Difendersi dai terremoti - Terremoti e riduzione del rischio sismico: conoscere per partecipare - Unione Comuni Modenesi Area Nord
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Mirandola, 4 novembre 2016 Auditorium R.Moltalcini Terremoti e riduzione del rischio sismico: conoscere per partecipare Difendersi dai Collezione “terrae motus” regia di caserta terremoti roberto de marco
oltre 30.000 eventi sismici di media e forte intensità a partire dall’anno 1000 d.C. ad oggi, dei quali 200 disastrosi • oltre 120.000 vittime nell ultimo secolo M vittime impegno Euro di spesa x senza casa senza casa costo mld €/2011 6.1 Belice ’68 2018 370 126.000 fino a 70.000 8.8 6.4 Friuli ’76 2006 989 395.000 45.000 17.8 6.9 Irpinia ’80 2023 2914 179.000 250.000 49.9 6.0 Umbria e Marche ’97 2024 11 403.000 32.000 12.9 5.8 San Giuliano ’02 2023 30 300.000 6.000 1.7 6.3 L’Aquila ’09 2033 308 220.000 68.000 15.0 5.9 Emilia ’12 2026 27 870.000 15.000 13.0 5,9 Amatrice ‘16 298 960.000 5.000 4.8
5.9 6.1 Energie a confronto Umbria-Marche 1997 L Aquila 2009 Amatrice 2016 Ussita 2016 6.0 6.4 6.5 5.9 Friuli 1976 Emilia 1912 6.5 Irpinia 1980 magnitudo TNT equivalente Vulture 1930 6.7 Garfagnana 1920 1 31,6 chil. 6.5 2 1 ton. 3 31,6 ton. Messina e Reggio 1908 7.0 7.2 4 1000 ton. 5 31600 ton. 6 1 ml. ton. Avezzano 1915 7 31,6 ml. ton. 8 1 md. ton. Sant’Eufemia 1905 9 31,6 md. ton. 7.1
energia e frequenza legge di Gutemberg-Richter numero di eventi se il terremoto A libera due volte l energia di B, 100mila il terremoto A è quattro volte meno frequente di B … 10mila … insomma, quando l energia raddoppia il terremoto mille diventa quattro volte più raro dieci 3.0 3.5 4.0 4.5 5.0 5.5 6.0 6.5 Magnitudo dell evento
i termini del problema (da Guidoboni et al. 2007) negli ultimi quattro secoli 168 eventi con intensità epicentrale uguale e maggiore al grado VIII MCS VIII grado 2146 siti, 1205 nel sud IX grado 1012 siti, 535 nel sud X e XI grado 541 siti, 443 nel sud
capoluoghi e terremoti... il secolo “fortunato” dell’Italia Avellino 1456. 1688. 1732 Benevento 375. 989. 1456. 1688. 1702 Brescia 1222 Catania 1169. 1693 Cosenza 1184. 1638 Ferrara 1570 Isernia 346. 847. 1349. 1456. 1805 L’Aquila 1349. 1461. 1703. 2009 Messina 1783. 1908 Palermo 1726 Potenza 1273. 1857 Ragusa 1693 Reggio Calabria 1783. 1908 Siracusa 1169. 1693 Verona 1117 (da Guidoboni Terremoti e ricostruzioni… 2010)
un terremoto distruttivo ogni 6 anni il costo delle catastrofi 1944-2012 242.5 dissesto md € terremoti idrogeologico 181 61.5 168 dal 1944 al 2009 54 13 dal 2010 al 2013 7.5 Rapporto ANCE/CRESME 2012 valore attualizzato 2011
i termini del problema la sismicità dall 800 al 2002 la sismicità dal 1981 al 2011 sotto i cieli più puri, i terreni più insicuri La sismicità dal 1981 al 2011 Rapporto ANCE/CRESME 2012 /INGV
non vi è alcun modo di ridurre la pericolosità sismica di un’ area collezione “terrae motus” regia di caserta (frequenza ed intensità dei fenomeni) e non è possibile nemmeno evitare gli insediamenti della popolazione dove la pericolosità è maggiore pericolosità medio alta vulnerabilità alta esposizione alta l Italia un Paese a RS Rischio Sismico elevato
nuove vulnerabilità maremoti e uso del territorio la piramide sullo Stretto
nuove vulnerabilità caratteristiche del patrimonio edilizio ed infrastrutturale la città di Catania, per esempio
il Rischio e le trasformazioni del territorio TAIWAN 99 2416 vittime magnitudo 7.3 le scelte urbanistiche di fondo
il Rischio e le trasformazioni del territorio KOBE 95 1.5 mln abitanti 4.600 vittime magnitudo 6.8 un grande porto, una città in area quasi epicentrale
il Rischio e le trasformazioni del territorio KOBE 95 1.5 mln abitanti 4.600 vittime magnitudo 6.8 un grande porto, una città in area quasi epicentrale
il Rischio e le trasformazioni del territorio TURCHIA 99 17.000 vittime magnitudo 7.6 la necessità di valutare gli effetti locali
il Rischio e le trasformazioni del territorio MEXICO CITY 85 magnitudo 8.1 10.000 vittime a 350 km di distanza la necessità di valutare gli effetti locali
