LA DIAGNOSTICA DI LABORATORIO DELLE DISLIPIDEMIE - SISA
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6 Giornale Italiano dell’Arteriosclerosi 2016; 7 (3): 6-18 Documento di Consenso SIBioC-SISA-SIMG-ANMCO La diagnostica di laboratorio delle dislipidemie SIBioC-SISA-SIMG-ANMCO Consensus Document on the laboratory diagnostics for dyslipidemia Maria Stella Graziani1, Ferruccio Ceriotti2, Martina Zaninotto3, Alberico Luigi Catapano4,5, Gerardo Medea6, Damiano Parretti7, Michele Gulizia8, Maurizio Averna9, Marcello Ciaccio10 1 Azienda Ospedaliero-Universitaria di Verona; 2 Laboratorio di Standardizzazione, Servizio di Medicina di Laboratorio, Ospedale S. Raffaele, Milano; 3 Dipartimento di Medicina di Laboratorio, Azienda Ospedaliera, Università degli Studi di Padova 4 Dipartimento Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Università degli Studi di Milano; 5 IRCCS, Multimedica, Milano; 6 Responsabile Nazionale Area Metabolica, Società Italiana di Medicina Generale; 7 Responsabile Nazionale Area Cardiovascolare, Società Italiana di Medicina Generale; 8 Unità Operativa di Cardiologia, Ospedale Garibaldi-Nesima, Catania; 9 Dipartimento Biomedico di Medicina Interna e Specialistica, Università degli Studi di Palermo; 10 Dipartimento di Biopatologia e Biotecnologie Mediche, Sezione di Biochimica Clinica e Medicina Molecolare Clinica - U.O.C. Medicina di Laboratorio, Università degli Studi di Palermo SUMMARY Dyslipidemias represent a major contributor to cardiovascular risk in Western countries, including Italy and are a modifiable risk factor. After examining the familial dyslipidemias and describing the essential issues for clinical and laboratory diagnostics, the paper considers the laboratory testing in detail. The pre-analytical sources of variability are reviewed (biological, sample collection and handling) and essential indications to reduce them are given. The following section is about the analytical variability; the paper examines the analytical methods routinely used for measuring the basic lipid parameters (total, LDL and HDL cholesterol, triglycerides and apolipoproteins A-I and B) and describes the state of art of the standardization of these analytes. The last section of the document deals with the reporting of the laboratory results. The main indications of the document are the following: 1. report the desirable values established by the European guidelines besides the measured concentrations; 2. make always clear that the reported values as decisional cut points and not reference values; 3. add a note stating that the reported desirable values refer to individuals at low risk; 4. report as critical values lipids concentrations deserving rapid clinical attention: total cholesterol ≥8.00 mmol/L (310 mg/dL); LDL cholesterol ≥4.90 mmol/L (190 mg/dL); triglycerides ≥10.0 mmol/L (880 mg/dL). Key words: Total cholesterol, LDL cholesterol, HDL cholesterol, triglycerides, apolipoprotein A-I, apolipoprotein B, measuring of lipid parameters, laboratory diagnostic
La diagnostica di laboratorio delle dislipidemie 7 Introduzione quello LDL (C-LDL), grazie alla possibilità di ridurre la concentrazione plasmatica Le malattie cardiovascolari (CV) rap- di questi metaboliti mediante intervento presentano la principale causa di mortalità farmacologico e/o modifiche dello stile nei Paesi occidentali. È stato calcolato che di vita. Forti evidenze mostrano come la il numero di decessi annui attribuibili a riduzione di CT e C-LDL possa prevenire cause CV è almeno due volte maggiore di l’insorgenza di malattia CV (6, 7); l’avven- quelli associati a malattie oncologiche (1). to di nuovi farmaci (8, 9) ha ulteriormente Una pluralità di fattori di rischio, corre- migliorato il trattamento di questi pazienti, lati o meno allo stile di vita, contribuisce