Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri

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Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Giuseppe Verdi

Luisa Miller

Teatro Dante Alighieri
Stagione d’Opera
2013-2014
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Fondazione Ravenna Manifestazioni
                          Comune di Ravenna
                Ministero per i Beni e le Attività Culturali
                       Regione Emilia Romagna

            Teatro di Tradizione Dante Alighieri

          Stagione d’Opera e Danza
                              2013-2014

                    Teatro Alighieri
           venerdì 24, domenica 26 gennaio

              Luisa Miller
                   Melodramma tragico in tre atti
                  Libretto di Salvatore Cammarano
                     dal dramma Kabale und Liebe
                         di Friedrich Schiller

                                musica di

                   Giuseppe Verdi

con il contributo di         partner
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Sommario
                                                La locandina................................................................. pag.           5

                                                Il libretto ........................................................................ pag.   6

                                                Il soggetto . ................................................................... pag.      31

                                                Verdi sulle Alpi
                                                di Cristina Ghirardini ............................................. pag.                   33

                                                Le preferenze teatrali di Verdi,
                                                ossia la scelta di “Kabale und Liebe”,
                                                alias “Luisa Miller”
                                                di Elisabetta Fava ..................................................... pag.               37

Coordinamento editoriale                        Luisa Miller
Cristina Ghirardini                             di Gianandrea Gavazzeni ................................... pag.                            43
Grafica Ufficio Edizioni
Fondazione Ravenna Manifestazioni
                                                Il canto nuovo di Luisa Miller
Il testo del libretto è stato tratto da un      di Giancarlo Landini ............................................... pag.                   47
esemplare del libretto di Luisa Miller
stampato da Ricordi e conservato alla
Biblioteca Comunale Passerini-Landi di          Mettere in scena Luisa Miller
Piacenza.                                       Intervista a Leo Nucci
Foto di scena © Prospero Cravedi.
                                                a cura di Giancarlo Landini ............................... pag.                            53

Si ringrazia il Teatro Municipale di Piacenza   I protagonisti .............................................................. pag.          57
per la concessione del materiale editoriale.

L’editore si rende disponibile
per gli eventuali aventi diritto
sul materiale utilizzato.

Stampa Edizioni Moderna, Ravenna
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Luisa Miller
melodramma tragico in tre atti
libretto di Salvatore Cammarano
dal dramma Kabale und Liebe di Friedrich Schiller
musica di Giuseppe Verdi

personaggi e interpreti

Il Conte di Walter Gianluca Lentini
Rodolfo Vincenzo Costanzo, Medet Chotabayev
Federica Tamta Tarieli, Junhua Hao
Wurm Cristian Saitta
Miller Mansoo Kim, Byunghyuk Choi
Luisa Giulia Della Peruta, Silvia Pantani
Laura, contadina Angela Angheleddu
Un contadino Bruno Nogara
Solisti del Corso d’alto perfezionamento per interpreti del canto
con specializzazione nel repertorio verdiano

direttore Donato Renzetti
messa in scena teatrale Leo Nucci
regista collaboratore Salvo Piro
scene e realizzazione pittorica Rinaldo Rinaldi e Maria Grazia Cervetti
costumi Alberto Spiazzi
luci Claudio Schmid
assistente scenografo Andrea De Micheli

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati

figuranti Raffaele Filace, Francesco Lo Feudo, Nasko Paskov

direttore musicale di palcoscenico Fabrizio Cassi
direttore di scena Maria Grazia Martelli
maestri collaboratori Niccolò Nardoianni, Kayoko Ikeda, Paolo Burzoni

nuovo allestimento nell’ambito del progetto “Verdi 2013”
coproduzione Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Comunale di Ferrara,
Teatro Alighieri di Ravenna
in collaborazione con Teatro Comunale di Bologna, Ater Formazione - Scuola dell’Opera Italiana
e Comune di Busseto

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Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Luisa Miller                                              ATTO PRIMO
                                                                                       Amore
                                                                                                                                                  Miller
                                                                                                                                                  		                      Figlia: ed amore,
                                                                                                                                                  appena desto in te, sì vive fiamme
                    Melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi
su libretto di Salvatore Cammarano dal dramma Kabale und Liebe di Friedrich Schiller   Scena prima                                                già spande! Oh! mal non sia
                                                                                       Ameno villaggio. Da un lato la modesta casa di             cotanto amor locato!
                                                                                       Miller, dall’altro rustica chiesetta: in Iontananza,       (Luisa vorrebbe parlare)
         prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 8 dicembre 1849             ed attraverso degli alberi, le cime del castello di        		                    Del novello
                                                                                       Walter.                                                    signor qui giunto nella corte ignoto
                                                                                       Un’alba limpidissima di primavera è                        a tutti è questo Carlo.
                                     PERSONAGGI
                                                                                       sull’orizzonte; gli abitanti del villaggio si              Io temo!
                                                                                       adunano per festeggiare il dì natalizio di Luisa.
       Il Conte di Walter                                                basso                                                                    Luisa
       Rodolfo, suo figlio                                              tenore         Laura, contadini                                                    Non temer: più nobil spirto,
       Federica, Duchessa d’Ostheim, nipote di Walter                contralto         Ti desta, Luisa, regina dei cori;                          alma più calda di virtù non mai
       Wurm, castellano di Walter                                        basso         i monti già lambe un riso di luce:                         vestì spoglia mortal. M’amò, I’amai.
                                                                                       d’un giorno si lieto insiem con gli albori
       Miller, vecchio soldato in ritiro                              baritono         qui dolce amistade a te ne conduce:                        Lo vidi, e’l primo palpito
       Luisa, sua figlia                                              soprano          leggiadra è quest’alba sorgente in aprile,                 il cor sentì d’amore;
       Laura, contadina                                               soprano          ma come il tuo viso leggiadra non è:                       mi vide appena, e il core
       Un Contadino                                                     tenore         è pura, soave quest’aura gentile,                          balzò del mio fedel.
                                                                                       pur meno è soave, men pura è di te.                        Quaggiù si riconobbero
       Damigelle di Federica, Paggi, Famigliari, Arcieri.                                                                                         nostr’alme in rincontrarsi...
       Abitanti del villaggio.                                                                                                                    Formate per armarsi
                                                                                       Scena seconda                                              Iddio le avea in ciel!
                                                                                       Luisa, Miller e detti.
                                                                                                                                                  Laura, contadini
            L’azione ha luogo nel Tirolo, nella prima metà del secolo XVII.            Miller                                                     Luisa, un pegno ingenuo
                                                                                       Ecco mia figlia...                                         dell’amistade accetta.
                                                                                                                                                  (presentandole tutti, prima le donne, poi gli
                                                                                       Luisa                                                      uomini un mazzettino)
                                                                                                            O care amiche!
                                                                                                                                                  Luisa
                                                                                       Contadini                                                  Grata è quest’alma, o tenere
                                                                                       			                               Il Cielo                 compagne... Ah!
                                                                                       a te sia fausto.                                           (scorgendo un giovane cacciatore, che
                                                                                                                                                  anch’esso fra gli altri le porge i suoi fiori)
                                                                                       Laura
                                                                                                      In breve
                                                                                       ad invocarlo andrem uniti al tempio.                       Scena terza
                                                                                                                                                  Rodolfo e detti.
                                                                                       Miller
                                                                                       Il vostro affetto dal mio ciglio esprime                   Rodolfo
                                                                                       pianto di tenerezza...                                                        Mia diletta...
                                                                                       Al cor paterno è sacro
                                                                                       il di che spunta... esso mi diè Luisa!                     Miller
                                                                                       (abbracciandola)                                           (turbato)
                                                                                                                                                  (Desso!)
                                                                                       Luisa
                                                                                       Padre!... Né giunge ancor!...                              Rodolfo
                                                                                       (volgendosi d’intorno inquieta)                            (andando verso Miller)
                                                                                       			                           Da lui divisa                        Buon padre!
                                                                                       non v’ha gioia per me!

