GIANANDREA NOSEDA ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO - SABATO 24 FEBBRAIO 2018 - ORE 20.30 - Teatro Regio Torino
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I C O N C E R T I 2 0 1 7 - 2 0 1 8 GIANANDREA NOSEDA DIRETTORE ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO SABATO 24 FEBBRAIO 2018 – ORE 20.30 TEATRO REGIO
Gianandrea Noseda direttore Orchestra del Teatro Regio Richard Strauss (1864-1949) Don Quixote (Don Chisciotte) variazioni fantastiche su un tema di carattere cavalleresco op. 35 (1896-97) Introduzione. Mäßiges Zeitmaß (ritterlich und galant) [Tempo moderato (cavalleresco e galante)] Don Quixote, der Ritter von der traurigen Gestalt. Mäßig [Don Chisciotte, il cavaliere dalla triste figura. Moderato] Sancho Panza. Maggiore Var. i. Gemächlich [Comodo] Var. ii. Kriegerisch - Wieder doppelt so schnell [Marziale - Due volte più veloce] Var. iii. Mäßiges Zeitmaß - Viel langsamer [Tempo moderato - Molto più lento] Var. iv. Etwas breiter - Etwas schneller [Un po’ più largo - Un po’ più veloce] Var. v. Sehr langsam [Molto lento] Var. vi. Schnell [Presto] Var. vii. Ein wenig ruhiger als vorher [Un po’ più tranquillo di prima] Var. viii. Vorher (Gemächlich) [Come prima (Comodo)] Var. ix. Schnell und stürmisch [Presto e agitato] Var. x. Viel breiter - Viel schneller - Beinahe doppelt so langsam [Molto più largo - Molto più veloce - Quasi due volte più lento] Finale. Sehr ruhig [Molto tranquillo] Violoncello solista: Amedeo Cicchese Aus Italien (Dall’Italia) fantasia sinfonica op. 16 (1886) I. Auf der Campagna [Nella campagna]. Andante II. In Rom’s Ruinen. Fantastische Bilder entschwundener Herrlichkeit, Gefühle der Wehmut und des Schmerzes inmitten sonnigster Gegenwart [Tra le rovine di Roma. Quadri fantastici di una grandezza svanita, sentimenti di malinconia e dolore nel mezzo del presente più solatio]. Allegro molto con brio III. Am Strande von Sorrent [Sulla spiaggia di Sorrento]. Andantino - Più mosso - Tempo I IV. Neapolitanisches Volksleben [Vita popolare napoletana]. Allegro molto Manifestazione realizzata nell’ambito del Festival Richard Strauss 2-25 febbraio 2018 Restate in contatto con il Teatro Regio: fTYp
Richard Strauss Don Quixote op. 35 Compositore e direttore d’orchestra con una fine sensibilità per l’arte figura- tiva e la letteratura, Richard Strauss apprezzava gli autori e i romanzi che hanno fondato la civiltà dell’Europa. Tra questi non poteva mancare il secentesco Don Quijote di Cervantes, di cui Strauss possedeva l’edizione prefata e tradotta dal poeta tedesco Heinrich Heine (da questa derivò la grafia Don Quixote in luogo di quella originale Don Quijote). Concepite le prime idee nell’ottobre 1896, Strauss fu impegnato nell’elaborazione del poema sinfonico lungo il 1897, completando la partitura il 29 dicembre, dopo che nella sua mente avevano preso corpo e defi- nitivo ordine le suggestioni nate dalla lettura di entrambi i volumi del capolavoro. Nell’edizione a stampa mancano diretti riferimenti al programma, tranne due annotazioni circa i personaggi principali: l’indicazione «Don Quixote, il cavaliere dalla triste figura» in corrispondenza del tema cavalleresco a note staccate del violoncello solo, che dunque incarna il protagonista, e quella «Sancho Panza» in corrispondenza di un tema popolaresco, grottescamente strumentato per clarinetto basso e tuba tenore, a indicazione del suo carattere; successivamente è la viola a manifestarsi come strumento che dà voce al personaggio. Fu la conferma di quanto Strauss più volte ripeté circa i suoi poemi sinfonici, ovvero che il programma (seppur