L'euro alla ricerca - Credit Suisse
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L’euro alla ricerca della sua identità. Economic Briefing n. 21 Un bilancio intermedio in occasione del secondo anniversario della moneta unica europea. Timing infelice o debolezze strutturali? Quant’è lunga l’ombra degli Stati Uniti? Politica: il tallone d’Achille di Eurolandia. Economic Research
Sommario 1. Eurolandia sul banco di prova 4 Politica: il tallone d’Achille dell’Uem? 4 Politica dei cambi Usa: il dollaro forte asseconda gli interessi degli americani 4 Politica monetaria: la problematica «one size fits all» 4 Attrattiva della piazza: Stati Uniti davanti a tutti 5 Flussi di capitale: tutto converge verso gli Stati Uniti 6 2. Indicatori per l’euro 7 Politica dell’Ue: si parte da Nizza 7 Politica economica: urge un chiaro indirizzo riformatore 7 Espansione dell’Uem: tra desideri e realtà 8 3. Prospettive 9 Editore CREDIT SUISSE Economic Research, casella postale 100, CH-8070 Zurigo Responsabile della collana Economic Briefing Cesare Ravara, telefono +41 1 333 59 12 cesare.ravara@credit-suisse.ch Autori Cédric Spahr, telefono +41 1 333 96 48 cedric.spahr@credit-suisse.ch Hans-Peter Wäfler, telefono +41 1 333 28 08 hans-peter.waefler@credit-suisse.ch Impaginazione e grafici Carmen Sopi, telefono +41 1 333 66 49 carmen.sopi@credit-suisse.ch Stampa Fröhlich Druck AG, Dachslerenstrasse 3, CH-8702 Zollikon Chiusura redazionale 12 dicembre 2000 Periodicità 6 pubblicazioni ca. all’anno a seconda dell’attualità delle tematiche. Abbonamenti e ordinazioni Direttamente presso il vostro consulente o in ogni sede del CREDIT SUISSE. Ordinazioni interne via HOST indicando il n. di mat. 1511493 (HOST: MW01). Abbonamenti con Publicode EBI (HOST: WR10). Singole copie tramite EBIC, fax +41 1 333 37 44 o e-mail a: daniel.challandes@credit-suisse.ch. Visitate il nostro sito Internet www.credit-suisse.ch Riproduzione autorizzata con indicazione della fonte.
L’euro alla ricerca della sua identità All’inizio del 1999 l’introduzione della moneta uni- ca europea venne accompagnata da obiettivi am- biziosi. Allora si sosteneva che l’euro sarebbe di- ventato altrettanto forte del marco tedesco. Nel frattempo, questa previsione si è rivelata utopica, visto che nei confronti del dollaro l’euro ha ceduto progressivamente più di un quarto del suo valore. L’attrattiva della piazza statunitense – contraddi- stinta soprattutto da una vigorosa crescita della produttività e dall’ampia credibilità di cui gode la banca centrale – ha calamitato un copioso flusso di capitali nell’area del dollaro. L’euro non è stato in grado di contendere al dollaro la supremazia di moneta internazionale e l’allineamento congiun- turale fra Eurolandia e Stati Uniti si è fatto attende- re a lungo. Dopo due anni di Unione monetaria europea ci si chiede se le iniziali difficoltà della moneta unica europea vadano imputate a cause strutturali o se non siano piuttosto il risultato di un timing infelice. CREDIT SUISSE Economic Research Economic Briefing n. 21 3
1. Eurolandia sul banco di prova del biglietto verde e hanno inoltre consentito di accettare un dollaro ponderato su base commerciale più alto sen- 1.1. Politica: il tallone d’Achille dell’Uem? za esporsi a rischi particolari per la capacità concorren- Un’insufficiente stabilità politica nella zona dell’euro vie- ziale della propria industria d’esportazione. Le autorità ne spesso addotta come motivo della diffidenza nutrita statunitensi hanno inoltre promosso in modo sistematico dagli investitori esteri nei riguardi della moneta unica eu- e mirato la rivalutazione della moneta interna. Dall’inse- ropea. Non si può certo affermare che il firmamento eu- diamento del ministro delle finanze Robert Rubin, avve- ropeo subito dopo il decollo dell’Unione economica e nuta all’inizio del 1995, l’amministrazione Usa ha co- monetaria (Uem) non sia stato costellato da passi falsi e stantemente perseguito una politica del «dollaro forte», crisi politiche. Nel 1999 il Governo tedesco guidato dal rinunciando a usare il corso di cambio come arma contro Cancelliere Schröder visse una crisi di credibilità, che i partner commerciali ritrosi. attraverso la politica economica dell’allora ministro delle Non è un caso che proprio un ex banchiere di Wall finanze Lafontaine gettò lo scompiglio sui mercati finan- Street abbia vigorosamente sorretto questo indirizzo. La ziari europei. Peraltro anche la Francia riuscì a catturare politica dell’amministrazione statunitense di promuovere l’attenzione dei media. La riforma fiscale dell’attuale in modo mirato una rivalutazione del dollaro ha contribui- Governo esprime più l’orientamento della politica fran- to, accanto a fattori di economia reale, a garantire un cese alle elezioni presidenziali del 2002 che un’autenti- costante afflusso di capitali esteri per il finanziamento ca volontà riformatrice. L’Italia è riuscita ad aderire del disavanzo della bilancia delle partite correnti; e ciò all’Uem in extremis grazie ai massicci sforzi di conteni- non da ultimo nell’aspettativa che gli investitori interna- mento del bilancio; da allora la spinta riformatrice si è zionali ottengano una parte del rendimento maturato sui tuttavia paralizzata. titoli in dollari sotto forma di guadagni sul cambio. Di più, Il rifiuto dell’euro espresso dalla Danimarca ha reso un un dollaro forte imbriglierebbe i prezzi all’importazione, altro cattivo servizio politico alla moneta unica. La deci- mentre il conseguente afflusso di beni esteri contribui- sione ha avuto la valenza di un segnale e solleva rebbe a sua volta a mitigare le spinte inflazionistiche. l’interrogativo del consenso per l’euro nella popolazione. Questo punto è stato sottolineato più volte dal Governa- Il solo Paese dell’Ue il cui popolo poteva votare sulla tore della Banca centrale Alan Greenspan. Tanto fra i partecipazione all’Uem ha mostrato indifferenza per la democratici quanto fra i repubblicani prevale l’avviso che moneta unica europea. un allontanamento dalla politica perseguita finora com- Un altro quesito a cui dare risposta è sapere se l’uni- prometterebbe la prosperità degli Stati Uniti. ficazione di così tanti Paesi non faccia dell’euro una mo- neta più facilmente soggetta a crisi politiche. A prima 1.3. Politica monetaria: vista i rischi che si annidano in un investimento diversifi- la problematica «one size fits all» cato in euro non sono maggiori di quelli di un portafoglio Il compito precipuo della Banca centrale europea (Bce) misto composto dalle monete storiche dei Paesi membri è garantire la stabilità dei prezzi, intendendo con ciò un di Eurolandia. Una crisi in un Paese dell’Uem, come di- tasso d’inflazione inferiore al 2%. L’eterogeneità delle mostrato dai blocchi stradali eretti in Francia per prote- strutture economiche nell’area dell’euro ostacola in mi- sta contro il rialzo del prezzo del greggio, potrebbe però sura sostanziale l’assolvimento di questo compito. Ai spingere gli investitori ad alienare «in blocco» gli averi in Paesi in rapida espansione come l’Irlanda o la Spagna, euro e, per mancanza di monete alternative in Europa, che evidenziano tendenze al surriscaldamento e tassi volgere le spalle all’intera area dell’euro. Unione mone- d’inflazione in ascesa, occorrerebbe pertanto una politi- taria europea significa pure che la crisi di un Paese im- ca monetaria molto più rigida. L’aumento delle imposte portante acutizzerebbe il pericolo di contagio per la mo- rispettivamente il contenimento della spesa pubblica neta comune e potrebbe innescare un effetto «valanga». sarebbero un’alternativa ipotizzabile a una politica mo- netaria autonoma, ma poco realistica per motivi di carat- 1.2. Politica dei cambi Usa: il dollaro forte tere politico. asseconda gli interessi degli americani In fasi di spiccato ristagno della crescita l’istituto Gli aumenti di produttività dell’industria statunitense d’emissione potrebbe altresì subire le pressioni di alcuni hanno creato premesse propizie per la tendenza al rialzo importanti Paesi, esercitate al fine di ottenere maggiori 4 Economic Briefing n. 21 CREDIT SUISSE Economic Research
riguardi per le loro economie. A giusto titolo è stato sol- Uniti (vedi figura 1). A seguito della relazione storica, levato l’interrogativo sulla definizione della politica mo- l’euro dovrebbe presentare una quotazione superiore. netaria della Bce, e in particolare sulla maggiore atten- Una spiegazione ottimistica conforterebbe la tesi che zione per le esigenze dei Paesi principali rispetto alle prima o poi gli operatori di mercato reagiranno a questa economie minori. Secondo previsioni dell’Ue, il tasso di valutazione errata, con l’effetto di alimentare verosimil- rincaro nella zona euro dovrebbe spingersi oltre la soglia mente una rivalutazione dell’euro. Una spiegazione più obiettivo del 2% non solo nel 2000, ma anche nel 2001. obiettiva sosterrebbe che il crescente effetto forbice fra In questa evoluzione si riflette non da ultimo il rialzo del corso di cambio e differenziale d’interessi sta a indicare prezzo del petrolio. A lungo termine l’effetto prodotto dal un premio di rischio per prestiti in euro a lungo termine, prezzo del greggio non potrà più essere addotto a giusti- ciò che andrebbe valutato come espressione dello scet- ficazione di un superamento del tasso d’inflazione. ticismo del mercato verso il potenziale di affermazione I problemi di comunicazione che hanno afflitto più volte sul lungo periodo della moneta unica europea. la Banca centrale europea nel corso della sua giovane storia si sono rivelati un aggravio aggiuntivo. I mercati 1.4. Attrattiva della piazza: delle divise hanno interpretato come pura nonchalance Stati Uniti davanti a tutti la spensieratezza che ha a lungo caratterizzato l’atteg- La capacità dell’economia statunitense di calamitare ca- giamento della Bce nei confronti dell’andamento del pitali e personale specializzato esteri è una caratteristica valore esterno dell’euro. Da allora pareri contrastanti essenziale della ripresa economica dal 1995. Nell’era espressi da rappresentanti delle banche centrali e da del «capitalismo globalizzato» il capitale confluisce nei personalità politiche dell’Ue si sono susseguiti con fre- Paesi che offrono le migliori prospettive di rendimento. Il quenza, nuocendo alla credibilità della moneta unica eu- disavanzo accusato dalla bilancia delle partite correnti ropea. perde di importanza, fintantoché si riesce ad attirare ca- Lo scetticismo nutrito da numerosi investitori nei con- pitali esteri con la promessa di condizioni quadro invitan- fronti della praticabilità di una politica monetaria unitaria ti. Negli anni Novanta, il cambio USD/EUR presentava in un’area economica ancora eterogenea ha trovato una correlazione positiva con il disavanzo della bilancia espressione in un premio di rischio più elevato in sede di delle partite correnti statunitense. valutazione di titoli stilati in euro. Dall’inizio del 1999 – in Negli ultimi anni le condizioni quadro dei fondamentali sincronia con l’inizio dell’Unione monetaria – il cambio nell’area dell’euro si sono dimostrate, quasi senza ecce- USD/EUR non reagisce più ai movimenti del differen- zione, peggiori di quelle vigenti negli Stati Uniti. La dere- ziale d’interessi reale a dieci anni fra Germania e Stati golamentazione dei mercati del lavoro e delle merci è in- sufficiente e l’alto costo della manodopera in alcuni Paesi è spesso un esplicito invito a trasferire la produzio- Figura 1: cambi e differenziale reale d’interessi* ne all’estero. Sistemi educativi e formativi obsoleti fre- nano la dinamica innovativa, e in numerosi settori chiave come l’informatica o la biotecnologia l’Europa accusa un certo ritardo. Esperimenti come l’introduzione della settimana lavorativa di 35 ore in Francia testimoniano inoltre una limitata comprensione dei meccanismi dell’economia. Infine, dalla fine del 1998 i governi dell’Ue, in maggioranza d’indirizzo socialdemocratico, hanno manifestato una scarsa disponibilità a varare ri- forme, il che ha inasprito l’atteggiamento improntato alla prudenza adottato dagli investitori nei confronti dell’euro. L’onere fiscale e l’elevata regolamentazione sono altri ostacoli che frenano il potenziale di crescita di Eurolan- * Differenziale dei tassi swap decennali fra l’Ue degli Undici e gli Stati Uniti dia. In molti Paesi dell’Ue lo Stato rivendica circa la metà Fonte: Datastream, CREDIT SUISSE Economic Research del valore aggiunto nazionale. In una simile «economia di CREDIT SUISSE Economic Research Economic Briefing n. 21 5
alle varie componenti della bilancia dei movimenti di ca- Figura 2: gli investimenti diretti netti in Eurolandia pitale di Eurolandia illustra chiaramente questo stato di evidenziano la scarsa attrattiva della piazza fatto. Investimenti diretti: negli anni scorsi diversi gruppi euro- pei, non da ultimo grazie alla creazione di un euromerca- to dei capitali unitario, hanno effettuato in grande stile rilevamenti di società negli Stati Uniti. Oggi nessuna im- presa può aspirare alla leadership in un determinato set- tore senza prima assicurarsi una forte presenza negli Stati Uniti. Nel frattempo molte società europee, come la Deutsche Telekom con il fornitore di telefonia mobile VoiceStream, hanno gettato una testa di ponte negli Stati Uniti. Anche se i tonfi alle borse dei titoli tecnologici e sui mercati del credito ostacolano il finanziamento di acquisizioni e le tendenze al raffreddamento osservate nell’economia mondiale lasciano presagire una contra- Fonte: Banca centrale europea zione delle fusioni societarie, riflessioni di natura struttu- rale rendono alquanto inverosimile un inaridimento re- mercato» la voglia di spendere delle economie domesti- pentino del flusso degli investimenti diretti verso l’area che rimane perlopiù moderata, le imprese investono in del dollaro. ampia misura all’estero e vi trasferiscono posti di lavoro. Investimenti di portafoglio: dal 1997 gli operatori esteri Uno sguardo allo sviluppo dei flussi netti d’investimenti hanno investito maggiormente in prestiti aziendali e azio- diretti verso Eurolandia dal 1997 (vedi figura 2) compro- ni statunitensi. In un periodo di progressive crisi finanzia- va la scarsa attrattiva dell’area dell’euro come piazza rie l’impressionante forza di propulsione della congiuntu- d’investimento. Pur se l’espansione negli Stati Uniti di ra nazionale Usa, la quasi inesauribile crescita degli utili imprese europee è da valutare come una prova di dina- dei gruppi tecnologici a stelle e strisce e la sedicente mismo, questa crescita ha avuto pesanti ricadute sul infallibilità della Banca centrale statunitense hanno cala- cambio. A dispetto delle smodate esagerazioni dei rea- mitato ingenti capitali esteri, facendo impennare il dolla- ganomics negli anni Ottanta (sgravi fiscali aggressivi ro. L’affievolirsi della congiuntura Usa e il peggioramen- senza riduzione delle uscite statali), l’esempio degli Usa to della solvibilità di aziende statunitensi dovrebbero dimostra che un aggravio fiscale moderato accresce il lasciare tracce durature, cosicché in questo comparto si potenziale di crescita di una macroeconomia. Rispetto pronostica una diminuzione dei flussi di capitale. agli Stati Uniti, Eurolandia è ancora penalizzata da svan- Nuova ponderazione della famiglia di indici MSCI: la taggi strutturali, situazione che si riflette in premi di ri- considerazione del flottante («free float») nella capitaliz- schio più consistenti per gl’investimenti in euro. zazione di mercato di una società sfocia in una nuova ponderazione della nota famiglia di indici azionari di Mor- 1.5. Flussi di capitale: gan Stanley Capital International (MSCI), che risulta tutto converge verso gli Stati Uniti propizia alle azioni statunitensi. I Paesi europei detengo- La causa principale della fragilità dell’euro va ricercata no ad esempio ancora consistenti pacchetti di azioni del- nella direzione dei flussi di capitale fra Stati Uniti ed Eu- le loro ex società di telecomunicazioni, che vengono rolandia. La crescente diversificazione dei portafogli soppressi nel nuovo calcolo dell’indice. Ricomposizioni azionari osservata negli anni Novanta, l’alta redditività di portafoglio di gestori patrimoniali che indirizzano la del capitale proprio delle aziende statunitensi e l’arresto loro strategia agli indici dovrebbero generare un esodo della crescita in numerosi Paesi emergenti dal 1997/98 di capitali da Eurolandia pari a circa 45 miliardi di USD, in poi hanno fatto degli Stati Uniti il bacino di raccolta mentre gli Stati Uniti possono prevedere un afflusso di principale in cui convergono i flussi di capitale internazio- pressappoco 35 miliardi di USD. nali. