LA DISFAGIA QUESTA SCONOSCIUTA - APPLICAZIONI PRATICHE PER IL DIETISTA - Regione Piemonte
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
LA DISFAGIA QUESTA SCONOSCIUTA APPLICAZIONI PRATICHE PER IL DIETISTA del PDTA DISFAGIA della REGIONE PIEMONTE Dietista M. V. Mancino S.C. Dietetica e Nutrizione Clinica Direttore f.f. Dott.ssa Antonella De Francesco A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino Orbassano 31 ottobre 2013
PDTA DEFIRE IL MIGLIOR PROCESSO ASSISTENZIALE RISPONDERE A SPECIFICI BISOGNI DI SALUTE RACCOMANDAZIONI RICONOSCIUTE CONTESTO LOCALE RISORSE DISPONIBILI
PDTA APPLICAZIONI PRATICHE DISFAGIA PER IL DIETISTA Si distingue in: DEFINISCE IL MIGLIOR - Descrizione generale PROCESSO - Metodologia ASSISTENZIALE - Criteri di eleggibilità e di inclusione - Inquadramento clinico della problematica trattata - Linee guida RISPONDERE A - Percorsi di riferimento SPECIFICI BISOGNI DI SALUTE - Indicatori - Allegati specifici per argomenti trattati DOCUMENTO COMPLETO RACCOMANDAZIONI RICONOSCIUTE INTEGRAZIONE FRA GLI OPERATORI RIDURRE LA VARIABILITA’ CLINICA CONTESTO LOCALE BASATO SULLE EVIDENZE (EBM) UTLIZZARE IN MODO CONGRUO LE RISORSE RISORSE DISPONIBILI VALUTARE LE PRESTAZIONI MEDIANTE INDICATORI
GRUPPO DI LAVORO INTERNISTA MMG Assessorato Tutela della Salute e Sanita’ NEUROLOGO PDTA EPIDEMIOLOGO DISFAGIA NUTRIZIONISTA DIETISTA FARMACISTA Coordinatore FONIATRA GERIATRA Infermieristico LOGOPEDISTA REGIONE EMILIA ROMAGNA Percorso Assistenziale per il paziente con disfagia orofaringea Logopedista, Medico, Fisioterapista,Coord.Infermieristico , Infermiere Case maneger
PRESA IN CURA DEI CITTADINI CHE PRESENTANO UN PROBLEMA DI SALUTE: LA DISFAGIA Alterazione qualitativa o quantitativa della deglutizione - Segno o un sintomo di una patologia DISFAGIE OROFARINGEE: compromissione delle fasi di preparazione orale, orale e faringea per patologie a interessamento neurologico (ictus, esiti di TCE o coma, Parkinson, Sclerosi Multipla, SLA, demenze, encefalopatie, altro) o muscolare (miastenia, distrofia miotonica e oculofaringea) o a esiti chirurgici di tumori che interessano il distretto capo – collo o a effetti collaterali di chemio o radioterapie. DISFAGIE ESOFAGEE compromissione delle fasi esofagee e gastrica che derivano da patologie quali stenosi meccanica, compressione estrinseca, infiammazioni, turbe della peristalsi (di interesse medico o chirurgico) DISFAGIA OROFARINGEA CRITERI DI ESCLUSIONE: - PAZIENTI DI ETA’ PEDIATRICA - DISFAGIA OSTRUTTIVA - DISFAGIA ESOFAGEA - DISFAGIA DI ORIGINE RESPIRATORIA - DISFAGIA PSICOGENA
PDTA APPLICAZIONI PRATICHE DISFAGIA PER IL DIETISTA DEFINISCE IL MIGLIOR PROCESSO ASSISTENZIALE QUALE UTILITA’ ? RISPONDERE A CONSIDERAZIONI EPIDEMIOLOGICHE: SPECIFICI BISOGNI DI SALUTE ELEVATA INCIDENZA DI COMPLICANZE EFFETTI AVVERSI RIDUZIONE DELLA QUALITA’ DI VITA RACCOMANDAZIONI RICONOSCIUTE ELEVATO IMPATTO SOCIALE, SANITARIO ED ECONOMICO DERIVANTE DAL TRATTAMENTO ATTUALE DISOMOGENEITA’ DI DIAGNOSI E TRATTAMENTO CONTESTO LOCALE NECESSITA’ DI AVERE UNO STRUMENTO AD INDIRIZZO COMUNE RISORSE DISPONIBILI