esistente durante la genesi) avrebbe distratto dall’ascolto e che un brano di musica il quale non si reggesse da solo (in base a una struttura formale autonoma) sarebbe stato soltanto letteratura per musica. Nel caso del Quixote l’autore volle indicare nel titolo la struttura musicale, ovvero l’antica forma del tema con variazioni, qui dieci, chiaramente indicate e incorniciate da un’Intro- duzione e un Finale. Parrebbe un omaggio a Brahms, la cui essenza compositiva stava proprio nella variazione e che per la gioventù di Strauss fu importante (l’ap- prendistato passò attraverso due sinfonie di stampo brahmsiano), se non fosse che Strauss riteneva anacronistica alla fine dell’Ottocento la forma del tema con variazioni, per lui esaurita da Beethoven nel Quartetto op. 127, definito «metafisi- ca della variazione». Essa è dunque intesa da Strauss come parodia, forma dell’as- surdo: come tale diviene il contenitore per schizzare in musica l’assurdità degli episodi fantastici di Don Chisciotte fuor di senno. La tecnica della variazione è intesa da Strauss in modo libero, i temi fondamentali (Don Chisciotte, Sancho, ma anche Dulcinea) vengono sottoposti a variazione meno del restante contesto sonoro: è l’ambiente a mutare più dei personaggi. Come Strauss annotò in uno dei suoi quaderni d’appunti, Don Quixote è «la battaglia di un tema contro un nulla», insomma l’essenza di Cervantes, il suo protagonista perso nel fantasticare. Il compositore attinse liberamente a una serie di episodi, riorganizzandoli in maniera personale all’interno della forma: in definitiva fu la griglia della musica
assoluta che determinò con criteri propri il numero e la successione degli episodi, mentre il programma – tuttavia occultato – diede un significato concreto a cia- scuno di essi. Negli schizzi e nella particella (la redazione preliminare e in sintesi della futura partitura manoscritta) sono ravvisabili non solo precedenti varianti circa i definitivi episodi, ma anche idee per la trasposizione di ulteriori avventure, poi sostituite con altre o eliminate. Infine rimasero le dieci variazioni per dieci episodi. Dopo l’introduzione, in cui flauti e oboi espongono il tema cavalleresco (Don Chisciotte a forza di leggere romanzi cavallereschi perde il senno e si fa cavaliere errante), e dopo la comparsa musicale dei tre personaggi principali (Dulcinea è già idealizzata in una melodia dell’oboe), la rappresentazione dei mulini a vento tetragoni all’assalto dell’eroe è suggerita da uno squadrato disegno ritmico dei fia- ti (Var. I), mentre pecore e montoni vittoriosamente combattuti (Var. II, l’esercito dell’imperatore Alifanfaron) trovano voce in celebri dissonanze degli ottoni suona- ti con il colpo di lingua, il cosiddetto effetto “frullato”. Dopo il lungo dialogo tra ca- valiere e servitore, il pensiero di Dulcinea schiude un magnifico episodio amoroso in fa diesis maggiore, dove il violino solo assume la voce della presenza femminile (var. III). Appare in seguito la processione di penitenti (Var. IV, corale religio- so), seguita da Don Quixote che veglia pensando di nuovo a Dulcinea (Var. V, il violoncello è protagonista). La contadina che Sancho fa passare per Dulcinea è smascherata da una danza popolare (Var. VI), mentre l’immaginaria cavalcata per l’aria (Var. VII) è realizzata con grandi arpeggi, effetti di crescendo e decre- scendo e con l’utilizzo della macchina del vento: la nota re ancorata ai bassi indica che il protagonista rimane con i piedi per terra. Dopo tale culmine, una barcarola occupa l’episodio del viaggio sulla barchetta incantata (Var. VIII), mentre due fagotti