. Apertura delle informazioni sui prodotti offerti dalle banche a TPP, per favorire servizi di comparazione dell’offerta (PCW; timeframe previsto: 6 mesi); 2. Onboarding di nuovi clienti tramite TPP per carte di credito, polizze assicurative e prestiti (timeframe: 12 mesi); 3. Aggregazione delle informazioni sugli account bancari dei clienti tramite TPP, per favorire servizi di budgeting e analisi dei movimenti (modello AISP; timeframe: incerto); 4. Disposizione dei pagamenti direttamente dai conti bancari dei clienti tramite TPP (modello PISP; timeframe: incerto). L’iniziativa dell’autorità monetaria locale (Hong Kong Monetary Authority, 2018) presenta alcune differenze rispetto a quelle della PSD II. A Hong Kong le banche locali potranno decidere quali TPP autorizzare, mentre in Europa l’accesso sarà garantito a tutti i soggetti registrati e in modalità gratuita; inoltre, la gamma di prodotti coinvolti è più ampia rispetto alla PSD II, comprendendo, ad esempio, prestiti e prodotti per il risparmio gestito, mentre in Europa si fa riferimento solamente all’informativa sui conti e gli ordini di pagamento. USA Negli Stati Uniti la condivisione dei dati degli account della clientela è un fenomeno diffuso, soprattutto attraverso la pratica del cosiddetto “screen scraping”, con cui terze parti utilizzano le credenziali di accesso della clientela, fornite su base volontaria, per estrarre le informazioni riguardanti saldi e transazioni e fornire servizi di aggregazione degli account. Questo avviene senza che sia necessario il consenso delle banche presso le quali i clienti detengono i conti. La pratica è stata spesso criticata poiché ritenuta poco sicura, dato che un ) 12 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia attacco informatico all’aggregatore potrebbe rivelare le credenziali di accesso dei clienti. Per questo, ci si sta muovendo verso la predisposizione di API con cui le banche mettono a disposizione degli aggregatori le informazioni in modo sicuro. Ad esempio, JP Morgan e Wells Fargo hanno avviato partnership con operatori del settore, come Intuit, Finicity e Xero. India Nell’ultimo decennio, l’India ha attraversato un rapido processo di digitalizzazione della propria economia, che non ha risparmiato il sistema bancario. Nel gennaio 2009 il governo indiano ha costituito Aadhaar, ad oggi il più grande database mondiale per l’identificazione biometrica dei cittadini, che ha permesso più di recente lo sviluppo dell’Unified Payment Interface (UPI). L’UPI è un’API aperta che permette a chiunque sia riconosciuto nel database Aadhaar di effettuare pagamenti elettronici e alle banche di condurre operazioni di KYC e riconoscimento firma digitale. Questa spinta del governo ha dato il via alla proliferazione di un ecosistema digitale con la creazione di diversi servizi, ad esempio in ambito e-wallet e peer-to-peer payments. Riconoscendone le potenzialità, alcune banche si sono già lanciate nella predisposizione di API aperte. Alcuni esempi sono YES Bank, che propone un’API aperta per l’ERP (Enterprise Resource Planning), RBL Bank per funzioni di KYC e credit score, DCB Bank per l’utilizzo libero da parte di fintech ed infine Kotak Bank per i prodotti di prestito. 1.5 I possibili impatti sul sistema bancario L’open banking al momento è un fenomeno dagli esiti incerti, soprattutto per quanto riguarda la reazione delle banche incumbent nei confronti dei nuovi soggetti emergenti, l’adozione dei nuovi servizi da parte della clientela ed i tempi del suo sviluppo. Tuttavia, in generale, non c’è dubbio che questo fenomeno presenti anche opportunità per gli operatori bancari, oltre che rischi. I rischi, dovuti ad un possibile incremento della segmentazione del sistema ) 13 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia finanziario, sono rappresentati dalla possibile “standardizzazione” di alcuni prodotti, con conseguente riduzione dei margini di redditività ottenuti (commoditization), maggiori difficoltà nella vendita incrociata di servizi finanziari (cross-selling) e una minor fidelizzazione della clientela. I benefici per gli eventuali vincitori invece potrebbero essere il