IL RE DEL MARE E ALTRE STORIE PER LA TUTELA DEI MAMMIFERI MARINI IN TOSCANA - ARPAT
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n. 014 - lunedì 24 gennaio 2011 BIODIVERSITÀ - ACQUE MARINE E COSTIERE IL RE DEL MARE E ALTRE STORIE PER LA TUTELA DEI MAMMIFERI MARINI IN TOSCANA Nell'anno internazionale della biodiversità la Regione Toscana ha fatto il punto sui progetti di tutela degli ecosistemi marini e ne ha parlato Venerdì 19 novembre nell’ambito della rassegna Dire & Fare alla Fortezza da Basso a Firenze con alcuni dei principali soggetti coinvolti nelle attività di tutela dei mammiferi marini e in particolare dei cetacei. Venerdì 19 novembre presso la Fortezza da Basso di Firenze, in occasione della rassegna "Dire & Fare" la Regione Toscana ha organizzato un incontro dal titolo: "Il re del mare" (vedi programma), nel corso del quale si è discusso dei progetti e delle iniziative internazionali, nazionali e regionali sulla tutela dei mammiferi marini e in particolare dei cetacei. Edoardo Fornaciari (responsabile del Settore “Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali” della Regione Toscana) ha parlato delle azioni messe in campo dalla Regione Toscana che con i suoi 600 Km di costa, isole dell’Arcipelago comprese, ha intrapreso un percorso molto preciso, con interventi puntuali e specifici, per tutelare la biodiversità marina, sempre più minacciata. Tra gli interventi messi in campo vi è l’istituzione dell’area marina protetta delle Secche della Meloria, mentre per le altre due aree marine protette (Arcipelago Toscano e Foce Ombrone- Talamone-Formiche di Grosseto) previste per la Toscana dalle norme nazionali (L.979/82 per la difesa del Mare e L.394/91 Legge quadro per le aree protette) , il processo istitutivo è partito, ma non ancora concluso. Inoltre, proprio per tutelare la biodiversità marina, la Regione ha avviato nel 2005 il Progetto Bio.Mar.T (Biodiversità Marina Toscana) condotto dalla sezione zoologica del Museo di storia naturale della Specola dell’Università di Firenze e dall’Agenzia regionale di protezione ambientale (ARPAT), per la costituzione di una banca dati floro-faunistica georeferenziata, che consenta di individuare e valutare i siti caratterizzati dalla presenza di specie rare o da una biodiversità particolarmente ricca e che dunque meritano tutele particolari. I siti di campionamento individuati sono 25 e, fino ad oggi, sono state identificate 257 specie di alghe e 577 specie animali. Fornaciari ha inoltre sottolineato che gli interventi previsti dalla Regione hanno comunque bisogno, per essere efficaci, di essere integrati a livello nazionale in una strategia più ampia che abbia come scenario di riferimento la direzione indicata dalla Direttiva europea Marine Strategy 2008/56/C. Giancarlo Lauriano (ricercatore Ispra (ex Icram)) ha parlato delle stime di densità e di abbondanza di cetacei effettuate da mezzo aereo nel Santuario Pelagos, area marina protetta di 90.000 kmq istituita con la Legge n.391 dell’11 ottobre 2001 che comprende l’intero Mar Ligure (porzioni italiane e francesi), Il Mar di Corsica (porzione della Sardegna settentrionale e della Corsica meridionale), il Mar Tirreno settentrionale e parte del centrale. L’istituzione ufficiale dell’area è giunta dopo oltre 10 anni di iter, che ha visto all’opera prevalentemente le ONG e gli istituti di ricerca privati impegnati nell’osservazione e valorizzazione delle peculiarità biologiche di un’area compresa tra le coste italiane e francesi del Mar Ligure e dalla Sardegna settentrionale (coste comprese tra capo Falcone e Capo Testa). Il 2 marzo 1991 è stato presentato a Monaco il “Progetto Pelagos”, per la creazione di una Riserva della Biosfera a protezione dei cetacei del Bacino corso-ligure e sulla base di tale progetto, presentato dall’Istituto di ricerca Tethys nel Marzo 1993 a Bruxelles, la Francia, l’Italia e il Principato di Monaco firmarono la dichiarazione per istituire nel Mediterraneo un Santuario Internazionale per i Cetacei. Un elemento conoscitivo di fondamentale importanza per qualsiasi azione di conservazione della specie è la
