LA VITA OLTRE IL CORONAVIRUS - Italia Nostra

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LA VITA OLTRE IL CORONAVIRUS - Italia Nostra
LA VITA OLTRE IL CORONAVIRUS

Con questo secondo contributo scientifico, proseguiamo un certo percorso che
potremmo chiamare “la vita oltre il coronavirus”. Una strada questa, che vuole
essere di preparazione a una vita, speriamo qualitativa, che ci sarà e che dobbiamo
cercare di affrontare nel miglior modo possibile. Quasi tutti noi abbiamo vissuto
questa terribile e tremenda esperienza del coronavirus. Per fare questo si cercherà di
avvalersi di significativi e qualificati contributi medici e biologici, che a chiunque abbia
un minimo di coscienza e consapevolezza, oltre che di un minimo di conoscenze
scientifiche, darebbe un enorme fastidio definire di medicina alternativa. Quindi che
cosa ci deve lasciare d’insegnamento, perché non si riviva e non si subisca
nuovamente una cosa del genere? Detto questo, penso che ci sarebbero da imparare
da questa storia tante cose, per vedere tutte le sfaccettature di questa storia. Perché
qui non dovremmo solo parlare di medicina, ma anche di politica, di storia, di
economia, di comunicazione, in pratica di tutto. Nel fare questo ci rifacciamo ad una
celebre frase di
ANTONIO GRAMSCI

               “La verità è sempre rivoluzionaria “, dove essa è ricerca
disinteressata del vero e quindi contestazione radicale del falso nelle forme che si
presentano nel nostro tempo come vere, da cui appunto la critica delle ideologie del
falso in una prospettiva non relativistica, ma invece centrata sulla ricerca di un vero
che non si identifica con il falso, che invece si presenta vero nel nostro tempo.
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In questa ottica è molto interessante una recente intervista, diventata virale, del
                                Dott STEFANO SCOGLIO

 candidato al Nobel per la medicina nel 2018, autorevole ricercatore e scienziato a
  livello internazionale, che ha messo seriamente in dubbio il reale isolamento del
      Sars CoV2, meglio conosciuto come coronavirus, responsabile dell’attuale
    pandemia. Perché, sempre secondo Scoglio, questa vicenda del Coronavirus è
fondamentalmente una invenzione. E questa sua ipotesi non parte da una posizione
      pregiudiziale, ma dal fatto che quando si vanno ad approfondire gli aspetti
scientifici, cioè a studiarli, iniziano a sorgere forti dubbi non sulla reale esistenza del
 virus, ma sul suo reale isolamento. Perché non sarebbe stato isolato? L’invito dello
   scienziato Scoglio e di altri ricercatori a lui collegati, che hanno condiviso la sua
posizione, è quella di andare a rileggersi la letteratura scientifica di merito. E in base
ad essa, si è visto che, come già era successo con il virus HIV, responsabile dell’AIDS,
  anche con questo virus è avvenuta esattamente la stessa cosa. Nessuno secondo
  Scoglio e altri ha mai isolato fisio-chimicamente questo virus, perché non ci sono
 prove a tutt’oggi di una sperimentazione microbiologica e quindi scientifica, legata
                            ai celebri quattro postulati di Koch.
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Infatti secondo Koch per testare la patogenicità e la tossicità di un qualsiasi
        microrganismo (ai suoi tempi c’erano solo i batteri) cosa occorre fare?
         1. Bisogna prelevare il sangue o il liquido infetto da un soggetto malato.
         2. Isolare e purificare quel eventuale microrganismo, in quel caso il
            batterio, ancora non si parlava di Virus.
         3. Metterlo in un terreno di coltura pura.
         4. Iniettarlo poi ad una cavia sana e vedere poi se si riproduce la stessa
            malattia.
Solo nel caso in cui si riproduce la stessa malattia, con lo stesso procedimento si va a
trovare ancora nella cavia lo stesso tipo di microrganismo. Allora solo a quel punto
possiamo dire: SI, quel microrganismo è la causa di quella malattia. Tutto questo è
stato fatto con il SarsCoV2? secondo Scoglio e altri non è stato ancora fatto. In realtà
quello che hanno fatto invece è quello che in biologia si chiama sequenziamento
genico, cioè delle ricostruzioni computerizzate a partire da alcuni frammenti di RNA
(il materiale genetico del Virus) che poi sono stati rimessi insieme in modo casuale.
In sintesi volendo essere ancora più chiari, come si fa a isolare un virus qualsiasi? Si
prende il paziente 0 o uno qualsiasi dei primi pazienti affetti, si preleva il liquido
bronco-alveolare o il liquido rinofaringeo dopodiché con il procedimento di Kock già
descritto prima si procede per isolare il virus.
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Ma che cos’è un Virus?

