Le conseguenze economiche della crisi dei mutui subprime
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ECONOMIA E SOCIETÀ Le conseguenze economiche della crisi dei mutui subprime L’emergenza finanziaria generata dallo scoppio della bolla dei famigerati mutui si protrae ormai da più di tre anni, ma l’incertezza continua a regnare sui tempi e le modalità di uscita dal periodo di transizione GUIDO BIRTIG D ECONOMIA E SOCIETÀ al 9 agosto 2007 siamo in emer- mano. Un’interpretazione “in chiave eco- Negli ultimi tre genza finanziaria e quindi anche nomica” del messaggio potrebbe consi- anni la crisi ha in Europa le variabili monetarie e stere nell’ammonimento che la decisione assunto diverse finanziarie hanno la precedenza su ogni di sostenere la “necessaria” crescita del altra questione. Dopo oltre tre anni di dif- PIL (Prodotto Interno Lordo), mediante forme: di liquidità, ficoltà (crisi di liquidità, crisi di solvibilità, l’espansione di un consumismo a debito e di solvibilità, crisi di fiducia interbancaria e dei rispar- sempre più rischioso per la solvibilità del di fiducia miatori nei confronti delle banche, crisi sistema, potrebbe condurre a risultati cata- interbancaria, nell’ambito dei consumi, degli scambi strofici. Un giudizio che sembra attagliarsi dei risparmiatori e della produzione e infine recessione) perfettamente alle circostanze degli avve- verso le banche, variamente e diversamente definite e in- nimenti accaduti e tuttora in corso. frammezzate da temporanee manifestazio- dei consumi, ni di ripresa, l’incertezza sui tempi e sulle degli scambi, modalità di uscita dalla crisi – e da quelle La crisi subprime della produzione particolari susseguenti, acuite, se non addi- L’analisi retrospettiva degli avvenimenti rittura generate, dalla crisi subprime – regna denota che l’improvvisa esplosione della ancora sovrana. Ciò, sebbene la letteratura crisi dei mutui subprime è stata la dram- sull’argomento sia addirittura sterminata, matica manifestazione dell’impossibilità di dal momento che, dall’insorgere della crisi, i una crescita economica a un ritmo supe- media riportano quotidianamente aggiorna- riore al “proprio naturale limite di velocità”. menti sulla situazione, opinioni e ipotetiche In America, e in misura inferiore anche nei modalità risolutive. Si ha tuttavia l’impressio- Paesi europei, banche e altri intermediari ne che l’emergenza quotidiana ci impedisca finanziari e creditizi sono stati molto ag- di ragionare sulle cose che più contano, e gressivi nel concedere mutui (in larga par- che pertanto la spasmodica attenzione sul te negoziati a tassi variabili) ponendo in contingente e sul “come” fare le cose ci moto un processo di sostegno dell’attività distolga dalla riflessione sul “perché” delle delle costruzioni, con effetti propagatori a stesse. vantaggio di molti altri settori produttivi. Una precisa indicazione proprio sul “per- L’antico adagio “quand le batiment va, ché” di questa situazione proviene invece tout va” (quando l’edilizia va bene, tutto da una fonte inaspettata, in quanto sup- va bene) è parso dominare le scelte dei posta lontana da siffatte problematiche: la banchieri. Tale comportamento trovava Chiesa cattolica. Il pontefice, Benedetto origine dal diffuso basso livello dei tassi XVI, non solo ha raccomandato agli econo- d’interesse, dalla propensione delle fami- misti una maggiore cautela nella formula- glie a indebitarsi, dalla relativa stabilità dei zione di previsioni che interessano l’uomo, prezzi dei beni e dei servizi, nonché dalla ma nel sesto capitolo dell’enciclica Caritas favorevole congiuntura economica gene- in veritate ha ripreso l’ammonimento che rale, promossa anche dall’industria delle il suo predecessore, Giovanni Paolo II, costruzioni. aveva espresso nella enciclica Sollecitudo La situazione si è profondamente modifi- PARMA economica rei socialis, e che consiste nella rilevazio- ne che l’uomo contemporaneo, sebbene disponga di strumenti tecnici avanzati e L’adagio quand le batiment va, sofisticati, dimostra immaturità nella cono- tout va è parso dominare scenza necessaria del come saperli usa- le scelte dei banchieri re e pertanto rischia che gli sfuggano di 50
