La bohème GIACOMO PUCCINI - Stagione d'Opera - Teatro Alighieri
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Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune di Ravenna Teatro di Tradizione Dante Alighieri Assessorato alla Cultura Ministero per i Beni e le Attività Culturali Stagione d’Opera e Danza Regione Emilia Romagna 2011-2012 La bohème SCENE LIRICHE IN QUATTRO QUADRI SU LIBRETTO DI LUIGI ILLICA E GIUSEPPE GIACOSA, DAL ROMANZO SCÈNES DE LA VIE DE BOHÈME DI HENRI MURGER MUSICA DI Giacomo Puccini con il contributo di partner Teatro Alighieri gennaio | sabato 28, domenica 29
Sommario La locandina................................................................. pag. 5 Il libretto ........................................................................ pag. 7 Il soggetto . ................................................................... pag. 51 L’opera in breve di Daniele Spini .......................................................... pag. 55 “Nella Bohème c’è un po’ del nostro onore, di noi tutti” di Cristina Ghirardini ............................................. pag. 57 Note di regia di Marco Gandini ...................................................... pag. 67 Intervista a Marco Gandini di Stefano Mecenate ............................................. pag. 69 I protagonisti .............................................................. pag. 71 Coordinamento editoriale Cristina Ghirardini Grafica Ufficio Edizioni Fondazione Ravenna Manifestazioni Foto di scena © Filippo Brancoli Pantera. Si ringrazia l’Ufficio Stampa del Teatro del Giglio di Lucca per la concessione del materiale editoriale. L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Tipografia Moderna, Ravenna
La bohème scene liriche in quattro quadri su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger musica di Giacomo Puccini personaggi e interpreti Mimì Aurora Tirotta, Jessica Nuccio Musetta Mariangela Sicilia, Ewa Majcherczyk Rodolfo Marcelo Puente Marcello Andrea Porta, Sergio Vitale Schaunard Alessio Arduini, Gabriele Nani Colline Nicolai Karnolsky Parpignol e Benoît Antonio Pannunzio Alcindoro Alessandro Calamai Sergente dei Doganieri Antonio Della Santa direttore Francesc Bonnín regia Marco Gandini scene Italo Grassi costumi Anna Biagiotti luci Marco Minghetti maestro del Coro Marco Bargagna maestro del Coro Voci Bianche Sara Matteucci Orchestra e Coro della Toscana Coro Voci Bianche Cappella Santa Cecilia di Lucca maestri collaboratori Anna Cognetta, Mauro Fabbri, Silvia Gasperini maestro alle luci Beatrice Venezi direttore di palcoscenico Guido Pellegrini assistente alla regia Sachiko Horioka assistente alle scene Andrea Tocchio assistente ai costumi Simona Scandagli segretaria di produzione Susanna Buttiglione capo macchinista Luca Barsanti capo attrezzista Daniela Giurlani datore luci Tiziano Panichelli capo sarta Patrizia Bosi responsabile trucco e parrucche Sabine Brunner creazione suoni campionati Andrea Baggio scene realizzate dal Laboratorio del Teatro del Giglio di Lucca responsabile costruzioni Giuseppe Betti responsabile scenografia Silvana Luti capo macchinista costruttore Luca Barsanti macchinista costruttore Andrea Natalini scenografa realizzatrice Daniela Giurlani costumi Teatro dell’Opera di Roma Tirelli costumi spa sartoria teatrale, Roma Farani sartoria teatrale di Piccolo Luigino, Roma attrezzeria Teatro dell’Opera di Roma calzature R.E.S. Rent Entertainment Shoes srl, Roma parrucche RP Wigs srl, Roma Si ringrazia il Teatro dell’Opera di Roma per la gentile collaborazione Nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca in coproduzione con Teatro Verdi di Pisa, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro C. Goldoni di Livorno 5
La bohème Opera in quattro quadri libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (tratto da Scènes de la vie de bohème di Henri Murger) Musica di Giacomo Puccini prima rappresentazione Torino, Teatro Regio, 1 febbraio 1896 PERSONAGGI Mimì soprano Musetta soprano Rodolfo, poeta tenore Marcello, pittore baritono Schaunard, musicista baritono Colline, filosofo basso Parpignol, venditore ambulante tenore Benoît, padrone di casa basso Alcindoro, consigliere di stato basso Sergente dei doganieri basso Studenti, sartine, borghesi, bottegai e bottegaie, venditori ambulanti, soldati, camerieri da caffè, ragazzi, ragazze, ecc. Epoca 1830 circa. A Parigi. 7
…Pioggia o polvere, freddo o solleone, nulla QUADRO PRIMO arresta questi arditi avventurieri… La loro esistenza è un’opera di genio di ogni …Mimì era una graziosa ragazza che doveva giorno, un problema quotidiano che essi particolarmente simpatizzare e combinare con gli ideali pervengono sempre a risolvere con l’aiuto di audaci plastici e poetici di Rodolfo. Ventidue anni; piccola, matematiche… delicata… Il suo volto pareva un abbozzo di figura Quando il bisogno ve li costringe, astinenti come aristocratica; i suoi lineamenti erano d’una finezza anacoreti – ma, se nelle loro mani cade un po’ mirabile… di fortuna, eccoli cavalcare in groppa alle più “Il sangue della gioventù scorreva caldo e vivace nelle fantasiose matterìe, amando le più belle donne e le sue vene e coloriva di tinte rosse la sua pelle trasparente più giovani, bevendo i vini migliori ed i più vecchi dal candore vellutato della camelia… e non trovando mai abbastanza aperte le finestre “Questa beltà malaticcia sedusse Rodolfo… Ma quello onde gittar quattrini; poi – l’ultimo scudo morto e che più lo rese innamorato pazzo di madamigella sepolto – eccoli ancora desinare alla tavola rotonda Mimì furono le sue manine che essa sapeva, anche tra le del caso ove la loro posata è sempre pronta; faccende domestiche, serbare più bianche di quelle della contrabbandieri di tutte le industrie che derivano dea dell’ozio” dall’arte, a caccia da mattina a sera di quell’animale feroce che si chiama: lo scudo. In soffitta La Bohème ha un parlare suo speciale, un gergo… Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa Il suo vocabolario è l’inferno de la retorica e il di tetti coperti di neve. A sinistra, un camino. Una paradiso del neologismo… tavola, un letto, un armadietto, una piccola libreria, Vita gaia e terribile! quattro sedie, un cavalletto da pittore con una tela (H. Murger, prefazione a Scènes de la vie de bohème)* sbozzata ed uno sgabello: libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri. Uscio