Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
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                                                            Interesse Nazionale
                                                                Novembre 2017

                           Massimizzare il potenziale
                           energetico nazionale nello
                             scenario di transizione

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Indice

   Prefazione all’edizione 2017                                                                                                4
   1. Mondo                                                                                                                    5
         1.1 Il senso ampio della transizione                                                                                  5
         1.2 I driver della domanda energetica                                                                                 6
         1.3 Come alcuni Paesi avanzati hanno affrontato la transizione energetica                                             18
         1.4 Fonti tradizionali e fonti rinnovabili: sinergie tecnologiche                                                     27
   2. Italia                                                                                                                   30
         2.1 Ricchezza, energia ed emissioni: un confronto europeo                                                             30
         2.2 Energia in Italia                                                                                                 34
         2.3 L’industria Oil & Gas in Italia                                                                                   36
         2.4 Elettrificazione e il ruolo delle energie rinnovabili                                                             43
   3. Il dissenso                                                                                                              51
         3.1 Sospetto e dissenso                                                                                               52
         3.2 La trasversalità della protesta. No eolico, no biomasse, no triv e no tap                                         54
    Appendice – I dieci più comuni “falsi miti” sull’energia                                                                   57

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Aspen Institute Italia desidera ringraziare Vittorio Chiesa e Luigi De Paoli che hanno fornito dati utili
ed un costante supporto nella realizzazione della ricerca.
Si ringrazia inoltre Giulio Sapelli per i preziosi consigli.

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Prefazione all’edizione 2017
L’edizione 2016 della ricerca Aspen sul tema energia “Come massimizzare il patrimonio energetico
dell’Italia, indipendenza energetica nel rispetto dei territori: un interesse strategico nazionale” intendeva
descrivere per tratti generali il contesto mondiale dell’energia, con particolare riferimento al tema
del dilemma energetico globale, ovvero la necessità di soddisfare una domanda energetica
crescente limitando al contempo le emissioni. Lo studio si soffermava sul contesto europeo,
evidenziando criticità, istanze e sfide energetiche dell’Unione e dei Paesi avanzati in generale per
poi descrivere il sistema energetico italiano. L’analisi, condotta sulla base dei trend storici di
produzione e consumo energetico, terminava indicando alcune possibili direttrici di sviluppo
futuro.
Particolare attenzione era riservata all’industria Oil & Gas (il consumo di idrocarburi rappresenta
il 70% dei consumi energetici nazionali), attraverso l’analisi delle peculiarità, delle sfide, dei
benefici, e delle prospettive del settore. L’ultimo capitolo era dedicato al fenomeno del dissenso
(l’industria energetica nel suo insieme è tradizionalmente bersaglio di protesta), tentando di
comprenderne le radici, le motivazioni, le dinamiche e di fornirne una chiave di lettura chiara e
obiettiva.
Il presente lavoro si pone in continuità con il precedente. Molti dei temi trattati sono stati
aggiornati, sia in termini numerici che qualitativi. Come nell’edizione scorsa, si tracceranno
brevemente i contorni del contesto mondiale, per poi concentrare lo studio sulla situazione
nazionale.
Particolare rilevanza è stata riservata all’analisi dei possibili sviluppi futuri del settore energia in
Italia. In tale contesto, verranno proposti alcuni esempi di come altre economie avanzate hanno
affrontato (o intendono affrontare) la fase di transizione energetica. È stato soprattutto rafforzato il
concetto di analisi del sistema energetico italiano come insieme di fonti che non solo possono
convivere ma devono (e possono) trarre sinergie le une dalle altre, sviluppando proposte e idee in
merito e sottolineando soprattutto il ruolo che la produzione domestica di energia può giocare per
la crescita del Paese.

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
1. Mondo

1.1 Il senso ampio della transizione
Ogni settore economico-commerciale è oggi investito da cambiamenti così profondi da
ridisegnarne le regole, le consuetudini e le dinamiche con le quali abbiamo familiarizzato per
decenni.
Si pensi a titolo di esempio al mondo del retail e della grande distribuzione e alla trasformazione
che sta vivendo a causa dell’entrata in scena di colossi come Amazon e Ali-Baba, grazie ai quali è
ora possibile finalizzare acquisti anche importanti direttamente da casa (spesa alimentare inclusa).
Oppure si pensi all’industria dell’accoglienza turistica, che ha visto imporsi in pochi anni operatori
del tutto inattesi come Airbnb, una start-up che ha visto triplicare il suo valore societario in tre
anni (da 10 a 31 miliardi di dollari), dal 2014 al 2017, rivoluzionando le regole del mercato turistico
tradizionale senza possedere neppure un albergo. Analogamente, il settore del trasporto pubblico
e dei taxi ha visto nascere operatori che hanno reinventato il concetto stesso di mobilità, come
Uber, i cui ricavi netti nel 2016 erano saliti ad oltre 2 miliardi di dollari mentre erano pari a 660
milioni di dollari solo l’anno precedente. E ancora, si consideri il business dell’home entertainment,
con l’avvento di Netflix, che ha visto quintuplicarsi gli users in cinque anni di attività (sono oggi
circa 100 milioni coloro che hanno sottoscritto l’abbonamento a Netflix), per non parlare di come la
diffusione della rete e dei social media ha ridisegnato non solo le regole del gioco, ma il concetto
stesso di informazione e di media.
È naturale che cambiamenti di questa portata comportino una serie di conseguenze ed effetti
collaterali che spaziano dalla riallocazione dei capitali e del lavoro (nonché la nascita di nuove
professioni e l’estinzione di altre) ad una serie di impatti a livello regolatorio che hanno spesso
spiazzato o quantomeno colto di sorpresa il legislatore. L’effetto ultimo e più rilevante di questo
fenomeno sta proprio nel cambio delle abitudini di consumo del cittadino e delle sue aspettative e
negli effetti sociali che il cambiamento stesso comporta.
Cambiamento che sta investendo – come era normale che fosse – anche il più strategico dei settori,
quello dell’energia, e che ha portato il tema della transizione energetica in cima alle agende di
governi e istituzioni, non di rado risvegliando l’interesse del privato cittadino. Il trend di ricerca su
Google del termine “energy transition” negli ultimi sette anni è inequivocabile:

