Leggere e costruire il paesaggio - tsm-Trentino School of Management
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Giornale del corso MANIFESTO 2° EDIZIONE Il presente giornale, reso possibile grazie agli incontri del percorso formativo e ai contributi degli esperti coinvolti, è stato realizzato da Cesare Benedetti, collaboratore step che ha avuto il compito di rielaborare gli argomenti trattati durante il percorso e di integrarli. Gennaio 2018 In esso sono riportati in sintesi i principali argomenti affrontati durante il percorso. Leggere e costruire il paesaggio. Approcci, metodi e strumenti per la qualità del progetto LA STRUTTURA DEL GIORNALE PRIMA PARTE SECONDA PARTE TERZA PARTE QUARTA PARTE Leggere e costruire il paesaggio: Leggere e costruire il paesaggio: Leggere e costruire il paesaggio: Leggere e costruire il paesaggio: definizioni, concetti e questioni sul le basi del paesaggio strumenti e tecniche di rappresen- laboratorio a Villa Bortolazzi (Acqua- paesaggio tazione e rilievo del paesaggio e del viva) sul tema del progetto di pae- progetto di paesaggio saggio Nella prima parte del giornale si in- Nella seconda parte del giornale ver- Nella terza parte del giornale si intro- Nella quarta ed ultima parte del gior- trodurranno alcuni concetti teorici sul ranno evidenziati i principali fattori durranno alcuni strumenti e tecniche nale si racconterà l’esperienza della tema del paesaggio, sul progetto di che compongono il paesaggio. Nel- principali per la rappresentazione e il visita studio a Villa Bortolazzi e del paesaggio e sul paesaggio inteso lo specifico verranno intrdotti i temi rilievo del paesaggio e del progetto Laboratorio seguito dai docenti e come Bene Comune. del paesaggio geo-morfologico, del di paesaggio. Inoltre si introdurranno dai tutor al quale hanno partecipato Obiettivo di questa prima parte è clima, dell’ecologia e dei servizi eco- alcuni progetti presentati durante il i partecipanti del percorso Leggere e quello di riprendere alcune questioni sistemici. corso. costruire il paesaggio. e concetti che i partecipanti hanno Obiettivo di questa seconda parte è Obiettivo di questa terza parte è Obiettivo di questa quarta parte è potuto recepire durante gli incontri, quello di mettere in relazione l’attività quello di fornire un piccolo strumen- quello di raccontare gli elaborati che oltre ad alcune riflessioni sul tema antropica con gli elementi del pae- tario per leggere e rappresentare i partecipanti hanno prodotto nei ri- del paesaggio da parte di diversi saggio naturale. il paesaggio e di raccontare alcune spettivi gruppi lavoro. autori, come ad esempio Salvatore esperienze di progetto. Settis e Michael Jakob. I contenuti di queste schede intro- I contenuti di queste schede sono I contenuti di queste schede sono I contenuti di queste schede sono duttive sono stati realizzati grazie ai stati realizzati grazie ai contributi e stati realizzati grazie ai contributi e stati realizzati grazie ai contributi dei contributi e al supporto dei materiali al supporto dei materiali forniti dalle al supporto dei materiali forniti dalle gruppi di lavoro e agli incontri teori- forniti dalle lezioni del I, IV, V e VI lezioni del II e III modulo. lezioni del IV, V e VI modulo. ci organizzati durante la giornata di modulo. workshop a Villa Bortolazzi. Le pagine dedicate: Le pagine dedicate: Le pagine dedicate: Le pagine dedicate: Paesaggio come Bene Comune Geomorfologia del paesaggio alpino Il rilievo del paesaggio Leggere e costruire il paesaggio Tematizzare il paesaggio I fattori climatici delle Alpi Progetti di paesaggio Progetti dei gruppi di lavoro: - g.1_Villa Bortolazzi: da fuori a dentro il paesaggio Aspetti ecologici e biodiversità - g.2_Il giardino ritrovato Servizi ecosistemici - g.3_Incroci in armonia a Villa Bortolazzi - g.4_La terrazza sull’Adige - g.5_Scoprire Acquaviva
Il corso in breve ABSTRACT Presentazione del corso LEGGERE E COSTRUIRE IL PAE- SAGGIO. Approcci, metodi e strumenti per la qualità del progetto Il paesaggio è lo spazio di vita degli abitan- vo-culturale e quale immagine percepita. ti e la sua qualità ne condiziona il livello di Sulla base di una riflessione preliminare in benessere, il senso di appartenenza, la re- merito alla complessità del paesaggio si sponsabilità nei confronti dei valori dei luo- trattano gli aspetti geomorfologici ed eco- ghi. Per questo la Convenzione Europea sistemici, quindi i metodi e gli strumenti del Paesaggio impegna a operare coeren- della rappresentazione cogliendo la spe- temente con i livelli riconosciuti di qualità cificità dei temi paesaggistici e sondando dei diversi ambiti. Il paesaggio è però un le potenzialità delle nuove tecnologie. Il concetto complesso, in quanto richiama, passo successivo riguarda il passaggio allo stesso tempo, l’oggetto della perce- dalla lettura e interpretazione al progetto zione e la sua immagine. Questo duplice del e nel paesaggio. Infine, un approccio sguardo comporta grandi responsabilità laboratoriale consentirà di verificare le per i progettisti, i funzionari delle istituzioni competenze acquisite in un processo di coinvolte nella tutela, gli operatori dell’edi- analisi e di lettura del paesaggio stimolato lizia, in quanto li richiama a comprendere dai docenti e con il supporto di alcuni tutor. sia la natura degli spazi e degli oggetti sui quali si interviene sia il patrimonio di segni e di valori connessi. Le competenze Il progetto edilizio-architettonico deve fon- I temi del paesaggio sollecitano da un lato darsi quindi sulla lettura e sull’interpreta- una ampia gamma di competenze, dall’al- zione del paesaggio, sapendo compren- tro la capacità di produrre delle sintesi dere il quadro morfologico, le dinamiche interpretative che sostengano le azioni ecosistemiche, le stratificazioni dei segni progettuali in una direzione coerente. La antropici, individuando le linee portanti qualità del paesaggio è quindi strettamen- per l’azione progettuale. Impegno ancora te connessa alla capacità degli operatori maggiore è richiesto dagli interventi a sca- di interpretare in modo efficace la struttura la ampia, che comportano trasformazioni profonda dei luoghi e il complesso quadro del paesaggio pur riguardando interventi dei segni presenti, di tutelare i valori in settoriali relativi a singole infrastrutture, essere e di produrre nuova qualità. In tale grandi impianti, operazioni di sistemazio- prospettiva, il corso dedica particolare at- ne idraulica o del territorio agricolo. tenzione ai metodi e agli strumenti di ana- lisi e lettura delle componenti del paesag- gio, alla loro interpretazione e ai metodi di Percorso formativo rappresentazione del progetto. Il corso intende affrontare il senso del pa- esaggio, in una prospettiva di impegno progettuale, nei due aspetti citati, quale quadro territoriale connotato in senso morfologico, ecosistemico, insediati-