stima della densità e/o dell’abbondanza assoluta degli esemplari di una specie. Conoscere il numero di individui in una determinata area consente di valutare gli impatti che eventuali elementi di minaccia presenti possono avere sullo status di conservazione della specie e, di conseguenza, rendere possibile l’applicazione di un regime di conservazione e/o protezione. Il primo studio per determinare la distribuzione e l’abbondanza dei cetacei in una porzione dell’attuale Santuario fu condotto nel 1992, da una equipé composta dall’Università di Barcellona e dall’Istituto di ricerca Tethys con il supporto logistico di Greenpeace Mediterraneo, utilizzando il metodo del transetto lineare. Questo metodo prevede delle rotte prestabilite da percorrere con un'imbarcazione a velocità costante, durante le quali un gruppo di osservatori indaga l’area alla ricerca dei gruppi di animali (metodo del “distance sampling”, che consente di arrivare a stimare la densità di animali per unità di spazio e quindi l’abbondanza in una determinata area). In questa nuova attività di ricerca delle popolazioni di cetacei condotta da ISPRA e da Tethys è stato invece utilizzato il mezzo aereo che ha comportato numerosi vantaggi nell’indagine; basta infatti considerare che per monitorare un’area di 750 miglia l’aereo impiega un giorno, rispetto agli otto impiegati dalla nave. I risultati di questo studio sono soddisfacenti ed hanno permesso di effettuare le prime stime di abbondanza per il Santuario; rappresentano quindi informazioni preziose per la conservazione delle diverse specie di cetacei presenti all'interno dell'area protetta Pelagos. In particolare si sono registrati avvistamenti di stenella (114 gruppi in inverno contro i 280 gruppi in estate), balenottera comune (nessun avvistamento in inverno contro i 24 avvistamenti in estate, con una stima di abbondanza di 152 esemplari), grampo, globicefalo, capodoglio, tursiope. Sono inoltre state osservate anche altre specie protette, come la tartaruga comune Caretta caretta (9 avvistamenti in inverno contro i 198 dell'estate) e la manta Mobula mobular (stima di abbondanza di 1480 esemplari). Jessica Alessi, (Università di Genova dipartimento Biologia) ha parlato dell'attività di ricerca sui cetacei in cui da anni è impegnato il Dipartimento di Biologia dell’Università di Genova e in particolare ha descritto i tre progetti attualmente in corso: il progetto ISHMAEL, incentrato principalmente sul capodoglio, ARION e GIONHA che hanno come specie target il tursiope. Il progetto ISHMAEL si prefigge di studiare la distribuzione e l'ecologia del Capodoglio definendo l'habitat critico della specie in un'area di studio che si estende su 20.000 Km2 a largo della Liguria, Corsica e Sardegna. L'area è stata divisa in stazioni per la rilevazione acustica della presenza del capodoglio e, grazie ad un particolare strumento messo a punto per il progetto (idrofono), nel caso in cui sia stata rilevata la presenza del capodoglio, è possibile ottenere la direzione in cui si trova, raggiungerlo e, nel momento dell'emersione, procedere allo scatto delle fotografie per la foto- identificazione che consente di seguire gli spostamenti degli esemplari. Gli ascolti positivi sono stati fino ad oggi 80 e 20 animali sono stati avvistati e fotografati; un’alta concentrazione di capodogli si registra nell’area di fronte ad Imperia e si denota l’importanza di certe strutture oceanografiche, quali i canyon, nella definizione dell’habitat del capodoglio. In quest’ultimo anno il progetto si incentrerà sullo studio dell’habitat anche nel canale tra Corsica e Toscana con analisi acustiche durante l'immersione degli