L'AMORE È UN GIOCO IN CUI SI PERDE - Spazindefiniti

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L’AMORE È UN GIOCO IN
        CUI SI PERDE
                                (Love is a losing game)

                          COMMEDIA DRAMMATICA
                       CON MUSICHE IN QUINDICI QUADRI

                                              DI

                                        ALDO CIRRI

                                       PERSONAGGI

                            LUISA         - attrice, cantante e ballerina
                            VITTORIO      - musicista
                            NADIA         - coreografa
                            GIORGIO       - regista
                            MASSIMO       - compagno di Luisa

                              L’azione si svolge ai giorni nostri
I brani di Amy Whinehouse che la protagonista canterà durante lo spettacolo sono da scegliere tra
                        quelli annotati nell’elenco alla fine del testo.
SCENA
L’azione si sviluppa su tre spazi.
Primo spazio. Tra il fondale e la metà del palcoscenico dove è allestito il miniappartamento di
Luisa: al centro (addossato al fondale) un piccolo divano, davanti ad esso un piccolo tavolo basso
da salotto disseminato di libri, copioni, riviste, ecc. Sulla destra un comodino o un piccolo mobile
con sopra un riproduttore stereo di CD, sulla sinistra un altro piccolo mobile porta-CD con sopra
una lampada da tavolo e una sveglia, ancora più a sinistra una sedia, utilizzata come appendiabiti,
sotto la sedia un piccolo amplificatore con attaccato un microfono (di quelli utilizzati per il
karaoke con la possibilità di registrare). Sul fondale (sopra il divanetto) sono appesi alcune
locandine degli spettacoli di Luisa, alcune foto di scena e un paio di ritratti in bianco e nero fatti in
studio. Illuminazione: due luci di taglio ad altezza d’uomo, provenienti lateralmente dalle quinte e
uno spot ambra puntato sul divanetto. Sulla sinistra si accede ad una cucina e all’uscita
dell’appartamento, sulla destra ad un bagno.
Secondo spazio. Tra la metà del palcoscenico ed il proscenio dove è allestita la zona destinata alle
audizioni per il casting. Sulla sinistra un appendiabiti e una sedia, sulla destra un’asta con un
microfono. Illuminazione: due luci di taglio provenienti dall’alto e lateralmente dalle quinte ed
un’altra color bleu posizionata in alto sul fondale destinata ad illuminare in controluce la
protagonista.
Terzo spazio. Subito sotto il palcoscenico al centro dove è posizionato un tavolo con tre sedie
(rivolte verso il palco) destinate alla commissione esaminatrice per il casting: sul tavolo un
microfono da tavolo, un lettore di CD destinato alla riproduzione della musica e una lampada da
tavolo. Illuminazione: la lampada da tavolo e una luce ambra piuttosto fioca concentrata sul tavolo
della commissione.
Nota: le disposizioni di luci sopra suggerite sono necessarie per suddividere nettamente l’azione
(spaziale e temporale) che si svolgerà, di volta in volta, o nel miniappartamento (primo spazio) o
nel teatro (secondo e terzo spazio). A discrezione della regia, e se consentito dall’attrezzatura
teatrale disponibile, il primo ed il secondo spazio potrebbero essere separati da una veletta
rialzabile nei momenti in cui l’azione si svolge nell’uno o nell’altro. In ogni caso l’utilizzo di
un’impostazione alternativa è sempre a discrezione della regia in base alla disponibilità del parco
luci della struttura teatrale utilizzata.

                                              SIPARIO

                                       PRIMO QUADRO
                                             Primo spazio

Mattina presto. Luisa, in canottiera e piedi scalzi, sta dormendo coperta da un plaid, stravaccata a
sinistra sul divanetto, si capisce che la sera prima è crollata addormentata. Massimo con indosso
solo un paio di bermuda, dorme a destra, ha il braccio sinistro appoggiato sul bracciolo e tra le
dita della mano gli penzolano i resti di una canna. Sul piccolo tavolo ci sono i resti di un panino
consumato a metà, una bottiglia di plastica d’acqua minerale vuota, una bottiglia di birra quasi
vuota e un posacenere stracolmo di cicche. La scena è fiocamente illuminata dal solo spot verticale
color ambra. Suona la sveglia, Luisa emerge dal sonno, allunga una mano e blocca il trillo, resta
ancora qualche secondo immobile con la mano ancora sulla sveglia, si riscuote, se la porta
all’altezza degli occhi per vedere l’ora e solleva la testa.

       LUISA - (con la bocca impastata) Merda!

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Sbatte bruscamente la sveglia sul mobiletto e abbandona di nuovo la testa. Un secondo dopo si
passa le mani sugli occhi e, faticosamente, si tira su a sedere. Si guarda intorno imbambolata
cercando di rientrare nella realtà, sbadiglia, aggrotta le sopracciglia, poi distrattamente si gira e
scorge Massimo.

        LUISA - (scoraggiata) Oh, no! Uff!

Sbuffa, allontana il plaid e finalmente si alza in piedi. Sbadiglia, si stira poi, trascinandosi a piedi
scalzi, si sposta sulla destra della scena e sparisce dietro la quinta. Un secondo dopo, come se
fosse stata aperta una finestra nel bagno, una luce di taglio proveniente da destra, illumina la
scena. Poco dopo Luisa esce da dietro la quinta, si guarda intorno quindi sbuffa di nuovo
massaggiandosi il collo insonnolita.

        LUISA - (arricciando il naso) Che letamaio!

Si sposta sulla sinistra e scompare dietro la quinta. Un secondo dopo si accende un’altra luce di
taglio, come se fosse stata accesa la luce della cucina. Un secondo dopo Luisa rispunta dalla
quinta con un sacco di plastica per spazzatura tra le mani, fa il giro della stanza e butta dentro la
canna di Massimo, il panino mezzo consumato, le bottiglie vuote, ci svuota il posacenere, infine
scuote Massimo.

        LUISA - Ehi, datti una mossa! Tra un quarto d’ora devo uscire, alle dieci ho un’audizione,
vedi di levare le tende!

Luisa chiude il sacco e si avvia verso la cucina.

        LUISA - (entrando nella cucina) Dai svegliati… (affacciandosi un attimo dalla quinta)
scètate songh’e nnove1

Dalla cucina provengono rumori di cocci e metallo: Luisa sta preparando il caffè. Massimo
lentamente esce dal sonno, si alza a sedere sul divano e si guarda attorno stralunato.

        MASSIMO - (con la voce impastata) Ma… che ore sono…?
        LUISA - (dalla cucina) Te l’ho detto: “songh’e nnove”, fra venti minuti devo uscire,
(affacciandosi) e tra venti minuti anche il tuo sedere deve uscire da qui! Chiaro?! (scompare di
nuovo dietro la quinta).

Massimo si solleva in piedi a fatica, rovista tra le cose sparse sul tavolinetto come per cercare
qualcosa, poi si guarda intorno.

        MASSIMO - (c.s.) C’è rimasto qualcosa da fumare?

Luisa esce dalla cucina, si avvicina alla sedia e recupera i vestiti ripiegati su di essa. Poi lo guarda
sospirando.

        LUISA - Non ti è bastato tutto quello che ti sei fumato ieri sera? Se continui così il fegato ti
farà causa!

1 Famosa battuta della commedia “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo.
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Luisa esce dalla quinta di destra. Un secondo dopo si sente rumore di acqua che scorre: Luisa sta
facendo toeletta. Massimo si alza, rabbrividisce tirandosi il plaid sulle spalle, poi inizia ad
aggirarsi stralunato per il piccolo appartamento in cerca di fumo, è il ritratto dell’abbandono e
dello squallore.

       LUISA - (dal bagno) Piuttosto beviti un caffè… mettiti qualcosa sullo stomaco… ieri sera
non hai nemmeno finito il panino.

Massimo entra ciabattando in cucina.

         LUISA - (dal bagno) Io non so se ce la faccio a rientrare per pranzo… ti lascio dieci euro,
vatti a comprare qualcosa da mangiare e lascia stare le sigarette! Non ho idea di quanta gente ci sarà
all’audizione e quanto durerà… (esce dal bagno infilandosi una maglietta) c’è caso che debba
aspettare tutto il giorno il mio turno… (indossata la maglietta si accorge che Massimo non è in
stanza)… ma… dove sei?

