Lo scheletro umano Atlante di anatomia umana e comparata online: www.eskeleton.org (in inglese )

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Lo scheletro umano

Atlante di anatomia umana e comparata
online: www.eskeleton.org (in inglese...)
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Lo scheletro umano (adulto)* è composto da circa 206 ossa
(80% peso corporeo)

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                                                            hanno
                                                            normalmente un
                                                            numero di ossa
                                                            superiore a
                                                            quello citato,
                                                            poiché ogni osso
                                                            è formato da
                                                            più segmenti
                                                            che si saldano
                                                            con
                                                            l’accrescimento
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Il tessuto osseo: struttura e funzioni
L’osso è un tessuto connettivo con funzioni protettive, meccaniche e metaboliche.
E’ il tessuto costitutivo di quasi tutto lo scheletro e inoltre forma la dentina e il
cemento dei denti.

Come tutti i tessuti connettivi è formato da
due componenti:                                                E’ la matrice usata per
                                                                le datazioni al C14 e
    Cellule (osteociti, osteoblasti, osteclasti …)                 per altre indagini
                                                                 chimiche sulle ossa

                                         Matrice organica (ca. 30%):
                                         fibre collagene
                                         proteine non collageniche
                                         proteoglicani
     Matrice intercellulare              glicoproteine
     (in cui sono immerse le cellule),
     organica e inorganica.
                                         Matrice inorganica (ca. 70%):
                                         fosfato e carbonato di calcio
                                         sotto forma di
                                         idrossiapatite
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Processo di accrescimento delle ossa
L’ accrescimento osseo avviene tramite un
processo di sostituzione del tessuto cartillaginoso
mediante l’attività degli osteoblasti.
Le ossa si formano quindi mediante centri di
ossificazione dove avviene la congiunzione di più
segmenti fino a saldatura completa

                                                      Centri di ossificazione
                                                      dell’omero
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Il tessuto osseo: struttura e funzioni
Dal punto di vista macroscopico si distinguono due tipi di tessuto
osseo: osso spugnoso e osso compatto

Entrambi i tipi di osso hanno una struttura lamellare:
ciascuna lamella è formata da cellule (osteociti) e sostanza
intercellulare. Gli osteociti sono accolti in cavità scavate nella
matrice calcificata.
Osso spugnoso: le lamelle si aggregano formando
trabecole irregolari, disposte disordinatamente, che
delimitano un sistema di spazi intercomunicanti
occupati da midollo osseo, con funzione emopoietica.
Osso compatto: le lamelle si associano
parallelamente formando strutture
compatte molto regolari.

L’osso è avvolto da una membrana connettivale
esterna detta periostio e da una interna detta
endostio: queste membrane, molto vascolarizzate,
assicurano il nutrimento alle cellule e intervengono
nei processi di formazione e riparazione dell’osso.
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Istologia dell’osso

L'osso compatto è costituito , per la maggior parte da una sostanza
interstiziale calcificata detta matrice; questa è organizzata in lamelle
che disponendosi in forme concentriche delimitano il canale di Havers.
Nella sostanza fondamentale sono distribuite cavità a forma di lente
biconvessa dette lacune ossee ciascuna delle quali è occupata dalla cellula
ossea: osteocita, l'insieme prende nome di osteone.

                                        I canali di Havers contengono
                                        vasi sanguigni e linfatici, fibre
                                        nervose e tessuto connettivo,
                                        sono disposti in modo parallelo
                                        tra di loro, comunicano con la
                                        superficie libera dell'osso e la
                                        cavità midollare nonché tra di
                                        loro con dei canali disposti
                                        trasversalmente e obliquamente
                                        detti canali di Wolkmann.
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Lo scheletro ha diverse
funzioni:

• sostiene i tessuti muscolari
(permettendo la locomozione)

• protegge gli organi interni
(encefalo, cuore…)