animali. Il Progetto ARION è un progetto LIFE+Nature finanziato dall’Unione Europea, che ha come capofila l’Università di Genova con i Dipartimenti di Fisica e Biologia e come partner la società Softeco, l’ente gestore dell’AMP di Portofino e la Direzione Marittima di Genova. Il tema del progetto è quello dell’incremento dello stato di conservazione del tursiope. Con ARION si propone la creazione di un corridoio virtuale per il monitoraggio e la sorveglianza del tursiope intorno all’area di Portofino. Nelle acque antistanti l’AMP di Portofino verrà istallato un sistema acustico, attivo 24 ore su 24, che comunicherà con un computer a terra in grado di elaborare i dati in tempo reale per individuare la presenza, la posizione e i movimenti dei delfini e delle imbarcazioni presenti. I dati verranno inviati in tempo reale alla Direzione Marittima di Genova che trasmetteràmessaggi di allerta alle imbarcazioni presenti nell’area tramite un canale VHF dedicato. Fabrizio Serena (responsabile dell’Area Mare di ARPAT), nel suo intervento mirato a descrivere il progetto Gionha e l'impegno dell'Agenzia come capofila del progetto, ha ricordato le principali tappe che gli Stati membri devono perseguire per giungere, entro il 2020, all'obiettivo indicata dalla Direttiva europea Marine Strategy 2008/56/CE e quindi adottare una serie di misure concrete per conseguire e/o mantenere un buono stato ecologico dell’ambiente marino (vedi presentazione). Tra gli aspetti importanti su cui porre attenzione la direttiva elenca (capo II - art.8) le caratteristiche, le pressioni e gli impatti, individuando quattro punti fondamentali, due dei quali previsti nell'ambito di Gionha: l'individuazione dei tipi di habitat e le caratteristiche biologiche. Sono inoltre elencati (capo II - art.9) i descrittori quantitativi, tra cui la biodiversità, sulla quale la Regione Toscana si è impegnata molto per la definizione e la stesura del Piano Ecoregionale per la biodiversità in Toscana (che vede il diretto coinvolgimento del WWF per la sua realizzazione in base ad un progetto triennale attualmente in corso). Tra le iniziative previste per la conoscenza della biodiversità, il monitoraggio riveste una particolare importanza ed ARPAT è in grado di dare un contributo fondamentale, anche per le conoscenze già acquisite nel corso delle attività di monitoraggio della biodiversità marina (L.R.56/00), di monitoraggio delle risorse (L.R. 07/05 e L.R.66/09) e di monitoraggio ambientale(D.Lgs 152/06 e L. 979/82). Ripercorrendo le otto fasi in cui è strutturato il progetto Gionha, Serena si è soffermato in particolare sulla fase 2, relativa allo studio dell'impatto ambientale ed alla tendenza evolutiva degli ecosistemi marino costieri
caratterizzanti il santuario Pelagos, ed alle azioni specifiche per il coordinamento delle attività di monitoraggio (il monitoraggio e censimento delle specie di cetacei con fotoidentificazione, lo studio dei posidonieti e la caratterizzazione chimico, fisica e biologica dell'ambiente marino). Inoltre si è soffermato anche a descrivere la fase 4 del progetto dedicata all’indagine sull’integrità ambientale dei fondali della fascia marino costiera e alla mappatura dei rifiuti antropici. Attraverso il progetto Gionha è stato possibile elaborare i dati sulla mappatura dei rifiuti sui fondali marini della Toscana raccolti negli anni, nell'ambito dei progetti GRUND e Medits, e restituire una informazione che comprende la frequenza di ritrovamento delle diverse tipologie dei rifiuti(plastica, vetro, ecc.), le mappe georeferenziate che rappresentano la distribuzione geografica ed i quantitativi (Kg/Km2 ) dei rifiuti sui fondali della Toscana, messe in relazione con le principali rotte di navigazione delle navi nella stessa area geografica. (vedi presentazione) A conclusione del suo intervento è stata presentata l’ultima pubblicazione di ARPAT “I grandi