EDMOND HALLEY Londra, Greenwich, 8 novembre 1656 - 14 gennaio 1742 - Unibo
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UN GIOVANE ASTRONOMO • Nasce ad Haggerston, Londra. Figlio di un ricco commerciante di sapone originario del Derbyshire. • Frequenta la St. Paul’s School, mostrando da subito interesse per la matematica e l’astronomia. • Nato curioso, non teme ciò che tutti temono e osserva con stupore e meraviglia l’apparizione della cometa del 1664. • Nel 1673 si iscrive al Queen’s College di Oxford.
I PRIMI ANNI AD OXFORD Egli aveva sviluppato un sistema di Appena arrivato ad Oxford, conosce numerazione per catalogare le stelle. John Flamsteed, il primo Compito di Halley era appunto astronomo reale della storia utilizzare queste regole per stilare un inglese (1675), e diventa il suo catalogo delle stelle dell’emisfero assistente all’Osservatorio Reale Nord. Quello che poi verrà di Greenwich pubblicato nel 1712 come «Historia coelestis Britannica».
SANT’ELENA • Nel 1675 decide di lasciare Oxford per intraprendere un viaggio verso l’isola di Sant’Elena, nell’Atlantico Meridionale. Il suo intento è quello di catalogare per la prima volta le stelle dell’Emisfero Australe. • Dopo un viaggio di 3 mesi arriva sull’isola nel febbraio 1677 • Munito di un sestante di 1.7 m di raggio e di cannocchiali telescopici per misurare la distanza angolare fra coppie di stelle. Si costruisce il suo osservatorio sull’isola. • Si trattiene per 12 mesi a causa delle condizioni metereologiche avverse. • Osserva i transiti di Marte (7 novembre) e Venere, realizzando che quest’ultimo può essere utilizzato per stimare la distanza tra Terra e Sole. • Osserva anche 3 “nebulose”, compreso l’ammasso stellare aperto nello Scorpione (oggi M7) e l’ammasso di Omega Centauri. Scrive nei resoconti che le Nubi di Magellano ”riproducono esattamente il biancore della Via Lattea e osservate al telescopio mostrano qua e là piccole nubi e qualche stella, che ritengo siano responsabili del bagliore bianco, come nel caso della Galassia”.
«THE SOUTHERN TYCHO» • Halley fa ritorno nel Regno Unito e il suo lavoro attira l’attenzione di molti uomini di scienza e non solo. Flamsteed paragona il suo lavoro a quello di Tycho Brahe. • Pubblica il resoconto della sua spedizione, il Catalogus Stellarum Australium, che raccoglie informazioni di posizione di 341 stelle fino ad allora sconosciute in Europa. • Grazie a questo suo meticoloso lavoro riesce a conseguire il Master a Oxford e viene eletto membro della Royal Society a soli 22 anni. E’ il membro più giovane, e viene subito incaricato di recarsi a Danzica per risolvere una disputa che coinvolgeva Johannes Hevelius e Robert Hooke.
• Nel 1686 Halley pubblica la seconda parte del resoconto della sua spedizione: un saggio e una carta sugli alisei e i monsoni. • I simboli usati per rappresentare l’andamento dei venti esistono ancora nella maggior parte delle LE C ARTE rappresentazioni di carte METEOROLOGICHE meteorologiche di oggi. • Identificò nel riscaldamento solare la causa dei moti atmosferici. • Stabilì anche la relazione fra la pressione barometrica e l'altezza sul livello del mare.
IL MOTO DEI PIANETI • Nel 1682 Halley sposa Mary Tooke, insieme avranno 3 figli e con loro vivrà a Islington, un borgo a nord di Londra • In quel periodo trascorre maggior parte del suo tempo a effettuare osservazioni sul moto lunare, ma nei caffè londinesi, centri culturali e di scambio di idee del tempo, il confronto con i colleghi è inevitabile. (gennaio 1684) • Edmond Halley, Christopher Wren e Robert Hooke «LA SCOMMESSA DEL MOTO DEI PIANETI» • Le leggi di Keplero non avevano formulazione matematica rigorosa, derivavano dalle osservazioni. • Wren e Halley ammettono di aver tentato per anni senza approdare a nessun risultato. • Hooke afferma di aver risolto il problema da tempo, ma si rifiuta di mostrare i calcoli.