                                           6                                                                                                  7
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Luisa                                               Scena quarta                                     Wurm                                                  Walter
		                    Abbraccialo...                Wurm e detti.                                    Sotto mendace aspetto                                 (inoltrandosi seguito da Wurm)
T’ama qual figlio!                                                                                   il preferito giovine                                  Che mai narrasti!... Ei la ragione dunque
                                                    Wurm                                             si mostra a voi.                                      smarrì!
Rodolfo                                             Ferma, ed ascolta!
(salutando i contadini)                                                                              Miller                                                Wurm
		                Amici!...                         Miller                                                               Fia vero?...                             Signor, quell’esaltato capo
(a Luisa)                                           		                 Wurm!...                      E tu conosci?                                         voi conoscete.
Sei paga?
                                                    Wurm                                             Wurm                                                  Walter
Luisa                                               			                          lo tutto udia!...                    Apprendilo!                          (agitato)
         Di letizia                                 Furor di gelosia                                 Ei figlio è dell’altero                                               La Duchessa intanto
colma son io!                                       m’arde nel petto!... Amo tua figlia... eppure,   Walter!                                               mi segue!... Digli ch’io lo bramo.
                                                    un anno volge, io la sua man ti chiesi:                                                                (Wurm si ritira coi servi)
Laura, contadini                                    non dissentisti, ed or che più fortuna           Miller                                                			                                 Ah! tutto
             Felici                                 a me spira seconda, or che il novello                     Ah ciel!... Dicesti                          m’arride... tu, mio figlio, tu soltanto
appien vi rende amore.                              signor più che l’estinto                         figlio?...                                            Osi... La tua felicità non sai
                                                    m’è largo di favor, tu la promessa                                                                     quanto mi costi!...
Luisa Rodolfo                                       calpesti, ed osi!...                             Wurm                                                  (è preso da subito tremore)
Appien felici?... È ver!...                                                                                    Del tuo signor.                             		                    Oh! mai nol sappia, mai.
A te dappresso il cuore                             Miller                                           Addio!
non vive che al piacer!                             		                 Ah! cessa...                                                                        Il mio sangue, la vita darei
T’amo d’amor ch’esprimere                           Il mio paterno assenso                           Miller                                                per vederlo felice, possente!...
mal tenterebbe il detto!...                         promisi, ove la figlia                                    Pur...                                       E a’ miei voti, agl’ ordini miei
Né gel di morte spegnere                            t’avesse amato.                                                                                        si opporrebbe quel cor sconoscente?
può sì ardente affetto;                                                                              Wurm                                                  Di dolcezze l’affetto paterno
ha i nostri cori un Dio                             Wurm                                                               M’intendesti.                       a quest’alma sorgente non è...
di nodo eterno avvinti,                                              E non potevi forse              (parte)                                               Pena atroce, supplizio d’inférno
e sulla terra estinti                               alle richieste nozze                                                                                   Dio sdegnato l’ha reso per me!
noi ci ameremo in ciel!                             astringerla? Non hai                             Miller
                                                    dritto sovr’essa tu?...                          Ei m’ha spezzato il cor!
Miller
                                                                                                     (rimane silenzioso qualche momento, come              Scena sesta
(Non so qual voce infausta
                                                    Miller                                           oppresso dal dolore)                                  Rodolfo e detto.
entro il mio cor favella...
                                                    		                    Che dici mai?
Misero me, se vittima
                                                                                                     Ah! fu giusto il mio sospetto!...                     Rodolfo
d’un seduttor foss’ella!
                                                    Sacra la scelta è d’un consorte,                 Ira e duol m’invade il petto!...                      Padre...
Ah! non voler, buon Dio,
                                                    esser appieno libera deve:                       D’ogni bene il ben più santo,
che a tal destin soccomba...
                                                    nodo che sciorre sol può la morte                senza macchia io vo’ l’onor.                          Walter
Mi schiuderia la tomba
                                                    mal dalla forza legge riceve.                    D’una figlia il don soltanto                                   M’abbraccia. Portator son io
affanno sì crudel!)
                                                    Non son tiranno, padre son io,                   ciel, mi festi, e pago io sono...                     di lieto annunzio. Federica in breve
                                                    non si comanda de’ figli al cor.                 ma la figlia, ma il tuo dono                          sarà tua sposa.
Laura, contadini
                                                    In terra un padre somiglia Iddio                 serba intatto al genitor.
Un’alma, un sol desio
                                                    per la bontade, non pel rigor.                   D’ogni bene il ben più santo,                         Rofolfo
ad ambo avviva il petto!
                                                                                                     senza macchia io vo’ l’onor.                                           O cielo!...
Mai non si vide affetto
                                                    Wurm                                             (parte)                                               Walter
più ardente e più fedel!
                                                    Costarti, o vecchio debole,                                                                            		                          Insiem cresciuti
(odesi la sacra squilla)
                                                    caro il tuo cieco affetto                                                                              nel tetto istesso, più di te quel core
Udiste? I bronzi squillano;
                                                    dovrà, ben caro!                                 Scena quinta                                          apprezzar chi potria? Come l’offerta
andiam, ne invita il ciel, ecc.
                                                                                                     Sala nel castello di Walter con porta in fondo.       della tua man le feci, ebbra di gioia
(tutti entrano nel tempietto; Miller li segue       Miller                                           Walter e Wurm. Alcuni Famigliari, che                 mi rivelò ch’ella per te nudria
lentamente ed è già presso a toccare il sacro                        Spiegati.                       rimangono al di là della soglia.                      segreta fiamma, pria
limite, quando alcuno lo arresta)

                                                8                                                                                                      9
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
che il paterno comando                                       gentil, venite fra queste porte.                  Duchessa                                          Scena ottava
al Duca la stringesse.                                       È senza orgoglio in voi bellezza,                 Ah! parla!                                        Interno della casa di Miller.
                                                             è senza fasto in voi grandezza;                                                                     Due porte laterali; una mette nella stanza di
Rodolfo                                                      ma pur modesta siccome bella                      Rodolfo                                           Miller, l’altra a quella di Luisa; accanto alla
		                    (O me perduto!)                        nacque la rosa ad olezzar,                                   M’astringe un padre spietato           prima pende una spada ed una vecchia assisa
                                                             la pudibonda romita stella                        di fallo non mio a chieder perdono...             da soldato; nel prospetto l’ingresso ed una
Walter                                                       è destinata a sfolgorar.                                                                            finestra, da cui scorgesi parte della chiesetta.
Fra l’armi estinto quel guerrier canuto,                                                                       Duchessa                                          Odonsi per le montagne e le vallate circostanti
il nome, ed il retaggio                                      Duchessa                                          Che intendo!                                      grida e rimbombo di strumenti da caccia.
a lei ne resta, a lei cui man d’amica                        (nella più viva commozione)
porge l’augusta donna                                        Congiunti!... amici miei!...                      Rodolfo                                           Cacciatori
che preme il trono di Lamagna. Il varco                                                                                    Sì vaga, sì eccelsa consorte          Sciogliete i levrieri... spronate i destrieri...
s’apre a te della corte!                                     Walter                                            a me destinata il cielo non ha...                 allegra, gioconda la caccia sarà...
                                                             		                          Nobil signora...                                                        Si cingan le selve... snidiamo le belve...
Rodolfo                                                      (la Duchessa gettasi amorosamente fra le sue      Duchessa                                          la preda è sicura sfuggir non potrà...
		                     Ambiziose                             braccia)                                          Ah! spiegati.
voglie non alimento                                          Bella nepote, il mio Rodolfo implora
in cor, t’è noto!                                            l’onor di favellarti.                             Rodolfo                                           Scena nona
                                                             Io la bandita caccia                                              Ad altra m’avvince la sorte...    Luisa, quindi Miller.
Walter                                                       intanto affretterò. M’udisti?
               In questo debil core                          (piano al figlio; ad un suo cenno tutti partono   Duchessa                                          Luisa
trema che il guardo mio non scenda.                          con esso: Rodolfo e la Duchessa rimangono         Ad altra!                                         (accostandosi alla finestra)
                                                             soli)                                                                                               Nol veggo... allontanarsi dalla caccia
Rodolfo                                                                                                        Rodolfo                                           e qui venir promise.
				                                     Io voglio           Rodolfo                                                     Giurai!                                 (entra Miller e si getta sopra una seggiola)
a te scoprirlo...                                            			                          (È d’uopo                                                              		                    O padre mio!
(odonsi lieti suoni)                                         al suo cuor generoso                              Duchessa                                          Che fu? Sembri agitato!
                                                             fidarsi appien.) Duchessa...                                        Ad altra!
Walter                                                                                                                                                           Miller
		                Taci... È la Duchessa!                     Duchessa                                          Rodolfo                                           		                        Il mio timore
                                                             Duchessa tu m’appelli!                            		                            Pietà!              non era vano... Sei tradita!
Rodolfo                                                      Federica son io... non ho cessato                                                                   (sorgendo)
O padre!                                                     per te d’esserla mai!...                          Deh! la parola amara
                                                             Se la sorte cangiò, io non cangiai.               perdona al labbro mio...                          Luisa
Walter                                                                                                         Potea seguirti all’ara,                           			                            lo?... Come?...
        Incontro ad essa                                     Dall’aule raggianti di vano splendore             mentir dinanzi a Dio?                             Narra...
moviam; quindi le nozze                                      al tetto natio volava il desir...                 Prima d’offrirti un core
chiederne a te s’aspetta...                                  Là dove sorgeva dal vergin mio core               che avvampa d’altro amore,                        Miller
                                                             la prima speranza, il primo sospir!               la destra mia traffiggerlo                               Sembianza e nome
Rodolfo                                                                                                        a’ piedi tuoi saprà!                              colui mentì!
			                           E credi?... E speri?...        Rodolfo
                                                             Degl’anni primieri le gioie innocenti             Duchessa                                          Luisa
Walter                                                       con me dividesti, divisi con te...                Arma, se vuoi, la mano,                                        Carlo? Fia ver?
Obbedisci... Son leggi i miei voleri!                        Le pene segrete degl’anni più ardenti             in sen mi scaglia il brando...
(traendolo per mano all’incontro della                       or deggio svelarti, prostrato al tuo piè.         M’udrai, crudele, insano,                         Miller
Duchessa)                                                                                                      te perdonar spirando.                             			                        Del Conte
                                                             Duchessa                                          Ma da geloso core                                 di Walter figlio, qual comanda il padre,
                                                             Deh! sorgi, Rodolfo... Tu sembri turbato!...      non aspettar favore;                              egli a stringer s’appresta
Scena settima                                                                                                  amor sprezzato è furia                            splendide nozze.
                                                             Rodolfo                                           che perdonar non sa!
Coro                                                         Non giova negarlo, pur troppo lo sono.            (partono da vie opposte)                          Luisa
Quale un sorriso d’amica sorte,                                                                                                                                                     Ria menzogna è questa.