Fig. 1.1 – Trend di ricerca su Google di “energy transition” 1

1   Fonte: Google Trends

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
E se non sorprende che la maggior parte delle
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ricerche sul tema della transizione energetica                                      termine “energy transition”
proviene dal Nord America e da qualche
Paese europeo, occorre notare – se ci
affidiamo a questo indicatore che, pur
restando in superficie, è efficace nella sua
semplicità (si noti che la ricerca avviene in
lingua inglese) – che i cittadini di Paesi
energivori come l’India sono sempre più
consapevoli delle sfide in campo energetico
che il futuro porterà con sé.
La transizione energetica va dunque
inquadrata in un contesto globale
estremamente dinamico, dove i cambiamenti sono talvolta repentini e inaspettati, talvolta frutto di
periodi di incubazione della durata di decenni.
È in questo senso ampio che va osservata e analizzata (e quindi compresa) la cosiddetta fase di
transizione energetica, e tutte le conseguenze che decision makers e comuni cittadini devono essere
pronti ad affrontare. Ma cosa significa “transizione energetica”? Se è vero che una fase di
transizione per definizione è temporanea, qual è il suo orizzonte temporale? E qual è il punto di
arrivo?
L’unica cosa certa è il punto di partenza, ovvero l’energy mix attuale, unitamente ai trend storici
delle forze che lo influenzano e determinano, e che – è risaputo – pur non essendo
necessariamente garanzia di continuità per il futuro, forniscono certamente più di uno spunto per
avanzare ipotesi sulle dinamiche prevalenti nel prevedibile futuro. Per il resto, questo lavoro
cercherà di lanciare uno sguardo proprio sul domani, partendo dal principio che il futuro stesso è
già arrivato in alcune aree del pianeta: in altre parole, si tenterà di analizzare come alcuni Paesi
avanzati hanno affrontato o stanno affrontando la fase di transizione energetica, traendone spunti
di riflessione sui principi che guidano le strategie che essi hanno adottato. Oltre a ciò si
osserveranno più da vicino alcuni esempi di tecnologie e i processi che alcuni grandi gruppi
aziendali stanno mettendo in campo per guidare la transizione energetica. Non prima però di aver
dato uno sguardo a quanto è avvenuto, sta avvenendo e avverrà a livello mondiale in tema di
crescita, domanda e produzione energetica ed emissioni.

1.2 I driver della domanda energetica
Il primo fenomeno da analizzare riguarda la performance della domanda energetica mondiale.
Essa, come è noto, è spinta principalmente da due fattori: la crescita demografica (più siamo, più
consumiamo) e la crescita di ricchezza (maggiore il reddito disponibile, maggiore la propensione
alla spesa, maggiore la necessità di supportare con ulteriori consumi energetici standard di vita
crescenti).
Come si sono comportate queste due grandezze negli ultimi 50 anni?

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Fig. 1.2 - Crescita demografica mondiale, trend storici 2

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                                                                                         avvenuta            in       maniera
                                                                                         sorprendentemente lineare. In poco
                                                                                         più di vent’anni, dal 1995 ai giorni
                                                                                         nostri, essa è cresciuta del 50%,
                                                                                         passando dai 5 miliardi di persone ai
                                                                                         quasi 7,5 miliardi di oggi.

Fig. 1.3 - Crescita del PIL mondiale, trend storici 3

                                                                                            Meno lineare ma addirittura più
                                                                                            marcata la crescita del PIL mondiale.
                                                                                            Se la popolazione è cresciuta di due
                                                                                            volte nel periodo considerato (dal
                                                                                            1960 ad oggi), la ricchezza è
                                                                                            aumentata di ben sette volte nello
                                                                                            stesso    periodo.      La   crescita
                                                                                            economica, al contrario di quella
                                                                                            demografica, ha avuto periodi di
                                                                                            recessione, ma nel complesso rimane
                                                                                            un acceleratore fondamentale per
                                                                                            quanto riguarda la crescita della
domanda di energia.
Non a caso la domanda energetica mondiale replica i trend di crescita sopra descritti, specialmente
quello della crescita economica.

2   Fonte: World Bank, World Development Indicators, https://data.worldbank.org/
3   Fonte: World Bank, World Development Indicators, https://data.worldbank.org/

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Fig 1.4 - Crescita della domanda energetica 4

Uno sguardo più ampio che abbracci sia trend storici che outlook futuri ci restituisce una
inequivocabile fotografia di crescita. Entro il 2030, secondo una stima delle Nazioni Unite, il
pianeta potrebbe contare oltre 8,5 miliardi di abitanti. Sempre le Nazioni Unite (United Nations
Department of Economic and Social Affairs, 2017) stimano che alla fine del secolo la popolazione
mondiale possa superare abbondantemente gli undici miliardi di individui:

Fig. 1.5 - Previsione dello sviluppo demografico globale dal 2015 al 2100 (in miliardi) 5
                                    12                                                                   11,05      11,18
                                                                                    10,57     10,84
                                                                            10,22
                                                              9,5    9,77
                                    10
     World population in billions

                                                       8,55
                                                7,79
                                    8    7,38

                                    6

                                    4

                                    2

                                    0
                                         2015   2020   2030   2040   2050   2060    2070       2080       2090       2100

4   Fonte: World Bank, World Development Indicators, https://data.worldbank.org/
5   Fonte: Statista 2017, United Nations Department of Economic and Social Affairs; 2017

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Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Dinamiche simili sono attese per quanto riguarda la crescita economica. Ecco schematizzate le
stime di incremento del PIL mondiale nei prossimi anni da parte del Fondo Monetario
Internazionale:

                                                                                                        Fig. 1.6 – Crescita della ricchezza
                      4,0                                                                               globale 6
                                                                 È quindi verosimile che la
      3,0                                                        domanda energetica globale
                                                                 asseconderà le due formidabili
    crescita PIL, %

      2,0                                                        spinte sopra descritte, più che
                                                                 compensando le forze che
      1,0                                                        guidano la domanda stessa
                                                                 verso il basso (ad esempio
      0,0                                                        l’efficientamento energetico, che
             2015    2016*    2017*  2018*   2019*   2020*       pure      giocherà   un     ruolo
                                                                 importante nella mitigazione
della crescita del consumo di energia). Queste le previsioni dell’Agenzia Internazionale
dell’Energia (IEA) secondo il World Energy Outlook 2016 (in base al New Policies Scenario7):

Fig. 1.7 – Crescita della domanda energetica globale, milioni di TEP 8
    20 000
    18 000
    16 000
    14 000
    12 000
    10 000
          8 000
          6 000
          4 000
          2 000
                       -
                            1990   2014     2020       2025      2030       2035       2040

Si tratta di una crescita di oltre il 30% in 20 anni – dal 2020 al 2040, confermando un trend lineare
di incremento, in linea con i trend storici del secolo scorso.
I trend globali sembrano dunque suggerire nel medio – ma anche nel lungo periodo – un aumento
costante della domanda energetica. L’incremento demografico mondiale, in particolare, rende il
tema della fornitura di energia in tutte le aree del pianeta un argomento centrale. Nel mondo si
contano un miliardo e duecento milioni di persone che non hanno accesso all’energia elettrica,
mentre un ulteriore miliardo di individui non ha accesso a reti stabili e sicure. Significa che oggi tre
persone su 10 nel mondo non hanno accesso a standard minimi di accesso all’energia, con tutte le
conseguenze immaginabili sulla possibilità di sviluppo economico e sociale, ostacolate appunto
dalla mancanza di energia stabile e sicura.

6 Fonte: Statista 2017, International Monetary Fund
7 Cfr nota 16 sugli Scenari del World Energy Outlook
8 Fonte: Based on IEA data from World Energy Outlook 2016 © OECD/IEA, www.iea.org/statistics, Licence:

www.iea.org/t&c

          © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   9
Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione
Per quasi tre miliardi di esseri umani la fonte energetica principale per riscaldarsi e cucinare è stata
composta da legna da ardere, carbone o carbonella e rifiuti animali, contribuendo in questo modo
alla deforestazione, all’inquinamento e, in ultima analisi, al surriscaldamento globale; dato ancor
più rilevante, ogni anno si contano almeno quattro milioni di decessi dovuti all’esposizione alle
fiamme libere. É anche per questi motivi che diventa indispensabile rispondere in maniera
appropriata alla crescente domanda di energia 9. È tuttavia necessario approfondire l’analisi di un
livello, definendo ulteriormente due importanti dimensioni: quella geografica e quella della
composizione delle fonti energetiche.
La dimensione geografica
L’analisi geografica della crescita demografica recente rivela con chiarezza quali saranno le aree
del pianeta dove si concentrerà più fortemente l’incremento demografico, ovvero Africa e Middle
East.