ECONOMIA E SOCIETÀ ta dei costi dei debiti dei singoli e i prezzi degli immobili residenziali hanno cessato di crescere. La qualità degli attivi bancari è quindi peggiorata in proporzioni signifi- cative, a partire dai prestiti più rischiosi, come i mutui subprime. I subprime sono mutui concessi per l’ac- quisto della casa di abitazione, garantiti da ipoteca sull’immobile per un valore molto prossimo a quello stesso del bene, accordati a debitori con reddito di lavoro incerto e/o precario. Il buon fine dell’ope- razione poggia sulla crescita del mercato immobiliare con prezzi degli edifici fermi o, meglio, in aumento, e su una congiuntura ECONOMIA E SOCIETÀ economica che promuove l’occupazione. In senso sociale, forse pure populistico, iniziative creditizie in tal senso sono de- scritte come a favore dei giovani e delle nuove famiglie. Per avvalorare ancor più l’aspetto sociale, talvolta è stata inseri- ta anche una dilatazione della durata dei prestiti aggiungendo un automatismo per rendere possibile il posticipo di qualche rata di ammortamento. Nell’esperienza statunitense, alcune ban- che hanno creduto conveniente trasferire le alee connesse con i mutui mediante un processo di securitisation, ossia di cartolarizzazione. Quest’azione consiste nel trasferimento da parte delle banche dei propri crediti (caso tipico i mutui, ma anche i crediti contenziosi, rappresentati da obbligazioni con vita correlata ai pre- cata per il manifestarsi di diffuse difficol- sunti flussi futuri di recupero parziale di tà dei mutuatari nel rimborsare le rate di tali crediti) offrendo prodotti, come i fondi ammortamento dei mutui. Dapprima si è d’investimento, per consentire una par- parlato di prestiti concessi senza adegua- tecipazione frazionata plurimonetaria e te garanzie reali, in sostanza in misura tal- diversificata a mercati mobiliari secondari volta addirittura eccedente il valore degli (alimentati anche da valori originati da in- I subprime immobili finanziati. Parallelamente si è det- termediari); offrire contropartite di opera- sono mutui per to di mutuatari non in grado di sopportare zioni di “copertura” di rischi di cambio e di le rate perché divenute troppo onerose ri- interesse; e collocare passivi di mercato l’acquisto della spetto al reddito personale; per di più non di imprese. prima casa, con in grado di fare affidamento su un incre- Il mercato primario delle emissioni sopra ipoteca per un mento progressivo del valore dell’immobi- menzionate, tipico delle banche maggio- valore prossimo le offerto in ipoteca, suscettibile di essere ri e di quelle d’investimento, ha trovato a quello del venduto con una plusvalenza o, almeno in un sostegno nello sviluppo dell’industria bene, concessi a America, di essere offerto in garanzia per dell’asset management. Quest’ultima si è ottenere ulteriori finanziamenti incremen- però propagata attraverso banche medie e lavoratori precari. tando il debito esistente. piccole, sia in America che in Europa, così Il meccanismo In realtà, anche senza gli errori da parte i rischi sono diventati sistemici. La crisi dei funziona se delle banche creditrici nel valutare i rischi mutui subprime, dopo la cartolarizzazione crescono dei prestiti, le condizioni economiche si dei medesimi, ha messo in evidenza la ca- il mercato sono rapidamente modificate poiché i sag- renza