Massimo spunta dalla cucina frugando dentro il sacco della spazzatura che tiene in mano. A Luisa
cadono le braccia.

       LUISA - (demoralizzata) Oh merda!

Si avvicina e gli strappa il sacco di mano.

       LUISA - (c.s.) Ma non ti vedi?... Sembri un pezzente! (guardandolo) Ma cosa devo fare con
te?
       MASSIMO - (con voce impersonale) Dammi le sigarette.

Luisa sospira, recupera la giacca appoggiata alla sedia, la indossa, afferra la borsa, tira fuori un
pacchetto di sigarette, sospira e lo tira a Massimo che cerca di afferrarlo al volo, ma senza
successo e il pacchetto cade a terra. Massimo si china a raccoglierlo ma, ancora intontito dalla
canna, scivola a terra seduto. Luisa lo guarda con commiserazione.

       LUISA - Vedi di darti una lavata… puzzi come un caprone!

Massimo, senza degnarla di uno sguardo, recupera le sigarette si alza in piedi e sparisce in cucina
per accenderne una.

       LUISA - Be’… non mi saluti?
       MASSIMO - (dalla cucina) Ciao.
       LUISA - (demoralizzata) Ecco… appunto…

Luisa esce da destra. Un attimo dopo Massimo, con la sigaretta in bocca, esce dalla cucina e,
ciabattando, entra nel bagno.

                                     SECONDO QUADRO
                                              Terzo spazio

Mattina inoltrata. Le luci sul primo spazio si spengono. Si accende solo la luce ambra sul tavolo
della commissione. Dal fondo della sala entrano Vittorio, Nadia e Giorgio, ognuno di loro ha una
cartellina in mano, chiacchierando si avvicinano al tavolo. Ognuno si sfila la giacca o il giaccone
appoggiandoli alle spalliere delle sedie. Giorgio si appoggia al bordo del palcoscenico apre la
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cartellina e scorre i curriculum, Nadia si siede al tavolo e fa altrettanto, Vittorio si appresta ad
mettere in funzione l’impianto di amplificazione. Dopo una trentina di secondi Giorgio chiude la
cartellina, incrocia le braccia e sbuffa. Vittorio e Nadia lo guardano perplessi.

        GIORGIO - (seccato) Uff… non ci siamo!
        NADIA - Ne abbiamo viste undici, ne dobbiamo vedere ancora cinque… non è detta
l’ultima parola.
        VITTORIO - Ho paura che dovremo abbassare le nostre pretese.
        NADIA - … e prepararci a lavorare su quello che passa il convento.
        GIORGIO - (facendo qualche passo nervoso) Questo è uno spettacolo particolare, dobbiamo
trovare una ragazza e trasformarla in Amy Winehouse, ogni movimento, ogni sguardo, ogni nota…
perfino il barcollare da ubriaca dovrà essere perfetto! Il pubblico deve avere la sensazione che sul
palcoscenico ci sia lei!
        NADIA - (c.s.) Se volevi fare una puntata di “Tale e quale” dovevi cercarti un’imitatrice!
        GIORGIO - (infervorato) No, non si tratta di fare un’imitazione o… peggio ancora, una
caricatura, da questi provini deve uscire qualcuno in grado di “essere” Amy e non semplicemente di
rappresentarla.
        VITTORIO - (con un ghigno) Proviamo a farle scolare una bottiglia di vodka per vedere
come regge l’alcool.
        NADIA - (sghignazzando) … magari corretta all’ecstasy!
        GIORGIO - (c.s.) Non basta…

Vittorio e Nadia lo guardano seri.

        VITTORIO - Stai scherzando?!
        NADIA - Dico… ma sei impazzito?
        GIORGIO - (c.s.) Amy nella sua breve esistenza attraversò molti inferni… droga, alcool,
bulimia, anoressia, depressione, chi interpreterà il personaggio dovrà essere disposta ad…
attraversare gli stessi inferni.

Nadia guarda prima Vittorio e poi di nuovo Giorgio.

         NADIA - (perplessa) Cosa vuoi dire?
         VITTORIO - Sì, spiegati.

Pausa.

       GIORGIO - La vita regalò ad Amy il talento e lei ricambiò con tutto quello che poteva dare,
più quello che non poteva permettersi di dare: la somma dei prezzi da pagare fu troppo alta…
       VITTORIO - … e lei la pagò tutta… fino in fondo!
       NADIA - Interessi compresi.
       GIORGIO - (sorridendo) Bravi… ed è proprio tutto questo che deve uscire da questo
spettacolo!

Vittorio e Nadia si guardano.

        NADIA - (con un ghigno) Messa così la cosa diventa terribile ed affascinante al tempo
stesso, ma hai un’idea del lavoro che dovrà essere fatto sull’interprete?
        VITTORIO - Cavolo, dovrà essere quasi… violentata per poter arrivare a essere Amy!
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Pausa.

      GIORGIO - (deciso) Appena individueremo la potenziale protagonista, dovremo iniziare a
“plasmarla” fin dal primo provino senza che lei se ne renda conto!
      VITTORIO - Uff… sarà un lavoraccio!
      NADIA - Più che altro un lavoro infame!
      GIORGIO - È la condizione per trovare se, da qualche parte, esiste ancora l’anima di
Amy… per questo dobbiamo cambiare completamente l’approccio.
      NADIA - Cioè?

Pausa.

         GIORGIO - L’interprete dovrà sapere… a cosa va incontro.
         NADIA - Diamine, è uno spettacolo teatrale, mica una condanna a morte!
         VITTORIO - (rispondendo a Nadia, ma guardando Giorgio) Tu credi?

Nadia per un momento li guarda smarrita.

         NADIA - Ehi ragazzi, non scherziamo!

Pausa.

         GIORGIO - (riscuotendosi) Ok, vogliamo cominciare?

I tre vanno a sedersi al tavolo: Giorgio al centro, Nadia a sinistra e Vittorio a destra. Giorgio
accende la luce sul tavolo quindi si rivolge al tecnico nella cabina di regia.

         GIORGIO - (ad alta voce) Accendi le luci laterali e spegni la sala.

Si accendono le luci di taglio del secondo spazio.

                                       TERZO QUADRO
                                        Secondo e terzo spazio

I tre confabulano fra loro ancora per qualche secondo.

         GIORGIO - (parlando al microfono da tavolo) Bene, avanti la prima!

Da destra entra Luisa, con un giubbotto e una borsa in mano e, sorridente, si ferma al centro del
palcoscenico.

         LUISA - Buongiorno.
         NADIA - Appoggi pure la sua roba su quell’appendiabiti.
         LUISA - Grazie.

Luisa esegue poi ritorna al centro del palcoscenico davanti al microfono.

         GIORGIO - (al microfono scostante) Buongiorno, nome e cognome?
         LUISA - Luisa Montanari.
         GIORGIO - (al microfono) Ci dica qualcosa di lei.
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LUISA - Ho ventisette anni, sono di origini toscane ma vivo a Roma da due anni per cercare
di entrare il più possibile nella professione. Ho studiato teatro, canto e danza ed ho partecipato a
vari spettacoli sia musicali che non....
        NADIA - Ce ne può citare qualcuno?
        LUISA - “Mary Poppin’s”, “Così come vi pare”, “Taxi a due piazze”, “Aggiungi un posto a
tavola”…
        GIORGIO - (al microfono interrompendola brusco) Bene… come saprà lo spettacolo è
improntato sulla figura di Amy Winehouse, quello che noi vogliamo non è un’attrice o una cantante
che la interpreti o la ricordi, (poi squadrandola intensamente con voce profonda) a noi serve lei qui!
Ora! In carne ed ossa! Fresca di resurrezione!
        LUISA - Capisco.

Pausa. Luisa è intimorita e innervosita, ma riesce a controllarsi e a mascherare l’emozione.

