Le ultime parole sul "Coronavirus" del ministro Speranza: "Non bisogna avere paura .

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Le ultime parole sul "Coronavirus" del ministro Speranza: "Non bisogna avere paura .
Le ultime parole sul "Coronavirus"
del ministro Speranza: "Non bisogna
avere paura"...
ROMA – Era il 2 febbraio scorso quando il ministro della Salute
Roberto Speranza durante una conferenza stampa allo Spallanzani
disse:   “Abbiamo isolato il virus” aggiungendo “Aver isolato il virus
significa molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare
meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione. Sarà messo a
disposizione di tutta la comunità internazionale. Ora sarà più facile
trattarlo”.

Il ministro Speranza successivamente, intervenendo a “Mezz’ora in più”
su Rai Tre, ha aggiunto: “Tutto il sistema paese è totalmente al
lavoro su questa vicenda”. Il messaggio è che “l’Italia è un grande
paese, non bisogna avere paura e lo stiamo dimostrando con i fatti”.

A dargli manforte….nelle figuracce c’è anche il premier Conte, che lo
scorso 20 gennaio a margine del suo viaggio a Sofia in Bulgaria,
parlando del coronavirus diceva: “Vi posso assicurare che l’Italia ha
adottato una linea di misure cautelative che è la più efficace in
Europa e forse addirittura a livello internazionale. Dunque i
cittadini italiani devono stare sereni, tranquilli, che noi stiamo
affrontando con la massima responsabilità”. Quanto alla situazione a
Civitavecchia, “l’equipe sanitaria ha effettuato il controllo e tutte
le iniziative affinché lo sbarco avvenga in massima cautela. Non ho
degli aggiornamenti più di dettaglio“, aggiungeva Conte precisando
tuttavia di essere in continuo contatto col ministro della Salute,
Roberto Speranza. E questo è stato un bel “problema”…!
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I numeri del contagio in Italia
Esattamente tre settimane dopo, cioè oggi sono 76 le persone colpite
nel nostro Paese in cinque Regioni: 54 in Lombardia, 17 in Veneto, 2
in Emilia Romagna, 2 nel Lazio, una in Piemonte. Dati che avrebbero
indotto un qualsiasi ministro serio a rassegnare le dimissioni per
manifesta incapacità.

La riunione del consiglio dei ministri, presieduta dal premier Conte
nella sede del Dipartimento della Protezione civile, a via Vitorchiano
a Roma, ha fatto il punto sull’ “emergenza coronavirus” in Italia.
Allo studio dell’esecutivo le misure da assumere dopo i casi di
contagio, che nelle ultime ore si sono registrati soprattutto nel Nord
Italia, e soprattutto dopo i due decessi in Lombardia e in Veneto.

Il terrore ha preso il sopravvento a causa anche dell’incompetenza di
una politica di Governo incapace. Contrariamente a quanto comunicato
il giorno precedente, il consiglio di amministrazione di Mido, il
Salone dell’occhialeria previsto al polo fieristico di Rho da sabato
al 2 marzo ha deciso all’ultimo momento nel tardo pomeriggio di ieri
di rinviare la manifestazione a fine maggio.

I due principali focolai sono proprio in Lombardia, dove si sono
registrati 47 casi, e in Veneto dove ci sono invece 12 pazienti
contagiati. A questi va ad aggiungersi anche un caso a Torino. E
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mentre i lavori di mappatura del contagio hanno escluso che possa
essere stato il manager, che dopo essere rientrato dalla Cina il 21
gennaio scorso è andato a cena con il 38enne di Codogno, il “paziente
zero” dal momento che non lo ha mai contratto, la politica dopo la
“figuraccia” del ministro Speranza si affanna nel dare una risposta
all’emergenza.

Sono due le vittime accertate al momento. Adriano Trevisan, il 78enne
veneto, deceduto nell’ospedale di Schiavinea e la 77enne di
Casalpusterlengo morta in casa in seguito ad un infarto e poi
risultata positiva al coronavirus. La donna era stata nei giorni
precedenti proprio al pronto soccorso di Schiavinea ed è anche la
madre di un amico di Mattia ovvero il 38enne di Codogno considerato il
paziente uno che si trova rianimazione a Pavia ed è stabile. In
Lombardia il coronavirus tiene ancora in scacco gli epidemiologi che
non riescono a risalire al paziente zero perché il manager sospettato
di esserlo è invece risultato negativo anche al test degli anticorpi
eseguito allo Spallanzani.