Fig 1.8 - Mappa della crescita demografica                            Fig 1.8b - Trend di crescita demografica mondiale
mondiale 10                                                           per regione 11

                                                                                                             Natural rate of growth
                                                                                             0,0%     0,5%    1,0%    1,5%   2,0%     2,5%   3,0%

                                                                                       Africa                                            2,5%

                                                                        Latin America and the
                                                                                                                      1,2%
                                                                              Caribbean

                                                                                  Worldwide                           1,2%

                                                                                      Oceania                        1,1%

                                                                                         Asia                        1,1%

                                                                            Northern America            0,4%

                                                                                      Europe     0%

La mappa della crescita economica ci rivela un forte trend positivo specialmente in Asia.

9 L’obiettivo n. 7 dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (SDGs) sottolinea l’esigenza di garantire

accesso ai moderni sistemi elettrici per tutti - testualmente: “(...) ensure access to affordable, reliable, sustainable and
modern energy for all”
10 Fonte: World Bank, World Development Indicators, https://data.worldbank.org/

11 Fonte: World Bank, World Development Indicators, https://data.worldbank.org/

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Fig. 1.9 - Mappa della crescita economica
mondiale 12

                                                                                                           L’Asia – India e Cina nello specifico –
                                                                                                           mostrano una fotografia di crescita più
                                                                                                           marcata rispetto alle altre regioni del mondo.
                                                                                                           Nell’immediato futuro l’OECD conferma le
                                                                                                           previsioni di crescita in queste aree del
                                                                                                           pianeta.

Fig. 1.10 - Previsioni sulla crescita economica in Paesi selezionati nel 2016 and 2018 (delta sull’anno
precedente) 13

                                                                                                  2016*       2018*

                                                 10,0%
      Crescita economica per Paesi selezionati

                                                                                                                                                                       7,7%
                                                 8,0%                                                                                                           7,4%
                                                                     6,7%
                                                                            6,1%
                                                 6,0%

                                                 4,0%
                                                                3%
                                                                                                                          2%
                                                         1,5%                                  1,7% 1,7%           1,6%
                                                 2,0%                                                       1,2%                            1,2%
                                                                                   0,8% 0,8%                                   1%                          1%

                                                 0,0%

                                                                                                                                                   -0,8%
                                                 -2,0%

                                                 -4,0%                                                                              -3,4%
                                                         United       China         Japan      Germany       France        United    Brazil         Russia       India
                                                         States                                                           Kingdom

12   Fonte: World Bank, World Development Indicators, https://data.worldbank.org/
13   Fonte: Statista 2017,

      © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione                                          11
Non sorprende dunque che le previsioni sui consumi energetici totali delle varie regioni del
mondo ricalchino le aspettative di crescita demografica ed economica:

Fig. 1.11 – Consumi energetici mondiali dal 2011 al 2040, per regione (in quadrillion British thermal
units)* 14

                                              OECD Americas      OECD Europe            OECD Asia            Non OECD Europe and Eurasia

                                              Non OECD Asia      Non-OECD Middle East   Non-OECD Africa      Non-OECD Americas

                                              900

                                              800
      Energy consumption in quadrillion Btu

                                              700

                                              600

                                              500

                                              400

                                              300

                                              200

                                              100

                                                0
                                                       2011   2012             2020     2025          2030     2035              2040

Le disparità, le differenti velocità di sviluppo e i diversi punti di partenza tra le varie regioni del
mondo lasciano intuire che la transizione energetica stessa assumerà diverse forme, accelerazioni e
costi a seconda dell’area geografica in questione. Il tema energetico e lo stesso dilemma (più
energia, meno emissioni) si possono tradurre e probabilmente elevare ad un livello superiore di
analisi come il trade-off tra il raggiungimento di un futuro low carbon in modo da gestire al meglio
il rischio del surriscaldamento globale da un lato e l’estensione di benefici sociali ed economici a
tutta l’umanità, in qualsiasi parte del pianeta. È in questo senso che il tema energia assume una
rilevanza realmente planetaria.

Il ruolo delle città nel mondo
La tendenza della popolazione a concentrarsi nelle grandi città rende le stesse un elemento
fondamentale per quanto riguarda lo sviluppo economico (e non solo) del pianeta. Questo
fenomeno porta con sé numerose conseguenze e altrettanti quesiti in campo demografico,
sociologico, organizzativo e, non da ultimo, energetico: si pensi infatti al tema della mobilità che
sarà largamente affrontato nel prosieguo del lavoro. La concentrazione della ricchezza nelle città (e
di rimando la crescente importanza delle stesse), e più precisamente il rilevante contributo a livello
di PIL generato nei centri urbani, è ben illustrato dal seguente grafico, che tenta di simulare la
situazione al 2030:

14   Fonte: Statista 2017, based on EIA 2015

     © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione     12
Fig. 1.12 – Le città dove sarà maggiormente concentrata la creazione di ricchezza 15

                                                               Si noti che nel 2030, le 750 più
                                                               grandi      città   del      mondo
                                                               contribuiranno al 61% del PIL
                                                               globale.      Secondo      l’Oxford
                                                               Economics Global 2030 Study,
                                                               ben 9 delle prime 15 città più
                                                               ricche al mondo saranno cinesi.
                                                               Non è un caso dunque che il più
                                                               forte incremento di consumi
                                                               energetici si concentrerà in queste
                                                               aree del pianeta. Per i 20 anni a
                                                               venire, dal 2020 al 2040, la IEA
                                                               prevede una crescita attorno al
45% dei consumi energetici asiatici, laddove, appunto, convergono crescita demografica, ricchezza
e concentrazione nelle grandi città.

Quale energia
La seconda dimensione da osservare con granularità riguarda la tipologia e l’evoluzione delle fonti
energetiche primarie destinate a soddisfare l’energy mix mondiale.
Come già evidenziato, la quantità di energia necessaria per sostenere i consumi di una popolazione
crescente con più alti standard di vita – salvo breakthrough tecnologici oggi difficilmente
ipotizzabili – è stimata al rialzo e la sua composizione (l’energy mix appunto) dovrà cambiare e
adattarsi alle necessità future. Questa la fotografia secondo l’IEA al 2020 e al 2040 16:

Fig. 1.13 e fig. 1.14 – Domanda energetica per fonte, 2020 e 2040 17

             Domanda energetica per fonte, 2020                                           Domanda energetica per fonte, 2040

      Coal
                                                                                                              6%
      Oil                              2%                                                               10%               23%
                                11%
      Gas                     3%                27%
                             5%                                                                    3%
      Nuclear                          14,5                                                       7%
                                                                                                                 17,9
      Hydro                           blntep                                                                    blntep
                             21%
      Bioenergy
                                             31%                                                                            27%
                                                                                                       24%
      Other renewables

   Fonte: Statista 2017 based on Oxford Economics
15

16 Secondo il New Policies Scenario. Lo scenario “Current Policies Scenario” prevede un aumento del 43% della domanda
energetica globale, al 51% basata su idrocarburi, mentre il “450 Scenario” prevede un aumento molto più modesto della
domanda energetica (al 10%) e un ruolo minore, seppur importante degli idrocarburi (al 44%), con le rinnovabili non-
idro che balzano all’11% dell’energy mix.
17 Fonte: Based on IEA data from World Energy Outlook 2016 © OECD/IEA, www.iea.org/statistics, Licence:

www.iea.org/t&c

     © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   13
Gas e rinnovabili (principalmente eolico e fotovoltaico) sembrano essere, secondo lo scenario
prospettato, i vincitori della sfida energetica futura, dal momento che sono previste in aumento le
rispettive shares; petrolio e carbone vedono invece eroso il loro peso. Occorre sottolineare però che
la composizione dell’energy mix subirà verosimilmente un’evoluzione piuttosto che una
rivoluzione, con gli idrocarburi che forniranno ancora oltre il 50% dell’energia necessaria al
pianeta. Soprattutto, occorre evidenziare che l’aumento della domanda energetica porterà ad un
aumento in valore assoluto di tutte le forme di energia.