         GIORGIO - (al microfono quasi minaccioso) Ciò che vogliamo va oltre Stanislavskij.
Durante la preparazione del lavoro la personalità del candidato dovrà essere demolita per poi essere
ricostruita pezzo per pezzo! (si alza in piedi appoggiando i pugni sul tavolo e squadra intensamente
Luisa) Alla fine sul palco ci dovrà essere Amy, con il suo talento e la sua musica, ma anche con
tutte le sue paure, i suoi inferni e i suoi fantasmi!

Durante tutta la battuta di Giorgio Luisa si tormenta le mani impacciata.

       LUISA - Io… scusatemi…

Li guarda di nuovo, abbassa lo sguardo, corre a recuperare borsa e giubbotto poi, imbarazzata, si
ferma al centro del palco.

       LUISA - Scusatemi… vi ho fatto perdere tempo… grazie per la pazienza… buonasera.

Per un secondo tutti restano a bocca aperta. Luisa sta per uscire. Vittorio, si riprende dallo
stupore, e la ferma.

       VITTORIO - (alzandosi) Aspetti!

Luisa si ferma senza voltarsi.

       NADIA - (osservandola perplessa) C’è qualcosa che non va?

Luisa si volta lentamente con lo sguardo abbassato e scuote la testa.

       NADIA - (sussurrando a parte a Vittorio e a Giorgio) Lascia stare, non possiamo perdere
tempo, facciamo entrare un’altra.
       VITTORIO - (sussurrando a parte a Nadia e a Giorgio) Aspettate un attimo… (poi di
nuovo a Luisa) Posso sapere cos’è che le ha fatto cambiare idea così all’improvviso?
       NADIA - (sussurrando a parte a Vittorio) E lascia perdere!
       VITTORIO - (con un gesto zittisce Nadia) … non è nostra intenzione spaventare i candidati,
ma…
       NADIA - (interviene brusca)… ma le regole devono essere ben chiare per tutti.

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Vittorio da una gomitata a Nadia.

       LUISA - (turbata) Scusate il problema non è interpretare Amy Winehouse … (la voce le si
ferma in gola e gli occhi si inumidiscono)… anzi…
       VITTORIO - (incuriosito) E allora?

A Luisa tremano le mani e non riesce ad spiccicare parola.

        GIORGIO - (al microfono seccato) Signorina, dobbiamo proseguire con le audizioni, se
ritiene di non essere in grado di affrontarla, la prego di accomodarsi.
        VITTORIO - (la blocca con un gesto, poi a Luisa) Aspetti un momento!

Vittorio si alza, prende Giorgio per un braccio, lo fa alzare e lo trascina ad alcuni metri di distanza
dal tavolo lungo il corridoio centrale.

        VITTORIO - (a Giorgio a parte) Non ti sembra di esagerare?
        GIORGIO - (ironico) Vuoi che le offra un aperitivo con stuzzichini? (poi brusco indicando
il palcoscenico) Ti ricordo che da questo casting deve uscire Amy Winehouse e non la piccola
fiammiferaia!

Pausa. Vittorio è meditabondo.

       VITTORIO - Va bene, però voglio essere sicuro che non stiamo sbagliando.
       GIORGIO - (sollevando l’indice sotto il naso di Vittorio) Una sola possibilità, non una di
più!

I due ritornano al tavolo.

       VITTORIO - (garbato) Luisa, è sicura di voler rinunciare all’audizione?

Pausa. Luisa continua a tormentarsi le mani.

        VITTORIO - Ovviamente è una sua scelta, ma vorrei capire…
        LUISA - (esita poi, con un groppo in gola parla tutta d’un fiato)… Io… io ho attraversato
gli stessi inferni e le stesse paure di Amy… ne sono uscita a stento e… non ancora del tutto…
anch’io ho i miei fantasmi… che ancora mi perseguitano… vedo ancora troppe ombre, scusate…
non voglio ripassarci un’altra volta e per di più… su un palcoscenico, io… ho… paura di… avere
paura… (poi frettolosa) grazie, scusate ancora… arrivederci.

Luisa abbassa lo sguardo confusa, poi si volta di scatto ed esce da destra. I tre si guardano fra loro
stupiti, restano così per alcuni attimi poi il primo a riprendersi è Giorgio che sobbalza sulla sedia.

       GIORGIO - (a Nadia) Vai! Fermala e riportala indietro! (a Vittorio) Tu vai a dire alle altre
candidate che per oggi le audizioni sono sospese, avvertiremo noi quando riprenderanno!

Vittorio e Nadia, salgono sul palcoscenico ed escono dalle quinte.

        GIORGIO - (fra sé con lo sguardo perso nel vuoto) Bisogna piangere le stesse lacrime per
capire e vivere lo stesso dolore.

                                    QUARTO QUADRO
8
Secondo e terzo spazio

Da destra rientra Nadia spingendo delicatamente Luisa per un braccio.

       NADIA - (sorridendo) Ripresa al volo mentre usciva.
       LUISA - (stupita e frastornata) Ma cosa…?

Da sinistra rientra Vittorio.

        VITTORIO - Ho avvertito le altre, possiamo cominciare.
        LUISA - (sempre più stupita) Come?! Ma cosa significa?!
        GIORGIO - Signorina, ho alcune idee in testa ma, per sapere se sono giuste, ho bisogno che
lei faccia l’audizione.

Luisa lo guarda smarrita, poi sposta lo sguardo su Nadia ed infine su Vittorio che le fa un cenno
rassicurante con la testa, infine guarda di nuovo Giorgio.

       LUISA - (frastornata) Va… va bene.

Nadia e Vittorio scendono del palco e raggiungono il tavolo della commissione.

        GIORGIO - Bene, vorremmo iniziare con una breve coreografia, le ricordo che anche se
nello spettacolo non è previsto che la protagonista balli, devo rendermi conto della sua padronanza
della scena.
        NADIA - Che cosa ha preparato?
        LUISA - S… sì, sì, un momento…

Rapidamente Luisa lascia di nuovo giacca e borsa sull’appendiabiti, poi inizia a frugare
febbrilmente dentro la borsa.

       LUISA - (agitata) Un attimo… ce l’avevo proprio qui a portata di mano… scusatemi…

Giorgio e Nadia si scambiano un’occhiata. Luisa nel frattempo estrae un CD dalla borsa.

       LUISA - (trionfante lo porge a Nadia) Ecco!
       NADIA - (guarda il CD) Che cos’è?
       LUISA - Si tratta di: TITOLO DEL BRANO E AUTORE
       NADIA - Prego.

Nadia porge il CD a Vittorio che lo carica sul lettore.

       LUISA - (a Vittorio) … Guardi è il primo file… gli altri sono basi musicali.
       VITTORIO - (trafficando con il lettore) Va bene.
       GIORGIO - Ha bisogno di qualcosa di particolare per l’esecuzione?
       LUISA - No… no, grazie.

Vittorio guarda Luisa in attesa di un cenno.

       LUISA - (sorridendo incoraggiata) Quando vuole.
                                                                                                  9
QUINTO QUADRO
                                            Secondo spazio

Luisa prende posizione. Giorgio fa alcuni cenni al tecnico nella cabina di regia: la luce ambra
sulla commissione si spegne, le luci di taglio nel secondo spazio si abbassano e si intensifica la
luce bleu in alto sul fondale, Luisa si trova praticamente in controluce. Vittorio fa partire la musica
e Luisa inizia a ballare. Ad un certo momento della coreografia Nadia fa un cenno a Vittorio che
inizia ad abbassare la musica.

       NADIA - Basta così grazie.

Vittorio abbassa del tutto la musica e Luisa si ferma con un movimento leggero ed elegante.

                                      SESTO QUADRO
                                        Secondo e terzo spazio

Giorgio fa un cenno verso la cabina di regia e le luci ritornano come prima della coreografia.
Nadia annota qualcosa sul suo block notes.

       VITTORIO - Parliamo di quello che ci interessa più da vicino… ci racconti le sue
esperienze musicali.
       LUISA - Ho studiato canto e tecniche vocali con CITA ALCUNI INSEGNANTI…
       VITTORIO - (leggendo il curriculum) Vedo che è specializzata in canto jazz?
       LUISA - Sì, ho cantato con alcuni gruppi e…

Giorgio si alza in piedi improvvisamente.

