LE RISERVE NATURALI Riserve Oasi e Parchi Nazionali dell'Abruzzo - Scritto da: Gustabruzzo

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LE RISERVE
 NATURALI
Riserve Oasi e Parchi Nazionali dell'Abruzzo

                                     Scritto da:
                                  LAURA FLORANI
                                   GUSTABRUZZO
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DAL MARE IN PIENA MONTAGNA IN POCHI
MINUTI
L’Abruzzo è una regione da scoprire, intatta e poco conosciuta, che offre delle
ricchezze uniche nel suo genere e varietà connettiva -natura, arte e storia-. Natura
incontaminata e spettacolare, nella quale compiere emozionanti passeggiate per
ammirare paesaggi d’arte e mozzafiato. Una regione che permette di stare al mare e
in pochi minuti (circa 40) trovarsi in piena montagna. Mare, collina e montagna si
estendono senza soluzione di continuità, permettendo al visitatore di poter riunire e
visitare il tutto in modo agevole e disincantato per la poca distanza tra l’uno e l’altro.
L’itinerario turistico abruzzese in buona sostanza, consente in poco tempo al turista,
di calarsi dai picchi irraggiungibili delle montagne, per poi passare per le
verdeggianti colline, e tuffarsi nell’azzurro del Mare Adriatico.

LA REGIONE VERDE
D'EUROPA
La Regione Abruzzo per la sua caratteristica
verde, si colloca al primo posto in Italia per la
percentuale di superficie protetta, pari a circa
un terzo del territorio regionale, classificandosi
ai vertici del turismo di tipo naturale. Terra delle
Riserve e Oasi, chiamata pure Regione Verde
d’Europa per i suoi Parchi Nazionali –Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco
Nazionale della Majella e Parco Nazionale del
Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Regionale
Parco naturale del Sirente-Velino, Area Marina
Torre di Cerrano e ben 38 aree protette. La
densità della presenza delle aree naturali,
disseminate tra Oasi e Riserve Regionali e
Statali, rappresenta circa il 36,3% della
superficie totale del territorio abruzzese
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L'ABRUZZO IN EUROPA
Il verde d’Abruzzo a livello Europeo, risulta essere tra i più estesi territorialmente e
disseminato non solamente sulla dorsale appenninica, ma anche sulle dolci e fertili
colline dell’entroterra e lungo i 130 Km di costa.

.Le numerose aree naturali protette d’Abruzzo sono per l’appunto, uno tra i motivi
dello sviluppo turistico della regione. Il tratto della costa mostra lungo tutto il
percorso, un carattere estremamente vario e naturalistico, da rilevare non solamente
un turismo dedito ai fini del mare e della montagna ma, come pure scoperta e
contemplazione dei parchi e delle oasi naturali. La parte Nord del litorale abruzzese,
precisamente dalla zona di Martinsicuro a Silvi Marini, passando per Pescara sino ad
arrivare a Francavilla al Mare e Lido Riccio di Ortona, è contraddistinta dalla presenza
di larghe spiagge sabbiose. A sud il paesaggio invece, cambia del tutto: dalla parte di
Ortona -località Punta Ferruccio e Ripari di Giobbe-, a Casalbordino, passando per
Vasto e San Salvo, la costa è piuttosto selvaggia, connotata da cale e spiagge, animate
maggiormente da ciottoloni di pietre levigate e scolpite dall’immensità del mare e da
una natura tipicamente mediterranea (cd. Costi dei Trabocchi). Su tale versante
risaltano maestosamente alcune riserve naturali come: il Bosco di San Venanzio di
Pollutri (Ch), Punta Aderci e Marina di Vasto, Lecceta di Torino di Sangro, Grotta delle
Farfalle di Rocca San Giovanni, Punta dell’Acqua Bella e Ripari di Giobbe di Ortona,
Pineta D’Annunziana a Pescara, l’Area Marina Torre di Cerrano tra Silvi e Pineto e
Borsacchio a Roseto.