PALINSESTO Programma delle attività formative del corso 22 settembre, ore 14.00-18.00 I modulo – Paesaggio e progetto Introduzione al corso: leggere e costruire il paesaggio. Bruno Zanon, Comitato Scientifico di step, Università degli Studi di Trento Dialoghi su paesaggio e progetto, ambiente e territorio. Introduce e coordina Renato Bocchi, IUAV Venezia. Intervengono Paolo Castelnovi, Associazione Landscapefor Luigi Latini, IUAV Venezia, Comitato Scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso 29 settembre, ore 14.00-18.00 II modulo – La morfologia del pae- Le basi del paesaggio: geologia e geomorfologia. saggio Marco Avanzini, MUSE-Museo delle scienze Il clima e il paesaggio. Lavinia Laiti, APPA, Provincia autonoma di Trento 6 ottobre, ore 14.00-18.00 III modulo – Gli ecosistemi e il pae- Le dinamiche ecosistemiche saggio Paolo Pedrini, MUSE-Museo delle scienze Valutare i servizi ecosistemici Davide Geneletti, DICAM-Università degli Studi di Trento 13 ottobre, ore 14.00-18.00 IV modulo – Il rilievo del paesaggio Il rilievo: tecniche e strumenti Alfonso Vitti e Paolo Zatelli, DICAM-Università degli Studi di Trento Rappresentare i temi del paesaggio Laura Zampieri, CZstudio 20 ottobre, ore 14.00-18.00 V modulo – Interpretare e rappre- Interpretare il paesaggio sentare il paesaggio Giuseppe Demattéis, Associazione Dislivelli Rappresentare l’idea di paesaggio Andrea Menegotto, PROAP Italia 27 ottobre, ore 14.00-18.00 VI modulo – Leggere il paesaggio, Le forme del paesaggio, gli insediamenti, gli edifici rappresentare il progetto Alberto Cecchetto, IUAV Venezia Tecniche di rappresentazione e comunicazione del progetto Andrès Holguìn, IUAV Venezia 10 novembre, ore 09.00-18.00 LABORATORIO - SEMINARIO Il paesaggio nel progetto / il proget- to di paesaggio Area di studio Villa Bortolazzi, località Acquaviva Introducono e moderano Renato Bocchi, IUAV Venezia Juan Manuel Palerm Salazar, UNI- SCAPE, Università di Las Palmas de Gran Canaria Tutor Fabrizio Fronza, agronomo Federico Giuliani, agronomo Emiliano Leoni, ingegnere Emanuela Schir, architetto Luca Valentini, architetto
> IL FUTURO NON È PIÙ QUELLO DI UNA VOLTA “Il futuro non è più quello di una volta”. Introduciamo la riflessione sul paesaggio ragionando sul significato di questa frase. Ragionamento che dobbiamo a Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, auto- re di numerosi testi attinenti al Patrimonio artistico culturale italiano, alla Costituzione e al Paesaggio. “Il futuro non è più quello di una volta” è incipit di una riflessione che l’autore fa verso il paesaggio inteso come Bene Comune. Questa frase, commenta l’autore, è stata prelevata da una pagina di Paul Valèry (1931) da Ivan Tresoldi e scritta sui muri di Milano nel 2014. Da al- lora essa fiorisce sui muri e nel Web per tutta Italia (Settis, 2014). In alto: “Il futuro non è più quello di una volta”, Milano. Secondo Salvatore Settis il significato di questa frase è molto evidente. Credo, so- è stato credere che se funziona l’econo- re un percorso di profondo cambiamento, e del Bene Comune significa anche avere stiene l’autore, che la radice della profon- mia funzionerà tutto il resto. Ma il mercato soprattutto culturale, delle nostre discipli- la consapevolezza che il progetto di pae- da mutazione che ci ha gettato nella situa- non stabilisce né giustizia né eguaglianza ne e professioni, in quanto sono esse le saggio non può convergere unicamente in zione (e nell’indignazione) che viviamo sia né democrazia: al contrario, la cieca fede più specifiche detentrici di quei saperi e un progetto fisico di esso. nel tramonto dell’idea del bene comune: e nel mercato ha eliminato dalla scena ogni domini che portano a compimento le tra- In questo senso Salvatore Settis conclude penso che lo sfacelo del nostro paesaggio dibattito pubblico sull’etica e sulla giustizia sformazioni dello spazio, del territorio, del- il suo saggio sul paesaggio e il Bene Co- ne sia la più efficace cartina di tornasole sociale, generando crescenti disugua- le città e dell’ambiente. Più precisamente, mune esponendo quelle che sono, secon- (Settis, 2014). glianze (Settis, 2014). del paesaggio e del Bene Comune. do lui, i tre principali temi o principi su cui In questo senso il paesaggio viene investi- Inoltre, l’intreccio culturalmente, profes- Il paesaggio come Bene Comune è dun- aprire un ragionamento futuro. to di un importante ruolo: essere il riflesso sionalmente e giuridicamente confuso que una concezione chiave nella riflessio- Il primo tema è la conoscenza del passa- della società, nonché riflesso dell’ordine in materia di “paesaggio”, “ambiente” e ne avviata durante il percorso Leggere e to. Paesaggio e Bene Comune hanno per- del mondo, dunque sintesi di diverse re- “territorio”, ha prodotto una riforma, quella costruire il paesaggio. Approcci, metodi e corso la storia dell’uomo con “formule” e lazioni e intrecci in campo economico, so- del Titolo V della Costituzione e degli art. strumenti per la qualità del progetto. riflessioni diverse nel corso dei secoli. In ciale, ambientale, politico e culturale. 117 e 118, che ha generato una profonda In particolare, unitamente al contributo di questo emerge con forza il senso del Bene Il Bene Comune, invece, significa coltivare divergenza fra queste nozioni e una con- Giuseppe Demattéis invitato a tenere un Comune. Edmund Burke scrive in una del- una visione lungimirante, proiettata verso seguente sovrapposizione di competenze dibattito sul tema dell’interpretazione del le sue Reflections on the Revolution in il futuro e le generazioni future, preoccu- spesso in conflitto fra Stato, Regione, Pro- paesaggio, è stato organizzato un tavolo France che gli uomini che non guardano pandosi della comunità, dei cittadini e in vincie e Comuni. di confronto fra tre professionisti: Renato mai indietro, verso i propri antenati, non senso più ampio della società stessa, dei Rispetto al Bene Comune, la nostra Costi- Bocchi, Paolo Castelnovi e Luigi Latini. saranno mai capaci di guardare avanti, loro bisogni e della loro crescita umana. tuzione traccia alcune indicazioni nell’art. Nel corso di questi due incontri il tema del verso il futuro. Forgiare un contesto socia- Il Bene Comune e il paesaggio sono dun- 42 dove il bene comune limita i diritti di paesaggio come Bene Comune è stato ri- le in grado di costituire il futuro, prosegue que due facce di una stessa medaglia. Se privati e imprese, cercando di assicurare preso più volte, inteso come vera e propria Burke, richiede un tempo molto più lungo la prima, il Bene Comune, ha come defini- all’attività privata quella sociale collettiva. cura del territorio e come spazio di vita e dello spazio di una vita, ed esige collabo- zione quella di essere il motore trainante Nell’art. 41 si sottolinea invece come la di chi lo abita; riflessione che non può non razione non solo tra i vivi, ma anche tra dello sviluppo di una società di un dato libertà d’impresa non possa svolgersi in confluire nel progetto e nel come proget- i vivi, i morti e chi deve ancora nascere territorio, la seconda, il paesaggio, è la contrasto con l’utilità sociale o in modo da tare. (Settis, 2014). sintesi di questi valori, o disvalori. recare danno alla sicurezza, alla libertà e E’ dunque fondamentale avviare una pro- In questa riflessione è racchiuso l’aspetto “Il futuro non è più quello di una volta” per- alla dignità umana. fonda riflessione sui possibili metodi e sui della intergenerazionalità, della conoscen- ché oggi il paesaggio e il Bene Comune Nonostante questi riferimenti legislativi, possibili strumenti di governo del territorio, za materiale e immateriale della cultura e si trovano, nel panorama italiano, in pro- abbiamo assistito più volte a numerose intendendo essi non solo come strumenti della sua trasmissione. Una delle princi- fonda crisi. proposte di modifica di questi, con l’inten- decisionali, ma come strumenti di forma- pali conoscenze, materiali, che abbiamo Rispetto al paesaggio, nonostante la sua to di avvantaggiare la libertà d’impresa a zione, di conoscenza e di empowerment oggi il dovere di sapere e conoscere, e nel tutela sia prevista fra i principi fondamenta- discapito dell’utilità sociale e, dunque, del del cittadino. Il progetto di paesaggio, ed quale riconoscersi, è la nostra Costituzio- li dello Stato (art.9), le dinamiche avvenute Bene Comune. in particolare il progetto del Bene Comu- ne, fondamentale per i suoi contenuti e per negli ultimi Sessant’anni hanno mostrato E’ dunque importante coniugare il paesag- ne, non può dunque esimersi dal confron- il valore che essa riveste oggi e che ha ri- come i governi a tutte le scale territoriali gio e il Bene Comune in quanto entrambi to, attivo, fra le molteplici componenti so- vestito nel periodo della sua realizzazione. abbiano trattato il territorio come se fosse si costituiscono come elementi inscindibili, ciali, oggi sempre più diversificate quanto Il secondo tema è la legalità e la predi- una risorsa illimitata e utilizzabile-utilizzata legati e profondamente in crisi nel panora- evidenti, concrete sul territorio, detentrici sposizione delle istituzioni a cambiare, solo dall’uomo. Secondo Michael Sandel, ma contemporaneo. di diverse forme del sapere. ad ascoltare e a percepire il territorio che scrive l’autore, il nostro più grande errore Per operare in questo è necessario avvia- In questo senso avere cura del paesaggio amministrano come un capitale irrinuncia- RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 4. Paesaggio, Bene comune, Sussidiarietà: la Convenzione europea del Paesaggio, di Alberto 1. Settis S., Il Paesaggio come Bene Comune, La scuola di Pitagora Editore, Napoli, 2014 Cagnato (2017) - http://www.labsus.org/2017/11/paesaggio-bene-comune-sussidiarieta-la-con- 2. Cellamare C., Fare città. Pratiche urbane e storie di luoghi, Elèuthera Editore, 2008 vezione-europea-del-paesaggio/ 3. Amministrazione e società. Il nuovo cittadino, di Gregorio Arena (2017) - http://www.labsus. 5. Rapporto Labsus 2016 - http://www.labsus.org/wp-content/themes/Labsus/media/Rappor- org/2017/09/amministrazione-e-societa-il-nuovo-cittadino/ to_Labsus_2016_Amministrazione_condivisa_dei_beni_comuni.pdf
riflessioni sul paesaggio appunti a cura di Cesare Benedetti bile, ricco di risorse che vanno stimolate, del percorso formativo Leggere e costruire sono inserite all’interno di un sistema più giorni, che formiamo stando insieme. Due coinvolte, esaltate. il paesaggio, risulta fondamentale inten- ampio che con esse entra in collisione. modi ci sono per non soffrirne. Il primo ri- Il terzo ed ultimo tema è quello dell’azione dendo il progetto del paesaggio come vera Proprio in questo senso, ogni paesaggio esce facile a tutti: accettare l’inferno e di- popolare. Di fronte alla corruzione delle e propria pratica di luogo. In questo senso che produciamo nel quotidiano, riprenden- ventarne parte fino al punto di non vederlo coscienze e al degrado del paesaggio, è egli definisce alcune ragioni specifiche per do le parole di Giuseppe Demattèis, è sin- più. Il secondo è rischioso ed esige atten- dovere del cittadino prendere la parola, e il contesto alpino, in particolare la compre- tesi del mondo. zione e apprendimento continui: cercare farlo in quanto cittadino, anzi farlo tanto senza della natura e dei suoi codici in ogni L’inferno dei viventi, scrive Italo Calvino e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo più quanto meno abbiano o si desiderino processo di trasformazione del territorio, il nella sua opera Le città Invisibili, non è all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e responsabilità direttamente politiche (Set- fascino dell’inospitalità di molte zone del qualcosa che sarà. Se ce n’è uno, è quello dargli spazio. tis, 2014). territorio alpino, la predisposizione della che è già qui, l’inferno che abbiamo tutti i Come per il paesaggio e per il Bene Co- montagna nella lettura del territorio (le mune, anche il grado di empowerment sue forme, il suo ecosistema, le sue pe- In basso: L’azione umana e l’azione della natura. Questa compresenza genera il paesaggio. della cittadinanza trova rilievo nella Co- culiarità) e la presenza di vere e proprie stituzione nonostante la difficoltà, ancora comunità stabili nel tempo sul territorio e di una volta, nell’essere concretamente una piccole, piccolissime, dimensioni. L’insie- risorsa insostituibile. I princìpi di Sussidia- me di questi elementi è dunque in grado di rietà verticale e orizzontale dovrebbero in- produrre un ampissimo spettro di possibili fatti tutelare e esaltare le forme di sviluppo paesaggi, diversificati geograficamente, locale di un territorio e della sua comunità. storicamente e, ormai solo in parte, cultu- Se da un lato infatti la Sussidiarietà vertica- ralmente. le dovrebbe porsi come ago della bilancia In sintesi, la diversità dei paesaggi e la loro nel dibattito conflittuale tra le materie giu- costruzione storica sono oggi l’elemento ridiche e le stesse competenze, avvantag- imprescindibile, il Bene Comune, che va giando il livello amministrativo più vicino custodito, esaltato e rifondato. Assieme alla comunità, la Sussidiarietà orizzontale ad esso dunque deve maturare l’idea di dovrebbe essere il pilastro fondamentale un paesaggio condiviso, un concetto che su cui basare e facilitare le concrete for- non può alludere all’unificazione di un’idea me di produzione del diritto di cittadinanza di paesaggio, cosa che rischierebbe di attiva, attraverso forme di corresponsabi- degenerare in un’omologazione culturale lizzazione e capacitazione dei cittadini in che non produrrebbe nessun valore per le accordo con le amministrazioni. generazioni future dei singoli territori, ma È caso, ad esempio, del progetto nazio- che invece allude al concetto già ribadito nale di Labsus, il Laboratorio di Sussidia- della cittadinanza attiva come promotrice rietà Orizzontale, la cui azione ha prodotto di forme nuove di abitare e vivere i luoghi, una notevole sensibilità verso il senso dei di produrre cultura e cura per il paesaggio Beni Comuni, del loro valore e della loro e, dunque, di coltivare il senso civico di cura. Inoltre, la loro riflessione giuridica Bene Comune. ha prodotto differenti regolamenti atti a “Il futuro non è più quello di una volta” può promuovere forme di associazionismo tra dunque diventare il punto di partenza, una i cittadini desiderosi di prendersi cura della nuova lettura di comprensione del pae- propria città, del quartiere o di un servizio saggio e delle sue peculiarità, dell’educa- di pubblica utilità. zione civica e ambientale, di una nuova È proprio riflettendo su questi tre temi o consapevolezza. Il percorso è molto com- principi e sullo spazio che ci circonda, che plesso e prevede non poche riflessioni su abitiamo e che viviamo, che non può non tutti i livelli di Governo del territorio, a par- radicarsi il paesaggio inteso come Bene tire dalle Riforme nazionali, sulle riforme Comune. Paesaggio che si discosta dalle dell’istruzione. Progettisti e amministratori nozioni più estetiche e visive che si sono locali hanno diversamente il compito di ri- storicamente radicate sulla sua riflessio- orientare l’attuale concezione del paesag- ne. Dobbiamo dunque iniziare a pensare gio e del Progetto, iniziando un percorso ad un nuovo concetto di paesaggio, più condiviso di corresponsabilizzazione, complesso e articolato, stimolati da una condivisione e collaborazione con la citta- nuova prospettiva per il futuro. Per fare dinanza attiva, adottando nuovi strumenti questo dobbiamo riflettere sul paesaggio e politiche che permettano di accrescere da un punto di vista filosofico (attinente la cultura per il Bene Comune. alla natura), storico (attinente alla me- Il paesaggio come Bene Comune si pone moria collettiva), etico (attinente ai nostri dunque come sfida del nostro tempo e del- comportamenti), sociale (in quanto ha le future generazioni. Essa non si riduce, a che fare con la comunità) e politico (in come si potrebbe pensare, nel promuove- quanto produce senso di cittadinanza) re un’attenta riorganizzazione dello spazio (Settis, 2014). secondo delle organizzazioni spaziali del Questo nuovo concetto di paesaggio, passato. La sfida riguarda tutti i campi come ha suggerito Paolo Castelnovi du- del sapere e tutte le forme di governo, in rante la “tavola rotonda” al primo incontro quanto anche le nostre più piccole azioni 6. Jakob M., Il paesaggio, Il Mulino Editore - Universale Paperbacks, Bologna, 2009 8. La democrazia deliberativa. Nuovi orizzonti per la politica, di Rodolfo Lewanski - http:// 7. Declinare il verbo partecipare, di Rodolfo Lewanski - http://webcache.googleusercontent. webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:6SAfibU5NdgJ:www.sfisp.it/Img/Materia- com/search?q=cache:x2lpEe4JykgJ:territorio.regione.emilia-romagna.it/paesaggio/formazio- le%25202009-2010/16-01/aggsocialidic07_lewanski.pdf+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it ne-lab-app-1/ContributodiRodolfoLewanski.pdf/at_download/file/Contributo%2520di%2520Ro- 9. Calvino I., Le città invisibili, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1972 dolfo%2520Lewanski.pdf+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it
> UNA DEFINIZIONE IMPOSSIBILE Dare una definizione di paesaggio risulta impossibile perché nel tempo ha assunto diverse declinazioni e oggi è terreno di ap- plicazione di molteplici discipline. Il paesaggio come cornice, atto a svolgere un ruolo simbolico di confine, ma anche di grandezza, potere, verità e bellezza. Il pa- esaggio come forme d’espressione delle avanguardie in campo culturale artistico e letterario a cavallo tra il XIX e il XX seco- lo, esperienze tra le quali si ricordano le deambulazioni espressioniste. Il paesag- gio come nesso spazio-tempo, dove le relazioni verticali sono rappresentate dalla storia e dalla memoria, dalla trasmissione della conoscenza, ma anche la prospetti- va e la proiezione verso il futuro, mentre le relazioni orizzontali sono la relazione che si ha con lo spazio circostante. Il punto di origine di questi due assi è l’individuo, con la sua percezione e i suoi frame cognitivi. I paesaggi fantastici, scientifici, apocalit- tici, digitali: sono infinite le definizioni e i casi che si potrebbero descrivere per dare una “autentica” quanto vincolata definizio- ne di paesaggio. Michael Jakob, autore del libro Il pae- saggio, si sofferma proprio su questo e sul concetto di onnipaesaggio partendo da alcuni presupposti, in particolare dalla trasformazione continua dei luoghi e degli spazi di vita, la percezione che gli individui hanno di essi e la complessità della so- cietà, intendendo essa come una società plurale, con interessi diversi, spesso mu- tabili nel tempo e assoggettati, direttamen- te, dalla società di mercato. Inoltre, attraverso il web, la produzione digitale e le nuove tecnologie di rilievo, il paesaggio è divenuto al contempo espres- sione caratteristica di un mondo sempre più uniformizzato e, dunque, è divenuto concettualmente uno strumento di diffu- sione della globalizzazione, producendo visioni, schemi visivi e concetti che tutto il mondo acquisisce e impara a conoscere. Il paesaggio è dunque divenuto negli ultimi anni un vero e proprio fenomeno universa- le. Oggi il paesaggio è ostentato e svelato, è discusso e adulato, conservato e protet- to, ed è ugualmente venduto e rivenduto. Popolarizzato e democratizzato, appartie- ne ormai a tutti, mentre nel passato aveva il ruolo di codice sociale e segno distintivo di un élite che si riconosceva volentieri Dall’alto al basso: Affresco pompeiano raffigurante un Dall’alto al basso: Claude Lorrain, Paesaggio con Enea a Dall’alto al basso: The Palm, Dubai, 2007; Andreas Gur- nella condivisione comune di luoghi em- paesaggio idillico-sacrale, Napoli, Museo Archeologico Delo, 1672, Londra, National Gallery; Jacob van Ruisda- sky, Salerno, 1990; Yann Arthus-Bertrand, Cuore di Voh blematici o di rappresentazioni topiche. Nazionale; Ambrogio Lorenzetti, ciclo di affreschi del Buon el, Veduta di Haarlem, 1670, Zurigo, Kunsthaus; Thomas (Nuova Caledonia), in La terra vista dal cielo, Milano, Mon- Governo, 1350, Siena, Palazzo Pubblico; Leonardo Da Jones, Un muro a Napoli, 1782, Londra, National Gallery; dadori, 2001, pp.384-385; Ocean Dome, Miyazaki, 2002; Il dibattito contemporaneo sul paesaggio Vinci, studio di paesaggio, 1473, Firenze, Galleria degli Caspar David Friedrich, Monaco sulla spiaggia, 1808-10, Hokusai, Monte Fuji, 1831-34; Snohetta, The Gateway, non si esprime più attraverso un idiolet- Uffizi; Jan van Eyck, La Madonna del cancelliere Rolin, Berlino, Gemaldegalerie; Caspar David Friedrich, Due uo- 2007, Ras Al Khaimah; Il Paesaggio di Neo Seoul, 2144, to esclusivo; ha preso piuttosto la forma 1435, Parigi, Musée du Louvre; Giorgione, La tempesta, mini in riva al mare, 1817, Berlino, Gemaldegalerie; Clau- nel film Cloud Atlas (2012), scritto e diretto da Lana e Lilly 1508, Venezia, Galleria dell’Accademia; Joachim Patinir, de Monet, Lo stagno delle ninfee, armonia verde, Parigi, Wachowski e da Tom Tykwer. di una babele paesaggistica incessante Paesaggio con san Girolamo, 1515-19, Madrid, Museo Musée d’Orsay; Paul Cézanne, La montagna Sainte-Vi- che invade tutti i domini della vita (Jakob, Nacional del Prado; Claude Lorrain, Veduta immaginaria ctoire vista da Lauves, 1902, Philadelphia, Philadelphia di Tivoli, 1642, Londra, Courtaud Gallery. Museum of Arts. 2017).
definizioni, temi, concetti appunti a cura di Cesare Benedetti infine Planner e Filosofo. A quell’originale fronto attivo, volti alla gestione creativa dei spaesato, in quanto risulta sempre più dif- incontro parteciparono figure decisive nel conflitti e alla progettazione partecipata, ficile che esso fornisca una risoluzione ad ALCUNI TEMI campo dell’Architettura del Paesaggio intendendo essa come un valore di espe- un problema o una risposta concreta ad SUL PAESAGGIO come Lewis Mumford, Geoffrey Jellicoe, rienza e di condivisione più che finalità per un’istanza sociale, senza generare ulterio- Lawrence Halprin e Francisco Cabral. giungere ad un progetto di luogo definito ri conflitti. Il senso di correlare e confrontare le dif- e statico. In questo paesaggio, dove nulla è chiaro ferenti discipline apre spunti e stimoli per In relazione a questo, il terzo tema è quel- e distinto e tutto è permeabile, occorre- introdurre un secondo tema, quello dell’in- lo del conflitto. Il progetto di paesaggio, dunque aprire una riflessione per ridefi- Abbiamo visto quanto sia difficile concor- terazione fra le “classi dei sapere”, ed in come quello di architettura, si trova oggi nire, collegandosi al primo tema, il valore dare su una definizione specifica di pae- particolare in riferimento a due principali in un fase di profondo ripensamento in dei metodi e degli strumenti da adottare, saggio. Ad aumentare, o sollecitare, que- forme di esse. La prima, già delineata nel quanto tecniche e strumenti tradizionali il senso del progetto e del progettare, in- sta complessità subentrano due elementi punto precedente, la cosiddetta classe dei del progetto e del governo del territorio tendendo quest’ultimo come vera forma di chiave. Il primo consiste nella riforma del saperi esperti, ossia quell’insieme di saperi si devono misurare con una società, un crescita e sviluppo della società, in quanto Titolo V che, come abbiamo descritto pre- che maturano nel corso della formazione, mondo e, dunque, anche un paesaggio, o momento esperienziale costruttivo, col- cedentemente, ha “gettato” confusione nel degli studi e della professionalizzazione. un insieme di essi, che sono in continuo laborativo, formativo e di costruzione di dibattito sulle competenze legislative tra La seconda, definibile come classe dei cambiamento. Una società liquida, priva quello che si può definire consenso poli- Stato e Regioni in materia di Governo del saperi ordinari, composta da un insieme di riferimenti comuni e fortemente discon- tico, inteso come patto sociale e impegno Territorio, di Paesaggio e Ambiente. Il se- di saperi altri, generati attraverso la tradi- tinua, mobile e fluida, per l‘appunto. In comune fra amministrazione e cittadinan- condo consiste invece nella Convenzione zione e l’eredità culturale, spesso immate- questo modello di società, radicato attorno za attiva nella cura e gestione del territo- europea del paesaggio adottata dal Co- riale, l’esperienza del luogo come spazio al concetto di pluralità, il progetto si trova rio. mitato dei Ministri del Consiglio d’Europa di vita, di esperienze e di quotidianità. La In basso: il progetto tradizionale e il sapere esperto nel confronto con la società plurale. Immagine estratta dal libro di a Strasburgo il 19 luglio 2000 e aperta alla complessità oggi sta nel trovare metodi e Alberto Cecchetto PROGETTI DI LUOGHI. Paesaggi e architetture del Trentino, CIERRE Edizioni, 1998. firma degli Stati membri dell’organizzazio- strumenti di relazione fra queste due “clas- ne a Firenze il 20 ottobre 2000, la quale si del sapere”, relazione fondamentale in si prefissa di promuovere la protezione, la quanto il paesaggio si spinge oltre il ragio- gestione e la pianificazione dei paesaggi namento tecnico-economico e strategico, europei e di favorire la cooperazione eu- dominio appartenente al sapere esperto. Il ropea. Quest’ultima, infatti, ridefinisce il paesaggio diviene dunque interazione fra concetto di paesaggio, definendolo come chi vive (non sempre) e conosce scienti- una determinata parte di territorio, così ficamente e tecnicamente il paesaggio e come è percepito dalle popolazioni, il cui chi invece lo percepisce unicamente come carattere deriva dall’azione di fattori na- luogo di vita, come esperienza sensoria- turali e/o umani e dalle loro interrelazioni. le conscia o inconscia, come memoria e Ecco dunque che ragionare su cosa è e eredità. Sulla relazione fra i due saperi e la non è e su chi opera e chi non opera su costituzione di un sapere interattivo sono di esso diventa quanto più complesso si nati nel corso dell’ultimo mezzo secolo nu- possa descrivere. Occorre provare a riflet- merosi strumenti, volti al dialogo e al con- tere su alcuni possibili temi del paesaggio per provare a comprenderne il significato. Un primo tema è quello degli strumenti e In basso: immagini del “Grande Cretto”, un’opera di land significato. Il “Grande Cretto” nasce sulle art realizzata site specific da Alberto Burri tra il 1984 e il dei saperi, partendo dal presupposto che “ceneri” del borgo antico di Gibellina, raso governare il territorio e governare il pa- 1989 nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del 1968. PAESAGGIO, CONTESTO, al suolo durante il terremoto del 1968. esaggio sono, probabilmente, due cose OPERA In quest’opera sono racchiusi diversi si- distinte. Se il primo infatti mette in gioco gnificati, primo su tutti, la necessità di saperi professionali e con essi strumenti ristabilire, come nel passato, l’ordine e definiti per analizzare e individuare strate- l’organizzazione spaziale del paesaggio e gie e soluzioni possibili per la risoluzione Il progetto di paesaggio e l’idea di paesag- dell’antico borgo, ancora oggi percepibile di un presunto problema, per il paesaggio gio sono chiavi di lettura e rappresentazio- grazie ai percorsi inseriti nell’opera che la questione diventa più complessa, e ne della società e del territorio. In questo rimandano al reticolato stradale e all’or- con essa diventa fondamentare riflettere senso le azioni sul paesaggio e le sue rap- ganizzazione della struttura insediativa sugli strumenti che possiamo adottare. presentazioni non possono mai definirsi e paesaggistica del passato. Inoltre, vi è Rispetto all’interrelazione tra i saperi un “innocenti” o ingiustificate. Intervenire sul la necessità di ricordare ed imparare dal momento fondamentale per la storia e il paesaggio comporta dunque un’assunzio- passato, dagli eventi catastrofici e dall’in- riconoscimento del paesaggio come entità ne di profonda responsabilità. capacità della comunità e della pubblica di progetto è stato il convegno internazio- L’opera di Alberto Burri, il “Grande Cretto”, amministrazione di saper intervenire pre- nale della Federazione degli architetti del è da questo punto di vista molto singola- ventivamente sul territorio. Il senso ultimo paesaggio (o paesaggisti) organizzato nel re, in quanto tramandatrice di un profondo di quest’opera è dunque quello di portare 1966 ad Amsterdam. In quell’occasione alla luce e ricordare la fragilità dell’opera venne allestito un tavolo di discussione umana, capace di costruire tracce stabili sul paesaggio e sul ruolo culturale che nel tempo alterando il paesaggio naturale doveva avere il progettista del paesaggio. (l’antico borgo, la divisione delle proprietà A questo tavolo, descritto ampiamente da fondiarie, le culture), tanto quanto capace Geoffrey Jellicoe nel suo libro A table for di vederle crollare in miseria e in cenere a eight, parteciparono otto figure diverse di- causa di un evento naturale. Il paesaggio vise in quattro coppie, otto “mestieri” che, cambia, si trasforma e si plasma nel cor- dialogando, cercarono di capire il ruolo so del tempo attraverso ciclicità continue culturale e sociale che in quel tempo si at- ed elementi/fattori o eventi di discontinu- tribuiva alla figura del landscape architect. ità, come nel caso del terremoto; spetta Le quattro coppie erano così composte: all’uomo adattarsi a questi eventi e a sa- Architetto e Architetto del paesaggio, In- per riorientare, continuamente, il proprio gegnere e Scienziato, Scultore e Pittore e orizzonte.