       GIORGIO - (interrompendola) Un momento, vorrei cambiare la sequenza dell’audizione!
       VITTORIO - (guardandolo perplesso) Ok… come vuoi.
       GIORGIO - (a Luisa) Ha preparato un monologo?
       LUISA - (presa alla sprovvista) Sì… di che tipo?
       GIORGIO - Iniziamo con uno comico.

Vittorio e Nadia si guardano tra loro perplessi e poi guardano Giorgio.

       LUISA - (sorride) Certo…
       VITTORIO - (perplesso a Giorgio) Ma…

Giorgio zittisce Vittorio con un gesto. Luisa abbassa la testa, si concentra un attimo e inizia.

        LUISA - (come se si rivolgesse alle donne del pubblico) Alzi la mano chi di voi non ha
avuto il suo sabato sera con il cosiddetto “uomo giusto”? (Pausa, poi ridendo) Vi si è anchilosato il
braccio o avete raggiunto la pace dei sensi? (Guarda Nadia come se fosse una ragazza fra il
pubblico e fa finta che sia brutta) Tu anche se non lo alzi... (le fa un gesto con indice e pollice
aperti) Niente eh? E dai non fare quell’espressione triste, su con la vita, sorridi!... Ah, stai già
ridendo? (Rivolta a Giorgio) Ce l’hai tu in gestione? Non te la prendere il peggio non muore mai,
pensa a quello che passa le serate con Rosy Bindi! (Pausa) Ricordo un’amica mia... era talmente
brutta che, ogni volta che si spogliava, il guardone della finestra di fronte si addormentava! (Pausa)
La volta che provò ad iscriversi ad un club di cuori solitari, le risposero incazzati: “Non siamo

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solitari fino a questo punto!” (Rivolgendosi di nuovo a Nadia) Siamo lì eh? Su, su, coraggio, c’è
sempre la chirurgia plastica… devi solo avere il coraggio di affrontare il preventivo! (Di nuovo a
tutto il pubblico) Insomma, chi non ha avuto il proprio sabato sera di follie? La propria “febbre del
sabato sera”? (Scimmiottando il dialogo tra due amiche) «Sai cara, ieri sera mi ha agganciato un
tipo che… beh te lo puoi immaginare» (l’attrice si passa un dito sotto il naso e fa una smorfia come
per dire: “immaginatevi la puzza sotto il naso”), e l’amica invidiosa: «Dai su raccontamelo!», e
l’altra perfida: «Mi ha invitato a cena, mi ha riportato a casa con la Maserati e poi mi ha invitato a
bere un drink nel suo attico, non puoi capire che sciccheria.» Non dite mai una cosa del genere!
Perché state tranquille che l’amica penserà: “Capirai: ti avrà fatto mangiare un pizza rancida, ti sarà
venuto a prendere con un furgone e ti avrà offerto una spremuta di pompelmo dimenticata nel frigo
da tre generazioni!” (Pausa) A proposito di auto, bisogna sempre prendere con il beneficio di
inventario le affermazioni maschili: Se un uomo sostiene che, da bravo cavaliere apre sempre la
porta dell’auto alla moglie... o è nuova l’auto o è nuova la moglie! (Pausa) Inoltre se qualcuno vi
dice «Ti passo a prendere tra le 8 e le 8.30!» non illudetevi, non ha la macchina lunga è solo
ritardatario per natura. (Pausa) I tipi che si possono incontrare in un’avventura da sabato sera, con
svariate sfumature, sono sostanzialmente tre: il coatto, l’intellettuale e il dandy. Il coatto, parola che
in romano significa “trucido”,… (osserva le reazioni del pubblico, poi ironica) diciamo: “ragazzo
alquanto bricconcello e mattacchione” si, insomma, quello che ti viene a prendere con una moto che
fa passare un’Harley Davison, ma che al massimo è il motofurgone a cui ha tolto il cassone e con il
quale la domenica vende panini e salsicce allo stadio. Indossa un regolamentare giubbotto di cuoio
ancora fresco di concia, jeans, stivaloni, catene, borchie, punte disseminate dovunque… della serie:
(scimmiottando la voce registrata negli ascensori dei grandi magazzini) “Terzo piano, reparto
ferramenta e utensileria”, ed ha talmente tanti tatuaggi addosso, che sembra un piano regolatore
edilizio! (Pausa) Porta capelli lunghi con sospetto agriturismo di pidocchi incorporato e, come
optional, emana un leggero odore di spremuta di aglio con retrogusto di calzini di lana fermentati
nelle Adidas per una settimana (pausa). Il coatto è quello che alle dieci vi trascina al concerto di
Vasco Rossi. Alle due vi porta in birreria per mostrarvi agli amici, dove vi beccate una processione
di pacche sulle spalle, qualche palpeggiamento di verifica del contenuto degli slip ed un
campionario di rutti post-Peroni. Alle tre vi bacia con una lingua che sembra una smerigliatrice
intinta in una spremuta di cozze. Alle quattro vi trovate a pensare che se magari si gira sul fianco
sinistro, forse russerebbe di meno….

Il punto di interruzione del monologo è a discrezione della regia.

        GIORGIO - (interrompendola) Va bene, grazie, basta così... (si alza) ci rivediamo domani,
si prepari qualche brano di Amy.
        LUISA - (disorientata) Va…va bene.

Vittorio riconsegna il CD a Luisa. Tutta la commissione, senza degnarla di uno sguardo, raccoglie
le proprie cose. Luisa per un attimo resta confusa al centro del palco senza saper cosa fare, alla
fine si riprende, quindi recupera borsa e giubbotto.

       LUISA - (c.s.) A… arrivederci.

Nessuno le risponde. Luisa abbassa la testa e, senza dire altro, esce da destra.

                                     SETTIMO QUADRO
                                              Terzo spazio

                                                                                                       11
Vittorio e Nadia si fermano e si guardano tra loro perplessi. Giorgio con noncuranza fa un gesto
verso la cabina di regia ed il tecnico spenge le luci sul palco, poi continua a recuperare le sue
cose.

        VITTORIO - Perché le hai fatto recitare quella stronzata?
        GIORGIO - (indicando il palcoscenico) Se dentro quella ragazza c’è quello che penso, devo
farle sputare fuori tutto, stronzate comprese!
        NADIA - (inquieto) Tu non vuoi fare uno spettacolo, tu vuoi fare un gioco al massacro!
        GIORGIO - (guardandolo) … esattamente ciò che fu la vita di Amy Winehouse!
        VITTORIO - Mi stai spaventando.
        GIORGIO - (spiega) Quando gli artisti arrivano al “top” della fama si sentono “incompleti”
e questa sensazione li tormenta e li spinge alla ricerca della performance perfetta nella speranza di
potersi salvare dal terrore di non essere all’altezza. (infervorato) Il mondo li ama, hanno le più belle
stanze d’albergo, i migliori tavoli al ristorante, ma sono sempre sul punto di perdersi, pensano che
diventando delle star nessuno possa più fargli del male, ed è qui che si sbagliano perché il male
nasce direttamente dentro di loro!
         NADIA - E allora?
        GIORGIO - (c.s.) Quando hanno un riconoscimento pubblico si esaltano, si sentono adorati,
onnipotenti, ma la loro forza è tutta lì, è una sicurezza fatta di illusioni, per questo la parte più
autentica non cresce, la maturazione affettiva si ferma finché non arrivano le conseguenze: sbalzi
d’umore, gelosia patologica, ipocondria, perfezionismo. Gli artisti hanno più disturbi della media
della popolazione e l’ambiente in cui vivono non fa altro che accentuare lo squilibrio. È un serpente
che si mangia la coda, un gioco perverso dal quale, per molti, è difficile uscire.

Pausa. Nadia e Vittorio lo guardano stupiti.

        GIORGIO - (indicando di nuovo il palcoscenico) Quella ragazza queste cose non le sa, ma
sta vivendo gli stessi tormenti e, se non mi sono sbagliato, è la terra perfetta per seminare!

Giorgio finisce di raccogliere la sua roba e, senza dire altro, esce dal fondo della sala. Nadia e
Vittorio si guardano, Nadia raccoglie rapidamente le sue cose e si affretta per raggiungere
Giorgio.

       NADIA - (uscendo dalla sala) Giorgio aspetta…!

Vittorio resta un attimo pensieroso, sospira, spenge la luce sul tavolo infine esce anche lui. Si
spenge la luce ambra sul terzo spazio.

                                     OTTAVO QUADRO
                                             Primo spazio

Sera. Si accendono le luci sul primo spazio. La scena è vuota. Un secondo dopo Luisa entra da
sinistra, si guarda intorno scoraggiata, appoggia borsa e giubbotto sulla sedia, si massaggia un
po’ il collo, si stira e infine si lascia cadere sul divanetto rimanendo con gli occhi aperti a
guardare il soffitto. Dopo qualche secondo da destra entra Massimo a piedi nudi, indossa i soliti
bermuda ed una vecchia e stinta maglietta, ha in mano una tazza fumante e una sigaretta nell’altra.
Si ferma al limite destro della scena a guarda Luisa in silenzio. Massimo barcolla leggermente
come se facesse fatica a restare in piedi, Luisa dopo qualche secondo si volta e lo guarda
sconsolata.

       LUISA - (con voce stanca) Sei ancora vivo?
12
Massimo scrolla le spalle.

       MASSIMO - (con voce atona) Com’è andata?
       LUISA - (tornando a guardare il soffitto) Forse di merda, forse anche peggio… non lo so,
domani ci devo ritornare.
       MASSIMO - (c.s.) A fare cosa?
       LUISA - Mi hanno detto di portare qualche brano di Amy Winehouse… stanno preparando
uno spettacolo su di lei.
       MASSIMO - (c.s.) Se ti vogliono rivedere non è andata poi così di merda.
       LUISA - Non lo so… è quello che mi ha detto il regista che… che mi fa paura.
       MASSIMO - (curioso) Cioè?

Pausa.

        LUISA - (sospirando) Non vogliono qualcuno che la interpreti, ma che la resusciti…
talento, musica, paure, inferni, fantasmi… magari anche anoressia… tutto in un pacchetto!
        MASSIMO - (risvegliandosi un po’ dall’apatia) E allora?
        LUISA - (voltandosi a guardarlo) Devo ricominciare a bere a fumare e a bucarmi di nuovo
solo per ottenere la scrittura? No, grazie… ho troppa paura di... guardarmi dentro e ritrovare…
(pausa poi guardando di nuovo il soffitto) lasciamo perdere.

Pausa.

         MASSIMO - (facendo spallucce) Cantare qualche brano di Amy non ti costa nulla.
         LUISA - (sospirando) Sì… sì, certo… come no.

Pausa. Poi Luisa si tira su a sedere e si volta verso di lui.

       LUISA - (speranzosa) Una volta eri buon musicista e un ottimo tecnico audio… perché non
mi dai una mano?

Massimo la guarda senza mutare atteggiamento.

         LUISA - (c.s.) E dai!

Pausa.

         MASSIMO - Dammi il CD.

Luisa, risollevata, si alza in piedi, rovista dentro la borsa e tira fuori il CD.

         MASSIMO - Accendi l’ampli2.

Luisa tira fuori il piccolo amplificatore da sotto la sedia, vi collega il microfono e l’accende.
Massimo si siede sul divanetto vicino allo stereo e carica il CD. Luisa fa qualche prova con il
microfono per vedere se funziona. Massimo dà l’impressione di essere riuscito a scrollarsi di dosso
un po’ di apatia.
2 Amplificatore
                                                                                                 13
MASSIMO - Iniziamo con: 1° BRANO.
       LUISA - Va bene.
       MASSIMO - Dunque… Amy era un contralto con un’estensione vocale di tre ottave e un
semitono, quindi non ti impiccare con le note basse e controlla il respiro.
       LUISA - (sorridendo e parlando al microfono) Sì capo!
       MASSIMO - Proviamo anche a registrare… vai.

Massimo fa partire la musica. Luisa, mentre scorrono le note dell’introduzione, guarda in alto.

       LUISA - (sghignazzando) Condominio, stanotte starai sveglio ad ascoltare la musica di
Amy!

                                      NONO QUADRO
                                            Primo spazio

Luisa inizia a cantare. L’impostazione delle luci può essere la stessa del quinto quadro o diversa a
discrezione della regia. Finita l’esecuzione Luisa si siede con i gomiti sulle ginocchia e la testa
bassa come se sentisse tutto il peso di interpretare un personaggio così complesso. Terminato il
brano tutte le luci in scena sfumano fino al buio. Massimo e Luisa escono di scena non visti dal
pubblico.

                                    DECIMO QUADRO
                                            Terzo spazio

Giorno successivo, mattina inoltrata. Si intensifica la luce ambra sul tavolo della commissione. Dal
fondo della sala entrano Giorgio, Nadia e Vittorio. I tre raggiungono il tavolo, si tolgono giacche e
giacconi e si siedono.

       GIORGIO - È arrivata?
       VITTORIO - Sì è di là.
       GIORGIO - Che aspetto ha?
       VITTORIO - (sospirando) Sembra che le sia passato sopra un trattore.
       NADIA - Ti ha detto qualcosa?
       VITTORIO - Che è stata fino a notte fonda a provare i brani di Amy.
       GIORGIO - (sghignazzando) Bene, siamo sulla strada giusta, oggi faremo il passo più
importante!
       NADIA - Quando parli così mi spaventi.

Giorgio lancia uno sguardo a Nadia poi si gira verso Vittorio.

       GIORGIO - (secco) Cominciamo subito, chiamala!
       VITTORIO - (al microfono) Signorina Montanari si accomodi sul palco.

Da destra entra Luisa. Ha la faccia stanca, si muove lentamente e non sorride. Nota: in questa fase
il trucco e la pettinatura di Luisa assomiglieranno sempre di più a quelli di Amy Winehouse, ma la
cosa deve sembrare casuale, come dovuta solo allo stress e alla stanchezza.

       LUISA - (posando il giubbotto sulla sedia) Buongiorno.
       GIORGIO - Buongiorno, è pronta?

14
LUISA - (esita) Sì…

Luisa si avvicina al proscenio e porge il CD a Vittorio che si alza per prenderlo.

         GIORGIO - Se la sente di proseguire con l’audizione?
         LUISA - (c.s.) Sì… sì… certo.
         GIORGIO - Bene, ha preparato un monologo drammatico?

Luisa resta un attimo perplessa, bloccata nel gesto di porgere il CD a Vittorio.

         LUISA - Io…

Pausa.

        NADIA - C’è qualche problema?
        LUISA - No… no… è che mi avete detto di prepararmi sulle musiche…
        GIORGIO - Sì, certo, le musiche le vedremo dopo, ora vorrei sentire ancora qualcosa di
recitato.

Pausa. Luisa è colta di sorpresa ed è confusa.

         GIORGIO - (secco) Allora?
         LUISA - (ancora con il CD in mano) Sì… sì… subito…
         VITTORIO - (allungandosi verso il proscenio) Mi dia il CD intanto.

Luisa si riscuote ed esegue, poi si guarda intorno e infine si rivolge alla commissione.

         LUISA - Ehm… il monologo prevede che il protagonista sia seduto… posso.
         GIORGIO - Faccia pure, che cosa ha preparato?
         LUISA - È una mia rielaborazione di alcuni monologhi.
         GIORGIO - Bene, sentiamo.

Luisa sposta il microfono con l’asta sulla sinistra del palco, afferra la sedia, la posiziona al centro
del palco quindi si siede.

                                 UNDICESIMO QUADRO
                                       Secondo e terzo spazio

Luisa abbassa la testa prendendosi qualche attimo per concentrarsi. Giorgio fa alcuni cenni al
tecnico nella cabina di regia: la luce ambra sulla commissione si spegne, le luci di taglio nel
secondo spazio si abbassano e si intensifica la luce bleu in alto sul fondale, Luisa si trova
praticamente in controluce. Luisa inizia il suo monologo (le pause indicate nel monologo sono solo
indicative).

