MAFIA INFANTILE PIETROGIACOMI SYRIA 3DSU - Educazione Civica - Liceo Teresa Gullace

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MAFIA INFANTILE PIETROGIACOMI SYRIA 3DSU - Educazione Civica - Liceo Teresa Gullace
MAFIA INFANTILE
PIETROGIACOMI
SYRIA 3DSU
      Educazione Civica
MAFIA INFANTILE PIETROGIACOMI SYRIA 3DSU - Educazione Civica - Liceo Teresa Gullace
Volti sempre più giovani
Direzione investigativa antimafia, Relazione
sull’attività del primo semestre 2018: di più
di 500 pagine in cui si evidenzia come
ancora oggi le mafie traggano la “linfa
vitale” necessaria a rigenerarsi in
soggetti sempre più giovani, impiegati
in professioni poco qualificate o senza
occupazione.
                                                Minori e adolescenti
                                                Una nuova frontiera della criminalità organizzata quella
                                                del reclutamento tra minori e adolescenti, diventata
                                                una “vera e propria deriva socio–criminale“.
                                                                                                 NOME O LOGO   2
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Campania, bambini usati per attività di spaccio”
                                                         Gli investigatori spiegano che le azioni delle baby gang: “spesso sono
                                                         connotate da un’ingiustificata ferocia e sfociano in episodi di bullismo
                                                       metropolitano e atti vandalici, consumati anche in danno di istituti scolastici
                                                                                    ed edifici pubblici”.

                                                        Come è noto, scrivono gli analisti della Dia, “il fenomeno delle baby gang
                                                       riguarda diverse zone della città, dalla periferia Nord, ai quartieri vicini alla
                                                           zona Vesuviana (Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio), all’area
                                                              occidentale di Bagnoli, fino ad arrivare alle zone più centrali”.

                                                                     Da chi sono composte le baby gang?
                                                         “Spesso si tratta di gruppi composti da ragazzi considerati a rischio di
                                                       devianza per problematiche familiari o perché cresciuti in contesti che non
Le Baby Gang                                            offrono momenti di aggregazione sociale: fattori che concorrono ad un
                                                             percorso di arruolamento nelle fila delle consorterie criminali.

Negli ultimi anni c’è stato un rapido diffondersi di   I minori, infatti, rappresentano un ‘esercito’ di riserva per la criminalità, da
episodi illegali e violenti commessi dalle                   impiegare, in particolare, nelle attività di spaccio delle sostanze
cosiddette baby gang, espressione di una vera e           stupefacenti dove, come più volte emerso dalle attività investigative,
                                                                               partecipano persino i bambini“.
propria deriva socio–criminale.

                                                                                                                    NOME O LOGO        3
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La criminalità organizzata si
                                    insidia nel cuore del sistema
                                         economico e finanziario
    Bambini in                      legale, distorce le regole del
                                    mercato e della concorrenza,
   zone di mafia                        condiziona l’attività della
Crescere in un territorio ad alta    pubblica amministrazione, il
densità mafiosa significa dover              sistema degli appalti
fare i conti fin da subito con un         pubblici, la capacità del
sistema economico, politico e                 territorio di attrarre
sociale, profondamente alterato                       investimenti.
dalle sue fondamenta.

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Questo crea un’ “economia parallela” che
sottrae risorse umane e finanziarie e all’economia
         legale impedendone lo sviluppo:

 la conseguenza è che l’illegalità è riconosciuta
 come unica fonte possibile di reddito, in un
      circuito vizioso in cui “la bassa crescita
     dell’economia legale“ genera, a sua volta,
sottoccupazione o disoccupazione che spingono
   molti giovani ad allontanarsi negli ambiti di
            attività dell’economia legale.
                                                     I minori sono una risorsa
  I minori dunque, oltre a rischiare di essere
                                                     per la mafia
 vittime innocenti di agguati o regolamenti di
    conti mafiosi, rappresentano un potenziale       -potrebbero essere vittime di mafia
 serbatoio, un vero e proprio “vivaio” dal quale
     la criminalità organizzata può attingere.       -rappresentano un «vivaio» per la criminalità

                                                     -molti adolescenti si affidano all’ illegalità
                                                                                                      NOME O LOGO   5
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Ragazzi
     Alone
Oltre ai minori direttamente
coinvolti a diversi livelli
nell’attività criminale,
preoccupa il fenomeno dei
cosiddetti “ragazzi alone”,
che pur non essendo
imputati, né
appartenendo a famiglie
mafiose, “sono lambiti
dall’alone mafioso”.

