L'euro alla ricerca - Credit Suisse

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L'euro alla ricerca - Credit Suisse
L’euro alla ricerca
         della sua identità.
                                          Economic Briefing n. 21

Un bilancio intermedio in occasione del secondo anniversario della moneta unica europea.

                                    Timing infelice o debolezze strutturali?

                    Quant’è lunga l’ombra degli Stati Uniti?

                                       Politica: il tallone d’Achille di Eurolandia.

                                                                                           Economic Research
Sommario

                                                                         1. Eurolandia sul banco di prova                          4

                                                                            Politica: il tallone d’Achille dell’Uem?               4

                                                                            Politica dei cambi Usa: il dollaro forte
                                                                            asseconda gli interessi degli americani                4

                                                                            Politica monetaria: la problematica
                                                                            «one size fits all»                                    4

                                                                            Attrattiva della piazza: Stati Uniti davanti a tutti   5

                                                                            Flussi di capitale: tutto converge verso
                                                                            gli Stati Uniti                                        6

                                                                         2. Indicatori per l’euro                                  7

                                                                            Politica dell’Ue: si parte da Nizza                    7

                                                                            Politica economica: urge un chiaro
                                                                            indirizzo riformatore                                  7

                                                                            Espansione dell’Uem: tra desideri e realtà             8

                                                                         3. Prospettive                                            9

Editore
CREDIT SUISSE Economic Research,
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Responsabile della collana Economic Briefing
Cesare Ravara, telefono +41 1 333 59 12
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Autori
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12 dicembre 2000
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L’euro alla ricerca della sua identità
                                  All’inizio del 1999 l’introduzione della moneta uni-
                                  ca europea venne accompagnata da obiettivi am-
                                  biziosi. Allora si sosteneva che l’euro sarebbe di-
                                  ventato altrettanto forte del marco tedesco. Nel
                                  frattempo, questa previsione si è rivelata utopica,
                                  visto che nei confronti del dollaro l’euro ha ceduto
                                  progressivamente più di un quarto del suo valore.
                                  L’attrattiva della piazza statunitense – contraddi-
                                  stinta soprattutto da una vigorosa crescita della
                                  produttività e dall’ampia credibilità di cui gode la
                                  banca centrale – ha calamitato un copioso flusso
                                  di capitali nell’area del dollaro. L’euro non è stato
                                  in grado di contendere al dollaro la supremazia di
                                  moneta internazionale e l’allineamento congiun-
                                  turale fra Eurolandia e Stati Uniti si è fatto attende-
                                  re a lungo. Dopo due anni di Unione monetaria
                                  europea ci si chiede se le iniziali difficoltà della
                                  moneta unica europea vadano imputate a cause
                                  strutturali o se non siano piuttosto il risultato di un
                                  timing infelice.