> genesi e caratteri sintesi dell’intervento di Marco Avanzini verse stratigrafie della roccia, le principali di valle, la presenza dettagliata dell’idro- catene montuose e le relative proprietà grafia principale e minore, fino ai principali LEGGERE IL PAESAGGIO mineralogiche che le compongono. Dal sedimenti mineralogici di valle, nonché la GEOMORFOLOGICO XX secolo ad oggi le cartografie acquiste- composizione dei suoli agricoli e di quelli Guglia ranno ulteriori precisazioni, evidenziando urbanizzati. i primi rilievi della morfologia del paesag- gio, come ad esempio la formazione delle A destra: Esempi di vette e relativa toponomastica. La geologia e la morfologia del territorio conoidi, le tipologie delle vette, le sezioni In basso: Carta di sintesi stratigrafica del Tirolo (1831). Becco sono gli elementi fondamentali attraver- so i quali basare la comprensione del paesaggio. Nella geologia è infatti pos- sibile riconoscere, in modo tangibile, il palinsesto stratigrafico dei differenti stadi Corno obliquo geologici accumulati nel corso del tempo. Il paesaggio può essere inteso in forma analoga: un palinsesto di elementi fisici e cognitivi che si allineano e susseguo- Punta doppia-gemelli no nel tempo, determinando una tangi- bile relazione causa-effetto tra passato e presente. Il paesaggio alpino ed in parti- colare di quello delle Dolomiti è diventato oggetto di indagine e studio da un punto Torre di vista scientifico durante il XIX secolo. In questo stesso secolo nasceranno i primi rilievi delle alpi del Tirolo (ed in particola- re della Valle dell’Adige) che definiranno Pannone in maniera sistematica, la presenza di di- FORMAZIONE DELLE ALPI E DEL TRENTINO La lettura del paesaggio geologico ci porta a riflettere su un passato lontano e sulle sue più recenti trasformazioni. La conformazione alpina nasce nel periodo storico fra il Paleozoico e il Mesozoico (250-65 milioni di anni fa), dallo In alto: morfologia del Lagorai centrale In alto: Il moto delle placche tettoniche tra Paleozoico e A destra: Campanil Basso nel gruppo del Brenta. Mesozoico. smottamento delle placche tettoniche. In basso: Processo di subduzione tra la faglia europea e Queste inizialmente erano aggregate quella africana. Elaborazione di Cesare Benedetti. ad una macro-regione della Pangea; a glaciazione Wurmiana, durata circa 30.000 Porfirica, una grande isola rocciosa causa dei fenomeni metamorfici del globo, anni. In seguito, con il disgelo, i ghiacci e le originata da due principali vulcani nei innalzamento si sono poi divise formando l’oceano acque scesero a valle, portando con loro i pressi di Predazzo e della Marmolada. La detriti oceanici Atlantico e l’oceano Ligure-Piemontese. detriti che erosero, assieme all’acqua, le Piattaforma Porfirica, durante la collisione Solamente nel periodo cretaceo la placca rocce delle catene montuose, formando le delle due placche, ha prodotto un effetto europea e quella africana sono tornate a valli montane. Queste, a forma “V” o “U”, “ammortizzante”, fornendo la base collidere a causa di ulteriori assestamenti. sono andate a formare il corridoio dei detriti d’appoggio per i detriti. Questo effetto ha Il loro smottamento ha generato, verso l’Avanfossa, il bacino di scarico prodotto un grande ammasso di rocce dei attraverso il fenomeno di subduzione, che ha dato successivamente origine fondali oceanici, determinando l’attuale l’innalzamento del fondale oceanico, all’odierna Pianura Padana. Ma come mai spessore latitudinale della fascia alpina. Placca europea creando le Alpi Meridionali. Un secondo la fascia alpina lungo la Valle dell’Adige In alto: I principali gruppi mineralogici del trentino. Placca africana fattore determinante per la conformazione ha una latitudine così marcata rispetto In basso a sinistra: Formazione stratigrafica delle monta- della catena alpina, è dovuto all’azione alle altre realtà alpine? Precedentemente gne trentine lungo l’asse nord-sud. Elaborazione di Cesa- re Benedetti. idrica prodotta dal ritiro dei ghiacci. Circa alla collisione tra la faglia europea e quella In basso a destra: La Piattaforma Porfirica e la fascia subduzione linea di contatto 100.000 anni fa, la cortina alpina ha infatti africana, il Trentino era ricoperto da quella latitudinale alpina del Trentino. Elaborazione di Cesare che i geologi hanno definito Piattaforma Benedetti. subito l’ultima glaciazione, la cosiddetta Stratigrafia delle rocce Piattaforma Porfirica Placca europea Punto di contatto Fascia alpina Movimento glaciale BZ 262m TN 191m VR 59m Placca africana
> fattori e cambiamento climatico sintesi dell’intervento di Lavinia Laiti posta dalla tundra alpina (caratterizzata rante il periodo invernale assistiamo lungo alpino. A seconda della morfologia abbia- da muschi e licheni) e dai pascoli alpini le valli ai fenomeni di inversione termica mo aree più o meno esposte a questi a se- CLIMA E PAESAGGIO (dominati da specie erbacee e fiori d’alta a causa del rapido raffreddamento del conda dell’intorno. Generalmente le aree ALPINO quota). Scendendo incontriamo la fascia suolo e della concentrazione di smog e in fondovalle sono più riparate rispetto a sub-alpina con clima sub-artico, fascia anidride carbonica ad altezze superiori. quelle in quota. Nelle valli però si genera- che ospita la taiga (la foresta boreale di Rispetto alle precipitazioni invece le zone no regolarmente anche circolazioni locali conifere). La fascia montana, scendendo montane interne alla catena alpina, come dei venti molto caratteristiche e di inten- L’estrema complessità morfologica che a valle, presenta a seconda delle aree ad esempio il Trentino e la Valle dell’Adi- sità moderata, come i venti di valle che, caratterizza la corona alpina determina geografiche un clima continentale umido ge, registrano meno precipitazioni rispetto generalmente, seguono l’andamento della una variabilità climatica molto pronunciata con estati calde oppure un clima tempe- alle aree più periferiche. Questo effetto è vallata. A questi venti se ne possono so- e diversificata a seconda dei singoli con- rato oceanico sub-artico. Questa fascia determinato dal fatto che, la montagna, vrapporre altri, come ad esempio quelli testi. In generale il clima alpino si divide climatica è dominata dalla foresta mista nonostante il clima angusto e freddo, è di pendio e versante. Tutti questi aspetti in alcune principali fasce climatiche che