di regole di vigilanza prudenziale, e i PARMA economica immobiliare, a gi d’interesse sono cresciuti, gravando le pericoli di crisi sistemiche originati dall’azio- rate di mutuo e tutto il credito al consumo ne di emissione di valori sul mercato prima- prezzi fermi o in essere; sono riapparse spinte inflazioni- rio da parte delle banche maggiori e dalla in aumento, e stiche per la crescita dei prezzi delle fonti loro successiva distribuzione attraverso l’occupazione di energia e delle materie prime; i redditi banche minori e medie. personali non si sono adeguati alla cresci- La responsabilità di quanto successo va 51
ECONOMIA E SOCIETÀ ascritta in grande misura alle banche, de- siderose di aumentare il volume dei presti- ti, inclini a compiacere una pubblica opi- nione che vorrebbe tutti proprietari della propria abitazione, propense a reputare la stabilità monetaria come condizione per concedere mutui a lungo termine, indotte a negoziare prestiti a saggio variabile non tanto per i rischi d’inflazione quanto per potere organizzare la trasformazione del- le scadenze, e tratte infine in errore dalla possibilità di cartolarizzare i prestiti. Tuttavia, non risultano immuni da colpe anche coloro ai quali competeva il con- ECONOMIA E SOCIETÀ Legare il compenso dei manager al ritorno sul capitale netto, senza altre condizioni, può essere molto rischioso trollo sull’attività delle banche e delle al- tre istituzioni finanziarie. Certo che, se la remunerazione dei manager bancari viene collegata con il saggio di reddito, ossia con rapporto aritmetico tra gli utili netti – non importa se ordinari o straordinari – e il capitale netto, si determina un’irraziona- le tentazione di accrescere il giro di affari senza mobilitare altri conferimenti di capi- ora si può dire che siano “senza un filo di Le tensioni tali propri delle banche; nell’illusione che grasso”. Le banche, che sono state “pun- ciò sia possibile senza rendere del tutto ancora in atto tellate” in tutti i modi, prestano con estrema sono tali che ha precari gli equilibri di gestione sostenibili parsimonia, mentre chiedono perentoria- e validi nel tempo. Forse molti manager mente la restituzione dei crediti concessi ai cominciato a bancari non hanno ben interpretato i con- privati e alle imprese. Non possono chiede- diffondersi l’ipotesi fini dei poteri loro conferiti. re i soldi agli Stati, di cui possiedono titoli in di abbandono Nel 2008 la crisi si è pienamente estesa grande quantità. dell’euro: una all’ambito della produzione industriale e al- Ed ecco che la crisi investe i debiti sovrani, lora si è verificato un autentico crollo della scelta che ossia le obbligazioni emesse dagli Stati a co- comporterebbe domanda aggregata e, conseguentemente, pertura dei loro debiti. La crisi investe le ob- dell’attività produttiva in tutti i Paesi. Da un danni molto giorno all’altro, gli americani e gli europei superiori a quelli hanno smesso di comprare auto e case. È stato come andare a dormire che si crede di Altrettanto istantaneamente, le fabbriche pensando di avere un lavoro poter riparare hanno dimezzato la produzione e licenziato sicuro e svegliarsi la mattina milioni di persone. Ad aggravare le conse- guenze dell’“infarto” è stata anche la crisi disoccupati di fiducia nell’ambito del sistema bancario. È stato come andare a dormire la sera pen- bligazioni dei Paesi maggiormente indebitati sando di avere un lavoro sicuro e svegliarsi e incapaci di presentare credibili piani di rim- la mattina seguente disoccupati (o comun- borso dei debiti, con conseguente, verosimile que consapevoli di poterlo diventare a bre- necessità di ristrutturare tali obbligazioni, ossia ve) e con l’idea che la nostra banca e i nostri di procrastinarne il rimborso alla scadenza e/o risparmi potessero essersi dissolti nel corso PARMA economica di ridurne il rendimento. della notte. Oggi il volume del mercato dei beni durevoli è circa la metà rispetto a prima della crisi ed è pertanto difficile che possa L’Europa oltre l’euro nuovamente dimezzarsi. Le imprese hanno Tutto ciò ha messo in crisi l’Unione Mone- licenziato massicciamente, poi hanno as- taria Europea e sui giornali sono apparse sunto poco e consumato le scorte, pertanto illazioni su possibili abbandoni dell’euro 52