        LUISA - A volte mi rigiro e sento il tuo odore, ma non posso muovermi! Non posso andare
avanti senza esprimere questa terribile fottuta schifosa voglia che provo per te. E non posso credere
di sentire questo per te e tu che non provi niente! (pausa) Non senti niente maledizione?! (pausa)
Esco alle sei di mattina iniziando la tua ricerca. Se ho sognato un messaggio su una strada, in un
pub, o in una stazione, io vado li e ti aspetto. (pausa) Sai, mi sento proprio manipolata perché vorrei
                                                                                                     15
non aver mai giocato! Che casino ho combinato! E adesso il risultato finale è che l’amore è un
gioco in cui si perde! In cui io perdo!... In cui mi sono persa.

Giorgio si piega su Vittorio e gli sussurra qualcosa all’orecchio, Vittorio fa partire il CD e la
stessa musica della coreografia inizia a fare da sottofondo al monologo.

        LUISA - Non ho mai avuto problemi a dare alla gente quello che voleva. Ma nessuno è stato
capace di fare lo stesso per me. Nessuno mi tocca, nessuno mi si avvicina. Ma adesso tu mi hai
toccato da qualche parte fottutamente in profondità. Non posso credere di non poter fare lo stesso
con te. Perché non posso... non riesco a trovarti!

Durante tutta la precedente battuta Giorgio si alza dalla sedia e, favorito dalla penombra, sale sul
palcoscenico e lentamente va a posizionarsi alle spalle di Luisa. Il pubblico si accorge dello
spostamento solo quando Giorgio è illuminato in controluce. Luisa, concentrata sul monologo, non
si accorge minimamente della manovra di Giorgio.

        GIORGIO - (improvvisando la provoca) Eppure non mi sono mai mosso, ti sono sempre
stato vicino, ti ho osservato, ma tu eri incapace di distinguere l’amore dal gioco.

Luisa, presa alla sprovvista, fa un piccolo sobbalzo, ma riesce a riprendere subito il controllo e
controbatte.

       LUISA - (sorridendo amara) … So che sei un uomo che ama il gioco d’azzardo, ma l’amore
è una mano perdente più di quello che potevo sopportare. E mentre io ti credevo diverso, tu stavi
solo parandoti il culo e io ci sono cascata come ogni altra stupida fighetta mortale!
       GIORGIO - No, tu cercavi una trappola in cui cadere, per sfuggire dalla solitudine, delle
paure, dal disgusto di te stessa. Ti sei tappata gli occhi cercando salvezza nella tua completa
umiliazione!
       LUISA - Sarò anche stata cieca, ma l’amore è un destino rassegnato e il tuo ricordo rovina
sempre la mia mente. (pausa) Credi che sia possibile per una persona nascere nel corpo sbagliato?

Pausa.

       GIORGIO - (chinandosi su di lei quasi sussurrando) O forse è il corpo a scegliere per sé
l’anima sbagliata?

Il disagio reale di Luisa sta prendendo il sopravvento sulla recitazione, la voce è quasi disperata.

       LUISA - Ero capace di piangere, ora sono oltre le lacrime. Sono terrorizzata dalle medicine,
non posso scopare, non posso stare sola. Vorrei un posto dove poter essere semplicemente quella
che sono… un posto dove gli altri possano riconoscere la vera parte di me…
       GIORGIO - (provocatorio) Ma esiste una “vera” parte di te?
       LUISA - (esplode balzando in piedi) Vaffanculo a te per farmi sentire una merda!
Vaffanculo a me per dissanguarmi di vita e d’amore! Vaffanculo a mio padre per avermi distrutto la
vita! Vaffanculo a mia madre, per non averlo lasciato! Ma più di tutti, vaffanculo dio, che mi
costringi ad amare una persona che non esiste!

Giorgio fa un passo indietro allontanandosi dalla sedia e avvicinandosi al microfono. Luisa ricade
sulla sedia prendendosi disperata la testa tra le mani. Giorgio sfila il microfono, dall’asta si
avvicina a Luisa e glielo porge. Luisa solleva la testa, guarda il microfono frastornata poi lancia
uno sguardo angosciato a Giorgio che le sorride perfido e, con un gesto, la invita ad alzarsi. Luisa
16
si alza in piedi smarrita, Giorgio fa un gesto a Vittorio che fa partire la musica, infine scende dal
palcoscenico.

                                 DODICESIMO QUADRO
                                      Secondo poi terzo spazio

Luisa in qualche modo cerca di riprendersi dalle forti emozioni che l’hanno travolta, si asciuga le
lacrime che le hanno sciolto il trucco e inizia a cantare: 2° BRANO e, durante l’esecuzione,
assume sempre più le movenze e gli atteggiamenti di Amy arrivando quasi a barcollare sul
palcoscenico. Terminato il brano Luisa resta con gli occhi persi nel vuoto. Giorgio fa un gesto alla
cabina di regia, la luce blu sul fondale si abbassa di intensità, le luci di taglio si alzano e si
riaccende la luce ambra sul tavolo della commissione. C’è un attimo di pausa, poi Giorgio si alza
in piedi.

       GIORGIO - Molto bene, per oggi abbiamo finito, domani continueremo con il lavoro sul
personaggio, si prepari qualche altro brano.

Luisa solleva la testa e guarda stralunata la commissione, il trucco le si è sciolto un po’, senza dire
nulla e, come se avesse fretta, riposiziona il microfono sull’asta, recupera borsa e giaccone ed esce
da destra. Nadia e Vittorio si guardano tra loro stupiti poi guardano Giorgio che sta raccogliendo
le sue cose.

        VITTORIO - Ma che diavolo è successo?
        GIORGIO - (con un sorrisetto) Non riesci ad immaginarlo?
        NADIA - Perché sei intervenuto nel monologo?
        GIORGIO - A quella ragazza è successo qualcosa di molto pesante, qualcosa che non riesce
o non può più dimenticare e che, disperatamente, sta cercando di seppellire nella parte più profonda
di se stessa.
        NADIA - Questo non ci voleva molto a capirlo, quella non era recitazione, quella era
sofferenza genuina!
        GIORGIO - Esatto.
        VITTORIO - Ti ricordo che stiamo facendo il casting per uno spettacolo, non una serie di
sedute di psicanalisi!
        GIORGIO - (con un ghigno) In realtà non stiamo facendo né l’uno, né l’altro.
        NADIA - Stiamo cercando Amy, ma così rischiamo di perderla prima di trovarla!
        VITTORIO - Secondo me l’abbiamo già persa, quella ragazza non metterà più piede qui
dentro.
        GIORGIO - (con un sorrisetto) Domani mattina sarà di nuovo qui.
        NADIA - Come fai ad esserne tanto sicuro?
        GIORGIO - Perché anche se ne è terrorizzata vuol tornare in fondo al suo barile per
raschiare via la melma depositata lì da chissà quanto tempo.
        VITTORIO - Così intorbidirà tutto un’altra volta! No, non credo sia disposta ad arrivare a
questo.
        GIORGIO - (infervorato) Ed invece sì, perché noi le stiamo dando la possibilità di scaricare
tutte le sue paure e tutti i suoi fantasmi dentro un personaggio teatrale! Sa che solo qui ha
l’opportunità di fracassare il fondo del barile e lasciar defluire finalmente tutta la melma
accumulata! Il personaggio che va ad interpretare sarà per lei come il ritratto di Dorian Grey: la
discarica della parte peggiore della sua vita! (poi solenne) Noi le stiamo dando il modo per
esorcizzare i suoi incubi e lei diventerà per noi una terra fertile e perfetta per far rinascere Amy!
                                                                                                     17
Senza dire altro Giorgio raccoglie le sue cose e indossa il suo giaccone. Nadia e Vittorio si
guardano tra loro stupiti.

          GIORGIO - (avviandosi verso il fondo della sala) Ci vediamo domani.

Giorgio esce seguito dagli sguardi dei due.

          NADIA - (ancora incredula) Maledizione pensavo di fare un casting, non uno spurgo!
          VITTORIO - (sospirando) Come diceva De André: “dal letame nascono i fiori”… staremo a
vedere.

I due raccolgono le loro cose ed escono dal fondo della sala. Sfumano tutte le luci del secondo e
del terzo spazio.