PDTA DISFAGIA COMPLICANZE Se non correttamente gestita la disfagia può determinare complicanze che possono mettere a rischio lo Stato di Salute della persona che ne è colpita e essere causa di ricoveri ospedalieri anche ripetuti nel tempo. Inoltre il disturbo di deglutizione può essere invalidante al punto da essere causa di restrizioni sociali e compromissione della qualità di vita. Soffocamento Aspirazione tracheo-bronchiale con conseguenti polmoniti e patologie polmonari croniche. Polmonite ab ingestis. Perdita di motivazione all’alimentazione o all’assunzione di liquidi Imbarazzo o isolamento in situazioni sociali legate ai pasti. Calo ponderale Malnutrizione o Disidratazione Maggiore morbidità e mortalità
PDTA DISFAGIA IMPATTO ECONOMICO 1. ELEVATA PREVALENZA 2. NECESSITÀ DIAGNOSI RIABILITATIVA 3. TERAPIA 4. MONITORAGGIO NUTRIZIONALE Una riduzione anche moderata dell’incidenza di polmonite da aspirazione, quale ottenibile con percorsi corretti di diagnosi e terapia della disfagia, determina benefici economici tali da giustificare il trattamento della disfagia [Coyle 2009]. IMPATTO SOCIALE ALIMENTAZIONE SPECIFICA (consistenza specifica e assistenza durante il pasto) NUTRIZIONE ARTIFICIALE ENTERALE. Il soggetto disfagico se residente al proprio domicilio, necessita quindi di assistenza specifica per ambedue queste modalità di nutrizione, situazione che può determinare importanti ripercussioni familiari. I pazienti disfagici necessitano inoltre di periodiche visite di monitoraggio, deglutologico e nutrizionale, con i conseguenti possibili disagi familiari.
LA GESTIONE INTEGRATA DEL PDTA DISFAGIA PAZIENTE DISFAGICO La gestione di un paziente con bisogni complessi richiede interventi integrati e globali ad alta specializzazione professionale impone un approccio multidimensionale e multidisciplinare La persona con disfagia è al centro del sistema di cure e intorno ogni professionista porta il suo contributo autonomo e responsabile nella pianificazione e realizzazione del PRI
15/06/2010 - 06/06/2013 Documento recente…… MA • ricerca della letteratura scientifica con una strategia in grado di rintracciare le evidenze scientifiche, le LG, le revisioni sistematiche più recenti; • valutazione delle LG con il metodo AGREE [AGREE 2002]; • valutazione delle prove scientifiche raccolte in base al sistema di grading presente nelle LG adottate; • definizione del percorso assistenziale, contenente le raccomandazioni derivate da LG e consigli derivati dal parere di esperti del Gruppo di Lavoro (percorso di riferimento); • ricerca nella letteratura di evidenze rilevanti pubblicate nell’intervallo di tempo di elaborazionedel PDTA
STIMA DI PREVALENZA DEI SOGGETTI DISFAGICI NELLA REGIONE PIEMONTE Numero Presenza di soggetti disfagia (% di Numero di Patologia Fonte dati Prevalenza affetti in soggetti affetti disfagici Piemonte dalla patologia) Demenze non 3.7% Alzheimer ( Consoli 2010 (età ≥65 44.243 30% 13.272 es. fronto- anni) temporale) 4.4% 32%(Volicer Demenza Ministero (età ≥65 16836 52.613 1989) Alzheimer DA 2013 anni) 44.195 84% (Horner1994) 7.4% M 5.9%F Stroke Spread 2012 66.607 4% 2664 (età ≥65 anni) Malattia di Chiò 1998 168/100.000 7488 56% 4193 Parkinson Sclerosi Pugliatti 70- 3.343 34% 1.136 Multipla 2006 80/100.000 PARALS SLA 5-6/100.000 245 100% 245 2001