                                                        10                                                                                                      11
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Esser non puote...                                      Miller                                                  Walter                                              Rodolfo
                                                        		                         Ahi, sciagurato!...          Puro amor l’amore abbietto                          E potresti, o genitore?...
Miller                                                  E chi sottrarci all’ira                                 di venduta seduttrice?
		                 Dal castello io vengo...             potrà del Conte!                                                                                            Laura, Contadini
giunta è la sposa...                                                                                            Luisa, Rodolfo, Miller                              Ei suo figlio!...
                                                        Luisa                                                   Ah!
Luisa                                                                     Io gelo!...                           (Luisa cade fra le braccia del padre: Rodolfo       Walter
		                  Taci!                                                                                       snuda la spada)                                                    Arretra, insano!
Uccider vuoi tua figlia?                                Rodolfo                                                                                                     Odi prima...
                                                        (solennemente)                                          Rodolfo
Miller                                                  A me soltanto e al cielo                                    La vita mi donasti!                             Rodolfo
		                      Un seduttore                    arcan tremendo è manifesto! Arcano                      (ripone il ferro)                                               Udir non vo’.
accolse dunque il tetto mio?                            che, da me rivelato, a piè cadermi                      Lo rimembra... t’ho pagato
(aggirandosi per la stanza pieno d’ira, trovasi         farebbe... il Conte!                                    ora il dono!                                        Walter
dinanzi alla sua vecchia divisa)                                                                                                                                    Ambo in ceppi.
			                           Per questa                Luisa                                                   Miller                                              (accennando Miller e Luisa agli Arcieri)
d’onore assisa, che il mio petto un giorno              		                 Alcun s’avanza...                    (che ha posto Luisa su una sedia)
coprì, vendetta io giuro!..                             				                               È desso!                      A me portasti                              Rodolfo, Laura, Contadini
                                                        Rodolfo                                                 grave insulto!... Io fui soldato!...                               Ah!
Luisa                                                   (che va veso la soglia)                                 Trema...
(spaventata)                                            Mio padre!                                                                                                  Miller
Padre!                                                                                                          Luisa                                               		                  Disumano!
                                                        Luisa                                                            O Dio!
                                                                   Ah!... son perduta!                                                                              Luisa
Scena decima                                                                                                    Miller                                              (cadendo alle ginocchia di Walter)
Rodolfo e detti.                                        Miller                                                                  Mi ribollisce                       Al tuo piè...
                                                        			                             Egli?... Egli stesso?   nelle vene il sangue ancor...
Rodolfo                                                                                                                                                             Miller
(ancor sulla soglia, donde ha udito l’ultima                                                                    Walter                                              (rialzandola)
parte della scena precedente)                           Scena undicesima                                        Ardiresti?                                                     Prostrata!... No.
        Luisa, non temer...                             Walter e detti.
(Miller fa un passo per andargli incontro, la figlia                                                            Miller                                              Fra i mortali ancora oppressa
si frappone avanzandosi)                                Rodolfo                                                           Tutto ardisce                             non è tanto l’innocenza
		                           Non furo                   Tu, signor, fra queste soglie!...                       padre offeso nell’onor!                             che si vegga genuflessa
bugiarde le promesse                                    A che vieni?                                                                                                d’un superbo alla presenza.
di questo labbro... Il velo,                                                                                    Walter                                              A quel Dio ti prostra innante
ben veggo, è tolto: ma cangiato il nome,                Walter                                                  Folle! or or ti pentirai                            de’ mortali punitor,
è sempre il cor lo stesso.                                          A che? Nol rese                             dell’audacia!... Olà?                               non a tal che ha d’uom sembiante,
                                                        lo spavento che vi coglie                                                                                   e di belva in petto il cor.
Miller                                                  assai chiaro, assai palese?
Che intendi tu?...                                      Del mio dritto vengo armato                             Scena dodicesima                                    Rodolfo
                                                        a stornar colpevol tresca.                              Accorre un drapello di Arcieri, seguito da molti    Foco d’ira è questo pianto...
Luisa                                                                                                           Contadini e da Laura, e detti.                      Cedi... cedi all’amor mio...
		                   Ahimè!                             Miller, Luisa                                                                                               Non voler quel nodo infranto,
                                                        Che!...                                                 Arcieri                                             che fra noi formava Iddio...
Rofolfo                                                                                                         		                    Signore?...                   Negro vel mi sta sul ciglio!...
(pone Luisa in ginocchio a piè di Miller e              Rodolfo                                                 Luisa                                               Ho l’inferno in mezzo al cor!...
prostratosi anch’esso, stringendo nella sua la                 L’accento scellerato                             Giusto ciel!...                                     Un istante ancor son figlio!
destra di lei, esclama con passione)                    più dal labbro mai non t’esca!                                                                              Un istante ho padre ancor!
		                        Sono                          Puro amor ne infiamma il petto...                       Laura, Contadini
tuo sposo! Il padre testimone e Dio                     oltraggiarlo ad uom non lice.                                       Che avvenne mai?...                     Walter
chiamo del giuramento.                                                                                                                                              Tu piegarti, tu, non io,

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Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
devi o figlio cieco, ingrato.                          Rodolfo                                             ATTO SECONDO                                       Laura
Il mio cenno, il voler mio                                       Ah! pria che l’abbiano                    Intrigo                                            			                               Dove?...
è immutabil come il fato!                              quei vili in preda, il core
Fra il suo core e il cor paterno                       io le trapasso.                                     Scena prima                                        Luisa
frapponeste un turpe amor.                             (lanciandosi fra gli Arcieri, e mettendo la punta   Interno della casa di Miller.                      				                                         Al castello...
(a Miller e Luisa)                                     della spada sul petto di Luisa)                     Laura e Contadini, poi Luisa.
Non può il ciel, non può l’inferno                                                                                                                            Tutti
involarvi al mio furor!                                Walter                                              Laura, Coro                                        Wurm!
                                                                     Uccidila.                             (accorrendo agitati)
Luisa                                                  Che tardi?                                          Ah! Luisa, Luisa, ove sei?
(alzando al cielo gli occhi lacrimosi)                                                                                                                        Scena seconda
Ad immagin tua creata,                                 Rodolfo                                             Luisa                                              Wurm e detti.
o Signore, anch’io non fui?                                       O mio furore!...                         (uscendo)
E perché son calpestata                                Tutto tentai... non restami                         Chi m’appella? Voi certo recate                    Wurm
or qual fango da costui?                               che un infernal consiglio...                        tristo annunzio!                                   (a Luisa)
Deh! mi salva... deh! m’aita...                        se crudo, inesorabile                                                                                         Ascoltarmi è d’uopo.
deh! non m’abbia l’oppressor!                          tu rimarrai col figlio!                             Laura                                              (ai contadini che partono)
Il tuo dono, la mia vita                               (all’orecchio di Walter con terribile accento)                          Purtroppo!                     			                         Uscite.
pria riprenditi, o Signor!                             Trema! Svelato agl’uomini
                                                       sarà dal labbro mio                                 Coro                                               Luisa
Laura, Contadini                                       come giungesti ad essere                            		                               E tu dèi          				                                      (lo gelo!)
(Il suo pianto al pianto sforza!...                    Conte di Walter!                                    ascoltarlo...
Il suo duolo spezza il cor!...)                        (esce rapidamente)                                                                                     Wurm
                                                                                                           Luisa                                              Il padre tuo!...
Arcieri                                                Walter                                                              Parlate... parlate...
Obbedirlo a tutti è forza;                                              Dio!                                                                                  Luisa
egli è padre, egli è signore!                          (sembra colpito da folgore)                         Laura, Coro                                                           Finisci.
                                                       Rodolfo... m’odi... arrestati...                    Al villaggio dai campi tornando
Walter                                                 (Tutto m’ingombra un gel!...)                       della roccia pel ripido calle,                     Wurm
(agli Arcieri)                                         Costei lasciate... è libera...                      un fragor che veniasi accostando                   Langue in dura prigion.
I cenni miei si compiano.                              (convulso e pallido in volto, più della morte,      a noi giunse dall’ima convalle:
                                                       cerca raggiungere il figlio)                        eran passi e minaccie di armati,                   Luisa
Rodolfo                                                                                                    cui d’ambascia una voce frammista;                 		                            Reo di che fallo?
(mettendosi avanti a Luisa col ferro sguainato)        Laura, Contadini, Arcieri                           al ciglion della rupe affacciati
Da questo acciar svenato                               Fia ver!...                                         ne colpì deplorabile vista!                        Wurm
cadrà chi temerario                                                                                        Crudi sgherri traenti un vegliardo                 Ei del Conte vassallo,
s’avanza...                                            Luisa, Miller                                       fra catene!...                                     farlo d’oltraggi e di minacce segno
                                                                  Pietoso ciel!...                                                                            ardì! Grave il delitto,
Walter                                                 (gli Arcieri partono: Luisa cade in ginocchio       Luisa                                              grave la pena fia!
           Forsennato!...                              mezzo svenuta: gli altri le accorrono d’intorno)                    Ah! mio padre!
(prende Luisa e la spinge fra gli Arcieri)                                                                                                                    Luisa
In me lo scaglia.                                                                                          Laura, Coro                                                              D’interrogarti
                                                                                                           			                              Fa cor.           tremo!
Rodolfo
                 Oh rabbia!                                                                                Laura, Coro                                        Wurm
Se tratta è fra catene                                                                                     Havvi un Giusto, un Possente che il guardo               Che val tacerlo?
la sposa mia, nel carcere                                                                                  tien rivolto sui miseri ognor!                     Sul canuto suo crin pende la scure.
giuro seguirla.
                                                                                                           Luisa                                              Luisa
Walter                                                                                                     (rimasta oppressa dal cordoglio, scuotesi ad un    Ah!... Taci... taci...
               Ebbene,                                                                                     tratto, e s’incammina per uscire)
la segui.                                                                                                  Oh! padre, oh padre mio!...