• HOOKE Riteneva che la Terra non solo attraesse il Sole e la Luna e ne fosse attratta, ma che facesse lo stesso con tutti gli altri pianeti e questa forza fosse la stessa che manteneva unite le varie parti della Terra. Riteneva che la forza di attrazione tra i corpi diminuisse al crescere della distanza, non sapendo però affermare con certezza o chiarezza se si trattasse di distanza o distanza al quadrato. Non lo sapeva e considerava la distanza relativamente poco importante, semplicemente una questione marginale lasciata in sospeso. Esprime le sue idee sul moto dei pianeti nelle 3 supposizioni nell’appendice del suo Attempt to Prove the Motion of the Earth (1674): «tutti i corpi celesti indistintamente hanno un'attrazione o forza che gravita verso i propri Centri», «essi attirano anche tutti gli altri Corpi Celesti che si trovano nella sfera della loro influenza», «tutti i corpi di qualsiasi tipo che vengono messi in un moto diretto e semplice, continueranno il loro moto rettilineo e uniforme, fino a quando non verranno deviati e piegati da qualche altra forza efficace..», «queste forze attraenti sono tanto più potenti nell'operare, quanto più vicino ai propri Centri si trova il corpo sul quale agiscono». Hooke stesso dichiara nel 1674: «Finora, ciò che questi diversi gradi [di attrazione] sono, non ho ancora verificato sperimentalmente», e per tutta la sua proposta: «Al momento questo è solo un accenno», «avendo io sottomano molte altre cose che vorrei prima completare, e pertanto non posso troppo prendermi cura». Solo dopo essersi confrontato probabilmente con i colleghi della Royal Society, il suo pensiero fece un passo avanti, in una lettera inviata ad Isaac Newton nel 1679 scrive: «la mia supposizione è che l’attrazione sia in proporzione duplicata all’inverso della distanza».
• LA DOMANDA DI HALLEY E WREN Nell’opera Horologium oscillatorium, edita nel 1673, il fisico olandese Christiaan Huygens, aveva dimostrato che l’attrazione di un oggetto rotante (fionda del fromboliere) verso l’esterno era proporzionale alla velocità al quadrato divisa per il raggio. Considerando la terza legge di Keplero e approssimando a orbite circolari: " = & (2 )" " = & " 1 ∝ " La forma più probabile per la legge di attrazione era quella dell’inverso del quadrato. Ma le orbite descritte da Keplero non erano traiettorie circolari percorse a velocità costante, bensì ellissi con velocità variabili. La domanda cruciale di Wren e Halley era: una legge dell’attrazione verso il Sole che varia con l’inverso del quadrato della distanza avrebbe potuto dare origine alle orbite ellittiche descritte da Keplero?
AGOSTO 1684 • Halley decide di partire per Cambridge, per incontrare un brillante matematico, insegnante da più di 15 anni, che aveva teorizzato la natura della luce a soli 22 anni e che però si era praticamente ritirato dalla vita pubblica in seguito a una disputa con Hooke proprio sulle teorie della La nascente opera subirà luce, vivendo quasi recluso. molte modifiche e • Una volta arrivato a Cambridge lo trova rinchiuso nel suo integrazioni continue, studio, isolato e immerso in studi che lo avevano distolto diventando quasi dalle questioni più in luce dell’epoca. un’ossessione per Newton. Egli lo vede più come un • E’ Isaac Newton, colui che ha ormai da ben 5 anni la importante compito risposta alla domanda di Halley e dei suoi colleghi: il Sole, affidatogli da un amico, il la Luna, la Terra e tutti gli altri pianeti sono soggetti a una suo fine non è la forza di attrazione gravitazionale proporzionale all’inverso pubblicazione. del quadrato della distanza e ciò effettivamente porta questi corpi a orbitare su traiettorie ellittiche. • Halley si definisce «colpito da immensa gioia e stupore» e Halley riceve un chiede di poter vedere «senza indugio» i calcoli eseguiti da abbozzo di trattato di Newton. Questo non riesce a trovarli nel suo studio, ma sole nove pagine sul promette di farglieli avere dopo il suo ritorno a Londra. moto dei corpi nello spazio vuoto
