Audizione Commissione Giustizia Camera dei Deputati

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Audizione
     Commissione Giustizia
     Camera dei Deputati
     in merito alle proposte di legge C. 1203 Farina e C. 971 Gozi, recanti
     “Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli
     stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione
     dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente
     della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione e
     cessione della cannabis indica e dei suoi derivati”

Relatori:
Dott. Pietro D’Egidio – Presidente Nazionale FeDerSerD
Dott. Felice Alfonso Nava – Vice Presidente Nazionale FeDerSerD

Roma, 13 novembre 2013
1. FeDerSerD

Il Sistema di cura delle dipendenze ha in carico in Italia circa 300.000 utenti ed è organizzato con
circa 550 Ser.T., distribuiti omogeneamente su tutto il territorio nazionale, in cui lavorano circa
7.000 operatori (medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri etc.) e circa 1.000 strutture del
privato sociale accreditato, a cui afferiscono circa 7.000 operatori.
FeDerSerD è una organizzazione, nata nel 2001 dalla confluenza di varie Associazioni professionali
e Società Scientifiche, che raggruppa i professionisti dei Dipartimenti e dei Servizi delle
Dipendenze.
E’ presente, in tutte le Regioni italiane, con oltre 1.200 associati ed un diffuso radicamento in tutti
i servizi delle dipendenze e di alcologia.
Noi siamo gli operatori che lavorano sul territorio e come tali siamo coloro che garantiscono
l’efficacia e l’efficienza della rete dell’intervento delle dipendenze in Italia. Abbiamo in cura presso
i nostri servizi circa 100.000 utenti in terapia agonista ogni anno, garantendo ad essi ogni anno più
di 34 milioni di giorni “liberi da droghe”, che equivalgono per la Società circa 1 miliardo e 700
milioni di euro di introiti sottratti alla criminalità.

                           V Congresso Nazionale “La società dipendente – Il sistema di competenze e responsabilità per
     GfK Eurisko                                         comprendere, decidere e agire”                                   FeDerSerD

                          Curare bene i tossicodipendenti
                     produce straordinari e positivi effetti sociali

                   Relazione annuale al Parlamento – 2010 –

                           106.676 pazienti in cura nei Ser.T. con
                                     terapie agoniste
                               (metadone o buprenorfina o suboxone)

                   Per questi pazienti la cura nei Ser.T. produce in un anno
                      circa 34 milioni di giorni liberi da droghe

        1 FeDerSerD
V Congresso Nazionale “La società dipendente – Il sistema di competenze e responsabilità per
        GfK Eurisko                                             comprendere, decidere e agire”                                   FeDerSerD

                                Curare bene i tossicodipendenti
                           produce straordinari e positivi effetti sociali

                                   Per questi pazienti la cura nei Ser.T. produce in un anno circa
                                              34 milioni di giorni liberi da droghe

                           Per il paziente:                                                                   Per la società:

                       Meno overdose                                                    1 miliardo e 700 milioni di euro
                          Meno morti
      Meno malattie infettive, psichiatriche,internistiche                              sottratti ogni anno alla criminalità
                    Meno condotte illegali                                                          organizzata!
     Reinserimento familiare, sociale, scolastico, lavorativo

 Quanti scippi, furti, rapine, prostituzione, reati in meno conseguenti all’essersi affrancati dalla necessità di procurarsi questo denaro?
                          Quanta patologia sociale in meno evitata? Quanti costi in meno per carceri e tribunali?
                                               Quanto impegno minore per le forze dell'ordine!

       I Ser.T. in Italia si candidano, per l'effetto collaterale del loro lavoro il
       cui obiettivo è la cura delle malattie da droga, ad essere il più efficace
           strumento di contrasto alla microcriminalità in tutti i territori!

FeDerSerD, che è la Società scientifica più rappresentativa nel settore delle dipendenze in Italia è
impegnata a sviluppare e consolidare su tutto il territorio nazionale interventi clinici e preventivi
su basi scientifiche, nell'interesse della persona e della Società civile.
La nostra mission è migliorare la qualità degli interventi nel settore delle dipendenze patologiche e
dei consumi problematici, facendo da modello di riferimento scientifico ed organizzativo ai
professionisti italiani.

