La nuova fisica Pensare il mondo dopo Newton: Einstein, la relatività, la fisica quantistica - lucio celot

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La nuova fisica Pensare il mondo dopo Newton: Einstein, la relatività, la fisica quantistica - lucio celot
La nuova fisica
Pensare il mondo dopo Newton:
 Einstein, la relatività, la fisica
 quantistica.

 Testi utilizzati:
 C.Rovelli, Il mondo non è come ci appare (2014);
 J.Al-Kahili, La fisica dei perplessi (2014)
 F.Capra, Il Tao della fisica (1975)
 W.Heisenberg, Fisica e filosofia (1958)
La nuova fisica Pensare il mondo dopo Newton: Einstein, la relatività, la fisica quantistica - lucio celot
La fisica classica:
 il modello newtoniano
Dalla seconda metà del Seicento alla fine
dell’Ottocento, il modello meccanicistico
newtoniano dominò tutto il pensiero scientifico:
erede naturale dell’atomismo antico e della
rigida separazione cartesiana tra res cogitans e
res extensa, la meccanica newtoniana fu
considerata per lungo tempo la teoria definitiva
con la quale era possibile descrivere tutti i
fenomeni naturali, fino a quando non vennero
scoperti i fenomeni elettrici e magnetici (non
spiegabili con le leggi di Newton)…
 lucio celot - La nuova fisica

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Isaac Newton
Oggi sappiamo che il modello (1643-1727)
newtoniano è valido soltanto
 per i corpi formati da un
 grandissimo numero di atomi
 e
 per velocità molto inferiori
 rispetto a quella della luce.
Quando non è soddisfatta la
prima condizione, la meccanica
classica deve essere sostituita
dalla meccanica quantistica.
Quando non si verifica la
seconda condizione deve
essere applicata la teoria della
relatività.
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Lo «scenario» dell’universo newtoniano è lo
spazio tridimensionale della geometria euclidea
classica: un «contenitore» assoluto, immobile e
immutabile all’interno del quale si trovano i
corpi:
 Lo spazio assoluto, per sua stessa natura senza
relazione ad alcunché di esterno, rimane sempre
 uguale e immobile.
 (I.Newton, Principi matematici della filosofia naturale,
 1687)

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Allo stesso modo, i mutamenti e movimenti
dei corpi si spiegano con la dimensione del
tempo, separata dal mondo materiale, che
fluisce uniformemente dal passato al futuro
attraverso il presente:
 Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé e
 per sé per sua natura senza relazione ad
 alcunché di esterno, scorre uniformemente.
 (I.Newton, cit.)
In questo spazio e tempo assoluti si muovono
le particelle materiali: oggetti piccoli, solidi e
indistruttibili dei quali tutta la materia è
costituita (cfr. Democrito).

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Rispetto all’atomismo antico, quello di Newton
descrive la forza che agisce tra le particelle
materiali: è la forza di gravità, che dipende dalle
masse e dalla reciproca distanza tra le particelle
stesse secondo la nota equazione
 
 = 
 
Tale forza si manifesta istantaneamente e a
qualsiasi distanza: pertanto, tutti i mutamenti
dell’universo vengono spiegati con il moto delle
particelle nello spazio e nel tempo secondo la
legge di gravitazione universale.
 Questa visione meccanicistica comporta anche il
 determinismo:
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tutto ciò che accade ha una causa definita e
 produce un effetto definito.
In linea di principio, se conoscessimo in tutte le
sue variabili un qualunque sistema meccanico,
potremmo prevedere con assoluta certezza gli
effetti futuri di un’azione, visto che le leggi
fisiche sono eterne e immutabili.

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La scoperta del «campo»
A mettere in discussione la meccanica newtoniana
come «teoria del tutto» furono le scoperte e gli
studi sull’elettricità e il magnetismo di M.Faraday
e J.C.Maxwell a metà Ottocento.
L’interazione tra due cariche elettriche non viene
spiegata secondo la relazione tra due masse come
nella fisica newtoniana, ma attraverso il concetto
di campo: ogni carica elettrica genera nello spazio
circostante una «perturbazione», una
«condizione» tale che un’altra carica, se
presente, avverte una forza.
 Lo spazio, allora, appare così:
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A differenza del «contenitore vuoto» di Newton, lo spazio
contiene una serie di campi, di entità diffuse ovunque che
«portano» le forze e che si muovono come le onde sulla
superficie di uno stagno colpita da un sasso.
 Secondo la teoria dei campi, la stessa luce è un campo
elettromagnetico che si muove nello spazio sotto forma di
 onda (e non un insieme di corpuscoli come era per
lucio celot - La nuova fisica Newton). 10
Faraday immagina il campo come formato da
fasci di linee sottilissime (infinitamente sottili)
che riempiono lo spazio, una specie di
ragnatela gigantesca e invisibile che riempie
tutto attorno a noi.
Queste «linee» sono chiamate linee di forza,
perché «portano in giro» la forza elettrica e
magnetica, come cavi che tirano e spingono:

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Dopo Faraday, J.Maxwell traduce
matematicamente il comportamento delle
linee di forza: le equazioni di Maxwell
descrivono il campo elettrico e il campo
magnetico.
 Faraday e Maxwell hanno modificato la
 struttura del mondo dopo due secoli di
 ininterrotti successi del modello newtoniano:

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La nuova fisica
 I problemi del linguaggio sono qui veramente
gravi. Noi desideriamo parlare in qualche modo
 della struttura degli atomi ma non possiamo
 parlare degli atomi servendoci del linguaggio
 ordinario […]
L’unica cosa che sappiamo fin dagli inizi è che i
 nostri concetti comuni non possono essere
 applicati alla struttura degli atomi.
 Non potevo fare a meno di ripropormi in
 continuazione il problema: è possibile che la
 natura sia così assurda come ci è apparsa in
 questi esperimenti atomici?
 (W.Heisenberg, Fisica e filosofia, 1958)
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Due sviluppi verificatisi separatamente –
 quello della teoria della relatività e quello
 della fisica atomica – infransero tutti i più
 importanti elementi della concezione
newtoniana del mondo: la nozione di spazio e
di tempo assoluti e quella di particelle solide
 elementari, la natura strettamente causale
 dei fenomeni fisici e l’ideale di una
 descrizione oggettiva della natura. Nessuno
di questi elementi poteva essere applicato ai
 nuovi ambiti in cui allora la fisica stava
 penetrando.
 (F.Capra, Il Tao della fisica, 1975)

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a) Einstein:
 la teoria della relatività ristretta
 e lo spaziotempo (1905)
Maxwell non scoprì solo che la luce è un campo
elettromagnetico ma ne calcolò anche la velocità
(300.000km/s ca). Questa scoperta non è
compatibile con la meccanica newtoniana, secondo
la quale la velocità è sempre relativa a
qualcos’altro:

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la velocità (nella fisica classica) è un concetto
relativo, non esiste la velocità di un oggetto in sé:
esiste solo la velocità di un oggetto rispetto ad un
altro oggetto.
Allora, la velocità della luce è velocità rispetto a
cosa?
 Nel 1905 Albert Einstein giunge alla conclusione
 che, a differenza di quanto pensavano Newton e
 Galilei, la velocità della luce è sempre costante
 per qualunque osservatore: ne deriva che, per
corpi che si muovono a velocità prossime a quella
 della luce, il concetto di simultaneità perde
 significato e quindi il tempo diventa relativo al
 sistema di riferimento (e non più una grandezza
 assoluta).
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Facendo un esperimento ideale
proposto dallo stesso Einstein,
consideriamo un treno che si muove a
grande velocità rispetto a un
osservatore 01 che si trova a terra,
lungo i binari. Un secondo osservatore
02 si trova sul treno, esattamente nel
punto medio di un vagone. A un certo
punto, qualcuno provoca l’esplosione di
due petardi sui binari, in
corrispondenza delle due estremità del
vagone:
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Mentre i raggi luminosi si
 propagano, il treno si
 sposta (nel nostro
 esempio) verso sinistra.
 Quindi 02 vede prima
 l'esplosione che avviene
 alla testa del vagone e
 soltanto dopo un certo
 intervallo di tempo vede
 l'esplosione che ha avuto
 luogo in coda al vagone:
 non c'è dubbio che,
 secondo lui, le due
 esplosioni NON sono state
 simultanee (mentre lo
 sono per 01). Allora i due
 eventi che stiamo
 esaminando, cioè le due
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 esplosioni, sono stati
 simultanei o no? 18
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Mentre era già noto prima di Einstein che la
posizione di un corpo nello spazio è sempre
relativa alla posizione dell’osservatore, per
quanto riguarda il tempo la fisica classica
supponeva che l’ordine temporale tra due eventi
fosse indipendente da qualsiasi osservatore: alle
specificazioni temporali («prima», «dopo»,
simultaneamente», etc.) veniva dato un
significato assoluto, indipendentemente dal
sistema di coordinate spaziali all’interno delle
quali l’evento si manifesta.
 L’esempio del treno dimostra invece che
 osservatori con velocità diverse ordineranno
diversamente gli eventi nel tempo, poiché la luce
 richiede un certo tempo per andare dall’evento
 all’osservatore…
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 lucio celot - La nuova fisica
Un altro esempio:
se la luce viaggia a 299.792 km al secondo, un
fascio di luce dalla superficie di Marte
impiegherebbe i seguenti tempi per raggiungere la
Terra:
 massimo avvicinamento: 182 secondi, poco più
 di 3 minuti
 massima distanza: 1.342 secondi, poco più di 22
 minuti
 distanza media: 751 secondi, poco più di 12,5
 minuti
Dunque, un ipotetico osservatore su Marte Om
vedrebbe il fascio di luce 3, 22 o 12,5 min.
«prima» di un osservatore sulla Terra Ot…
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Allora, nell’esempio precedente il «presente»
di Om NON è il presente di Ot, per il quale è
invece «futuro» (la luce non è ancora visibile);
il «presente» di Ot (quando la luce arriva sulla
Terra) è il «passato» di Om.
Fra il passato e il futuro di ciascun evento […]
 esiste una «zona intermedia» (l’insieme degli
 eventi a distanza di tipo spazio rispetto a un
 osservatore), un «presente esteso» di
quell’evento, una zona che non è né passata né
 futura. Questa è la teoria della relatività
 ristretta.
 (C.Rovelli, La realtà non è come ci appare, 2014)