                                                  14                                                                                                         15
Luisa Miller Giuseppe Verdi - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
Wurm                                                     (sorgendo con indignazione)                      Luisa                                                  vinta da cieco affetto
		                Eppure,                                		                   Lo speri invano.            			                                Di te?              spesso è ragion! Del senno empia il difetto
tu puoi salvarlo.                                                                                                                                                pel figlio il padre! L’opra mia si compia...
                                                         Tu, puniscimi, o Signore,                        Wurm                                                   nulla cangiar mi debbe:
Luisa                                                    se t’offesi, e paga io sono,                     Acerba è la prova!                                     esser pietoso crudeltà sarebbe.
                Io!... Come?                             ma de’ barbari al furore
                                                         non lasciarmi in abbandono.                      Luisa
Wurm                                                     A scampar da fato estremo                        		                    No.                              Scena quarta
			                         A te m’invia                 innocente genitor,                                                                                      Wurm e detto.
l’offeso Conte: un foglio                                chieggon essi... a dirlo io fremo!               Wurm
vergar t’impone, e prezzo                                della figlia il disonor.                         		                          Duolmi!...                 Walter
ne fia lo scampo di tuo padre.                                                                                                                                   Ebben?...
                                                         Wurm                                             Luisa
Luisa                                                    Qui nulla s’attenta imporre al tuo core:         			                                      Ed allora?    Wurm
			                            Un foglio!                tu libera sei! Ti lascio.                                                                                         Tutte apprestai
                                                         (in atto di partire)                             Wurm                                                   della trama le fila.
Wurm                                                                                                      Allora...
Scrivi!                                                  Luisa                                                                                                   Walter
(accennando a Luisa una tavola, su cui v’ha              		                   Spietato!                   Luisa                                                  		                   Oh! di’: Luisa?...
l’occorrente per iscrivere)                              E il misero vecchio?                                         Mio padre?...
       “Wurm, io giammai                                                                                                                                         Wurm
(dettando)                                               Wurm                                             Wurm                                                   Come previdi già, vinta, conquisa
Rodolfo non amai...                                      (freddamente)                                    		                      Fia salvo.                     da credulo spavento,
(Luisa guarda Wurm un istante, quindi abbassa            		                     L’udisti: egli muore!                                                            alle minaccie s’arrendea; per calle
gli occhi come rassegnata al sacrifizio e scrive)                                                         Luisa                                                  recondito qui tratta
Il suo lignaggio erami noto e volli                      Luisa                                            			                           Mercè.                   verrà.
stringerlo fra mie reti...”                              E libera io sono!                                (un sorriso diabolico spunta sul labbro di
                                                         (tocendosi convulsamente le mani, quindi si      Wurm)                                                  Walter
Luisa                                                    accosta alla tavola e scrive)                                                                                Ma il foglio?
		                      E deggio?                                          Il foglio è vergato.           A brani, a brani, o perfido,
                                                         (lo dà a Wurm)                                   il cor tu m’hai squarciato!...                         Wurm
Wurm                                                                                                      Almen t’affretta a rendermi                            		                 Compra man recarlo
			                               Dêi                    Wurm                                             (prorompendo)                                          deve a Rodolfo: la vittoria è certa.
salvar tuo padre.                                        (dopo aver letto)                                il padre sventurato....                                Eppur dal primo assalto
(Luisa scrive.)                                          Sul capo del padre, spontaneo lo scritto,        Di morte il fero brivido                               qual poter vi respinse io non intendo!
                  “Ambizion mi vinse...                  Luisa, mi giura che all’uopo dirai!              tutta m’invade omai...
tutto svanì... Perdona.                                                                                   Mi chiuda almeno i rai                                 Walter
Ritorno al primo affetto.                                Luisa                                            la man del genitore!                                   Inatteso periglio!...
E di Rodolfo ad evitar gli sdegni                        Lo giuro.                                                                                               Del figlio una minaccia!... Ingrato figlio!...
come la notte regni                                                                                       Wurm
vieni, ed insieme fuggirem.”                             Wurm                                             Coraggio: il tempo è farmaco                           L’alto retaggio non ho bramato
                                                                     Un sol cenno ancor t’è prescritto.   d’ogni cordoglio umano,                                di mio cugino, che sol per esso!...
Luisa                                                                                                     di stringer la tua mano                                Ad ottenerlo, contaminato
			                         Che!...                      Luisa                                            speranza io nudro ancor.                               mi son pur troppo di nero eccesso!
                                                         lo t’odo.                                        (escono)
Wurm                                                                                                                                                             Wurm
			                                Scrivi.               Wurm                                                                                                    In punto feci del mio Signore
                                                                   Al castello venirne dovrai,            Scena terza                                            nel palesarvi la mente ascosa!
Luisa                                                    ed ivi al cospetto di nobil signora              Il castello: appartamenti di Walter.                   A me, cui sempre fidava il core,
E segnar questa mano                                     accesa mostrarti di... Wurm.                                                                            scovrì la scelta ei d’una sposa.
protrebbe l’onta mia?                                                                                     Walter
                                                                                                          Egli delira; sul mattin degli anni

                                                    16                                                                                                          17
Walter                                                  Wurm                                             Walter                                            Luisa
Timori nacquero in me ben tristi!...                    Oh me perduto!                                       Qual tu chiedesti                             (Rea fucina d’empie frodi
                                                                                                         qui fu condotta.                                  son costor!)
Wurm                                                    Walter
Aver quel nodo figli potea!...                                          Sol tu? Congiunto                Duchessa                                          Duchessa
                                                        non t’ha Satanno a’ miei destini?...                                Già!                           (sorgendo, s’accosta a Luisa)
Walter                                                  O meco incolume sarai, lo giuro,                                                                               Luisa, m’odi.
Ad acquetarmi tu suggeristi                             o sul patibolo verrò con te.                     Walter                                            Farmi puote un sol tuo detto
orribil mezzo!                                                                                           		                        Non lo volesti?         sventurata, o appien felice!
                                                        Wurm                                                                                               Non mentir!... Ma no, l’aspetto
Wurm                                                    (Più questo capo non è sicuro!...                                                                  tu non hai di mentitrice!
                Varcar dovea                            Potria del ceppo cadere a piè!)                  Scena sesta
l’irta foresta notturno il Conte...                     Vien la Duchessa...                              La Duchessa siede, cercando ricomporsi dal        Luisa
Noi l’appostammo, e...                                  (ad un segno di Walter si ritira)                suo turbamento. Walter apre una porta segreta,    (Chi soffrì maggior affanno!...)
                                                                                                         donde esce Luisa, accompagnata da Wurm.
Walter                                                                                                                                                     Duchessa
		                     Non seguir...                    Scena quinta                                     Walter                                            (prendendo Luisa per mano, ed affiggendole
Sento drizzarsi le chiome in fronte!                    La Duchessa e detto.                             Presentarti alla Duchessa                         avidamente lo sguardo negli occhi)
Tutto il mio sangue rabbrividir!...                                                                      puoi, Luisa. Intendi?                             Ami tu?
                                                        Duchessa
Wurm                                                    		                    Conte!                     Duchessa                                          Luisa
È ver, che giova parlar d’evento                                                                         (con sussiego)                                            (Destin tiranno!)
cui notte eterna fra’ suoi misteri                      Walter                                           		                        Appressa!               Amo.
ha già sepolto?                                         Il detto mio confermo:
                                                        di Rodolfo nel sen, qual d’un infermo            Wurm                                              Duchessa
Walter                                                  il delirio, s’apprese                            (piano a Luisa)                                       E chi? Chi?
                Sepolto?                                amor che spento fia.                             Ti rammenta in qual periglio
                                                                                                         è tuo padre!                                      Luisa
Wurm                                                    Duchessa                                                                                                          Wurm!
		                       Spento                         		                      Spento?                  Luisa                                             		                   (lndegno!)
il sire antico da’ masnadieri,                                                                                         (O mio terrore!...)                 (mostrandolo, Wurm s’inchina modestamente)
qual noi spargemmo, tutti han creduto...                Walter                                           (s’avanza)
                                                        			                               Ed in breve.                                                     Duchessa
Walter                                                                                                   Duchessa                                          Ma Rodolfo?
Non tutti!                                              Duchessa                                         (Dolce aspetto!... Il volto, il ciglio...
(sorpresa e turbamento di Wurm)                         lo temo!...                                      tutto spira in lei candore!)                      Luisa
         Al rombo mio figlio accorse                                                                                                                                     Fra noi venne
dell’armi nostre... Non era muto                        Walter                                           Luisa                                             sconosciuto... A qual disegno
ancor quel labbro!...                                              Indarno, di Luisa il core             (A costei sarà concesso                           io lo ignoro.
                                                        mai Rodolfo non ebbe;                            quanto il ciel m’avea promesso!)
Wurm                                                    d’altri è colei.                                                                                   Duchessa
		                    Che intendo!... Ah! forse?                                                         Duchessa                                                     E non ottenne
                                                        Duchessa                                         Par che manchi in te coraggio                     mai d’amor lusinghe, accenti
Walter                                                                  Fia vero?... E chi potrebbe      d’erger gl’occhi al mio sembiante!                da Luisa?
In quel supremo, terribil punto                         attestarlo?
Walter nomava...                                                                                         Walter                                            Luisa
                                                        Walter                                           Ella nata in un villaggio!...                               (Quai momenti!)
Wurm                                                                  Ella stessa.
                  Chi?                                                                                   Wurm                                              Duchessa
                                                        Duchessa                                         D’alta dama or tratta innante!...                 Di’.
Walter                                                  Ella!
		                    Gli assassini!