nel mezzo, altro a * Gli autori del presente libretto, meglio che seguire sinistra. (Rodolfo guarda meditabondo fuori della passo a passo il libro di Murger (anche per ragioni di finestra. Marcello lavora al suo quadro: Il passaggio opportunità teatrali e soprattutto musicali), hanno del Mar Rosso, con le mani intirizzite dal freddo e voluto ispirarsi alla sua essenza racchiusa in questa mirabile prefazione. che egli riscalda alitandovi su di quando in quando, Se stettero fedeli ai caratteri dei personaggi, se mutando, pel gran gelo, spesso posizione.) furono a volte quasi meticolosi nel riprodurre certi particolari di ambiente, se nello svolgimento scenico Marcello si attennero al fare del Murger suddividendo il libretto Questo Mar Rosso – mi ammollisce e assidera in “quadri ben distinti”, negli episodi drammatici e come se addosso – mi piovesse in stille. comici essi vollero procedere con quell’ampia libertà (si allontana dal cavalletto per guardare il suo che – a torto o a ragione – stimarono necessaria alla quadro) interpretazione scenica del libro più libero forse della Per vendicarmi, affogo un Faraon! moderna letteratura. (torna al lavoro. A Rodolfo:) Però, in questo bizzarro libro, se de’ diversi personaggi sono e balzano vivi, veri e nettissimi i Che fai? singoli caratteri, s’incontra spesso che uno stesso carattere prenda diversi nomi, s’incarni quasi in due Rodolfo persone diverse. (volgendosi un poco) Chi può non confondere nel delicato profilo di una Nei cieli bigi sola donna quelli di Mimì e di Francine? Chi, quando guardo fumar dai mille legge delle “manine” di Mimì più “bianche di quella comignoli Parigi, della Dea dell’ozio” non pensa al manicotto di (additando il camino senza fuoco) Francine? e penso a quel poltrone Gli autori stimarono di dover rilevare una tale identità d’un vecchio caminetto ingannatore di carattere. Parve ad essi che quelle due gaie, delicate ed infelici creature rappresentassero nella che vive in ozio come un gran signore. commedia della Bohème un solo personaggio cui si potrebbe benissimo, in luogo dei nomi di Mimì e Marcello Francine, dare quello di: Ideale. Le sue rendite oneste G.G. – L.I. da un pezzo non riceve. 9
Rodolfo (Rodolfo impedisce con energia l’atto di (Rodolfo batte un acciarino, accende una Marcello Quelle sciocche foreste Marcello. Ad un tratto Rodolfo esce in un grido candela e va al camino con Marcello: insieme (a Colline) che fan sotto la neve? di gioia ad un’idea che gli è balenata) danno fuoco a quella parte dello scartafaccio Non far sussurro. buttato sul focolare, poi entrambi prendono Marcello Rodolfo delle sedie e seggono, riscaldandosi (Rodolfo straccia parte dello scartafaccio e Rodolfo, io voglio dirti un mio pensier profondo: Eureka! voluttuosamente) lo getta sul camino: il fuoco si ravviva. Colline ho un freddo cane. (corre alla tavola e ne leva un voluminoso avvicina ancora più la sedia e si riscalda le mani: scartafaccio) Rodolfo e Marcello Rodolfo è in piedi, presso ai due, col rimanente Rodolfo Che lieto baglior! dello scartafaccio) (avvicinandosi a Marcello) Marcello (si apre con fracasso la porta in fondo ed entra Ed io, Marcel, non ti nascondo Trovasti? Colline gelato, intirizzito, battendo i piedi, Colline che non credo al sudor della fronte. gettando con ira sulla tavola un pacco di libri Pensier profondo! Rodolfo legato con un fazzoletto) Marcello Sì. Aguzza Marcello Ho diacciate l’ingegno. L’idea vampi in fiamma. Colline Giusto color! le dita quasi ancor le tenessi immollate Già dell’Apocalisse appariscono i segni. giù in quella gran ghiacciaia che è il cuore di Marcello In giorno di vigilia non s’accettano pegni! Rodolfo Musetta. (additando il suo quadro) (si interrompe sorpreso, vedendo fuoco nel In quell’azzurro – guizzo languente (lascia sfuggire un lungo sospirone e tralascia di Bruciamo il Mar Rosso? caminetto) Sfuma un’ardente – scena d’amor! dipingere, deponendo tavolozza e pennelli) Una fiammata! Rodolfo Colline Rodolfo No. Puzza Rodolfo Scoppietta un foglio. L’amor è un caminetto che sciupa troppo… la tela dipinta. Il mio dramma, (a Colline) l’ardente mio dramma ci scaldi. Zitto, si dà il mio dramma… Marcello Marcello Là c’eran baci! … e in fretta! Marcello Marcello (con comico spavento) … al fuoco. Rodolfo Rodolfo Vuoi leggerlo forse? Mi geli. Tre atti or voglio – d’un colpo udir. dove l’uomo è fascina Colline (getta al fuoco il rimanente dello scartafaccio) Rodolfo Lo trovo scintillante. Marcello No, in cener la carta si sfaldi Colline e la donna è l’alare… e l’estro rivòli a’ suoi cieli. Rodolfo Tal degli audaci – l’idea s’integra. (con importanza) Vivo. Rodolfo Al secol gran danno minaccia… (il fuoco diminuisce) Tutti l’una brucia in un soffio… È Roma in periglio… Bello in allegra – vampa svanir. Colline (applaudono entusiasticamente: la fiamma Marcello Marcello Ma dura poco. dopo un momento diminuisce) … e l’altro sta a guardare. (con esagerazione) Gran cor! Rodolfo Marcello Rodolfo La brevità, gran pregio. Oh! Dio… già s’abbassa la fiamma. Ma intanto qui si gela… Rodolfo (dà a Marcello una parte dello scartafaccio) Colline Colline Marcello A te l’atto primo. (levandogli la sedia) Che vano, che fragile dramma! … e si muore d’inedia!… Autore, a me la sedia. Marcello Marcello Rodolfo Qua. Marcello Già scricchiola, increspasi, muor… Fuoco ci vuole… Questi intermezzi fan morire d’inedia. Presto! Rodolfo Colline e Marcello Marcello Straccia. Rodolfo (il fuoco è spento) (afferrando una sedia e facendo l’atto di (prende un’altra parte dello scartafaccio) Abbasso, abbasso l’autor. spezzarla) Marcello Atto secondo. Aspetta… sacrifichiam la sedia! Accendi. 10 11