                                 TREDICESMO QUADRO
                                              Primo spazio

Si intensifica lo spot ambra sul divanetto e, dopo un secondo, anche la luce di taglio proveniente da
sinistra. Dopo alcuni secondi da sinistra entra Massimo, indossa jeans e felpa, ha in mano una
tazza fumante e nell’altra una partitura musicale che sta leggendo con attenzione, nel complesso
ha un aspetto molto più ordinato e pulito rispetto al primo quadro. Massimo, concentrato nella
lettura della partitura, raggiunge il divanetto, si siede, appoggia la tazza sul tavolinetto infine
accende l’amplificatore e, successivamente, il registratore incorporato. Un secondo dopo
dall’altoparlante si sente la voce di Luisa alle prese con il brano registrato nell’ottavo quadro.
Massimo segue la registrazione leggendo la partitura. Dopo alcuni secondi, istintivamente, allunga
la mano verso il posacenere, afferra una canna che vi è appoggiata e, distrattamente, se la mette in
bocca. Un attimo dopo, perplesso, se la toglie, la guarda e, leggermente infastidito, l’appoggia di
nuovo sul posacenere senza accenderla, infine si concentra nuovamente sull’ascolto del brano.
Quasi alla fine della registrazione da sinistra proviene il rumore della porta di casa che si apre,
Massimo solleva gli occhi dalla partitura e spegne la registrazione. Un attimo dopo dalla quinta
spunta Luisa che, dopo l’esperienza angosciante dell’audizione, è sfinita e avvilita. Luisa si
appoggia idealmente alla quinta come se fosse lo stipite della porta. Massimo si alza in piedi e si
avvicina.

          MASSIMO - (guardandola preoccupato) Ehi, che ti è successo?
          LUISA - (senza guardarlo) Hai una domanda di riserva?

Luisa, con passo stanco, passa davanti a Massimo, si avvicina alla sedia vi butta sopra la giacca e
appende la borsa alla spalliera.

          MASSIMO - Insomma com’è andata l’audizione?

Luisa lo guarda per un attimo, poi si guarda intorno e fa qualche passo frastornata, infine si dirige
velocemente verso la cucina e vi entra. Si sentono dei rumori e, alcuni secondi dopo, Luisa esce di
nuovo dalla cucina con una bottiglia di vino in mano, ci si attacca e ne beve alcuni lunghi sorsi.

          MASSIMO - (fra i denti) Ma che cazz…

Massimo, tenta di afferrare la bottiglia, ma la ragazza con uno scatto isterico glielo impedisce.

18
LUISA - LASCIAMI!

Massimo la guarda preoccupato. Luisa, sempre con la bottiglia in mano, si stravacca sul divano
rimettendosi a bere. Massimo si avvicina.

       MASSIMO - (paziente) Si può sapere che cosa è successo?

Luisa beve un altro sorso senza rispondere.

       MASSIMO - Non vorrai ricominciare ad avvelenarti per un’audizione andata male?

Ancora un altro sorso.

       MASSIMO - (sospirando) La vuoi dare a me quella bottiglia?

Ancora un paio di sorsi poi Luisa si piega in avanti, appoggia la bottiglia sul tavolinetto e si
prende la testa tra le mani. Massimo avvicina la sedia e si siede. Luisa scorge la canna sul
posacenere e se ne impossessa.

       LUISA - Fammi accendere.
       MASSIMO - Hai già bevuto abbastanza, questa è dinamite per te.
       LUISA - (brusca) Falla finita e fammi accendere!
       MASSIMO - Il fegato ti farà causa.
       LUISA - (sorridendo amara) Mi procurerò un buon avvocato.

Luisa afferra la borsa appesa alla spalliera della sedia, tira fuori un accendino, si accende la
canna e dopo un paio di tirate appoggia la testa alla spalliera del divano.

        LUISA - (amara) Mi hanno scavato dentro come se fossi un dente cariato… ho impiegato
anni per tornare ad essere una donna decente, ma quel fetente del regista, in un minuto è riuscito a
tirar fuori tutto il liquame che ero riuscita a nascondere a tutti... compresa me stessa...
        MASSIMO - I registi sono dei negrieri lo sai, qualcuno è anche peggio, non ci pensare il
prossimo casting andrà meglio…
        LUISA - (interrompendolo con un sorriso amaro) … e il bello è che mi hanno praticamente
preso.
        MASSIMO - (stupito) Come?!
        LUISA - Hanno capito che il mio “liquame nascosto” è uguale a quello di Amy… ecco
perché hanno insistito…
        MASSIMO - (irritato) Maledizione mica vorrai ricominciare a farti solo per ottenere la
parte della protagonista?!
        LUISA - (con un ghigno) Sai che problema… se vorranno la mia parte peggiore, l’avranno.

Massimo non sa più che fare per scuoterla, alla fine si alza in piedi.

       MASSIMO - (risoluto) Bene, visto che devi interpretare Amy Winehouse, oltre che a
riempirti di vino e di fumo e a sputare fuori tutto il tuo liquame, sarà il caso che tu tiri fuori un po’
anche della tua musica!

Luisa lo guarda perplessa.
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MASSIMO - (guardandola) Ti hanno preso no?
         LUISA - (incerta) S… sì… credo di sì…
         MASSIMO - (battendo le mani) Bene, allora alza le chiappe e diamoci da fare!
         LUISA - Io… io… non ce la faccio…
         MASSIMO - Hai detto che vogliono Amy? E tu dagli Amy… liquami e musica compresa.

Massimo si alza, afferra il microfono e lo porge a Luisa che lo guarda stralunata. Per qualche
secondo la scena resta immobile, poi finalmente Luisa si decide, si alza fa un passo, ma subito
barcolla, Massimo la sostiene per un braccio e, contemporaneamente, le sfila la canna dalle labbra
e se la mette in bocca.

         MASSIMO - (porgendole il microfono) Questa non ti serve, ora devi fumare questo!

Luisa lo prende e, sempre barcollando, si sposta al centro della scena. Massimo, senza farsi
vedere, accartoccia la canna, se la mette in tasca e torna vicino all’amplificatore.

        MASSIMO - Le raccomandazioni sono le stesse di ieri: dai un ritmo al respiro e stai sempre
attenta alle note basse.
        LUISA - (con voce stanca) Cosa devo cantare?
        MASSIMO - La riconoscerai subito.

Massimo fa partire la musica di: 3° BRANO, si abbassa l’intensità dello spot sul divano e si
intensificano leggermente quelle di taglio. Luisa inizia a cantare e, senza che se ne renda conto, i
suoi atteggiamenti e le sue movenze diventano sempre più simili a quelle di Amy. Terminato il
brano Luisa fa una smorfia, deglutisce, si porta una mano al petto, poi alla bocca, infine si dirige
di corsa nel bagno, abbandonando il microfono nelle mani di Massimo che la guarda stupito e
spenge la musica. Un secondo dopo da destra proviene il rumore di una serie di conati di vomito.
Massimo si avvicina alla porta del bagno e si appoggia allo stipite dell’immaginaria porta
guardando nel bagno.

         MASSIMO - Tutto bene?

Dal bagno provengono ancora colpi di tosse e conati di vomito.

         MASSIMO - Te l’avevo detto di lasciar perdere l’alcool.

Ancora qualche colpo di tosse poi si sente scorrere l’acqua, dopo diversi secondi da sinistra esce
Luisa, è distrutta, ha un asciugamano in mano, il viso bagnato e il trucco completamente sfatto. Fa
qualche passo verso il divanetto, ma barcolla e sta per cadere, Massimo la sorregge di nuovo e
l’accompagna a destinazione. Luisa crolla sul divanetto.

       LUISA - (sofferente) Mi sembra di avere un trattore al posto del cervello… trovami
un’aspirina.
       MASSIMO - Lascia perdere, se ingoi anche quella facciamo tombola! Riposati un attimo.

Pausa.

         LUISA - (c.s.) Accidenti a me a quando sono andata a quell’audizione.
         MASSIMO - (sorridendo) Chi ti dice che sia stata una disgrazia?

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Luisa sbuffa si volta verso Massimo e gli lancia un’occhiata.

        LUISA - Ma che ti è successo?
        MASSIMO - In che senso?
        LUISA - Ti ho lasciato che eri un cadavere… come me in questo momento… ritorno e ti
trovo lindo e pinto.
        MASSIMO - (guardandosi addosso) Io lindo e pinto?
        LUISA - (seccata) Non fare il deficiente, mi hai capito benissimo (poi una smorfia)…dio
che mal di testa.

Pausa.

       MASSIMO - (sospirando) Mi sono ricordato di essere un tecnico e… prima ancora un
musicista… dovevo essere un po’ più lucido del solito per essere in grado di darti una mano.
       LUISA - (sofferente) Vuoi ricambiare la paternale che ti ho fatto ieri?... ripassa più tardi
perché ora non è il momento.
       MASSIMO - … No, voglio solo tornare a fare il mio lavoro.

Luisa è colpita dalla semplicità della risposta di Massimo, si volta verso di lui e lo squadra, poi
con fatica si puntella sulle braccia e si alza in piedi. Massimo fa per sorreggerla, ma lei lo ferma
con un gesto.

        LUISA - Faccio da me grazie… anch’io devo tornare a fare il mio lavoro.
        MASSIMO - (sospirando) Te la senti di fare un’altra prova?
        LUISA - (accennando un sorriso) Certo… capo…!
        MASSIMO - (c.s.) Ok… prima però torna in bagno a darti una rifrescata, io intento preparo
la registrazione.

Luisa si avvia verso destra cercando di darsi un contegno, ma ogni tanto barcolla sulla gambe.
Massimo torna all’amplificatore e inizia a preparare la registrazione, ma con la coda dell’occhio
sorveglia l’uscita di Luisa. Un attimo dopo si sente scorrere l’acqua del rubinetto.

      MASSIMO - (a voce più alta) Io direi di provare: 4° BRANO, poi decidi tu quale portare
domani.

Luisa non risponde, si sente ancora l’acqua che scorre.

         MASSIMO - (c.s.) Ripensandoci forse è meglio fare una registrazione con: 5° BRANO.

Nessuna risposta da Luisa, Massimo comincia a preoccuparsi, si ferma e resta in ascolto.

         MASSIMO - (c.s.) Ehi, tutto ok lì?

Nessuna risposta. Massimo, che fino a quel momento era chino sull’amplificatore, si alza
preoccupato e fa per avviarsi in bagno, nello stesso momento Luisa compare sulla soglia. Massimo
si blocca e la guarda esterrefatto: Luisa, senza rendersene conto, si è sistemata i capelli
raccogliendoli sulla testa come faceva Amy e, nel tentativo di pulirsi il viso dal trucco sciolto, si è
passata l’asciugamano intorno agli occhi e, senza volerlo, ha lasciato due sbavature che ricordano

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parecchio il trucco che utilizzava Amy. Nel momento i cui Luisa compare sulla soglia somiglia in
maniera impressionante ad Amy Whinehouse.

       MASSIMO - (la guarda esterrefatto) Che mi venga un colpo!
       LUISA - Faccio così schifo?
       MASSIMO - Sei tale e quale a lei!
       LUISA - (sarcastica) Si vede che il liquame è uscito tutto… (poi afflitta)… sono distrutta…
mi sento svuotata…

Pausa.

         MASSIMO - Ok… cerchiamo di riempire il vuoto… cominciamo.

Massimo porge il microfono a Luisa, si avvicina all’amplificatore e fa partire la base, si abbassa
l’intensità dello spot sul divano e si intensificano leggermente quelle di taglio. Luisa inizia a
cantare: 6° BRANO. La sua voce, i suoi movimenti e tutti gli atteggiamenti in genere sono gli
stessi di Amy Whinehouse. Terminata la canzone Luisa, esausta, si porta la mano alla fronte e poi
sugli occhi. Pausa.

         LUISA - Che te ne pare?

Pausa.

         MASSIMO - Sei pronta.
         LUISA - Sono stanca… domani non riuscirò nemmeno ad alzarmi…

Massimo si avvicina a Luisa e la prende per un braccio.

         MASSIMO - Vieni, fatti una bella doccia e poi vattene a dormire.
         LUISA - (guardandolo) Ok… grazie…

Massimo l’accompagna verso il bagno, i due escono da destra. Terminato il brano tutte le luci in
scena sfumano fino al buio.

                                TREDICESMO QUADRO
                                            Terzo spazio

Giorno successivo, mattina inoltrata. Si intensifica la luce ambra sul tavolo della commissione.
L’azione è più o meno quella del decimo quadro: dal fondo della sala entrano Giorgio, Nadia e
Vittorio. I tre raggiungono il tavolo, si tolgono giacche e giacconi e si siedono. Vittorio ha con sé
una chitarra chiusa in una custodia, l’appoggia sul pavimento vicino al tavolo e inizia a trafficare
con l’impianto di amplificazione del teatro.

        NADIA - (scrutando Giorgio) Siamo alla resa dei conti
        GIORGIO - (senza guardarla continuando a leggere i suoi appunti) Già.
        NADIA - Hai strapazzato ben bene quella ragazza, oggi vedremo che cosa è saltato fuori
dalla tua “operazione Whinehouse”.
        GIORGIO - Non sono stato io a strapazzarla.
        VITTORIO - (ironico) Ma va? Pensavo che le avessi offerto un aperitivo con stuzzichini!
        GIORGIO - … È stata la vita che le ha scavato dentro come in un dente cariato. Io…, noi
non abbiamo fatto altro che portare allo scoperto il nervo, e l’abbiamo fatto senza anestesia.
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NADIA - (ironica) Quindi il tuo progetto era dare la parte ad una ex tossica?
        GIORGIO - In quella ragazza c’è del talento, il fatto che sia una ex tossica forse le ha solo
permesso di riesumare Amy.
        VITTORIO - Ho paura che tu ti sia spinto troppo avanti nello “scoprire il nervo”, ho la
sensazione che quella ragazza è di nuovo sul ciglio del baratro, le basta fare un passo per precipitare
dentro.
        GIORGIO - Qualcosa mi dice che non lo farà.
        NADIA - Come fai ad esserne sicuro?

Pausa.

        GIORGIO - La musica, il teatro, la danza sono medicine molto potenti, se assunte nelle dosi
giuste possono risolvere le situazioni più disperate. Quella ragazza ama la vita non credo sia
disposta a tornare indietro a rivivere i suoi inferni.
        VITTORIO - Se fosse così sarà lei la prima a rifiutarsi di “essere” Amy Whinehouse.
        GIORGIO - Questo dipende da lei, da quanto, una volta sul palco, si lascerà sedurre dai suoi
antichi fantasmi…
        NADIA - (meditabonda) Durante la prima audizione era terrorizzata al solo pensiero.
        GIORGIO - (proseguendo) … ma saranno quei fantasmi a renderla perfetta per la parte.
        NADIA - (c.s.) ... o a farla rinunciare.

Pausa. Giorgio guarda l’orologio.

         GIORGIO - (a Nadia) Sono le nove e quaranta, vai a vedere se è arrivata.
         NADIA - Ok.

Nadia sale sul palco quindi esce dalle quinte di destra.

        GIORGIO - Oggi vedremo di farle eseguire uno dei brani più rappresentativi del repertorio
di Amy.
        VITTORIO - Avrei un’idea.
        GIORGIO - Quale?
        VITTORIO - Facciamole cantare uno dei pezzi che fece durante il concerto di Belgrado del
2011, quando si esibì completamente ubriaca… magari ci può essere utile per verificare le qualità
interpretative di questa ragazza.
        GIORGIO - (sospirando) Te l’ho detto, non voglio una caricatura o un’imitazione… se
dentro quella ragazza c’è lo spirito di Amy, salterà fuori da sé, ma questo non dovrà dipendere né da
una canna né da una bottiglia di vino.

Da destra rientra Nadia, ha un'espressione turbata.

         NADIA - È arrivata… è di là.
         GIORGIO - Bene, falla entrare.
         NADIA - (esita) Giorgio…
         GIORGIO - Cosa?
         NADIA - È… è incredibile!
         GIORGIO - Cosa è incredibile?
         NADIA - (c.s.) Ehm… lo vedrai da te.

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