di latifoglie e conifere. Infine, la fascia anche una barriera fisica che occulta l’in- del clima, unitamente a quelli geomorfolo- sono distribuite altitudinalmente. Sulle vet- collinare, dal clima temperato oceanico, è terno dai fenomeni climatici esterni. Clima gici, hanno determinato forme e strutture te più alte abbiamo la fascia nivale, carat- caratterizzato dalla presenza di latifoglie. angusto e freddo determinato anche dagli di insediamento e del territorio e usi del terizzata prevalentemente da nevi perenni Anche l’escursione termica, in un contesto scompensi, in alcune aree, della radiazio- territorio molto differenti nell’arco alpino e e ghiacciai. Segue la fascia alpina, com- alpino, è molto variabile. In particolare du- ne solare, presente nel contesto alpino in nel Trentino Alto Adige, come ad esempio modo discontinuo. Fattore non indifferente la presenza-vicinanza alle risorse idriche, per l’uomo, in quanto determinante per l’esposizione solare e l’ubicazione dei la produzione agricola e il riscaldamento centri urbani rispetto alla morfologia (sulle degli spazi abitati. Infine, anche i venti conoidi, sul versante, su pendii, a valle e possono incidere notevolmente sul clima su terrazzamenti o altopiani). ghiacciai serie storica di temperatura di Trento 3250 m linea dei ghiacci perenni 14 Tundra e pascoli alpini 13 1880 m linea della foresta boreale temperatura media annua (°C) Taiga - foresta boreale di conifere 1390 m linea della foresta mista 12 1050 m foresta mista linea della foresta decidua foresta di latifoglie 11 10 fascia subalpina fascia glaciale fascia montana 9 fascia alpina fascia collinare 1810 1840 1870 1900 1930 1960 1990 2020 anno In alto: Distribuzione altimetrica delle fasce climatiche caratteristiche delle Alpi e dei biomi associati, secondo la classi- ficazione climatica di Köppen-Geiger (banca dati HISTALP, periodo di riferimento: 1976-2000). Illustrazione adattata da Rubel et al. (2017). Elaborazione di Cesare Benedetti. In alto: Serie storica delle temperature medie annue misurate a Trento a partire dal 1816. In verde viene indicata la media mobile ventennale, che mostra l’aumento di 2°C complessivi nell’ultimo secolo e il rapido riscaldamento iniziato dopo il 1960 dovuto, per gli effetti del riscaldamento globale e dunque gli effetti del cambiamento climatico. pre più sporadiche, dei ghiacci perenni. La diminuzione della superficie dei ghiac- gnale di innalzamento medio della tempe- specie poco sensibili a questi squilibri e di CAMBIAMENTO ciai (delle alpi, ma anche dei poli artici) non ratura di 2°C negli ultimi 120 anni, effetto specie abituate ai climi più rigidi. Questi CLIMATICO è il solo problema verso il quale andiamo che ha prodotto il disgelo dei ghiacci ridu- squilibri climatici produrranno anche effetti incontro. Anche la stabilità climatica nei cendone la superficie della metà rispetto in tutto l’apparato della flora, a partire dal- periodi estivi è sempre più compromessa. al 1850. Le prospettive future per il XXI la vegetazione del bosco, fino alle diverse Ad esempio durante le stagioni estive l’in- secolo vedono accentuarsi l’innalzamento colture agricole. L’innalzamento delle tem- Nonostante il sistema climatico abbia una nalzamento delle temperature registrato della temperatura con proiezioni allarman- perature produrrà, anche per l’agricoltura, sua variabilità naturale dovuta alle fluttua- produce meno precipitazioni ma più inten- ti: 1,5 - 2°C per la metà secolo e di 3,5 una profonda trasformazione, nonché per zioni dei differenti fattori climatici, studi se, fenomeno che incide significativamen- - 4°C per il 2100. il suolo stesso e l’uso che se ne fa. ormai consolidati nati a partire dagli anni te sulla produzione agricola e sulla stessa Gli impatti sul paesaggio del Trentino sa- Nonostante gli accordi stipulati fra nume- Settanta mostrano come le attività antro- fertilità dei suoli. Per quanto riguarda il ranno dunque diversi, ma molto importanti rosi Paesi del pianeta e le politiche comu- piche abbiano accelerato, in maniera in- contesto climatico alpino e dunque anche sotto numerosi aspetti. Come già accen- nitarie a livello europeo, il problema del naturale, questi effetti, producendo effetti del Trentino, le previsioni per il futuro non nato il primo effetto, già osservabile, sarà cambiamento climatico, nonché dei suoi discontinui e, spesso, irreversibili. sono tra le più rosee. Studi e analisi su- quello del ritiro dei ghiacci e della diminu- effetti, sembra essere oggigiorno di diffici- I cambiamenti climatici più recenti e gli gli effetti degli squilibri dei fattori climatici zione delle precipitazioni nevose in alta le risoluzione in quanto direttamente con- squilibri che essi hanno generato e di cui prospettano per le Alpi un deciso aumento quota, effetto che produrrà non pochi ef- nesso con il mercato globale, la sua rego- oggi registriamo gli effetti sono dunque della frequenza e dell’intensità degli even- fetti sugli ecosistemi di alta quota, e in ul- lazione e i suoi interessi. Parallelamente strettamente connessi all’azione umana, ti climatici estremi, quali le precipitazioni timo, sulle forme economiche del turismo agli interventi di riduzione delle emissioni come ad esempio l’emissione di CO2 e la intense, le ondate di calore e i periodi di invernale. Rispetto agli effetti ecosistemici, gas/serra, occorre dunque riflettere su produzione dell’effetto serra (dovute prin- siccità, producendo una conseguente in- assisteremo probabilmente ad uno slitta- possibili strategie che siano da un punto cipalmente all’uso dei combustibili fossili), stabilità degli equilibri ecosistemici e dei mento verso altitudini maggiori delle fasce di vista ambientale sostenibili e resilien- fattore che sta causando un innalzamento servizi che questi possono produrre per il climatiche e, con esse, dei biomi associati. ti, capaci quindi di mitigare gli impatti del delle temperature medie, con conseguen- benessere. Questo effetto produrrà, molto probabil- cambiamento climatico in corso e, perché te effetto sul clima alpino e sugli equilibri Infatti, dalle osservazioni storiche descrit- mente la perdita di biodiversità e l’estinzio- no, di adattamento degli usi del territorio ecosistemici prodotti dalle presenze, sem- te nel grafico soprastante si evince un se- ne, almeno nell’arco alpino, di numerose seguendo il cambiamento climatico in atto.