(Dalla porta di mezzo entrano due garzoni, (depongono gli scudi sul tavolo. Schaunard Schaunard Schaunard portando l’uno provviste di cibi, bottiglie di vino, vorrebbe raccontare la sua fortuna, ma gli altri A quando le lezioni?… Ed or che fate? sigari, e l’altro un fascio di legna. Al rumore i non lo ascoltano: vanno e vengono affaccendati Risponde: “Incominciam… (con gesto solenne stende la mano sul pasticcio tre innanzi al camino si volgono e con grida di dispongono ogni cosa sul tavolo) Guardare!” (e un pappagallo m’addita al primo ed impedisce agli amici di mangiarlo; poi leva meraviglia si slanciano sulle provviste portate [pian le vivande dal tavolo e le mette nel piccolo dai garzoni e le depongono sul tavolo. Colline Schaunard poi soggiunge: “Vuoi suonare armadio) prende la legna e la porta presso il caminetto: Or vi dirò: quest’oro, o meglio argento, finché quello morire!” No! Queste cibarie comincia a far sera.) ha la sua brava istoria… sono la salmeria Schaunard pei dì futuri Rodolfo Marcello E fu così: tenebrosi e oscuri. Legna! (ponendo legna nel camino) Suonai tre lunghi dì… Pranzare in casa il dì della vigilia Riscaldiamo Allora usai l’incanto mentre il Quartier Latino le sue vie Marcello il camino! di mia presenza bella… addobba di salsicce e leccornie? Sigari! Affascinai l’ancella… Quando un olezzo di frittelle imbalsama Colline Gli propinai prezzemolo!… le vecchie strade? Colline Tanto freddo ha sofferto! Lorito allargò l’ali, Là le ragazze cantano contente… Bordò! Lorito il becco aprì, Schaunard da Socrate morì! Marcello, Rodolfo e Colline Tutti Un inglese… un signor… lord o milord (vedendo che nessuno gli bada, afferra Colline (circondano ridendo Schaunard) Le dovizie d’una fiera che sia, volea un musicista… che gli passa vicino con un piatto) La vigilia di Natal! il destin ci destinò. (i garzoni partono) Marcello Colline Schaunard (gettando via il pacco di libri di Colline dal tavolo) Chi?!… … ed han per eco ognuna uno studente! Schaunard Via! (solenne) (entra dalla porta di mezzo con aria di trionfo, Prepariamo la tavola! Schaunard Un po’ di religione, o miei signori: gettando a terra alcuni scudi) (urlando indispettito) si beva in casa, ma si pranzi fuor. La Banca di Francia Schaunard Che il diavolo vi porti tutti quanti! per voi si sbilancia. Io? volo… (poi, vedendo gli altri in atto di mettersi a (Rodolfo chiude la porta a chiave, poi tutti vanno mangiare il pasticcio freddo) intorno al tavolo e versano il vino. Si bussa alla Colline Rodolfo porta: s’arrestano stupefatti) (raccattando gli scudi insieme a Rodolfo e L’esca dov’è? Rodolfo Marcello) Fulgida folgori la sala splendida. Benoît Raccatta, raccatta! Colline (di fuori) Là. Marcello Si può? Marcello (mettendo le due candele sul tavolo) (incredulo) Marcello Or le candele! Marcello Son pezzi di latta!… Qua. Chi è là? (accendono un gran fuoco nel camino) Colline Schaunard Pasticcio dolce! Benoît (mostrandogli uno scudo) Schaunard Benoît! Sei sordo?… Sei lippo? E mi presento. Marcello Quest’uomo chi è? M’accetta; gli domando… Mangiar senza tovaglia? Marcello Il padrone di casa! Rodolfo Colline Rodolfo (depongono i bicchieri) (inchinandosi) (mettendo a posto le vivande) (levando di tasca un giornale e spiegandolo) Luigi Filippo! Arrosto freddo! Un’idea… Schaunard M’inchino al mio Re! Uscio sul muso. Marcello Colline e Marcello Tutti (mentre Rodolfo accende l’altra candela) Il Costituzional! Ottima carta… Colline Sta Luigi Filippo ai nostri … piè! Pasticcio dolce! Si mangia e si divora un’appendice! (grida) Non c’è nessuno. 12 13
Schaunard Marcello Benoît e fulvo. È chiuso. (con ingenuità) (protestando) N’ho piacere. Di più, molto di più. Rodolfo Benoît (mentre fanno chiacchierare Benoît, gli L’uomo ha buon gusto. Una parola. Benoît riempiono il bicchiere appena egli l’ha vuotato) E quindi… Marcello Schaunard Colline Ei gongolava arzillo, pettoruto. (dopo essersi consultato cogli altri, va ad aprire) Schaunard Ha detto su e giù. Sola! (interrompendolo) Benoît Ancora un sorso. Marcello (ringalluzzito) Benoît (riempie i bicchieri) (abbassando la voce e con tono di furberia) Son vecchio, ma robusto. (entra sorridente: vede Marcello e mostrandogli L’altra sera al Mabil… una carta dice) Benoît Rodolfo, Schaunard e Colline Affitto! Grazie. Benoît (con gravità ironica) (inquieto) Ei gongolava arzuto e pettorillo. Marcello I quattro Eh?! (ricevendolo con grande cordialità) (toccando con Benoît) Marcello Olà! Alla sua salute! Marcello E a lui cedea la femminil virtù. Date una sedia. (si siedono e bevono. Colline va a prendere lo L’han colto sgabello presso il cavalletto e si siede anche lui) in peccato d’amor. Benoît Rodolfo (in piena confidenza) Presto. Benoît Benoît Timido in gioventù, (riprendendo con Marcello) Io? ora me ne ripago… Si sa!…È uno svago Benoît A lei ne vengo qualche donnetta allegra… e… un po’… (schermendosi) perché il trimestre scorso Marcello (accenna a forme accentuate) Non occorre. Vorrei… mi promise… Neghi. Non dico una balena, o un mappamondo, Schaunard Marcello Benoît o un viso tondo (insistendo con dolce violenza, lo fa sedere) Promisi ed or mantengo. Un caso. da luna piena, Segga. (mostrando a Benoît gli scudi che sono sul tavolo) ma magra, proprio magra, no e poi no! Marcello Le donne magre sono grattacapi Marcello Rodolfo (lusingandolo) e spesso… sopraccapi… (offre a Benoît un bicchiere) (con stupore, piano a Marcello) Bella donna! e son piene di doglie, Vuol bere? Che fai?… per esempio… mia moglie… (gli versa del vino) Benoît Schaunard (mezzo brillo, con subito moto) (Marcello dà un pugno sulla tavola e si alza: gli Benoît (come sopra) Ah! molto. altri lo imitano: Benoît li guarda sbalordito) Grazie. Sei pazzo? Schaunard Marcello Rodolfo e Colline Marcello (gli batte una mano sulla spalla) (con forza) Tocchiamo. (a Benoît, senza badare ai due) Briccone! Quest’uomo ha moglie (tutti bevono. Benoît, Rodolfo, Marcello e Ha visto? Or via, e sconce voglie Schaunard seduti, Colline in piedi. Benoît resti un momento in nostra compagnia. Colline ha nel cor! depone il bicchiere e si rivolge a Marcello Dica: quant’anni ha, Seduttore! mostrandogli la carta) caro signor Benoît? (fa lo stesso sull’altra spalla) Gli altri Orror! Benoît Benoît Rodolfo Questo Gli anni?… Per carità! Briccone! Rodolfo è l’ultimo trimestre. E ammorba, e appesta Rodolfo Marcello la nostra onesta Su e giù la nostra età. (magnificando) magion! Una quercia!… un cannone! Il crin ricciuto 14 15