                                                   18                                                                                                     19
Luisa                                                Duchessa                                           già vi narrai.                                  ed ella in suon angelico,
  No, mai.                                                          Ebben?                                                                              “amo te sol” dicea,
                                                                                                        Rodolfo                                         tal che sembrò l’empireo
Duchessa                                             Luisa                                                          Mi giova                            aprirsi all’alma mia!...
           (La speme in cor                          		                    Lo stesso                    udirlo ancor!                                   Ah! ...mi tradia!
mi si avviva!)                                       da Luisa udrete ognor,
                                                     che alimento sol per esso                          Contadino
Luisa                                                (accennando Wurm)                                               Segreta e viva prece               Scena ottava
(freme di gelosia)                                   fido, immenso, ardente amor.                       a man giunte mi fece                            Wurm e detto.
             (Esulta!)                                                                                  Luisa, onde recarlo
                                                     (Come celar le smanie                              a Wurm...                                       Wurm
Duchessa                                             del mio geloso amore?                                                                              Di me chiedeste?
		                       Parmi!...                   Ahimè, l’ingranto core                             Rodolfo
sì... cangiasti di colore!...                        più reggere non può!...                                       E d’evitar la mia presenza...        Rodolfo
Ah! che fia?... Non ingannarmi!...                   Se qui rimango, esanime                                                                            		                   Appressati.
Non tradir te stessa!...                             a’ piedi suoi cadrò!)                              Contadino                                       Leggi.
                                                                                                        Mi ripetè più volte.                            (gli porge il foglio, quando Wurm ha finito di
Luisa                                                Duchessa                                           Sospetto incerto di non so qual trama,          leggere lo riprende)
		                         (O cielo!...)             (Un sogno di letizia                               e speme di mercede a voi m’han tratto.                 Ad entrambi è questa
                                                     par quel ch’io veggo e sento!)...                                                                  ora di morte.
Walter                                                                                                  Rodolfo
                                                     No, mai sì gran contento
(Oserebbe?)                                                                                             (gettandogli una borsa)                         Wurm
                                                     Quest’alma non provò!...
                                                                                                        Esci.                                                        (Oh!)
                                                     Frena, mio core, i palpiti,
Duchesssa                                                                                               (il contadino si ritira)
                                                     o di piacer morrò.)
              Parla!                                                                                          Olà?                                      Rodolfo
                                                                                                        (comparisce un servo)                           (presentandogli due pistole)
Wurm                                                 Walter, Wurm
                                                                                                                   Wurm.                                			                          Scegliere
		                     (lo gelo!)                    (notando la gioia che si manifesta in volto alla
                                                                                                        (il servo parte)                                tu dêi.
                                                     Duchessa)
                                                                                                                          Oh! fede
Duchessa                                             (Pinto ha di vivo giubilo                                                                          Wurm
                                                                                                        negar potessi agl’occhi miei!... Se cielo
Dell’arcano squarci o il manto,                      il sorridente viso!                                                                                (cercando allontanarsi)
                                                                                                        e terra, se mortali
se un arcano in sen tu chiudi.                       Fortuna in quel sorriso                                                                                  Signor...
                                                                                                        ed angeli attestarmi
                                                     propizia balenò!...
                                                                                                        volesser ch’ella non è rea, “mentite”
Luisa                                                Ben io fermarla, e stringerne                                                                      Rodolfo
                                                                                                        io risponder dovrei “tutti mentite”...
Io...                                                i’infido crin saprò)                                                                                               T’arresta...
                                                                                                        (mostrando il foglio)
(in procinto di svelare il segreto)                                                                     Son cifre sue! Tanta perfidia!... Un’alma       Meco ad un punto solo,
                                                     (la Duchessa si ritira seguita da Walter; Wurm                                                     spento cadere al suolo
                                                                                                        sì nera! sì mendace!...
Federica                                             riconduce Luisa per l’uscio segreto)                                                               t’è forza.
                                                                                                        Ben la conobbe il padre!... Io cieco, audace
   Favella.                                                                                                                                             (inarcando la pistola)
                                                                                                        Osai!... Ma dunque i giuri,
                                                                                                        le speranze, la gioia,
Walter                                               Scena settima                                                                                      Wurm
                                                                                                        le lagrime, l’affanno?
            Si, per quanto                           Giardino pensile del castello.                                                                              (Inferno, aiutami...)
                                                                                                        Tutto menzogna, tradimento, inganno!
ami il padre!...                                     Porta nel fondo che mette agli appartamenti di                                                     (fa qualche celere passo verso il fondo, e
                                                     Rodolfo.                                                                                           scarica la pistola in aria)
                                                                                                        Quando le sere, al placido
Luisa                                                Rodolfo viene precipitoso da un appartamento:
                                                                                                        chiaror d’un ciel stellato,
(reprimendosi ad un tratto)                          ha il foglio di Luisa tra mani; un contadino lo
                                                                                                        meco figgea nell’etere
                (Il padre!                           segue.                                                                                             Scena nona
                                                                                                        lo sguardo innamorato,
(gli sguardi di Walter e Wurm stanno immobili                                                                                                           Accorrono da ogni parte Armigeri e Famigliari,
                                                                                                        e questa mano stringermi
sopra Luisa)                                         Rodolfo                                                                                            quindi Walter.
                                                                                                        dalla sua man sentia,
		                         Oh crudi!...)             Il foglio dunque?
                                                                                                        ah!...mi tradia...
                                                                                                                                                        Coro
Wurm                                                                                                    Allor ch’io muto, estatico
                                                     Contadino                                                                                          Che avvenne? O ciel!
Via, che tardi?                                                                                         da’ labbri suoi pendea,
                                                                      Io tutto

                                                20                                                                                                     21
Rodolfo                                        Walter                              nemmeno al ciel potrei,
		                Codardo!                               Sperai...                 ché viver senza lei
(Wurm confondendosi tra i sopravvenuti,                                            sarebbe inferno a me!
sparisce.)                                     Rodolfo
L’ali ha viltade!                                               Compiangimi!...    Walter
                                               Tradito m’ha colei!                 Quell’empio cor dimentica,
Coro                                                                               quell’alma ingannatrice...
                Orribile                       Walter                              che un dì sarai felice
d’ira vi splende il guardo!...                 Tradito!...                         promette il padre a te.

Walter                                         Rodolfo                             Servi
Rodolfo!...                                               A me t’affretta,         Del genitor propizio
                                               o morto!                            al senno v’affidate...
Rodolfo                                                                            Nell’avvenir sperate:
              Padre!...                        Walter                              eterno il duol non è.
                                                          No... vendetta!          (Walter tragge seco Rodolfo: tutti li seguono)
Walter
		                        Oh Dio!              Rodolfo
Calmati...                                     Come?

Rodolfo                                        Walter
           Ah! padre mio!                               Altre nozze attestino
(cade a’ suoi piedi)                           il tuo disprezzo ad essa!

Walter                                         Rodolfo
Deh... sorgi... M’odi... Abbomino              Che intendi?
il mio rigor crudele...
Abbia virtude un premio...                     Walter
Cedo: alla tua fedele                                      All’ara pronuba
porgi la man.                                  conduci la Duchessa.

Rodolfo                                        Rodolfo
                 Che ascolto!                  lo?... Si, lo vo’... Lo deggio...
Tu vuoi?...                                    Che parlo?... Ahimè, vaneggio!...

Walter                                         Walter
              Gioisci!...                      Rodolfo, non pentirti...

Rodolfo                                        Rodolfo
		                  Ah! stolto                 Ove mi sia non so!...
 io diverrò!...
(s’aggira disperato per la scena)              Walter
                                               T’arrendi a me, tradirti
Coro                                           il padre tuo, non può...
                Qual smanie!
                                               Rodolfo
Walter                                         L’ara, o l’avello apprestami,
Figlio!... Nè pago sei?                        al fato io m’abbandono.
                                               Non temo... Non desidero...
Rodolfo                                        un disperato io sono!...
Pago?...                                       Or la mia brama volgere