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Questo «presente esteso», la cui durata
dipende dalla distanza spaziale dell’evento
rispetto all’osservatore,
 è qualcosa che fa parte della struttura
 della realtà, è «intessuto» in essa, ha un
 valore «ontologico».
Non possiamo dire che un evento «accade
proprio ora»: il «proprio ora» non esiste,
non esiste la simultaneità assoluta, non
esiste un insieme di eventi nell’universo
che siano tutti esistenti «adesso».

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Il nostro «adesso» esiste solo qui. L’insieme
 degli eventi dell’universo non si può descrivere
 correttamente come una successione di
 presenti [uguali per tutti], uno che segue
 l’altro; ha una struttura più complicata.
 (C.Rovelli, cit.)
Questa struttura è lo spaziotempo: non esiste lo
«spazio» da solo, e la nostra idea di «presente
simultaneo» è solo dovuta al fatto che siamo
incapaci di percepire gli infinitesimi intervalli di
tempo con cui la luce ci permette di osservare i
fenomeni: dire «qui e adesso» ha senso; dire
«adesso» intendendo «fatti che stanno
accadendo ora in tutto l’universo» non ne ha…
 lucio celot - La nuova fisica

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Riassumendo:
 il tempo assoluto su cui è fondata la meccanica
 classica non ha significato fisico;
 la simultaneità assoluta non esiste;
 non è possibile definire un tempo assoluto che
 «scorra» uguale per tutti gli osservatori;
 il tempo è relativo al sistema di riferimento:
 il quadro concettuale dell’universo
 newtoniano, basato su un tempo assoluto,
 uguale per tutti gli osservatori, nel quale si
 verificano gli eventi naturali, crolla
 definitivamente.
 …e non è tutto:
 lucio celot - La nuova fisica
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b) Einstein e la teoria della
 relatività generale (1915)
Newton aveva cercato di spiegare perché le cose
cadono e perché i pianeti e i corpi celesti
ruotano: aveva parlato di «forza di gravità», pur
senza specificare come due corpi che non si
toccano possano attrarsi reciprocamente:
Faraday aveva dato la risposta per la forza
elettrica e quella magnetica (teoria del campo).
Einstein intuisce (e impiega dieci anni per
dimostrarlo!) che ciò che vale per le cariche
elettriche e per i magneti deve valere anche per
i corpi celesti e per gli oggetti sulla Terra: deve
esistere, per analogia, un campo gravitazionale…
 lucio celot - La nuova fisica 28
Lo spazio newtoniano si rifaceva a
quello democriteo (non essere): un
contenitore vuoto, uno «scatolone»
rigido per contenere l’Universo
all’interno del quale si muovono i
corpi.
Einstein raccoglie due problemi:
 come descrivere il campo
 gravitazionale?
 cos’è davvero lo spazio di Newton?
 - Ed ecco lo straordinario colpo di
 genio di Einstein, uno dei più
 grandi colpi d’ala nel pensiero
 dell’umanità: se il campo
 gravitazionale fosse proprio lo
 spazio di Newton? Questa idea,
 semplice, bellissima, folgorante, è
 …la più bella delle teorie…
 la teoria della relatività generale.
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 lucio celot - La nuova fisica
 - (C.Rovelli, cit.)
Di che cosa è fatto il mondo?
 La «rivoluzione» della nuova fisica:

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Secondo la relatività generale, l’universo è
costituito da campi e particelle, e nient’altro.
A differenza dello spazio newtoniano, che è piano
(geometria euclidea), il campo gravitazionale è
qualcosa che si muove, ondeggia, si flette, si torce,
etc.: non è più qualcosa di separato dalla materia
ma è una componente materiale del mondo,
un’entità reale.

Inoltre, è uno
spazio curvo
(geometria
non euclidea)
 lucio celot - La nuova fisica
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La Terra «piega», deforma lo spazio intorno a sé e la Luna le gira
intorno non perché una misteriosa forza la attragga verso la Terra,
ma semplicemente perché si trova in uno spazio inclinato, come una
pallina che rotola in un imbuto: i pianeti ruotano intorno al Sole e le
cose cadono perché lo spazio intorno a loro è incurvato!
 Dunque: dovunque sia presente un oggetto con massa, lo spazio
 circostante è curvo, e il grado di curvatura, cioè il grado con cui la
geometria curva si allontana da quella euclidea, dipende dalla massa
 dell’oggetto. Più materia c’è, più lo spazio si incurva…
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 lucio celot - La nuova fisica
Lo spaziotempo gravitazionale di Einstein è curvo nel
senso che le distanze tra i suoi punti non sono le
stesse di uno spazio piano, così come il teorema di
Pitagora o la definizione di triangolo non valgono sulla
superficie della Terra (o di qualunque superficie
sferica)…
lucio celot - La nuova fisica 33
A causa della curvatura
 gravitazionale, si incurvano
 anche la luce (immagine a
 sinistra) e il tempo.
 Dalla relatività ristretta
 sappiamo che spazio e tempo
 sono uniti inscindibilmente: la
 curvatura del campo influenza
 anche lo scorrere del tempo,
 che non scorre con la stessa
 rapidità che avrebbe in uno
 spazio «piano».
 Le previsioni di Einstein, poi
 confermate da calcoli
 successivi, vogliono che in
 prossimità di un campo
 gravitazionale o alle alte
lucio celot - La nuova fisica velocità il tempo scorra più
 lentamente: 34
Sulla Terra, come su qualunque corpo celeste, il
tempo scorre più lentamente in prossimità della
superficie (gravità maggiore) rispetto a località
poste più in alto (gravità minore):