ECONOMIA E SOCIETÀ e sul ritorno alle monete nazionali prece- nia si sentono prima tedeschi, e poi un denti. Si tratta di ipotesi prive di ogni fon- po’ europei. Si tratta di uno stato d’ani- damento economico, poiché tale rimedio mo alquanto diffuso anche in altri Paesi, sarebbe incommensurabilmente peggiore del male presente. Basti pensare all’estrema laboriosità nel È intuibile il timore dei trovare accordi di carattere internazionale tedeschi di dover contribuire per stabilire il valore che dovrebbe essere a sanare le conseguenze del attribuito al cambio tra la “nuova” moneta malgoverno altrui nazionale e l’euro e che dovrebbe esse- re utilizzato per fissare gli importi delle transazioni conseguenti ai contratti inter- che conduce a un senso di disillusione nei nazionali in essere. La prolungata fase di confronti dell’Europa. In altri termini, pare incertezza provocherebbe una stasi nei che oggi gli Europei non chiedano e non rapporti contrattuali e commerciali tale da vogliano una democrazia continentale. È ECONOMIA E SOCIETÀ mettere in crisi disastrosa l’economia di auspicabile che, “passata la nottata”, si numerosi Paesi. Inoltre, il ritorno alla mo- ricostituisca la compatibilità oggi perdu- neta nazionale non gioverebbe all’Italia, ta fra la razionalità politica (ossia demo- perché metterebbe la nostra economia in cratica) e razionalità economica, poiché le balìa degli eventi, dal momento che la ge- illazioni sull’abbandono dell’euro sembra- neralità della nostra classe politica sembra no appartenere alla categoria economica indirizzata alla cura dei soli interessi “di dell’irreale, visto che le banche tedesche bottega”, tralasciando così di predisporre hanno investito in misura rilevante proprio credibili piani di sviluppo coerenti con la in titoli di Stato dei Paesi “poco virtuosi” e mutata realtà economica mondiale. subirebbero perdite consistenti in caso di Né il ritorno alla moneta locale giovereb- mancato o parziale rimborso degli stessi. be alla Germania, che si troverebbe con Tali perdite potrebbero essere addirittura una moneta fortemente rivalutata e ciò superiori a preventivi interventi di sostegno renderebbe meno concorrenziali i pro- ai Paesi in difficoltà. dotti dell’industria tedesca sui merca- In un articolo apparso su Parma Economica ti internazionali. Anche se la Germania nel 2003 si può leggere: «Sembra evidente sembra avere tratto il maggiore vantaggio che senza qualche consistente passo avanti dall’adozione della moneta unica – anche nell’attribuzione di maggiori poteri regolativi in conseguenza del suo comportamento dall’economia alle istituzioni dell’Unione, gli virtuoso – si può comprendere il malcon- stessi risultati dell’integrazione economica, tento dell’elettore tedesco nel temere di a partire dalla moneta unica, possono esse- dover contribuire a sanare le conseguen- re messi a repentaglio. Sembra utopistico ze del malgoverno di altri Paesi. pensare che uno spazio economico possa Ciò significa che gli abitanti della Germa- essere effettivamente unificato se al suo interno continuano a persistere diverse po- litiche economiche e fiscali la cui armonizza- zione non è realizzabile in modo permanente ed efficace esclusivamente sulla base di ac- cordi internazionali tra Stati sovrani. È assai pericoloso pensare che l’unificazione abbia ormai raggiunto la soglia della irreversibilità. Le crisi sono molto probabili in assenza di strumenti capaci di governare fattori d’insta- bilità che si potrebbero presentare in parti- colari settori o particolari Paesi». Di fronte a queste affermazioni di principio allora formulate e che purtroppo trovano ora pieno riscontro, va rilevato che non esistono in natura né sistemi politici né aree geografiche che siano al loro interno PARMA economica perfettamente omogenei per ricchezza, o produttività; esiste sempre, all’interno di un insieme, un sottoinsieme più forte ac- canto a uno più debole. Facendo ancora riferimento alla Germania è da ritenersi che i weissis (nomignolo con cui sono chiamati 53
ECONOMIA E SOCIETÀ i cittadini delle regioni dell’Ovest) sarebbe- L’analisi storico- ro lieti di smettere di pagare il solidarietaet- Il malato non è l’euro, ma i geografica szuschlag del 5,5% sull’imposta sui redditi dimostra che per sovvenzionare gli ossis (cittadini della singoli deficit, pubblici e privati parte orientale). Pertanto, se le unioni mo- non esistono netarie perdurano, vi deve essere qualche grande Paese dell’area Euro. Le banche sistemi politici specifica motivazione, che è quasi sempre si stanno lentamente riprendendo, ma perfettamente politica. sono ancora sorvegliati speciali perché omogenei al Per esempio, dall’Unità d’Italia, il passivo ci sono scorie nei loro bilanci che van- loro interno delle partite correnti del Sud del Paese è no ancora smaltite: sono attività illiquide, per ricchezza finanziato dall’attivo del Nord. Ancora, da prodotti strutturati, derivati e consimili che non hanno un prezzo di mercato perché o produttività: trent’anni le Fiandre finanziano la Vallonia. In America il Texas è l’unico Stato ad ave- si ignora se saranno rimborsati e, in caso c’è sempre un re l’opting out, ovvero la possibilità legale favorevole, a quale prezzo. sottoinsieme più di uscire dagli Stati Uniti, ma i virtuosi e la- Siccome il settore finanziario è un ingre- debole accanto a ECONOMIA E SOCIETÀ boriosi battisti del Sud che lo popolano fi- diente fondamentale per qualsivoglia ri- uno più forte nanziano da decenni il passivo di altri Stati cetta economica, fino a quando il settore più poveri, o più indulgenti verso spese e non si sarà stabilizzato non potremo rite- debiti. nerci fuori dalla crisi. I riferimenti alla gran- In termini formali, ogni avanzo delle partite de crisi del ‘29 denotano che la grande correnti deve trasformarsi in un’uscita di Depressione, che noi oggi immaginiamo capitali. Per evitare di finanziare i deficita- come una discesa lineare verso l’abisso, ri, i Paesi in attivo dovrebbero consuma- fu data prematuramente terminata ben re di più e risparmiare di meno, oppure sette volte e produsse altrettanti gravi lasciare salire il valore del cambio della cicli negativi. Anche l’economista John propria moneta fino al momento in cui lo stesso diventa meno competitivo facendo cessare l’accumulazione dell’attivo com- merciale (che usualmente è larga parte del surplus corrente complessivo). Poiché i Paesi “virtuosi“ trovano difficoltà nel rin- venire Paesi in disavanzo “affidabili”, cer- cano almeno di acquisire vantaggi, quali un’accresciuta influenza politica, o uno stabile sbocco per le proprie esportazioni. Così si potrebbe asserire che la Cina ha formato un’unione monetaria di fatto con gli Stati Uniti, così come la Germania lo aveva fatto con i Paesi limitrofi, dal mo- mento che il suo surplus corrente copre il passivo corrente di gran parte degli altri Paesi europei. Tale notazione sembra for- nire una conferma all’asserzione contenu- ta nell’Etica Nicomachea di Aristotele se- condo la quale il prodigo e l’avaro stanno bene insieme. A quando la parola fine? Il malato dunque non è l’euro, bensì i sin- goli deficit pubblici e privati. Dopo il fal- limento della banca Lehman Brothers, il cordone degli aiuti pubblici ha evitato la catastrofe, ma la dura realtà delle cifre denota come la crisi non sia stata ancora PARMA economica debellata. Il Fondo Monetario Internazionale ha sti- mato in 2.200 miliardi di dollari le perdite delle banche a livello globale nel periodo dal 2007 al 2010. Una cifra impressio- nante, pari al prodotto interno lordo di un 54