Gli altri Marcello Colline Rodolfo Fuor! (presentando uno specchio rotto a Colline) (di fuori) (corre ad aprire) Là ci son beltà scese dal cielo. È buio pesto. Ecco. Marcello Or che sei ricco, bada alla decenza! Si abbruci dello zucchero. Orso, ravviati il pelo. (le voci di Marcello,di Marcello, Schaunard e Mimì Colline si fanno sempre più lontane) (sull’uscio, con un lume spento in mano ed una Colline Colline chiave) Si discacci il reprobo. Farò la conoscenza Schaunard Vorrebbe…? la prima volta d’un barbitonsore. Maledetto portier! Schaunard Guidatemi al ridicolo (rumore d’uno che ruzzola) Rodolfo (maestoso) oltraggio d’un rasoio. S’accomodi un momento. È la morale offesa che vi scaccia! Colline Marcello, Schaunard e Colline Accidenti! Mimì Benoît (comicamente) Non occorre. (allibito, tenta inutilmente di parlare) Andiam. Rodolfo Io di… (sull’uscio) Rodolfo Rodolfo Colline, sei morto? (insistendo) Rodolfo e Colline Io resto La prego, entri. (circondano Benoît sospingendolo verso la porta) per terminar l’articolo Colline (Mimì, entra, ma subito è presa da soffocazione) Silenzio! di fondo del Castoro! (lontano, dal basso della scala) Non ancor! Rodolfo Benoît Marcello (premuroso) (sempre più sbalordito) Fa presto. Marcello Si sente male? Miei signori… (più lontano) Rodolfo Vien presto! Mimì Tutti Cinque minuti. Conosco il mestiere. No… nulla. Silenzio! (Rodolfo chiude l’uscio, depone il lume, (spingendo Benoît fuori della porta) Colline sgombra un angolo del tavolo – vi colloca Rodolfo Via signore! Via di qua! Ti aspetterem dabbasso dal portiere. calamaio e carta, poi siede e si mette a Impallidisce! (sulla porta guardando verso il pianerottolo scrivere dopo aver spento l’altro lume rimasto sulla scala) Marcello acceso: s’interrompe, pensa, ritorna a scrivere, Mimì …e buona sera a Vostra signoria. Se tardi, udrai che coro! s’inquieta, distrugge lo scritto e getta via la (presa da tosse) (ritornando nel mezzo della scena, ridendo) penna) Il respir… Quelle scale… Ah! Ah! Ah! Ah! Rodolfo (sviene, e Rodolfo è appena a tempo di Cinque minuti. Rodolfo sorreggerla ed adagiarla su di una sedia, mentre Marcello (prende un lume ed apre l’uscio: Marcello, (sfiduciato) dalle mani di Mimì cadono candeliere e chiave) (chiudendo l’uscio) Schaunard e Colline escono e scendono la scala) Non sono in vena. Ho pagato il trimestre. (si bussa timidamente all’uscio) Rodolfo Schaunard Chi è là? (imbarazzato) Schaunard (uscendo) Ed ora come faccio?… Al Quartiere Latino ci attende Momus. Taglia corta la coda al tuo Castoro! Mimì (va a prendere dell’acqua e ne spruzza il viso di (di fuori) Mimì) Marcello Marcello Scusi. Così! Viva chi spende! (di fuori) (guardandola con grande interesse) Occhio alla scala. Tienti Rodolfo Che viso d’ammalata! Schaunard alla ringhiera. (alzandosi) (Mimì rinviene) Dividiamo il bottin! Una donna! Si sente meglio? (si dividono gli scudi rimasti sulla tavola) Rodolfo (sul pianerottolo, presso l’uscio aperto, alzando Mimì Mimì Rodolfo e Colline il lume) Di grazia, mi s’è spento (con un filo di voce) Dividiam! Adagio! il lume. Sì. 16 17
Rodolfo Rodolfo Mimì sulla quale si lascia quasi cadere affranta Qui c’è tanto freddo. Segga vicino al fuoco. Non stia sull’uscio; il lume vacilla al vento. Ove sarà?… dall’emozione) (Mimì fa cenno di no) (il lume di Mimì si spegne) Aspetti… un po’ di vino… Rodolfo Chi son? Sono un poeta. Mimì (trova la chiave e lascia sfuggire una Che cosa faccio? Scrivo. Mimì Oh Dio! Torni ad accenderlo. esclamazione, poi subito pentito mette la chiave E come vivo? Vivo!… Grazie. in tasca) In povertà mia lieta Rodolfo Ah! scialo da gran signore Rodolfo (accorre colla sua candela per riaccendere quella rime ed inni d’amore. (le dà il bicchiere e le versa da bere) di Mimì, ma avvicinandosi alla porta anche il suo Mimì Per sogni e per chimere A lei. lume si spegne e la camera rimane buia) L’ha trovata?… e per castelli in aria Oh Dio!… Anche il mio s’è spento! l’anima ho milionaria. Mimì Rodolfo Talor dal mio forziere Poco, poco. Mimì No! ruban tutti i gioielli (avanzandosi a tentoni, incontra il tavolo e vi due ladri: gli occhi belli. Rodolfo depone il suo candeliere) Mimì V’entrar con voi pur ora Così? Ah! E la chiave ove sarà?… Mi parve… ed i miei sogni usati e i bei sogni miei Mimì Rodolfo Rodolfo tosto si dileguar. Grazie. (si trova presso la porta e la chiude) In verità… Ma il furto non m’accora, (beve) Buio pesto! poiché v’ha preso stanza Mimì la speranza! Rodolfo Mimì (cerca a tastoni) Or che mi conoscete, (ammirandola) Disgraziata! Cerca? parlate voi. Deh! parlate. Chi siete? (Che bella bambina!) Via piaccia dir? Rodolfo Rodolfo Mimì Ove sarà?… Cerco! Mimì (levandosi, cerca il suo candeliere) (finge di cercare, ma guidato dalla voce e dai (è un po’ titubante, poi si decide a parlare; Ora permetta Mimì passi di Mimì, tenta di avvicinarsi ad essa sempre seduta) che accenda il lume. È tutto passato. Importuna è la vicina… che china a terra, cerca sempre tastoni: in Sì. questo momento Rodolfo si è avvicinato ed Mi chiamano Mimì, Rodolfo Rodolfo abbassandosi esso pure, la sua mano incontra ma il mio nome è Lucia. Tanta fretta? (si volge dalla parte ove ode la voce di Mimì) quella di Mimì) La storia mia Ma le pare?… è breve. A tela o a seta Mimì Mimì ricamo in casa e fuori… Sì. Mimì (sorpresa) Son tranquilla e lieta (Rodolfo scorge a terra il candeliere, lo raccoglie, (ripete con grazia, avvicinandosi ancora Ah! ed è mio svago accende e lo consegna a Mimì senza far parola) cautamente) far gigli e rose. Importuna è la vicina… Rodolfo Mi piaccion quelle cose Mimì (cerca la chiave sul pavimento, strisciando i piedi) (tenendo la mano di Mimì, con voce piena di che han sì dolce malìa, Grazie. Buona sera. emozione!) che parlano d’amor, di primavere, (s’avvia per uscire) Rodolfo Che gelida manina! che parlano di sogni e di chimere, Cosa dice, ma le pare?… Se la lasci riscaldar. quelle cose che han nome poesia… Rodolfo Mimì Cercar che giova? Al buio non si trova. Lei m’intende? (l’accompagna fino all’uscio) Cerchi. Ma per fortuna è una notte di luna, Buona sera. e qui la luna l’abbiamo vicina. Rodolfo (ritorna subito al lavoro) Rodolfo (Mimì vorrebbe ritirare la mano) (commosso) Cerco. Aspetti, signorina, Sì. Mimì (urta nel tavolo, vi depone il suo candeliere e si le dirò con due parole (esce, poi riappare sull’uscio che rimane aperto) mette a cercarela chiave brancicando le mani chi son, che faccio e come vivo. Vuole? Mimì Oh! sventata! sul pavimento) (Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di Mimì, Mi chiamano Mimì, La chiave della stanza dove l’ho lasciata? la quale indietreggiando trova una sedia il perché non so. 18 19