ATTRAZIONE RECIPROC A E UNIVERSALE Dall’abbozzo ai Philosophiae naturalis • E’ la fine della visione del mondo cartesiana per principia mathematica: Newton: il mondo stipato di materia, un pieno • Non è solo il Sole che attrae i in cui tutti i corpi entrano in collisione senza pianeti ma anche viceversa soste contro i corpi vicini, si trasforma in un • Teorema del guscio sferico mondo vuoto. In esso corpi isolati vengono • Spiegazione delle maree: differente deviati dai loro percorsi dall’attrazione di altri reazione all’attrazione della Luna e corpi isolati, e la loro azione l’uno sull’altro del Sole di Terra solida e Terra agisce attraverso lo spazio vuoto. fluente. • Rigonfiamento equatoriale della Terra, spiegazione della precessione degli equinozi • Anomalie nella posizione angolare della Luna riscontate da Tycho Brahe. • Gravitazione Universale: la teoria delle comete
LA PUBBLIC AZIONE DEI PRINCIPIA • Nel dicembre 1684, Halley comunica ufficialmente alla Royal Society che la risposta a tutte le domande sulla gravitazione è stata trovata da Isaac Newton • La Royal Society attraversava un periodo di difficoltà economica, a causa della pubblicazione del De Historia Piscium dell’ornitologo e ittiologo inglese Francis Willughby. • Nel consiglio del 2 giugno dell’anno seguente si decide che la pubblicazione deve essere a carico dell’autore, così Halley si offre di finanziarla completamente. • Newton era ancora scettico riguardo la pubblicazione a causa delle controversie con Hooke. Alexis Clairaut, uno dei primi e più eminenti successori di Newton nel campo degli studi gravitazionali (diede per primo una soluzione approssimata del problema dei tre corpi), dopo aver recensito gli scritti di Hooke, scrisse intorno al 1760 che essi manifestavano “quale distanza ci sia tra la verità intuita e la verità dimostrata”. • Forse al fine di incoraggiarlo, Halley compone una serie di poesie in esametri in Latino, in onore di Newton, una delle quali fa da prefazione a tutte le prime tre edizioni latine dell’opera (1687, 1713 e 1726), ma non compare nella prima edizione inglese del 1729.
Gli Argomenti che irritavano le menti degli antichi Sofisti, e che frustavano le accese e vane dispute dei nostri Dottori sono ora evidenti; alla luce della Ragione le nubi dell’ignoranza sono disperse dalla Matematica. Coloro sui quali la delusione getta il suo cupo manto funebre, rinati ora sulle ali che il Genio presta loro possono penetrare nelle dimore degli Dei e scalare le altezze dei Cieli. O uomini mortali! Evviva! Tu osservi la legge dei Cieli, Alzatevi! E, gettando via le vostre cure terrestri, e ciò che bilancia la Massa divina, apprendete la potenza della Mente celeste, e computi anche le leggi generali che Giove, il suo pensiero e la vita lontana dal gregge rinchiuso! Creatore dell’universo, non volle violare, ma pose a eterno fondamento della sua opera. Colui che con le tavole delle leggi una volta bandì il furto e l’omicidio, che soppresse Gli intimi recessi dei cieli conquistati sono ora palesati, l’adulterio e i Crimini di spergiuro; né più nascosta è la Forza che fa girare i Pianeti più lontani. e mise i popoli vaganti nelle città cinte da mura Il Sole seduto sul suo trono comanda a tutte le cose fu il Fondatore dello stato. Mentre colui di tendere verso di lui, né consente che il corso che con i doni di Cerere benedisse la razza umana, delle stelle sia retto, poiché attraverso il vuoto smisurato o colui che pigiando l’Uva ottenne un medicamento per la cura, si muovono, ma con Egli stesso al centro che dà loro velocità o colui che mostrò come sul tessuto fatto dalle canne lungo Ellissi immobili. Ora conosciamo quanto rapido che crescono lungo il Nilo si possano scrivere simboli sia il moto delle temute Comete; né più siamo presi di suoni e così esporre agli Occhi le Voci; l’umana sorte illuminò, dal panico di fronte all’apparire di Stelle barbute. bilanciando così le miserie della vita con qualche felicità. Ma ora siamo ammessi al banchetto degli Dèi, gli alti Finalmente apprendiamo perché l’argentea Febe affari dei Cieli ci è concesso trattare, e ora sembrava una volta procedere con passo irregolare, l’immutabile ordine della Terra e delle cose ci è chiaro, come se disprezzasse di adattare il suo cammino e tutti i tempi prima nascosti della sua storia ci appaiono. ai numeri degli Astronomi antichi; perché regrediscono i Nodi, e perché progrediscono gli Equinozi. Grazie a Talia celebrate con me cantando, e apprendiamo con quali Forze la vagante Cinzia voi che ora vi nutrite del nettare celeste, costringe i flussi e riflussi delle onde ribelli del Mare, NEWTON che ha aperto con la chiave lo scrigno della verità, come ritrae le acque, come asciughi le rive sospette ai marinai; NEWTON caro alle Muse, nel cui puro cuore Febo che si guardano dalle pericolose rive sabbiose; è presente, con tutta la sua radiante mente Divina, e come invece porti i suoi frangenti alti sui litorali. né più vicino è lecito a un mortale avvicinarsi agli Dei. E. HALLEY