   Molti pensano, sbagliando, che sia un microrganismo. Invece non è altro che un
  pezzettino microscopico, nanoscopico, di materia organica, cioè un frammento di
RNA, coperto da un capside lipoproteico. Questo pezzettino di materia organica, se
   si vuole dimostrare che è patogeno occorre isolarlo. Invece questo non è stato
ancora fatto. Quello che invece hanno fatto, come già ricordato, è una ricostruzione
  computerizzata di esso a partire da alcuni frammenti di RNA. Ma questo RNA si è
sicuri che è del Virus e non del paziente? Si dice questo, perché quando si preleva il
liquido bronco-alveolare o quello rinofaringeo, dentro quel liquido c’è una quantità
enorme di RNA e di DNA. Allora cosa avrebbero fatto? Hanno preso questo liquido,
                          lo sottopongono a centrifugazione
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e poi isolano quello che si chiama il cosiddetto surnatante, cioè quella parte
superiore che non scende e precipita sul fondo della centrifuga. E allora questo
sarebbe il virus. Ma nel surnatante, lì dentro, abbiamo RNA di tutti i tipi, milioni di
RNA. Si prendono poi quei frammenti di RNA, ne fai al computer un certo numero di
sequenziamenti igienici diversi e questo più o meno è quello che hanno fatto.
Detto questo che il Virus non è stato mai isolato e che con il computer hanno fatto
diverse ipotesi a livello di sequenze igieniche, ci chiediamo con il test tampone cosa si
va a trovare? Questo perché quando si fa il test con il tampone occorre avere un
marker di riferimento, cioè una sostanza che è l’evidenziatore o segnale del Virus e
quindi della malattia. In pratica: Questo è il virus, si fa il tampone, e se si ritrova lo
stesso virus come marker nel liquido, allora vuol dire che si è infetti.

Quelli che si presume siano venuti a contatto con il coronavirus, cioè i contagiati, sono
stabiliti con il test tampone. Ma che credibilità ha il tampone, visto che certi studi
dimostrano che ha l’80% di falsi positivi?
E anche i test sierologici sono esattamente la stessa cosa. Perché quando parliamo di
test sierologici, parliamo del fatto che andiamo a trovare nel sangue del paziente delle
immunoglobuline, che sono degli anticorpi Marker immunitari. Nel nostro caso sono
con il termine scientifico le IgM e le IgG. Le prime sono precoci, le seconde tardive.
Ma sono due per tutti e sono due per tutto. Quindi sono le stesse per tutti gli individui
e per tutte le patologie possibili.
Allora come si fa a dire che quegli anticorpi sono specifici per il Virus? Occorre avere
sempre il Marker per i Virus.
Perché quelli che sostengono che il virus è stato isolato dicono: prendiamo dal sangue
del paziente infetto queste immunoglobuline, le mettiamo in coltura con il Marker del
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Virus, se queste si attivano vuol dire che hanno riconosciuto il marker, cioè quello che
si chiama l’antigene immunitario e quindi vuol dire che hai delle IgM e della IgG che
rispondono a quel Virus. Ma se il Virus non c’è l’hai, cioè non è stato isolato, quelle
IgM e IgG a che cosa rispondono? Forse a un frammento del tuo RNA.
Questa ipotesi del dott Scoglio ha trovato nei giorni scorsi la conferma più
inaspettata in Roberto Burioni, virologo e noto personaggio televisivo