Sola, mi fo Chi sono? Mimì Mimì il pranzo da me stessa. (assai commossa) (con abbandono) Non vado sempre a messa, Rodolfo Ah! tu sol comandi, amor!… Io t’amo! ma prego assai il Signore. (rivolgendosi a Mimì) (quasi abbandonandosi) Vivo sola, soletta Amici. (Oh! come dolci scendono Rodolfo là in una bianca cameretta: le sue lusinghe al core… Amore! guardo sui tetti e in cielo; Schaunard tu sol comandi, amore!…) ma quando vien lo sgelo Sentirai le tue… Mimì il primo sole è mio Rodolfo Amor! il primo bacio dell’aprile è mio! Marcello Già mi mandi via? Il primo sole è mio! Che te ne fai lì solo? Fine del primo quadro Germoglia in un vaso una rosa… Mimì Foglia a foglia la spio! Rodolfo (titubante) Così gentile Non sono solo. Siamo in due. Vorrei dir… ma non oso… il profumo d’un fiore! Andate da Momus, tenete il posto, Ma i fior ch’io faccio, ahimè! non hanno odore! ci saremo tosto. Rodolfo Altro di me non le saprei narrare. (rimane alla finestra, onde assicurarsi che gli (con gentilezza) Sono la sua vicina amici se ne vanno) Di’. che la vien fuori d’ora a importunare. Marcello, Schaunard e Colline Mimì Schaunard (allontanandosi) (con graziosa furberia) (dal cortile) Momus, Momus, Momus, Se venissi con voi? Ehi! Rodolfo! zitti e discreti andiamocene via. Momus, Momus, Momus, il poeta Rodolfo Colline Trovò la poesia. (sorpreso) (dal cortile) (Mimì si è avvicinata ancor più alla finestra per Che?…Mimì? Rodolfo! modo che i raggi lunari la illuminano: Rodolfo, (insinuante) volgendosi, scorge Mimì avvolta come da un Sarebbe così dolce restar qui. Marcello nimbo di luce, e la contempla, quasi estatico) C’è freddo fuori. (dal cortile) Olà. Non senti? Rodolfo Mimì (alle grida degli amici, Rodolfo s’impazienta) O soave fanciulla, o dolce viso (con grande abbandono) Lumaca! di mite circonfuso alba lunar, Vi starò vicina!… in te, ravviso Colline il sogno ch’io vorrei sempre sognar! Rodolfo Poetucolo! (cingendo con le braccia Mimì) E al ritorno? Fremon già nell’anima Schaunard le dolcezze estreme, Mimì Accidenti fremon dolcezze estreme (maliziosa) al pigro! nel bacio freme amor! Curioso! (Sempre più impaziente, Rodolfo a tentoni si (la bacia) avvia alla finestra e l’apre spingendosi un poco Rodolfo fuori per rispondere agli amici che sono giù Mimì (aiuta amorevolmente Mimì a mettersi lo scialle) nel cortile: dalla finestra aperta entrano i raggi (svincolandosi) Dammi il braccio, mia piccina. lunari, rischiarando così la camera) No, per pietà! Mimì Rodolfo Rodolfo (dà il braccio a Rodolfo) (alla finestra) Sei mia! Obbedisco, signor! Scrivo ancor tre righe a volo. (s’avviano sottobraccio alla porta d’uscita) Mimì Mimì V’aspettano gli amici… Rodolfo (avvicinandosi un poco alla finestra) Che m’ami di’… 20 21
QUADRO SECONDO passeri! Fiori alle belle! Io pur mi sento in vena di gridar: Venditori (alcuni) chi vuol, donnine allegre, un po’ d’amor! Panna montata! “…Gustavo Colline, il grande filosofo; Marcello, il La folla (studenti, sartine, borghesi e popolo) Facciamo insieme a vendere e a comprar!… grande pittore; Rodolfo, il grande poeta; e Schaunard, il Quanta folla! Su, corriam! Che chiasso! Mimì grande musicista – come essi si chiamavano a vicenda Stringiti a me. Date il passo. Un venditore (accennando ad una cuffietta che porta – frequentavano regolarmente il Caffè Momus dove Prugne di Tours! graziosamente) erano soprannominati: I quattro Moschettieri, perché Al caffè (entra un gruppo di venditrici) Mi sta bene questa cuffietta rosa? indivisibili. Presto qua! Camerier! Un bicchier! “Essi giungevano infatti e giuocavano e se ne Corri! Birra! Da ber! Un caffè! Marcello (Marcello, Schaunard e Colline cercano se vi andavano sempre insieme e spesso senza pagare il conto Io do ad un soldo il vergine mio cuor! fosse un tavolo libero fuori del caffè all’aria e sempre con un ‘accordo’ degno dell’orchestra del Venditori (la ragazza si allontana ridendo) aperta, ma ve n’è uno solo ed è occupato da Conservatorio” Latte di cocco! Giubbe! Carote! onesti borghesi. I tre amici li fulminano con “Madamigella Musetta era una bella ragazza di venti Schaunard occhiate sprezzanti, poi entrano nel caffè) anni… La folla (va a gironzolare avanti al caffè Momus “Molta civetteria, un pochino di ambizione e nessuna (allontanandosi) aspettandovi gli amici: intanto armato della Monelli (alcuni) ortografia… Quanta folla, su, partiam! enorme pipa e del corno da caccia guarda Latte di cocco! “Delizia delle cene del Quartiere Latino… curiosamente la folla) “Una perpetua alternativa di brougham bleu e di Schaunard Fra spintoni e testate accorrendo Venditori omnibus, di via Breda e di Quartiere Latino. (dopo aver soffiato nel corno che ha contrattato affretta la folla e si diletta Oh, la crostata! “– O che volete? – Di tanto in tanto ho bisogno di a lungo con un venditore di ferravecchi) nel provar gioie matte… insoddisfatte… Panna montata! respirare l’aria di questa vita. La mia folle esistenza Falso questo Re! è come una canzone: ciascuno de’ miei amori è una Pipa e corno quant’è? Alcune venditrici Dal caffè strofa –, ma Marcello ne è il ritornello” (paga) Ninnoli, spillette! Camerier! Datteri e caramelle! Un bicchier! Al quartiere latino Colline Presto, olà! La vigilia di Natale (presso la rappezzatrice che gli ha cucito la Venditori Ratafià! Un crocicchio di vie che nel largo prende forma falda di uno zimarrone) Fiori alle belle! di piazzale; botteghe, venditori di ogni genere; È un poco usato… Rodolfo da un lato il Caffè Momus. ma è serio e a buon mercato… Colline (a Mimì) Gran folla e diversa: borghesi, soldati, fantesche, (paga, poi distribuisce con giusto equilibrio i (se ne viene al ritrovo agitando trionfalmente un Sei bruna e quel color ti dona. ragazzi, bambine, studenti, sartine, gendarmi, libri dei quali è carico nelle molte tasche dello vecchio libro) ecc. Sul limitare delle loro botteghe i venditori zimarrone) Copia rara, anzi unica: Mimì gridano a squarciagola invitando la folla de’ la grammatica Runica! (ammirando la bacheca di una bottega) compratori. Separata in quella gran calca di Rodolfo Bel vezzo di corallo! gente si aggirano Rodolfo e Mimì da una parte, (a braccio con Mimì, attraversa la folla Schaunard Colline presso alla botte di una rappezzatrice, avviandosi al negozio della modista) Uomo onesto! Rodolfo Schaunard a una bottega di ferravecchi sta Andiam. Ho uno zio milionario. Se fa senno il buon Dio, comperando una pipa e un Marcello voglio comprarti un vezzo assai più bel! corno; Marcello è spinto qua e là dal capriccio Mimì (arrivando al caffè Momus grida a Schaunard e (Rodolfo e Mimì, in dolce colloquio, si avviano della gente. Andiam per la cuffietta? Colline) verso il fondo della scena e si perdono nella Parecchi borghesi ad un tavolo fuori del caffè A cena! folla. Ad una bottega del fondo un venditore Momus. È sera. Le botteghe sono adorne di Rodolfo monta su di una seggiola, con grandi gesti offre lampioncini e fanali accesi; un grande fanale Tienti al mio braccio stretta… Schaunard e Colline in vendita delle maglierie, dei berretti da notte, illumina l’ingresso del caffè. Rodolfo? ecc. Un gruppo di ragazzi accorre intorno alla Mimì bottega e scoppia in allegre risate) Venditori A te mi stringo… Andiam Marcello (sul limitare delle loro botteghe, altri (entrano in una bottega di modista) Entrò da una modista. Monelli aggirandosi tra la folla ed offrendo la propria (ridendo) merce) Marcello Rodolfo Ah! Ah! Ah! Ah! Aranci, datteri! Caldi i marroni! (tutto solo in mezzo alla folla, con un involto (uscendo dalla modista insieme a Mimì) Ninnoli, croci. Torroni! Panna montata! sotto il braccio, occhieggiando le donnine che la Vieni, gli amici aspettano. Caramelle! La crostata! Fringuelli, folla gli getta quasi fra le braccia) 22 23
