Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor

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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
Linee guida e raccomandazioni
               per tirocini formativi in Italia
   rivolti a cittadini di Paesi extra-UE

Il progetto è finanziato
dall’Unione Europea                         Progetto realizzato da
Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
Il progetto è finanziato
dall’Unione Europea

La pubblicazione è disponibile in italiano e in francese.
Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo dell’Unione Europea. I suoi contenuti sono
di esclusiva responsabilità dell’equipe editoriale e non riflettono necessariamente l’opinione
ufficiale dell’Unione Europea. Né le istituzioni e gli organi dell'Unione europea né alcuna persona
che agisca per loro conto possono essere ritenuti responsabili per l'uso che potrebbe essere fatto
delle informazioni in essa contenute.
© Comune di Milano, 2018

La riproduzione è autorizzata a condizione che la fonte sia riconosciuta.

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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
ll progetto MENTOR - Mediterranean Network for Training Orientation to Regular migration è
cofinanziato da: Unione Europea – Mobility Partnership Facility, fondo gestito da ICMPD -
International Centre on Migration Policy Development.

Partner di progetto:

Comune di Milano (capofila)
Comune di Torino
Agenzia Piemonte Lavoro – Regione Piemonte

Partner tecnico per l’implementazione delle attività in Marocco e Tunisia:

ANOLF Piemonte

In collaborazione con:
                                              Marocco
ANAPEC – Agence Nationale de Promotion de l’’Emploi et des Compétences, CCI – Camera di
Commercio Italiana in Marocco, CGEM – Confédération Générale des Entreprises du Maroc,
CRCIS – Chambre Régionale du Commerce de l’Industrie et des Services de la Région Beni
Mellal-Khenifra, CRI – Centre Regional Pour Les Investissements, FPK – Faculté Polydisciplinaire
de Khouribga, MCMREAM - Ministère Chargé des Marocains Résidents à l’Etrangère et des
Affaires de la Migration, MJS - Ministère de la Jeunesse et des Sports, Municipalité de Beni Mellal,
Région de Beni Mellal-Khenifra.

                                             Tunisia
ANETI – Agence Nationale pour l’Emploi et le Travail Independent, ATCT – Agence Tunisienne de
Coopération Technique, ATFP - Agence Tunisienne de la Formation Professionnelle, Campus
universitaire de la Manouba, CONECT – Confédération des Entreprises Citoyennes de Tunisie,
CTICI – Chambre Tuniso-Italienne de Commerce et d’Industrie, MFPE – Ministère de la Formation
Professionnelle et de l’Emploi, Municipalité de Tunis, ONJ – Observatoire Nationale de la
Jeunesse, OTE - Office des Tunisiens à l'étranger.

Hanno supportato la realizzazione del progetto:

ANPAL – Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro
Ambasciata d’Italia Tunisi e Consolato
Ambasciata d’Italia Rabat e Consolato a Casablanca
Consolato Generale del Regno del Marocco
Consolato Generale della Repubblica Tunisina
Regione Lombardia
Regione Piemonte
Ceipiemonte – Centro Estero Internazionalizzazione Piemonte

A&I
AFOL Metropolitana
ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
Associazione italo-tunisina ALBIDEYA
Città Metropolitana Torino
COP – Consorzio ONG Piemontesi
Cpia2 Milano
E4impact
Forum Italo-Marocchino per le relazioni bilaterali
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La Cordata
Sodalitas
Migrantour – intercultural urban routes
PoliHub
Rete di solidarietà di Novate Milanese
Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche

Si ringraziano:

                                             Tirocinanti
Henda Ammar, Alaa Eddine Belhadj, Meriem Boughdiri, Mahdi El Aamrani, Ouissal Ell Atchia,
Hanaa El Mokdadi, Yassir Ferchakh, Emna Kolsi, Bouchra Hafdi, Zaineb Hamdi, Norhene
Hamouda, Samar Hmaied, Amal Maddouri, Loubna Mouaden, Brahim Najeme, Safa Othmani,
Ayoub Ouakib, Ameni Rhaiem, Meryem Talbi

                                            Imprese ospitanti
Adecco Italia spa, AI Studio, Candioli srl, CEDEO, CEFRIEL, Ferplant, FIERI, Gioara, Graziadio,
Gruppo GASER, Lombardini 22, MM spa, QFA – Quattrer, Panino Giusto spa, Rimor, Tech Gap
Italia srl, Unduo

Realizzazione della pubblicazione a cura del Comune di Milano - Area Relazioni Internazionali
Equipe editoriale: Petra Mezzetti, Giulia Miccichè, Monica Dragone
Impaginazione e progetto grafico: Comune di Milano – Area Comunicazione
Traduzione in francese: STUDIO DE NOVO

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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
Indice

Introduzione……………………………………………………………………………………..6

1. La normativa di riferimento sui tirocini di persone provenienti da paesi non EU…….9

   1.1. Normativa europea, italiana e regionale

   1.2. La governance del sistema in Italia

   1.3. Contenuti dei tirocini: elementi chiave nella normativa regionale

   1.4. Progetti con affinità, sinergie e complementarietà con MENTOR

2. Fasi del progetto, strumenti e metodologia……………………………………………15

   2.1. Mappatura degli stakeholder per costruire delle reti locali

   2.2. Ricerca sui settori chiave

   2.3. Strumenti per l’individuazione di imprese e candidati

   2.4. Processo di selezione (matching) e ownership (visite studio)

   2.5. Campagna di informazione e comunicazione in Marocco e Tunisia

   2.6. Training (Pre-departure) - Tutoring - Start-up

3. Lessons learned………………………………………………………………………….26

4. Raccomandazioni………………………………………………………………………..29

Bibliografia…………………………………………………………………………………….31

Interviste e scambi realizzati per la redazione delle Linee Guida……………………….32

Elenco allegati………………………………………………………………………………. .33

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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
Introduzione

Nel Global Approach on Migration del 2005 (GAM, 2005), che ha rappresentato la spinta
concettuale per concepire la politica dell'UE sulle migrazioni internazionali attraverso il dialogo con
i paesi terzi, il tema delle migrazioni era stato suddiviso nei tre pilastri delle ‘migrazioni legali’,
‘migrazioni irregolari’, e ‘migrazioni e sviluppo’. Sei anni dopo, nel Global Approach on Migration
and Mobility (GAMM 2011) si è passati da 3 a 4 pilastri, ossia: ‘migrazioni legali’, ‘migrazioni
irregolari’, ‘migrazioni e sviluppo’, introducendo come nuovo pilastro ‘la protezione internazionale e
la dimensione esterna dell’asilo’. L’Unione Europea (EU) ha dunque concepito il tema delle
migrazioni internazionali, nel corso degli ultimi 13 anni, prima in tre, poi in quattro pilastri, i quali
hanno subito leggere variazioni di nome e di conseguenza di contenuto. Nell’Agenda Europea
sulle Migrazioni del 20151, che rappresenta il quadro di riferimento politico attuale dell’UE in tema
migratorio, i 4 pilastri/capitoli sono leggermente cambiati rispetto al 2011 e sono intitolati:
‘migrazioni irregolari’; ‘gestione dei confini’; ‘protezione e asilo’; ‘migrazioni legali’. Il pilastro su
‘migrazioni e sviluppo’ non appare più, ed è stato da qui in avanti concepito come un sotto capitolo
di migrazioni legali, che resta quarto in ordine di attenzione e di rilevanza.
Cambiano dunque i nomi e varia e/o si riassesta l’equilibrio tra i pilastri, cosi come l’attenzione
politica che viene rivolta ad un pilastro rispetto ad un altro, e di conseguenza le risorse ad esso
dedicate, che inevitabilmente risentono del clima e del contesto europeo e internazionale di crisi
economica, demografica, migratoria. Nell’ultima decade dunque, i ‘pilastri’ citati nei documenti
dell’UE che hanno ricevuto maggiori attenzioni politiche sono stati quelli sul ‘contrasto alle
migrazioni irregolari’ e sulla ‘protezione internazionale e l’asilo’.
All’Agenda Europea sulle Migrazioni è seguita nel 2017 la comunicazione Delivery of the European
Agenda on Migration2 che funge da revisione intermedia di quanto è stato raggiunto nella
realizzazione del documento del 2015. Nel documento del 2017 vengono definite nuove iniziative
da parte della Commissione per affrontare i settori chiave e individuare ulteriori sforzi necessari per
il perseguimento degli obiettivi concordati. Qui va sottolineato come la Commissione rilanci il
pilastro delle migrazioni legali e proponga, per trasformare i flussi irregolari in una migrazione
legale che incontri i bisogni negli Stati membri dell'UE, di coordinare e sostenere finanziariamente
‘progetti pilota sulla migrazione legale’ con i paesi terzi. Tali progetti pilota dovranno concentrarsi
sui paesi che hanno mostrato un impegno politico serio per trovare soluzioni congiunte per
affrontare la migrazione irregolare e la riammissione dei migranti irregolari.
Nell’ottobre 2017 viene quindi redatta una ‘Concept Note’3 sui progetti pilota sulla migrazione
legale, che definisce la tipologia dei progetti che potranno essere finanziati e le modalità di
selezione dei paesi beneficiari. Tra questi paesi si fa riferimento ad alcuni che hanno stipulato le
Mobility Partnership con l’UE (e diversi stati membri tra cui l’Italia), e il Marocco (2013) e la Tunisia
(2014). Lo strumento noto come Mobility Partnership appare nel GAMM del 20114, e rappresenta il
quadro di cooperazione bilaterale nel campo della migrazione, per un dialogo e una cooperazione
‘personalizzati’ con i paesi partner, definito da una serie di obiettivi e impegni e da un pacchetto di
misure di sostegno specifiche offerte dall'UE e dagli Stati membri interessati.
Le Mobility Partnership (prima ancora che all’interno dei sopra citati progetti pilota) hanno previsto
in questi ultimi anni progetti e attività finanziati dall’UE attraverso la Mobility Partnership Facility
(MPF). Tale iniziativa, concepita per rendere operativo il GAMM5, è gestita da ICMPD
(International Centre on Migration Policy Development). All’interno della MPF è stato finanziato il

     EU (2015) A European Agenda on Migration, COM(2015) 240 final https://ec.europa.eu/anti-
1

trafficking/sites/antitrafficking/files/communication_on_the_european_agenda_on_migration_en.pdf
2
   EU (2017) Delivery of the European Agenda on Migration, COM (2017) 558 final, https://ec.europa.eu/home-
affairs/sites/homeaffairs/files/what-we-do/policies/european-agenda-
migration/20170927_communication_on_the_delivery_of_the_eam_en.pdf
3
  Concept note, Pilot Projects on Legal Migration, ttps://www.icmpd.org/fileadmin/user_upload/DOC6_Concept_Note.pdf
4
     EU (2011) The Global Approach to Migration and Mobility COM/2011/743 final, https://eur-
lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0743:FIN:EN:PDF
5
   Mobility Partnership Facility (MPF) https://ec.europa.eu/home-affairs/what-we-do/policies/international-affairs/global-
approach-to-migration/mobility-partnership-facility_en
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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
progetto MENTOR - Mediterranean Network for Training Orientation on Regular Migration - un
progetto sperimentale tra Italia, Marocco e Tunisia che coniuga il tema della migrazione legale e
della mobilità circolare alla cooperazione internazionale, valorizzando meccanismi esistenti in tema
di formazione professionale (nello specifico i tirocini) in un’ottica di sviluppo sia per i paesi terzi che
per i paesi ospitanti. In particolare, l’azione del progetto MENTOR, coerentemente alle indicazioni
fornite in entrambi gli accordi di mobilità, contribuisce a raggiungere i seguenti obiettivi degli
accordi inerenti la Mobility Partnership sottoscritti dalla UE e da Tunisia e Marocco: a)
la semplificazione delle procedure di accesso e residenza regolare all'interno dell'UE per i cittadini
tunisini / marocchini, attraverso lo sviluppo di un dialogo su questioni relative ai visti per soggiorni
di breve durata; b) una migliore informazione fornita ai cittadini tunisini / marocchini sulle opzioni di
migrazione regolare nell'UE, comprese le condizioni di ammissione in vigore nei diversi Stati
membri, nonché i diritti e i doveri che ne derivano, e la consapevolezza dei rischi derivanti dalla
partecipazione a tentativi di migrazione illegale; c) la promozione di opportunità legali di
migrazione, occupazione, studio e formazione disponibili negli Stati membri partecipanti, in
particolare rafforzando la capacità delle autorità locali e dei servizi pubblici che si occupano di
inserimento al lavoro, e facilitando la migrazione temporanea e circolare attraverso una migliore
informazione e la promozione di iniziative concrete ed efficaci; d) l'acquisizione da parte di
studenti, lavoratori o migranti residenti legalmente nell'UE, di competenze professionali o
accademiche che consentano loro, al loro ritorno in Tunisia / Marocco, di sviluppare attività
economiche o di migliorare la loro occupabilità; e) lo sviluppo di politiche e accordi necessari per
promuovere strategie ‘vantaggiose per tutti’, e migrazioni qualificate sia per i paesi di partenza che
di destinazione, nonché l'attuazione di politiche per prevenire e affrontare la ‘fuga di cervelli’,
anche promuovendo la migrazione circolare e la mobilitazione delle competenze.
All’interno del progetto MENTOR vengono elaborate le presenti Linee Guida.
Tali linee guida affrontano una analisi della normativa in merito al tema dei tirocini in Italia (capitolo
1), una descrizione delle attività del progetto pilota MENTOR (capitolo 2), un’analisi delle lezioni
apprese grazie alla sua implementazione, e dei punti di forza e delle criticità incontrate (capitolo 3),
e successive raccomandazioni per riprodurre iniziative simili o sul tema delle migrazioni legali
(capitolo 4).
BOX 1. Progetto MENTOR: breve presentazione
MENTOR è un progetto europeo coordinato dal Comune di Milano che ha l’obiettivo di contribuire
al miglioramento degli schemi di migrazione temporanea e circolare per i giovani tra Italia, Marocco
e Tunisia, tramite la sperimentazione di tirocini professionali per cittadini non comunitari residenti
all’estero, previsti dall’art. 27 della legge italiana sull’immigrazione. Il progetto è iniziato il 1° giugno
2017 e termina il 15 ottobre 2018. Grazie alla cooperazione tra i territori coinvolti, si è inteso offrire
a giovani del Mediterraneo la possibilità di sviluppare competenze professionali ed imprenditoriali
in Italia, per contribuire alla propria realizzazione personale ed allo sviluppo locale al loro rientro.
I paesi beneficiari sono Tunisia e Marocco. I paesi e le città in cui si sono svolte le attività sono:
Tunisia (Grand Tunis), Marocco (Beni Mellal, Khouribga e Fquih Ben Salah) e Italia (Milano e
Torino).
Obiettivi del progetto:
→ migliorare le opportunità di migrazione legale esistenti come alternativa concreta alla
migrazione irregolare;
→ rendere la migrazione temporanea e circolare un’esperienza di successo a livello individuale e a
livello delle comunità coinvolte (sviluppo locale);
→ rafforzare e creare nuovi legami tra i territori.
I partner, in Italia hanno visto il coinvolgimento di: Comune di Milano (capofila); Comune di Torino;
Agenzia Piemonte Lavoro – Regione Piemonte, e un partner tecnico, ANOLF Piemonte, per la
gestione delle attività in Marocco e in Tunisia.

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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
In Marocco: ANAPEC – Agence Nationale de Promotion de l’’Emploi et des Compétences ; CCI –
Camera di Commercio Italiana in Marocco ; CGEM – Confédération Générale des Entreprises du
Maroc ; ; CRCIS – Chambre Régionale du Commerce de l’Industrie et des Services de la Région
Beni Mellal-Khenifra ; CRI – CENTRE REGIONAL POUR LES INVESTISSEMENTS ; FPK –
Faculté Polydisciplinaire de Khouribga ; MCMREAM - Ministère Chargé des Marocains Résidents
à l’Etrangère et des Affaires de la Migration ; MJS - Ministère de la Jeunesse et des Sports ;
Région de Beni Mellal-Khenifra; Municipalité de Beni Mellal.
In Tunisia: ANETI – Agence Nationale pour l’Emploi et le Travail Independent ; ; ATCT – Agence
Tunisienne de Coopération Technique ; CONECT – Confédération des Entreprises Citoyennes de
Tunisie ; CTICI – Chambre Tuniso-Italienne de Commerce et d’Industrie ; ; MFPE – Ministère de
la Formation Professionnelle et de l’Emploi; ONJ – Observatoire Nationale de la Jeunesse;
Université de la Manouba ; Municipalité de Tunis.
Gli stakeholder tra Italia e Marocco e Tunisia hanno visto partecipare: enti locali, istituzioni
pubbliche, agenzie di formazione e lavoro (operatori dei servizi, decisori); associazioni e enti no
profit; consolati, associazioni migranti; organismi internazionali; organizzazioni di categoria e
imprese; sindacato; mondo accademico e della ricerca; fondazioni benefiche, cooperative sociali.
(Si vedano allegati 2a Stakeholder in Marocco e Tunisia e 2b Stakeholder in Italia).
Le attività di progetto sono descritte dettagliatamente nel capitolo 2. Qui basti dire che 19 giovani
(tra Tunisia e Marocco) sono stati selezionati per svolgere dei tirocini della durata di 3 mesi a
Milano e a Torino, al termine dei quali sono rientrati nei loro paesi di origine per sviluppare chi dei
progetti imprenditoriali (start up), chi dei progetti professionali, capaci di valorizzare le competenze
apprese e le relazioni costruite nel periodo dei tirocini. Perché questa attività fosse realizzabile
sono stati: a) costituiti dei gruppi di lavoro multi-attori in ciascun territorio; b) effettuate delle visite
di studio a Milano e Torino per funzionari pubblici, autorità locali e rappresentanti dei servizi per la
formazione / occupazione e rivolti ai giovani; c) organizzate delle campagne di sensibilizzazione e
di informazione per i giovani in Tunisia e in Marocco sulle migrazioni temporanee e circolari; d)
selezionati giovani candidati in Marocco e in Tunisia e ricercate aziende in Italia per fare un
matching adeguato candidato-azienda; e) realizzati dei tirocini professionali, con formazioni pre-
partenza e mentoring post-stage.
Come già anticipato sopra, il progetto MENTOR prevede inoltre la pubblicazione di linee guida e
raccomandazioni per la realizzazione o il miglioramento delle procedure per la realizzazione di
stage professionali in Italia / UE, con un’attenzione alla migrazione circolare e allo sviluppo locale,
che qui vengono presentate.
Fonte: https://www.networkmentor.org/home

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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
1. La normativa di riferimento sui tirocini di persone provenienti da paesi non EU

1.1 Normativa europea, italiana e regionale
Esiste una normativa europea in materia di tirocini. I principali riferimenti includono la più recente
‘Direttiva (UE) 2016/801 del Parlamento Europeo’ del consiglio dell'11 maggio 2016, relativa alle
condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di ricerca, studio, tirocinio,
volontariato, programmi di scambio di alunni o progetti educativi, e collocamento alla pari. A questo
documento vanno aggiunti: a) la Raccomandazione del Consiglio del 10 marzo 2014 su un quadro
di qualità per i tirocini; b) la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al
Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni 5 dicembre 2012,
n. 728, verso un quadro di qualità per i tirocini; c) la Comunicazione della Commissione al
Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle
Regioni 18 aprile 2012, n. 173, verso una ripresa fonte di occupazione; d) la Risoluzione del
Parlamento Europeo 6 luglio 2010 ‘Promozione dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro,
rafforzamento dello statuto dei tirocinanti e degli apprendisti’.
In Italia esiste la possibilità di avviare percorsi di tirocinio a favore di persone straniere residenti
all’estero o, comunque, fuori dall'Unione europea ai sensi dell'art. 40 co. 9 lett. a) e co. 10 del
D.P.R. 394/1999 di attuazione dell'art. 27 co. 1 lett. f) del D.Lgs. 286/1998; del Decreto Ministero
del Lavoro e Politiche sociali del 22 Marzo 2006, in coerenza con le leggi regionali n° 22/2006 (Il
mercato del lavoro) e n° 19/2007 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione), e delle
Linee Guida sancite in data 5 Agosto 2014 in sede di Conferenza Stato-Regioni e agli indirizzi
regionali in materia di tirocini della DGR 825 del 25 ottobre 2013. Si tratta quindi di un insieme di
documenti legislativi sia di livello parlamentare, ministeriale che regionale. Per un elenco esaustivo
dei principali riferimenti normativi, giurisprudenziali e amministrativi si rimanda all’Allegato 1.
Attualmente la disciplina dei tirocini per persone straniere residenti all’estero, essendo la
formazione professionale in Italia materia di competenza regionale, è contenuta nelle disposizioni
regionali/provinciali attuative delle Linee guida del 2014. Per tutto quanto non espressamente
previsto, tali Linee guida rinviano alle precedenti ‘Linee guida in materia di tirocini’ adottate con
Accordo fra Stato, Regioni e Province autonome del 24 gennaio 20136. Al 31 dicembre 2016 le
Linee guida del 2014 sono state formalmente recepite da 15 Regioni. Risultano ancora in fase di
recepimento: Basilicata, Puglia, Sicilia e Umbria.
Per un quadro comparativo si rimanda all’Allegato 8.

1.2 La governance del sistema in Italia
Come anticipato sopra, in Italia il tema della formazione è una competenza regionale, e nel caso
specifico dei tirocini sono le Regioni che devono validare il piano formativo. Proviamo qui a
verificare quali altri attori chiave sono implicati in programmi/progetti su questa materia in Italia.
Il meccanismo legato ai tirocini dall’estero vede ad oggi necessariamente il coinvolgimento del
Ministero dell’Interno che ha una competenza in tema di immigrazione e sicurezza; del Ministero
del Lavoro che si occupa di consultare le parti sociali per sancire il rapporto sul mercato del lavoro
e le quote; e del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per
l’ottenimento dei visti. L’Italia presenta un sistema abbastanza disomogeneo, poiché oltre alle
Regioni in taluni contesti sono chiamati ad intervenire le Province e/o i Centri per l’impiego (in
Sicilia per esempio la validazione del piano formativo viene data dal Centro per l’impiego). Esperti
sul tema interpellati all’uopo di redigere questo documento sostengono che vada meglio delineato

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 Di conseguenza, le disposizioni regionali/provinciali attuative delle Linee guida del 2013 possono risultare applicabili
anche ai tirocini per persone straniere residenti all’estero solo nel caso in cui una determinata questione non sia
espressamente disciplinata dalla normativa regionale/provinciale di recepimento delle successive e specifiche Linee
guida del 2014.
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Linee guida e raccomandazioni per tirocini formativi in Italia rivolti a cittadini di Paesi extra-UE - Mentor
‘chi fa cosa’, per ottenere una suddivisione di ruoli e di responsabilità basata sulle competenze e
su chiari compiti che possono essere assunti per essere realmente assolti.
Attualmente un coordinamento a livello governativo non esiste, e se a questo si aggiunge che il
sistema italiano presenta regole diverse (poiché come abbiamo detto sopra le regioni hanno
assunto le linee guida del 2014 producendo regolamenti difformi), si intuisce come questi elementi
molto facilmente producano possibili lungaggini, equivoci interpretativi (perché mancano criteri
univoci per l’applicazione delle regole) e rallentamenti che non permettono il funzionamento della
procedura.
Dal punto di vista informatico alcuni passaggi potrebbero essere resi più snelli, per esempio
valorizzando il portale esistente (www.cliclavoro.gov.it) su cui caricare le domande di tirocinio,
evitando per esempio la richiesta di presentare anche tutti i documenti cartacei che ricade sui
soggetti promotori. Tuttavia, perché funzioni meglio anche un semplice strumento tecnologico, va
chiarita la governance del sistema, come accennato sopra.
Esiste inoltre un ulteriore problema in Italia che ha reso il meccanismo poco utilizzato, ossia la
mancanza di controllo sulle uscite dopo che il tirocinio è stato portato a termine, competenza che
spetta al Ministero dell’Interno.
Alla luce del reale interesse da parte del settore privato italiano ad operare all’estero, l’Italia
potrebbe negoziare nuovi accordi basati sulla reciprocità. Ogni accordo stipulato con un paese
terzo non sarà per forza identico, l’importante è che preveda e descriva il processo di svolgimento
dei tirocini, e che tenga in conto la possibilità di avere ingressi bi-direzionali di migrazione
qualificata (ossia anche di italiani verso i paesi terzi), realizzando delle vere e proprie partnership.
Un elemento di reciprocità contenuto nell’accordo con gli Stati Uniti ha previsto per esempio che i
ragazzi americani che imparano l’italiano a loro volta si offrano di insegnare inglese in alcune
summer school in Italia.
Il vantaggio nell’incentivare questi accordi, indipendentemente dai profili/qualifiche a cui si
rivolgono, è che agiscono in alternativa, e quindi in modo da contrastare, la migrazione illegale.

1.3 Contenuti dei tirocini: elementi chiave nella normativa regionale
Gli elementi centrali contenuti nella Linee Guida sancite nel 2014 in sede di Conferenza Stato-
Regioni, recepite a livello regionale, nello specifico includono:
1) L’ambito di applicazione;
2) Le finalità;
3) Una descrizione dei soggetti chiave, in particolare: soggetti beneficiari, soggetti ospitanti,
soggetti promotori e tutor didattico;
4) Il tirocinio in termini di: durata del tirocinio e limiti numerici di tirocini;
5) L’impegno orario;
6) La responsabilità ed obblighi del soggetto promotore;
7) Responsabilità e obblighi del soggetto ospitante;
8) Il progetto formativo e la sua validazione;
9) Controlli e monitoraggio.

Le indicazioni specifiche elaborate, che presentano alcune differenze tra le regioni, rendono il
meccanismo di avvio di un tirocinio un processo solo in apparenza schematico e semplice. Per un
quadro esaustivo relativamente alla normativa e alle procedure in Regione Piemonte e in Regione
Lombardia si rimanda rispettivamente agli Allegati 9a e 9b.
Il meccanismo va reso maggiormente comprensibile, organizzando percorsi di orientamento con gli
attori chiave nei diversi paesi terzi con cui si possono avviare queste esperienze, per spiegare le
procedure (che su alcuni passaggi sono difficili). Il meccanismo necessita di una governance e di
collaborazioni tra diversi enti, maggiormente fluide e funzionali. Se il meccanismo si inceppa, per

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esempio per rispettare certe tempistiche di consegna dei documenti, quindi principalmente per
ragioni amministrative, salta completamente la possibilità di avviare il percorso.
Rispetto alla messa in opera del progetto MENTOR è emerso come alcuni elementi inseriti nella
normativa regionale, sicuramente a titolo di garanzia dei beneficiari sulle caratteristiche del
soggetto ospitante, risultano talmente stringenti che una impresa neo-nata non può proporsi di
ospitare tirocini. Nel caso della regione Lombardia per esempio le imprese ospitanti devono essere
‘iscritte nel relativo registro presso le Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato
attivi sul territorio regionale della Lombardia da più di due anni, con la presenza di almeno 6
dipendenti con contratto subordinato a tempo indeterminato’. Questi due elementi hanno escluso
di poter coinvolgere delle start up, che per certi versi potevano essere soggetti particolarmente
interessanti per il tipo di candidati scelti, che in molti casi intenderebbero avviare delle start up nei
paesi di origine.
Rispetto al mondo delle imprese, le istituzioni hanno l’opportunità di imporre un cambiamento di
atteggiamento, e fare capire l’importanza di avere persone che vengono da fuori, che possono
iniettare idee, competenza, saperi e avviare nuove relazioni. Su questo tema, che sottende la
necessità di un cambiamento di paradigma, la costruzione di una rete di soggetti a competenza
multi-livello e mista (nel senso tematico) getterebbe le basi per un cambio di marcia per il sistema
Italia.
  Se si concepisce dunque il tirocinio come esperienza formativa di orientamento on the job, serve
predisporre un sistema che certifichi le competenze apprese, ad esempio attraverso un test e un
collegio di esperti. Il certificatore andrebbe individuato ad esempio nei centri per l’impiego, poiché
non può essere l’impresa stessa a farlo. Le competenze da certificare dovrebbero includere sia
quelle formali che non formali. Certamente anche l’apprendimento della lingua italiana può
rientrare in questo processo di certificazione. Il progetto MENTOR è riuscito a introdurre
quest’ultimo elemento.

1.4 Progetti con affinità, sinergie e complementarietà con MENTOR
Nell’area del Maghreb sono in corso o sono terminati diversi progetto che hanno alcune attinenze
con il progetto MENTOR. Si tratta per esempio del progetto Y-med dell’Organizzazione
Internazionale per le Migrazioni (OIM) di inserimento di marocchini in aziende italiane in Marocco;
del progetto Pinsec - Giovani, donne e migranti: percorsi di inclusione sociale ed economica in
Tunisia, finanziato dall’AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; del progetto
DiaMed ora concluso, nato con lo scopo di “sostenere la creazione di attività e di occupazione nel
Maghreb” e gestito dalla delegazione UE in Algeria; del progetto HOMERe. High Opportunty for
Mediterranean Executives Recruitment, sviluppato dal Segretariato dell'Unione per il Mediterraneo
(UpM), per contribuire ad aumentare l'occupabilità di giovani e donne, colmare il divario tra
domanda e offerta di lavoro e promuovere una cultura dell'imprenditorialità e dello sviluppo del
settore privato.
Le due iniziative più simili per temi e aree di intervento al progetto MENTOR, che si stanno
svolgendo nell’area pertinente sono: il progetto Lemma e il dispositivo Jeunes Professionels
dell’OFII - Office Français de l’Immigration et de l’Intégration. Cerchiamo di stabilire un confronto,
sulla base di lezioni apprese e possibili sinergie di sviluppo e complementarietà tra questi due
progetti e il progetto MENTOR. Nel corso dello svolgimento di MENTOR, come descritto di seguito
è stato possibile avviare delle collaborazioni solo con il progetto Lemma.
Il Progetto 'Lemma, Insieme per la mobilità'7, in corso anche se in via di chiusura (prevista per
metà 2019), è finanziato dall'Unione europea e messo in atto da Expertise France e da OFII.
L'obiettivo del progetto Lemma è sostenere l'attuazione del partenariato per la mobilità UE-Tunisia
firmato il 3 marzo 2014 tra l'Unione europea e 10 stati membri dell'Ue, tra cui l'Italia che vi
partecipa attraverso il Ministero dell'Interno, rafforzando la capacità del governo tunisino di

7
    Sito di Expertise France: https://www.expertisefrance.fr/fiche-projet?id=392874
                                                                                                      11
sviluppare e attuare la sua politica nazionale in materia di migrazione e mobilità, attraverso una
cooperazione rafforzata tra amministrazioni pubbliche europee e tunisine.
Il progetto, da 5 milioni di euro e della durata di 3 anni, prevede la messa a disposizione da parte
dei paesi partner di esperti pubblici e si basa sullo scambio tra pari, puntando a rafforzare le
sinergie tra politiche pubbliche tunisine ed europee e ad ottimizzare gli effetti benefici della
migrazione per la Tunisia. Lanciato ufficialmente alla fine di luglio 2016, il progetto Lemma, con tre
componenti, intende:
     - COMPONENTE 1. Rafforzare la capacità delle autorità tunisine a gestire la migrazione per
        motivi di lavoro e la mobilità professionale attraverso una accresciuta cooperazione con i
        partner europei.
     - COMPONENTE 2. Migliorare la conoscenza delle principali comunità tunisine in Europa e
        mettere in atto un programma mirato di mobilitazione delle competenze della diaspora, al
        fine di favorire l'integrazione della migrazione nello sviluppo locale e regionale.
     - COMPONENTE 3. Rafforzare le capacità delle autorità tunisine e delle organizzazioni della
        società civile per apportare un sostegno al reinserimento delle persone che decidono di
        tornare nel Paese di origine.
Gli Stati membri del consorzio (Belgio, Francia, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia) danno
il loro contributo sotto forma di competenze pubbliche. Questo approccio consente di mettere in
comune le risorse per offrire una cooperazione peer-to-peer, ovvero tra amministrazioni pubbliche
europee e tunisine. Può anche essere richiesta la consulenza privata internazionale. La Francia
coordina il progetto e mobilita le competenze pubbliche degli Stati membri in risposta alle esigenze
delle istituzioni tunisine. Con il progetto Lemma è stato possibile avviare delle sinergie con
MENTOR. In particolare, poiché alcuni partner istituzionali sono comuni ai due progetti (OTE,
ANETI, ATCT, MFPE), è stato discusso come MENTOR potesse rappresentare una esperienza
pilota del progetto Lemma per la componente 1. Con questo spirito, la visita di studio in Italia, a cui
hanno partecipato le istituzioni tunisine di cui si parla più avanti, è stata co-finanziata dal progetto
Lemma e alla fine della visita è stata organizzata una riunione congiunta Lemma - MENTOR per
valutare l’interesse delle istituzioni tunisine ad approfondire la conoscenza dei meccanismi di
ingresso per lavoro in Italia.
Rispetto alla Componente 1, quella più vicina al tema sviluppato con il progetto MENTOR, le
maggiori lezioni apprese sono:
       -   aver realizzato uno stato dell’arte dei servizi che intendono realizzare percorsi lavorativi a
           livello internazionale in Tunisia, in modo tale da poter omogeneizzare/omologare
           competenze e tipologia di servizi con alcuni paesi dell’UE;
       -   aver sostenuto percorsi di formazione, rafforzamento di capacità e seminari di
           approfondimento in tema di a) comunicazione; b) gestione di progetti; c) creazione e
           utilizzo di strumenti concreti e kit specifici.
       -   avere previsto sessioni di lavoro in cui concretamente realizzare, come output di progetto,
           degli atelier per ‘convincere le imprese ad assumere giovani provenienti da paesi terzi con
           ottime qualifiche’, o sulla ‘fidelizzazione delle imprese’, e un forum internazionale per le
           imprese. Nello specifico il forum internazionale, attività in corso di realizzazione, intende
           prevedere uno scambio con le imprese perché possano ‘anticipare’ i bisogni del mercato
           del lavoro;
       -   essersi dotati di esperti provenienti sia dal settore pubblico che dal settore privato;
       -   aver ingaggiato un ente di consulenza privato, che agisce da intermediario per la mobilità
           internazionale tra imprese e talenti in tutto il mondo8. Questo attore privato è riuscito in
           pochi anni a consolidare e professionalizzare la propria expertise, riuscendo ad intercettare
           bisogni e opportunità del mondo delle imprese in diversi paesi, da abbinare all’offerta di
           talenti e qualifiche di giovani in giro per il mondo. L’azione di intermediario la esercita

8
    Cooptalis: https://www.cooptalis.com/fr/
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accompagnando la persona che intende espatriare, facendosi carico di una serie di servizi
            per agevolare l’avvio del lavoro, come la domanda di visto, il primo mese di stipendio,
            l’alloggio. Questi servizi vengono poi fatturati all’impresa, che ha il vantaggio di non
            doversene occupare, mentre altre voci sono sostenute direttamente dall’ente privato.
Il progetto Lemma ha inoltre rimarcato come la formazione di alcune scuole/università in Tunisia
siano di altissima qualità, questo vale per l’ingegneria e la medicina ad esempio. In questi campi
che vanno consolidandosi una crescente domanda di professionisti arriva oltre che dall’UE anche
dal Qatar e dall’Arabia Saudita. Una sinergia possibile con progetti italiani, come il MENTOR,
potrebbe essere perseguita coinvolgendo imprese italiane in Tunisia, attraverso la Camera di
Commercio, per confrontarsi con imprese francesi, utilizzare un bouquet di servizi già approntati in
progetti come il Lemma, e approfondire partenariati che sono andati consolidandosi. Gli stessi
Comitati di Concertazione Locale creati con il progetto MENTOR che verranno descritti più avanti
rappresentano un punto di riferimento e di scambio che sarebbe un peccato andasse perduto con
la chiusura di un progetto. In maniera speculare queste azioni possono essere replicate in
Marocco o altri paesi.
Il Programma Jeunes Professionnels9 dell’OFII - Office Français de l’Immigration et de
l’Intégration (Francia) è attuato nel quadro di accordi bilaterali tra la Francia e 16 paesi firmatari.
Consente ai giovani, già impegnati nella vita attiva, di approfondire le loro conoscenze
professionali, linguistiche e culturali attraverso la mobilità internazionale e di acquisire, attraverso
esperienze di lavoro in una azienda in Francia (e per i francesi nei paesi terzi), migliori competenze
che permetteranno degli avanzamenti di carriera quando rientrano nel proprio paese. I paesi
interessati dal dispositivo sono la Francia e: Algeria; Argentina; Benin; il Canada; Capo Verde;
Congo Brazzaville; Stati Uniti; Gabon; Marocco; Maurice; Montenegro; Nuova Zelanda; Russia;
Senegal; Serbia; Tunisia.
Nella maggior parte dei casi il ‘giovane professionista’ deve avere tra i 18 ei 35 anni, con alcune
eccezioni. Il giovane professionista per accedere a questo dispositivo deve poter dimostrare di
avere un diploma o un’esperienza professionale corrispondente alla posizione che si intende
ricoprire in Francia. La procedura ‘giovane professionista’ si applica solo se lo straniero risiede
fuori dalla Francia e solo una volta. Se il giovane desidera essere accompagnato dai membri della
sua famiglia, può richiedere un visto di ’visitatore’ dal consolato francese competente, senza
tuttavia la garanzia di ottenerlo.
OFII è uno sportello unico per la gestione delle domande dei ‘giovani professionisti’, con il
vantaggio di avere un unico interlocutore per tutta la procedura. Il ‘giovane professionista’ è
inquadrato come dipendente di un’azienda, e non come tirocinante. Non è possibile assumere un
‘giovane professionista’ con un contratto a tempo indeterminato, ma solo con contratti a tempo
determinato. Oltre a tutta una serie di documenti, il giovane professionista deve produrre un
impegno scritto e firmato in cui dichiara la propria intenzione a tornare nel paese d'origine.
Se si vuole reclutare il ‘giovane professionista’ oltre il limite consentito dall'accordo, il lavoratore
dovrà tornare nel proprio paese e dovrà essere presentata una richiesta per avviare una nuova
procedura.
Non è possibile richiedere un cambio di status sul territorio francese, dal momento che il ‘giovane
professionista’ si è impegnato a lasciare il territorio francese alla fine del suo periodo di lavoro.
Diversamente dal progetto MENTOR, il dispositivo ‘jeunes professionnels’ è circolare, ossia
funziona come un accordo bilaterale, nei due sensi e in modo simile (ossia con pochissime
differenze). Si tratta inoltre di un dispositivo permanente, sempre aperto, non assoggettato a
bandi.
L’idea di fondo è di formalizzare dei veri e propri contratti di lavoro (e non stage o tirocini), a tempo
determinato, perché ritenuti qualificanti. È l’impresa che si fa carico dei contratti, mentre il viaggio è
a carico del giovane professionista e l’OFII si fa carico di costi amministrativi delle procedure. Si
9
    OFII: http://www.ofii.fr
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rileva come spesso siano i giovani professionisti stessi a trovare le imprese in cui essere impiegati
in Francia; mentre sono però le imprese che devono depositare la domanda in Francia. Fino al
2003 il dispositivo ha funzionato bene, poi è stato utilizzato in modo improprio, per lavorare in
Francia, e quindi ha poi subito un arresto nelle domande e offerte di lavoro.
Oggi, il dispositivo ha ripreso a funzionare, realizzando 1500 scambi annuali in un senso (e 1500
nell’altro), e trattando sia profili ‘alti’ che medio-bassi. A parte i mestieri regolamentati (come i
medici per esempio), il dispositivo permette di accedere a tutti i tipi di professioni. Esiste
un’attenzione per realizzare scambi di competenze per ‘mestieri in tensione’ ossia per i quali c’è
una forte domanda nel mercato del lavoro, ma non è un elemento esclusivo. Come riferito dal
referente OFII in Tunisia, si rileva che ai giovani professionisti tunisini spesso capiti di trovare
impiego nei settori della ristorazione e delle costruzioni, per lo più in imprese avviate da
connazionali o da francesi di origine tunisina in Francia.
Il dispositivo in questi ultimi anni ha introdotto dei criteri di eleggibilità per rivolgersi anche a
persone che intendono rientrare volontariamente nei paesi di origine, fornendo un sostegno al re-
inserimento lavorativo.
L’elemento che rappresenta una debolezza del dispositivo è rappresentato dalla comunicazione,
che si traduce in termini di mancanza di capacità di diffusione dei criteri di eleggibilità, e di
presidiare e rafforzare le relazioni e i legami con il datore di lavoro in Francia. Diversamente dal
progetto MENTOR, al momento il dispositivo non prevede un coinvolgimento delle autorità locali in
Francia. All’OFII interesserebbe approfondire questa dimensione.
Le sinergie tra il dispositivo e l’esperienza italiana di MENTOR andrebbero ricercate e approfondite
sia nello scambio tra autorità locali (a livello comunale e regionale in Francia e in Italia, con uno
sguardo anche al processo di decentramento nei paesi terzi che in molti casi è in corso) che per la
componente di motivazione delle imprese. Imprese francesi e italiane presenti nei paesi terzi,
operanti in determinate zone e/o settori, andrebbero fatte incontrare per scambiare su incentivi e
modalità di reclutamento.
Affinché in Italia un sistema di tirocini dall’estero possa prendere piede, assumendo le
caratteristiche di uno scambio consolidato e arricchente in senso bi-direzionale, risulta proficua e
indispensabile, sia dal punto di vista istituzionale che per quanto riguarda il settore privato,
l’interlocuzione e collaborazione con progetti o dispositivi esistenti realizzati da e con altri paesi.

                                                                                                    14
2. Fasi del progetto, strumenti e metodologia

2.1 Mappatura degli stakeholder per costruire delle reti locali
Un’attività preliminare, che è risultata fondante per la riuscita del progetto MENTOR, è
rappresentata dalla mappatura dei potenziali stakeholder locali interessati al progetto, nei 4
contesti di riferimento (Milano, Torino, Marocco e Tunisia). Ai potenziali stakeholder interessati è
stata inviata una griglia da riempire perché venissero dichiarati i motivi del loro interesse di
adesione al progetto MENTOR. Alla mappatura è seguita la costruzione di diversi Comitati di
Concertazione Locale (CCL), con mandato di creare una rete locale, capace di fornire input al
progetto e di validarne alcuni passaggi chiave (i.e. in merito ai settori chiave individuati dalla
ricerca, alla selezione dei candidati e conseguente abbinamento dei tirocinanti con le imprese
ospitanti). In questo modo i CCL hanno offerto garanzie al progetto sia per la messa in opera dello
stesso che in una prospettiva di sostenibilità futura.
Nel corso del progetto, in Italia i CCL hanno rappresentato specificatamente l’occasione per
presentare agli stakeholder/ attori del territorio milanese e torinese:
   -   il progetto per la creazione della rete locale (novembre);
   -   i progetti formativi e le opportunità dei territori per giovani stranieri in una prospettiva di
       mobilità circolare (maggio);
   -   i progetti imprenditoriali e professionali consolidati e le opportunità di sviluppo locale
       transnazionale (luglio).
In Marocco e in Tunisia i CCL hanno rappresentato l’opportunità per presentare:
   -   il progetto per la creazione della rete locale (novembre-dicembre);
   -   lo stato di avanzamento del progetto e tappe successive, inizialmente per esempio la
       validazione dei settori chiave del progetto, l’istruttoria per la selezione dei candidati (ivi
       inclusa una visita studio in Italia in febbraio), successivamente riflessioni, suggerimenti e
       osservazioni dei partner rispetto al processo del progetto, e la testimonianza dei giovani
       rispetto all’esperienza di stage e al periodo in Italia (agosto);
   -   l’assunzione di impegno rispetto all’accompagnamento dei progetti professionali e delle
       start up dei giovani stagisti oltre i termini temporali del progetto, prospettive future e
       possibili follow up.
Per un elenco completo degli stakeholder in Marocco e in Tunisia si veda Allegato 2a.
Per un elenco completo in Italia si veda Allegato 2b.

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Nelle pagine successive descriviamo brevemente le fasi del processo che ha riguardato il progetto
MENTOR, riassumibili nel seguente grafico.

2.2 Ricerca sui settori chiave
Il MENTOR ha predisposto una ricerca sui settori chiave nelle regioni di pertinenza del progetto in
Marocco e in Tunisia, con finalità di sviluppo locale, che orientasse la redazione della
documentazione per la selezione dei candidati (Allegato 4).
La ricerca si è basata inizialmente su letteratura secondaria prodotta da diverse istituzioni
nazionali, locali e internazionali (laddove disponibili sui piani di sviluppo locali e nazionali) e
successivamente su materiali informativi e indicazioni dei diversi stakeholder sia in Marocco che in
Tunisia, raccolte dai due focal point locali attraverso interviste e incontri/riunioni collettive, sulla
base di una traccia condivisa con la figura del ricercatore. Una prima bozza di ricerca è stata
condivisa con i Comitati di Concertazione Locale in Italia, ivi incluse imprese e consorzi con una
conoscenza dei bisogni delle economie dei paesi terzi e un interesse a possibili prospettive di
internazionalizzazione, creazione di partenariati, joint venture, etc. e con i CCL in Marocco e
Tunisia per una validazione e appropriazione dei risultati.
Dalla ricerca sono dunque emerse le indicazioni poi recepite nell’Appel à Candidature sui settori
chiave relativamente al Marocco e alla Tunisia (Allegato 3).
La ricerca ha individuato settori ritenuti ‘chiave’ per le economie locali, sia più classici, come per
esempio il settore agro-alimentare, che meno tradizionali e/o ritenuti sia dalla letteratura che dagli
stakeholder più innovativi come per esempio il settore delle energie rinnovabili, del design, del
marketing territoriale o, come nel caso del turismo, con un’accezione ‘verde’, sostenibile etc.
I due contesti marocchino e tunisino sia a livello nazionale che locale e territoriale sono risultati
quasi opposti: da un lato il Marocco, un paese stabile e un contesto regionale/locale prettamente
rurale e con centri urbani assolutamente diversi dalle grandi città; dall’altro la Tunisia, paese che
predispone, senza averle completate, riforme in tutti i settori, e un contesto locale urbano-
metropolitano della capitale molto dinamico.
La ricerca si è rivelata utile nel predisporre una documentazione realmente efficace ai fini del
progetto e ha messo in rilievo come sarebbe stato interessante produrre, con più tempo a
                                                                                                     16
disposizione e informazioni disponibili, risultati in merito ai ‘profili’ maggiormente richiesti sia nelle
aziende italiane che nei contesti di origine.

2.3 Strumenti per l’individuazione di imprese e candidati
Il progetto ha quindi creato gli strumenti per individuare i candidati tirocinanti e recepire l’interesse
da parte delle realtà ospitanti.
Nel predisporre il bando per raccogliere le candidature sono state recepite le indicazioni sui settori
chiave prodotte con la ricerca, sono state inserite le richieste contenute nella normativa regionale
per i tirocini (con alcune differenze tra Piemonte e Lombardia), è stato chiesto di produrre tutta la
documentazione ai candidati (i.e. titoli di studio certificati), e in aggiunta un ‘progetto’
imprenditoriale o professionale in previsione del rientro post tirocinio (Allegato 6a e 6b).
Quest’ultimo elemento si è rivelato molto importante sia per la selezione dei candidati, perché dava
conto di un ‘reale’ ancoraggio dei tirocinanti rispetto al proprio rientro sostenibile e in merito alla
motivazione, sia perché ha rappresentato una documentazione centrale su cui poter lavorare
anche nel periodo del tirocinio con le imprese ospitanti, con l’idea di poterlo arricchire e modificare
più o meno radicalmente. Nel bando il titolo di studio è stato fissato a un livello BAC + 3 quindi un
livello medio-alto. La ragione di questa scelta si spiega in termini di maggiore garanzia per ottenere
il visto, come suggerito dal Consolato italiano. Vista l’urgenza e l’impossibilità di ri-iniziare l’iter con
un nuovo candidato in caso di rifiuto del visto ad uno dei selezionati del progetto MENTOR, i
partner hanno optato per un livello di studio che pesasse favorevolmente, pur non essendo un
requisito dell’art. 27. Il bando per le candidature è stato aperto dall’8 al 31 gennaio 2018.
Parallelamente, alle imprese è stata inviata una documentazione per manifestare il proprio
interesse a candidarsi come soggetti ospitanti (Allegato 5a e 5b). Tale manifestazione è stata
lanciata il 21 dicembre e si è conclusa il 31 gennaio. Sono state recepite 34 manifestazioni di
interesse da parte delle imprese ad accogliere uno o più tirocinanti nell’ambito del progetto
MENTOR (alcune hanno un progetto di internazionalizzazione in Nord Africa). In particolare si è
trattato di 15 milanesi e 23 torinesi, e va ribadito che la normativa regionale lombarda è più
restrittiva in relazione alle caratteristiche delle imprese ammissibili rendendo più complicata
l’individuazione di strutture adatte (per esempio le aziende in Lombardia devono comprendere
risorse umane superiori a 5 unità, escluso il titolare, mentre in Piemonte non esiste questo limite).
Entrambi questi documenti, indispensabili per predisporre l’istruttoria di selezione, sono stati
pensati e redatti dai partner di progetto, ma soprattutto condivisi con tutti gli stakeholder dei territori
coinvolti. Tale documentazione è stata inviata e/o resa pubblica e diffusa quasi in contemporanea.
Nel caso delle imprese, qualora si dovese riproporre una progettualità con queste caratteristiche, è
stato suggerito da diversi stakeholder sia in Italia che in Marocco e in Tunisia di poter ricevere
prima la rosa dei candidati/profili in modo da redigere la manifestazione di interesse sulla base di
questo database, , o alternativamente di richiedere prima le manifestazioni di interesse alle
imprese . Si rileva dunque un gap tra la procedura, ossia nell’istruttoria del processo di costruzione
delle selezioni, e la fattibilità nei conseguenti abbinamenti (per certi versi questo gap è difficilmente
ovviabile soprattutto in questa fase sperimentale che non ha potuto contare su una
disponibilità/elenco delle imprese già predisposta, ma che è stata sia nel caso della Regione
Lombardia che per la Regione Piemonte, costruita con il progetto). In un’ipotetica seconda fase di
progetto, si potrebbe contare su questo primo database di imprese/società disponibili e che hanno
saputo avviare e seguire i tirocini. Tuttavia vanno individuati, se si pensasse seriamente di sfruttare
questo tipo di meccanismo, i soggetti all’interno delle istituzioni partner in grado di farsi carico dei
diversi servizi, per gestire la selezione, il matching e la validazione delle candidature. In una
prospettiva futura i CCL potrebbero avere un ruolo di ingaggio rafforzato, per non lavorare solo
ciascuno localmente, ma sapendo di poter contare su una rete di partner qui e là, avvalendosi di
servizi paralleli.

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2.4 Processo di selezione (matching) e ownership (visite studio)
Nel periodo dicembre - gennaio è stata lanciata l’istruttoria per la selezione dei candidati per
svolgere i tirocini in Italia e delle imprese interessate ad ospitarli.
Le candidature degli aspiranti tirocinanti pervenute nel periodo di apertura del bando sono state
174 per la Tunisia e 153 per il Marocco, dimostrando un grande successo.
La selezione vera e propria è stata realizzata tra febbraio e fine marzo. Tale processo è stato
concepito in tre passaggi:
   1. Pre -selezione delle candidature in base alla coerenza con criteri minimi come definiti dal
      bando, e conseguente esclusione di coloro che non incontravano i criteri di ammissibilità.
   2. Pre-abbinamento partecipato, possibile e coerente tra soggetti beneficiari e
      disponibilità/offerte dei soggetti ospitanti (per cui per ogni offerta delle imprese si è tentato
      di abbinare 4-5 profili) validato da parte di tutti gli stakeholder.
   3. Colloquio/intervista (In allegato 7 si veda la traccia di intervista) e abbinamento definitivo
      impresa-candidato.
La preselezione ha portato ad identificare 146 candidati, di cui 66 in Marocco (a Beni Mellal 7
femmine e 17 maschi; a Fquih Ben Salah 6 femmine e 7 maschi; a Khouribga 14 femmine e 16
maschi) e 81 in Tunisia (38 femmine e 42 maschi). Coloro che in APL e CELAV hanno mantenuto i
contatti con le aziende hanno svolto un’attività di pre-abbinamento producendo una lista di possibili
abbinamenti per settori di impresa (ICT, architettura, agro-alimentare, etc.). Per ciascuna impresa
sono stati abbinati 4-5 profili possibili. Alcuni curricula sono stati esclusi perché l’abbinamento non
esisteva (magari a livello settoriale, ma non il profilo indicato dall’azienda). Va rilevato che il tempo
per intercettare e conseguentemente ricevere le offerte da parte delle imprese è stato molto
ristretto. Questo ha ridotto alcune opportunità e ha comportato l’esclusione di alcuni profili
altamente qualificati, per mancanza di un soggetto ospitante adeguato. L’abbinamento dei profili si
è rivelato molto delicato e centrale per la buona riuscita dei progetti, costituendo un’azione a cui
poteva/doveva essere dedicato più tempo di preparazione, soprattutto per individuare adeguati
soggetti ospitanti e a vantaggio di entrambe le parti.
Successivamente all’analisi dei profili e dei possibili abbinamenti è stata realizzata una visita dei
partner tunisini e marocchini in Italia, che ha portato alla validazione delle proposte dei possibili
matching tra imprese e beneficiari. La delegazione dal Marocco e dalla Tunisia era composta da 9
funzionari e due rappresentanti di autorità locali. Nel corso della visita di studio in Italia sono stati
dunque affinati gli abbinamenti, cercando di mantenere un gender balance e prestando attenzione
alle conoscenze linguistiche dei candidati, e sono stati selezionati 30 curricula per paese (31 per la
Tunisia e 29 per il Marocco), poi invitati per un colloquio in Marocco o in Tunisia.
Le commissioni miste, composte da rappresentanti del progetto e da alcuni stakeholder (ANAPEC
e CRI) in Marocco hanno quindi identificato 12 candidati con un punteggio superiore a 65/100 per il
colloquio. Similmente in Tunisia la commissione che comprendeva anche rappresentati di ANETI e
ATCT, ha identificato tra i 31 candidati intervistati (18 maschi e 13 femmine) 14 candidati con un
punteggio superiore a 65/100.
A seguito delle proposte di abbinamento validate da tutti gli stakeholder in occasione della visita di
studio realizzata in Italia, e in seguito ai colloqui effettuati, sono stati infine selezionati 20 ragazzi,
tra cui 10 Tunisini e 10 Marocchini, 14 femmine e 6 maschi, per i quali l’abbinamento ha
funzionato.
Ciò che ha pesato o a cui è stato dato importanza nella selezione finale è il progetto da realizzare
al rientro presentato dai ragazzi stessi, che ha rappresentato il vero filtro su cui si è basata la
scelta dei candidati. Nella selezione si è cercato per quanto possibile di trovare un equilibrio tra
progetti professionali e progetti imprenditoriali. Un limite è stato, come già anticipato, la necessità
di abbinare i migliori profili con le proposte di tirocinio disponibile. Ciò avrebbe comportato

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