Less emissions
Di pari passo con la crescita economica e dei consumi, si è storicamente registrato un aumento
delle emissioni in atmosfera. Con il termine ‘emissioni’ si indicano comunemente sia il rilascio in
atmosfera di gas nocivi, sia soprattutto l’emissione di gas serra (tipicamente CO2) che, a giudizio
quasi unanime della comunità scientifica, determinerebbero un aumento delle temperature globali
con effetti potenzialmente dannosi per il clima, per l’ambiente e per l’uomo. Di è seguito è
riportata la curva delle emissioni di CO2 dall’epoca pre-industriale ad oggi.

Fig. 1.15 – Emissioni globali di CO2 dall’era pre-industriale ad oggi (in milioni di metric tons) 18
La consapevolezza che l’uomo stesso è causa e potenziale vittima di questo processo di
                                                                               surriscaldamento globale
         40000                                                                 ha contribuito a costruire
      Emissions in million metric

         35000
                                                                               un consenso sempre più
         30000
                                                                               vasto sulle misure da
         25000
                                                                               adottare per contenere il
                 tons

         20000
         15000                                                                 processo     stesso, misure
         10000                                                                 culminate             nella
          5000                                                                 Conferenza delle Parti di
             0                                                                 Parigi del 2015 (seguita da
                                                                               quella di Marrakech 2016 e
                                                                               Bonn 2017), largamente
descritte nella prima edizione della ricerca (2016).
Il 43% delle emissioni di greenhouse gas si concentrano in Cina e Stati Uniti. La recente decisione da
parte degli USA di non ratificare gli accordi di Parigi rappresenta, da un lato, la perdita di
rappresentanza di una fetta importante della torta mondiale delle emissioni, e dall’altro il
ridimensionamento di una leadership mondiale importante nel viaggio che dovrebbe portare al
contenimento del fenomeno del global warming.

18   Fonte: Statista 2017 based on CDIAC (Carbon Dioxide Informatin Analysis Centre)

      © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   14
Fig. 1.16 – Peso percentuale dei primi 10 Paesi in                             Fig. 1.17 – Lo stato delle ratifiche degli accordi di
termini di emissioni di GHG 19                                                 Parigi al giugno 2017 20

Il trend emissivo per regione ricalca lo sviluppo economico delle stesse.

Fig. 1.18 – Emissioni globali di CO2 dal 2005 al 2016, per regione (in million metric tons dioxide) 21

          Africa                                                       18000
                               Emissionioni s in million metric tons

                                                                       16000
          South and
                                                                       14000
          Central America
                                                                       12000
          Middle East
                                                                       10000

          Europe and                                                    8000
          Eurasia                                                       6000              È    importante
        North America    4000                                                             notare che il
                         2000                                                             processo    che
        Asia Pacific
                            0
                                                                                          porterà      al
                              2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016    contenimento
                                                                                          delle emissioni
non è solo nelle mani dei governi e delle istituzioni, ma coinvolge anche il mondo industriale e
produttivo e soprattutto le scelte dei cittadini e dei consumatori finali. È indubbio infatti che la
transizione energetica è solo una parte (per quanto fondamentale vista l’importanza e la centralità
della materia) dell’ampia trasformazione che l’intero equilibrio economico e sociale mondiale sta
vivendo, e che necessariamente investirà non solo le istituzioni, ma tutti gli attori della società
civile.

Crescita economica ed emissioni: un matrimonio indissolubile?
L’impatto delle emissioni di greenhouse gas sul riscaldamento globale è comunemente percepito
come una delle principali minacce per il futuro tanto dalle istituzioni quanto dall’opinione
pubblica. Non a torto, se si considera che tali emissioni sono aumentate del 40% dal 2000 ad oggi.

19 Fonte: Statista 2017 based on Germanwatch
20 Fonte: Statista 2017 based on UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change)
21 Fonte: Statista 2017 based on BP

     © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   15
Tuttavia, è doveroso considerare due aspetti di notevole importanza che emergono dall’analisi del
passato recente:
   1. La crescita delle emissioni non è costante. Al contrario, nell’ultimo triennio le emissioni si
      sono attestate sui 33,4 miliardi di tonnellate a livello mondiale, con una crescita prossima
      allo zero. Per rendere l’idea, nel triennio precedente l’aumento era stato del 2,5%, in quello
      ancora prima del 2,4% e nel triennio 2005 – 2007 addirittura del 6,8%. In altri termini, negli
      ultimi 15 anni si è registrata una crescita di circa il 2% su base annua, laddove negli ultimi
      tre si è avuta una crescita prossima allo zero.
   2. Il rallentamento delle emissioni è andato di pari passo con una crescita dell’economia,
      mostrando i sintomi di un inedito trend di disaccoppiamento. Abbiamo osservato infatti
      come, storicamente, la crescita economica globale si sia riflessa in quella emissiva. Non è
      stato così negli ultimi tre anni: mentre le emissioni si attestavano ad una crescita pari allo
      zero, il PIL mondiale cresceva del 3% circa su base annua. È troppo presto per sostenere che
      si tratti di un trend ormai radicato, ma certamente si intravede una smentita alle teorie della
      decrescita, secondo le quali l’unico modo per contenere le emissioni è regredire in senso
      economico e produttivo.

In ordine sparso, i principali indiziati (in positivo) di questo fenomeno sono certamente
       - L’incremento dell’utilizzo del gas naturale, principalmente a discapito della fonte
           emissiva per eccellenza, il carbone.
       - La maggiore efficienza energetica dei combustibili tradizionali. Si pensi a titolo di
           esempio alla maggior efficienza – anche in termini di emissioni – di un’auto moderna
           (Euro 6) verso una di generazione più vecchia (di anni, non decenni). Lo stesso
           principio vale per gli edifici di nuova costruzione, e così via.
       - La maggiore share delle energie rinnovabili sull’energy mix mondiale.

Moltissimo resta da fare naturalmente: basti considerare che la concentrazione di CO2 in atmosfera
sta proseguendo il suo trend accelerativo, e la diminuzione percentuale delle emissioni è solo un
segnale, per quanto incoraggiante, di un possibile miglioramento della situazione.
Il grafico qui di seguito mostra come il delta tra la crescita economica mondiale e quello delle
emissioni vada allargandosi, con il “caso” dell’anno 2015 quando, seppure marginalmente, le due
grandezze hanno preso direzioni diverse:

  © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   16
Fig. 1.19 – Disaccoppiamento tra crescita economica ed emissioni di CO2 22

                   6,0

                   5,0

                   4,0

                   3,0
     crescita, %

                   2,0

                   1,0

                   0,0
                          2010            2011             2012            2013             2014             2015            2016*
                   -1,0

                                                           GDP growth, %          GHG growth, %

Questi dunque i punti cardine per descrivere in generale il contesto globale in termini di trend
storici e outlook futuri sul consumo di energia e relative emissioni di greenhouse gas. Vediamo ora
alcuni casi concreti di applicazione di strategie energetiche adottate da altri Paesi avanzati, facendo
uno zoom su situazioni specifiche e cercando di estrarne (e commentarne) i principi generali.

