MEET: l'immersività al servizio del nuovo centro internazionale di Cultura Digitale di Milano
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MEET: l’immersività al servizio del nuovo centro internazionale di Cultura Digitale di Milano Apre a Milano MEET Digital Culture Center, il primo centro italiano dedicato alla cultura digitale, supportato da Fondazione Cariplo. In questo spazio di arte, riflessio- ne e incontro - che propone luoghi aperti, fluidi, polivalenti - la Sala Immersiva e il Theatre realizzano, grazie ai proiettori Epson, una videoproiezione immersiva di gran- de suggestione, al servizio delle opere d’arte digitali e degli eventi che MEET ospita. meetcenter.it | durante.it | audviser.eu | carloratti.com | epson.it Si parla di: arte e cultura digitale; videoproiezione ▶ MEET è il primo centro in Italia dedica- to alla cultura digitale; è supportato sin dalla della contemporaneità, abbia contribuito in modo sostanziale a raccontare l’identità immersiva; ottiche ultra sua nascita, nel 2018, da Fondazione Cariplo di MEET attraverso, in particolare, la realiz- corte zero off-set e affonda le sue radici nell’esperienza della zazione di due spazi: l’Immersive Room e piattaforma di idee ed eventi ‘Meet the Me- il Theatre. In entrambi i casi - sfruttando la dia Guru’. Si trova in via Vittorio Veneto 2, nel videoproiezione Epson e le caratteristiche La sala immersiva di cuore di Porta Venezia a Milano, ospitato da peculiari delle sue ottiche ultra corte zero of- MEET, il centro di cultura un edificio di inizio Novecento che si sviluppa f-set - sono stati creati ambienti aperti, fluidi digitale supportato da su 3 piani per un totale di 1500 m². e polifunzionali in grado di offrire ai visitatori Fondazione Cariplo, realizzata con 15 proiettori L’obiettivo di MEET è aiutare le persone esperienze di grande suggestione, ciascuno Epson modello EB-L1755U, ad acquisire una nuova consapevolezza ri- con le specificità che andremo a raccontare. a tecnologia 3LCD da spetto alla tecnologia, intesa come risorsa Ne parliamo con: Maria Grazia Mattei, 15000 ANSI lumen e di straordinario valore per la creatività e il Fondatrice e Presidente MEET, che ha forte- ottiche ELPLX02, ultra short throw zero offset benessere dell’intera società. mente voluto la nascita di questa realtà e ha da 0,35:1.| Fotografia di In questa Case Study raccontiamo come seguito in prima persona tutte le fasi di con- Michele Nastasi l’immersività, tema e linguaggio centrale cretizzazione del progetto e Antonella Terrasi, 34 - Sistemi Integrati | Numero 43
CASE STUDY | MEET DIGITAL CULTURE CENTER, MILANO biamento che il digitale ha innestato nella società, nella loro vita privata e professionale, parlare di come siano nati nuovi parametri culturali, nuovi linguaggi creativi, nuove mo- dalità espressive. Non dobbiamo più essere passivi utilizzatori di questi mezzi, ma divenire protagonisti, figure attive e creative». Con questo spirito nasce MEET, che, come spiega Mattei, vede nella creatività - espres- Maria Grazia Mattei, sa in primis nelle opere multimediali degli Fondatrice e Presidente, artisti ospitati - «un enzima per innescare MEET dei processi di cambiamento culturali fon- damentali per l’individuo, ma anche per le imprese: possiamo riempire le nostre case e le nostre aziende di tecnologia, ma se la mentalità rimane ferma agli schemi della cultura analogica, lo sforzo sarà poco utile». Per una mission tanto speciale, era neces- sario uno spazio altrettanto speciale, costru- ito per rispecchiarne lo spirito:«Non voleva- mo il ‘classico centro per fare le mostre’, ma uno spazio che rispondesse ai parametri di fluidità, trasparenza e interoperabilità del- la cultura digitale», dice Mattei, che quindi spiega come questi parametri si siano tradotti fisicamente – tramite un complesso