che procedono a canone sono i due monaci ritenuti incantatori (Var. IX); passando per la sconfitta ad opera del Cavaliere della Bianca Luna (Var. X) si giunge al Finale, dove il canto del violoncello solo esprime il ritiro a vita contem- plativa e infine la morte di Don Quixote rinsavito. Richard Strauss Aus Italien op. 16 L’Italia rappresentò una fonte d’ispirazione ineludibile per Richard Strauss. Pur collocandosi nel solco nella musica tedesca dell’Ottocento, e al contempo superando i modelli sinfonici di Brahms e di Liszt nonché quello teatrale di Wa- gner, egli ricevette dalla civiltà mediterranea e dall’arte italiana gli ingredienti che temperarono la sua germanità. Pur rimanendo nella tecnica un tedesco, con somma perizia nel trattamento dell’armonia e del contrappunto unita a un dono
melodico ben più flessuoso che in Wagner, Strauss fu culturalmente imbevuto di mito antico e classicità, un fatto che plasmò la sua visione del mondo e ne fece, in senso umanistico, un seguace di Goethe. Il viaggio in Italia non rimase per Strauss una tappa obbligata nell’itinerario di formazione o un mito letterario, ma divenne un’abitudine e pure una necessità: tra il 1886 e il 1941 scese quasi ogni anno a sud delle Alpi (in certi casi più volte all’anno), come turista attento anche ai luoghi meno frequentati, come direttore d’orchestra assai richiesto e celebrato compositore. L’effetto del primo Grand Tour a ventidue anni lasciò dunque a lungo il segno: sul piano compositivo, fruttificò immediatamente. Valicato il Brennero, attraver- sati i territori ancora austriaci e dopo una sosta a Bologna, Strauss s’immerse tra le antiche rovine, le chiese e i musei di Roma, viaggiò nella campagna, scese a Napoli, ammirò la costa sorrentina e le bellezze di Capri. Lungo l’itinerario di ritorno visitò Firenze e, sulla prima pagina del primo quaderno di schizzi, an- notò accanto al luogo la data, «maggio 1886». In quella pagina stanno alcune idee tematiche che divennero la sostanza del secondo movimento della sua nuova composizione, Aus Italien (Dall’Italia), temi ispirati alla grandezza della Roma antica attraverso le rovine del Foro, che rappresentarono l’autentico volano per l’i- spirazione di Strauss. Ne nacque ciò che l’autore definì una «fantasia sinfonica»: dunque non si trattava più di una sinfonia come quella in re minore o quella in fa minore (composte a sedici e a vent’anni), benché Aus Italien preveda l’articola- zione in quattro tempi; ma non era ancora un poema sinfonico, come sarebbe ac- caduto con i successivi Macbeth e Don Juan, benché lo spunto esterno alla musica fosse palese già nei titoli dei singoli movimenti. A differenza dei lavori orchestrali successivi, il cui programma emerse a volte anche molto tempo dopo e in genere non per mano di Strauss, Aus Italien fu provvista nel giro di pochi anni (nel 1889) di un’analisi dell’autore, che svelava – a chi già non se ne fosse accorto – il contenuto delle varie parti. Così il primo movimento Auf der Campagna (Nella campagna) è basato sulle impressioni su- scitate dalla campagna romana immersa nella luce solare e contemplata nella sua ampiezza dalla Villa d’Este a Tivoli. Dal punto di vista strutturale, costituireb- be una deroga alla sinfonia classico-romantica, perché è di fatto un tempo lento (Andante) posto all’inizio e non quale secondo movimento della composizione, luogo dove troviamo invece un Allegro molto con brio, quello di stampo eroico nato Tra le rovine di Roma (In Rom’s Ruinen). Strauss, piuttosto, definisce l’Andante un Preludio: introduzione ai momenti romani del suo primo viaggio in Italia, è composto da più idee melodiche e si apre come un vero portale incardinato su pilastri armonici disposti a varie altezze, ma con una robusta base nella regione grave degli strumenti. Il tema dei violini che la partitura schiude è la quintessenza di ciò che uno straniero poteva intendere come cantabilità all’italiana. Per con-