specialmente di coloro con forme severe all’insorgenza di malattia CV. Tra quelli di ipercolesterolemia. modificabili, possiamo elencare il fumo di Tra le diverse forme di dislipidemia, le sigaretta, la poca attività fisica, abitudini iperlipidemie familiari sono spesso sotto- alimentari errate, l’ipertensione, il diabete diagnosticate e non adeguatamente tratta- mellito di tipo 2 e la presenza di dislipide- te (10, 11) e meritano pertanto una breve mie. È da osservare come sia l’incidenza discussione. che la prevalenza di quest’ultimo fattore di rischio siano in forte aumento: un recen- te studio epidemiologico ha evidenziato Le iperlipidemie familiari come il 35% della popolazione italiana pre- Le principali iperlipidemie familiari sono senti qualche forma di dislipidemia, un elencate in Tabella 1; un piccolo numero di valore circa tre volte maggiore di quanto dislipidemie sono determinate dal difetto di riportato per il diabete (2). Inoltre, tra i di- un unico gene e sono pertanto definite mo- versi fattori di rischio CV, la presenza di nogeniche [ipercolesterolemia familiare dislipidemia rappresenta quello più stret- omozigote (HoFH); disbetalipoproteinemia tamente associato all’insorgenza di infarto familiare], mentre la maggior parte dipen- miocardico (3). dono da varianti genetiche multiple, che Il termine “dislipidemia” copre un’ampia combinandosi possono produrre importan- gamma di condizioni correlate a un meta- ti effetti sulle concentrazioni plasmatiche bolismo lipidico non ottimale. Per quanto lipidiche e lipoproteiche [iperlipidemia fa- concerne la loro classificazione, si possono miliare combinata (FCH), ipercolesterole- avere dislipidemie correlate ad altre patolo- mia familiare eterozigote (HeFH), deficit gie (dislipidemie secondarie), a specifiche familiare di lipoprotein-lipasi]. mutazioni (dislipidemie familiari) o ancora dovute all’interazione tra predisposizione Iperlipidemia familiare combinata genetica e fattori ambientali (4, 5). È la forma familiare più frequente e una La ricerca clinica nel trattamento del- importante causa di malattia CV, anche se le dislipidemie si è focalizzata sulla dimi- spesso è misconosciuta. È caratterizzata nuzione del colesterolo totale (CT) e di dall’aumento del C-LDL o dei trigliceridi (TG) o da entrambi. Il fenotipo presenta Indirizzo per la corrispondenza considerevoli sovrapposizioni con il diabe- Maria Stella Graziani te di tipo 2 e con la sindrome metabolica; Azienda Ospedaliero-Universitaria di Verona inoltre è variabile tra i membri della stessa Piazzale Stefani, 1 37126 Verona famiglia e anche all’interno dello stesso E-mail: mariastella@graziani.eu individuo nel tempo a parità di condizioni
Maria Stella Graziani, Ferruccio Ceriotti, Martina Zaninotto, et al. 8 Tabella 1 - Iperlipidemie familiari. Iperlipidemia Prevalenza Lipoproteine coinvolte Geni coinvolti Iperlipidemia familiare 1:100/200 LDL, ↑ VLDL, ↑apo B ↑ USFI + geni modificatori combinata (FCH) Ipercolesterolemia familiare 1:500 LDL ↑ LDLR; PCSK9; APO B eterozigote (HeFH) 1:217a Ipercolesterolemia familiare 1:106 LDL ↑↑ LDLR omozigote (HoFH) Disbetalipoproteinemia familiare 1:5000 IDL ↑↑, remnants dei CH APO E Deficit familiare 1:106 CH ↑, VLDL ↑↑ LPL; APO C2 di lipoprotein-lipasi o apo CII CH, chilomicroni; IDL, lipoproteine a densità intermedia; LDL, lipoproteine a bassa densità; VLDL, lipoproteine a densità molto bassa. Secondo stime recenti (12). cliniche (4). Secondo la nota 13 della l’A- ne diagnosticata o è comunque sotto-trat- genzia Italiana del Farmaco (AIFA), i cri- tata (10, 11); di qui la necessità di attivare teri diagnostici sono: concentrazioni di C- precise strategie per il miglioramento del LDL >4,15 mmol/L (160 mg/dL) e/o TG percorso diagnostico all’interno del quale >2,25 mmol/L (200 mg/dL) associati alla il