CREDIT SUISSE Economic Research                                      Economic Briefing n. 21   3
1. Eurolandia sul banco di prova                                del biglietto verde e hanno inoltre consentito di accettare
                                                                    un dollaro ponderato su base commerciale più alto sen-
    1.1. Politica: il tallone d’Achille dell’Uem?                   za esporsi a rischi particolari per la capacità concorren-
    Un’insufficiente stabilità politica nella zona dell’euro vie-   ziale della propria industria d’esportazione. Le autorità
    ne spesso addotta come motivo della diffidenza nutrita          statunitensi hanno inoltre promosso in modo sistematico
    dagli investitori esteri nei riguardi della moneta unica eu-    e mirato la rivalutazione della moneta interna. Dall’inse-
    ropea. Non si può certo affermare che il firmamento eu-         diamento del ministro delle finanze Robert Rubin, avve-
    ropeo subito dopo il decollo dell’Unione economica e            nuta all’inizio del 1995, l’amministrazione Usa ha co-
    monetaria (Uem) non sia stato costellato da passi falsi e       stantemente perseguito una politica del «dollaro forte»,
    crisi politiche. Nel 1999 il Governo tedesco guidato dal        rinunciando a usare il corso di cambio come arma contro
    Cancelliere Schröder visse una crisi di credibilità, che        i partner commerciali ritrosi.
    attraverso la politica economica dell’allora ministro delle     Non è un caso che proprio un ex banchiere di Wall
    finanze Lafontaine gettò lo scompiglio sui mercati finan-       Street abbia vigorosamente sorretto questo indirizzo. La
    ziari europei. Peraltro anche la Francia riuscì a catturare     politica dell’amministrazione statunitense di promuovere
    l’attenzione dei media. La riforma fiscale dell’attuale         in modo mirato una rivalutazione del dollaro ha contribui-
    Governo esprime più l’orientamento della politica fran-         to, accanto a fattori di economia reale, a garantire un
    cese alle elezioni presidenziali del 2002 che un’autenti-       costante afflusso di capitali esteri per il finanziamento
    ca volontà riformatrice. L’Italia è riuscita ad aderire         del disavanzo della bilancia delle partite correnti; e ciò
    all’Uem in extremis grazie ai massicci sforzi di conteni-       non da ultimo nell’aspettativa che gli investitori interna-
    mento del bilancio; da allora la spinta riformatrice si è       zionali ottengano una parte del rendimento maturato sui
    tuttavia paralizzata.                                           titoli in dollari sotto forma di guadagni sul cambio. Di più,
    Il rifiuto dell’euro espresso dalla Danimarca ha reso un        un dollaro forte imbriglierebbe i prezzi all’importazione,
    altro cattivo servizio politico alla moneta unica. La deci-     mentre il conseguente afflusso di beni esteri contribui-
    sione ha avuto la valenza di un segnale e solleva               rebbe a sua volta a mitigare le spinte inflazionistiche.
    l’interrogativo del consenso per l’euro nella popolazione.      Questo punto è stato sottolineato più volte dal Governa-
    Il solo Paese dell’Ue il cui popolo poteva votare sulla         tore della Banca centrale Alan Greenspan. Tanto fra i
    partecipazione all’Uem ha mostrato indifferenza per la          democratici quanto fra i repubblicani prevale l’avviso che
    moneta unica europea.                                           un allontanamento dalla politica perseguita finora com-
    Un altro quesito a cui dare risposta è sapere se l’uni-         prometterebbe la prosperità degli Stati Uniti.
    ficazione di così tanti Paesi non faccia dell’euro una mo-
    neta più facilmente soggetta a crisi politiche. A prima         1.3. Politica monetaria:
    vista i rischi che si annidano in un investimento diversifi-          la problematica «one size fits all»
    cato in euro non sono maggiori di quelli di un portafoglio      Il compito precipuo della Banca centrale europea (Bce)
    misto composto dalle monete storiche dei Paesi membri           è garantire la stabilità dei prezzi, intendendo con ciò un
    di Eurolandia. Una crisi in un Paese dell’Uem, come di-         tasso d’inflazione inferiore al 2%. L’eterogeneità delle
    mostrato dai blocchi stradali eretti in Francia per prote-      strutture economiche nell’area dell’euro ostacola in mi-
    sta contro il rialzo del prezzo del greggio, potrebbe però      sura sostanziale l’assolvimento di questo compito. Ai
    spingere gli investitori ad alienare «in blocco» gli averi in   Paesi in rapida espansione come l’Irlanda o la Spagna,
    euro e, per mancanza di monete alternative in Europa,           che evidenziano tendenze al surriscaldamento e tassi
    volgere le spalle all’intera area dell’euro. Unione mone-       d’inflazione in ascesa, occorrerebbe pertanto una politi-
    taria europea significa pure che la crisi di un Paese im-       ca monetaria molto più rigida. L’aumento delle imposte
    portante acutizzerebbe il pericolo di contagio per la mo-       rispettivamente il contenimento della spesa pubblica
    neta comune e potrebbe innescare un effetto «valanga».          sarebbero un’alternativa ipotizzabile a una politica mo-
                                                                    netaria autonoma, ma poco realistica per motivi di carat-
    1.2. Politica dei cambi Usa: il dollaro forte                   tere politico.
         asseconda gli interessi degli americani                    In fasi di spiccato ristagno della crescita l’istituto
    Gli aumenti di produttività dell’industria statunitense         d’emissione potrebbe altresì subire le pressioni di alcuni
    hanno creato premesse propizie per la tendenza al rialzo        importanti Paesi, esercitate al fine di ottenere maggiori