LA C AMPANA SUB ACQUEA • Nel 1691 Halley inventa una campana subacquea, una camera a tenuta stagna sostenuta da un cavo, aperta sul fondo, che veniva calata sott'acqua e permetteva a chi si trovava all’interno di respirare e rimanervi per lungo tempo. • La camera, che veniva riempita d’aria attraverso tubi di pelle collegati alla superficie ed era zavorrata con barili pieni di piombo, era completa anche di una finestra per l’esplorazione. • Halley è ricordato anche come uno dei primi casi documentati di trauma all’orecchio medio per una prova che fece con 5 compagni nella campana. (4 ore nel Tamigi a 18 m di profondità)
IL MAGNETISMO TERRESTRE • Lo stesso anno Halley diventa professore Saviliano di Astronomia a Oxford (Nel 1703 lo diventerà anche di Geometria) e presenta alla Royal Society un modello funzionante di bussola magnetica riempita di liquido per smorzare l’oscillazione dell’ago magnetico. • Nei Philosophical Transactions of Royal Society of London (1692) propone l'idea che la Terra sia formata da un guscio esterno spesso 800 km, con due altri gusci interni concentrici e un nocciolo centrale. Questi gusci hanno le dimensioni dei pianeti Venere, Marte e Mercurio, e sono separati da atmosfera. Ogni guscio ha i suoi poli magnetici, e i vari gusci ruotano a velocità differenti. • Halley propone questa teoria per cercare di spiegare alcuni risultati anomali ottenuti dalla bussola, per poi spingersi a teorizzare che l'atmosfera interna sia luminescente, che i continenti interni siano abitati e che i gas sfuggiti dai passaggi ai poli siano la causa dell'aurora boreale. “Auroral rays are due to particles, which are affected by the magnetic field, the rays parallel to Earth’s magnetic field.”
LA SPEDIZIONE PARAMORE • Per i suoi studi sulle declinazioni magnetiche nella Manica, Halley aveva ottenuto il titolo di capitano della Royal Navy. • Nel 1698 riceve l'incarico di capitano della His Majesty's Ship Paramore per fare approfondite osservazioni sulle condizioni del magnetismo terrestre. • La prima partenza fallisce così viene riorganizzata per il settembre dell’anno successivo. Il viaggio nell’Oceano Atlantico dura due anni, si estende da 52 gradi di latitudine nord a 52 gradi sud: dall'Europa al Brasile, da Antigua al Sud Africa, al Nord America. I risultati vengono pubblicati nella Carta Generale delle Variazioni della Bussola nel 1701. E’ la prima carta di questo tipo ad essere pubblicata e la prima su cui appaiono le isogone, o linee Halleiane, che congiungono i punti della Terra che hanno uguale declinazione magnetica.
DEMOGRAFIA, FILOLOGIA E STORIA • Nel 1693 pubblica un articolo sulle rendite vitalizie, un'analisi dell'età di morte a partire dagli archivi di una città tedesca nota per tenere una documentazione meticolosa. (Breslau) Questo permise al governo britannico di vendere le rendite vitalizie ad un prezzo adatto, basato sull'età dell'acquirente. Il lavoro di Halley influenzò fortemente lo sviluppo della demografia. • L'interesse di Halley per la scienza greca ne fece anche un filologo ed editore di antichi trattati. Nel 1706 cura l'edizione del De sectione rationis di Apollonio di Perga. Poiché l'opera di Apollonio si era conservata solo in traduzione araba, egli aveva imparato l'arabo per poterla tradurre. Nel 1710 pubblica un'edizione delle Coniche, alla quale aggiunge il De sectione cylindri et coni di Sereno di Antinoe. La sua traduzione dall'arabo in latino degli Sphaerica di Menelao di Alessandria apparve solo postuma, nel 1758. • Nel 1720, Halley si occupa insieme all’amico William Stukeley di stimare la datazione di Stonehenge, convinto che i vari componenti del monumento fossero stati disposti utilizzando una bussola magnetica e controllando le variazioni magnetiche ottengono tre possibili date: 460 BC, 220 AD, 920 AD. Anche se sono date che oggi sappiamo essere sbagliate di migliaia di anni, si tratta in effetti di una delle prime applicazioni del metodo scientifico alla datazione dei monumenti storici.