laboratorio clinico gioca un ruolo chiave. presenza in un familiare di I o II grado con La HeFH è causata da mutazioni dei fenotipo variabile e/o di eventi CV precoci geni che codificano per proteine chiave (13). Tali criteri sono confermati nel docu- coinvolte nelle vie metaboliche che riguar- mento di consenso del 2011 sulla diagno- dano il recettore delle LDL e il suo ciclo si delle dislipidemie familiari in Medicina metabolico, con conseguente decremento Generale preparato dalla Società Italiana dei processi di internalizzazione cellulare di Terapia Clinica e Sperimentale (14). delle LDL e aumento delle concentrazioni plasmatiche del C-LDL. L’endocitosi delle Ipercolesterolemia familiare eterozigote LDL, che utilizza il legame con l’apolipo- e omozigote proteina B da parte delle cellule periferi- Nella popolazione Europea, l’HeFH è che e degli epatociti, avviene attraverso il presente con una frequenza 1:500, anche recettore LDL (LDLR). Un altro importan- se recenti stime sulla popolazione danese te ruolo nel metabolismo delle LDL è svol- riportano una prevalenza nettamente più to dalla proteina convertasi subtilisin/ke- elevata (1:217) (12). È frequentemente xin tipo 9 (PCSK9), che complessata con il associata a eventi CV, a causa della espo- recettore, ne impedisce il riciclo favoren- sizione dei soggetti affetti per tutta la vita done la degradazione e riducendo così il a elevate concentrazioni di C-LDL; se non numero di recettori presenti sulle mem- trattati, questi pazienti sviluppano malattia brane cellulari (10, 11). Le mutazioni che coronarica precoce (intorno ai 50 anni). causano HeFH interessano il gene LDLR, Una diagnosi precoce e un trattamento con perdita di funzione, il gene APOB, con adeguato consentono loro di mantenere un alterazioni del domino di legame con l’a- rischio di eventi CV simile a quello osser- polipoproteina B, ed il gene PCSK9 con vato nella popolazione generale (10, 11). guadagno di funzione (11, 15). Tuttavia, alcune evidenze indicano che una Il percorso diagnostico per HeFH è al- importante quota di questi pazienti non vie- quanto complesso e richiede criteri clinici,
La diagnostica di laboratorio delle dislipidemie 9 biochimici e genetici; una sua dettagliata Tabella 2 - Ipercolesterolemia familiare eterozigote negli trattazione è al di là dello scopo di questo adulti: criteri per la diagnosi in Medicina Generale dal documento italiano di consenso (14). documento. In Italia, i criteri diagnostici Storia familiare Punti previsti nella nota 13 di AIFA (13) includo- a) Presenza prematura (4,9 mmol/L (190 2 lattia documentata da analoga alterazione mg/dL) nella parentela di 1° grado di età adulta biochimica nei familiari del probando. In c) Figli di età inferiore ai 16 anni con concentrazioni di 2 C-LDL >3,5 mmol/L (135 mg/dL) assenza di tale informazione, il sospetto d) Presenza di xantomi e/o arco corneale nella parentela 2 diagnostico è particolarmente forte se di 1° grado tale valore di C-LDL è accompagnato dal- Storia personale Punti la presenza di xantomatosi tendinea nel a) Presenza prematura (
Maria Stella Graziani, Ferruccio Ceriotti, Martina Zaninotto, et al. 10 Tabella 3 - Ipercolesterolemia familiare eterozigote negli Il percorso diagnostico e il trattamento adulti: criteri per la diagnosi adattati dal “Dutch Lipid richiedono competenze di pertinenza di Clinic Network” (adattati da 10). centri specializzati. Storia familiare Punti a) Parenti di primo grado con coronaropatia (CHD) pre- 1 matura (95° percentile del Paese di appartenenza) È una dislipidemia molto rara caratte- c) Parenti di primo grado con xantomi tendinei e/o arco 2 rizzata da un grave deficit del metabolismo corneale delle lipoproteine ricche in TG (VLDL e Storia clinica Punti chilomicroni) dovuto a mutazioni relative a) Soggetto con CHD prematura (