                                          22                                                                                        23
ATTO TERZO                                             Laura                                       Miller                                              Luisa
Veleno                                                        La novella Signoria con pompa        (Quella calma è funesta!... Il cor mi serra         E colpa amore?
                                                       sacra inaugura il Conte.                    non so qual rio presagio!...)
Scena prima                                            (Luisa torna a scrivere)                    (Luisa che intanto ha piegato il foglio, ritorna    Miller
Casa di Miller. La finestra è aperta,                  Ah! l’infelice ignori                       presso Miller)                                                         Cessa... Deh! cessa...
ed attraverso di essa vedesi il tempio,                (sommessamente alle compagne)               Che foglio è questo?                                (si allontana raccapricciato, e cade sopra una
internamente illuminato.                               qual rito nuzial s’appresta, e quale                                                            seggiola: quindi prorompe in lagrime, sorge
Luisa scrive presso una tavola, su cui arde una        esser lo sposo debbe!...                    Luisa                                               e, stretta la figlia per mano, le dice con parole
lampada: havvi sulla tavola medesima un cesto          A sì crudele annunzio ella morebbe!         		                   Al suo destin prometti,        rotte dal singhiozzo)
con frutta, ed una tazza colma di latte; in un                                                     se m’ami, o padre, che recato ei fia.
canto della stanza Laura ed altre paesane, che         Laura, Contadine                                                                                Di rughe il volto... mira... ho solcato...
mestamente contemplano Luisa.                          Sembra mietuto giglio                       Miller                                              il crin m’imbianca l’età più greve...
                                                       da vomere crudel...                         (guarda fissamente Luisa, poi schiude il foglio     L’amor che un padre ha seminato
Laura, Coro                                            Un angiol, che in esiglio                   e legge)                                            ne’ suoi tardi anni raccoglier deve...
(fra loro)                                             quaggiù mandava il ciel!                    “Orribil tradimento                                 Ed apprestarmi, crudel, tu puoi
Come in un giorno solo,                                                                            ne disgiunse, o Rodolfo... un giuramento            messe di pianto e di dolor?
come ha potuto il duolo                                                                            più dir mi toglie... havvi dimora, in cui           Ah! nella tomba che schiuder vuoi
stampar su quella fronte                               Scena seconda                               nè inganno può, nè giuro                            fia primo a scendere il genitor!
così funeste impronte?                                 Miller e dette.                             aver possanza alcuna... ivi t’aspetto...
Sembra mietuto giglio                                                                              come di mezzanotte udrai la squilla,                Luisa
da vomere crudel...                                    Miller                                      vieni...”                                           Ah! no, ti calma, o padre mio...
Un angiol, che in esiglio                              Luisa!... figlia mia!...                    (gli cade il foglio di mano)                        Quanto colpevole, ahimè, son io!...
quaggiù mandava il ciel!                               (Luisa gettasi nelle sue braccia)                     Sotto al mio piè il suol vacilla!...      Non pianger... m’odi!
                                                                                                   (resta un momento trambasciato e silenzioso,
Laura                                                  Laura                                       indi volgesi a Luisa con voce tremula)              Miller
(accostandosi a Luisa)                                 		                    Quel casto amplesso   Quella dimora... Mancarmi sento!...                 		                   Luisa...
O dolce amica, e ristorar non vuoi                     deh! non turbiam... sia testimon soltanto   Quella dimora saria?                                Luisa
di qualche cibo le affralite membra?                   tra figlia e padre Iddio!                                                                       			                          Il foglio
                                                       (si ritira colle compagne)                  Luisa                                               (facendolo in pezzi)
Luisa                                                                                              		                   La tomba!
No.                                                    Miller                                      (Miller inorridisce)                                lacero... annullo...
                                                       Pallida... mesta sei!...                    Perché t’invade si gran spavento?
Contadine                                                                                                                                              Miller
  Cedi... all’amistà cedi, Luisa...                    Luisa                                       Miller                                              		                  Vuoi dunque...?
                                                       		                         No, padre mio,   Ah! sul mio capo un fulmin piomba!
Luisa                                                  tranquilla io son.                                                                              Luisa
(sorgendo)                                                                                         Luisa                                               			                                Io voglio
La ripugnanza mia                                      Miller                                      La tomba è un letto sparso di fiori,                per te, buon padre, restare in vita...
rispettate... lo imploro. (A questo labbro                             Del genitore, oh! quanto    in cui del giusto la spoglia dorme;
più non s’appresserà terreno cibo!                     caro lo scampo a te costava!... Io tutto    sol pei colpevoli, tremanti cori                    Miller
Già col pensier delibo                                 da Wurm appresi.                            veste la morte orride forme;                        Fia ver?...
le celesti dolcezze!...)                                                                           ma per due candide alme fedeli
(lo sguardo di lei ricorre involontariamente al        Luisa                                       la sua presenza non ha terror...                    Luisa
tempio)                                                		               Tutto!...                  È dessa un angelo che schiude i cieli,                          La figlia, vedi, pentita
		                      Il tempio, amiche,             Miller                                      ove in eterno sorride amor!                         al piè ti cade...
perchè splende cosi?                                   		                         All’amor tuo,
(le Contadine confuse guardansi l’una l’altra)         per me rinunziasti.                         Miller                                              Miller
		                      Tacete?                                                                    Figlia?... Compreso d’orrore io sono!                                No, figlia mia...
                                                       Luisa                                       Figlia... e potresti... contro... te stessa!...
Contadine                                              		                È ver. (Ma in terra!)     Pel suicida non v’ha perdono!...                    Miller
			                           Ignare                   (va lentamente verso la tavola)                                                                 Sorgi... deh! sorgi... Qui sul mio cor...
siam.                                                                                                                                                  (la rialza, e se la stringe al seno con tutta

                                                  24                                                                                                  25
l’effusione della tenerezza paterna)                    Scena terza                                           per seguirmi agli altari                           Luisa
                                                        Rodolfo e detta.                                      altra donna...                                     (prorompendo in lacrime)
Luisa, Miller                                                                                                                                                    Piangi, piangi... il tuo dolore
Ah! in quest’amplesso l’anima obblia                    Rodolfo                                               Luisa                                              più dell’ira è giusto, ahi quanto!
quanti martiri provò finor!...                          (sommessamente)                                                     Che parli?... Ah dunque!...          Oh, discenda sul tuo core
                                                        		                    Riedi al castello,              Rodolfo                                            come balsamo quel pianto.
Luisa                                                    e sappia il padre mio che presto è il rito           				                                     Invano    Se concesso al prego mio
Però fuggiamo... qui rio periglio                       io qui l’attendo.                                     attendon essi!                                     è d’alzarsi fino a Dio,
mi cingerebbe...                                        (il servo dileguasi)                                  (percorre a gran passi la stanza, si strappa la    otterrò che men funesto
                                                        		                   (Prega!                          sciarpa e la spada, e la getta lungi da sé)        de’ tuoi mali sia l’orror.
Miller                                                  Ben di pregare è tempo.)                                             Addio
                Sano consiglio!...                      (si trae dal seno un’ampolla, e ne versa il liquore   spada su cui difender l’innocente                  Rodolfo
                                                        nella tazza. Luisa sorge, e vistosi Rodolfo           e l’oppresso giurai!...                            Allo strazio ch’io sopporto
Luisa                                                   dinanzi trasalisce)                                                                                      Dio mi lascia in abbandono...
I lumi al sonno chiudi brev’ora...                      Hai tu vergato questo foglio?                         Luisa                                              No, di calma, di conforto
ancor lontano è troppo il dì.                           (spiegandole sott’occhio la lettera scritta a         O giusto ciel!.. Che hai?                          queste lagrime non sono...
Come s’appressi la nuova aurora                         Wurm: Luisa non può rispondere)                                                                          Son le stille, il gel che piomba
noi partiremo.                                          			                               Ebbene?...          Rodolfo                                            dalla vôlta d’una tomba!...
                                                        L’hai... tu... vergato?                               Mi... si chiude... il... respir!                   Goccie son di vivo sangue
Miller                                                  (nel ripetere la domanda egli trema in tutta la                                                          che morendo sparge il cor.
                Sì, figlia, sì.                         persona qual chi aspetta la sentenza di vita o di     Luisa                                              (l’oriuolo del Castello batte le ore. Rodolfo
(avviasi alla sua stanza, poscia ritorna, ed            morte)                                                		                       Deh! qualche stilla       stringe Luisa per mano)
abbraccia ancora una volta la figlia)                                                                         ne suggi ancor... ti fia
                                                        Luisa                                                 ristoro...                                         Donna, per noi terribile
Luisa, Miller                                           (con lo sforzo d’un morente che proferisce            (volendo nouvamente offrirgli la tazza)            ora squillò!... suprema!...
Andrem, raminghi e poveri,                              l’ultima parola)
ove il destin ci porta...                               		                    Sì!...                          Rodolfo                                            Luisa
Un pan chiedendo agl’uomini                             Rodolfo                                                        Ah! quel che m’offre                      Rodolfo...
andrem di porta in porta...                             (cadendo su d’una seggiola)                           par che sappia l’infame!...
Forse talor le ciglia                                   		                           M’arde le vene,                                                             Rodolfo
noi bagnerem di pianto,                                 le fauci... orrido foco... Una bevanda...             Luisa                                                        Nel mendacio
ma sempre al padre accanto                              (accenna verso la coppa; Luisa la porge ad            Rodolfo, e puoi scagliar si rea parola             che non ti colga, oh trema!
la figlia sua sarà!...                                  esso)                                                 contro la tua Luisa?                               Amasti Wurm?
Quel padre e quella figlia                              Amaro è questo nappo.
Iddio benedirà!                                         (dopo aver bevuto)                                    Rodolfo                                            Luisa
(Miller entra nelle sue stanze)                                                                               		                    Ah! lungi, lungi                             Oh! calmati...
                                                        Luisa                                                 da me quel volto lusinghier... quegli occhi
Luisa                                                   		                       Amaro?...                    in cui splende degli astri                         Rodolfo
(s’avvia lentamente all’opposto lato, quando la                                                               raggio più vivo e terso...                         Guai, se mentisci!... Guai!...
sua attenzione è richiamata dai sacri accordi           Rodolfo                                               fattor dell’universo,                              Pria che questa lampada
che partono dal tempio)                                 			                                Bevi!              perché vestir d’angeliche sembianze                si spenga, tu starai
Ah! l’ultima preghiera                                  (Luisa beve: esso impallidisce, e volge altrove lo    un’anima d’inferno?                                dinanzi a Dio!
in questo caro suol dove felice                         sguardo)
trassi la vita!... e dove                               (Tutto è compiuto!)                                   Luisa                                              Luisa
“T’amo” ei mi disse! Altrove                                                                                  		                       E tacer deggio?                         Che? Spiegati...
domani pregherò!                                        Luisa                                                 Deggio?                                            parla...
(inginocchiasi. Intanto ch’ella è tutta immersa         		                   No...
in tacita preghiera, un uomo avvolto in lungo           (silenzio terribile)                                  Rodolfo                                            Rodolfo
mantello si è fermato sulla porta; un famigliare                                                                      T’arretra... In questi                            Con me bevesti
lo segue.)                                              Rodolfo                                               angosciosi momenti                                 la morte!
                                                        		                      Fuggir tu devi...             pietade almen d’un infelice, ah! senti...          (additando la coppa: Luisa accenna di cadere,
                                                        Altr’uomo t’attende per seguirti: attende