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PARCO NAZIONALE COSTA TEATINA
La L.R. 30.03.2007, n. 5, nelle more della definizione del Parco Nazionale della Costa
Teatina, la Regione Abruzzo ha istituito le Riserve di Punta dell’Acquabella e Ripari
di Giobbe nel Comune di Ortona e Marina di Vasto nel Comune di Vasto,
individuandole nel Sistema di Aree Protette della Costa Teatina, insieme alle riserve
di Punta Aderci a Vasto (istituita con L.R. 20.02.1998, n.9) e di Lecceta a Torino di
Sangro (istituita con L.R. 19.12.2001, n.67). Il Sistema di Aree Protette della Costa
Teatina si realizza anche per mezzo del collegamento funzionale delle aree protette
attraverso il corridoio verde, quale obiettivo specifico di tutela e valorizzazione
della costa, da realizzare sulle aree di sedime del tratto litoraneo del tracciato
dismesso delle Ferrovie dello Stato, sulle stazioni e relative aree di pertinenza alle
quali si applica il regime di protezione proprio delle riserve naturali istituite con la
L.R. 5/2007. Al corridoio verde quale obiettivo specifico di tutela e valorizzazione
della costa è funzionalmente connesso il sito San Giovanni in Venere nel Comune di
Fossacesia, al quale si applica il regime di protezione proprio delle riserve naturali.

AREA VASTESE
A seguito della breve e sommaria
introduzione delle peculiarità e ricchezze
naturali dell’Abruzzo, si passa
all’illustrazione della zona cd.verde
dell’area vastese che risulta interessante
per la presenza di realtà naturali come la
Riserva Naturale del Bosco di Don
Venanzio, la Riserva Naturale Regionale
Marina di Vasto e la Riserva Naturale di
Punta Aderci.
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Nella zona collinare del vastese, lungo il fiume Sinello della località Crivelle del
Comune di Pollutri (Ch), si può ammirare, come già introdotto, il Bosco di Don
Venanzio, con estensione pari a circa 78 ettari, caratterizzato dagli ultimi lembi di
foresta planiziaria della costa adriatica. Zona integralmente protetta
caratterizzata da un unico viale interno, da cui si diramano percorsi attrezzati che
consentono d’inoltrarsi nel bosco e raggiungere angoli suggestivi in modo da poter
ammirare le specie arboree del mediterraneo, come il Pioppo bianco, il Pioppo
nero, la Roverella, la Farnia, gli alberi che raggiungono circa 25 metri di altezza e
gli arbusti come l’Edera, il Sanguinello, il Corniolo, il Pungitopo, il Ciglio rosso e
altro. La Riserva Naturale Regionale Marina di Vasto, posta a sud del Porto di
Vasto, è d’interesse comunitario (SIC) e si estende per circa 60 ettari, dalla spiaggia
della Marina di Vasto sino ad arrivare al Giardino Botanico Mediterraneodi San
Salvo. L’ambiente è di tipo dunale, con la presenza delle praterie umide che
permettono l’attecchimento e fioritura della camomilla di mare e del giglio delle
sabbie.
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La riserva ospita il fratino, piccolo uccello delle dune, il cardellino, il verzellino, il
saltimpalo, il becca moschino, il rospo smeraldino e la testuggine palustre. La Riserva
Naturale di Punta Aderci, posta a nord del Porto di Vasto, ammalia con il suo
promontorio roccioso, risultando essere uno dei tratti più suggestivi e spettacolari
del litorale abruzzese, alternando spiagge ampie e sabbiose a scogliere naturali con
baie e calette di suggestiva bellezza. Punta Aderci è situata su un’ampia insenatura, di
circa 285 ettari, che va dalla spiaggia di Punta Penne del Porto di Vasto alla foce del
Fiume Sinello, a confine con il Comune di Casalbordino (Ch). Al limite dell’arenile,
all’ombra della falesia, si estendono le caratteristiche dune costiere che conferiscono
al paesaggio un aspetto selvaggio. I fondali sono ricchi di vongole, telline e granchi
mentre la vegetazione è tipicamente mediterranea con il proliferarsi dell’eringio,
della gramigna di spiagge, degli sparti, della saline colorata, del ginestrino, del mirto e
del giglio marino.
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RISALENDO DIREZIONE NORD
verso la costa teramana

Dalla breve descrizione dell’area vastese si continua con quella che interessa la
continuazione di tutte quelle aree naturali, poste in direzione del litorale
teramano.
Risalendo e, seguendo la direzione, da Vasto verso la parte nord della Regione
Abruzzo si può ammirare la Riserva Naturale di Lecceta, che si estende dalla foce del
fiume Sangro per 175 ettari fino a risalire, circa 115 m di quota, la colline dove si
trova il Cimitero di Guerra britannico. La Riserva si caratterizzata per uno dei pochi
boschi litoranei Tags dell’Adriatico con Lecci, Roverelle e oltre 400 specie di vegetali
e orchidee. La considerevole presenza delle Testuggine terrestre non può essere
tralasciata, dato che l’animale è stato scelto quale elemento identificante logo della
riserva, ma come pure i 230 specie di farfalle e i 60 tipi di uccelli che animano il
bosco.