verso il secondo movimento, ispirato alle rovine romane, è organizzato in base ai principi della forma-sonata tedesca (non immemore di Brahms), con esposi- zione, sviluppo e ripresa; è l’unico per il quale la partitura autografa e la parti- tura a stampa rechino un’indicazione programmatica: «Quadri fantastici di una grandezza svanita, sentimenti di malinconia e dolore nel mezzo del presente più solatio», laddove i tre profili melodici del primo gruppo tematico corrispondono ai tre stati d’animo così espressi. Le altre due parti di Aus Italien rimandano invece alle impressioni campane del primo soggiorno di Strauss, fra Napoli e la costa sorrentina. Il terzo movi- mento, che funge da tempo lento e reca il titolo Sulla spiaggia di Sorrento (un poco improprio, dacché lì non vi è spiaggia in senso comune), intende evocare nelle intenzioni dell’autore il mormorio del vento, il cinguettare degli uccelli e lo sciabordio del mare. Organizzato in forma tripartita, si rivela quale sottile studio impressionistico con le veloci sestine discendenti ai legni riprese dagli archi acuti e accoglie al centro una nostalgica melodia dell’oboe in modo minore. Il quarto e ultimo tempo, Vita popolare napoletana, ricrea l’animazione e anche il frastuono della città, che tanto colpì e pure stancò il compositore. È impiantato sulla canzo- ne di Luigi Denza Funiculì funiculà, allora già famosa e indicata sin dalla partitura autografa come «canto popolare napoletano»: ritenuto spesso una caduta di gu- sto da parte di Strauss (e forse anche motivo di una controversia legale i cui docu- menti attualmente mancano), è invece fonte di un’elaborazione colta prettamente tedesca. Nello sviluppo, infatti, la melodia e il ritornello della canzone vengono combinati e alternati secondo le regole del contrappunto; inoltre, alla canzone vengono sovrapposte polifonicamente altre melodie in base al principio del con- trappunto doppio. È un vero «baccano orchestrale», come lo definì l’autore, ma costruito con logica serrata. Giangiorgio Satragni Giangiorgio Satragni è critico musicale del quotidiano «La Stampa» e condirettore de «Gli spazi della mu- sica», rivista online di musicologia e comparatistica dell’Università di Torino. Tiene attualmente il corso di Filosofia della musica al Conservatorio di Bologna, dopo aver insegnato Storia della musica al Politecnico di Torino e al Conservatorio di Firenze. Studioso della musica austro-tedesca dell’Ottocento e del Novecento, è autore delle monografie La modernità in musica. Dodici variazioni sul tema (2014), Richard Strauss dietro la maschera. Gli ultimi anni (2015), curatore della silloge Fulvio Vernizzi. Testimonianze sulla vita e sulla musica (2009), traduttore di documenti d’epoca nel volume I Mozart in Italia (2006) e di alcuni saggi nella raccolta Gustav Mahler. Il mio tempo verrà (2010). Ha pubblicato in edizione moderna il volume Strawinski di Alfredo Casella (2016, con Benedetta Saglietti). Il suo ultimo libro è Il Parsifal di Wagner. Testo, musica, teologia (2017). Con il Teatro Regio, il Richard-Strauss-Institut Garmisch-Partenkirchen e il Richard-Strauss-Archiv Gar- misch ha realizzato la mostra (con relativo catalogo) Richard Strauss e l’Italia, in corso alla Biblioteca Nazio- nale Universitaria fino al 17 marzo.