 fonte:
 C.Rovelli, cit.
 lucio celot - La nuova fisica 35
L’intera struttura dello spaziotempo è
 inestricabilmente legata alla
 distribuzione della materia. Lo spazio
 è curvo in misura diversa e il tempo
 scorre diversamente in punti diversi
 dell’universo. Siamo quindi giunti a
 comprendere che le idee di spazio
 euclideo tridimensionale e di tempo
 che scorre linearmente sono limitate
 alla nostra esperienza ordinaria del
 mondo fisico e devono essere
 completamente abbandonate quando
 ampliamo questa esperienza.
 (F.Capra, cit.)
lucio celot - La nuova fisica 36
c) La meccanica quantistica
Planck, Bohr, Pauli, Dirac, Schrödinger,
Heisenberg: sono alcuni degli scienziati che
hanno dato vita al paradigma quantistico, vera e
propria rivoluzione scientifica del XX secolo, con
cui viene proposta una visione del mondo in cui
il determinismo e la rigorosità delle leggi della
fisica classica non sembrano valere più.
La teoria quantistica rompeva in modo lacerante
con la fisica classica, e si sviluppò in
concomitanza con gli studi che, tra il 1895 e il
1908, portarono alla scoperta del mondo
atomico e subatomico.
 lucio celot - La nuova fisica 37
La concezione meccanicistica del mondo della
 fisica classica era basata sulla nozione di
 corpi solidi che si muovono nello spazio vuoto
 [...] Sia il concetto di spazio vuoto sia quello
 di corpi materiali solidi sono profondamente
 radicati nel nostro modo di pensare, cosicché
 per noi è estremamente difficile immaginare
una realtà fisica nella quale essi non siano più
 validi. Eppure è proprio ciò che la fisica
 moderna ci costringe a fare quando andiamo
 oltre le dimensioni medie. Non ha più senso
 parlare di «spazio vuoto» in astrofisica e
 cosmologia […] mentre il concetto di corpo
 solido è stato spazzato via dalla fisica
 atomica[…]
 (F.Capra, cit.)
 lucio celot - La nuova fisica
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Sempre Einstein (e sempre nel 1905) scopre che la luce
è fatta di particelle di luce, di «grani», di «pacchetti» di
energia discontinui che chiama fotoni:
Considero l’ipotesi che l’energia di un raggio di luce non
 sia distribuita in maniera continua nello spazio, ma
 consista invece in un numero finito di «quanti di
 energia» che sono localizzati in punti dello spazio, si
 muovono senza dividersi e sono prodotti e assorbiti
 come unità singole.
 lucio celot - La nuova fisica 39
Il danese Niels Bohr, che a
 inizio secolo studia la
 struttura dell’atomo, si
 rifà alla scoperta di
 Einstein e ipotizza che
 anche gli elettroni
 abbiano un’energia che
 assume solo alcuni valori:
 come per la luce, anche
 l’energia degli elettroni
 ha una struttura
 «granulare»,
 «quantistica», che sembra
 essere una caratteristica
 molto generale della
lucio celot - La nuova fisica
 natura: 40
l’atomo è una struttura complessa costituita a sua
volta da altre particelle più piccole (elettroni,
protoni, neutroni) e non assomiglia affatto alle
particelle dure, solide e compatte della fisica
classica.
Bohr propone, dunque, un modello dell’atomo nel
quale gli elettroni NON obbediscono ad alcune leggi
della fisica classica:

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 lucio celot - La nuova fisica
 gli elettroni non si muovono attorno al nucleo
 dell’atomo lungo tutte le orbite che
 sarebbero possibili (come vorrebbe la
 meccanica classica) ma solo attorno ad
 alcune;
 l’elettrone passa da un’orbita stazionaria
 all’altra con un salto brusco, non con
 continuità («salto quantico»): non può
 esistere negli spazi intermedi tra un’orbita e
 un’altra;
 poiché in ogni orbita l’elettrone acquisisce (o
 irradia) una quantità di energia diversa,
 significa che l’energia non può variare con
 continuità ma secondo quanti, cioè «blocchi»
 calcolabili secondo la costante di Planck.
 lucio celot - La nuova fisica 42
La quantizzazione dell’energia rappresentava una
smentita della convinzione millenaria della
continuità dei processi naturali: l’antica massima
natura non facit saltus veniva violata dal
comportamento dell’elettrone.
Tra il 1924 e il 1925 viene elaborata la «nuova
meccanica quantistica», i cui principi non solo
rivoluzionavano ulteriormente la scienza classica
ma mettevano anche in discussione il senso
comune e convinzioni consolidate da secoli.
La fisica quantistica assume la propria fisionomia
controintuitiva attraverso due aspetti in
particolare:
 lucio celot - La nuova fisica 43
 La natura statistica e probabilistica della fisica
 quantistica.
La teoria quantistica non è in grado di
determinare con precisione il comportamento di
una particella, ma solo di calcolarne
probabilisticamente i movimenti: W.Heisenberg
teorizzò il principio di indeterminazione nel
1929, il quale afferma che non è possibile
conoscere contemporaneamente con precisione
assoluta la velocità e la posizione di un elettrone
o di qualsiasi altra entità quantistica.
Nella meccanica classica, è possibile prevedere il
comportamento di un corpo se ne conosciamo le
due coordinate canoniche, cioè velocità e
posizione nello spazio…
 lucio celot - La nuova fisica 44
Nel caso di un elettrone, gli apparati di misurazione
utilizzati alterano inevitabilmente il suo stato di
moto, per cui se si riesce a misurare con precisione
una delle due coordinate canoniche aumenta
l’incertezza con cui si può misurare l’altra (ad es.,
misurare la posizione di un elettrone facendolo
urtare contro una lastra fotografica).

 lucio celot - La nuova fisica
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In altri termini, Heisenberg ci dice che non possiamo
mai prevedere con certezza dove si troverà una
particella subatomica in un certo momento o come
si svolgerà un processo atomico: l’unica cosa che
possiamo fare è una previsione di probabilità.
Non potendo dire, ad esempio, con sicurezza dove
si troverà un elettrone in un atomo in un certo
istante, possiamo però calcolare le «distribuzioni di
probabilità» (gli orbitali) che rappresentano la
«tendenza» dell’elettrone a trovarsi in una regione
piuttosto che in un’altra: nella figura successiva
vediamo alcune di queste distribuzioni sotto forma
di modelli in chiaroscuro. E’ più probabile che
l’elettrone si trovi nelle zone più chiare rispetto a
quelle più scure:

 lucio celot - La nuova fisica 46
Fonte:
 F.Capra, cit.)