lavoro di riprogettazione e ristrutturazione - in uno Antonella Terrasi, Multimedia Architect, spazio molto aperto, immersivo, ricco di am- Durante bienti aperti, riconfigurabili e polifunzionali. Ambienti tutti interconnessi tra loro: le diver- se aree dello spazio MEET infatti - Immersive Room, Theatre, Team & Lab Area, Bistrot - non “ Multimedia Architect, Durante, il system in- sono chiusi da porte ma fortemente comu- tegrator che ha realizzato l’installazione. Nei nicanti tra loro, e in Box anche i commenti dell’ing. Giuseppe De molti casi affacciati La creatività è un enzima Leo, consulente, progettista e direttore lavori a quella che MEET per le tecnologie audio-video e della comuni- ha battezzato ‘Scala per innescare dei processi cazione e del noto architetto Carlo Ratti, che Abitata’. di cambiamento culturali ha firmato il progetto architettonico. Quest’ultima è fondamentali per l’individuo e di fatto un ulteriore per le imprese - Maria Grazia spazio con una pro- Mattei La sfida: uno spazio immersivo che pria identità specifi- rispecchia i linguaggi della cultura ca: «La scala abitata non è semplicemente un digitale passaggio da un piano all’altro. È una scala Per capire il ruolo e il valore che hanno suggestiva, multiprospettica, che si ‘abita’. l’Immersive Room e il Theatre all’interno di Lungo la scala ci si può sedere, incontrare MEET, è necessario capire bene cos’è MEET qualcuno [in questo senso la scala interpre- e qual è la sua vocazione: «L’obiettivo con cui ta il nome di questo spazio, ‘meet’, incontro nasce questo spazio è contribuire a colmare - ndr], guardare video e fruire di contenuti un digital divide culturale molto diffuso nel vari. C’è sempre qualcosa che stimola l’at- nostro Paese – dice Mattei, che poi spiega - tenzione e la sensibilità delle persone», dice Oggi la tecnologia ci offre tanti strumenti, Mattei, che conclude: «Ci piace pensare che ma la sfida culturale aperta è capire come la nostra scala sia un luogo dove accadono applicarli, ‘cosa fare’ con questi strumenti. cose inaspettate». È necessario smettere di parlare di digitale In uno spazio come MEET, che è di fat- Giuseppe De Leo, Audio solo in termini di tecnologia, e cominciare a to nella sua totalità ‘immersivo’ (come dice Visual Independent Consultant parlare con le persone dei processi di cam- Mattei:«tutto lo spazio MEET è costruito per Sistemi Integrati | Numero 43 - 35
IL PROGETTO ARCHITETTONICO SECONDO CARLO RATTI Il progetto architettonico di MEET è stato firmato da CRA - Carlo Ratti Asso- ciati insieme a Italo Rota. Di seguito il commento sul progetto di Carlo Ratti, architetto e ingegnere a capo dello studio CRA, a Torino e New York, e del immergere il visitatore nei contenuti, per of- Senseable City Lab presso il MIT. frirgli un’immersione sensoriale») creare una «A chi gli chiedeva di spiegare la sua celebre Scala di Penrose, un’ipnotica Immersive Room e un Theatre, che giocano sovrapposizione di piani che non si incontrano, l’artista Maurits Cornelis Escher con un ulteriore livello di immersività, assu- rispondeva: «È impossibile per gli abitanti di mondi diversi camminare, sedersi me dunque un valore e una profondità del o stare in piedi sullo stesso piano, perché hanno concezioni diverse di ciò che tutto peculiare. è orizzontale e di ciò che è verticale. Eppure potrebbero condividere l’uso della Ed è dunque del facilmente comprensi- stessa scala». bile perché la definizione in chiave immer- Per gli interni di Meet Digital Culture Center, progettato da CRA - Carlo Ratti siva questi due spazi sia stata da subito tra i Associati insieme a Italo Rota, siamo proprio partiti da una scala come inter- desiderata della committenza. sezione tra il mondo delle comunicazioni digitali e quello degli incontri inter- personali. La grande scala arancione è una piazza verticale scomposta in piani su cui è possibile incappare casualmente in colleghi, amici e semplici avventori. La Sala Immersiva: 15 proiettori Ma è anche il luogo della serendipity, dove scoprire una nuova proiezione di- Epson a tecnologia 3LCD da 15mila gitale, che a sua volta può diventare un’occasione per attaccare bottone con lumen per una proiezione continua le persone che ci passano accanto. Sulla scala si affacciano tutti gli spazi di sui tre lati dell’ambiente MEET – dagli uffici alle aree espositive, dall’auditorium alla sala immersiva. Compreso dunque il significato e il valore MEET nel suo insieme cerca di farci riflettere sul ruolo dello spazio fisico degli spazi, passiamo alla descrizione tecnica in un mondo digitale. Quest’ultimo, come sappiamo, tende a intaccare la dell’installazione. nostra capacità di comprensione del diverso e a creare dinamiche di po- «L’Immersive Room di MEET è un am- larizzazione: su Internet è facile ignorare opinioni biente di circa 250 m2 - spiega Terrasi - dove diverse dalle nostre. Lo spazio fisico, al contrario, l’immersività si realizza tramite 15 proietto- contiene in sé la dimensione dell’inevitabilità. Lì ri Epson modello EB-L1755U, a tecnologia non abbiamo alternative rispetto all’incontro e al 3LCD da 15.000 ANSI lumen che danno vita, confronto con gli altri; non ci è consentito mettere sfruttando l’edge blending, a una proiezione un filtro alla diversità; non possiamo ritirarci in mo- continua su tre pareti per un totale di 1200 do definitivo nel rassicurante comfort dell’assorta- x 25602 pixel». tività, l’attaccamento a coloro che sono più simili a Montano un’ottica ultra short throw zero noi. MEET vuol dire incontro». off-set con un rapporto di tiro di 0,35:1 (mo- dello Epson ELPLX02), ottica che riveste un Carlo Ratti, architetto e ingegnere a capo dello studio CRA, ruolo fondamentale: a Torino e New York, e del Senseable City Lab presso il MIT ■ l’ultra short throw consente il posizio- 36 - Sistemi Integrati | Numero 43 Il Theatre di MEET
CASE STUDY | MEET DIGITAL CULTURE CENTER, MILANO namento del proiettore vicino alla parete e controsoffitto, lasciando a vista solo il corpo minimizza la possibilità di ombra sulle im- ottica, coprendo tutta la superficie della pa- magini videoproiettate; rete senza dover lasciare ‘cornici’. ■ le ottiche di tipo zero-offset, al contra- «Le ottiche di Epson erano le uniche che WallBox rio di quelle standard, proiettano le imma- consentivano l’integrazione architettonica, 1.52 gini alle spalle del videoproiettore; grazie a richiesta dallo studio Ratti – commenta Ter- questa particolare tecnologia queste ottiche VPL 04 VPL 05 VPL 06 rasi, riferendosi alla pulizia e alla linearità a VPL 07 VPL 08 Nel QR Code: virtual VPL 09 SPK 46 tour di MEET consentono di ottenere un’immagine video- cui mirava il progetto architettonico – e che VPL 01 proiettata che rimane alla stessa quota del al contempo garantiscono, posizionati a soli videoproiettore. È stato quindi possibile posi- 150 cm circa dalla parete, di coprire la pare- zionare i proiettori incassati e “nascosti” nel te stessa alta 2,70 m nella sua completezza, WallBox 1.52 VPL 02 SPK 46 VPL 04 VPL 05 VPL 06 VPL 07 VPL 08 VPL 09 VPL 01 VPL 03 VPL 02 TLC (PTZ) 03 VPL 11 VPL 11 VPL 12 VPL 13 VPL 14 VPL 15 1.52 Immersive Room 1.52 L’immersività si realizza tramite 15 proiettori Epson modello EB-L1755U, a VPL 03 tecnologia 3LCD da 15.000 ANSI lumen che danno vita TLC (PTZ) 03 VPL 11 VPL 11 VPL 12 VPL 13 VPL 14 VPL 15 a una proiezione continua 1.52 1.52 su tre pareti per un totale di 1200 x 25602 pixel. 1.52 2.70 1.52 1.88 1.06 AREA 2.70 STAGE A AREA STAGE B 1.88 1.06 AREA STAGE A AREA STAGE B 265 32,44 250 250 265 444 480 444 444 480 444 250 centro ottica 250 centro ottica 250 centro ottica 250 centro ottica 265 distanza ottica schermo 9,2 Theatre 265 distanza ottica schermo 9,2 Il Theatre è composto da 2 videoproiettori Epson EB- 11,5 L1755U da 15000 ANSI lumen, con ottiche ultra short throw ELPLX02, che creano la proiezione frontale, 11,5 e 4 videoproiettori Epson EB-L1075U da 7000 ANSI lumen, anche in questo caso con ottiche ultra corte, che proiettano sulle pareti laterali. Sistemi Integrati | Numero 43 - 37