Gianandrea Noseda è riconosciuto come uno grafiche, molte delle quali hanno ricevuto premi e dei più importanti direttori d’orchestra della sua riconoscimenti dalla critica internazionale. Registra generazione. È stato premiato come “Diretto- inoltre per Deutsche Grammophon, Warner, Lso re dell’anno” per il 2015 da «Musical America» e Live, Helicon Classics e Foné. “Best Conductor of the Year” 2016 agli Interna- Nel corso della stagione 2017-18 ha iniziato la tional Opera Awards. Direttore ospite principale sua esperienza a Washington con un concerto in della London Symphony Orchestra e della Israel onore del centenario della nascita di Leonard Bern- Philharmonic Orchestra, a settembre 2017 ha ini- stein accanto a Yo Yo Ma e inaugurato il Teatro Re- ziato il suo mandato come Direttore musicale della gio con il Tristano e Isotta di Wagner, oltre a dirige- National Symphony Orchestra di Washington. re la sua prima Nona Sinfonia di Mahler; è inoltre Direttore musicale del Teatro Regio dal 2007, e tornato alla Philharmonie de Paris con l’Orchestre della Filarmonica Teatro Regio Torino dal 2015, ha de Paris. In seguito sarà a Roma con l’Orchestra aperto una nuova era per questa storica istituzione, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e alla caratterizzata da un crescente interesse in tutto il Carnegie Hall con l’Orchestra del Met. mondo: importanti tournée internazionali in Au- Nato a Milano, per il suo contributo alla diffu- stria, Germania, Francia, Regno Unito, Russia, sione della cultura musicale italiana nel mondo Cina, Giappone, Stati Uniti, Festival di Hong Kong Gianandrea Noseda è Cavaliere Ufficiale al Merito fino alle residenze dell’estate 2017 al Festival Inter- della Repubblica Italiana. nazionale di Edimburgo e alla Royal Opera House of Muscat in Oman; una significativa attività disco- L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del grafica che va da registrazioni di album di arie d’o- complesso fondato alla fine dell’Ottocento da Artu- pera con i più importanti cantanti del momento, alla ro Toscanini, sotto la cui direzione vennero eseguiti riscoperta del repetorio sinfonico italiano del XX numerosissimi concerti e molte storiche produzioni secolo (Casella e Petrassi), al repertorio sinfonico operistiche, quali la prima italiana del Crepuscolo de- internazionale (Mahler e Rimsky-Korsakov); regi- gli dèi di Wagner e della Salome di Strauss, nonché strazioni audiovisive delle più importanti produ- le prime assolute di Manon Lescaut e La bohème di zioni: Thaïs, Boris Godunov, Aida, Faust, La donna Puccini. Nel corso della sua lunga storia ha dimo- serpente, La bohème, Manon Lescaut sono tutte oggi strato una spiccata duttilità nell’affrontare il grande disponibili in dvd e distribuite nel mondo intero. repertorio così come molti titoli del Novecento, an- Gianandrea Noseda è anche Direttore principale che in prima assoluta, come Gargantua di Corghi e dell’Orquestra de Cadaqués. È stato alla guida del- Leggenda di Solbiati. la Bbc Philharmonic dal 2002 al 2011 e Victor De L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri Sabata Guest Chair della Pittisburgh Symphony e alla guida del complesso si sono alternati diret- Orchestra tra il 2011 e il 2014. Dal 2000 è Diret- tori di fama internazionale come Roberto Abba- tore artistico dello Stresa Festival. Collabora rego- do, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella, larmente con alcune tra le maggiori orchestre del Dantone, Gelmetti, Gergiev, Hogwood, Luisi, mondo, tra cui la Nhk Symphony di Tokyo, la Phi- Luisotti, Oren, Pidò, Sado, Steinberg, Tate e infine ladelphia Orchestra, la Cleveland Orchestra, la Na- Gianandrea Noseda, che dal 2007 ricopre il ruolo tional Symphony Orchestra, la Toronto Symphony di Direttore musicale del Teatro Regio. Ha inoltre Orchestra, la Filarmonica della Scala e l’Orchestra accompagnato