La diagnostica di laboratorio delle dislipidemie 11 in casi selezionati. La apo B fornisce infor- almeno 5 minuti prima di procedere, in mazioni sulla totalità delle lipoproteine ate- quanto l’ortostatismo può indurre aumen- rogeniche; è riconosciuto un suo possibile to della concentrazione plasmatica degli ruolo quale marcatore di rischio alternati- analiti a causa del passaggio di fluidi nel vo nelle dislipidemie combinate, nella sin- compartimento extravascolare (che si sti- drome metabolica e nel diabete: in pratica ma attorno al 10% per le sostanze ad alto nelle condizioni cliniche nelle quali ci sia peso molecolare, come le lipoproteine). Il un aumento delle lipoproteine ricche in TG laccio deve essere mantenuto solo per il (4, 5). L’apo A-I fornisce informazioni sul- tempo strettamente necessario al prelievo, le apolipoproteine non-aterogeniche, che per evitare eventuali fenomeni di emocon- risultano peraltro sovrapponibili a quelle centrazione (19, 20). Il campione venoso fornite dal C-HDL. Per questo motivo, le può essere indifferentemente costituito da indicazioni per la sua misura sono più sfu- sangue in toto o eparinato (19). mate rispetto a quelle dell’apo B; potrebbe La variabilità intraindividuale dei prin- essere utile nel calcolo del rapporto fra lipo- cipali parametri del profilo lipidico, ricava- proteine aterogeniche e non aterogeniche ta dai dati disponibili (21), oscilla fra il 5 (Apo B/Apo A-I) (4, 5). e l’8% per il CT, C-LDL e C-HDL, mentre Per l’apolipoproteina (a) le indicazio- è circa del 20% per i TG. Questi dati sono ni sono ancora minori; attualmente il suo necessari, assieme ai dati della precisione ruolo nella diagnostica e nel monitoraggio analitica, per il calcolo delle differenze si- delle dislipidemie è molto ridotto anche gnificative tra valori successivi dello stes- per le obiettive difficoltà di una sua misu- so paziente (19). razione accurata (4, 5). Metodi di misura • Colesterolo Totale. Per il CT è imple- Indicazioni per la misura dei mentata, a livello internazionale, una ge- parametri del profilo lipidico rarchia di materiali e metodi che sono in Variabilità pre-analitica grado di assicurare il controllo della accu- Per ridurre al minimo questa fonte di ratezza della misura (22). Presso i “Cen- variabilità, è necessario la standardizzazio- ters for Disease Control and Prevention” ne delle sue diverse componenti (19). (CDC) statunitensi è operativo il “Chole- Se la misura del parametro viene ri- sterol Reference Method Laboratory Net- chiesta per la valutazione del rischio CV, work” (CRMLN), che mantiene attivo il è necessario che il paziente sia in uno sta- metodo di riferimento e rilascia alle ditte to metabolico stabile e che la determina- produttrici i certificati che attestano la pre- zione venga eseguita a più di tre mesi da cisione e l’esattezza del sistema diagnosti- un infarto miocardico e in assenza di stati co (analizzatore+ reagente). Per essere in infiammatori, in quanto le citochine indu- grado di misurare l’analita con una qualità cono una diminuzione significativa della adeguata, i valori ottenuti dai singoli labo- concentrazione del colesterolo (19). ratori non si devono discostare dal valore Il prelievo venoso per la determinazio- del metodo di riferimento per più del 3% ne dei parametri lipidici segue le usuali e devono avere una imprecisione (espres- norme di buona pratica di laboratorio sa come coefficiente di variazione, CV) (20). In particolare, il soggetto deve es- inferiore al 3%. L’errore totale deve esse- sere mantenuto in posizione seduta per re