Nel mosaico, da in alto a sinistra in senso orario: 1) la multiprospettica Scala Abitata, non semplice passaggio tra un piano e l’altro, ma luogo dove si fruiscono contenuti, spazio di incontri ed ‘eventi inaspettati’; 2) dettaglio di illuminotecnica: la cornice storica dell’edificio di inizio Novecento contrasta e valorizza la contemporaneità degli allestimenti; 3) MEET dall’esterno, in zona Porta Venezia a Milano; 4) la videoproiezione realizzata con proiettore Epson modello EB-L1070U tecnologia 3LCD da 7000 ANSI lumen e ottica ELPLX01W, ultra short zero offset da 0.35:1, che ‘anima’ la Scala Abitata; 5) gli uffici MEET, ‘aperti’ e collegati agli altri ambienti. | Fotografie 1,2,3,5 di Michele Nastasi CONFIGURAZIONE E PREDISPO- sia dall’infrastruttura di collegamen- dello spazio colore) e over IP per il col- SIZIONE GRANULARE, IN OTTICA to dei segnali realizzata, nella parte legamento (bidirezionale) tra i diversi FUTURE PROOF passiva, con cavi Cat 7 SFTP e fibra ambienti. Tutti i segnali audio, invece, Le esigenze espresse dalla com- ottica multimodale OM4. viaggiano ovunque su IP tramite pro- mittenza hanno richiesto la realizza- «Questa infrastruttura- ci spiega tocolli Q-LAN e Dante, con la facoltà zione di diverse categorie di impianti l’ing. Giuseppe De Leo, consulente, di inserimento temporaneo di altri tecnologici, da quelli destinati ai ser- progettista e direttore lavori per le elementi nell’impianto, ad esempio i vizi per l’edificio (videosorveglianza tecnologie audio-video e della comu- mixer audio durante gli eventi live, in e networking), a molteplici impianti nicazione - è stata dimensionata in particolare nel Theater. audio-video, ciascuno con particola- modo da offrire collegamenti pun- «Il lavoro di system integration ri peculiarità e requisiti prestazionali to-punto e over IP a larga banda, - conclude De Leo - è stato impor- elevati. Un esempio su tutti: la richie- disponibilità granulare di attesta- tante, come anche quello di sintesi sta di connettività Wi-Fi (fino a 500 menti per i vari allestimenti possibili, e programmazione per il controllo, utenti contemporanei) per la consul- numerose predisposizioni impiantisti- l’automazione a la supervisione, alla tazione di video on demand dall’ar- che e capacità di trasporto dei sistemi quale è destinato uno specifico locale chivio locale. e degli standard attuali e prossimi a come postazione di regia e di gestione La progettazione ha quindi tenuto venire, per tutti i tipi di segnale». generale. Per raggiungere l’obiettivo, conto delle diverse situazioni di utilizzo, La parte attiva è costituita da un reso ancor più complesso dal tema da quella di tipo espositivo agli eventi network dedicato, suddiviso in VLAN, dell’integrazione architettonica, sono live, prevedendo i possibili scenari ap- dotato di centro stella ottico ed state sviluppate numerose soluzioni plicativi, anche in ottica future proof. uplink a 10 Gbps in fibra. personalizzate o sviluppate ad hoc, Per questi motivi è stata prestata Nello specifico, i segnali video viag- oltre naturalmente al grande lavoro di la massima attenzione per ottenere giano su HDBaseT e SDI all’interno squadra svolto insieme alla Durante flessibilità, modularità, scalabilità ed degli ambienti (per ragioni di latenza, e alle persone che hanno contribuito espandibilità, sia dagli impianti in sé non compressione, e di conservazione alla realizzazione dell’opera». 38 - Sistemi Integrati | Numero 43
CASE STUDY | MEET DIGITAL CULTURE CENTER, MILANO I CONTENUTI: TANTE POSSIBILITÀ PER ADATTARSI ALLA NA- TURA POLIVALENTE DELLA SALA A proposito dei contenuti trasmessi dalle videoproiezioni, le pos- sibilità di utilizzo della superficie di proiezione sono molteplici:«Il primo dei casi è quello in cui i proiettori dialogano all’unisono – spiega Maria Grazia Mattei, Fondatrice e Presidente MEET - come accade nel caso di ‘Renaissance Dreams’ di Refik Anadol, che stiamo ospitando ora. L’opera di Anadol rilegge in chiave contem- poranea il Rinascimento e tratteggia una nuova idea di affresco sfruttando l’intelligenza artificiale e il machine learning. Le im- magini, che corrono senza soluzione di continuità lungo tutte le tre pareti, hanno un impatto eccezionale». In altri casi, racconta Mattei, la superficie a disposizione può essere usata per proiet- tare più contenuti diversi, creando e multivisioni o narrazioni, e adattandosi alle esigenze che si generano quando lo spazio ospita installazioni, conferenze o eventi live. botole a pavimento collegate con la regia con- sentono di gestire in modo flessibile gli alle- stimenti tecnici, adattandosi a svariate situa- zioni di utilizzo. A testimonianza del carattere ‘aperto e fluido’ della sala, ricordiamo anche brevemente che questa può letteralmente ‘aprirsi all’esterno, ma anche ‘aprirsi al mon- “ do’ con eventi trasmessi live in streaming, sfruttando i principi del ‘figital’ che stia- mo tutti imparando Le ottiche di Epson erano a conoscere. «Ogni le uniche che consentivano luogo è connesso l’integrazione architettonica agli altri sia fisica- richiesta dallo Studio Ratti, in dall’alto in basso, e minimizzare le ombre dei mente che virtual- visitatori. Un problema, questo delle ombre, mente – commenta termini di pulizia e linearità. che si sarebbe certamente presentato con Mattei - L’evento nel Antonella Terrasi utilizzo di ottiche standard, dal momento Theatre può essere che le “colonne” presenti nella stanza, deli- proiettato nella sala immersiva, e magari al neano un passaggio abbastanza ravvicinato contempo si può avere un altro evento paral- alla parete». lelo che si svolge nella sala immersiva, e che La scelta dei proiettori Epson è stata anche viene trasmesso nel Theatre, piuttosto che dettata, racconta Terrasi, dalla necessità di ga- sulla scala abitata o nella gallery, lo spazio rantire una fedeltà cromatica elevatissima che usiamo per fare i workshop». e un altrettanto alto livello di contrasto, ele- menti necessari soprattutto per valorizzare le opere artistiche e garantire la resa del colore, Streaming e predisposizioni ‘futu- del tratto, del segno, delle sfumature, e con re proof’ queste l’elemento emotivo voluto dall’artista. La possibilità di gestire lo streaming chia- «L’impatto della sala immersiva è davvero ma in causa un altro elemento di valore eccezionale, qualcosa che non si dimentica dell’installazione: l’eccezionale dotazione facilmente – dice Mattei – L’abbiamo usata tecnologica che rende la sala immersiva per l’opera digitale ‘Renaissance Dreams’ di performante quanto potrebbe esserlo uno Refik Anadol. Sono tutti rimasti affascinati». studio televisivo, con strumentazioni di livello L’utilizzo della sala come spazio per la pro- gestite dalla regia di messa in onda situata al iezione di opere immersive, racconta ancora secondo piano dell’edificio (mentre resta sul Terrasi, è tuttavia solo una delle funzioni di posto la più ‘basica’ regia di sala). Nel QR Code: Case Study Collection di questo spazio, che è pensato anche per ac- L’infrastruttura di cablaggio è fortemen- Sistemi Integrati cogliere talk, presentazioni, concerti, attività te sovradimensionata, proprio per garantire dedicata all’ambito didattiche e formative. Il posizionamento di che in futuro, considerando anche la rapida museale Sistemi Integrati | Numero 43 - 39