Continuando sempre il percorso, dirigendosi dalla parte Sud verso Nord, si cita la
Riserva Naturale Grotta delle Farfalle di Rocca S. Giovanni, comprensivo di una
superficie di 510 ettari nei territori di San Vito Chietino e Rocca San Giovanni. La
Riserva tutela una serie di fossati, solcati da brevi tratti di torrenti che scorrono
nascosti tra la ricca vegetazione ripariale e alcune grotti naturali che, durante la
seconda guerra mondiale, offrirono ai partigiani e sfollati nascondigli sicuri.
Proseguendo poi, il percorso e, lasciando alle spalle Rocca S. Giovanni, si può
ammirare la Riserva di Punta dell’Acquabella, con estensione pari a una superficie di
circa 28 ettari, caratterizzata in una stretta fascia di vegetazione, comprendente alle
estremità dell’area il Porto di Ortona fino ad un centinaio di metri a sud della
sommità di Punta Acquabella. Dalla sommità della riserva si può ammirare l’acqua
limpida che lascia ammirare i fondali di sabbia e ciottoli.
L’itinerario prosegue verso, l’avvincente e spettacolare costa abruzzese, la
suggestiva Riserva naturale Ripari di Giobbe, localizzata a nord di Ortona su una
falesia rocciosa sul mare, a ridosso di una caletta nascosta, con ciottoli bianchi e
acque cristalline, raggiungibile solo a piede e via mare.
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PASSANDO PER PESCARA
Lasciando alle spalle la Riserva di Ripari di Giobbe, seguendo sempre in direzione
Nord, si evidenzia la maestosità della Riserva Pinetina d’Annunziana, estesa per 53
ettari nella zona meridionale della Città di Pescara. Contiene una notevole varietà di
specie floristiche e faunistiche, tipiche della macchia mediterranea. Presente elevata
biodiversità con il pino d’Aleppo, la roverella, l’olmo, il pino marittimo e il pino
domestico

AREA MARINA TORRE DI CERRANO
La bellissima e suggestiva Area Marina Torre di Cerrano poi, situata sulla costa
dell’Adriatico, tra Silvi e Pineto. La Torre di Cerrano è una delle antiche torri
costiere del Regno di Napoli, che avevano la funzione di respingere i frequenti
attacchi di turchi e saraceni provenienti dal mare. L’area presenta un buon numero
di specie animali marine e un discreto contingente di specie vegetali. Nell’ambiente
subacqueo è facile imbattersi in svariate specie di pesci e molluschi, tra i quali si
menzionano i granchi, le spigole, le sogliole e i saraghi. Sulle dune invece, si rivela
la presenza di specie di avifauna particolare e il fratino, raro uccello migratore che
arriva in primavera per deporre le uova, fermandosi in spiaggia sino a fine
settembre. L’Area Marina è caratterizzata inoltre da una bella e profumata
pinetina, rappresentata da Pino d’Alleppo e Pino da Pinoli, che ripara la
popolazione del rarissimo Zafferanetto delle spiagge. La sua vitale ricchezza
naturale e microclima, particolarmente costituiti da un ambiente unico tra mare e
terra, sono a fondamento del riconoscimento della Torre di Cerrano quale Sito
d’Interesse Comunitario da parte dell’Unione Europea.
Sul versante della costa abruzzese, si menziona, infine, la Riserva del Borsacchio –
Roseto (TE), istituita nel 2005, localizzata nel territorio compreso tra Roseto degli
Abruzzi e la frazione di Cologna Spiaggia, tra il mare e la collina di Cologna Paese e
Montepagano. La riserva evidenzia ancora, la conservazione dei caratteri d’integrità
ambientale e paesaggistica dato, che non ancora sono stati intaccati dallo sviluppo
insediativo che ha interessato gran parte dei territori della costa adriatica. La
Riserva del Borsacchio è caratterizzata da tratti di macchia mediterranea ospitante
rare specie di uccelli, tra cui il fratino che denota le caratteristiche della spiaggia
pulita e ricca di vegetazione spontanea.