Sartine e studenti Rodolfo Colline Schaunard (accorrendo nel fondo presso i monelli, ridendo) (appassionato a Mimì) (solenne, accennando a Mimì) Vin del Reno! Ah! Ah! Ah!… Ah, sì, tanto! Digna est intrari. E tu? Colline Borghesi Schaunard Vin da tavola! Facciam coda alla gente! Mimì (con autorità comica) Ragazze, state attente! Sì, tanto! Ingrediat si necessit. Schaunard Che chiasso! Quanta folla! Aragosta senza crosta! Pigliam via Mazzarino! Studenti e sartine (alcuni) Colline Io soffoco, partiamo! Là da Momus! Io non do che un accessit! (bambine e ragazzi, attorniato il carretto di Vedi il Caffè è vicin! Andiam! (tutti siedono intorno al tavolo, mentre il Parpignol, gesticolano con gran vivacità; un Andiamo là da Momus! (entrano nel caffè) cameriere ritorna) gruppo di mamme accorre in cerca dei ragazzi (entrano nel caffè) e, trovandoli intorno a Parpignol, si mettono a Marcello, Schaunard e Colline Parpignol sgridarli; l’una prende il figliolo per una mano, Venditori (al cameriere, che corre frettoloso entro al caffè, (vicinissimo) un’altra vuole condur via la propria bambina, Aranci, datteri, ninnoli, fior! mentre un altro ne esce con tutto l’occorrente Ecco i giocattoli di Parpignol! chi minaccia, chi sgrida, ma inutilmente, ché (molta gente entra da ogni parte e si aggira per preparare la tavola) bambine e ragazzi non vogliono andarsene) per il piazzale, poi si raduna nel fondo. Colline, Lesto! Colline Schaunard e Marcello escono dal caffè portando (Rodolfo e Mimì s’avviano al caffè Momus) (vedendo il cameriere gli grida con enfasi:) Mamme fuori una tavola; li segue un cameriere con le Salame! (strillanti e minaccianti) seggiole; i borghesi, al tavolo vicino, infastiditi Parpignol Ah! razza di furfanti indemoniati, dal baccano che fanno i tre amici, dopo un po’ (interno, lontano) (il cameriere presenta la lista delle vivande, che che ci venite a fare in questo loco? di tempo, s’alzano e se ne vanno. S’avanzano Ecco i giocattoli di Parpignol! passa nelle mani dei quattro amici, guardata A casa, a letto! Via, brutti sguaiati, di nuovo Rodolfo e Mimì, questa osserva un con una specie di ammirazione e analizzata gli scappellotti vi parranno poco! gruppo di studenti) Rodolfo profondamente. Da via Delfino sbocca un A casa, a letto, (si unisce agli amici e presenta loro Mimì) carretto tutto a fronzoli e fiori, illuminato a razza di furfanti, a letto! Rodolfo Due posti. palloncini: chi lo spinge è Parpignol, il popolare (una mamma prende per un orecchio un (con dolce rimprovero, a Mimì) venditore di giocattoli; una turba di ragazzi lo ragazzo il quale si mette a piagnucolare) Chi guardi? Colline segue saltellando allegramente e circonda il Finalmente! carretto ammirandone i giocattoli) Un ragazzo Colline (piagnucolando) Odio il profano volgo al par d’Orazio. Rodolfo Bambine e ragazzi Vo’ la tromba, il cavallin!… Eccoci qui. (interno) (le mamme, intenerite, si decidono a comperare Mimì Questa è Mimì, Parpignol, Parpignol! da Parpignol; i ragazzi saltano di gioia (a Rodolfo) gaia fioraia. (in scena) impossessandosi dei giocattoli. Parpignol Sei geloso? Il suo venir completa Ecco Parpignol, Parpignol! prende giù per via Commedia. I ragazzi e le la bella compagnia, Col carretto tutto fior! bambine allegramente lo seguono, marciando Rodolfo perché son io il poeta, Ecco Parpignol, Parpignol! e fingendo di suonare gli strumenti infantili All’uom felice sta il sospetto accanto. essa la poesia. Voglio la tromba, il cavallin, acquistati loro) Dal mio cervel sbocciano i canti, il tambur, tamburel… Schaunard dalle sue dita sbocciano i fior; Voglio il cannon, voglio il frustin, Rodolfo Ed io, quando mi sazio, dall’anime esultanti … dei soldati il drappel. E tu, Mimì, che vuoi? vo’ abbondanza di spazio… sboccia l’amor. Schaunard Mimì Mimì Marcello, Schaunard e Colline Cervo arrosto! La crema. (a Rodolfo) (ridendo) Sei felice? Ah, ah! Ah, ah! Marcello Schaunard (esaminando la carta ed ordinando ad alta voce (con somma importanza al cameriere, che Marcello Marcello al cameriere) prende nota di quanto gli viene ordinato) (al cameriere) (ironico) Un tacchino! E gran sfarzo. C’è una dama! Vogliamo una cena prelibata. Lesto! Dio, che concetti rari! 24 25
Bambine e ragazzi Mimì No! No! Non ci sta… Rodolfo Viva Parpignol, Parpignol! (sorpresa, a Rodolfo) Non ne posso più! Gli angeli vanno nudi. (interno) O Dio! … l’ho offeso! Il tambur! Tamburel! Musetta Mimì (più lontano) Rodolfo (con passi rapidi, guardando qua e là come in (con curiosità) Dei soldati il drappel! È in lutto, o mia Mimì. cerca di qualcuno, mentre Alcindoro la segue, La conosci! Chi è? sbuffando e stizzito. Chiamandolo come un Marcello Schaunard e Colline cagnolino) Musetta (come continuando il discorso) (per cambiare discorso) Vien, Lulù! (colpita nel vedere che gli amici non la Signorina Mimì, che dono raro Allegri, e un toast!… Vien, Lulù! guardano) le ha fatto il suo Rodolfo? (Marcello mi vide… Marcello Schaunard E non mi guarda, il vile!) Mimì (al cameriere) Quel brutto coso Quel Schaunard che ride! (mostrando una cuffietta che toglie da un Qua del liquor!… mi par che sudi! (sempre più stizzita) involto) Mi fan tutti una bile! Una cuffietta Mimì, Rodolfo e Marcello (Musetta vede la tavolata degli amici innanzi Se potessi picchiar, a pizzi, tutta rosa, ricamata; (alzandosi) al Caffè Momus ed indica ad Alcindoro di se potessi graffiar! coi miei capelli bruni ben si fonde. E via i pensier, alti i bicchier! sedersi al tavolo lasciato libero poco prima dai Ma non ho sottomano Da tanto tempo tal cuffietta è cosa desiata!