che ha calcato il palcoscenico dei mass media per circa tre mesi durante la
pandemia, soprattutto nella trasmissione di Fabio Fazio” Che Tempo che Fa”. Lo
spezzone di video, diventato virale, che lo vede protagonista come relatore durante
un webinar è degli inizi di giugno e contiene dei passaggi chiave. Burioni si spinge a
fare delle affermazioni per confutare un suo e illustre collega Giulio Tarro, che aveva
affermato che le mascherine sono inutili contro il virus. Allora Burioni si scatena
dicendo: “Ma come fa un mio collega a dire una cosa del genere se non sappiamo
quasi nulla del Virus?”.
Poi fa l’esempio della pallina da tennis: “Se abbiamo una palla da tennis di cui
conosciamo peso, dimensione, struttura, allora possiamo predire come rimbalzerà.
Ma se abbiamo un Virus-palla da tennis di cui non conosciamo né il peso, né la
dimensione, né la struttura, come facciamo a fare qualsiasi predizione?”.
E soprattutto, aggiunge, teniamo conto che qui abbiamo un virus che muta in
continuazione, quindi sarebbe come dire che la palla da tennis di cui non conosciamo
nulla, oltretutto cambia struttura, peso e dimensione in continuazione.
Queste dichiarazioni di Burioni hanno due effetti: Il primo che lui sottoscriverebbe
subito; l’altro che farebbe di tutto per negare, ma che è intrinseco e fortemente legato
alle sue affermazioni. Se non sappiamo nulla del Virus, né il peso, né la dimensione,
né la struttura, che oltretutto cambia in continuazione, Burioni ha ragione nel dire che
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su queste basi il suo collega non può dire se la mascherina ferma o non il Virus. Anche
se dovrebbe essere Burioni e tutti i sostenitori dell’utilità delle mascherine a provare
l’efficacia e non viceversa.
Su queste basi si deve concludere che i test tamponi sono inutili perché cercano un
virus di cui non sappiamo nulla e che oltretutto sarebbe già mutato altre volte. E lo
stesso discorso vale per i test sierologici che sono inutili senza un marker virale di
rifermento.
Quindi l’ipotesi di Scoglio, del dott Montanari e di altri, secondo i quali il virus non è
stato mai isolato e che quindi non se ne conosce la struttura, il peso, le dimensioni, la
sequenza genica-reale, ha trovato ampia conferma indiretta proprio nelle parole del
virologo Burioni.
Di fronte a questa evidenza come è possibile che sia successo questo? Come si spiega
questa posizione? Non ci sono posizioni pubblicate diverse, a parte alcune autorevoli
eccezioni. Tutti o quasi tutti sono schierati da una parte. E incompetenza? Di sicuro
l’incompetenza aiuta molto. Nel senso che come diceva qualcuno “Dove comanda la
mafia, i posti nelle istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini, agli
stupidi “
I poteri occulti e dominanti preferiscono avere dietro persone che siano
incompetenti, cioè che non si pongono domande. Il problema è che siamo e ci
troviamo in una situazione che va avanti da circa 100 anni. In sostanza qui siamo
davanti alla grande battaglia che vide protagonisti da una parte Louis Pasteur e
dell’altra Antoine Bechamp e Claude Bernard. In quell’occasione ha vinto non chi
aveva ragione, ma chi aveva il potere economico per far passare certe posizioni.
Perché se noi cominciamo a dire che: Il terreno è tutto e conta poco il germe,
spostiamo e portiamo la responsabilità su di noi. (Bechamp e Bernard)
Se invece diciamo che tutto dipende da un batterio, un virus, un microrganismo
esterno qualsiasi (Louis Pasteur) ne consegue che per prima cosa ci
deresponsabilizziamo e quindi di conseguenza noi ci possiamo trattare nel peggior
modo possibile. In pratica se noi ci ammaliamo non è colpa nostra, ma è per colpa di
un agente esterno. Quindi ci troviamo di fronte allo svuotamento totale della
responsabilità individuale. L’altro aspetto è che poi si costruisce una medicina tutta
anti: antibiotica, antibatterica, antivirale ecc. Quindi una medicina fatta di sostanze
chimiche che presumibilmente distruggono questi germi patogeni esterni, ma che in
realtà distruggono di sicuro il nostro organismo. È chiaro che è stato messo in piedi
questo sistema, che è quello della medicina mondiale. Diciamo a questo punto una
cosa che è molto importante. Non è affatto vero che questa medicina ufficiale,
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chemio tossica, è diventata dominante perché ha vinto e prevalso in un libero
mercato. Perché fino al 1913, in America quando c’era il libero mercato,
la medicina dominante era quella omeopatica.

