LA FIERA AGRICOLA A BORGO SAN LORENZO - UNA MOSTRA CHE VIENE DA LONTANO . - OK!Mugello
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LA FIERA AGRICOLA A BORGO SAN LORENZO UNA MOSTRA CHE VIENE DA LONTANO….. La Fiera è menzionata negli Statuti di Borgo San Lorenzo, redatti nel 1374, dunque, la sua origine è molto antica. Veniva fatta il 29 di agosto, nel giorno di San Giovanni Decollato, e questi dati ci confermano come, già in quell'epoca lontana, fosse già in atto la propensione del territorio all'allevamento degli animali da carne e da lavoro. Nell'occasione venivano messe in vendita granaglie, vino e formaggi, ma soprattutto si contrattavano animali quali pecore, bovini, cavalli, asini, muli e maiali. Una manifestazione che rivestiva una grande importanza per il Comune, tanto, che veniva reclamizzata 15 giorni prima del suo svolgimento in tutti i luoghi del Mugello, a Prato, a Empoli, a Figline, a Firenzuola, a Marradi e a Palazzuolo. La festa durava tre giorni e va rilevato come per l'occasione fossero previste ampie immunità ai partecipanti che venivano da fuori. Alla fiera dovevano partecipare obbligatoriamente tutti gli artigiani e i commercianti della Lega ed era vietato loro, in tale occasione, di andare ad altre fiere e mercati. Tratto da: Come et quando si de’ fare la fiera al Borgo a San Lorenzo rubrica 4. La fiera dal Borgo continuamente si faccia il dì di San Iohanni decollato ch’è sempre a dì XXVIIII di agosto, la qual per lo Podestà o notaio della decta Lega e’l Gonfaloniere insieme co’ consoli del comune dal Borgo sien tenuti et debbono farla bandire del decto mese, XV dì inanzi a la decta festa et fiera, per tutti i mercati di Mugello et a Prato et a Empoli, a Feghine et a Firenzuola et a Marradi et a Palazzuolo, sotto vincolo di loro giuramento come ella debba bastare ed dì della decta festa et uno d’ inanzi et un dì adietro. Et la decta festa si dè guardare alle spese del comune del comune dal Borgo e niun che venga a la decta fiera possa esser offeso anzi sia difeso da decta lega a le spese della decta lega. Et che niuno debitore d’altrui, salvo che del comune di Firenze, possa esser costretto o gravato, in persona o avere, durante la fiera predecta co’ decti dì. Et che niuno artefice della lega dal Borgo il dì della festa della decta fiera possa né debba andare ad alcuno altro mercato o fiera, a la pena di soldi C a chiunque v’andasse. Et che ogni artefice usato ad andare a’ mercati la mattina a buon’ora, cioè a la campana del dì, cioè la mattina della decta festa, a la pena di soldi XL, colla sua mercantia debba andare in su il mercatale di Borgo. E’l Gonfaloniere co’ consoli dal Borgo et col notaio del Podestà della decta lega debbano rasegnare i decti artefici, a la pena di soldi XL, per ciaschuno di loro se non facessono la decta rasegna, et chui troverano non osservi raportino al Podestà o oficiale della decta lega, a la quale rasegna non sien tenuti i bovattieri né bestiali, per insino a meza terza il decto dì.