… Beviam! borghesi) che questo pellican! Egli ha letto quel che il core asconde… Aspetta!) Ora colui che legge dentro a un cuore Tutti Alcindoro (gridando) sa l’amore ed è… lettore. Beviam! (a Musetta) Ehi! Camerier! Come! Qui fuori? (il cameriere accorre: Musetta prende un piatto Schaunard Marcello Qui? e lo fiuta) Esperto professore… (interrompendo, perché ha veduto da lontano Cameriere! Questo piatto Musetta) Musetta ha una puzza di rifritto! Colline Ch’io beva del tossico! Siedi, Lulù! (getta il piatto a terra con forza, il cameriere si (seguitando l’idea di Schaunard) (si lascia cadere sulla sedia. All’angolo di via affretta a raccogliere i cocci) … che ha già diplomi e non son armi prime Mazzarino appare una bellissima signora, dal Alcindoro le sue rime… fare civettuolo ed allegro, dal sorriso provocante. (siede irritato, alzando il bavero del suo Marcello Le vien dietro un signore pomposo, pieno di pastrano e borbottando) (a Mimì) Schaunard pretensione negli abiti, nei modi, nella persona) Tali nomignoli, Domandatelo a me. (interrompendo) prego, serbateli Il suo nome è Musetta; … tanto che sembra ver ciò ch’egli esprime!… Rodolfo, Schaunard e Colline al tu per tu! cognome: Tentazione! (con sorpresa, vedendo Musetta) (un cameriere si avvicina e prepara la tavola) Per sua vocazione Marcello Oh! fa la Rosa dei venti; (guardando Mimì) Musetta gira e muta soventi O bella età d’inganni e d’utopie! Marcello Non farmi il Barbablù! e d’amanti e d’amore. Si crede, spera, e tutto bello appare! Essa! (siede anch’essa al tavolo rivolta verso il caffè) E come la civetta è uccello sanguinario; Rodolfo Rodolfo, Schaunard e Colline Colline il suo cibo ordinario La più divina delle poesie Musetta! (esaminando il vecchio) è il cuore… Mangia il cuore!… è quella, amico, che c’insegna amare! È il vizio contegnoso… Per questo io non ne ho più… Bottegaie Passatemi il ragù! Mimì (vedendo Musetta) Marcello Amare è dolce ancora più del miele… To’! – Lei! – Sì! – To’! – Lei! –Musetta! (con disprezzo) Alcindoro Siamo in auge! – Che toeletta! Colla casta Susanna! (frenandola) Marcello No, Musetta… (stizzito) Alcindoro Mimì Zitta zitta! … secondo il palato è miele, o fiele!… (trafelato) (a Rodolfo) Come un facchino… È pur ben vestita! correr di qua… di là… 26 27
Musetta Sartine e studenti Colline tutta invaghita di Marcel, (vedendo che Marcello non si volta) … proprio lei, Musetta! (a Schaunard) tutta invaghita ell’è! (Non si volta.) (ridendo) E l’altro invan crudel… Ah, ah, ah, ah! finge di non capir, ma sugge miel!… (Schaunard e Colline si alzano e si portano Alcindoro da un lato, osservando la scena con curiosità, (con comica disperazione) Musetta Musetta mentre Rodolfo e Mimì rimangon soli, seduti, Zitta! Zitta! Zitta! (Che sia geloso (come sopra) parlandosi con tenerezza. Marcello, sempre Modi, garbo! di questa mummia?) Ma il tuo cuore martella! più nervoso ha lasciato il suo posto, vorrebbe andarsene, ma non sa resistere alla voce di Musetta Alcindoro Alcindoro Musetta) (Ah, non si volta!) (interrompendo le sue ordinazioni, per calmare Parla piano. Musetta che continua ad agitarsi) Alcindoro Alcindoro La convenienza… Musetta Quella gente che dirà? A chi parli?… il grado… la virtù… (sempre seduta, volgendosi con intenzione a Marcello, il quale comincia ad agitarsi) Rodolfo Colline Musetta Quando me’n vo soletta per la via, (a Mimì) Questo pollo è un poema! (… Vediam se mi resta la gente sosta e mira Marcello un dì l’amò. tanto poter su lui da farlo cedere!) e la bellezza mia tutta ricerca in me Musetta da capo a pie’… Schaunard (rabbiosa) Schaunard Ah, Marcello cederà! (Ora lo batto, lo batto!) La commedia è stupenda! Marcello (agli amici, con voce soffocata) Colline Alcindoro Musetta Legatemi alla seggiola! Chi sa mai quel che avverrà! Con chi parli?… (guardando Marcello, a voce alta) Tu non mi guardi! Alcindoro Rodolfo Schaunard (sulle spine) (a Mimì) Il vino è prelibato. Alcindoro Quella gente che dirà? La fraschetta l’abbandonò… (credendo che Musetta gli abbia rivolto per poi darsi a miglior vita. Musetta la parola, se ne compiace e le risponde Musetta (seccata) gravemente:) … ed assaporo allor la bramosia (Alcindoro tenta inutilmente di persuadere Al cameriere! Non seccar! Vedi bene che ordino!… sottil, che da gli occhi traspira Musetta a riprendere posto alla tavola, ove la Voglio fare il mio piacere…. e dai palesi vezzi intender sa cena è già pronta) Schaunard alle occulte beltà. Alcindoro La commedia è stupenda! Così l’effluvio del desìo tutta m’aggira, Schaunard Parla pian, felice mi fa! Trovan dolce al pari il laccio… Parla pian, Colline (prende la nota del cameriere e si mette ad Stupenda! Alcindoro Colline ordinare la cena) (si avvicina a Musetta, cercando di farla tacere, Santi numi, in simil briga… Rodolfo borbottando) Musetta (a Mimì) (Quel canto scurrile Schaunard … vo’ far quel che mi pare! Sappi per tuo governo mi muove la bile!) … chi lo tende e chi ci dà. Non seccar! che non darei perdono in sempiterno. Musetta Colline Sartine Schaunard E tu che sai, che memori e ti struggi … mai Colline intopperà! (attraversando la scena, si arrestano un Essa all’un parla da me tanto rifuggi? momento vedendo Musetta) perché l’altro intenda. So ben: le angoscie tue non le vuoi dir, Musetta Guarda, guarda chi si vede, ma ti senti morir! (Ah! Marcello smania…) proprio lei, Musetta! Mimì (a Rodolfo) Mimì Alcindoro Studenti Io t’amo tanto, (a Rodolfo) Parla pian! (attraversando la scena) e son tutta tua!… Io vedo ben… che quella poveretta, Zitta, zitta! Con quel vecchio che balbetta… Ché mi parli di perdono? 28 29