vertebrati marini: le specie protette in Toscana” che affronta il tema dello studio e salvaguardia dei grandi vertebrati marini, per fornire al pubblico alcuni strumenti indispensabili di conoscenza. Questa pubblicazione, disponibile sul sito dell'Agenzia, intende rappresentare una piccola guida, di rapida e semplice consultazione, una sintesi degli aspetti legati al riconoscimento delle specie di cetacei, tartarughe, squali e razze che popolano le acque del Mediterraneo. Sergio Ventrella, (della Direzione Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità della Regione Toscana, ha presentato il video “Il Re del Mare e altre storie” realizzato dalla Regione in collaborazione con Osservatorio Toscano dei Cetacei, ARPAT e Dipartimento di Biologia dell’Università di Genova. Il video, scaricabile dal sito della Regione Toscana, è dedicato ai giganti del mare in Toscana, che trovano rifugio nell’area “Pelagos” , che la Regione Toscana intende tutelare e promuovere. Il video racconta le risorse dell'ambiente marino della Toscana ed in particolare la vita dei grandi mammiferi, che sono il simbolo della biodiversità nel Mediterraneo. L’Assessore all’Ambiente e energia della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini, con il suo intervento conclusivo della prima parte del seminario, ha messo in luce il percorso, avviato dal 2008, per la definizione e la stesura entro il 2011del Piano d’azione regionale per la biodiversità in Toscana. La Toscana è stata la prima Regione in Italia ad avere intrapreso questo percorso, insieme al mondo scientifico e della ricerca e con il supporto del WWF Italia e della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare. Proprio l’ultima fase di questo percorso (2010-2011) sarà molto complessa e vedrà il coinvolgimento dei principali attori sociali ed economici della nostra regione, per l’individuazione delle azioni di conservazione, con le relative priorità, la redazione di un piano di monitoraggio e l’analisi dei finanziamenti disponibili. L’Assessore ha sottolineato l’importanza che il Piano riesca a fornire una connotazione economica alla biodiversità, così da considerarla – anche sotto questo profilo - come una risorsa per la nostra regione. Il Piano non dovrà rappresentare un limite, ma piuttosto un “termometro” che, senza impedirci di crescere, misuri la biodiversità nella nostra regione e del quale si dovrà tenere conto in modo trasversale in tutti gli altri Piani di settore, e soprattutto in relazione al nuovo Piano Regionale di Sviluppo (PRS). Riguardo al Santuario dei Cetacei Pelagos, l’Assessore Bramerini ricorda che la Toscana potrà avere un ruolo più propulsivo, perché dall’ottobre scorso partecipa, insieme alla Liguria e alla Sardegna, al Comitato di pilotaggio delle attività previste dall'accordo internazionale Pelagos per la tutela della biodiversità marina nell'alto Tirreno e quindi potrà impegnarsi attivamente in programmi e progetti che finora sono rimasti sulla carta. Per illustrarele iniziative di comunicazione ed educazione ambientale che si svolgono nell'ambito delle attività dell’Osservatorio Toscano dei Cetacei è intervenuto (nome) Briano del Comune di Capoliveri, mentre Cristina Fossi dell’Università di Siena ha parlato del nuovo bando della Regione Toscana per affidare un'attività di censimento cetacei, implementazione di un archivio dati e realizzazione di corsi di formazione, tutte attività utili alla crescita dell'Osservatorio, e che andranno a fare sinergia con quelle che vengono svolte nell'ambito del progetto Gionha. Simena Bisti, Assessore alla Difesa delle coste, Forestazione e Bonifiche e Parchi Naturali della Provincia di Livorno, è intervenuta ricordando che la provincia di Livorno si estende lungo 400 Km di costa estremamente diversificata, antropizzata e in alcuni tratti fortemente industrializzata.Ha apprezzato con favore la grande attenzione che la Regione sta ponendo alla protezione del mare, con l’istituzione della prima area protetta delle Secche della Meloria e la proposta dei SIC (siti marini di interesse comunitario) che hanno lo scopo di aumentare il livello di tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario (otto su dieci di quelli previsti si trovano, tra l'altro, nella provincia di Livorno); ha ricordato anche l’impegno della Provincia per la