STIMA DI INCIDENZA DEI SOGGETTI DISFAGICI NELLA REGIONE PIEMONTE Numero Presenza di Sopravvivenza Fonte soggetti disfagia (% di Numero di media per Patologia Incidenza dati affetti in soggetti affetti disfagici Piemonte dalla patologia) patologia * Di Carlo 1.25% 5.4 anni Demenze 12.642 30% 3792 2002 (età ≥65 anni) (2.7 anni) ᴥ 40%(Wade 1987, Stroke CSI 10.000 2818 Odderson 1995) Malattia di Twelves 15.8 anni 8.4/100.000 374 56% 209 Parkinson 2003 (7,9 anni) Sclerosi Alonso 3.6/100.000 F 30 anni 125 34% 42 Multipla 2008 2.0/100.000 M (15 anni) PARAL SLA 2/100.000 89 100% 89 39 mesi S 2001 Totale 6950 * Il dato si riferisce al presunto tempo di insorgenza della disfagia dalla diagnosi ᴥ Per lo stroke è stata utilizzata l’incidenza di disfagici precoci(n.2818), in quanto anche nel corso del primo anno post- stroke la disfagia si riduce dal 40% al 4%, comunque i pazienti devono essere inseriti in un periodo di diagnosi e cura. Il dato tiene conto della mortalità precoce per stroke
- INTERVENTO MULTIDISCIPLINARE - MULTIDIMENSIONALE - PIANIFICAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PRI - REALTA’ SANITARIE MOLTO DIVERSE OGNI OPERATORE PUO’ ADOTTARE QUESTO STRUMENTO AGIRE IN MODO SPECIFICO – COMPETENZE – REALTA’ AVVALERSI DELLA CONSULENZA DI ALTRI OPERATORI FAVORIRE L’INTEGRAZIONE FRA GLI OPERATORI DIVULGARLO
PDTA APPLICAZIONI PRATICHE DISFAGIA PER IL DIETISTA PERCORSI DI RIFERIMENTO: 1. DISFAGIA IN PAZIENTE AL DOMICILIO O IN RSA 2. DISFAGIA IN PAZIENTE IN OSPEDALE MULTIDISCIPLINARE: TUTTO IL PERSONALE SANITARIO MULTIDIMENSIONALE : AMBITI DIVERSI CONTINUITA’ DI INTERVENTO: 2→1 1 →2 MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA QUALITA’
PDTA APPLICAZIONI PRATICHE DISFAGIA PER IL DIETISTA PERCORSO 1: Il MMG effettua visita e screening della deglutizione con diverse consistenze ed in base ai risultati può prendere provvedimenti.(richiesta consulenze/consigli dietetici) PERCORSO 2: Il paziente giunge a visita specialistica di dietetica e nutrizione clinica previa valutazione foniatrico/logopedica (lo screening della deglutizione e’ eseguito nel Reparto di Degenza) , fornito di referto contenente l’indicazione al tipo di nutrizione e, in caso di indicazione alla nutrizione orale, alla consistenza dei liquidi e degli alimenti. .
PDTA APPLICAZIONI PRATICHE DISFAGIA PER IL DIETISTA STRUMENTI PRATICI DI GESTIONE Anamnesi farmacologica Test di autovalutazione della disfagia (EAT 10) Rendiconto della “Prima valutazione logopedica della deglutizione” Igiene del cavo orale: istruzioni operative Visita di dietetica e Nutrizione Clinica Terminologia delle consistenze di liquidi e alimenti (GISD) MUST (Malnutrition Universal Screening Tool) MNA (Mini Nutritional Assessment, Short Form) Diete e consigli relativi alle diverse consistenze Flow-chart valutazione foniatrica -referto Visita Foniatrica Flow-chart valutazione nutrizionale -referto Visita nutrizionale
EAT-10 Se il test è positivo (score totale ≥3) il paziente deve essere sottoposto a screening della deglutizione.
PDTA APPLICAZIONI PRATICHE DISFAGIA PER IL DIETISTA VISITA DI DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA - inquadramento clinico ed esame obiettivo; - valutazione e definizione dello stato di nutrizione; - valutazione delle ingesta; - definizione dei fabbisogni nutrizionali teorici; - formulazione dell’obiettivo dell’intervento; - identificazione, sulla base delle indicazioni fornite dalla visita foniatrica, della via di nutrizione da utilizzare e, in caso di nutrizione per via orale, della consistenza degli alimenti e dei liquidi da utilizzare.