Milano adesso trema per i due casi confermati. Il primo risultato
positivo al test ha 78 anni ed era ricoverato al San Raffaele da
cinque giorni in una stanza singola ma ha avuto contatti i suoi
familiari, medici e infermieri. É residente a Sesto San Giovanni e,
probabilmente sarebbe stato in contatto con persone nel focolaio del
lodigiano. Il secondo un 71enne di Vizzolo Predabissi ora ricoverato
al San Matteo di Pavia si era rivolto all’ospedale di Vizzolo che
continua la sua attività. “Abbiamo la conferma che l’area del basso
lodigiano è centro di un focolaio”, riconosce con serietà l’assessore
lombardo al Welfare Giulio Gallera.
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Sono, per ora, 46 le persone risultate “positive” al Coronavirus in
Lombardia ma come dice il dottor Roberto Burioni sono destinate ad
aumentare perché quando cerchi una cosa la trovi e fino ad ora la
ricerca non era proprio iniziata. Nuovi casi in provincia di Pavia. Al
policlinico San Matteo di Pavia sono saliti a otto i pazienti positivi
ricoverati: tre si trovano in rianimazione, tra loro Mattia, il
“paziente uno“. Gli altri cinque sono a malattie infettive, compresa
la coppia di medici di Pieve Porto Morone, un medico di base e una
pediatra di famiglia di 57 e 65 anni, una donna di 66 anni e una
coppia di 29 e 27 anni di Castiglione D’Adda. A Cremona due casi
accertati un uomo di Pizzighettone e una donna che lavora in una
azienda di Sesto cremonese che è stata chiusa. Ma non basta.

É stato confermato il primo caso di positività anche in Piemonte, a
Torino, confermato dalla regione: un uomo di 40 anni che ha avuto
contatti con un familiare di un contagiato della Lombardia. È stato
ricoverato all’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, le sue condizioni
di salute non destano al momento preoccupazione. Sono state messe in
atto tutte le mi sure di contenimento per la famiglia e chi frequenta.
Tutti i test eseguiti fino a ieri però erano fortunatamente negativi.

                                           Allarme anche in Veneto. A
confermare i casi il governatore, Luca Zaia. Tra loro i familiari dei
primi due contagiati e altri residenti nel comune di Vo’ Euganeo. Un
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nuovo caso di contagio è stato registrato a Dolo, in provincia di
Venezia, a una cinquantina di chilometri di distanza da Vo’ Euganeo.
L’uomo, di 67 anni, è ricoverato in rianimazione a Padova. “Al momento
non capiamo ancora come sono avvenuti i contagi”, ha precisato Zaia. É
stata individuata una comunità di 8 cinesi che frequentava lo stesso
bar di Trevisan, che ora sono stati sottoposti al test.

Il governatore Zaia annuncia misure drastiche anche in Veneto analoghe
a quelle attivate nel Lodigiano per contenere l’epidemia, come
pianificato dal Ministero della Salute per la Lombardia. L’ospedale
dove è deceduto Trevisan viene progressivamente svuotato per procedere
poi ad una disinfestazione totale. Sospensione di tutte le attività
pubbliche e religiose, chiusura degli esercizi commerciali, delle
scuole, università divieto di spostamento anche per chi lavora al di
fuori del comune, interruzione di fermata dei mezzi pubblici. Esclusi
i servizi essenziali come la sanità e ovviamente, il telelavoro.

Covid-19 è arrivato anche a Milano. Inevitabile visto che il focolaio
del lodigiano è davvero dietro l’angolo. Purtroppo nel “Risiko” del
contagio in questo momento sembra vincere il coronavirus che ieri ha
conquistato ora dopo ora un’area sempre più vasta del nostro paese per
ora concentrata al Nord: Lombardia, Piemonte e Veneto con decine di
contagiati: 62. Un numero in continuo aggiornamento.

                                           Verso le 23,30 di ieri lo
stilista Giorgio Armani ha comunicato di aver deciso di annullare la
sfilata della collezione donna autunno/inverno 20/21 “dati i recenti
sviluppi del Coronavirus in Italia“. La sfilata verrà registrata a
teatro vuoto, senza stampa e buyer, e sarà trasmessa in streaming sul
sito Armani.com. La decisione di Giorgio Armani è stata adottata “per
non esporre ad alcun rischio la salute dei propri ospiti”. Cancellata
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anche la partita di calcio Inter- Sampdoria   a San Siro e le partite
in tutta la regione.