4   Economic Briefing n. 21                                                                    CREDIT SUISSE Economic Research
riguardi per le loro economie. A giusto titolo è stato sol-        Uniti (vedi figura 1). A seguito della relazione storica,
levato l’interrogativo sulla definizione della politica mo-        l’euro dovrebbe presentare una quotazione superiore.
netaria della Bce, e in particolare sulla maggiore atten-          Una spiegazione ottimistica conforterebbe la tesi che
zione per le esigenze dei Paesi principali rispetto alle           prima o poi gli operatori di mercato reagiranno a questa
economie minori. Secondo previsioni dell’Ue, il tasso di           valutazione errata, con l’effetto di alimentare verosimil-
rincaro nella zona euro dovrebbe spingersi oltre la soglia         mente una rivalutazione dell’euro. Una spiegazione più
obiettivo del 2% non solo nel 2000, ma anche nel 2001.             obiettiva sosterrebbe che il crescente effetto forbice fra
In questa evoluzione si riflette non da ultimo il rialzo del       corso di cambio e differenziale d’interessi sta a indicare
prezzo del petrolio. A lungo termine l’effetto prodotto dal        un premio di rischio per prestiti in euro a lungo termine,
prezzo del greggio non potrà più essere addotto a giusti-          ciò che andrebbe valutato come espressione dello scet-
ficazione di un superamento del tasso d’inflazione.                ticismo del mercato verso il potenziale di affermazione
I problemi di comunicazione che hanno afflitto più volte           sul lungo periodo della moneta unica europea.
la Banca centrale europea nel corso della sua giovane
storia si sono rivelati un aggravio aggiuntivo. I mercati          1.4. Attrattiva della piazza:
delle divise hanno interpretato come pura nonchalance                     Stati Uniti davanti a tutti
la spensieratezza che ha a lungo caratterizzato l’atteg-           La capacità dell’economia statunitense di calamitare ca-
giamento della Bce nei confronti dell’andamento del                pitali e personale specializzato esteri è una caratteristica
valore esterno dell’euro. Da allora pareri contrastanti            essenziale della ripresa economica dal 1995. Nell’era
espressi da rappresentanti delle banche centrali e da              del «capitalismo globalizzato» il capitale confluisce nei
personalità politiche dell’Ue si sono susseguiti con fre-          Paesi che offrono le migliori prospettive di rendimento. Il
quenza, nuocendo alla credibilità della moneta unica eu-           disavanzo accusato dalla bilancia delle partite correnti
ropea.                                                             perde di importanza, fintantoché si riesce ad attirare ca-
Lo scetticismo nutrito da numerosi investitori nei con-            pitali esteri con la promessa di condizioni quadro invitan-
fronti della praticabilità di una politica monetaria unitaria      ti. Negli anni Novanta, il cambio USD/EUR presentava
in un’area economica ancora eterogenea ha trovato                  una correlazione positiva con il disavanzo della bilancia
espressione in un premio di rischio più elevato in sede di         delle partite correnti statunitense.
valutazione di titoli stilati in euro. Dall’inizio del 1999 – in   Negli ultimi anni le condizioni quadro dei fondamentali
sincronia con l’inizio dell’Unione monetaria – il cambio           nell’area dell’euro si sono dimostrate, quasi senza ecce-
USD/EUR non reagisce più ai movimenti del differen-                zione, peggiori di quelle vigenti negli Stati Uniti. La dere-
ziale d’interessi reale a dieci anni fra Germania e Stati          golamentazione dei mercati del lavoro e delle merci è in-
                                                                   sufficiente e l’alto costo della manodopera in alcuni
                                                                   Paesi è spesso un esplicito invito a trasferire la produzio-
Figura 1: cambi e differenziale reale d’interessi*
                                                                   ne all’estero. Sistemi educativi e formativi obsoleti fre-
                                                                   nano la dinamica innovativa, e in numerosi settori chiave
                                                                   come l’informatica o la biotecnologia l’Europa accusa un
                                                                   certo ritardo. Esperimenti come l’introduzione della
                                                                   settimana lavorativa di 35 ore in Francia testimoniano
                                                                   inoltre una limitata comprensione dei meccanismi
                                                                   dell’economia. Infine, dalla fine del 1998 i governi
                                                                   dell’Ue, in maggioranza d’indirizzo socialdemocratico,
                                                                   hanno manifestato una scarsa disponibilità a varare ri-
                                                                   forme, il che ha inasprito l’atteggiamento improntato alla
                                                                   prudenza adottato dagli investitori nei confronti
                                                                   dell’euro.
                                                                   L’onere fiscale e l’elevata regolamentazione sono altri
                                                                   ostacoli che frenano il potenziale di crescita di Eurolan-
* Differenziale dei tassi swap decennali fra l’Ue degli Undici
  e gli Stati Uniti
                                                                   dia. In molti Paesi dell’Ue lo Stato rivendica circa la metà
Fonte: Datastream, CREDIT SUISSE Economic Research                 del valore aggiunto nazionale. In una simile «economia di