Poche le notizie riguardanti la Fiera nel corso dei secoli successivi. In un raro documento manoscritto del 1742 di fa riferimento alla “Grande Fiera” che si svolgeva a Borgo San Lorenzo, spostata al 25 ottobre. E’ comunque attendibile che la Fiera si sia svolta con sufficiente regolarità nel corso dei secoli intercorrenti e che poi, nell’evoluzione agricola – tecnologica e chimica del XIX secolo che ha investito anche il Mugello, soprattutto dopo l’Unità d’Italia nel 1861, abbia maturato sviluppi più concreti e quantitativi e qualitativi come attestano le maggiori fonti reperite. Corre rimarcare che le Fiere del bestiame erano ricorrenti in diversi luoghi della vallata mugellana, alcune anche contenute per frequenza e entità di mercato. Alla fine dell'Ottocento in Mugello le razze dei bovini erano principalmente due: quella locale, la Calvana, frutto di un incrocio fra la Chianina e la Romagnola, impiegata nel lavoro, e la razza Bruno Alpina importata in Mugello all'inizio di secolo XX principalmente come mucca da latte. Le organizzazioni agricole mugellane, nate sulla spinta dell’evoluzione nazionale, come L’Associazione Agricola Mugellana, che poi evolverà in Associazione Agricola Industriale Mugellana, furono tra le protagoniste principali dello sviluppo qualitativo e dimensionale della Fiera. L’attività, nel XX secolo, si intensificherà molto, fino a ridosso della fine degli anni 50. Con l’abbandono delle campagne e lo spopolamento della valle si concreterà una battuta d’arresto per un ventennio. Già alla fine degli anni 70 e, poi, dagli anni 80 in maniera crescente, si assisterà ad un ritorno ad occuparsi della campagna mugellana fino a sviluppare, oggi, autentiche eccellenze in termini di prodotti agricoli e dell’allevamento che, uniti alla antica sapienza preservata, fanno del Mugello una terra singolare per alta qualità e cultura eno-gastronomica. Questo ben si coniuga al patrimonio artistico – culturale ereditato, al paesaggio, alle grandi opere infrastrutturali e imprenditoriali, alla ricettività sportiva e alla, complessivamente, ottima qualità della vita. Non può sfuggirci che la tenacia delle genti mugellane nel “rimboccarsi le maniche” per far nuovamente assurgere a “nuovo Rinascimento” la propria terra è, ancora oggi, testimoniata da occasioni come la Fiera Agricola Mugellana, rinata nel 1980 e, in maniera stabile, da associazioni come il “Gruppo d’Erci” che, con grande tenacia, hanno preservato la secolare cultura agricola della valle rendendocela, oggi, nuovamente florida e rinnovata.
L’ULTIMO MUGELLO Nel XX secolo, da molti detto il “secolo breve”, l’appendice dei primi 15 anni del XIX secolo, la cosidetta “Belle Epoque”, rientrano ancora nel “lento vivere” dell’ottocento e, da qui, partiamo, col supporto della fotografia, a raccontare la Fiera Agricola fino ai giorni nostri. E’ l’Ultimo Mugello, già usato come adeguato titolo di un libro, che ci dipinge quel periodo a chiudere un’epoca per aprirne un’altra. Fotografie tratte da: Caro veccho Borgo (1989) e L’ultimo Mugello (1994) di Aldo Giovannini Fiera Agricola Mugellana – 7 agosto 1900 – Piazza Dante Alighieri La piazza, ancora a terra battuta, aveva sostituito la Piazza del Mercato come luogo deputato alle grandi fiere.
Alcuni componenti dell’Associazione Agricola industriale mugellana ed alcune autorita’. Si riconoscono, da sinistra, il cav. Chino Chini, il prof. Giuseppe Gori-montanelli, l’onorevole gerino gerini, il cav. Maurizio borri, l’avvocato carlo ciamponi, il dottor Giuseppe sivieri, egidio ciampi e il cav. Giuseppe maganzi-baldini. Durante la seconda Mostra Zootecnica, inaugurata il 18 settembre 1906, sarà montato un grande padiglione realizzato nel piazzale del bestiame (la composizione artistica e la realizzazione è opera delle Fornaci Chini, come vediamo schematizzata nell’immagine sottostante). La mostra, che avrà la durata di sei giorni, vedrà l’allestimento di attrezzi agricoli, nuovi macchinari per l’agricoltura, prodotti tipici della terra mugellana e negli ultimi due giorni ci saranno due grandi mostre di animali bovini, suini ed equini.
Fiera Agricola Mugellana – 8 giugno 1907 Contadini con i manzi all’uscita dell’esposizione L'Associazione Agricola Mugellana promosse, il 29 agosto 1913 a Borgo San Lorenzo, sempre in Piazza Dante, una Esposizione Zootecnica Regionale, riservata ai produttori mugellani e della Val di Sieve. Furono due anni di intensa preparazione, con risultati di gran rilievo. Alla presenza dei maggiori possidenti della zona, quali il senatore Cambray Digny, il deputato Filippo Torrigiani e il deputato provinciale Pietro Bartolini Salimbeni Vivaj, furono presentati 387 bovini, 42 bovi da lavoro, 52 bovi di montagna e 18 mucche da latte; inoltre 12 cavalli, 231 ovini, 15 suini e vari animali da cortile. Nell'occasione, presero la parola alcuni oratori, che sottolinearono l'importanza di introdurre in Mugello, nuovi sistemi di allevamento e di produzione. Nella prima foto, La composizione dell’emblema posto all’ingresso del padiglione della fiera agricola. La composizione a “festone” con i frutti della terra mugellana è opera delle Fornaci Chini. Nella seconda foto, il corpo centrale del grande padiglione espositivo disegnato dall’ingegnere Niccolò Niccolai e decorato dalle Fornaci Chini dove è ora il palazzo municipale.