I casi positivi al primo test per il Sars-CoV-2 riceveranno conferma
da parte dell’Istituto superiore di Sanità o da altre strutture punto
di riferimento e verranno resi noti dal ministero della Salute. Quindi
ci sarà la distinzione tra casi “segnalati“, “positivi al primo test”
e “confermati” soltanto quando ci sarà l’evidenza del Coronavirus
anche dopo il secondo test.

Gli sciacalli del web
In presenza dell’emergenza internazionale dichiarata dall’ OMS l’
Organizzazione mondiale della Sanità, la richiesta di mascherine
chirurgiche e di maschere protettive è salita alle stelle. Nelle
farmacie italiane scarseggiano mascherine e gel disinfettanti, anzi
nelle grandi città, le mascherine sono esaurite da tempo. Un cartello
esposto fuori indica in alcune farmacie del Nord Italia che non ce ne
sono più. C’è una corsa a prenderne quante più possibili.

Non tutte le mascherine però vanno bene, per essere efficaci quelle
antivirus devono possedere un filtraggio omologato. Al momento i
modelli conformi sono solo due: le mascherine FFP2 e quelle FFP3. Le
FFP1 non rientrano nella normativa perché hanno una protezione di
appena il 78%. Le mascherine FFP2 sono invece, considerate ad alta
protezione, omologate per trattenere particelle fino a 0,6 micron, con
un’efficienza di filtrazione minima del 92%. Le FFP3 sono addirittura
considerate di livello superiore, approvate per trattenere particelle
fino a 0,6 micron, con un’efficienza di filtrazione minima del 98%. Da
qui è partita la caccia alla mascherina. C’è chi è riuscito a
comprarla in farmacia, ma c’è anche chi ha preferito usare Internet.
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Sulla piattaforma più usata per comprare online le mascherine hanno
raggiunto prezzi alle stelle. Una confezione da 5 pezzi di mascherine
con valvola classe FFP3 costa 99,90 euro. Qualcosa si risparmia con le
mascherine monouso, FFP2, quindi di una classa più bassa. Il pacco da
10 pezzi costa “appena” 56 euro a cui vanno aggiunte 18 euro di
spedizione.

Il presidente della Federazione ordini farmacisti italiani afferma che
la grande richiesta di mascherine ha messo in difficoltà il sistema.
“C’è una grande richiesta, si tratta di prodotti utilizzati in
particolari condizioni, non hanno un uso abituale. Al netto di quanto
ogni farmacia sta cercando di fare per approvvigionarsi, lunedì faro
una richiesta al ministro per vedere come affrontare questa emergenza.
Stiamo mettendo in campo delle soluzioni, abbiamo un’idea, ma ne
parleremo lunedì”. Una sfida per i farmacisti, soprattutto per coloro
che operano nelle aree di contagio, nei due focolai di Lombardia e
Veneto: “Stanno lavorando in condizioni di stress – aggiunge Mandelli–
come tutti i professionisti vanno ringraziati con serenità per il loro
lavoro“.
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Non mancano gli “sciacalli” che ne approfittano per vendere a prezzi
esorbitanti le convenzioni di gel igienizzante antibatterico. Sempre
sul web si arriva a spendere anche 104 euro per una confezione di 4
bottigliette (da 80ml ciascuno) di gel antibatterico. Per una
confezione da 12 si arriva fino a 200 euro. Se si considera che in
tempi normali in farmacia prodotti come l’Amuchina Xgerm viene venduta
a 3 euro che può arrivare a 4 euro mentre al supermercato in offerta
si riesce a prendere ad un prezzo in offerta ancora più bassa, ci si
rende conto del fenomeno dei rincari su un prodotto che adesso è
diventato utile e necessario.

PIEGHEVOLE-CORONAVIRUS.pdf.pdf.pdf

Sempre in applicazione delle direttive del governo, il Ministero
dell’Istruzione informa che, “in attesa dell’adozione formale
dell’ordinanza prevista dal decreto approvato in Consiglio dei
Ministri, per motivi precauzionali i viaggi di istruzione vanno
comunque sospesi a partire già da oggi domenica 23 febbraio 2020″. Lo
stop alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione, sottolinea il
Miur, riguarda sia le mete in Italia sia all’estero.

“Quello che preoccupa della situazione italiana è che non tutti i casi
registrati sembrano avere una chiara storia epidemiologica, cioè un
legame con viaggi in Cina o contatti con altri casi già confermati”.
Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in
Europa, sta seguendo minuto per minuto l’evoluzione della crisi da
coronavirus in Lombardia e Veneto.
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