CREDIT SUISSE Economic Research                                                                           Economic Briefing n. 21   5
alle varie componenti della bilancia dei movimenti di ca-
    Figura 2: gli investimenti diretti netti in Eurolandia
                                                                    pitale di Eurolandia illustra chiaramente questo stato di
              evidenziano la scarsa attrattiva della piazza
                                                                    fatto.
                                                                    Investimenti diretti: negli anni scorsi diversi gruppi euro-
                                                                    pei, non da ultimo grazie alla creazione di un euromerca-
                                                                    to dei capitali unitario, hanno effettuato in grande stile
                                                                    rilevamenti di società negli Stati Uniti. Oggi nessuna im-
                                                                    presa può aspirare alla leadership in un determinato set-
                                                                    tore senza prima assicurarsi una forte presenza negli
                                                                    Stati Uniti. Nel frattempo molte società europee, come
                                                                    la Deutsche Telekom con il fornitore di telefonia mobile
                                                                    VoiceStream, hanno gettato una testa di ponte negli
                                                                    Stati Uniti. Anche se i tonfi alle borse dei titoli tecnologici
                                                                    e sui mercati del credito ostacolano il finanziamento di
                                                                    acquisizioni e le tendenze al raffreddamento osservate
                                                                    nell’economia mondiale lasciano presagire una contra-
    Fonte: Banca centrale europea
                                                                    zione delle fusioni societarie, riflessioni di natura struttu-
                                                                    rale rendono alquanto inverosimile un inaridimento re-
    mercato» la voglia di spendere delle economie domesti-          pentino del flusso degli investimenti diretti verso l’area
    che rimane perlopiù moderata, le imprese investono in           del dollaro.
    ampia misura all’estero e vi trasferiscono posti di lavoro.     Investimenti di portafoglio: dal 1997 gli operatori esteri
    Uno sguardo allo sviluppo dei flussi netti d’investimenti       hanno investito maggiormente in prestiti aziendali e azio-
    diretti verso Eurolandia dal 1997 (vedi figura 2) compro-       ni statunitensi. In un periodo di progressive crisi finanzia-
    va la scarsa attrattiva dell’area dell’euro come piazza         rie l’impressionante forza di propulsione della congiuntu-
    d’investimento. Pur se l’espansione negli Stati Uniti di        ra nazionale Usa, la quasi inesauribile crescita degli utili
    imprese europee è da valutare come una prova di dina-           dei gruppi tecnologici a stelle e strisce e la sedicente
    mismo, questa crescita ha avuto pesanti ricadute sul            infallibilità della Banca centrale statunitense hanno cala-
    cambio. A dispetto delle smodate esagerazioni dei rea-          mitato ingenti capitali esteri, facendo impennare il dolla-
    ganomics negli anni Ottanta (sgravi fiscali aggressivi          ro. L’affievolirsi della congiuntura Usa e il peggioramen-
    senza riduzione delle uscite statali), l’esempio degli Usa      to della solvibilità di aziende statunitensi dovrebbero
    dimostra che un aggravio fiscale moderato accresce il           lasciare tracce durature, cosicché in questo comparto si
    potenziale di crescita di una macroeconomia. Rispetto           pronostica una diminuzione dei flussi di capitale.
    agli Stati Uniti, Eurolandia è ancora penalizzata da svan-      Nuova ponderazione della famiglia di indici MSCI: la
    taggi strutturali, situazione che si riflette in premi di ri-   considerazione del flottante («free float») nella capitaliz-
    schio più consistenti per gl’investimenti in euro.              zazione di mercato di una società sfocia in una nuova
                                                                    ponderazione della nota famiglia di indici azionari di Mor-
    1.5. Flussi di capitale:                                        gan Stanley Capital International (MSCI), che risulta
          tutto converge verso gli Stati Uniti                      propizia alle azioni statunitensi. I Paesi europei detengo-
    La causa principale della fragilità dell’euro va ricercata      no ad esempio ancora consistenti pacchetti di azioni del-
    nella direzione dei flussi di capitale fra Stati Uniti ed Eu-   le loro ex società di telecomunicazioni, che vengono
    rolandia. La crescente diversificazione dei portafogli          soppressi nel nuovo calcolo dell’indice. Ricomposizioni
    azionari osservata negli anni Novanta, l’alta redditività       di portafoglio di gestori patrimoniali che indirizzano la
    del capitale proprio delle aziende statunitensi e l’arresto     loro strategia agli indici dovrebbero generare un esodo
    della crescita in numerosi Paesi emergenti dal 1997/98          di capitali da Eurolandia pari a circa 45 miliardi di USD,
    in poi hanno fatto degli Stati Uniti il bacino di raccolta      mentre gli Stati Uniti possono prevedere un afflusso di
    principale in cui convergono i flussi di capitale internazio-   pressappoco 35 miliardi di USD.
    nali. Viceversa, l’area dell’euro ha subito le conseguen-
    ze prodotte da condizioni quadro avverse. Uno sguardo