Maria Stella Graziani, Ferruccio Ceriotti, Martina Zaninotto, et al. 12 sorvegliare la qualità analitica del dato in mg/dL) (30). Le prestazioni analitiche dei termini sia di precisione sia di esattezza. metodi diretti sembrano superiori alla FF Il metodo utilizzato nei laboratori clinici soprattutto in termini di precisione (31). è uniformemente il metodo enzimatico Tuttavia non è evidente un reale vantaggio (CHOD/POD/Trinder) (22). dell’utilizzo di tali metodi nei pazienti con • Colesterolo LDL. Il CRMLN rilascia ai TG ≥4,50 mmol/L (≥400 mg/dL), valore produttori la certificazione dello scosta- che limita l’utilizzo sia della FF sia dei me- mento dalla procedura di riferimento e della todi diretti. In questi casi, come riportato imprecisione del sistema analitico (23, 24). precedentemente, è opportuno l’utilizzo I goal analitici definiti sono 4% per il bias e del colesterolo non-HDL. 4% per l’imprecisione, con un errore totale • Colesterolo HDL. Analogamente al CT del 12% (23). Il valore del C-LDL viene cal- e C-LDL, anche per questo parametro il colato attraverso la formula di Friedewald CRMLN rilascia ai produttori la certifica- (FF) che tiene conto del contenuto in cole- zione dello scostamento dalla procedura sterolo delle lipoproteine HDL e di quelle di riferimento e della imprecisione del si- ricche in TG; la sua stima include pertanto stema analitico (32). I goal analitici definiti la variabilità della misura dei tre parametri sono 5% per il bias e 4% per l’imprecisione, presenti nella formula (CT, C-HDL e TG) con un errore totale del 13% (23). Nei la- (23-25). In più, sono presenti in letteratura boratori clinici, i metodi omogenei (o di- varie modifiche rispetto alla sua formulazio- retti), relativamente variabili tra loro (33), ne originale1 (26, 27) che comportano una hanno ormai soppiantato del tutto i metodi certa disomogeneità nei risultati. Tali di- precipitanti utilizzati negli studi epidemio- screpanze non sono tali tuttavia da compro- logici mirati a definire i valori desiderabili. mettere l’utilizzo clinico del dato se non per È pertanto fondamentale che i risultati for- valori molto bassi di C-LDL (
La diagnostica di laboratorio delle dislipidemie 13 particolarmente elevata; di conseguenza, Indicazioni per la refertazione il contributo della variabilità analitica alla dei parametri del profilo lipidico variabilità totale è ridotto. I goal analitici de- La refertazione è la parte conclusiva finiti sono 5% sia per il bias che per l’impre- del processo di produzione del dato di la- cisione, con un errore totale del 15% (23). boratorio ed è mirata, oltre che a mettere a Nel laboratorio clinico, si utilizzano metodi disposizione i risultati degli esami esegui- enzimatici che misurano il glicerolo libero ti, a fornire un ausilio all’interpretazione prodotto dall’idrolisi dei TG. La fonte più degli stessi. importante di inaccuratezza è la presenza Il referto di laboratorio si compone in circolo di glicerolo libero; sono stati pro- quindi di tre parti: la prima riguarda la posti metodi di misura in grado di esclude- presentazione dei risultati (tipo di materia- re il glicerolo libero dalla misura dei TG, le analizzato, denominazione dell’analita, ma sono poco presenti sul mercato italiano. unità di misura, numero significativo di In genere si ritiene che per la valutazione cifre) (38), la seconda è relativa al siste- del rischio CV possa essere adeguata una ma di confronto che consenta una corretta determinazione dei TG senza sottrazione interpretazione dei risultati forniti (39), la del glicerolo libero (35, 36). terza, conclusiva, prevede la presenza di • Apolipoproteine A-I e B. I metodi dispo- un commento interpretativo come aiuto nibili sono di natura immunometrica (nefe- alla valutazione dei dati. lometrici o turbidimetrici). La standardiz- zazione della misura delle due apoproteine Presentazione dei risultati è basata sulla disponibilità dei materiali di In Tabella 4 è presentato un esempio riferimento internazionale (WHO-IFCC di refertazione relativo