Musetta (simulando un forte dolore ad un piede, va di Marcello Rodolfo e Colline (Marcello è vinto!) nuovo a sedersi) Se tu battessi alla mia porta, (osservando il conto) Sò ben le angoscie tue Ahi! t’andrebbe il mio core ad aprir! Caro! non le vuoi dir. (lontanissima si ode la Ritirata militare che a Ah! Ma ti senti morir. Alcindoro Musetta poco a poco va avvicinandosi) Che c’è? Eccola qua. Alcindoro Colline, Schaunard e Rodolfo Modi, garbo! Musetta Alcindoro (tastandosi le tasche vuote) Zitta, zitta! Qual dolore, qual bruciore! Vuoi ch’io comprometta? Fuori il danaro! Aspetta! Musetta! Vo’. Musetta Alcindoro (nasconde prontamente nel gilet la scarpa di Schaunard (ad Alcindoro, ribellandosi) Dove? Musetta, poi si abbottona l’abito) Colline, Rodolfo e tu Io voglio fare il mio piacere! (si china per slacciare la scarpa a Musetta) Marcel? Voglio far quel che mi par, Musetta non seccar! Non seccar! Musetta (impazientandosi) Marcello (mostrando il piede con civetteria) Corri, va, corri. Siamo all’asciutto. Mimì Al pie’! Presto, va! va! Quell’infelice (Alcindoro va via frettolosamente) Schaunard mi muove a pietà! Musetta Come? (gridato) (Musetta e Marcello si abbracciano con grande Colline Sciogli, slaccia, rompi, straccia! entusiasmo) Rodolfo (Essa è bella, io non son cieco, Te ne imploro… Ho trenta soldi in tutto! ma piaccionmi assai più Laggiù c’è un calzolaio. Musetta una pipa e un testo greco!) Marcello! Colline, Schaunard e Marcello Alcindoro (allibiti) Mimì Imprudente! Marcello Come? Non ce n’è più? (stringendosi a Rodolfo) Sirena! T’amo! Musetta Schaunard Quell’infelice mi muove a pietà! Corri presto! Mimì (terribile) L’amor ingeneroso è tristo amor! Ne voglio un altro paio. Io vedo ben Ma il mio tesoro ov’è? Quell’infelice mi muove a pietà! Ahi! che fitta, ell’è invaghita di Marcello! (portano le mani alle tasche: sono vuote: maledetta scarpa stretta! nessuno sa spiegarsi la rapida scomparsa degli Rodolfo Schaunard scudi di Schaunard; sorpresi si guardano l’un (cingendo Mimì alla vita) Alcindoro Siamo all’ultima scena! l’altro) Mimì! Quella gente che dirà? (un cameriere porta il conto) È fiacco amor quel che le offese Monelli vendicar non sa! Musetta Rodolfo, Schaunard e Colline (accorrendo da destra) Non risorge spento amor! Or la levo… (con sorpresa alzandosi assieme a Mimì) La Ritirata! (si leva la scarpa e la pone sul tavolo) Il conto? Schaunard Sartine e studenti (Quel bravaccio a momenti cederà! Alcindoro Schaunard (sortono frettolosamente dal caffè Momus) Stupenda è la commedia! (cercando di trattenere Musetta) Così presto? La Ritirata! Marcello cederà!) Ma il mio grado! (a Colline) Colline Borghesi Se tal vaga persona, Marcello Chi l’ha richiesto? (accorrendo da sinistra, la Ritirata essendo ancor ti trattasse a tu per tu, (commosso sommamente, avanzandosi) lontana, la gente corre da un lato all’altro della la tua scienza brontolona Gioventù mia, Schaunard scena guardando da quale via s’avanzano i militari) manderesti a Belzebù! tu non sei morta, (al cameriere) La Ritirata! né di te morto è il sovvenir! Vediam! Musetta (dopo guardato il conto, lo passa agli amici) Monelli (Or convien liberarsi del vecchio!) Schaunard e Colline, poi Rodolfo S’avvicinan per di qua!? La commedia è stupenda! (cercando di orientarsi) 30 31
Sartine e studenti Mamme Marcello, Schaunard e Colline Il bel tambur maggior No, di là! (dalle finestre) Quella folla serrata Eccolo là! Lisetta, vuoi tacer? il nascondiglio appresti! Che guarda, passa; va! Monelli Tonio, la vuoi finir? (indecisi, indicando il lato opposto) Vuoi tacer, la vuoi finir? Mimì, Musetta, Rodolfo, Marcello, Schaunard (grido della folla, dall’interno. Intanto Alcindoro S’avvicinan per di là! e Colline con un paio di scarpe bene incartocciate ritorna (la folla ha invaso tutta la scena, la Ritirata si Lesti, lesti, lesti! verso il Caffè Momus cercando di Musetta: Musetta avvicina sempre più dalla sinistra) il cameriere, che è presso al tavolo, prende il (al cameriere) La folla conto lasciato da questa e cerimoniosamente Il mio conto date a me. Marcello Largo, largo, eccoli qua! lo presenta ad Alcindoro, il quale vedendo la (al cameriere che le mostra il conto) … il Signor! In fila! somma, non trovando più alcuno, cade su di una Bene! sedia, stupefatto, allibito) Presto, sommate Musetta (la Ritirata Militare entra da sinistra, la precede quello con questo! (ponendo i due conti riuniti sul tavolo al posto di un gigantesco Tamburo Maggiore, che maneggia Fine del secondo quadro (il cameriere unisce i due conti e ne fa la Alcindoro) con destrezza e solennità la sua Canna di somma) E dove s’è seduto Comando, indicando la via da percorrere) Paga il signor che stava qui con me! ritrovi il mio saluto! La folla e i venditori Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline Marcello, Schaunard e Colline Ecco il tambur maggiore! (accennando dalla parte dove è andato E dove s’è seduto Più fier d’un antico guerrier! Alcindoro. Comicamente) ritrovi il suo saluto! Il Tamburo Maggior! Gli Zappator, olà! Paga il signor! La Ritirata è qua! Marcello Eccolo là! Il bel Tambur Maggior! Colline Giunge la Ritirata! La canna d’ôr, tutto splendor! Paga il signor! Che guarda, passa, va! Marcello e Colline Schaunard Che il vecchio non ci veda (la Ritirata attraversa la scena, dirigendosi Paga il signor! fuggir colla sua preda! verso il fondo a destra. Musetta non potendo camminare perché ha un solo piede calzato, Sartine e studenti Sartine e borghesi è alzata a braccia da Marcello e Colline che No! Vien di qua! S’avvicinano di qua! rompono le fila degli astanti, per seguire la la folla e i venditori Ritirata; la folla vedendo Musetta portata (si aprono varie finestre, appaiono a queste Sì, di qua! trionfalmente, ne prende pretesto per farle e sui balconi mamme coi loro ragazzi ed clamorose ovazioni. Marcello e Colline con ansiosamente guardano da dove arriva la Monelli Musetta si mettono in coda alla Ritirata, Ritirata) Come sarà arrivata li seguono Rodolfo e Mimì a braccetto e la seguiremo al passo! Schaunard col suo corno imboccato, poi Borghesi e venditori studenti e sartine saltellando allegramente, poi (irrompono dal fondo facendosi strada tra la Venditori ragazzi, borghesi, donne che prendono il passo folla) (dopo aver chiuso le botteghe, vengono in di marcia. Tutta questa folla si allontana dal (alcuni) strada) fondo seguendo la Ritirata militare) Largo! Largo! In quel rullio tu senti la patria maestà! Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline Ragazzi Viva Musetta! (alcuni dalle finestre) (tutti guardano verso sinistra: la Ritirata sta per Cuor birichin! Voglio veder! Voglio sentir! sbucare nel crocicchio, allora la folla si ritira e Gloria ed onor, Mamma, voglio veder! dividendosi forma due ali da sinistra al fondo a onor e gloria Papà, voglio sentir! destra, mentre gli amici – con Musetta e Mimì – del Quartier Latin! Vo’ veder la Ritirata! fanno gruppo a parte presso il caffè) La folla e i venditori Tutto splendor! Di Francia è il più bell’uom! 32 33
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