MEET DIGITAL CULTURE CENTER, MILANO | CASE STUDY evoluzione che hanno le tecnologie, qualsiasi le con tutte le altre (elettrico, climatizzazione, potenziamento e qualsiasi nuova necessità antincendio, ecc.). Raccontiamo meglio que- possa essere soddisfatta. sta questo aspetto nel box dedicato. Ricordiamo inoltre che una sfida impor- tante dell’installazione - non solo legata a questa sala immersiva ma alla ristrutturazio- Il Theatre: ancora immersività con Nell’ordine: ne tutta - è stata quella di gestire, all’interno la videoproiezione Epson per questo 1) videoproiettori Epson della cornice dei vincoli strutturali di un edi- spazio multifunzionale B-L1750U incassati nel ficio storico come quello che ospita MEET, la Parliamo ora del Theatre, uno spazio soffitto dell’Immersive Room; 2) il soffitto della compresenza dell’impiantistica multimedia- che, sempre con l’obiettivo di mantenere la sala immersiva dove massima fluidità, ha una funzione che è al- restano a vista solo meno duplice: quella di spazio cinema (in le ottiche Epson ultra particolare, la Fondazione Cineteca, che già corte ELPLX02; 3) ottiche Epson appena visibili sul utilizzava lo spazio, continua a proporre le soffitto del Theatre e line sue rassegne), e quella di spazio dedicato a array ‘in azione’, che si talk ed eventi live (ospitando, per esempio, ritraggono se si attiva la i Meet the Media Guru, occasioni di incon- configurazione cinema; 4) proiettori e line array tro con massimi esponenti del mondo della incassati nel Theatre; si cultura digitale). noti il lavoro di incastro In questa seconda configurazione, si at- e di precisione che è tiva l’anima immersiva di questo spazio: 2 stato fatto in spazi molto contingentati. videoproiettori Epson EB-L1755U da 15000 ANSI lumen, con ottiche ultra short throw, creano la proiezione frontale, che avviene su uno schermo di 11 x 4,80 metri con risoluzio- ne 2760 x 1200 pixel. 4 videoproiettori Epson EB-L1075U da 7000 ANSI lumen, anche in questo caso con ottiche ultra corte, proiet- tano invece sulle pareti laterali. Quando si assiste a un evento, lo spettato- re è avvolto in uno ‘scenario’ di proiezione. Le proiezioni che coprono le contropareti laterali, rivestite di tessuto grigio, hanno una resa più ‘soft’ rispetto a quella dell’immagine frontale; questo effetto più morbido, ben si adatta al- la destinazione d’uso di queste contropareti: visualizzare contenuti d’accompagnamento’ (titolo dell’evento, loghi, messaggi dai social ecc.), contribuire a creare l’atmosfera e sti- molare il coinvolgimento degli spettatori. Anche in questo caso è merito delle ottiche Epson ultra-corte zero off-set, con l’ausilio di un processore grafico Dataton Watchout, la precisione con cui le immagini seguono i profili delle pareti della stanza, senza lasciare cornici scoperte, pur restando i videoproiet- tori incassati nel controsoffitto, nascosti alla vista. Anche qui, si è potuta quindi rispettare la linearità del progetto architettonico richie- sta dallo Studio Ratti. La qualità dei videoproiettori è stata neces- saria per garantire alle immagini proiettate un elevato rapporto di contrasto, anche nel caso in cui le luci che illuminano lo stage e gli ospiti siano accese. La configurazione della sala ad uso cinema convive con quella ad uso eventi live; un esempio significativo di 40 - Sistemi Integrati | Numero 43