L’UNITA’ ASTRONOMIC A E LE STELLE «FISSE» • Nel 1716 Halley mette a punto un metodo sperimentale per misurare in modo accurato la distanza media della Terra dal Sole. Il metodo proposto si basava sul fenomeno della parallasse che può essere misurata in occasione del transito del pianeta Venere davanti al Sole quando l’osservazione viene compiuta da due punti molto distanti in latitudine sulla superficie terrestre. Halley è anche il primo a • Halley propose di cronometrare i tempi T e T’ scoprire il moto proprio delle impiegati da Venere durante il transito da A a B e stelle "fisse", comparando le sue da A’ a B’. I segmenti AB e A’B’ hanno diversa misurazioni astrometriche con lunghezza e quindi saranno diversi anche T e T’ . Si quelle riportate nell'Almagesto. può dimostrare che la differenza tra i tempi è collegata alla distanza angolare tra AB e A’B’ dalla Arturo e Sirio in particolare si quale poi è possibile ricavare la misura dell’Unità erano spostate in modo Astronomica. L’idea di Halley era estremamente significativo, quest’ultima ingegnosa poiché una differenza di tempo si avanzando di circa 30 arcmin poteva misurare in modo molto accurato con i cronometri a disposizione nella sua epoca. verso sud in 1800 anni.
LE COMETE • Già durante il suo periodo di assistenza a Flamsteed, Halley si era preoccupato della questione delle comete. I primi calcoli d’orbita erano stati fatti sulla Kirch Comet nel 1682, ma si erano rivelati inaccurati. La cometa era stata scoperta per la prima volta da Göttfried Kirch il 14 novembre 1680. I calcoli di Halley avrebbero indicato una periodicità di 575 anni. Oggi sappiamo che invece la cometa di Kirch ha un periodo di circa 9400 anni. • Si sapeva ben poco sulla natura del moto delle comete a quel tempo, esse erano ancora strettamente legate a eventi catastrofici e a calamità. • Hooke, nel libro Cometa aveva ipotizzato che la materia che formava le comete potesse perdere la sua forza di attrazione a causa di un «rimescolamento» della sua materia interna. • Era molto difficile immaginare in tre dimensioni orbite del genere solo attraverso le osservazioni dalla Terra: si pensava che gli «archi massimi» descritti dalle comete non fossero altro che proiezioni apparenti sulla sfera celeste di moti rettilinei. La cometa diretta verso il Sistema Solare si avvicinava con moto accelerato in linea retta e dopo aver leggermente deviato il suo percorso in prossimità del Sole proseguiva in linea retta uscendo dal Sistema Solare. • Flamsteed era stato il primo a pensarla in modo diverso: il 10 dicembre 1680 era stata vista per la prima volta una cometa che si allontanava in direzione opposta dal Sole. Egli affermò che si trattasse della stessa cometa respinta dal vortice solare per effetto della «relazione magnetica» tra i due corpi. • Newton in risposta alla lettere di Flamsteed affermava che la cometa fosse la stessa, ma fosse invece passata dietro il Sole. Nei Principia Newton aveva mostrato che le comete obbedivano a regole precise e si muovevano su sezioni coniche, anche se le loro orbite non erano paragonabili a quelle dei pianeti. Erano cosi ellittiche che in prossimità del Sole erano approssimabili a parabole. Una volta transitata vicino al Sole una cometa si sarebbe allontanata su un orbita che però l’avrebbe riportata all’interno del sistema planetario un giorno, con traiettoria modificata, ma con caratteristiche comunque simili (6 parametri orbitali costanti).