Esposizione valore dei beni che possono essere colpiti dall’evento densità abitativa 206 ab/kmq 42° posto su 192 paesi attività economica assetto infrastrutturale
rischio ELEVATO RISCHIO SISMICO (ZONA 1 - ZONA 2A – ZONA 2B) 2.893 COMUNI il 36% dei comuni italiani 131mila km2 il 44% del territorio italiano 21,8 milioni di PERSONE il 36% della popolazione italiana in essi è compresa circa la metà dei 22mila centri storici presenti sul territorio nazionale Comuni a rischio secondo Cresme su dati ITT e Prtezione Civile
prevenzione tutto è cominciato alle 5 e 20 del 28 dicembre 1908 terremoto di Reggio Calabria e Messina M = 7.2 circa 90.000 morti
Classificazione e normativa per quasi un secolo l’unico strumento per ridurre gli effetti del terremoto Regio Decreto 18.04.1909 n.193 contenente le norme tecniche obbligatorie per le riparazioni ricostruzioni e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati e l’elenco dei Comuni sottoposti all osservanza di dette norme.
09 15 27 35 81 inizi anni 70
MAPPE DI PERICOLOSITA’ valori di accelerazione del terreno che hanno una probabilità del 10% di essere superati in 50 anni. il p Castel del Giudice da Mappe di pericolosità int,ve INGV
il passo lento della classificazione e l incremento % delle nuove costruzioni valori % 60 2964 1a 56,5 2a 50 3a 40 4a 30,1 30 27,5 84 03 20 12,8 4671 9 10 7 6 5 anni 0 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2021 valori stimati da CRESME
Il passo lento della classificazione/normativa 1908 - 2008 20% edilizia protetta e tra venti anni qualche punto %le in più qualità 80 costi 75 70 65 60 55 50 45 curva della qualità b 40 35 30 25 L 20 60 56,5 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2021 % di stock di patrimonio ciclo di vita teorico a 50 edilizio con più di 40 anni per alcune tipologie 40 edilizie 30,1 30 27,5 curva dei costi 20 12,8 9 10 7 6 5 0 10 20 30 40 x 80 anni (log) 0 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2021
la prevenzione del giorno dopo è quella impropria, che si avvia perché imposta dall’ultima catastrofe. Quando a San Giuliano di Puglia una scuola cade su una scolaresca allora si vara un progetto di riduzione della vulnerabilità degli edifici scolastici. Le prefetture sono considerate edifici strategici durante un terremoto. Quella di L’Aquila doveva rimanere in piedi quella notte del 2009 per assicurare lo svolgimento di essenziali funzioni durante l’emergenza.
come è sempre avvenuto, dopo un terremoto distruttivo si assumono iniziative di prevenzione l art.11 della legge 77/2009 (provvedimenti per L’Aquila) ha previsto la disponibilità di 965 milioni di Euro per la prevenzione sismica e il varo, mai avvenuto, di un “Piano nazionale per la prevenzione del RS”. I criteri di utilizzo prevedono la ripartizione tra le regioni che a loro volta li ripartiscono tra i comuni a maggior rischio sismico; se si prendono come riferimento i 2893 comuni individuati come tali si verifica che in media, in sette anni, ciascun comune avrà 330.000 Euro
quindi, la prevenzione è rimasta sostanzialmente affidata al binomio classificazione/normativa e ad altre azioni avviate dopo l’ultimo disastro cattiva applicazione delle norme, realizzazioni scadenti, diffusa illegalità, carenza di monitoraggio e di controllo hanno ulteriormente indebolito l’efficacia dell’azione di prevenzione loc. Camino - Foligno (PG) 1
altre azioni sempre “del giorno dopo…” gli interventi avviati attraverso gli incentivi fiscali, quelli riguardanti edifici strategici e rilevanti, la protezione dei beni culturali, procedono in modo disomogeneo sul territorio, con grande lentezza e relativa efficacia anche per la scarsezza dei finanziamenti in positivo invece va letto lo sviluppo degli strumenti per affrontare sul piano tecnico-scientifico il problema: monitoraggio e mappatura del territorio, microzonazione sismica, aggiornamento della normativa, nuove tecnologie, etc.