ECONOMIA E SOCIETÀ scientifico, scrisse a Escher: «Ritengo che il suo Lucht en water possa illustra- re questa teoria in modo qualitativamente migliore di quanto potrei fare scrivendo». Qui l’immagine viene proposta con finalità rappresentative e interpretative nell’ambito economico. Nella xilografia vediamo una se- rie orizzontale di pesci e di uccelli incastrati l’uno nell’altro come in un puzzle. Gli elemen- ti pittorici si equivalgono: pesci e uccelli sono alternativamente in primo piano o sullo sfon- do, a seconda che l’occhio si concentri sugli elementi chiari o su quelli scuri. I pesci acqui- stano una crescente tridimensionalità verso il basso e gli uccelli verso l’alto. Tuttavia, i ECONOMIA E SOCIETÀ pesci verso l’alto e gli uccelli verso il basso perdono gradualmente le loro forme per di- ventare uno sfondo uniforme rispettivamente di cielo e di acqua. Osservando la tavola si vedono i pesci nell’acqua e, man mano che si alza lo sguardo, questi si tramutano, con modifiche impercettibili, in uccelli nel cielo. Come in altri lavori di Escher, si studia e si gioca sull’illusione ottica per mostrare che è l’occhio a costruire la realtà e non la realtà ad imporsi sull’occhio. È allora auspicabile che questa xilografia rie- sca a rendere comprensibile anche ai rispar- miatori ciò che i numeri e le teorie economi- che non sono riusciti ad esprimere. La con- vivenza di pesci e uccelli sembra indicare un periodo di transizione. Siamo dunque ancora in una fase estremamente complessa e in- certa della politica e dell’economia e, dall’os- servazione dell’immagine, sembra potersi trarre la conclusione che quando, oltre ai pesci sott’acqua, qualcuno riuscirà a rivolge- Maynard Keynes fu coinvolto in questa re la propria attenzione prevalentemente agli turbolenza, giacché perse gran parte del uccelli, sarà un annuncio di primavera. Allora suo patrimonio durante uno di questi cicli, dovremmo sentire esporre con sempre mag- salvo poi avere la fortuna o l’accortezza giore frequenza concetti che ruotano attorno di trovare il momento felice di reinvestire, al convincimento che il peggio è passato e quando però Franklin Roosevelt era già che ci avviciniamo alla fine della lunga crisi. Il FMI ha stimato divenuto presidente. Non apparendo la scienza economica in in 2.200 miliardi grado di definire con un sufficiente mar- di dollari le gine di confidenza il probabile evolversi perdite globali temporale della crisi – anche a causa del- delle banche per le interrelazioni socio-politiche – si ritiene periodo 2007-10. opportuno, al termine di questa disamina, Ora gli istituti seguire l’esempio di alcuni studiosi che si sono riferiti alle arti figurative per illustra- di credito sono re alcuni aspetti delle loro discipline. Una in ripresa, ma xilografia degli anni Trenta di Maurits Cor- restano sorvegliati PARMA economica nelis Escher, intitolata Cielo e acqua, è perché nei bilanci stata utilizzata rispettivamente nell’ambito ci sono ancora della geologia, della fisica, della chimica e “scorie” da della psicologia. In particolare, il geologo norvegese L. T. Rosenqvist, che utilizzò smaltire Cielo e Acqua per illustrare un trattato 55
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