FeDerSerD da diverso tempo chiede di riprogettare il sistema di cura per le dipendenze a partire
da una serie di considerazioni che sono:
  La cultura della dipendenza si é radicata nella società dell'eccesso. Serve un approccio diverso
    alle dipendenze che distingua compiti e responsabilità, affidando le cure al sistema sanitario e
    le politiche di intervento sui costumi e gli stili di vita a soggetti e strutture multidisciplinari da
    costruire;
  la constatazione che la criminalità organizzata produce con il commercio di droga l'11% del PIL
    nazionale ed è in grado di corrompere i più importi equilibri economici e sociali del nostro
    Paese;
  l’evidenza che le dipendenze legali uccidono: il tabacco è responsabile di circa 100.000 morti
    per anno, mentre l’alcol di circa 30.000. Queste sostanze sono ai primi posti come fattori di
    rischio per daly e mortalità;
  la constatazione che numerose sono le trasformazioni in atto nella Sanità, legate
    principalmente alla crisi economica; non tutto ciò che rappresenta un problema sanitario o
    sociale è malattia e non tutto ciò che è malattia è curabile. Servono misure dei costi reali,
    valutazioni di sostenibilità economica e decisioni tecnico politiche anche sui temi della cura e
    della riabilitazione dei consumatori problematici;

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   l’evidenza che esiste da una parte una preoccupante assuefazione alle droghe e dall’altra una
    sopravalutazione o sottovalutazione dei danni, non sempre colti, nella giusta misura, dai
    decisori politici;
   la constatazione che i malati da droghe e da dipendenze comportamentali aumentano sempre
    di più nel nostro paese, ma soprattutto aumenta la gravità della espressione clinica della loro
    malattia;
   l’evidenza che lo Stato deve rivedere la politica che interessa il mercato legale del gioco. A
    questo proposito appare auspicabile che si istituisca una tassa di scopo sui proventi del gioco
    d’azzardo legale da reinvestire nella prevenzione e nella cura dei giocatori patologici; e
    riportare le spese per il gioco a livello della fiscalità generale;
   la constatazione che il poliabuso e le dipendenze comportamentali sono un fenomeno in
    continua crescita e che i Ser.T. devono essere aiutati dalla Politica sia dal punto di vista delle
    risorse che delle riforme;
   l’evidenza che curare le dipendenze produce salute e che questo determina un enorme
    valore economico per la Società. I Ser.T. necessitano, perciò, oltre che un potenziamento
    delle risorse la possibilità di accedere a forme di finanziamento su capitoli speciali. Non
    dimentichiamo che il sistema di intervento per la cura delle Dipendenze nel suo insieme è un
    sistema che produce ricchezza per il Paese. Per 1 € investito nella cura e/o nella prevenzione
    delle dipendenze lo Stato ne risparmia da 4 a 7€;
   la necessità che in ogni ASL del territorio nazionale siano istituiti i Dipartimenti delle
    Dipendenze, le uniche organizzazioni che possano garantire la regia della complessa rete di
    intervento sul territorio;
   la constatazione che i Ser.T. devono essere messi dai decisori politici nella condizione di
    rapportarsi con i bisogni del territorio in un ottica di integrazione nazionale. Le politiche di
    programmazione regionale devono perciò realizzarsi seguendo i criteri “standard” definiti
    dalle normative nazionali;
   l’evidenza che le terapie farmacologiche per il trattamento delle dipendenze patologiche
    devono essere garantite gratuitamente ai cittadini sull’intero territorio nazionale;
   l’indispensabilità che i Ser.T. siano i titolari dei percorsi di diagnosi e trattamento dei
    dipendenti da sostanze (sia legali che illegali) che delle dipendenze comportamentali;
   la necessità di rivedere l’utilità dell’Istituzione del sistema informativo nazionale per le
    dipendenze istituito con D.M. del 11/06/10, per meglio raccogliere e gestire i flussi delle
    informazioni sulle dipendenze patologiche nel nostro Paese;
   l’urgenza di rivedere, alla luce delle evidenze scientifiche più aggiornate, la cornice normativa
    che regola l’uso di droghe ed il rilascio della patente di guida, così come la legge che norma il
    tema del lavoro e l’uso di sostanze.