miglioramento della customer experience, dovuta a un’offerta di servizi innovativi, e la possibilità di attrarre nuova clientela, specie quella più giovane e attenta al digitale. Tra gli studi di impatto sulla redditività delle banche, citiamo quello della Banca d’Inghilterra, che nella relazione di Novembre 2017 sui risultati degli stress test nel sistema bancario inglese (Bank of England, 2017), ipotizza vari effetti della nuova normativa sui bilanci bancari. In particolare: 1. Una riduzione del margine d’interesse dovuta ad un aumento dei tassi sui depositi a vista, a causa della maggiore difficoltà nel mantenere depositi per l’operare di Price Comparison Websites; 2. Una riduzione delle commissioni sugli scoperti di conto, a causa degli AISP, che rendono più facile al cliente monitorare la propria situazione finanziaria; 3. Una riduzione delle commissioni sui pagamenti, a fronte di una maggiore competizione nel settore; 4. Un più elevato rischio di liquidità, dovuto alla maggiore facilità con cui i depositanti potranno spostare i fondi; 5. Una maggior difficoltà nel cross-selling e nella fidelizzazione della clientela; 6. Un aumento dei costi per la sicurezza informatica. L’impatto stimato sulla redditività delle banche inglesi è nel complesso negativo e pari a circa -1.6 % in termini di Return on Equity (ROE) (Figura 6). Da ultimo, ma non meno importante, il rischio sulla sicurezza e riservatezza dei dati. Infatti, al di là degli impatti sulla redditività, una probabile conseguenza ) 14 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia che le banche dovranno affrontare nel rendere operativi i sistemi per la condivisione dei dati è l’aumento del rischio di attacchi informatici, con conseguenti impatti sulla reputazione. Figura 6 Impatti sul sistema bancario Fonte: Banca d’Inghilterra –UK «exploratory scenario» (2017), – maggior utilizzo del FinTech Tale rischio si scarica sui consumatori, che in caso di fallimento dei sistemi di sicurezza informatica potrebbero vedere violate le informazioni sui propri conti di pagamento. 1.6 E in Italia siamo pronti? Una evoluzione dei modelli di business come quella prospettata richiede, da parte della clientela, un buon grado di digitalizzazione bancaria. A livello europeo l’utilizzo del canale digitale per accedere a servizi finanziari, espresso in percentuale sulla popolazione, è diverso da paese a paese. A guidare la graduatoria i paesi scandinavi (Danimarca, Finlandia, Svezia), Olanda e Gran Bretagna, seguiti da Francia, Germania e Spagna. L’Italia (31%) risulta ancora ampiamente al di sotto della media europea del 52% (Figura 7). Tuttavia, dalla recente analisi condotta da Prometeia e Ipsos sulla ricchezza delle famiglie italiane (Wealth Insights, novembre 2018), risulta una recente crescita dell’operatività online da parte degli investitori o in possesso di prodotti di accumulo, sia per operazioni routinarie (come pagamenti e ricariche) che per la gestione degli investimenti: in quest’ultimo ambito, in particolare, si è passati da un 17% di user abituali dei canali online nel 2017 ad un 26% nel 2018. ) 15 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia Dati in percentuale della popolazione Figura 7 Digitalizzazione bancaria in Europa Fonte: BEM Research In breve, se si guarda al grado di digitalizzazione bancaria in percentuale sulla popolazione, l’Italia è ancora indietro rispetto alla media europea (31% contro 52%) , ma se si considera la percentuale (circa il 64%) di utilizzo dei canali digitali da parte dei potenziali interessati è possibile ipotizzare che l’Italia non sia poi così lontana da quella massa critica di utenti digitali necessaria ad innescare i fenomeni di innovazione descritti sopra come “open banking”. 2. Open banking: considerazioni finali T ra tutte le novità emergenti nel mondo bancario, l’open banking è probabilmente quella in grado di produrre i maggiori impatti sui modelli di servizio e gli assetti competitivi. Cambierà il modo di gestire la merce più importante del mondo del credito e della finanza: le informazioni. Cambieranno le modalità di relazione con la clientela e di offerta dei servizi. Cambieranno gli elementi chiave che determinano i vantaggi rispetto alla concorrenza. Non è un processo immediato. Ci vorrà probabilmente un cambio generazionale perché i nuovi modelli digitali di servizio si impongano definitivamente. Tuttavia l’esperienza recente insegna che la semplicità d’uso e la comodità sono una potente leva di orientamento della clientela finale e che cambiamenti radicali possono imporsi a una velocità inaspettata. ) 16 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia Le banche incumbent, dal canto loro, reagiranno in maniera sempre più concreta, cercando in ogni modo di non disperdere la fetta più importante nella catena di creazione del valore a vantaggio di altri soggetti. Si prefigura una competizione senza esclusione di colpi, con alleanze, strategie e scontri frontali per mantenere il controllo sulla clientela finale. Tuttavia i primi a muoversi, coloro che guideranno il cambiamento, godranno di un vantaggio competitivo notevole rispetto a coloro che lo subiranno. Occorre che le istituzioni finanziarie si preparino rafforzando la ricerca di risorse con competenze statistiche, informatiche, ma anche di marketing digitale, in grado di inventare nuovi modelli di servizio. Come diceva Charles Darwin: “Non è la specie più forte che sopravvive, né quella più intelligente, bensì quella che si adatta al cambiamento più rapidamente”. ) 17 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia 3. Bibliografia Accenture. (2017). Most Large Global Banks Planning Major Investments in Open Banking. Bank of England. (2017). Stress testing the UK banking system: 2017 results. Basel Committee on Banking Supervision. (2018). Implications of FinTech developments for banks and bank supervisors. BBVA (2018, giugno 8). Retrieved from Competition and collaboration: the new open banking playing field: https://www.bbva.com/en/competition-collaboration- new-open-banking-playing-field/ Beaudemoulin, N., Bienvenu, P., & Warzee, D. (2018). Studio sulla rivoluzione digitale nel settore bancario francese. Chanjaroen, C., & Amin, H. (2018, aprile 12). Bloomberg. Retrieved from Singapore Favors ‘Organic’ Policy in Move Toward Open Banking: https://www.bloomberg.com/news/articles/2018-04-12/singapore-favors- organic-policy-in-move-toward-open-banking CheBanca! (2017). Digital Banking Index Italy. Copenhagen Economics; NORFICO. (2018). Impact of Open Banking in Scandinavia. Das, S. (2017, marzo 6). CCN. Retrieved from Japan’s Biggest Bank to Open Banking Processes to FinTech App Developers: https://www.ccn.com/japans-biggest- bank-open-banking-processes-fintech-developers/ Deloitte. (2017). How to flourish in an uncertain future; Open Banking and PSD II. Euro Banking Association. (2016). Understanding the business relevance of Open APIs and Open Banking for banks. Evry. (n.d.). Open Banking transformation. Hong Kong Monetary Authority. (2018). Consultation Paper on Open API framework for the Hong Kong banking sector. Japanese Bankers Association. (2017). Report of Review Committee on Open APIs: promoting open innovation. Milne, A. (2018, marzo 9). Finextra. Retrieved from Japan is open-banking its arms to a fintech revolution: https://www.finextra.com/blogposting/15120/japan-is-open- banking-its-arms-to-a-fintech-revolution ) 18 (
Regolamentazione e apertura volontaria: breve guida all’open banking in Italia e all’estero Prometeia Open Bank Project. (2016). Open APIs: state of the market. Repubblica. (2018, maggio 7). Banca Sella a caccia di clienti digitali, Vipera il nuovo passo. Tratto da http://www.repubblica.it/economia/affari-e- finanza/2018/05/07/news/banca_sella_a_caccia_di_clienti_digitali_vipera_il_nuovo _passo-195707743/ Soldavini, P. (6 luglio 2018). L'innovazione in banca parte dalla piattaforma. Sole 24 Ore. The Association of Banks in Singapore; Monetary Authority of Singapore. (2016). Finance-as-a-service: API Playbook. Yurcan, B. (1 febbraio 2018). Open Banking's early adopters bet on tremendous gains in value. American Banker. ) 19 (
Twitter: @PrometeiaGroup Linkedin: prometeia YouTube: prometeia Facebook: prometeiagroup www.prometeia.com
Puoi anche leggere