ai parametri che International Reference Reagents) che devono necessariamente essere presenti devono essere utilizzati dai produttori di nel referto di laboratorio: tipo di materiale sistemi diagnostici per l’assegnazione del analizzato, definizione dell’analita, unità di valore ai calibratori (37). misura e numero significativo di cifre. Indicazioni per la standardizzazione Sistema di riferimento e l’armonizzazione della misura I criteri utilizzati per l’interpretazione dei parametri del profilo lipidico dei risultati analitici sono: - Si suggerisce di verificare che il pro- - Confronto con gli intervalli di riferi- prio sistema analitico abbia ottenuto la mento. certificazione CRMLN (CT, C-LDL e C- - Confronto con valori clinicamente si- HDL). gnificativi (valori decisionali). - Si suggerisce di verificare che i cali- - Confronto con valori precedenti dello bratori commerciali siano tracciabili al stesso soggetto (differenza critica). materiale di riferimento internazionale - Confronto con valori di allerta (valori (TG, apo A-I e B). panico o valori critici). - Si raccomanda di partecipare regolar- mente e attivamente ai programmi di I valori di riferimento consentono di Verifica Esterna di Qualità. confrontare un valore misurato con quelli - Si suggerisce di inserire la presenza di ottenuti in una popolazione di confronto, queste caratteristiche nei capitolati di dalla quale proviene il soggetto (40). Con- gara. siderate le elevate concentrazioni degli
Maria Stella Graziani, Ferruccio Ceriotti, Martina Zaninotto, et al. 14 Tabella 4 - Modalità di refertazione degli esami dell’assetto lipidico (esempio). Siero o plasma eparinato sono materiali equivalenti sui quali è possibile misurare questi analiti. Le unità di misura scelte (tradizionali o S.I.), dipendono dai modelli culturali ed organizzativi adottati nei singoli laboratori. Le cifre significative sono tre in entrambi i casi (due decimali nel caso delle unità S.I. e numero intero per le unità tradizionali), tranne che per il C-HDL, TG e apolipoproteina B (unità tradizionali). Sistema Componente Unità di misura Unità di misura S.I. tradizionali S-(siero) Colesterolo totale 5,05 mmol/L 195 mg/dL P-(plasma) S-(siero) Colesterolo LDL 2,59 mmol/L 100 mg/dL P-(plasma) S-(siero) Colesterolo non-HDL 3,50 mmol/L 135 mg/dL P-(plasma) S-(siero) Colesterolo HDL 1,55 mmol/L 60 mg/dL P-(plasma) S-(siero) Trigliceridi 0,84 mmo/L 75 mg/dL P-(plasma) S-(siero) Apolipoproteina A-I 1,50 g/L 150 mg/dL P-(plasma) S-(siero) Apolipoproteina B 0,90 g/L 90 mg/dL P-(plasma) analiti relative ai lipidi presenti nel mondo za di co-morbidità quali diabete, iperten- occidentale, non è consigliabile adottare sione ecc.) e dalla presenza di altri fattori questo criterio per la valutazione di un pa- di rischio (familiarità, abitudine al fumo, rametro lipidico, perché non sarebbe pos- sedentarietà, ecc.). Tali informazioni non sibile apprezzare il livello di rischio cui il sono di norma conosciute dal laboratorio soggetto è sottoposto (41). che esegue e referta gli esami. Inoltre, le I valori decisionali, come indicato dal più recenti linee guida statunitensi hanno termine, sono valori sulla base dei quali eliminato gli obiettivi terapeutici basati vengono adottate decisioni cliniche (39). sui valori del C-LDL (42). In questo sce- Nell’ambito delle dislipidemie, tali valori nario, diventa estremamente complicato definiscono l’entità del rischio CV associa- riportare i valori decisionali sul referto. to a una determinata concentrazione o gli Di conseguenza, si ritiene opportuno rac- obiettivi terapeutici. Rappresentano quin- comandare una modalità semplificata di di un valore “desiderabile” che è opportu- refertazione, basata sui valori desiderabili no raggiungere o non superare in modo come definiti dalle linee guida europee. È