22   Fonte: Statista 2017 on BP

         © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   17
1.3 Come alcuni Paesi avanzati affrontano la transizione energetica

                                                                               Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito.
                                                                                                            (William Gibson, scrittore)

La Norvegia: produttore tradizionale, consumatore alternativo
La Norvegia è un forte consumatore di energia rinnovabile: la quota di rinnovabili sul mix
energetico totale ammonta ad oltre il 43%, contro un 13% della media europea. Questi gli energy
mix di Norvegia e EU a confronto 23:

Fig. 1.20 e fig. 1.21 – Energy mix Norvegia e EU 24

                   Norvegia, energy mix 2015                                                Europa (28), energy mix 2015
                                                                                                                   1%
                              1%        3%

                                                                                                      13%                 16%

                                                                                            14%
                  43%                                 36%

                                                                                                                                34%
                                                                                                    22%
                                        17%
                        0%
          Solid fuels                    Total petroleum products                    Solid fuels                   Total petroleum products

          Gas                            Nuclear heat                                Gas                           Nuclear heat

          Renewable energies             Waste (non-renewable)                       Renewable energies            Waste (non-renewable)

A confronto con le medie europee, il Paese mostra consumi sensibilmente più alti in termini di
energie rinnovabili, mentre sono simili le percentuali di Oil & Gas rispetto al resto del continente.
Tra le fonti rinnovabili, l’idroelettrico risulta di gran lunga il primo contributore all’energy mix del
Paese.

23Al fine del calcolo dei mix energetici di Norvegia e UE28 sono stati considerati i dati di Eurostat del Consumo Interno
Lordo (al netto dell’import/export di energia elettrica), espressi in Tep e suddivisi per fonte. Sono state quindi calcolate le
percentuali per ciascuna fonte. I dati Eurostat si differenziano da quelli di altre fonti (ad esempio dalle statistiche
energetiche di British Petroleum) principalmente per la conversione da GWh in Tep delle fonti primarie “Renewable
energies” e “Nuclear heat”. Mentre Eurostat utilizza i fattori di conversione della Tabella 1, BP utilizza un unico fattore
di conversione di 226,3 toe/GWh, pari ad un’efficienza di conversione del 38%.

Tabella 1-Eurostat: fattori di conversione 2015 e relativa efficienza di conversione
                        Idroelettrica         Geotermica     Biomasse       Biogas     Bioliquidi     Rifiuti    Eolica     FV        Nucleare
 Fattore conversione
                               86                  860           424          222          192            361      86           86       258
      (toe/GWh)
      Efficienza
                              100%                10%            20%          39%          45%            24%     100%      100%         33%
     conversione

24   Fonte: rielaborazioni EUROSTAT

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Ma quella dei consumi è solo una faccia della medaglia. L’altro lato riguarda la produzione di
energia. È noto infatti come la Norvegia sia un forte produttore di idrocarburi: con i suoi 3 milioni
e 880 mila barili equivalenti al giorno si posiziona al primo posto in Europa e al decimo al mondo.
Il mix produttivo presenta infatti questa situazione:
Fig. 1.22 – Mix produttivo della Norvegia 25

                                                                              Le fotografie di produzione e consumi
                                                                              energetici differiscono notevolmente, con gli
                                                                              idrocarburi che ammontano al 93% del totale
                                       7%
                                                                              produzione. La contraddizione è però solo
                                                                              apparente.
                                                  39%
                                                                              La forte produzione di risorse energetiche ha
                                                                              permesso al Paese di diventare rapidamente
                               49%                                            esportatore netto di energia, ed anche con
                                                                              margini molto ampi se si considera che la
                                                                              Norvegia produce 207 milioni di tonnellate
                                                   5%
                                                                              equivalenti di petrolio e ne consuma solo 30. La
                                Crude oil (without NGL)
                                Natural gas liquids (NGL)                     posizione di esportatore di energia della
                                Natural gas                                   Norvegià è in netta controtendenza con il trend
                                                                              europeo, che vede la dipendenza energetica
costantemente oltre il 50%.
È proprio questo surplus che ha contribuito a costruire un energy mix come quello illustrato sopra:
in altre parole, il Paese sta guidando la transizione energetica anche grazie alla decisione di
sfruttare al massimo le risorse naturali disponibili, monetizzando le stesse e utilizzando gli ingenti
proventi per sostenere le decisioni strategiche in tema energetico.
Quello del trasporto privato è un esempio chiarificatore. Il 15% delle auto vendute in Norvegia nel
2016 è elettrico (più un 24% ibrido). Il numero di auto elettriche e/o ibride nel Paese è cresciuto
esponenzialmente negli ultimi anni, passando dalle 3mila unità del 2010 alle 135mila del 2016.

                         Fig. 1.23 – Numero di auto elettriche e ibride in Norvegia, 2010 - 2016 26

                                                                                                            La crescita esponenziale
                                         Electronic cars    Hybrid cars
                                                                                                            delle vetture elettriche è
                      160000                                                                                fortemente sostenuta da
                      140000                                                                                un      solido       sistema
                                                                                            34.383          incentivante, che abbatte
                      120000
                                                                                                            sia i costi di gestione (dai
     Number of cars

                      100000                                                                                costosi              pedaggi
                                                                                            101.126
                      80000                                                                                 autostradali               al
                                                                                 12.136
                      60000                                                      73.312                     rifornimento) che quelli
                                                                    [VALUE]                                 legati          all’acquisto,
                      40000
                                                                     42.356                                 attraverso sgravi fiscali
                                                            691
                      20000
                                        5.381     340
                               3.347                       19.678
               0                                 9.565
25 Fonte: rielaborazioni EUROSTAT
                     2010     2011
26 Fonte: Statista 2017 based on EVRY
                                      2012                 2013       2014        2015       2016

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che in alcuni casi riducono il prezzo finale a quasi la metà rispetto a quello di listino. Una
coscienza ecologica ben radicata e un solido assetto delle finanze pubbliche massicciamente
sostenute dall’industria estrattiva hanno permesso di raggiungere traguardi importanti in termini
di mobilità elettrica in pochissimi anni.
Ecco dunque il paradigma che permette al Paese di guidare la transizione energetica: la
produzione di idrocarburi, opportunamente sostenuta e monetizzata, facilita il percorso verso la
decarbonizzazione. In altre parole, i combustibili tradizionali sono stati posti come motore della
transizione stessa.
Considerate le peculiarità del Paese in questione (enormi risorse naturali, parco auto molto esiguo
- sono circa 2 milioni e mezzo le vetture che circolano in Norvegia), è lecito chiedersi se il “modello
Norvegia” sia replicabile altrove.
Proprio le specificità del Paese rendono difficile questo esercizio; tuttavia, il superamento del
concetto di alternanza tra fonti energetiche e la costruzione graduale di un nuovo mix energetico
alimentato dalle ricchezze naturali, nel quale si ottimizza il presente (combustibili fossili) per
trasformarlo in carburante per il futuro, sembra essere vincente.