6   Economic Briefing n. 21                                                                     CREDIT SUISSE Economic Research
2. Segnavia per l’euro                                            per il 2004. A Nizza è mancato un sostanziale progresso
                                                                  del processo di votazione con decisioni maggioritarie.
Il 1° gennaio 2002 prenderà il via l’introduzione del             Per contro, con l’agevolazione della collaborazione di
contante. La moneta unica europea diventerà così                  singoli Paesi membri è stato definito un approccio inteso
tangibile anche per il vasto pubblico. Per effetto                a mitigare l’effetto di veti nazionali. In futuro sarà pertan-
delle nuove monete e banconote il valore esterno                  to sempre più difficile garantire un ritmo di marcia comu-
dell’euro non verrà automaticamente sottoposto                    ne per il processo d’integrazione.
ad una valutazione ex novo. Sotto il profilo psicolo-
gico il momento è però di estrema valenza: quando                 2.2. Politica economica:
la sostituzione fisica delle monete nazionali sarà                      urge un chiaro indirizzo riformatore
una realtà verranno ritirati maggiori capitali da                 Eurolandia è adombrata dall’attrattiva dell’economia
Eurolandia? Oppure l’euro sarà in grado di conqui-                statunitense. L’Europa si chiede se sarà possibile con-
stare la fiducia degli investitori? La via da seguire             tenere il divario che la separa dagli Stati Uniti e se la lea-
dipenderà da quali segnali invierà l’Ue, che intende              dership Usa permarrà sul lungo periodo, considerato
accrescere la propria attrattiva di piazza economi-               che negli anni Ottanta e Novanta la politica economica
ca e sta preparando l’espansione verso Est.                       statunitense ha seguito indirizzi dimostratisi paganti.
                                                                  In Europa si impongono riforme di economia di mercato
2.1. Politica Ue: si parte da Nizza                               che sappiano delineare una direzione di marcia comune
Il sistema politico dell’Ue costituisce il quadro istituzio-      e non riflettano un’immagine confusa di obiettivi diversi.
nale di Eurolandia. Per radicare la fiducia nell’euro i pro-      Ciò potrebbe potenziare le conseguenze dell’introdu-
cessi decisionali all’interno della Comunità devono im-           zione dell’euro, che dà vita a un mercato dei capitali più
perativamente funzionare. Solo una Ue capace di agire             esteso e liquido. Gli sgravi fiscali in Germania e Francia
è in grado di conferire impulsi a beneficio di un indirizzo       rappresentano un primo passo; s’impongono tuttavia
riformatore della politica economica e a guardare con fi-         ulteriori interventi di flessibilizzazione dei mercati del la-
ducia all’espansione.                                             voro e di riforma della previdenza per la vecchiaia. La re-
Il vertice Ue di Nizza con i suoi numerosi compromessi            alizzazione di progetti che mirano al completamento
ha segnato una tappa nel processo di riforme istituzio-           dell’integrazione del mercato interno sarebbe un segna-
nali, ma non un traguardo. In particolare si imporrebbe           le positivo per l’area dell’euro. Al riguardo vanno sottoli-
una riforma del Consiglio direttivo della Bce, organo de-         neati ad esempio i piani d’intervento Ue per servizi finan-
cisionale in materia di politica monetaria, e dove a              ziari e il mercato del capitale di rischio, come pure
tutt’oggi il potenziale influsso di singoli interessi nazionali
è considerevole: a sei direttori della Bce fanno da con-
trapposto dodici governatori di banche centrali nazionali.        Figura 3: spese per le tecnologie dell’informazione
Ogni estensione della zona euro consolida quindi il piano                   e della telecomunicazione
nazionale e potrebbe svigorire la capacità di agire della
Bce. Una riduzione della rappresentanza di banche cen-
trali nazionali potrebbe essere ottenuta con un sistema
di rotazione ispirato al modello statunitense.
Ma sarà la prassi politica a evidenziare gli effetti che il
maggior potere – deciso al vertice di Nizza – degli Stati
ad alta densità demografica in seno al Consiglio dei Mi-
nistri produrrà sulla capacità decisionale dell’Ue. Raffor-
zare l’influsso dei grandi Paesi significa altresì consentir
loro di bloccare decisioni con il sostegno di pochi alleati.
Insoluta rimane inoltre la questione dell’equilibrio di po-
tere fra Consiglio dei Ministri e Commissione. Il grande
dibattito incentrato su una chiara delimitazione delle
competenze fra l’Ue e i singoli Paesi membri è previsto           Fonte: Commissione europea, sulla base dell’EITO 2000