Infatti nella stessa America la maggior parte degli ospedali erano omeopatici e la
maggior parte della popolazione si curava presso gli stessi ospedali. Allora che cosa è
successo nel 1913? È successo che è stata fondata la Federal Reserve e i grandi
banchieri hanno preso possesso del governo.

Cioè furono i grandi banchieri a gestire i soldi degli americani. Da lì è proprio iniziato
tutto. Hanno introdotto per la prima volta le tasse personali, che prima non
esistevano. Vi erano solo le tasse sui consumi, e guarda caso hanno introdotto le
tasse personali, tirando al contempo molti redditi; e dopo circa 4 anni sono entrati
in guerra.
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Hanno poi fondato la American Society Of Sanitary, dove è entrata la
famiglia Rockefeller

e nel giro di circa 15 anni in America la medicina omeopatica era fuori legge in 48/50
stati. E tutto questo tramite il potere.
Cosa abbiamo oggi? Se oggi andiamo a comprare un farmaco, fino a qualche anno fa
era gratuito, bisogna pagarlo di tasca propria. Quindi c’è questa posizione di potere
e questo vale per tutta la scienza di oggi. Quindi è tutto controllato.
La domanda che ci dobbiamo porre, rispetto al problema del Covid19, è questa:
come hanno fatto a creare questo panico in cui il 95% della popolazione italiana è
caduta in pieno. Perché ad oggi, nonostante le restrizioni non ci siano più o sono
limitate, si va in giro completamente imbavagliati con le mascherine? Come hanno
fatto? Hanno di sicuro utilizzato i media, cioè la comunicazione, ma che cosa è
successo?
Indubbiamente i poteri forti hanno avuto e continuano ad avere un ruolo
determinante. Ci sono a tale riguardo degli studi interessanti che dimostrano che circa
12, 13, 15 famiglie tirano le fila di tutto e praticamente l’80% del fatturato mondiale
è riportabile a circa un 13% di aziende, che poi fanno riferimento a queste famiglie.
Stiamo in un sistema economico estremamente accerchiato, dove controllano tutta
l’organizzazione medico-sanitaria mondiale e la stessa OMS.
Ultimamente Trump se ne sta uscendo, lo stesso sta cercando di fare Putin.
Comunque in Cina, Iran, Brasile, dappertutto in Europa, l’OMS fa riferimento a questo
sistema medico.
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Cosa è successo in Italia?
Come già ricordato nel primo articolo, quando sono iniziate ad arrivare le prime
notizie, le prime diagnosi, si è parlato di polmoniti interstiziali laterali e solo dopo più
di due mesi, si è parlato di altre diagnosi. E questo perché le regioni del nord con la
complicità e l’assenso del Ministero Della Sanità, hanno impedito che si facessero le
autopsie. E solo grazie a qualche medico onesto, che si è ricordato del giuramento di
Ippocrate, è iniziato un processo di verità. Processo di verità che nel Covid19 consiste
nel dire che qui la vera causa non è la mancanza di ossigeno, ma trattasi si trombo-
embolia polmonare. Cioè trombi che bloccano la circolazione del sangue. Quindi per
molto tempo, seguendo erroneamente le indicazioni della famigerata OMS hanno
sparato nelle terapie intensive con grande pressione una enorme quantità di ossigeno
nei polmoni in un sistema venoso incapace di trasportare e far arrivare il sangue ai
polmoni.
Facciamo un esempio: quando abbiamo un tubo e dobbiamo dare acqua alle piante,
se noi spariamo acqua, ma il tubo è completamente otturato a più non posso, succede
che il tubo scoppia. Esattamente quello che è successo per molto tempo. Molte
persone sono decedute perché quei pazienti sono stati intubati, anche quando
avevano solo piccole difficoltà respiratorie temporanee.

Siccome il famoso protocollo OMS diceva e ordinava: Intubare – ventilazione
polmonare, ecco tutta la corsa che si è fatta nel comprare i ventilatori. In pratica
prendevano quei pazienti, li mettevano in terapia intensiva, e gli sparavano ossigeno
nei polmoni e questi morivano più o meno velocemente.
Recentemente è venuto fuori che in realtà erano polmoniti derivate da quello che
venne definito la tempesta di Citochine, che poi genera un’infiammazione
generalizzata dei vasi. E tutto questo porta con il tempo alla formazione dei trombi.
Perché in un vaso infiammato, quest’ultimo comincia a stringersi e a formare la
lesione primaria: cioè comincia ad aggregarsi del materiale, che porta a formare la
placca, quindi il trombo. Quando hanno capito questo, con notevole ritardo, sempre
grazie a qualche medico onesto, hanno cambiato diagnosi e strategia terapeutica e in
seguito a ciò il numero dei decessi è diminuito. Oggi muoiono solo quelli che hanno
altre patologie.
Qual era la causa di quelle morti? Dobbiamo parlare del fatto che lì la media dell’età
dei deceduti era di circa 80 anni. Persone che nel 50% avevano tre patologie gravi con
concomitante, nel 25% avevano due patologie gravi concomitante, nel 24% una
patologia grave concomitante. Questo non vuol dire che erano malati, ma che questi
pazienti da tempo facevano uso di farmaci. Probabilmente di molti farmaci. E i danni
che fanno spesso i farmaci sono quelli di generare il più delle volte l’infiammazione
vascolare con tutto il resto che ne consegue.
L’altro aspetto molto interessante è legato ai vaccini. Molte delle zone dove c’è stata
una maggiore mortalità, oltre ad un elevato inquinamento ambientale, già ricordato
dagli studi di Tarro e altri, guarda caso sono quelle zone, hanno avuto una mega
campagna vaccinale. Circa 185mila vaccinazione antiinfluenzali nel giro di due mesi e
circa 80 mila vaccinazioni anti meningococco. Perché a ricordare bene in quelle zone
c’era stato un caso di meningite (emergenza poi rientrata). Però nel frattempo furono
sottoposti anche alla vaccinazione anti- meningococco.
Se poi andiamo a vedere alcuni studi interessanti che sono stati fatti su certi vaccini,
per esempio i vaccini anti Sars dopo il 2002-2003, ci riferiamo al vaccino SarsCov1,
cioè la 1° Sars, si è visto che quando il vaccino veniva iniettato nelle cavie, le stesse
avevano esattamente lo stesso tipo di risposta:
   1.   Tempesta di citochine
   2.   Iper-reazione del sistema immunitario
   3.   Infiammazione dei vasi
   4.   Crollo degli organi
Quindi questo vaccino anti SarsCov1 non si è riuscito a farlo, proprio perché la
tempesta di citochine era causata da questo vaccino.E nel caso del Covid19? Il dott
Scoglio e altri autorevoli ricercatori, ritengono che i vaccini usati in modo massiccio in
quelle zone della pianura padana abbiano contribuito molto.

Tra l’altro c’era un aspetto interessante che nessuno riporta, nessuno approfondisce
(la Cina e l’OMS si guardano bene da farlo,) cioè il fatto che i primi casi che sono
successi a Wuhan si dice che siano iniziati a gennaio, ma già se ne parlava a dicembre
2019. E caso strano proprio in Cina il 01/12/2019 è entrata in vigore per la prima volta
nella storia cinese l’obbligo vaccinale generale per tutta la popolazione.
Inoltre altro dato molto interessante è questo: su PubMed, motore di ricerca gratuito
di letteratura scientifica biomedica, si è visto che alcuni medici cinesi onesti, già a
gennaio 2020 avevano pubblicato studi scientifici, in cui già si diceva appunto che non
si trattava di polmonite ma di trombosi. Quindi sembrerebbe che anche la storia che
dalla China siano arrivate informazioni confuse non risponde al vero.
Poi chiaramente entrano in gioco altri aspetti, come quelli politici. Però la Cina ha la
grave responsabilità che è quella di aver voluto nascondere, come del resto hanno
fatto tutti gli altri stati, che alla base della patologia vi era una crisi vaccinale e molto
probabilmente con questa idea farlocca del virus che viene dal pipistrello, poi passa
al pangolino e poi all’uomo, ha voluto nascondere quest’ altro importante aspetto.
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