Gli Stati Uniti e la crescita totale
Gli Stati Uniti, è risaputo, sono la più grande potenza economica mondiale, con un PIL pro-capite
di 57.400 dollari e un PIL totale di 18560 miliardi di dollari nel 2016. La ricchezza è inoltre cresciuta
considerevolmente nel tempo: guardando alla storia recente il PIL pro-capite è passato dai 48.300
dollari del 2010 ai 57.400 del 2016, con previsioni di crescita fino ai 66 mila dollari nel 2020:

Fig. 1.24 – PIL pro-capite negli Stati Uniti a prezzi correnti, 2010 - 2020 (in U.S. dollars) 27

                                       70000                                                                                             66.194
                                                                                                                                64.213
                                                                                                                       62.002
                                                                                                              59.609
                                       60000                                                         57.436
                                                                                            56.175
                                                                                   54.560
                                                                          52.742
                                                                 51.403
                                                        49.734
                                       50000   48.310
      GDP per capita in U.S. dollars

                                       40000

                                       30000

                                       20000

                                       10000

                                           0
                                               2010     2011     2012     2013     2014     2015     2016     2017*    2018*    2019*    2020*

Gli Stati Uniti sono anche il secondo Paese al mondo (dopo la Cina) in termini di consumi
energetici, con 2.273 milioni di TEP di energia consumata nel 2016.

27   Fonte: Statista 2017, based on IMF (International Monetary Fund)

      © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione              20
Fig. 1.25 – Crescita economica ed energetica negli Stati Uniti 28

Si       noti      che,                                        61.000                                                              2.320
coerentemente con le                                                                                                               2.300
                                                               51.000
dinamiche      descritte                                                                                                           2.280

                                                                                                                                                Domanda energetica, MTEP
                                         PIL pro capite, USD
nel capitolo 1, mentre                                         41.000
                                                                                                                                   2.260
il PIL pro-capite è
                                                               31.000                                                              2.240
cresciuto del 19% negli
                                                                                                                                   2.220
ultimi sette anni, la                                          21.000
domanda energetica è                                                                                                               2.200
                                                               11.000
rimasta                                                                                                                            2.180
sostanzialmente                                                 1.000                                                              2.160
stabile.                                                                2010   2011    2012    2013     2014   2015      2016

                                                                   Million tonnes oil equivalent (US)             Per capita GDP

Tutto chiaro per quanto riguarda la produzione di ricchezza e il consumo di energia. Cosa è
successo invece alle altre grandezze prese in esame nei paragrafi precedenti, ovvero la produzione
di energia e l’impatto sull’ambiente?
Partiamo dal primo punto. Gli Stati Uniti oggi producono oltre 1.200 milioni di TEP di idrocarburi
anno, di cui circa il 56% in gas, pari a circa 17 milioni di barili equivalenti al giorno, contendendosi
il primato mondiale di produzione di idrocarburi con Arabia Saudita e Russia. Dal punto di vista
tecnologico ciò – è noto – è stato possibile grazie alla rivoluzione dello shale oil e shale gas.

28   Fonte: Statista 2017

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Come si può notare dal grafico, il salto produttivo si è avuto dal 2011 circa, quando la produzione
è aumentata al ritmo del 6-8% (con un picco del +11% nel 2014).

Fig. 1.26 – Crescita della produzione di Oil & Gas negli Stati Uniti, milioni di tonnellate 29
     1.400

     1.200

     1.000

      800

      600

      400

      200

         0
               2000
                      2001
                             2002
                                    2003
                                           2004
                                                  2005
                                                         2006
                                                                2007
                                                                       2008
                                                                              2009
                                                                                     2010
                                                                                            2011
                                                                                                   2012
                                                                                                          2013
                                                                                                                 2014
                                                                                                                         2015
                                                                                                                                 2016
                Oil production Million tonnes                           Gas Million tonnes oil equivalent

Negli ultimi 10 anni gli Stati Uniti hanno aumentato la
                                                                                                                                19000
produzione di idrocarburi del 50%, o se si preferisce, di 8,8
                                                                                                                                17000
milioni di barili equivalenti al giorno: tanto quanto la                                                                        15000
produzione dell’Iran (quarto produttore al mondo).
                                                                                                                        KBoed

                                                                                                                                13000
                                                                                                                                11000
                                                                                                                                 9000
 Fig. 1.27 – Trend di produzione giornaliera di idrocarburi negli
                                                                                                                                 7000
                                    Stati Uniti, ultimi 210 anni 30                                                              5000
                                                                                                                                        2007
                                                                                                                                               2008
                                                                                                                                                      2009
                                                                                                                                                             2010
                                                                                                                                                                    2011
                                                                                                                                                                           2012
                                                                                                                                                                                  2013
                                                                                                                                                                                         2014
                                                                                                                                                                                                2015
                                                                                                                                                                                                       2016
Ricapitolando, negli Stati Uniti aumenta il PIL, regge su
livelli stabili il consumo di energia, aumenta la produzione                                                                               Produzione di idrocarburi

di fonti energetiche tradizionali.
Cosa succede però al sorvegliato speciale, cioè alle emissioni di CO2 in atmosfera? Ricordiamo che
gli USA sono tra i principali emettitori di CO2 del pianeta. La fotografia di oggi li pone al secondo
posto (alle spalle della Cina), ma se si considera lo stock di greenhouse gas prodotti negli ultimi 15
anni, gli Stati Uniti sono decisamente i principali responsabili. Il tema è poi di particolare attualità
alla luce della recente decisione del Paese (pur fortemente contestata, anche internamente) di non
ratificare gli accordi di Parigi.
Ci si potrebbe aspettare che le emissioni del Paese stesso siano aumentate proporzionalmente, e
invece, come osservato nel paragrafo dedicato al disaccoppiamento tra crescita ed emissioni, esse
restano stabili o addirittura diminuiscono. E diminuiscono in valore assoluto, passando dagli oltre
6 miliardi di tonnellate emesse negli anni duemila alle 5,35 del 2016.

29   Fonte: BP
30   Fonte: Wood Mackenzie, Upstream data tool

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Fig. 1.28 – Trend di emissioni di CO2 negli Stati Uniti, 2010 - 2016 31

                                     5.900
     Million tonnes carbon dioxide

                                     5.700
                                     5.500
                                     5.300
                                     5.100
                                     4.900
                                     4.700
                                     4.500
                                             2010   2011   2012      2013         2014        2015         2016

Un chiaro esempio di disaccoppiamento tra crescita economica ed emissioni, reso possibile da due
fattori:
         - La sostituzione del carbone come combustibile per le centrali elettriche con il gas, fonte
           decisamente meno inquinante.
         - L’incremento di consumi di energia da fonti pulite. Anche se tutt’ora occupano una
           nicchia che pesa per meno del 10% sull’energy mix nazionale, le fonti rinnovabili sono
           aumentate del 50% in 10 anni, specialmente nel settore industriale.