La scelta di Epson è stata determinata, tra le altre cose, dalla necessità di garantire un’alta fedeltà cromatica e un notevole livello di contrasto. La superficie proiettabile è utilizzabile sia ‘all’unisono’ per mostrare un’unica opera, sia creando aree separate per gestire installazioni ed eventi in cui è necessario visualizzare più contenuti. Risponde quindi alle esigenze di fluidità che hanno ispirato la concezione dell’Immersive Room. Nel QR Code: pagina sito Epson dedicata ai proiettori EB-L1755U progettazione integrata è la scelta di instal- UN LAVORO DI SQUADRA PER GESTIRE LE COMPLESSITÀ COM- lare degli array di diffusori acustici appesi di POSITIVE ARCHITETTONICHE E STRUTTURALI tipo motorizzato che, necessari agli eventi Uno degli aspetti che ha più caratterizzato questo progetto, è stata la live, rientrano all’interno del controsoffitto necessità di trovare soluzioni efficaci per gestire esigenze architettoniche nella configurazione cinema con un sistema e strutturali spesso divergenti: «Quando un allestimento architettonico meccanico a ribalta per restare ‘nascosti’ e per - con i suoi impianti elettrici, di climatizzazione, antincendio, ecc. - si non impattare sulla visibilità della proiezio- intreccia e si sovrappone così strettamente con un allestimento multi- ne cinematografica realizzata da fondo sala mediale, ogni aspetto dimensionale può fare la differenza», dice Anto- (il cinema ha infatti un videoproiettore a sé, nella Terrasi, Multimedia Architect, Durante, che spiega, per esempio, le che risponde alla specifiche DCI). difficoltà con cui ci si è dovuti confrontare con la sala immersiva: «Poiché siamo dovuti intervenire a posteriori rispetto al progetto architettonico che era già stato impostato, il caso della sala immersiva è stato davvero Una videoproiezione ‘in più’ per dar complesso: sono state necessarie numerose revisioni del layout di progetto vita alla scala abitata prima di trovare la corretta composizione di tutti gli elementi, audio-video Ricordiamo infine il videoproiettore Ep- e impiantistici, da inserire nel controsoffitto della sala. son presente sulla scala abitata, modello Esistono infatti tanti temi che vanno tenuti in considerazione: ingombri, EB-L1070U tecnologia 3LCD da 7000 ANSI vibrazioni, dissipazione termica, carichi sospesi, ecc. che devono trovare lumen e ottica ELPLX01W, ultra short zero una sintesi in modo coordinato. Senza dimenticare i vincoli architettonici: offset da 0.35:1, che contribuisce - assieme nella sala immersiva la presenza di tiranti strutturali opportunamente a tanti altri elementi - a dare vita alla scala, rivestiti, che si presentano come colonne, e dell’orditura delle travi hanno proiettando contenuti di carattere artisti- complicato la gestione dello spazio disponibile, comportando una pro- co o informativo, a seconda delle necessità. gettazione costruttiva assai particolareggiata». Anche in questo caso la resa colorimetrica ha E d’altra parte la storicità dell’edificio, che pure ha costituito un ele- avuto un ruolo centrale nella scelta del proiet- mento critico sul piano installativo, porta un forte valore a MEET: «La ‘pelle tore. Non ci resta che augurarvi buona visita storica’ di MEET - dice Maria Grazia Mattei, Fondatrice e Presidente, ME- allo spazio MEET, che grazie agli sforzi appena ET - che contrasta con la dimensione contemporanea della digitalità, raccontati è riuscito nella sfida, tutt’altro che accoglie, è un elemento che aggiunge interesse allo spazio, e che anzi scontata, di divenire un luogo all’altezza de- potrebbe diventare un tema interessante, se si volesse rendere MEET og- gli standard eccezionali proposti dagli spazi getto stesso di un progetto artistico». di simile concezione - anch’essi dedicati alla Una sfida installativa importante dunque, al cui successo ha molto cultura digitale - già presenti negli altri stati contribuito il lavoro di squadra di tutti gli attori coinvolti e la competen- europei. ■ za trasversale, in ambito multimediale ed architettonico, perseguita dal CEO Stefano Durante all’interno della sua Azienda e messa in campo insieme a quella dell’ing. De Leo.
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