ed allora, come ci si difende dai terremoti che verranno? l’impatto dei forti terremoti è considerato (viene percepito) non accettabile dall’opinione pubblica. Il giorno dopo si vorrebbe parlare di inevitabili perdite piuttosto che di inaccettabile strage. Si vorrebbero anche iniziative più efficaci per il futuro l’ultimo documento strategico noto, intitolato “Difendersi dai terremoti: la lezione Irpinia” è la relazione Barberi-Grandori presentata al Senato davanti a Pertini un mese dopo il terremoto dell’Irpinia. Era il 1980 nei vent’anni seguenti solo poche cose di quel documento sono state realizzate i governi che si sono succeduti hanno risposto ad ogni evento con qualche dose di prevenzione impropria, quella del giorno dopo, molte promesse e qualche “semplificazione “. La comunicazione istituzionale, ogni volta sulle macerie dell’ultimo terremoto, è stata di una straordinaria monotonia…
la preoccupante uniformità delle perentorie dichiarazioni del giorno dopo sarà rivista la classificazione sismica del territorio ed aggiornata la normativa affinché queste cose non capitino più ! una tragedia di dimensioni impensabili ! Non si poteva prevedere ! saranno avviate indagini per individuare le responsabilità ! non è il momento delle polemiche, ora dobbiamo pensare a chi ha perso tutto ! sarà avviato un programma di messa in sicurezza del territorio come più importante opera pubblica nel Paese !
ed allora, come ci si difende dai terremoti che verranno? il dopo Amatrice si è sviluppato fin qui sul tema del progetto periferie di Renzo Piano e sulla proposta Casa Italia affidata ad un nuovo Dipartimento temi e progetti che si dovrebbero sviluppare in tempi secolari, multigenerazionali e multitasking (“adeguamento antisismico ma anche gli investimenti sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull'efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità”) (askanews 29.8.’16 ) si intravede quindi l’intenzione di varare un programma almeno da 100mld, a tutto campo, spalmato sull’ intero territorio nazionale, per il quale si risolve l’aspetto finanziario dilatandone enormemente la durata. Così la strategia di fondo ancora una volta non cambierà. In questo secolo questo paese avrà altre decine di terremoti che provocheranno danni. Alcuni di questi saranno fortemente distruttivi.
ed allora, come ci si difende dai terremoti visto che le risorse sono pochiessime in confronto alle esigenze enormi ? esiste un evidente squilibrio tra quanto si sa e si sa fare e quanto si traduce in prevenzione per proteggere la popolazione dai terremoti Layered seismogenic source model and probabilistic seismic-hazard analyses in Central Italy Pace, Peruzza, Lavecchia, Boncio – 2006 “ in definitiva, è necessario decidere se, insieme ad un più forte impulso alle iniziative in corso (normativa sismica, bonus sismico, edifici strategici, sensibili, etc.) si vuole cercare qualche soluzione diversa. Invece di promettere “tutto (adeguamento/miglioramento), ovunque ma in un tempo infinito” si potrebbe scegliere di concentrare l’azione di una vera prevenzione su aree definite
ed allora, come ci si difende dai terremoti che verranno? lo stato dell’arte, in termini scientifici e tecnologici, è in grado supportare un’efficace iniziativa di prevenzione che concentri le poche risorse disponibili su aree prioritarie “dove maggiore è la probabilità che eventi già accaduti nel passato possano ripetersi”. Al loro interno si potrebbe intervenire con relativa rapidità attraverso un’efficace sintesi tra gli strumenti consueti per la riduzione del rischio sismico la previsione “possibile” (dove, cosa, quando) la prevenzione (il saper come fare sul piano tecnico-scientifico) criticità dei sistemi la pianificazione dell’emergenza basata sulla elaborazione di scenari di evento
collezione “terrae motus” regia di caserta ANDY WARHOL fine
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