31   Fonte: BP

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Fig. 1.29 – Consumi energetici da fonti rinnovabili, 2005 - 2016, con dettaglio di settore (in trillion British
thermal units) 32

                                                     Commercial          Residential      Transportation    Industrial

                                    5000

                                    4500

                                    4000
      Consumption in trillion Btu

                                    3500

                                    3000

                                    2500

                                    2000

                                    1500

                                    1000

                                    500

                                      0
                                           2005   2006   2007     2008      2009       2010   2011   2012   2013     2014   2015       2016

Questa recente infografica, costruita sui dati forniti dallo United States Department of Energy
mostra in tutta la sua chiarezza come i target ambientali (emissioni di greenhouse gas, uso del gas
naturale, capacità installata di fonti energetiche rinnovabili) che il Paese si era posto 10 anni fa
siano stati ampiamente raggiunti. Si tratta, come anticipato, dello stesso lag temporale durante il
quale la produzione nazionale di idrocarburi è cresciuta di otto milioni di barili equivalenti al
giorno.

Fig. 1.30 – Performance statunitense sui principali obiettivi di clean energy. Confronto 2006 / 2016 33

32   Fonte: Statista 2017 based on US Energy Information Administration
33   Fonte: Statista 2017 on National Resources Defense Council

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Sarebbe un discorso troppo vasto quello sulla politica energetica degli USA, che abbraccia diverse
discipline e che ha molteplici effetti a livello planetario (non ultimo sui prezzi internazionali), ma
una rapida analisi suggerisce che un’economia che cresce e che fa uso delle proprie risorse può
aumentare i consumi energetici senza impattare o addirittura impattando positivamente sulle
emissioni di gas serra.
Ed è questa una strategia energetica trasversale rispetto all’alternanza di amministrazioni
presidenziali: il boom produttivo di idrocarburi è avvenuto sotto il doppio mandato Obama.

La California: patria di Tesla e patria dell’Oil & Gas
Un esempio più circoscritto ma certamente illuminante di come fonti tradizionali e nuovi business
“green” possano convivere viene dall’analisi dello stato della California. Questo importante stato
gode di abbondanza di sole e vento ed è infatti all’avanguardia per quanto riguarda la produzione
di energia da fonti rinnovabili.
                                                         Fig. 1.31 – produzione oraria di energia rinnovabile in California 34
Nel momento in cui scriviamo, il record di
produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili è stato registrato il 13 maggio
2017, quando l’elettricità da fonti
rinnovabili immessa nella rete ha
raggiunto il 67,2%. Si tratta in particolare
di energia solare che, nelle ore centrali
della giornata, pesa per circa il 50% del
totale rinnovabili prodotte.

 La California è – come noto – patria di
start-up tanto innovative da cambiare le
regole del gioco di numerosi business
(dalla comunicazione all’IT), e non a caso
anche del car maker Tesla, le cui auto
elettriche hanno raggiunto le 47mila unità vendute nel primo semestre del 2017 (in Italia a tutto il
2016 si contavano circa 5mila vetture elettriche).
A ciò è seguita anche la realizzazione di
infrastrutture e di punti di ricarica, settore nel
quale naturalmente la California si posiziona ai
primi posti.

Fig. 1.32 – Charging points - California 35

Fino a qui tutto normale: dal connubio di abbondanza di risorse rinnovabili e tecnologia avanzata
nasce e si sviluppa una solida industria della produzione delle energie rinnovabili che si
concretizza poi in nuovi players che – come Tesla – applicano queste tecnologie alle rispettive
industrie: in questo caso, il settore automotive.

34   Fonte: Futurism.com
35   Fonte: afdc.energy.gov (https://www.afdc.energy.gov/locator/stations/results?location=California)

      © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   25
Al tempo stesso però la California prosegue anche nel suo primato di produzione di energie
tradizionali. Essa è infatti un forte produttore di idrocarburi, il terzo per produzione negli Stati
Uniti, con oltre mezzo milione di barili/giorno (cinque volte la produzione nazionale di petrolio
italiana).

Fig. 1.33 – Produzione giornaliera di petrolio in USA per stato (in migliaia di barili) 36

                              0              500      1000        1500        2000          2500         3000         3500
                     Texas                                                                                         3.213
            North Dakota                                  1.034
                California                      512
                   Alaska                       490
               Oklahoma                       420
             New Mexico                       402
                 Colorado                 315
                Wyoming                 198
                Louisiana              155
                   Kansas          101
                     Utah          83
                 Montana          63
                     Ohio         60
              Mississippi         58
                   Illinois       24

Lo slancio verso un nuovo energy mix e un conseguentemente diverso approccio all’energia e alla
mobilità è evidentissimo, testimoniato anche dalla nascita di aziende innovative nel campo della
mobilità come Tesla. Uno slancio e una scommessa verso il futuro eccezionali (e l’esempio di Testa
è solo uno dei tanti) che non ha precluso, né nei fatti né ideologicamente, la prosecuzione e lo
sviluppo di business energetici tradizionali.

36   Fonte: Statista based on EIA

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1.4 Fonti tradizionali e fonti rinnovabili: sinergie tecnologiche
Abbiamo osservato come le fonti energetiche tradizionali possano essere utilizzate per accelerare la
spinta verso la transizione energetica, e come la stessa si nutra di un equilibrato mix di fonti. La
breve analisi delle strategie energetiche di alcuni Paesi sopra esposta evidenzia come lo
sfruttamento delle risorse naturali possa favorire questo processo, ad esempio attraverso la
monetizzazione delle stesse.
Non è tutto però. Vi sono sinergie di varia natura che legano le diverse fonti e le rendono talvolta
interdipendenti: tra queste è doveroso evidenziare le sinergie tecnologiche, ovvero come il know-
how di generazione energetica tradizionale possa facilitare la produzione di energie alternative (e
viceversa) realizzando una sorta di contaminazione positiva che non può che accelerare il
cambiamento.
Non si tratta soltanto dei forti investimenti che molte International Oil Companies stanno
portando avanti nel campo dello sviluppo e della ricerca di energie rinnovabili, sia in senso
tradizionale (solare, eolico, biomasse) che nella produzione di carburanti di ultimissima
generazione, dal Liquified Natural Gas (LNG) all’idrogeno, ma di come la tecnologia upstream
diventi chiave, in molti casi, per facilitare il processo di transizione grazie alla produzione di
energia a basse emissioni.
Due esempi su tutti (la lista sarebbe molto lunga e diversificata): il parco eolico di Borssele, al largo
delle coste olandesi, e la produzione di energia grazie al settore geotermico.
Borssele wind turbines
Al largo delle coste olandesi, precisamente nella regione dello Zeeland, è prevista la realizzazione
di un mega parco eolico per la generazione di energia elettrica. I caratteri peculiari di questa opera
sono due: da un lato le dimensioni ragguardevoli del progetto. Borssele, questo il nome del wind
park, sarà composto da cento turbine con una capacità totale di 700MW, tanto da fornire energia
elettrica ad un milione di abitazioni nella zona. Per rendere l’idea delle dimensioni del progetto, si
consideri che l’intera capacità installata prevista per l’anno 2017 in Italia per l’eolico è di 350 MW
(la metà del wind farm park di Borssele).