CREDIT SUISSE Economic Research                                                                            Economic Briefing n. 21   7
l’iniziativa eEurope. Con riguardo agli investimenti in ca-
                                                                    Figura 4: ponderazione geografica nell’indice dei
    pitale di rischio ad esempio, il Vecchio Continente arran-
                                                                              prezzi al consumo di una Uem ampliata
    ca chiaramente alle spalle degli Stati Uniti. In Europa
    sono meno generose anche le spese complessive per le
    tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni.
    L’osservazione distinta delle spese in questo comparto
    evidenzia tuttavia che, seppur chiaramente svantaggiata
    nella tecnologia dell’informazione, l’Ue precede gli Stati
    Uniti nelle telecomunicazioni (vedi figura 3). Sussiste
    dunque il potenziale per migliorare la competitività nei
    confronti degli Stati Uniti, ma è imperativo che si evitino
    manovre restrittive nei progetti di riforma.

    2.3. Espansione dell’Uem: tra desideri e realtà
    Dopo il «no» all’euro espresso dalla Danimarca affiora
    prepotentemente il seguente interrogativo: la zona
                                                                    Per misurare l’inflazione nell’area dell’euro la Bce utilizza l’indice
    dell’euro è invitante soltanto per le economie più deboli       armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC). Il peso di un Paese
    dell’Europa centrale e orientale, mentre non desta parti-       nell’IAPC corrisponde alla sua quota al consumo interno privato
                                                                    complessivo dell’Uem.
    colare interesse presso i Paesi più forti dell’Europa set-      Fonte: CREDIT SUISSE Economic Research
    tentrionale?
    Scetticismo in Europa settentrionale: Gran Bretagna,
    Svezia e Danimarca sono i candidati ideali, appetibili agli     della situazione dell’Europa centrale e orientale, penaliz-
    occhi di Eurolandia grazie a finanze statali sane e tassi di    zerebbe l’intera area dell’euro con un intervento rialzista
    disoccupazione inferiori alla media Uem. Ma non è solo          sui tassi d’interesse; in difetto di interventi da parte
    la Danimarca a mantenere le distanze dalla moneta uni-          dell’istituto centrale, i tassi mantenuti artificialmente
    ca europea: oggi, oltre il 70% dei britannici e più della       bassi produrrebbero un surriscaldamento delle econo-
    metà degli svedesi respingono l’euro. Un indicatore per         mie delle aree geografiche europee menzionate poc’an-
    l’evoluzione del consenso nell’Europa settentrionale è la       zi e di conseguenza un peggioramento della loro compe-
    misurazione delle forze in termini di politica interna in       titività. I mercati delle divise giungerebbero dunque alla
    Gran Bretagna. In occasione delle prossime elezioni,            conclusione che Eurolandia è gravata da economie gra-
    che si terranno verosimilmente nella primavera 2001, i          cili, e ciò non per un periodo limitato, bensì in una pro-
    conservatori sfideranno il Governo laburista di Tony Blair      spettiva a lungo respiro.
    promuovendo campagne anti euro.                                 I primi Stati dell’Europa centrale e orientale potranno
    Anticamera a Est: rispetto a Eurolandia, i possibili candi-     verosimilmente agganciarsi al treno dell’Ue a partire dal
    dati all’Ue dei Paesi dell’Europa centrale e orientale pre-     2005. Con l’acquis giuridico comunitario si assumono
    sentano un reddito pro capite assai più modesto. Per            l’impegno, dopo una fase di transizione, di aderire
    poter risollevare il capo tali economie devono mettere a        all’Uem. Tale passo premette l’adempimento dei criteri di
    segno tassi di crescita più sostenuti sull’arco di vari anni,   convergenza sanciti dal Trattato di Maastricht (tasso
    uno sviluppo che – come insegna l’esperienza – è spes-          d’inflazione, disavanzo pubblico, indebitamento, tassi
    so accompagnato da tassi d’inflazione più accentuati. I         d’interesse e due anni di adesione allo SME II), nonché la
    Paesi candidati avranno migliori chance di ricupero se          considerazione di altri fattori come l’integrazione dei mer-
    potranno disporre anche in avvenire della valvola di sfo-       cati o il costo unitario del lavoro. Politicamente, la richie-
    go di una politica monetaria autonoma e di cambi flessi-        sta di elementi supplementari – in termini di economia
    bili. Un’adesione prematura graverebbe sull’euro, anche         reale – è assai controversa. Per il loro stesso interesse, in
    se in ottica puramente statistica i tassi d’inflazione più      vista di un’eventuale adesione all’Uem i Paesi dell’Europa
    sostenuti nell’Europa centrale e orientale dovrebbero           centrale e orientale dovrebbero tuttavia monitorare l’an-
    esercitare un influsso trascurabile sul rincaro di Eurolan-     damento dell’economia reale e accettare di trattenersi un
    dia (vedi figura 4). Se la Bce dovesse però tener conto         po’ più a lungo nell’anticamera di Eurolandia.