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LA PARTE INTERNA
Il cuore dell'abruzzo
La descrizione della costa abruzzese è avvincente ed entusiasmante quanto quella
della parte interna o del vero cuore dell’Abruzzo Forte e gentile. Nell’ambito delle
regioni appenniniche, l’Abruzzo si caratterizza per la natura prevalentemente
montuosa, con due terzi della superficie al di sopra dei 750 metri di quota. Questo
forte modo montano vanta le maggiori vette dell’Appennino, come il Corno Grande
del Gran Sasso (2912 metri s.l.m), il Monte Amaro della Majella (2794 metri s.l.m.) e il
Monte Velino (2486 metri s.l.m.) e un complesso sistemi di altipiani, che va dallo
sterminato campo carsico di Campo Imperatore, all’altopiano delle Rocche, alle falde
settentrionali del Velino e del Sirente, per finire con il vastissimo e articolato sistema
degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo, situati a sud-ovest della Majella.
La natura montuosa dell’Abruzzo, esalta il fascino della parte interna del territorio,
comprendente non solamente quella parte contemplativa dei parchi ma come pure
quella riguardante le riserve e oasi naturali. Le numerose aree naturali protette
dell’Abruzzo, cd. parte interna, sono per l’appunto, uno tra i motivi dello sviluppo
turistico della regione e nello specifico si menzionano ad esempio: Abetina di Rosello,
Cascate di Borrello, Abetina Selva Grande – Castiglione Messer Marino, Area
Faunistica del Camoscio – Pacentro, Bosco di Sant’Antonio – Pescocostanzo, la
Camosciara – Civitella Alfedena, Zompo lo Schioppo – Morino, Sorgenti del Pescara –
Popoli, Gole di San Venanzio – Raiano, Gole Salinello Civitella del Tronto, Grotte di
Pietrasecca – Carsoli, Guidata Gole del Sagittario – Anversa degli Abruzzi, Monte
Salviano – Avezzano, Orientata Fara San Martino – Palombaro, Monte Genzana e Alto
Gizio – Pettorano sul Gizio, Valle dell’Orfento – Caramanico Terme, Calanchi - Atri e
altro
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 IL PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO
La parte montuosa dell’Abruzzo vanta la presenza di ben tre parchi nazionali, tra cui
uno di antica istituzione, come quello ad esempio del Parco Nazionale d’Abruzzo
risalente al 1921. Il territorio dei parchi nazionali abruzzesi garantisce la
sopravvivenza del 75% di tutte le specie animali europee ed è patria di alcune specie
rare come l’Aquila Reale, il Lupo Abruzzese, il Camoscio d’Abruzzo e l’Orso Marsicano.
I tre Parchi nazionali, la classificano ai vertici del turismo verde, tra cui il primo di
istituzione datata al 1921 è il Parco Nazionale d’Abruzzo con un estensione di circa
44.000 ettari cui bisogna aggiungere i circa 60.000 ettari della fascia. Situato nel
cuore dell’Appennino Centrale a cavallo tra le Regioni di Abruzzo, Lazio e Molise. Il
territorio del parco è caratterizzato da numerose valli e catene montuose che
superano anche i 2.000 metri come il Monte Petroso, il Monte Marsicano ed il Monte
Greco. L’intera area protetta è attraversata dal corso del Fiume Sangro. All’interno del
parco troviamo anche interessanti laghi naturali come il Lago Vivo, il Lago Pataniello
ed il Lago Scanno, nonché i bacini artificiali di Barrea e della Montagna Spaccata. Il
Territorio del parco è costituito da 21 Comuni in cui è nata una rete di centri di visita e
di musei naturalisti da cui si possono menzionare la già citata Camosciara, la Val
Fondillo, la Cisterna e il Monte Marsicano. La flora risulta quale concentrata sintesi
delle caratteristiche naturali dell’Appennino mentre la fauna tre sono gli animali che
caratterizzano la loro presenza il Parco Nazionale come: l’Orso Marsicano, il Camoscio
d’Abruzzo e il Lupo dell’Appenino.