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lucio celot - La nuova fisica
Per cui, a differenza del mondo macroscopico, la
scienza deve prendere atto che esiste un limite
insuperabile - costituito dall’interazione tra
oggetto osservato e apparato di misurazione - che
non consente di avere una conoscenza di tipo
deterministico su ciò che la natura atomica fa
quando nessuno la osserva.

 lucio celot - La nuova fisica
 …una cosa o l’altra, ma non
 entrambe contemporaneamente…
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 Il dualismo onda-corpuscolo.
Fisica classica e buon senso vogliono che un’onda e
il suo comportamento fisico siano ben diversi da un
corpuscolo: non così per la quantistica, secondo la
quale è necessario ammettere (Einstein) che i
fotoni (particelle di luce) in alcune circostanze si
comportano come corpuscoli (Newton), in altre
come onde (Maxwell).

L’esperimento della «doppia fenditura» è
considerato da molti fisici fondamentale per la
comprensione della meccanica quantistica:

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Premessa: un fascio di luce proiettato attraverso due
 fenditure forma sullo schermo una figura a frange
 prodotta dall’interferenza tra le onde di luce che
 escono dalle due fenditure. La luce conferma qui la
 sua natura ondulatoria (e non corpuscolare…)
lucio celot - La nuova fisica 50
Per mezzo di un «cannone» spariamo un fotone alla
volta attraverso una sola fenditura (l’altra è chiusa):
 la figura che otteniamo sullo schermo in
corrispondenza della fenditura aperta mostra che la
 particella si comporta come un corpuscolo. Ma:
 lucio celot - La nuova fisica 51
se spariamo un fotone alla volta attraverso le due
 fenditure, ci aspetteremmo di trovare sullo schermo
due figure brillanti in corrispondenza delle fenditure
e una macchia scura al centro: invece, troveremo una
 figura di interferenza a bande, proprio come per il
 fascio di luce. In questo caso, i fotoni si sono
 comportati come un’onda!
 lucio celot - La nuova fisica 52
In conclusione:
cosa ci dice la meccanica quantistica
 sul mondo?
 La natura ha una struttura di tipo granulare: non
 esattamente come pensava Democrito (poiché le
 particelle spariscono e ricompaiono e non sono dei
 «sassolini»), anche se va riconosciuta la profondità di
 pensiero e l’intuizione del filosofo greco;
 La natura è caratterizzata dall’indeterminismo: il futuro
 è imprevedibile, le particelle di materia si muovono e
 vibrano in modo casuale, continuo, imprevedibile;
 La natura è relazione: le particelle sono «visibili» solo
 quando entrano in relazione con altro (altre particelle,
 strumenti di misurazione, etc); non «sono» ma
 «accadono».

 lucio celot - La nuova fisica 53
lucio celot - La nuova fisica 54
Subito dopo la formulazione della teoria quantistica apparve
chiaro che una teoria completa dei fenomeni nucleari doveva
tenere conto anche della relatività, poiché le particelle si
muovono con velocità prossime a quella della luce: dunque, per
una piena comprensione del mondo nucleare è necessaria una
teoria che «incorpori» sia la teoria quantistica che quella
relativistica. Finora questa teoria non è stata trovata:
 […] la fusione delle teorie quantistica e relativistica in una
 teoria completa delle particelle è ancora il problema centrale e
la grande sfida della ricerca fondamentale nella fisica moderna.
 (F.Capra, cit.)
 Il paradosso è che entrambe le teorie funzionano bene […] Un
 gruppo di fisici teorici sparsi per i cinque continenti sta
 cercando di dirimere la questione. Il campo di studio si chiama
 «gravità quantistica»: l’obiettivo è trovare una […] coerente
 visione del mondo in cui la schizofrenia sia risolta.
 (C.Rovelli, cit.)
 lucio celot - La nuova fisica 55
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