grandi compagnie di balletto come dell’Accademia di Santa Cecilia, oltre ai Wiener quelle del Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Symphoniker, all’Orchestre de Paris. Ha diretto i Pietroburgo. Berliner Philharmoniker, i Münchner Philharmo- Numerosi gli inviti in festival e teatri stranieri; niker, i Wiener Philharmoniker al Festival di Sali- negli ultimi anni è stata ospite, sempre con la di- sburgo e alla Royal Opera House - Covent Garden rezione del maestro Noseda, in Germania, Spagna, di Londra. Dal 2002 è ospite regolare del Metro- Austria, Francia e Svizzera. Nell’estate del 2010 ha politan di New York dove ha diretto diverse nuove tenuto una trionfale tournée in Giappone e in Cina produzioni. Nella primavera del 2017 ha debuttato con La traviata e La bohème, un successo ampia- all’Opernhaus di Zurigo con una nuova produzione mente bissato nel 2013 con il “Regio Japan Tour”. dell’Angelo di fuoco di Prokof ’ev acclamata dalla cri- Nel 2014, dopo le tournée a San Pietroburgo ed tica internazionale. Edimburgo, si è tenuto a dicembre il primo tour L’intensa attività discografica di Noseda è ini- negli Stati Uniti e in Canada. Tre gli importanti ziata nel 2002 con l’etichetta Chandos, per la quale appuntamenti internazionali nel 2016: i complessi ha realizzato una quarantina di registrazioni disco- artistici del Teatro sono stati ospiti d’onore al 44°
Hong Kong Arts Festival, poi a Parigi e a Essen, Boris Godunov, Un ballo in maschera, I Vespri sicilia- infine allo storico Savonlinna Opera Festival. La ni, Don Carlo, Faust, Aida, La bohème, L’incoronazio- scorsa stagione, dopo le tappe a Ginevra e a Luga- ne di Dario e Leggenda. no, ha visto l’Orchestra impegnata in un concerto a Tra le incisioni discografiche più recenti, tutte Buenos Aires e il Regio ospite per la seconda volta al dirette da Gianandrea Noseda, figurano la Seconda Festival di Edimburgo con quattro recite di Bohème, Sinfonia di Mahler (Fonè), il cd Fiamma del Belcan- tre di Macbeth (riproposto in forma di concerto a to con Diana Damrau (Warner-Classics/Erato), Parigi) e la Messa da Requiem di Verdi. Nel set- recensito dal «New York Times» come uno dei 25 tembre 2017 si è infine tenuta la prima tournée in migliori dischi di musica classica del 2015, due cd Medioriente, con tre rappresentazioni di Aida alla verdiani con Rolando Villazón e Anna Netrebko Royal Opera House di Muscat, in Oman. e uno mozartiano con Ildebrando D’Arcangelo L’Orchestra e il Coro del Teatro hanno una in- (Deutsche Grammophon); Chandos ha pubblicato tensa attività discografica, nell’ambito della quale si Quattro pezzi sacri di Verdi e, nell’ambito della col- segnalano diverse produzioni video di particolare lana «Musica Italiana», due album dedicati a com- interesse: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana Lecouvreur, posizioni sinfonico-corali di Petrassi.
Teatro Regio Walter Vergnano, Sovrintendente Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico Gianandrea Noseda, Direttore musicale Orchestra Violini primi Viole Ottavino Trombe Sergey Galaktionov * Enrico Carraro * Roberto Baiocco Sandro Angotti * Marina Bertolo Alessandro Cipolletta Flauti Enrico Negro Edoardo De Angelis Gustavo Fioravanti Federico Giarbella * Marco Rigoletti Andrea Del Moro Maria Elena Eusebietti Maria Siracusa Tromboni Marcello Iaconetti Clara María García Vincent Lepape * Barrientos Oboi Enrico Luxardo Luigi Finetto * Enrico Avico Virginia Luca Marco Tempesta Miriam Maltagliati Alma Mandolesi Stefano Simondi Paolo Manzionna Roberto Musso Euphonium Corno inglese Sara Molinari Stefania Pisanu Alessandro Cammilli Domenico Toteda Alessio Murgia Nicola Russo Tuba Ivana Nicoletta Clarinetti Marcello Schiavi Rudy Colusso Luigi Picatto * Valentina Rauseo Francesco Vernero Luciano Meola Timpani Tommaso Santini Violoncelli Raúl Camarasa * (anche clarinetto piccolo) Daniele