PRESCRIZIONE DIETA ED EVENTUALI SUPPLEMENTI NUTRIZIONALI PDTA E/O PRODOTTI ADDENSANTI DISFAGIA - obiettivi (macro-micro nutrienti) Stesura del piano DI TRATTAMENTO - tipo di alimenti /consistenza (GISD) - organizzazione dei pasti - eventuale prescrizione di supplementi /sostitutivi dell’acqua modalità di utilizzazione FORNIRE AL PAZIENTE: PIANO DI TRATTAMENTO MATERIALE ICONOGRAFICO RICETTARIO SPIEGARE AL PAZIENTE e/o CAREGIVER - valutazione clinica - valutazione stato nutrizionale REFERTO - obbiettivo nutrizionale _______ _______ - programma nutrizionale - programma monitoraggio
TERMINOLOGIA DELLE CONSISTENZE DI LIQUIDI E ALIMENTI www.gisd.it MODIFICA CONSISTENZA ALIMENTI DIETISTA RADIOLOGO FONIATRA LOGOPEDISTA CATEGORIA NUTRIZIONISTA Fluido 2: Salsa pomodoro; Sciroppo (Nectar) Fluida; omogenea; frullata; setacciata; si può thickened cordial passato di verdura; A SEMILIQUIDA 51- 350 mPa.s versare; non può essere mangiata con forchetta 100-300 cP frullato; frappè di frutta. Fluida; omogenea; frullata; setacciata; densa; Fluido 3: Granita; Crema non può essere mangiata con forchetta; cade a Bario standard omogeneizzato di B 351-1750 mPa.s gocce più che a colata; non può essere disposta 200-4000 cP frutta; yogurt. a strati. SEMISOLIDA Fluida; omogenea; frullata; setacciata; densa; Formaggi freschi Fluido 4: Budino può essere mangiata con forchetta o cucchiaio; (ricotta); mousse; C thin Barium 1750 – 4000 mPa.s mantiene la forma nel piatto; può essere polenta; panna cotta. disposta a strati; non richiede masticazione. Mela cotta; soufflè; Umido; non frullato; non Molto coesa omelette. setacciato; facilmente riconducibile a pezzetti D o purea con forchetta; richiede poca Polpetta; uovo sodo; Poco coesa masticazione. pasta; torte. SOLIDA Fluido 5: thickened Barium > 1012 Pa.s 900-30.000 cP Alimento normale non modificato. Ananas; fagiolini; Alimenti ad alto rischio: lattuga; legumi; cereali; E fibrosi, filamentosi, a doppia consistenza, duri, caramelle; biscotti. sbriciolosi.
SONO STATE FORMULATE: 1. DIETA A CONSISTENZA LIQUIDA 2. DIETA A CONSISTENZA SEMILIQUIDA/SEMISOLIDA 3. DIETA A CONSISTENZA SOLIDA
TRATTAMENTO E MONITORAGGIO Valutare nel tempo l’efficacia Adeguare la terapia nutrizionale alle variazioni cliniche dell’utente MONITORAGGIO Prevenire, minimizzare, trattare eventuali complicanze - verificare la comprensione MONITORAGGIO INIZIALE - corretta esecuzione (dopo 20-40 giorni) - adattamento a dieta di PAZIENTE consistenza modificata STABILE DA STABILIZZARE - stato di nutrizione - DENUTRITI - SCARSA COMPLIANCE - IN MONITORAGGIO LOGOPEDICO MONITORAGGIO A BREVE SCADENZA (DOPO 30-90 GIORNI) MONITORAGGIO A LUNGA SCADENZA ( ogni 6 mesi). MMG
2013 STRUMENTO UTILE PER DEFINIRE IL MIGLIOR PROCESSO ASSISTENZIALE DOCUMENTO COMPLETO – UNICO - RECENTE SPECIFICITA’ : DISFAGIA OROFARINGEA UTILITA’: CONSIDERAZIONI EPIDEMIOLOGICHE-ATTUALE DISOMOGENEITA’ APPROCCIO MULTIDIMENSIONALE – MULTIDISCIPLINARE – INTEGRAZIONE MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA QUALITA’ DIVULGARE – CONDIVIDERE PREPARARE MATERIALE ICONOGRAFICO PER I PAZIENTI
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE
Casistica Pazienti disfagici (625) 480 Pazienti Pazienti SLA in Struttura (55) 78 (155) 137 Pazienti (490) ( 835) 695 COSTI / pz: 1 vasetto/ bustina 0,50 cent. 4 euro 120 euro/mese 1 barattolo addens. 8 euro 7bar./mese 56 euro/mese COSTI/mese (58800)83400 euro 27 (27440) 38920 euro
Puoi anche leggere