                                                   26                                                                                                           27
egli la pone sovra una seggiola)                      Scena quarta                                        Rodolfo
          Al ciel rivolgiti,                          Miller e detti.                                     Ah! tu perdona il fallo mio,
Luisa!                                                                                                    e perdonato sarà da Dio...
                                                      Miller                                              Ambo congiunge un sol destino...
Luisa                                                 Quai grida intesi?... Chi veggo, oh cielo!...       me pure investe di morte il gel...
(dopo qualche momento sorge come animata                                                                  Si, teco io vengo, spirto divino...
da un pensiero)                                       Rodolfo                                             insieme accogliere ne deve il ciel.
        Tu dicesti                                    Chi? L’assassino, misero, vedi
la morte?... Ah! d’ogni vincolo                       del sangue tuo!...                                  Miller
sciolta per lei son io!                                                                                   O figlia, o vita del cor paterno,
Il ver disvelo... apprendilo...                       Miller                                              ci separiamo dunque in eterno?
Moro innocente!                                       		                   Che disse?... Io gelo!...      Di mia vecchiezza promesso incanto,
                                                                                                          sogno tu fosti, sogno crudel!...
Rodolfo                                               Luisa                                               Non è più mio quest’angel santo...
                      Oh Dio!...                      Padre!...                                           me lo rapisce invido il ciel!...
                                                                                                          (Luisa muore)
Luisa                                                 Miller
Avean mio padre i barbari                                      Luisa!...
avvinto fra ritorte...                                                                                    Scena ultima
ed io...                                              Rodolfo                                             Tutti gli altri Personaggi e detti.
                                                                        Ma voglio a’ piedi
Rodolfo                                               colui svenarti...                                   Voci confuse
     Finisci.                                         (raccogliendo la spada)                             (di dentro)
                                                                                                          Profondi gemiti fra queste porte!...
Luisa                                                 Luisa                                               Che avvenne?...
                Io misera...                                          Rodolfo... arresta...
onde sottrarlo a morte...                             Già mi serpeggia... la morte... in sen...           Walter
come quel mostro... intendimi...                      (Rodolfo getta la spada sulla tavola e corre a                        Spenta!
Wurm imponeva a me...                                 Luisa)                                              (che si è inoltrato per il primo)
il foglio scrissi.
                                                      Miller                                              Donne
Rodolfo                                               La morte!... ah!... dite...                         		                       Dio di pietà!
                     Oh fulmine!...                                                                       (si fanno intorno al cadavere di Luisa, presso il
Ed io t’uccisi!...                                    Rodolfo                                             quale è rimasto Miller in ginocchio, immoto e
                                                      		                         Scampo non resta!...     pallido più del cadavere istesso)
Luisa                                                 Un velen bevve!
                     Ahimè!...                                                                            Rodolfo
                                                      Miller                                              (scorto Wurm, ch’è rimasto sulla soglia, afferra
Rodolfo                                                                Figlia!... Un velen!...            velocemente la spada e lo trafigge)
(cacciandosi le mani fra’ capelli, e col grido        (colto da quell’ambascia che non ha parole, si      A te sia pena, empio, la morte...
terribile della disperazione)                         slancia verso la figlia, che annoda le braccia al   (a Walter)
Maledetto il di ch’io nacqui...                       collo paterno)                                      La pena tua mira!
il mio sangue... il padre mio...                                                                          (cade morto accanto a Luisa)
Fui creato, avverso Iddio,                            Luisa
nel tremendo tuo furor!...                            Padre... ricevi l’estremo... addio...               Walter
                                                      mi benedici... o padre mio                          		                 Figlio!
Luisa                                                 La man, Rodolfo... sento mancarmi...
Per l’istante in cui ti piacqui...                    più non ti scerno... mi cinge un vel.               Tutti
per la morte che s’appressa,                          Ah! vieni meco!... Ah!... non lasciarmi...          		                        Ah!
d’oltraggiar l’Eterno, ah! cessa...                   Clemente accogliere... ne voglia... il ciel...
Mi risparmia un tanto orror...

                                                 28                                                                                                           29
Il soggetto

Atto Primo
Amore

Quadro primo. In Tirolo nella prima metà del xvii secolo, sulla piazza di un villaggio.
Luisa ama, ricambiata, Carlo, un giovane che è però sconosciuto agli abitanti del luogo,
compreso Miller, padre di Luisa. Il vecchio soldato viene avvicinato dal cortigiano Wurm,
che è innamorato di Luisa e vorrebbe sposarla. Quando Miller dichiara di non voler
andare contro i sentimenti della figlia (“Sacra è la scelta di un consorte”), Wurm gli svela
che Carlo altri non è che Rodolfo, il figlio del conte di Walter. Quadro secondo. Nel castello
di questi, Wurm rivela l’amore segreto di Rodolfo al conte, ma quest’ultimo ha già deciso
di dare in sposa a Rodolfo, Federica, la duchessa sua nipote, e lo comunica al figlio. Egli,
rimasto solo con Federica, cui è legato da un antico affetto, le confessa la verità, senza
però ottenere dalla giovane, che è sinceramente innamorata di lui, la comprensione
sperata. Quadro terzo. L’azione si svolge in casa di Miller, il quale svela alla figlia l’inganno
di Rodolfo: ma questi, sopraggiunto, giura che il suo amore è sincero e, inginocchiatosi
davanti a Miller, dichiara Luisa sua sposa. Improvvisamente entra il conte che, accusando
Luisa di inganno, ordina che venga arrestata insieme al padre. Rodolfo, dopo aver
invano tentato di opporsi con ogni mezzo al padre, lo minaccia: se la fanciulla non verrà
immediatamente liberata, egli stesso rivelerà pubblicamente come il padre divenne
conte. Walter, disorientato e confuso, ordina la liberazione di Luisa.

Atto secondo
Intrigo

Quadro primo. Nella casa di Luisa, rimasta sola dopo l’arresto del padre, entra Wurm
che, annunciando come prossima l’esecuzione capitale di Miller, avendo osato snudare
la spada dinanzi al conte, propone alla fanciulla un baratto: la libertà del padre in
cambio di una lettera nella quale ella dichiari il suo amore per Wurm e confessi di aver
ingannato Rodolfo per interesse. La fanciulla, dopo un primo, sdegnato rifiuto (“Tu,
puniscimi, o Signore”), deve cedere e viene costretta da Wurm a seguirlo al castello per

                                               31
ripetere la confessione davanti al conte e alla duchessa. Quadro secondo. Nel castello, Walter
e Wurm ricordano come il conte sia giunto al potere assassinando il cugino (“L’alto
retaggio”); Wurm conferma che Rodolfo è al corrente dell’accaduto. Vengono quindi fatte
entrare le due donne e Luisa conferma, in un supremo sforzo, il contenuto della lettera.
Quadro terzo. Nell’appartamento di Rodolfo, al quale un contadino, pagato da Wurm, ha
consegnato la lettera di Luisa, Rodolfo esprime tutto il suo dolore per l’inganno subito
(“Quando le sere al placido”). Entra Wurm, convocato da Rodolfo, che lo sfida a duello:
ma Wurm si sottrae alla prova scaricando in aria la sua pistola e facendo così accorrere
il conte e i suoi servitori. Il conte suggerisce al figlio di vendicarsi del suo amore tradito
sposando Federica.

Atto terzo
Veleno

Quadro primo. In casa di Miller. Mentre si odono gli echi dei festeggiamenti nuziali per

                                                                                                 Verdi sulle Alpi
Rodolfo e Federica, Luisa viene raggiunta dal padre, liberato dal carcere. La giovane
confessa la sua intenzione di togliersi la vita (“La tomba è un letto”), ma poi cede alle
preghiere del padre e gli promette di restare con lui (“Andrem, raminghi e poveri”).
                                                                                                 di Cristina Ghirardini
Mentre Luisa, rimasta sola, continua a pregare, sopraggiunge Rodolfo che, senza farsi
notare, versa del veleno nella brocca d’acqua posta in tavola. Dopo aver chiesto a Luisa se
la lettera a Wurm fosse sua e aver ricevuto una risposta affermativa, Rodolfo beve l’acqua,
                                                                                                 Emanuele Senici, in un articolo nella rivista «19th-Century Music», intitolato Verdi’s
e, dopo aver porto lo stesso bicchiere a Luisa, le rivela che entrambi sono destinati a
                                                                                                 Luisa, a Semiserious Alpine Virgin,1 nell’esaminare le implicazioni della scelta di ambientare
morire. La giovane lo mette allora a conoscenza della verità: Rodolfo, disperato, assiste
                                                                                                 la Luisa Miller in un villaggio alpino del Tirolo, ci invita ad evitare l’errore di ascoltare
Luisa nei suoi ultimi istanti di vita insieme al vecchio Miller. Quando la fanciulla spira,
                                                                                                 l’opera avendo in mente Rigoletto. Se infatti Rigoletto, andato in scena poco più di un anno
entrano i contadini con Walter e Wurm, che viene trafitto dalla spada di Rodolfo prima
                                                                                                 dopo, rappresenta un punto di arrivo nel tentativo di perseguire una “fusione dei generi”,
che anche questi cada esanime.
                                                                                                 conciliando il serio e il comico (su sollecitazione delle idee di Hugo e della lettura di
                                                                                                 Shakespeare), la Luisa Miller invece sembra dimostrare un uso molto più convenzionale
                                                                                                 delle forme musicali, fedele alle soluzioni drammaturgiche sviluppatesi nella prima metà
                                                                                                 dell’Ottocento. L’importanza di quest’opera, andata in scena al San Carlo di Napoli l’8
                                                                                                 dicembre 1839, risiede altrove: il critico Abramo Basevi, contemporaneo del compositore,
                                                                                                 le affidava un ruolo fondamentale nel percorso verdiano poiché essa inaugurava, a suo
                                                                                                 parere, la seconda maniera, in cui alla celebrazione di eventi grandiosi, si sostituiva
                                                                                                 la rappresentazione di individui ed emozioni. Senici ci invita pertanto ad un salutare
                                                                                                 viaggio nei paesaggi alpini in cui sono ambientate varie opere italiane ottocentesche
                                                                                                 e, mettendo in atto una preziosa indicazione metodologica dell’antropologo Clifford
                                                                                                 Geertz, realizza una “descrizione densa” della Luisa Miller gettando luce sui suoi possibili
                                                                                                 legami con altre esperienze teatrali ottocentesche.
                                                                                                 Per quanto riguarda il dramma a cui Verdi attinge, Kabale und Liebe (1783) è tra le opere più
                                                                                                 rivoluzionari di Schiller nel denunciare l’ipocrisia, la corruzione e la violenza della classe
                                                                                                 dominante settecentesca, il servilismo dei sudditi che ritengono loro dovere obbedire ai
                                                                                                 condizionamenti imposti e la cecità di una passione amorosa la quale, nel tentativo di
                                                                                                 affermare il proprio ideale assoluto, porta alla catastrofe. Verdi suggerì per la prima volta
                                                                                                 il soggetto a Cammarano in una lettera del 1846 e alcuni studiosi ritengono che, durante
                                                                                                 il soggiorno parigino nel 1847, il compositore abbia assistito alla rappresentazione
                                                                                                 del dramma nell’adattamento di Alexandre Dumas père, andato in scena l’11 giugno al
                                                                                                 Théâtre Historique.