> relazione uomo-ecosistema sintesi dell’intervento di Paolo Pedrini in pochissimi chilometri passiamo da un dalle trasformazioni urbane, dalla cemen- clima submediterraneo mite ad un clima tificazione oppure da un danno ambienta- ALPI E temperato freddo, alterando dunque con TEMI SULLA le. Oppure, si pensi ad un contesto agrico- BIODIVERSITÀ esso la flora locale. BIODIVERSITÀ lo multi colturale ed estensivo che viene trasformato in un contesto intensivo e mo- noculturale. In entrambi i casi, l’intervento dell’uomo La Catena alpina si rappresenta come La trasformazione del territorio ad opera porta ad abbassamento del valore ecolo- un’isola di diversità ambientale unica nel dell’uomo ha prodotto e produce oggi di- gico e biologico del suolo, impoverendolo continente europeo per alcuni aspetti: la versi effetti che incidono significativamen- delle sue proprietà chimiche utili allo stes- complessità orografica e la sua collocazio- te sulla biodiversità e sull’equilibrio degli so suolo quanto all’ambiente che lo circon- ne geografica in primo luogo, ma anche ecosistemi. da. Non solo, l’impermeabilizzazione pro- per gli aspetti climatici. Questa unicità è Oltre ai problemi relativi agli squilibri inna- duce spesso una vera e propria barriera inoltre testimoniata dai fattori biotici, come turali prodotti dagli effetti del cambiamento artificiale limitante gli spostamenti di flora ad esempio la ricchezza e la specificità climatico di cui abbiamo introdotto alcune e fauna. Analogamente lo stesso effetto della flora e della fauna. Anche in Trenti- questioni nella pagina precedente, esisto- può essere prodotto dalla costruzione arti- no, come in altri contesti geografici della no molti altri fattori che determinano l’arti- ficiale di una campagna che non si inseri- Catena alpina, abbiamo dunque una ricca ficiale trasformazione del sistema ecologi- sce più nell’ambiente, che non si relaziona biodiversità, determinata dai fattori geo- co. Primo su tutti, l’uso che si fa del suolo, con l’intorno. Da un punto di vista ecologi- morfologici e climatici. Esempio lampante sia esso impermeabile o permeabile, può co l’azione umana ha prodotto un paesag- è la Valle dei Laghi e l’Alto Garda, dove determinare molteplici squilibri da un pun- gio-artificio organizzato economicamente to di vista ecologico. e socialmente, un luogo dove l’ambiente In basso: L’uomo e il suo ruolo nell’ambiente nell’egosiste- Dall’alto al basso: La flora dell’Alto Garda (clima submedi- terraneo) e la flora del clima temperato. Basti pensare, ad esempio, ad contesto naturale si “ritaglia”, con sempre più diffi- ma e nell’ecosistema. agricolo improvvisamente compromesso coltà, lo spazio ecologico di vita. EGO ECO teriale per la realizzazione delle abitazioni, quanto per l’implementazione di aree ver- L’UOMO TRASFORMA di per lo sfalcio dell’erba e per il pascolo, In alto: Urbanistica e consumo di suolo. Trento nord e In alto: Contesto agricolo intensivo e monoculturale. I me- L’ECOSISTEMA azione che ha determinato la scomparsa Gardolo. leti della Val di Non. di diverse aree boschive compromettendo l’equilibrio sistemico e biologico della flora e fauna colpita. Altre aree boschive sono state create le zone di protezione speciale Le alpi sono storicamente la catena mon- state invece abbattute per la realizzazione (ZPS), zone di protezione poste lungo le tuosa più popolata dall’uomo. Questo di aree per la produzione agricola, come DIRETTIVE A TUTELA DEL- rotte di migrazione dell’avifauna, finalizza- aspetto fondamentale, dato dall’importan- ad esempio sui versanti o sui terrazza- LA BIODIVERSITÀ te al mantenimento ed alla sistemazione za della Catena alpina da un punto di vista menti. di idonei habitat per la conservazione e geografico (tra l’Europa e il Mediterraneo), Questo processo ha portato infine anche gestione delle popolazioni di uccelli sel- ha determinato numerosi mutamenti al ridimensionamento delle aree boschive vatici migratori. La direttiva Habitat è una nell’ambiente montano. In particolare ciò in quota, dove si abbattevano gli alberi per La trasformazione del territorio da parte direttiva approvata il 21 maggio 1992 dalla è avvenuto considerevolmente dopo il Me- lasciare il posto a nuove aree per il pasco- dell’uomo e delle sue azioni ha determi- Commissione europea che ha lo scopo di dioevo, dove si assiste ad una ripresa del lo estivo e la transumanza. nato numerosi squilibri negli ecosistemi promuovere il mantenimento della biodi- territorio alpino e ad un suo totale utilizzo Un’altra importante trasformazione sul no- e nell’ambiente. Questa consapevolezza, versità mediante la conservazione degli per la produzione agricola, l’allevamento, stro territorio, ma in generale nel contesto nata dopo gli anni Settanta del XX secolo, habitat naturali nel territorio europeo. A tal la caccia, e, dunque, il suo presidio e la alpino, è stata infine quella della bonifica sta producendo nuove sensibilità nei con- fine viene individuata una serie di habitat sua amministrazione. Questo processo di delle aree in pianura a fondovalle, spes- fronti degli aspetti ecologici e del capitale di interesse comunitario i quali vengono antropizzazione ha portato ad un cambia- so limitrofe ai principali sistemi fluviali/ naturale di un determinato luogo. Sul tema tutelati concretamente nelle Zone Speciali mento molto radicale da un punto di vista idrografici, dove si dovevano realizzare della biodiversità è intervenuta a più ripre- di Conservazione (Z.S.C.), che a loro vol- biologico e ambientale del territorio alpino. le nuove aree agricole per aumentare la se l’Unione Europea, primo attore sui temi ta derivano da una iniziale designazione Dalla sua scoperta e dall’uso pastorale e produzione degli alimenti e per la rea- ambientali, producendo alcune direttive dei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.). nomade preromano al suo sfruttamento lizzazione di nuove strutture produttive. molto importanti per quanto riguarda la tu- Questi, assieme alle ZPS, vanno a costi- da un punto di vista agricolo sedentario, la Questo tipo di intervento ha subito una tela della biodiversità e la qualità dell’am- tuire la rete di siti Natura 2000, che ha l’o- storia delle alpi è dunque contrassegnata considerevole accelerazione attraverso i biente. Le principali direttive in materia biettivo di preservare le specie e gli habi- dalla presenza umana, la quale ha prodot- processi di bonifica avvenuti durante il XIX di tutela e salvaguardia della biodiversità tat tenendo in considerazione le esigenze to e plasmato, attraverso la sua azione e secolo, dove grazie alle nuove tecniche sono la Direttiva Uccelli e la Direttiva Ha- economiche, sociali e culturali regionali in suoi bisogni, differenti contesti naturali e ingegneristiche si sono realizzate diverse bitat. La direttiva Uccelli è una direttiva ap- una logica di sviluppo sostenibile. Natura antropici, nonché molteplici paesaggi. importanti opere di bonifica e di rettifica di provata il 2 aprile 1979 dalla Commissione 2000 mira a garantire la sopravvivenza Fra le principali azioni “radicali” di tra- corsi d’acqua (ad esempio l’Adige, il Sarca europea che ha lo scopo di promuovere a lungo termine di queste specie e habi- sformazione del territorio non si può non e il Brenta), trasformando così in maniera la tutela e la gestione delle popolazioni di tat, oltre a svolgere un ruolo chiave nella ricordare, ad esempio, il taglio della legna irreversibile il paesaggio di fondovalle e gli specie di uccelli selvatici nel territorio eu- protezione della biodiversità nel territorio per la produzione di combustibile e di ma- equilibri ecosistemici preesistenti. ropeo. Sulla base di questa direttiva sono dell’Unione europea.
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