2. La confusa ricerca di dati sui consumi in Italia e la loro difficile interpretazione

FeDerSerD, rammentando la epistemologia della scienza di Popper, esorta i decisori politici, per
effettuare le loro difficili scelte, a realizzare una lettura ed ad una interpretazione attenta delle
evidenze scientifiche e della loro “forza”.
La Legge 21 febbraio 2006 n. 49 si fonda su presupposti “restrittivi” (la cannabis potrebbe essere
ugualmente pericolosa dell’eroina) e “repressivi” (carcere per chi si droga) e sulla idea che sia
possibile modificare i comportamenti patologici e disfunzionali attraverso l’applicazione di norme
e decreti di legge.

       3 FeDerSerD
È stato fatto un uso disinvolto e talora improprio dei dati e delle ricerche scientifiche, anche su
documenti istituzionali. Questi troppo spesso sono stati portati a supporto ed a giustificazione di
approcci ideologici quando non di politiche repressive forzando una visione etica dello stato e
influenzando l’adozione di politiche sulla droghe lontane dalle evidenze scientifiche stesse.
FeDerSerD si auspica che in futuro i documenti, soprattutto istituzionali, utili all’opinione pubblica
ed ai decisori politici per descrivere il fenomeno del consumo problematico di sostanze, vengano
prodotti da agenzie terze.

3. Tutte le sostanze sono uguali? L’esempio della cannabis

L’esperienza e la ricerca ha dimostrato che le diverse sostanze d’abuso presentano delle differenze
non solo farmacologiche ma anche in termini di conseguenze, sia per chi le usa che per la
collettività (Nutt et al., 2007, 2010).
In particolare, le diverse sostanze sono in grado di sviluppare, in maniera diversa, dipendenza e
questo in ragione a vari fattori fra cui la capacità di indurre astinenza, stati di intossicazione e
danni sulla salute (Nutt et al., 2007, 2010).
In questo contesto la cannabis, sia per i propri effetti che per le sue modalità di somministrazione,
presenta, rispetto ad altre sostanze, un minore capacità di produrre dipendenza in confronto ad
altre sostanze sia legali (come alcol e tabacco) che illegali (come eroina e cocaina).

4. L’impegno dei Ser.T. nelle segnalazioni per cannabis dalla Prefettura ed il
   loro esito

A seguito della Legge n. 49 del 2006, l’89% delle segnalazioni dalla Prefettura ai Ser.T. interessa
consumatori di cannabis, che sono coloro che presentano una minore problematicità nei consumi.
Solo una minoranza dei casi interessa i consumatori di sostanze ben più pericolose come eroina e
cocaina.

5. Il peso del consumo della cannabis nei pazienti dei Ser.T.

Solo una piccola minoranza di utenti consumatori problematici di sostanze in trattamento con
farmaci agonisti utilizza cannabis (il 17%). Questo dimostra che vi è una importante e netta
separazione tra i diversi consumi, mentre altrettanto non si può dire del consumo di alcol e
tabacco (circa il 98% dei pazienti in trattamento sostitutivo fuma e più del 50% beve alcol con
modalità problematiche).