Padiglione Principale Padiglione espositivo del bestiame Un contadino con tre bovi mentre, nel viale della stazione, scende in paese L’infuriare della Grande Guerra dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918 e, poi, lo squasso del tremendo terremoto del 29 giugno 1919, non permisero mostre significative se non quelle, minime, legate ai mercati settimanali sempre ricorrenti.
IL FASCISMO E IL SECONDO DOPOGUERRA, FINO ALL’ABBANDONO Il fascismo esaltò il tono dell’agricoltura con l’organizzazione di importanti iniziative e di altrettante opere di propaganda che volevano apparire modernizzatrici. Non mancarono Fiere, Mostre locali, di fattoria ed interpoderali, che sottolineavano l’importanza di un’Italia agricola e della produzione che, dalla metà degli anni 30, fu principalmente autarchica. L’autosufficienza alimentare, ricercata con insistenza, comportò anche l’intensificazione e l’ulteriore selezione di prodotti e di allevamento. Borgo San Lorenzo – Piazzale Curtatone – 1930 – Una grande giornata motorizzata con macchine e trattrici agricole allestita in occasione dell’arrivo in stazione del “treno azzurro” o “autotreno del grano”. Borgo San Lorenzo – 1938 – La “giornata dei Rurali” dedicata all’agricoltura. Sono convenuti in Piazza Adua i rappresentanti delle tante fattorie del Mugello. Si vedono: Poggiosecco, Palagio di Scarperia (Borghese), Rimorelli (Pecori-Giraldi), Vicchio (Santoni), Scaleo (Torrigiani-Scilla), Collina (Guglielmi-Negrotto-Cambiaso), Panicaclia e San Giovanni Maggiore (Penni – Martini-Bernardi), Rabatta (Martini-Bernardi),Cannicce (Istituto degli’Innocenti), Del Monte, Ronta (Sacchetti), Poggiolo (Lavaggi), Lutiano Vecchio (Brocchi), Palagiaccio (Ciolli), Pergole (Romanelli), Panna (Contini -Bonacossi), etc. etc.
San Piero a Sieve – 1937 – Mostra di bestiame nel parco di villa Corsini alle Mozzete. Borgo San Lorenzo – 1930 – Una manifestazione in occasione della vendemmia. Il carro allegorico, con contadini e contadine e il bambino con la divisa da balilla (particolare la figura dell’uomo con la folta barba e il cappello che pigia l’uva), fa parte della fattoria del Corniolo dei marchesi Torrigiani.
Il disastro della Seconda Guerra mondiale, assai devastante per l’intero Mugello, sospese ogni iniziativa per riprendere, timidamente, nel secondo dopoguerra. La contrapposizione sociale degli ultimi anni 40 e 50 non consentì momenti di grande attività promozionale, ma l’analisi si perse nel ricercare rimedi alla crisi, oramai conclamata, della società rurale legata alla mezzadria. Borgo San Lorenzo – 1959 – Piazzale Curtatone e Montanara – Piazza Gramsci. Una manifestazione agricola dei Coltivatori Diretti per la presentazione dei nuovi trattori Fiat 45/R. Borgo San Lorenzo – L’immagine evocativa della “fine di un tempo”. Un contadino al lavoro con la tradizionale coppia di buoi (anni 60 del XX secolo) e un nuovo insediamento produttivo nello sfondo.
LA RINASCITA Nel 1980, con piccoli passi e senza clamore, la Fiera Agricola Mugellana rinasce al Foro Boario. Coll’intensificarsi della rinnovata iniziativa agricola in Mugello, coniugata ai tanti sviluppi del territorio, nel giugno 1990, alla celebrazione della X edizione, si apprezza già il significato di questo appuntamento e il rilievo promozionale nonché il valore di riferimento regionale in tema di agricoltura ed allevamento, con tutte le numerose attività connesse. L’appuntamento si afferma, fin da allora, come annuale. Il Galletto, già allora affermato giornale quindicinale della valle, così ripetutamente si esprimeva:
IL XXI SECOLO Le foto sottostanti sono gentilmente concesse da Francesco Noferini. CONCLUDENDO Idealmente, unire un passato con un presente e farlo con una foto di un manzo mugellano dell’inizi del XX secolo, con un galletto mugellese sotto, che ci porta ad un’altra foto, con un altro manzo del XXI secolo accudito dal compianto Adriano Borgioli, una delle anime della contemporanea agricoltura mugellana, recentemente scomparso, di cui ci piace fare qui un ricordo.. Realizzato a cura di Fabio Margheri e con la collaborazione di Alfredo Altieri e Aldo Giovannini (23 settembre 2021)
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