Fig. 1.34 – Rendering del wind park di Borssele
La complessità di
realizzazione di questa
infrastruttura è notevole,
ma sarà fortemente
supportata dal know-how
e dalla tecnologia upstream
utilizzata per la
realizzazione di
piattaforme petrolifere off-
shore. Royal Dutch Shell è
infatti presente con una
quota del 50% nel
consorzio che si è
aggiudicato il tender di
realizzazione dell’opera,

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generando tra l’altro un significativo abbassamento dei prezzi. Non solo investimenti dunque, ma
tecnologia tradizionale e consolidato know-how per operare in un ambiente ingegneristicamente
molto sfidante per la realizzazione di infrastrutture, quale è il Mare del Nord.
Geotermia
La produzione di energia rinnovabile passa anche attraverso la coltivazione del sottosuolo. La
geotermia rappresenta un interessante esempio di energia alternativa realizzata con tecnologia
tipicamente upstream. La produzione di energia geotermica occupa solitamente una nicchia
all’interno dell’energy mix di un Paese (con le note eccezioni: l’Islanda), pur presentando alcuni
tratti distintivi di indubbio vantaggio. La produzione di energia geotermica infatti:
            È continua, con un numero di ore annue di funzionamento normalmente attorno alle
             ottomila. In altre parole, si abbatte il carattere di aleatorietà tipico delle altre fonti
             energetiche rinnovabili (solare ed eolico).
            È programmabile e pienamente grid-friendly.
            Presenta un consumo di suolo relativamente contenuto (dai 400 ai1000m2/GWh), a parità di
             energia generata se confrontata con altre fonti energetiche rinnovabili (solare ed eolico).
            Ha una sostenibilità ambientale molto elevata nel caso di installazione di impianti
             tecnologicamente avanzati che prevedono la totale re-iniezione della risorsa (non-consumo
             di risorsa) ed emissioni nulle in atmosfera.
                                                                                                      Per quanto attiene al nostro
                                                                                                      Paese, l’Italia si posiziona
                                                                                                      attualmente al primo posto nel
                                                                                                      ranking europeo per quanto
                                                                                                      riguarda la capacità elettrica
                                                                                                      installata:

                                                                                                      Fig. 1.35 - Capacità geotermica
                                                                                                      elettrica e termica installata in
                                                                                                      Europa 37

                                                                                                      Si noti però che il potenziale
                                                                                                      inespresso della risorsa è, nel
                                                                                                      nostro       Paese,       ancora
                                                                                                      particolarmente elevato.
                                                                                                      Ai fini di questo lavoro è
                                                                                                      interessante rilevare come la
                                                                                                      geotermia rappresenti una
                                                                                                      sintesi pressoché perfetta di
                                                                                                      energia rinnovabile sviluppata
                                                                                                      grazie a tecnologie tipicamente
                                                                                                      upstream. Sono simili sia i
                                                                                                      processi di esplorazione e
                                                                                                      ricerca che quelli di drilling 38,

37   Fonte: EGEC Geothermal Market Report 2016
38   Con l’upstream il geotermico condivide anche i lunghi tempi relativi all’iter di approvazione dei progetti.

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nonché l’importanza degli investimenti finanziari. Questi ultimi sono in grado di azionare una
filiera del made in Italy e talvolta di rafforzarla, attingendo alle tecnologie e al know-how upstream
che certo non mancano nel nostro Paese.
Ancora una volta, tecnologia tradizionale (tra l’altro made in Italy) al servizio della produzione di
energia rinnovabile: una sinergia che accelera il processo di transizione energetica.

Il forte focus sul cambiamento del settore energetico tradizionale: l’Oil&Gas Climate Initiative
(OGCI)
OGCI è un’iniziativa volontaria di 10 majors petrolifere determinate a guidare la risposta
dell’industry al fenomeno del climate change. Le 10 compagnie hanno combinato know-how ed
expertise in materia di cambiamento climatico e riduzione delle emissioni, e soprattutto disposto la
creazione di un fondo del valore di un miliardo di dollari per sostenere e investire in nuove,
promettenti tecnologie e business model che presentino un potenziale per poter ridurre
significativamente le emissioni di CO2 in atmosfera.
Gli investimenti si concentrano in quattro aree:
       - Carbon Capture, Utilization, and Storage (CCUS), investendo in tecnologie che siano
              economicamente sostenibili per separare, catturare e riutilizzare l’anidride carbonica.
         -    Riduzione delle emissioni di metano.
         -    Riduzione delle emissioni da trasporto. Area questa particolarmente importante se si
              considera che il settore trasporto è oggi responsabile per circa il 14% delle emissioni
              totali, rendendolo un settore chiave per il contrasto all’aumento delle emissioni in
              atmosfera.
         -    Miglioramenti nell’efficienza energetica industriale.
La collaborazione dei membri dell’OGCI è senza precedenti per dimensioni, finalità e peso degli
investimenti, e testimonia una volta di più l’attenzione del settore energetico verso le sfide
climatiche del prossimo futuro.

  © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione   29
2. Italia

2.1 Energia ed emissioni: un confronto europeo
Abbiamo visto come il dilemma energetico ponga l’umanità di fronte alla grande sfida, per i
decenni a venire, di produrre più energia (per soddisfare consumi crescenti) abbassando al
contempo il livello di emissioni di gas serra.
Questo il paradigma mondiale, che occorre però declinare geograficamente a seconda della regione
del globo in oggetto al fine di assecondare le peculiarità dei territori in questione: trend e outlook
di consumo energetico, maturità del tessuto produttivo-industriale, livello di sviluppo in genere,
diffusione e accettazione ad ogni livello della tema di transizione energetica.
Per l’Europa, e l’Italia non fa eccezione, il dilemma energetico non riguarda particolarmente la
necessità di consumare più energia (i consumi in Europa sono stabili o tendenzialmente
decrescenti, anche grazie ad una miglior efficienza energetica), ma certamente l’altra faccia della
medaglia del dilemma – meno emissioni – acquisisce un peso notevole. Da questa consapevolezza
nasce la necessità di guidare con attenzione e realismo il processo di transizione energetica.
Questa seconda parte del lavoro tenterà di circoscrivere l’analisi delle grandezze esaminate nella
prima parte ai confini nazionali. Partendo dai dati esaminati nella prima parte, ovvero crescita
economica, consumo energetico ed emissioni, è possibile disegnare la situazione e i trend storici
del nostro Paese sotto questi profili, ed osservarne relazioni e interconnessioni.

Fig. 2.1 Trend di crescita di ricchezza, consumi energetici ed emissioni di GHG in Italia, serie storiche dal
1995 al 2015 (valori concatenati 2010): 39

                                 150

                                 140

                                 130
      Numero indice 1995 = 100

                                 120

                                 110

                                 100

                                     90

                                     80

                                     70
                                            1995

                                                   1996

                                                          1997

                                                                 1998

                                                                        1999

                                                                               2000

                                                                                      2001

                                                                                             2002

                                                                                                    2003

                                                                                                           2004

                                                                                                                  2005

                                                                                                                         2006

                                                                                                                                2007

                                                                                                                                       2008

                                                                                                                                              2009

                                                                                                                                                     2010

                                                                                                                                                            2011

                                                                                                                                                                   2012

                                                                                                                                                                          2013

                                                                                                                                                                                 2014

                                                                                                                                                                                        2015

                                          Consumo finale di energia -Italia                                                        Emissioni GHG -Italia
                                          PIL (a valori concatenati anno rif. 2010) - Italia

Grazie alla comparazione dei trend tramite la costruzione di numeri indice, si evince che:
                                 -        L’andamento del PIL a valori concatenati 2010 presenta una andamento decrescente.

39   Fonte: rielaborazioni da EUROSTAT

     © Aspen Institute Italia | Interesse nazionale | Massimizzare il potenziale energetico nazionale nello scenario di transizione                                                            30
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