da mantenere il rischio CV entro limiti opportuno altresì che tale modalità di re- accettabili. Questi valori sono stati fissati fertazione sia accompagnata da una nota dalle diverse linee guida e raccomanda- esplicativa che chiarisca come i valori de- zioni statunitensi (18) ed europee (4, 5) siderabili riportati si riferiscano a sogget- emanate nel tempo, ma non sono uniformi ti/pazienti a rischio basso/moderato e che per tutti i soggetti e/o pazienti in quanto pertanto possono essere più elevati dei dipendono dalle caratteristiche cliniche valori desiderabili per i pazienti a rischio del singolo (prevenzione primaria, presen- elevato o molto elevato. Questo approccio
La diagnostica di laboratorio delle dislipidemie 15 è in linea con quanto raccomandato nel re- potremo affermare che i due valori sono cente documento congiunto della “Euro- effettivamente diversi l’uno dall’altro, con pean Federation of Clinical Chemistry and una probabilità del 95%. Questa modalità Laboratory Medicine” e della “European di refertazione è utilizzata solitamente per Atherosclerosis Society” (43), che utilizza i marcatori di neoplasia, con vantaggi per valori ottenuti in studi epidemiologici con- la gestione clinica del paziente (44); non è dotti su popolazioni europee - quindi con tuttavia dimostrato se questa sia una moda- caratteristiche simili a quella italiana - e lità di effettiva utilità anche per i parametri suggerisce una modalità semplice ed uni- lipidici. Di conseguenza, la decisione di in- forme di refertazione, adottabile sul ter- serire nel referto i valori della differenza ritorio nazionale. I valori ed il commento critica è lasciata al singolo laboratorio. A suggerito sono riportati in Tabella 5. questo proposito, sarebbe comunque au- Il confronto con valori precedenti dello spicabile che il referto contenesse almeno stesso soggetto serve a verificare se il va- i due risultati precedenti. lore osservato è realmente diverso da un I valori critici sono risultati inattesi che valore precedente, per esempio per effetto vanno segnalati con tempestività al clinico di un intervento terapeutico o di modifica perché necessitano di attenzione e azioni degli stili di vita, o se lo sia per gli effet- immediate (45). Si utilizzano solitamen- ti combinati della variabilità biologica ed te per parametri di laboratorio (come ad analitica del parametro in questione (39). esempio il glucosio, il potassio, l’emoglobi- La differenza critica per i singoli analiti li- na, le troponine cardiache), per i quali una pidici, calcolata sulla base della stima della deviazione importante dal risultato atteso variabilità biologica ricavata dalle basi di può costituire un pericolo immediato per dati disponibili (21) e di una variabilità la salute del paziente. Nell’ambito delle analitica media, è circa del 18% per il CT, dislipidemie, il concetto di segnalazione del 25% per il C-LDL, del 22% per il C-HLD tempestiva può applicarsi a valori di CT e e del 60% per i TG. Solo se la differenza C-LDL indicativi di ipercolesterolemia fa- tra il valore osservato e il valore preceden- miliare (nell’adulto, rispettivamente ≥8,00 te supera il valore della differenza critica, mmol/L; (≥310 mg/dL); e ≥4,90 mmol/L, Tabella 5 - Valori desiderabili e relativo commento da inserire nel referto secondo le Linee- Guida Europee (4, 5, 43). Valore desiderabile mmol/L mg/dL g/L Colesterolo totale ≤5,00 ≤190 Colesterolo LDL ≤3,00 ≤115 Colesterolo non-HDL ≤3,80 ≤145 Colesterolo HDL ≥1,00 (maschi) ≥40 (maschi) ≥1,20 (femmine) ≥45 (femmine) Trigliceridi ≤1,70 ≤150 Apolipoproteina A-I ≥125 ≥1,25 Apolipoproteina B ≤100 ≤1,00 Commento: i valori desiderabili riportati si riferiscono a soggetti a rischio CV basso/moderato. Per i soggetti a rischio alto o molto alto, i valori desiderabili possono essere inferiori.