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Dall'1 gennaio 2010 al 31 marzo 2011,
128 minorenni erano stati denunciati per
reati associativi

• 51 per associazione a delinquere

• 12 per associazione di tipo mafioso

• 72 per traffico di stupefacenti

Nella maggior parte dei casi di nazionalità

                                                Denunciare bambini
italiana, di genere maschile, residenti nel
Sud e nelle isole.
                                              In contesti del genere diventano importantissimi la
                                              scuola e in generale i luoghi di aggregazione sociale
                                              ed educativi, attraverso cui promuovere una cultura dell'
                                              antimafia sociale che possa contribuire a togliere il
                                              consenso alle mafie.

                                                                                             NOME O LOGO   7
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Bambini e ragazzi che vivono un’adesione
                           immaginaria e simbolica alla mafia, “una sorta di
                           affinità elettiva“, che li rende pronti a mettersi a
                           servizio e a compiacere famiglie mafiose, al
                                fine di essere beneficiati un giorno da un
                                   accoglimento nella famiglia d'onore.
                                  Accanto troviamo la mappa dell'Atlante
                           dell'Infanzia 2012 che evidenzia dove si trovano
                                    i comuni sciolti per mafia in Italia.

                                      -CAMPANIA      -LAZIO
                                      -SICILIA       -LIGURIA
Dove c’è mafia infantile              -CALABRIA
                                      -PUGLIA
                                                     -PIEMONTE

                                                                   NOME O LOGO    8
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BAMBINI VITTIME DI MAFIA
Giornata Nazionale delle vittime innocenti della mafia
A Caselle Torinese il 21 marzo, Giornata Nazionale delle vittime innocenti della
mafia, è stata vissuta con un intenso programma di eventi. Eventi tutti legati alla
presenza di Graziella Accetta, mamma di Claudio Domino, bambino undicenne
brutalmente ucciso a Palermo nel 1986, con un colpo di pallottola in fronte, da
un killer rimasto ignoto.

Si è cominciato alle 11, al Prato della Fiera. Lì è presente, dal 1993, un monumento
dedicato a tutte le vittime della mafia.

Proprio di fianco a questo monumento si è svolta una breve cerimonia: il sindaco Luca
Baracco e l’Assessora Angela Grimaldi, in rappresentanza dell’amministrazione
casellese, hanno ringraziato la signora Accetta per aver scelto proprio Caselle per portare
la sua testimonianza.

Graziella Accetta ha quindi letto, con voce rotta dall’emozione, la lunga lista di
125 bambini e adolescenti, la cui vita è stata prematuramente interrotta per
fatti legati alla mafia.

Alle 11.30 ci si è quindi spostati all’esterno di Palazzo Mosca, dove è stato scoperta
un’installazione litografica con l’immagine del bambino Claudio Domino.

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Il 23 novembre 1993, nel pieno del periodo
delle bombe e delle stragi mafiose, il
dodicenne siciliano Giuseppe Di Matteo
viene rapito da un gruppo di criminali su
ordine, tra gli altri, di Giovanni Brusca, allora
latitante e boss di San Giuseppe Jato.

L’obiettivo è quello di convincere il padre del
bambino, Santino, ex mafioso diventato
collaboratore di giustizia, a tacere sugli affari e
le azioni della criminalità organizzata. L’11
gennaio 1996, dopo 799 giorni di prigionia,
il bambino viene strangolato e il suo corpo
sciolto nell’acido.

Oggi il tribunale di Palermo ha stabilito un
risarcimento di 2,2 milioni di euro per la madre
e il fratello di Giuseppe Di Matteo, somma
addebitata ad alcuni dei condannati nel                 LA STORIA DEL
                                                      PICCOLO GIUSEPPE
processo sulla vicenda ma che, a causa dei
sequestri dei beni alla criminalità organizzata,

                                                          DI MATTEO
sarà versata dal fondo speciale dello Stato per
le vittime di mafia.
                                                                    NOME O LOGO
Il rapimento
                                Giuseppe, nato il 19 gennaio 1981, viene rapito mentre si
                                trova in un maneggio di Piana degli Albanesi, in provincia di
                                Palermo. Secondo quanto raccontato da Gaspare Spatuzza,
                                pentito poi condannato per il sequestro che ha raccontato i
                                dettagli della vicenda, gli uomini mandati da Brusca si
                                travestono da poliziotti per ingannare il bambino
                                facendogli credere di potergli far incontrare il padre,
                                in quel periodo sotto protezione lontano dalla Sicilia.

                                                     I messaggi alla famiglia Di Matteo
                                 Inizialmente la famiglia di Giuseppe lo cerca negli ospedali, ma
                               l’1 dicembre riceve un biglietto con scritto “Tappaci la bocca”
                                  e due foto del bambino che teneva in mano un quotidiano del
 Com’è andata la                   29 novembre 1993: a quel punto è chiaro che la sparizione è
                                   legata alle rivelazioni che Santino Di Matteo sta facendo sulla
    vicenda                          strage di Capaci e sull'uccisione dell'esattore Ignazio Salvo.
                                   Quasi due settimane dopo, la madre di Giuseppe denuncia la
                                  scomparsa del figlio, e la sera stessa arriva a casa del suocero
Imprigionato dal 23 Novembre           (il padre di Santino) un altro messaggio: “Il bambino lo
  1993 all’ 11 gennaio 1996               abbiamo noi e tuo figlio non deve fare tragedie".

                                                                                    NOME O LOGO       11
L’ omicidio
Durante la prigionia il bambino fu spostato varie volte tra il Trapanese e l’Agrigentino, fino al 1995 quando viene
rinchiuso in un casolare nelle campagne di San Giuseppe Jato. Il padre, dopo una iniziale titubanza,
decide di non piegarsi al ricatto e di continuare a collaborare con la giustizia. La sera dell’11 gennaio 1996,
quando Brusca sente in televisione di essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Ignazio Salvo,
ordina l’omicidio di Giuseppe, che viene strangolato e poi sciolto nell’acido.
                                                                                                          Le condanne
                                                             Per l'omicidio di Giuseppe Di Matteo il 16 gennaio 2012 sono
                                                             stati condannati all'ergastolo, nel quarto processo sulla morte
                                                          del bambino, il latitante trapanese Matteo Messina Denaro e il
                                                          boss Giuseppe Graviano - tra i mandanti del sequestro insieme
                                                          a Brusca - Luigi Giacalone, Francesco Giuliano e Salvatore
                                                                  Benigno, gli uomini del commando che ne curarono le fasi
                                                                                                                organizzative.
                                                              Il 18 marzo 2013 le condanne sono state confermate anche in
                                                              appello. A inchiodarli è il pentito Gaspare Spatuzza, che
                                                          nello stesso processo è stato condannato a 12 anni. I processi
                                                               sulla morte di Giuseppe Di Matteo hanno portato a decine di
                                                              condanne, tra cui anche quelle di Cristoforo Cannella, alla
                                                           guida dell’auto sulla quale venne caricato il bambino al momento
                                                            del rapimento, e Benedetto Capizzi, il boss che indicò il luogo
                                                                                    dove lasciare il piccolo dopo il sequestro.

        Arresto di Giovanni Brusca:                                                                           NOME O LOGO     12
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