• ha funzioni emopoietiche
(da origine alle cellule del sangue)

Si differenzia in:

•Scheletro assile

•Scheletro appendicolare
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Scheletro assile:
Cranio
16 ossa per il neurocranio e lo splancnocranio
1 mandibola

Colonna vertebrale
24 vertebre             Più ossa sono tenute insieme da:
24 costole
                        - articolazioni (ginocchio, gomito…)
1 sterno                - sinfisi (pelvi)
2 scapole               - cinti (pelvi, torace)
2 clavicole

Scheletro appendicolare:
Arti superiori
Omero
Ulna
Radio
Ossa della mano (carpo, metacarpo, falangi)

Arti inferiori
Femore
Tibia
Perone
rotula
Ossa del piede (tarso, metatarso, falangi)

Cinti:
Pelvico (2 ossa coxali, sacro)
Toracico (sterno, clavicole, scapole)
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Classificazione dei tipi di ossa:

Lunghe: quelle ossa la cui lunghezza supera
la larghezza e lo spessore. Sono di solito
quelle degli arti, suddivise in una diafisi e
due epifisi (distale e prossimale).

Piatte: quelle ossa hanno lunghezza e
larghezza pressochè equivalenti. Un esempio
di osso piatto è l’osso del bacino.

Brevi e/o irregolari: quelle ossa in cui
lunghezza, larghezza e spessore si
equivalgono. Rientrano nella categoria delle
ossa rregolari quelle per le quali non è
possibile stabilire con certezza il rapporto
tra le varie dimensioni.
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1.    Prossimale
Piani di orientamento dello scheletro
                                          2.    Distale
                                          3.    Frontale o anteriore
                                          4.    Dorsale o posteriore
                                          5.    Laterale
                                          6.    Mediale
                                          7.    Ulnare
                                          8.    Radiale
                                          9.    Tibiale
                                          10.   Fibulare
                                          11.   Volare
                                          12.   Dorsale
                                                          Piano sagittale

                                        Piani frontale (A)
                                        e trasversale (B)
Cranio   Il cranio conta circa 24 ossa
         distribuite nel neurocranio (cranio
         neurale) e nello splancnocranio
         (cranio facciale o viscerale)

         Neurocranio:
         Frontale
         Parietale
         Occipitale
         Temporale
         Sfenoide       Ossa accessorie:
         Etmoide        Ossa dell’orecchio
                        Osso ioide

         Splancnocranio:
         Mascella
         Nasale
         Lacrimale
         Vomere
         Turbinato
         Palatino
         Malare
         Mandibola
Anatomia dello scheletro – CRANIO (norme)

                                              Funzioni:

                                              • protezione dell’encefalo
                                              e degli organi di senso

                                              • substrato per i muscoli
                                              della faccia

Variabili metriche, morfologiche e degenerative

• diagnosi di sesso
• diagnosi di età
• patologie (cranio e dei denti)
Anatomia dello scheletro – CRANIO (norme)

                                    Posteriore

                                 Superiore       Inferiore

    Frontale      Laterale
CRANIO: le suture principali
Il cranio: le suture principali
                                  sutura coronale
                                  tra l’osso frontale e le
                                  ossa parietali

                                  sutura sagittale
                                  tra le due ossa parietali

                                  sutura lambdoidea
                                  tra l’osso occipitale e
                                  le ossa parietali

                                  sutura squamosa
                                  tra le ossa parietale,
                                  temporale e sfenoide

                                      In base allo stato di
                                     saldatura delle suture
                                       è possibile stabilire
                                     l’età alla morte di un
                                            individuo
Il cranio

        Mascellare   Mandibola
Colonna vertebrale   Vertebre cervicali (7)
                     Vertebre dorsali (12)
                     Vertebre lombari (5)
                     Sacro (5)
                     Coccige (ca. 3)
La colonna vertebrale

 Ogni vertebra è composta da un corpo, da cui si dipartono due prolungamenti
 (dx e sx) che formano l’arco vertebrale. Tale arco delimita il foro vertebrale,
 all’interno del quale decorre il midollo spinale.
                                          spinale
 Posteriormente all’arco vertebrale è presente un processo spinoso (o apofisi
 spinosa) mentre lateralmente sono presenti due processi detti processi
 traversi.
Vertebre
Le vertebre cervicali hanno un corpo piccolo e basso, con apofisi bifide e fori posti
lateralmente al corpo (arteria vertebrale). Le prime due vertebre cervicali (atlante
ed epistrofeo si distinguono dalle altre per la loro morfologia.

Le vertebre dorsali hanno il corpo più grande delle cervicali, e si distinguono dalle
toraciche per le faccette articolari poste sui lati del corpo. La spina o apofisi non è
bifida come nelle cervicali.

                                             Le vertere lobari sono le più grandi che
                                             aumenta di grandezza dalla prima alla
                                             quinta. Sono prive delle faccette
                                             articolari sui lati del corpo e hanno le
                                             apofisi trasverse verticalizzate e la
                                             spina rettangolare.

                                             Le vertebre sacrali (nell’adulto) sono
                                             fuse in un unico osso che si articola con
                                             le due ossa del bacino.
La colonna vertebrale
 L’articolazione di una vertebra all’altra
 è assicurata da spazi appositi dette
 faccette articolari, localizzati sui
 processi articolari superiore e inferiore.

 I corpi vertebrali sono separati tra
 loro da dischi intervertebrali,
 fibrocartilaginei, che ammortizzano i
 movimenti di flessione ed estensione
 della colonna.

  La degenerazione del disco intervertebrale
  che si verifica con il progredire dell’età, o a
  seguito di stress biomeccanici, può causare
      patologie osservabili sulle vertebre
     (atropatie, ernie del disco o ernie di
                    Schmörl).
Costole e sterno – cinto toracico

 Le vertebre della regione toracica sono
 articolate con le costole, le quali si    Le costole sono in numero di 12 paia.
 portano ventralmente a costituire la      Le prime sette si articolano direttamente con lo
 gabbia toracica.                          sterno (vere); le successive 3 si articolano allo
                                           sterno ancorandosi alla cartilagine della costola
                                           precedente (false); le ultime 2 sono fluttuanti.
Costole e sterno
Lo sterno è formato da
3 parti:

manubrio,

corpo,

processo xifoideo.
Cinto toracico
L’elemento di raccordo tra lo scheletro assile e lo scheletro appendicolare
superiore (vale a dire l’arto superiore) è il cinto toracico o scapolare.
                                                               scapolare

Esso è formato da due ossa pari:
la scapola e la clavicola.
La scapola è un osso piatto triangolare,
formato soprattutto da tessuto osseo
compatto.
Si articola con l’omero a livello della cavità
glenoidea e con la clavicola a livello della
faccia acromiale.

La clavicola è un osso lungo a forma di S.
Si articola con la scapola (a livello
dell’acromion) e con lo sterno.

Scapola     e    clavicola    concorrono     ai
movimenti
articolari della spalla: di abduzione, cioè di
allontanamento del braccio dall’asse del
corpo, e di elevazione dello stesso al di
sopra del capo.
Arto superiore
                  L’omero, come tutte le ossa
OMERO (braccio)   lunghe è composto da una
                  diafisi e due epifisi. La diafisi
                  ha sezione più o meno
                  cilindrica che mostra una
                  tuberosità detta deltoidea
                  posta a circa metà sezione.
                  L’epifisi prossimale viene
                  detta testa e si affianca a due
                  tuberosità dette trochite e
                  trochine. L’epifisi distale
                  presenta anteriormente una
                  fossa radiale (per
                  l’articolazione con il radio) e
                  posteriormente la fossa
                  olecranica con il condilo e la
                  troclea. Lateralmente sono
                  visibili l’epicondilo
                  (lateralmente) e l’epitroclea
                  (medialmente)
Arto superiore

RADIO E ULNA (avambraccio)
                             Il radio è formato da una
                             diafisi a sezione prismatico-
                             triangolare. L’epifisi
                             prossimale è costituita da un
                             capitello e da una tuberosità,
                             mentre quella distale ha
                             forma triangolare e presenta
                             un processo stiloideo.

                             L’ulna ha una diafisi con
                             sezione triangolare con
                             margini più acuti. L’epifisi
                             prossimale presenta
                             l’olecrano che si articola con
                             l’omero (fossa olecranica)
                             mentre l’epifisi distale è
                             piccola e leggermente
                             appuntita; anche essa
                             presenta un processo
                             stiloideo.
Arto superiore
MANO
Le ossa che compongono la mano sono 2, divise in: carpo, metacarpo e falangi. Le
ossa del carpo sono 8, disposte in due linee parallele e corrispondono
all’articolazione del polso. Sono: scafoide, semilunare, piramidale, pisiforme, trapezio,
trapezoide, grand’osso e uncinato

                                                                       Metacarpo:
                                                                       5 ossa (I-V)

                                                                       Falangi
                                                                       Sono tre per dito:
                                                                       Prossimali
                                                                       Intermedie
                                                                       Distali

                                                                       Il pollice ne ha
                                                                       solo 2
BACINO

                     Il bacino è l’osso maggiormente
                    diagnostico per la determinazione
                                del sesso.

         Il bacino o pelvi è formato dalle due ossa
         dell’anca e dal sacro e il coccige.
         L’osso dell’anca è composto da tre segmenti (che
         corrispondono a quelli che si saldano durante
         l’accrescimento) che sono ileo, ischio e pube.

         L’ileo è composto da un segmento inferiore
         (corpo) dove si trova la faccetta di inserzione
         della testa del femore (acetabolo) e da uno
         superiore (ala).
         L’ischio è formato da un ramo, che si estende
         verso il pube e da un corpo che presenta il
         forame otturato e termina nella tuberosità
         ischiatica.
         Il pube è composto da due rami che terminano
         nella sinfisi pubica.
Sviluppo del bacino

 La fusione delle 3 ossa dell’anca (ileo, ischio e pube) si completa entro i 13-15 anni

                La valutazione dello stato di saldatura delle ossa
                dell’anca consente una stima dell’età alla morte nei
                soggetti subadulti
Morfologia del bacino

   La valutazione della morfologia del bacino è importante per la diagnosi
                        di sesso degli individui adulti
Arto inferiore

FEMORE                       La misura della testa
                            del femore viene usata
                            nella diagnosi di sesso

                 Il femore ha la diafisi a sezione più
                 o meno circolare, che presenta
                 lungo la superficie posteriore una
                 inserzione muscolare detta linea
                 aspra.
                 L’epifisi prossimale è formata da
                 una testa (che si articola con il
                 bacino tramite l’acetabolo) e da
                 aree di inserzione muscolare dette
                 grande trocantere e piccolo
                 trocantere.
                 L’epifisi distale è data da due aree
                 distinte dette condili (mediale e
                 laterale) intervallati da una fossa
                 detta intercondiloidea.
Arto inferiore
                            La tibia ha una diafisi con
TIBIA E PERONE (o fibula)   sezione triangolare. L’epifisi
                            prossimale presenta due condili
                            (mediale e laterale) separati da
                            un’area intercondiloidea.
                            Anteriormente è visibile una
                            tuberosità tibiale.
                            L’epifisi distale ha un processo
                            posto medialmente detto
                            malleolo. Distalmente è visibile
                            un incisura peroneale per
                            l’articolazione con il perone,
                            appunto.

                            Il perone (o fibula) è piuttosto
                            sottile e ha sezione molto
                            irregolare con margini acuti.
                            L’epifisi prossimale ha una
                            testa, mentre quella distale ha
                            un malleolo laterale.
Arto inferiore: rotula

La rotula (o patella) è un osso pari che
viene considerato come un osso sesamoide
in quanto si trova inserito nello spessore di
un tendine.

E’ di forma triangolare con apice verso il
basso.

Posteriormente presenta due superfici
articolari con i condili del femore (la
superficie mediale è la più piccola).
Anatomia dello scheletro – arti inferiori
                                            Le ossa che compongono il
PIEDE                                       piede sono circa 27, divise
                                            in tarso, metatarso e
                                            falangi. Le ossa del tarso
                                            sono 7, disposte in due
                                            linee parallele e
                                            corrispondono
                                            all’articolazione della
                                            caviglia. Tra queste le più
                                            importanti sono calcagno e
                                            l’astragalo

                                            Metatarso (I-V)

                                            Falangi (I-V):
                                            Prossimali
                                            Intermedie
                                            Distali (I-IV)

                                            Esistono nel piede ossa
                                            sovrannumero dette
                                            sesamoidi
Elementi di antropometria
Antropometria (nel vivente) o
Osteometria (per i resti scheletrici)
L’osteometria (o misurazioni delle
diverse ossa dello scheletro)
rappresenta il nucleo storico
dell’antropologia fisica.

In particolare la misura del cranio
umano (considerato come la parte più
nobile del corpo) ha ricevuto tanta
attenzione da generare una
sottodisciplina, la craniologia.
Johann Friedrich Blumembach (1752-1840), studioso tedesco, alla fine del XVIII
secolo intraprende lo studio sistematico delle variazioni fisiche/morfologiche
nell’uomo, osservando in particolare il cranio. Questo approccio richiede
necessariamente una serie di norme codificate che rendano più rigorosi i criteri di
osservazione e garantiscano una obbiettività che si svincoli dal giudizio
dell’osservatore.

Alla fine del ‘700 Camper misura l’angolo facciale, stabilendo che esiste una
gradazione di valori che vedono ad un estremo i bianchi Europei (angolo tendente i
100°) e all’altro le scimmie antropomorfe (57°). I neri presentano un valore
intermedio che si aggira intorno ai 70°.
Craniologia
Paul Broca (1824-1880), anatomista e clinico, a Parigi tiene
la cattedra di Antropologia. La sua formazione è
prevalentemente naturalistica. Il suo lavoro contribuisce
enormemente alla disciplina. Mettendo a punto una serie di
strumenti antropometrici e tecniche di misurazione Broca
detta norme precise di rilevamento in base a punti
antropometrici di riferimento (landmarks). Con il suo
metodo è possibile confrontare i caratteri metrici di una
serie di popolazioni scheletriche (per lo più crani).

I musei di tutta Europa si riempiono di crani/scheletri che
vengono misurati a scopo comparativo (Museum period). Tra
i caratteri di misurazione Broca identifica anche tratti
come il colore della pelle, delle iridi, dei capelli.

Anders Retzius (1796-1860)
                                          Femmine      Maschi       Forma
utilizzerà i rapporti tra misure del
cranio per determinare l’indice           < 75%        < 65%        dolicocefalo
cefalico (anche detto indice di           75% to 80%   65% to 75%   mesocefalo
Retzius) ed esprimere tramite un
                                          > 80%        > 75%        brachicefalo
valore numerico la forma del cranio.
Osteometria

Storicamente, le misure del cranio
sono state utilizzate per classificare le
popolazioni secondo schemi tipologico-
razziali.

Le misure del cranio sono state sempre
ritenute “molto più ereditarie” di quelle
del più “ecosensibile” postcranio, e per
questo privilegiate negli studi
antropologici di fine ‘800-inizio ‘900

La moderna tendenza a considerare lo scheletro umano come un vero e proprio
archivio biologico ha reso gli onori al trascurato scheletro postcraniale, rivalutato
proprio per la sua maggiore sensibilità a fattori ambientali che su di esso
possono lasciare tracce utili per ricostruire lo stile di vita, la presenza di stress
alimentari e/o ambientali …
Osteometria
La raccolta delle principali
dimensioni delle ossa permette di
definire alcuni parametri
morfometrici del cranio e della
faccia e di descrivere elementi
della costituzione fisica e delle
proporzioni corporee di un
individuo o di una popolazione.

Misure del cranio                   caratterizzazione fisica
                                    dell’individuo e della popolazione

                                    caratterizzazione costituzionale e
Misure del postcranio               valutazione della robustezza e del
                                    carico di stress biomeccanico
                                    dell’individuo e della popolazione
Osteometria
 Lo studio della morfometria scheletrica
 (insieme a quello della morfologia) permette
 di ricostruire il tipo e il livello di attività
 fisica nelle popolazioni del passato, oltre a
 fornire informazioni su eventuali disturbi
 alimentari e patologie croniche.

 Lo scheletro è infatti influenzato da una
 serie di fattori ambientali (sia durante
 l’accrescimento che durante la vita adulta) a
 cui risponde con modificazioni della sua
 struttura.

 Per es., individui che conducono una vita molto
 attiva, con elevato stress biomeccanico,
 hanno ossa più robuste, e la robustezza può
 essere quantificata mediante apposite
 misure.

 Una vita sedentaria si accompagna a un minor
 appiattimento delle sezioni trasverse delle
 diafisi del femore e della tibia …
Misure del cranio
                    Esiste una serie di misure
                    codificate del cranio (riferimento:
                    Manuale di Martin e Saller,
                    1957-1962) che si basano sull’uso
                    di particolari punti antropometrici
                    di riferimento (landmarks).

                    Alcuni esempi:

                    1. Lunghezza massima (g-op)

                    8. Larghezza massima (eu-eu)

                    10. Diametro frontale massimo (co-co)

                    11. Diametro frontale minimo (ft-ft)

                    …
Indici del cranio…

 Sulla base delle misure del cranio è possibile calcolare una serie di indici
 cranici che caratterizzano in modo sintetico alcuni aspetti della forma del
 cranio.
  Indice cranico orizzontale: rapporto
                                               Dolicocrani (80)
  allungata (dolicocranio) o corta
  (brachicranio) della calotta cranica.

    L’indice cranico è stato ampiamente utilizzato per caratterizzare
    tipologicamente le popolazioni umane.

    Per es., classificazione di Biasutti in 4 principali razze caratterizzate
    da valori differenti dell’indice cefalico:

    • Negroidi e Australoidi: sono in media dolicocefali

    • Mongoloidi: brachicefali

    • Europoidi: sono rappresentate tutte le categorie dell’indice.
Misure del postcranio

  Come per il cranio, esiste una serie di misure codificate anche per il postcranio
  (Manuale di Martin e Saller, 1957-1962) basate sull’uso di punti
  antropometrici di riferimento.
Indici del postcranio: alcuni esempi
Indice diafisario dell’omero: rapporto percentuale
tra i diametri minimo e massimo misurati a metà
diafisi. Quando il valore dell’indice si avvicina a 100 i
due diametri sono simili e la diafisi ha una forma
rotondeggiante, mentre quando il diametro minimo è
molto più piccolo del diametro massimo si ha un
appiattimento dell’omero (platibrachia) che può essere
causato dal lavoro del bicipite e del deltoide.

Indice pilastrico del femore: rapporto percentuale
tra i diametri antero-posteriore e trasverso, misurati
al centro della diafisi. Un indice elevato indica un
forte sviluppo della linea aspra associato al lavoro
muscolare della coscia.

Indice di robustezza del femore: rapporto percentuale
tra la somma dei diametri antero-posteriore e trasverso,
e la lunghezza fisiologica del femore. Un indice maggiore
di 12,5 indica robustezza della gamba.
Indici di proporzioni corporee
Le proporzioni tra le diverse parti del corpo possono essere espresse mediante una serie di
indici applicati sia all’interno dello stesso arto (come rapporto tra segmento prossimale e
distale), sia tra arti superiori e inferiori.
Questi indici forniscono informazioni sulla costituzione corporea delle popolazioni e su
eventuali adattamenti a fattori ambientali in base a Regole eco-geografiche

 Regola di Allen: prevede un allungamento relativo delle appendici, e in particolare del
 segmento distale degli arti, in relazione all’adattamento a climi caldi.

     Indice radio-omerale: rapporto percentuale                80: radio lungo

     Indice tibio-femorale: rapporto
     percentuale tra la lunghezza totale della                 82: tibia lunga

     Indice intermembrale: rapporto percentuale
     tra la lunghezza dell’arto superiore e la                 70: media maschile
     lunghezza dell’arto inferiore.                            69: media femminile
Indice di lateralizzazione degli arti

 Attraverso questo indice è possibile valutare
 le differenze tra arto dx e sx ottenendo
 così informazioni su un eventuale maggior
 utilizzo di un lato del corpo rispetto al
 controlaterale: inferenze su movimenti
 ripetititvi, che producono una asimmetria tra
 i due lati.

 Formula di Schultz (1937): rapporto
 percentuale tra la differenza delle misure
 dei lati dx e sx, e la minore delle due
 lunghezze.

          Indice di lateralizzazione:
         dx – sx / min (dx, sx) x 100
Indice di dimorfismo sessuale
Le differenze dimensionali tra i
due sessi possono essere valutate
calcolando il grado di dimorfismo
sessuale attraverso l’Indice di
Hall (1982), equazione applicabile
a qualsiasi misura scheletrica.

Valori elevati di questo indice
possono essere correlati ad
attività lavorative sesso-
specifiche

 Indice di Hall: rapporto
 percentuale tra la differenza
 delle medie delle misure della
 popolazione maschile e femminile
 e la media delle misure maschili

             Indice di Hall: (media M – media F)/media M x 100
Calcolo della statura
Uno degli indicatori più utilizzati per definire le
dimensioni corporee delle popolazioni umane attuali e del
passato è la statura.
La statura può essere influenzata da vari fattori –
ambientali, genetici, sociali, geografici – e a livello di
popopolazione può fornire indicazioni su condizioni di
adattamento all’ambiente.

Secondo la Regola di Cope, l’incremento della mole
corporea, esprimibile nel caso degli ominidi anche come
incremento della statura, è indizio di successo evolutivo.

Secondo la Regola di Bergmann, si osserva un
incremento della mole corporea al crescere della
latitudine, in quanto la diminuzione del rapporto tra
superficie corporea e volume è vantaggiosa in condizioni
di clima freddo.

La statura inoltre può essere considerato come un
indicatore di stress, in quanto una bassa statura
nell’adulto può essere legata a situazioni di malnutrizione
infantile e giovanile cronica.
Calcolo della statura
Stime della statura da resti scheletrici si possono
ottenere se si ha a disposizione lo scheletro completo e
ben conservato, sommando le altezze di tutti i distretti
scheletrici e aggiungendo coefficienti che sostituiscono le
parti molli e le curvature della colonna vertebrale.
Ma visto che i resti scheletrici sono solitamente
frammentari, vengono usate delle equazioni di
regressione che permettono di ottenere la statura a
partire dalle misure di lunghezza delle ossa degli arti.

   •   Trotter e Gleser (1952, 1958, 1977)
   •   Olivier et al. (1978)
   •   Manuvrier (1893)
   •   Sjøvold (1990)

           3,08 x lunghezza omero + 70,45 ± 4,05
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