LA COMETA DI HALLEY • Esistevano esempi storici di questa conservazione? • Halley intraprende subito questa accurata ricerca, consultando registri di osservazioni astronomiche e raccogliendo testimonianze oculari e presenta i risultati nel Synopsis Astronomia Cometicae, articolo pubblicato nel 1705, che raccoglieva i parametri orbitali di 24 comete osservate dal 1337 al 1698.
Già una decina anni prima, il 3 giugno 1696, nel corso di una Per eliminare ogni dubbio si rese I dati raccolti sui tre passaggi così necessario conoscere con riunione della Royal Society, documentati della cometa maggior precisione la data del Halley aveva annunciato che ritorno: il matematico francese A. C. portarono Halley a predirne secondo i suoi calcoli, le il ritorno per il 1758. Clairaut affrontando il problema comete del 1531, del 1607 delle perturbazioni dell'orbita della e del 1682 avevano orbite del Successivi calcoli mostrarono cometa in modo quantitativo e non però che nel passaggio del solo qualitativo come aveva fatto tutto simili. Le posizioni dei 1682, la cometa si era perieli, le inclinazioni dei piani Halley. Egli tenne conto dell'azione avvicinata a Giove al punto di di Giove e di Saturno. I orbitali su quello dell'eclittica e dover modificare la velocità numerosissimi calcoli necessari le distanze dal Sole furono svolti dai suoi 2 assistenti con cui percorreva l'orbita. Il mostravano come molto successivo periodo sarebbe venticinquenni, Lalande e Lepaute: vi probabile che si trattava di una dovuto così essere più lungo impiegarono ben sei mesi. Secondo stessa cometa in moto attorno questi calcoli, la cometa sarebbe del solito. La previsione che la dovuta passare al perielio attorno al Sole su un'orbita ellittica, cometa sarebbe dovuta al 13 aprile 1759. L'errore di tale con un periodo di circa 75 riapparire verso la fine del previsione, dovuto a perturbazioni anni. Il sospetto che aveva 1758 o al principio del 1759. secondarie, non poteva essere avuto prima si mostrò così ben maggiore di un mese. fondato.
IL RITORNO E LE CONSEGUENZE • La cometa tornò la notte di • La predizione di Halley ebbe Natale del 1758. A scoprirla fu importanti conseguenze: Johann Georg Palitzsch, un agricoltore appassionato di astronomia che viveva 1. la periodicità aveva dimostrato in un paese della Sassonia. Il primo che le comete sono corpi del professionista a osservarla fu invece sistema solare, proprio come i Charles Messier, astronomo cercatore pianeti. di comete parigino. Scomparve nei raggi 2. la sua orbita ellittica molto del Sole verso la metà del mese di eccentrica diede un nuovo punto febbraio, passò al perielio il 13 a favore del sistema copernicano. marzo e riapparve all'inizio di aprile per poi scomparire nuovamente ai 3. la legge della gravitazione primi di giugno. universale si era dimostrata essere realmente universale: • Furono studi accurati di numerosi agisce anche a distanze astronomi e matematici a svelare che si inaccessibili all'occhio umano e trattava proprio della stessa cometa non riguarda solo i maggiori apparsa nel 1531, nel 1607 e nel 1682. corpi del sistema solare. Halley aveva avuto ragione e il passaggio al perielio era avvenuto entro l'errore 4. la precisione della previsione fu il di incertezza annunciato da Clairaut. Da massimo trionfo pubblico di quel momento la Cometa porta il Halley e di tutto il nome di Halley. newtonianesimo.
GLI ULTIMI ANNI • Halley succede a Flamsteed nella carica di Astronomo Reale il 9 febbraio del 1720. • All'età di 63 anni riprende il suo progetto di osservazioni della Luna sperando di trovare un metodo per il calcolo della longitudine in mare, problema tanto sentito a quel tempo. Conclude il suo lavoro poco prima di morire, a Greenwich il 14 gennaio 1742. • E’ stato sepolto nella St. Margaret's Church a Lee, nel sud-est di Londra. La lapide originale è stata trasferita in seguito alla ristrutturazione della chiesa ed è ora possibile vederla sulla parete meridionale della Camera Obscura dell’Osservatorio Reale di Greenwich. Targa dedicata ad Halley nella Westminster Abbey
PER APPROFONDIRE / PER RIASSUMERE Storia dell’Astronomia – Michael Hoskin Cosmos: A Spacetime Odyssey – puntata n.3 («When Knowledge Conquered Fear») Great Astronomers: Edmond Halley – Sir. Robert S. Ball
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