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GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, istituito nel 1991, invece, è
uno dei più grandi d’Italia e si estende per circa 160.000 ettari su 44 Comuni
compresi nelle Province di L’Aquila, Teramo, Pescara, Ascoli Piceno e Rieti. Al suo
interno troviamo tre gruppi montuosi: la catena del Gran Sasso d’Italia, il massiccio
della Laga e i Monti Gemelli. Questi ultimi sono caratterizzati dal Corno Grande che
con i suoi 2.912 metri è la vetta più alta dell’Appennino, presente il Calderone, il
ghiacciaio permanente più a Sud d’Europa. La natura calcarea delle rocce favorisce la
presenza di fenomeni carsici come grotte e forme scavate ben visibili a Campo
Imperatore, quale vasto Altopiano dell’Appennino situato ad un altitudine di 1.660
metri. All’interno dei Monti della Laga si trova il Lago di Campotosto, quale bacino
più grande della Regione Abruzzo. Tutto il Parco è caratterizzato da borghi medievali
e fortificazioni di notevoli suggestioni. Tra i tanti ricordiamo l’affascinante Borgo di
Pietracamela e la Rocca di Calascio che ha nel suo castello uno dei simboli
dell’Abruzzo Medievale. Il parco del Gran Sasso si caratterizza per la grande
estensione dei pascoli dato che parte dei Monti della Laga sono in buona parte
ricoperti da foreste di faggi, abeti e castagni. La flora presenta circa 2.000 specie di
piante e la fauna è rappresentata da specie rare come il Lupo dell’Appennino, il Gatto
Selvatico e il Camoscio d’Abruzzo, e tra i rapaci si menziona il Falco Pellegrino, il
Falco Lamario e l’Aquila Reale.
LA MONTAGNA MADRE - LA MAJELLA
Il Parco Nazionale della Majella, istituito nel 1992, si estende per circa 75.000 ettari
nelle Provincie di Pescara, Chieti e L’Aquila interessando 39 Comuni. La Majella con
la sua conformazione imponente e impenetrabile ha sempre difeso, come una madre, il
territorio Abruzzese dagli attacchi esterni dell’uomo, imprimendo nella coscienza
collettiva gli aspetti della sacralità e dell’inviolabilità dei luoghi majellesi. La Majella
conta 61 vette e quella più alta è il Monte Amaro con i suoi 2.795 metri, praticamente
è seconda tra le punte più alte dell’Appennino. Il fascino della Majella si fonda sulla
sua natura selvaggia, sui suoi valloni e i suoi altipiani. Montagna di natura carsica, la
Majella presenta numerosi anfiteatri morenici e grotte, tra cui le più suggestive si
menziona la Grotta del Cavallone. Le vette della Majella sono avvolte nelle leggende e
nei miti e tra cui quella del culto della Dea Maja con relativa figura della madre
protettrice della terra d’Abruzzo. Montagna ritenuta in buona sostanza sacra, sia dai
pagani e sia dai cristiani, concretizzandosi con le numerose costruzione di abbazie ed
eremi. Tra gli edifici di culto ricordiamo ad esempio quella di San Liberatore a Majella
(Serramonacesca) e gli eremi di Sant’Onofrio e Santo Spirito dove soggiornò a lungo
l’eremita Pietro Da Morrone, che poi divenne Papa con il nome di Celestino V.
IL PARCO REGIONALE SIRENTE - VELINO
Il Parco Regionale del Sirente – Velino, istituito con L.R. del 1989, si estende per
circa 60.000 ettari arrivando a confinare ad Ovest fino con la Regione Lazio. Al suo
interno il Monte Velino presenta i suoi 2.468 metri, posizionandosi quale terza vetta
dell’Appennino e, caratterizzandosi con un massiccio che costituisce un’unica
dorsale rettilinea lunga circa 15 Km e culminante con la vetta omonima. Il Velino e il
Sirente sono separati tra loro dalla faglia che delimita l’Altopiano delle Rocche. Nel
Parco del Sirente – Velino è molto evidente il fenomeno carsico, che tra l’altro, ha
dato origine alle Grotte di Stiffe nel Comune di San Demetrio nei Vestini. Le Grotte
di Stiffe sono percorse da un fiume sotterraneo alimentato dalle acque degli
inghiottitoi dell’Altopiano delle Rocche. All’interno delle grotte si possono ammirare
piccoli laghi e cascate alte, anche di 20 metri. La flora del parco è molto ricca, in
particolare modo i fiori, tra i quali soprattutto quelli turendi, rappresentanti delle
diverse specie di genziane, mentre l’Altopiano delle Rocche e Rocca di Mezzo in
primavera sono tempestati con estesi fioriture di Narcisi. Il parco offre anche infine,
spunti di interesse storico ed artistico come gli scavi archeologici di Alba Fuccens
localizzati nel territorio di Massa d’Albe, il Castello di Celano e il Castello di Ocre,
nonché numerosi paesi ricchi di testimonianze storiche come Fontecchio, Scinaro e
Gagliano Aterno.
Nelle conclusione della breve panoramica di alcune vie verdi, si precisa che oltre alla
cornice naturale, si può godere della storia testimoniata dai mille castelli e abbazie e
del patrimonio enogastronomico quale interprete attento del percorso sublimare
dell’immenso patrimonio Abruzzese
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