Maria Stella Graziani, Ferruccio Ceriotti, Martina Zaninotto, et al. 16 (≥190 mg/dL) (5, 11, 46) e a valori di TG CT e C-LDL indicativi di ipercolestero- indicativi di rischio di pancreatite acuta lemia familiare e i valori di TG associati (≥10,0 mmol/L; ≥880 mg/dL) (47). Tali a rischio di pancreatite acuta. Esempi valori vanno segnalati in modo appropria- di note di accompagnamento: to sul referto, eventualmente con una nota - CT, ≥8,00 mmol/L; ≥310 mg/dL. Valo- specifica e possibilmente comunicati al cli- re che necessita di valutazione clinica nico di riferimento. per ipercolesterolemia familiare. - C-LDL, ≥4,90 mmol/L; ≥190 mg/dL. Refertazione Valore che necessita di valutazione cli- 1. Si suggerisce di esprimere i valori dei nica per ipercolesterolemia familiare. parametri lipidici secondo le modalità - TG, ≥10,0 mmol/L; ≥880 mg/dL. Valore presentate in Tabella 4. che necessita di valutazione clinica per 2. Si suggerisce di impiegare, quale si- possibile rischio di pancreatite acuta. stema di confronto, i valori decisiona- li, rappresentati dai valori desiderabili Ringraziamenti definiti nelle linee guida europee e Si ringrazia il Dr Luca Giacomelli, per presentati in Tabella 5. È opportuno l’assistenza editoriale fornita per conto di che tali valori siano accompagnati dal EDRA; tale assistenza è stata supportata commento esplicativo pure indicato in da Sanofi. Tabella. Si raccomanda di evidenziare chiaramente nel referto che il riferi- mento è costituito da valori decisionali Bibliografia e non da valori di riferimento. 1. Townsend N, Nichols M, Scarborough P, et al. 3. Si suggerisce di evidenziare nel refer- Cardiovascular disease in Europe - epidemiologi- cal update 2015. Eur Heart J. 2015; 36: 2696-705. to, accompagnandoli eventualmente 2. Giampaoli S, Palmieri L, Donfrancesco C, et al. con una nota esplicativa, e di segnalare Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare/ al clinico tempestivamente i valori di Health Examination Survey Research Group. riassunto Le dislipidemie rappresentano un importante fattore di rischio cardiovascolare modificabile nei Paesi oc- cidentali. Dopo avere passato in rassegna le dislipidemie familiari e aver descritto le principali problemati- che cliniche e laboratoristiche, questo articolo si sofferma in dettaglio sulla diagnostica di laboratorio. In particolare, vengono analizzate le principali fonti di variabilità pre-analitica (variabilità biologica, raccolta e gestione del campione) e vengono fornite indicazioni essenziali alla loro riduzione. L’articolo esamina poi la variabilità analitica, presentando i metodi comunemente utilizzati per la misurazio- ne dei principali parametri lipidici (colesterolo totale, LDL e HDL, trigliceridi e apolipoproteine A-I e B), e descrive lo stato dell’arte nella standardizzazione di tali analiti. L’ultima sezione del documento affronta la refertazione dei risultati di laboratorio, fornendo alcune indicazioni principali: 1. riportare, accanto ai valori misurati, i valori desiderabili secondo le raccomandazioni delle Linee Guida Europee; 2. chiarire sempre che i valori riportati rappresentano valori soglia decisionali e non valori di riferimento; 3. aggiungere una nota per esplicitare come i valori desiderabili si riferiscano a pazienti a basso rischio; 4. indicare come valori critici alcune concentrazioni lipidiche meritevoli di particolare e tempestiva attenzio- ne clinica: colesterolo totale ≥8,00 mmol/L (310 mg/dL); colesterolo LDL cholesterol ≥4,90 mmol/L (190 mg/dL); trigliceridi ≥10,0 mmol/L (880 mg/dL). Parole chiave: Colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL, trigliceridi, apolipoproteina A-I, apolipoproteina B, misurazione dei parametri lipidici, diagnostica di laboratorio.
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