protezione delle coste, in particolare con il Progetto Strategico RES MAR (Reseau pour l’Environnement dans l’Espace Maritime), cofinanziato dall’UE nell’ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Transfrontaliero Marittimo Italia Francia 2007- 2013, con l’obiettivo della tutela delle acque e del suolo attraverso strumenti e modelli di gestione innovativi, ed il coinvolgimento nel progetto Gionha. E’ poi intervenuta Giorgia Monti per Greenpeace che ha focalizzato l’attenzione sui problemi ambientali che minacciano l’area del Santuario dei cetacei. In particolare, i dati raccolti dall’associazione attraverso l’analisi delle acque superficiali del Santuario indicano una forte contaminazione da batteri fecali in alto mare, con livelli che arrivano a superare quelli normalmente tollerati a riva per la balneazione. Altra minaccia per l’area del Santuario è il traffico navale molto intenso, con navi passeggeri, tanker e cargo, che spesso trasportano sostanze pericolose e che rappresenta un fattore di disturbo molto intenso per i cetacei, sia per il rumore che per le possibili collisioni con questi, ma anche per problemi di inquinamento dell’area marina. Queste pressioni ambientali hanno determinato, secondo Greenpeace, un sensibile calo del numero dei cetacei ed una riduzione nel 2008 di circa il 50 per cento delle stenelle rispetto alle stime degli anni Novanta. Quindi l’associazione chiede un impegno concreto per passare dal dire al fare e per valorizzare e proteggere questa importantissima area del Mediterraneo, affinché non resti soltanto un “parco di carta”. Infine è intervenuto Marco Costantini per il WWF, che come associazione riveste un ruolo di facilitatore di processi e quindi di veicolatore dell’informazione, per mettere in luce un aspetto importante: il Santuario manca di un pre-requisito fondamentale per un ASPIM (Area Specialmente Protetta del Mediterraneo), ossia l’essere dotato di un piano di gestione.Ad oggi, infatti, non esiste un documento condiviso che stabilisca le azioni da intraprendere; l’auspicio infatti è che la Regione Toscana, entrata da poco con la regione Sardegna a far parte del comitato di pilotaggio delle attività previste dall'accordo internazionale Pelagos, assuma un ruolo propulsore per procedere ad analisi standardizzate come le altre ASPIM (ad esempio di Portofino e Tavolara), definire un puntuale piano di finanziamento ed arrivare quindi al 2012, anno dedicato alla biodiversità marina, con un vero e proprio piano di gestione del Santuario. Testo di questo numero a cura di Francesca Chiostri e Cecilia Mancusi Contenuti correlati 014-11 Arpatnews versione pdf - Il re del mare Foto Il Re del mare e altre storie: i giganti del mare in Toscana Direttore responsabile: Marco Talluri Autorizzazione del tribunale di Firenze: n. 5396 del 14 febbraio 2005 Redazione: ARPAT, via Ponte alle Mosse, 211 - 50144 FIRENZE - tel. 055-3206285 fax 055-3206218 Email: comunicazione.fi@arpat.toscana.it Web: www.arpat.toscana.it/arpatnews È possibile ricevere regolarmente ARPATNEWS, personalizzandone le modalità (periodicità, temi, ecc.), all'indirizzo: www.arpat.toscana.it/arpatnews/richiesta È possibile inserire un proprio commento in calce a ciascun numero della versione Web ed è possibile esprimere un giudizio su questo servizio, come sulle altre attività svolte da ARPAT, all'indirizzo: www.arpat.toscana.it/soddisfazione
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