8   Economic Briefing n. 21                                                                          CREDIT SUISSE Economic Research
3. Prospettive                                                   abbinata a un indirizzo monetario restrittivo, situazione
                                                                 che negli anni Ottanta, sotto l’amministrazione Reagan,
Nel breve periodo l’euro ha compiuto il fatidico giro di         fece impennare il biglietto verde.
boa. La decelerazione della progressione economica               Elementi strutturali e istituzionali influenzano l’evolu-
statunitense sta assottigliando notevolmente il gap di           zione a lungo termine dell’euro. Solo ravvisabili e chiare
crescita su ambo le sponde dell’oceano e ha preparato il         riforme in tema di politica economica possono convo-
terreno per un rinvigorimento dell’euro. In un orizzonte di      gliare capitali esteri verso l’area dell’euro, mentre un ri-
un anno pronostichiamo un rapporto fra 0.95 – 0.98               stagno del processo riformatore in Europa li farebbe
USD/EUR.                                                         semplicemente passare oltre. Sotto questo punto di vi-
Sarebbe tuttavia errato attendere un miglioramento ful-          sta i Paesi dell’Uem dovranno impegnarsi per fugare il
mineo del corso dell’euro. Una fuga repentina dal dolla-         pericolo di un indebolimento strutturale duraturo della
ro è uno scenario che appare assai poco realistico. Gli          moneta unica. Il valore esterno dell’euro dovrebbe inol-
investitori istituzionali statunitensi controllano tuttora pa-   tre essere influenzato dai futuri confini esterni di Euro-
trimoni considerevoli e dalla nascita dell’euro hanno di-        landia. Un’ostinata volontà di tenersi in disparte da parte
mostrato molta prudenza nei confronti della moneta uni-          dell’Europa settentrionale e un’espansione affrettata
ca europea. Alla luce dell’incerta evoluzione della              dell’Uem verso Est avrebbero pesanti ricadute sull’euro.
congiuntura statunitense, sui mercati finanziari Usa do-         Proprio nell’ottica di un’espansione dell’area dell’euro
vrebbe aumentare l’avversione al rischio, ciò che non la-        verso est, che seguirebbe all’allargamento dell’Ue, Eu-
scia presagire grandi riassetti di portafoglio dal mercato       rolandia abbisogna di condizioni quadro istituzionali fun-
nazionale nell’area dell’euro.                                   zionanti. Fra queste si annovera un direttorio Bce suffi-
Siccome l’intensa lotta sui prezzi dell’economia statuni-        cientemente influente a livello di politica monetaria in
tense ha effetti antinflazionistici, in caso di turbolenze       seno al Consiglio direttivo Bce. Occorrono quindi pro-
borsistiche la Banca centrale statunitense può interveni-        cessi decisionali che non possano essere bloccati nep-
re in soccorso dei mercati finanziari locali con tagli ai tas-   pure da un’Ue con 27 Paesi membri. A questo riguardo,
si, contrastando così una perdita di fiducia nei confronti       dopo la serrata lotta per le prime riforme istituzionali del
del biglietto verde. Peraltro, anche l’Europa è interessa-       vertice Ue di Nizza appare chiaro che rimane ancora pa-
ta a che l’economia statunitense non perda vigore e il           recchio lavoro da fare.
corso dell’euro non superi quota 1 USD/EUR. La debo-
lezza dell’euro ha in qualche modo contribuito alla rivita-
lizzazione dell’economia europea. Un rapido deprezza-
mento del dollaro, collegato a un atterraggio tutt’altro
che morbido della congiuntura negli Stati Uniti, soffo-
cherebbe la ripresa sorretta dalle esportazioni tuttora in
corso in Europa.
Due fattori d’incertezza potrebbero parimenti contenere
il ricupero dell’euro. Il primo è il prezzo del petrolio. Sic-
come sul mercato mondiale il barile viene contrattato in
dollari, un prezzo elevato del greggio comporta un rialzo
della domanda di tale moneta. Un inasprimento della si-
tuazione nel Medio Oriente potrebbe far nuovamente lie-
vitare le quotazioni dell’oro nero. Il secondo fattore
d’incertezza risiede nel possibile stemperamento della
politica fiscale statunitense. L’affievolirsi del vento con-
giunturale negli Stati Uniti dovrebbe consentire persino
a un Presidente indebolito di far approvare dal Congres-
so un pacchetto di sgravi fiscali e aumenti delle spese.
Nella più estrema delle ipotesi, entro un anno potremmo
nuovamente assistere ad una politica fiscale espansiva