6. Le Policy ed i consumi: le indicazioni della comunità scientifica dalla conferenza
   di Vienna del 2010

In occasione del XVII Congresso Internazionale sull’AIDS tenutosi a Vienna nel 2010 un centinaio di
autorevoli scienziati e clinici del mondo ha ritenuto opportuno suggerire ai decisori politici le
raccomandazioni sulle “best drug-policies” (Wood et al., 2010). Tale documento è diventato in
breve il manifesto della comunità scientifica internazionale sulle raccomandazioni basate sulle
evidenze in tema di politiche sulle droghe. In particolare, esso suggerisce di:

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-   informare l’opinione pubblica sulle conseguenze delle politiche sulle droghe sui consumi ed
       i danni;
   -   incrementare i trattamenti basati sulle evidenze e le misure di riduzione del danno;
   -   decriminalizzare il consumo per uso personale ed abolire i trattamenti obbligatori;
   -   garantire i trattamenti delle patologie correlate (es. per l’HIV), come dettati dalle linee
       guida internazionali (WHO, UNODC, UNAIDS)
   -   coinvolgere l’opinione pubblica, gli utenti ed i loro familiari nello sviluppo e nella
       monitorizzazione delle rete di cura.

7. L’influenza delle Policy sui comportamenti droga correlati: l’esempio sui reati

Le politiche nazionali sulle droghe hanno lo scopo di contrastare sia la domanda che il consumo di
sostanze. Esse consistono in una serie di azioni che possono comprendere, a secondo delle scelte
politiche, di azioni cosiddette “repressive” come punire il consumo personale ed il piccolo spaccio
ad interventi cosiddetti di “riduzione del danno” che comprendono misure come la distribuzione
di siringhe sterili e profilattici fra i consumatori per ridurre il rischio di contagio delle malattie
infettive.
Numerosi studi hanno dimostrato come le norme “restrittive” in tema di droghe siano incapaci di
ridurre in maniera significativa sia i consumi che i reati droga correlati. In particolare, un recente
studio di metanalisi che ha preso in esame 15 studi, su 324 raccolti, ha dimostrato che nel 93%
delle ricerche analizzate le norme “restrittive” sono in grado di indurre un impatto negativo sul
numero e la gravità dei reati. In altre parole, lo studio dimostra come le norme “restrittive” sono
in grado di aumentare il numero di reati violenti correlati alle droghe (omicidi, rapine, furti) e non
sono capaci di incidere sul mercato illecito del consumo di sostanze (Werb et al., 2001).

8. I consumatori di sostanze nelle carceri italiane

L’emergenza carceri è prioritaria nel nostro Paese, soprattutto per le condizioni di
sovraffollamento. Al 31.12.12 il numero di detenuti presenti nella carceri italiane era di 66.973
unità, con una capienza regolamentare di 45.688 posti. Dei detenuti presenti, ben 27.383 erano
con sentenza definitiva, 27.383 in attesa di giudizio e 1.264 erano gli internati negli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari.
Secondo i dati dell’Amministrazione Penitenziaria nel 2012 sono stati 63.020 gli ingressi nel
circuito penitenziario per violazione della legge 309/90, di cui il 34,5% di essi erano stranieri. In
particolare, i dati dimostrano che, nello stesso anno, ben 25.265 sono stati i soggetti in detenzione
per violazione dell’art. 73 (detenzione), mentre “solo” 761 per violazione dell’art. 74 (associazione
finalizzata al traffico).
I dati epidemiologici, raccolti dal IFC del CNR di Pisa, mettono in evidenza come dall’introduzione
della Legge 49/2006 siano diminuite le denuncie di cui all’art. 75 del DPR 309/90, mentre siano
aumentate quelle riferite all’art. 73. I dati del CNR ipotizzano che il possesso di cannabinoidi è
responsabile di circa il 44% delle carcerazioni da riferire alla violazione dell’art. 73 e che il 78% di
questa tipologia di detenuti non ha altre condanne. In altre parole nel nostro Paese esisterebbero
circa 9.500 soggetti che sono in carcere per possesso e spaccio di cannabinoidi.
Una delle maggiori criticità che riguarda i detenuti con problemi alcol/droga correlati è la loro
difficoltà di uscire, una volta entrati, nel circuito penitenziario. Nel 2012 dei circa 18.000 detenuti
con problemi acol/droga correlati “solo” circa il 25% hanno potuto usufrire di misure di
         5 FeDerSerD
affidamento ai servizi sociali, mentre sono ancora meno (circa 4%) i detenuti che hanno potuto
utilizzare le misure alternative offerte dall’art. 94 del DPR 309/90. Questa drammatica situazione
lascia ogni anno circa 19.000 detenuti con problemi alcol/droga correlati nel circuito penitenziario.
Un numero di detenuti, a cui, se si applicassero altre misure di custodia diverse dal carcere,
potrebbero da una parte ridurre il problema del sovraffollamento carcerario e dall’altro ad
utilizzare per questa tipologia di detenuti misure alternative più efficaci in termini.