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Secondo Virginia Cisotti 2 nel dramma di Schiller lo stesso rapporto tra Ferdinand                 opere avevano avuto un notevole successo al San Carlo e nei teatri napoletani negli anni
(Rodolfo nella Luisa Miller) e Luise, prima ancora di essere ostacolato dal Presidente von         immediatamente precedenti la Luisa Miller e Cammarano, attivo nel maggiore teatro
Walter e da Wurm, è minato dalle costrizioni morali a cui Luise accetta di sottoporsi.             partenopeo come poeta e scenografo dal 1834 fino alla morte nel 1852, ebbe modo di
Figlia di un musico in pensione (Miller invece è un soldato nell’opera di Verdi), Luise            occuparsi delle loro riprese.
non accetta la proposta di Ferdinand di fuggire insieme per non disonorare il nome                 La scena iniziale dell’opera con il coro “Ti desta, Luisa, regina de’ cori” per celebrare il
del padre. Miller, benché nel libretto di Cammarano affermi che “Sacra la scelta è d’un            compleanno della giovane (avvenimento assente nel dramma di Schiller), seguito dal
consorte”, è in realtà contrario quanto Walter e Wurm al matrimonio di Luise con                   suono delle campane della vicina chiesa, richiama l’apertura sia della Sonnambula che
Ferdinand, perché appartenenti a ranghi sociali differenti. Quest’ultimo, travolto da una          della Linda, dove la purezza del paesaggio alpino è metafora della casta moralità della
passione egoistica, risulta incapace di fare fronte alle iniquità del mondo in cui vive e il       protagonista. Come nella Sonnambula, un ruolo di rilievo è affidato al clarinetto in
suo tentativo di intimidire il proprio padre, minacciandolo di rivelare il delitto che l’ha        apertura dell’opera e in entrambi i casi il coro è nella tonalità di sol maggiore e in 6/8.
portato ad ottenere il ruolo che ricopre, viene facilmente scardinato dall’intrigo di Wurm.        L’aria di Luisa “Lo vidi, e il primo palpito”, definita da Basevi “una romanza del soprano,
Se nel libretto Rodolfo sembra essere venuto a sapere del delitto per caso, nel dramma             la quale meglio può dirsi cabaletta”, in due quartine di settenari, ricalca la struttura
di Schiller si presuppone che Ferdinand abbia una conoscenza diretta di come il padre              dell’aria di sortita di Linda “O luce di quest’anima”, anch’essa non preceduta da un
sia diventato Presidente, dunque Ferdinand appare pienamente partecipe del mondo                   movimento lento. Inoltre Luisa utilizza uno stile di canto, definito da Basevi “canto
ipocrita e violento di cui Walter è a capo.                                                        staccato”, che richiama lo stile vocale impiegato da Donizetti e da Bellini per le sortite
Cammarano condensa i cinque atti del dramma in un libretto di tre, ciascuno con un titolo:         delle loro eroine, rispettivamente nella Linda e nella Sonnambula, che come Luisa entrano
l’amore, l’intrigo, il veleno. Se i primi due atti del libretto corrispondono rispettivamente      in scena cantando il proprio amore. Il nascondersi dell’amato sotto mentite spoglie, nel
al primo e secondo ed al terzo e quarto atto del dramma, l’ultimo atto del libretto racconta       nostro caso Rodolfo che si presenta come il cacciatore Carlo (la sua identità sarà svelata
gli accadimenti dell’ultimo atto di Kabale und Liebe, dunque amplificando gli eventi che           da Wurm), è anch’esso non insolito nell’opera semiseria. Pure Wurm, infine, appare sotto
portano alla catastrofe finale. Inoltre elimina alcuni personaggi, tra cui l’ambiziosa madre       una nuova luce guardandolo da questa prospettiva: in una lettera del maggio 1849 Verdi
di Luise e il Maresciallo von Kalb, che viene presentato a Ferdinand come l’amante di Luise        chiede a Cammarano di “conservare in tutta la parte di quest’ultimo quel certo non so
e contro cui egli si batte; trasforma Lady Milford (l’amante del duca a nome del quale il          che di comico che servirà a dare maggior risalto alle sue finezze e alle sue scelleraggini”.
Presidente esercita il potere) nella duchessa Federica von Ostheim, amica di infanzia di           In realtà ciò non avvenne e Wurm è un personaggio estremamente negativo, capace di
Ferdinand, e condensa gli accadimenti incentrando tutta la vicenda sulla protagonista.             rompere l’idillio alpino non appena entra in scena, tuttavia non è da escludere che Verdi,
La cecità di Ferdinand è molto mitigata e Rodolfo appare come un amante disperato che              in fase di preparazione, avesse pensato per lui al tipico ruolo di buffo dell’opera semiseria.
suscita la pietà dell’ascoltatore, che non può non commuoversi con lui nel momento in              Il paragone con il genere semiserio dunque, osserva Senici, spiega l’ambientazione alpina
cui canta, nel secondo atto, “Quando le sere al placido”. Il libretto perde la sua carica di       e connota in maniera particolare i personaggi, soprattutto la protagonista, ma sarebbe
contestazione sociale, per concentrarsi invece sull’amore contrastato dei due giovani              un errore considerare la Luisa Miller un’opera semiseria: si tratta infatti di una vera e
protagonisti, tuttavia la sintesi di Cammarano è assai efficace e sfrutta alcune possibilità       propria tragedia, i cui caratteri tuttavia appaiono più chiari se si tengono presenti altre
tecniche del melodramma per meglio definire i rapporti tra i personaggi. Si pensi agli “a          esperienze teatrali europee.
parte” di Luisa e Federica nel confronto tra le due “rivali” nel secondo atto e alla terza scena   Senici infatti vede in quest’opera un legame con il mélodrame francese, in particolare
del terzo atto, (nella quale sono sintetizzate le scene dalla seconda alla settima del quinto      quello teorizzato da Gilbert Pixérécourt, uno dei più importanti autori di questo
atto del dramma): dopo che il padre ha dissuaso Luisa dal suicidio, facendo leva sull’idea che     genere del teatro di parola della prima metà dell’Ottocento. Egli identifica una forma
l’“amor che un padre ha seminato / ne’ suoi tard’anni raccoglier deve”, si presenta Rodolfo,       di mélodrame romantique nel quale gli eroi non sono più i “buoni” ma i “cattivi”. Una
il quale, evitando i penosi dialoghi nel dramma di Schiller con Miller e con Luisa, si limita a    recensione milanese uscita nel «Barbiere di Siviglia» del 1834, in seguito ad una
chiederle “Hai tu vergato questo foglio” e in pochi endecasillabi “tutto è compiuto”.              rappresentazione di Amore e raggiro di Schiller, mette in relazione il dramma con “quella
Il cambiamento della collocazione spazio-temporale della vicenda da parte di                       scuola satanica, che adesso pare sia appena da pochi giorni nata e cresciuta in Francia,
Cammarano, da una città della Germania nel Settecento (la contemporaneità in cui                   mercé l’opera di Hugo, Balzac e compagni”. Il mélodrame infatti fu la fonte da cui
viveva Schiller) a un villaggio nel Tirolo nel Seicento, è il dettaglio da cui parte l’analisi     attinsero varie opere semiserie e in esso si faceva uso del “colore locale” come elemento
di Senici. Pare appunto che l’idea sia venuta al librettista, dato che in una lettera a Verdi      indispensabile per caratterizzare azioni e personaggi. Non è dunque un caso se nelle
del 3 maggio 1849 giustifica la scelta di un villaggio come luogo dell’azione spiegando            prime recensioni della Luisa Miller ci fu chi, come il critico Vincenzo Torelli, o lo stesso
che “ha giovato molto in un subietto nel quale a prima giunta l’intervento dei Cori                Basevi, notò un cambiamento nello stile di Verdi, che faceva tesoro di esperienze fatte
pareva piuttosto impossibile che difficile”. Senici osserva che altrove Cammarano aveva            oltralpe. Così infatti Torelli recensì la prima della Luisa Miller al San Carlo nella rivista
efficacemente inserito parti corali in vicende non ambientate in villaggi e a questo               «L’omnibus»:
proposito suggerisce di riflettere sul legame tra eroine vergini e l’ambientazione
alpina di varie opere italiane rappresentate tra il 1820 e il 1860, tra cui La sonnambula             Il Maestro, dopo di essere stato oltremonti, dopo avere studiate le leggerezze francesi,
di Bellini (Milano, Teatro Carcano, 1831) e Linda di Chamounix di Donizetti (Vienna,                  le combinazioni tedesche, la prosa diremmo armonica dei melodrammi parlati, e gli
                                                                                                      accompagnamenti a rilievo o picchettati, ha voluto tentare il genere campestre a fronte
Kärntnertortheater, 1842), appartenenti al cosiddetto genere semiserio. Entrambe le

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