Soncin Relja Lukic * Marta Tortia Clarinetto basso Percussioni Alfredo Giarbella Lavinio Carminati Giuseppe Tripodi Edmondo Tedesco Davide Dattoli Massimiliano Francese Ilario Fantone Fagotti Violini secondi Enrico Femia Amedeo Fenoglio Nicolò Pallanch * Marco Polidori * Marco Bottet Andrea Carattino Giuseppe Massaria Tomoka Osakabe Gordon Fantini Arpa Armando Matacena Bartolomeo Angelillo Elena Corni * Marco Mosca Controfagotto Paola Bettella Paola Perardi Orazio Lodin Antonella D’Andrea Sara Anne Spirito Anna Rita Ercolini Corni Contrabbassi Ugo Favaro * Valentina Favotto Davide Botto * Pierluigi Filagna Giorgia Grace Ghio Atos Canestrelli Fabrizio Dindo Francesco Gilardi Andrea Cocco Giacomo Bianchi Ekaterina Gulyagina Kaveh Daneshmand Evandro Merisio Fation Hoxholli Marko Lenza Eros Tondella Lyn Vladimir Mari Michele Lipani Paola Pradotto Mauro Quattrociocchi Seo Hee Seo Stefano Schiavolin * Prime parti Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Sergey Galaktionov (violino Giovanni Battista Guadagnini, Torino 1772), Marco Polidori (violino Alessandro Gagliano, Napoli 1725 ca.), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.), Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano 1751), Relja Lukic (violoncello Giovanni Francesco Celoniato, Torino 1732) e Bartolomeo Angelillo (violino Bernardo Calcanius, Genova 1756). Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola. © Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 1
Sabato 21 Ottobre 2017 ore 20.30 Lunedì 22 Gennaio 2018 ore 20.30 Venerdì 27 Aprile 2018 ore 20.30 GIANANDREA NOSEDA GIANANDREA NOSEDA MICHELE MARIOTTI Orchestra del Teatro Regio Filarmonica Claudio Fenoglio maestro del coro Musica di Gustav Mahler Teatro Regio Torino Orchestra e Coro Lunedì 13 Novembre 2017 ore 20.30 Programma a sorpresa del Teatro Regio Con il contributo della Fondazione CRT Musiche di Johannes Brahms, Franz Schubert DONATO RENZETTI I CONCERTI Filarmonica Sabato 24 Febbraio 2018 ore 20.30 Domenica 20 Maggio 2018 ore 20.30 Teatro Regio Torino GIANANDREA NOSEDA PINCHAS STEINBERG Musiche di Leonard Bernstein, Aaron Copland, Orchestra del Teatro Regio Claudio Fenoglio maestro del coro George Gershwin Musiche di Richard Strauss Orchestra e Coro Sabato 25 Novembre 2017 ore 20.30 Mercoledì 28 Febbraio 2018 ore 20.30 del Teatro Regio MAREK JANOWSKI Musica di Felix Mendelssohn-Bartholdy Orchestra del Teatro Regio KARL-HEINZ STEFFENS Gianluca Cascioli, Enrico Pace pianoforti Musiche di Richard Wagner, Robert Schumann Orchestra del Teatro Regio APPUNTAMENTO STRAORDINARIO Lunedì 18 Dicembre 2017 ore 20.30 Musiche di Detlev Glanert, Ludwig van Beethoven Venerdì 25 Maggio 2018 ore 20.30 TIMOTHY BROCK Sabato 26 Maggio 2018 ore 20.30 Venerdì 30 Marzo 2018 ore 20.30 Filarmonica MARCO PAOLINI Teatro Regio Torino NICOLA LUISOTTI MARIO BRUNELLO Artur Ruciński baritono Orchestra del Teatro Regio FRANKIE HI-NRG MC Proiezione del film La febbre dell’oro di Charlie Chaplin, con esecuzione dal vivo della colonna sonora Musiche di Charlie Chaplin Musiche di Gustav Mahler #Antropocene Venerdì 22 Dicembre 2017 ore 20.30 Marco Paolini voce narrante Giovedì 5 Aprile 2018 ore 20.30 Mario Brunello direttore e violoncello PINCHAS STEINBERG SERGEY GALAKTIONOV Frankie hi-nrg mc voce concertante e testi rap Andrea Secchi maestro del coro Anita Maiocco voce bianca Sergey Galaktionov violino Orchestra del Teatro Regio Orchestra e Coro Orchestra del Teatro Regio Musiche di Mauro Montalbetti Una coproduzione Teatro Massimo di Palermo, del Teatro Regio Musiche di Bruno Bettinelli, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Teatro Regio Torino, Romaeuropa Festival e Fondazione Musica per Roma, Musiche di Leonard Bernstein, Antonín Dvořák Franz Schubert - Gustav Mahler Teatro di San Carlo di Napoli 17 2018 Main partner Digital partner
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