9. L’efficacia delle misure alternative: le tipologie di trattamento ed i risultati

Vari studi hanno provato che le diverse misure alternative sono in grado di ridurre sia la ricaduta
nell’uso che la recidiva nel reato. In particolare, un interessante studio del Washington State
Institute of Public Policy ha dimostrato che i programmi che prevedono le misure alternative sono
quelli in grado di garantire ai detenuti una maggiore probabilità di riduzione di recidiva nel reato e
nell’uso (Aos et al., 2001). Questo è risultato essere il 10,7% per i trattamenti specialistici sul
territorio ed il 12,4% per i trattamenti residenziali.

10. Le proposte di FeDerSerD sull’emergenza “Carcere e Sostanze”

Allo stato attuale l’emergenza carcere è principalmente rappresentata dalle condizioni di
sovraffollamento, una situazione che può essere affrontata con tre presupposti:
    - la distinzione normativa fra sostanze;
    - il valore indiscusso delle misure alternative nella riduzione dell’uso di sostanze e della
        recidiva nel reato;
    - la maggiore utilità del concetto di “giustizia riparativa” per i soggetti in detenzione per i
        reati droga-correlati.
Le proposte di FeDerSerD sono quelle di auspicare una cornice normativa più moderna di quella
attuale in grado di permettere:
    - una distinzione sul piano sanzionatorio fra sostanze;
    - di potenziare le misure alternative (ove possibile senza far transitare i soggetti dal circuito
        penitenziario incrementando la possibilità di utilizzo dell’art. 89 del DPR 309/90);
    - di prevedere, ove sia necessario un contesto maggiormente contenitivo, un circuito
        custodiale non detentivo (come ad es. gli arresti domiciliari);
    - di contemplare maggiori risorse sul territorio (Ser.T., Comunità, Comuni, UEPEm ecc.) per
        favorire la realizzazione delle misure alternative;
    - di prevedere per i consumatori di sostanze autori di reato, sempre e solo con rare
        eccezioni, percorsi di esecuzione penale esterna e di “Giustizia riparativa”.

11. Punti di riflessione di FeDerSeD sulle proposte di modifica della legge
    309/90

   -   Prevedere negli articoli di legge i criteri per la definizione dei “piccoli quantitativi”
       (proposta di modifica art. 73, comma 3 bis) attraverso una valutazione, caso per caso, di
       uno specialista dei Ser.T.;
   -   Specificare le circostanze del concetto di “consumo immediato” (proposta di modifica art.
       73, comma 3 bis)

       6 FeDerSerD
-   Inserire per la definizione di “fatti di lieve entità”, soprattutto in riferimento alla definizione
       “quantità delle sostanze” (proposta di modifica art. 73, comma 3 bis, comma 5) nuovi
       sistemi tabellati che prevedano la “differenza” fra sostanze
   -   Sostituire, salvo rare eccezioni di gravi motivi di Giustizia, la custodia cautelate in carcere
       (proposta di modifica art. 73, comma 1, comma 1 bis, comma 5) con misure cautelari non
       detententive e/o alternative alla deenzione e/o percorsi di “Giustizia riparativa”.

Bibliografia

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      on drug market violence: a systematic review. Int. J. Drug Policy, 22: 87-94.
  Wood E, Werb D, Kazatchkine M, Kerr T, Hankins C, Gorna R, Nutt D, 2010. Vienna declaration:
      a call for evidence-based drug policies. The Lancet, 31: 310-312.

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