CREDIT SUISSE Economic Research                                                                        Economic Briefing n. 21   9
Appunti

10   Economic Briefing n. 21   CREDIT SUISSE Economic Research
Nella collana «Economic Briefing» sono stati pubblicati i seguenti numeri:

N.      Titolo                                                               N. di mat.   N. di mat.   N. di mat.      N. di mat.
                                                                             Italiano     Tedesco      Francese        Inglese

 1      Europäische Währungsunion:                                           –            esaurito     esaurito        –
        Ein Jahr vor der Entscheidung (4/97)
 2      L’unione monetaria europea:                                          1521023      1521021      1521022         1521024
        Le vostre domande – le nostre risposte (7/97 und 5/98)
 3      Inflation: Totgesagte leben länger (10/97)                           –            1510331      –               –
 4      Die EWU: Spreads and more . . . (10/97)                              –            esaurito     –               esaurito
 5      Schweizerische Sozialpolitik: Quo Vadis (10/97)                      –            esaurito     1510352         –
 6      Elchtest für den Euro: Der Weg zur Einheitswährung (3/98)            –            esaurito     esaurito        esaurito
 7      Mercato svizzero del credito: nessi economici (7/98):                1510773      1510771      1510772         –
        retrospettiva e prospettive
 8      Imprese ed euro: Ho pensato a tutto? (5/98)                          esaurito     1510781      1510782         –
 9      Der Euro kommt: Mechanik und Dynamik im Euroland (7/98)              –            esaurito     esaurito        esaurito
10      Kantonale Finanzen: Die Herausforderungen                            –            1510871      1510872         –
        der Zukunft verlangen Teamarbeit (9/98)
11      Das Jahr-2000-Problem: Keine Rezession in Sicht (6/99)               –            esaurito     esaurito        esaurito
12      Finanza globale: non nuova, ma assai promettente (10/99)             1510993      1510991      1510992         –
13      Neuer Glanz für Gold . . . (10/99)                                   –            1540701      1540702         –
14      Aktien als langfristige Kapitalanlage (11/99)                        –            1540711      1540712         1540714
15      Electronic Commerce:                                                 –            1511361      1511362         1511364
        (R)evolution für Wirtschaft und Gesellschaft (1/00)
16      Europäische Union: Gestern, heute, morgen (3/00)                     –            1511381      1511382         1511384
17      Shareholder Value: Viel mehr als ein Schlagwort (6/00)               –            1540801      –               1540804
18      Die Schweiz im internationalen Wettbewerb (8/00)                     –            1540811      1540812         1540814
19      L’assetto del mercato svizzero del lavoro –                          1540833      1540831      1540832         –
        un ostacolo per la crescita? (9/00)
20      Diversifikation – Strategie für eine erfolgreiche                    –            1540871      1540872         1540874
        Kapitalanlage. (12/00)
21      L’euro alla ricerca della sua identità. (1/01)                       1511493      1511491      1511492         1511494

CREDIT SUISSE Economic Research                                                                            Economic Briefing n. 21   11
CCV / N. di mat. 1511493 / 1.2001   Stampato su cellulosa sbiancata al 100% senza cloro
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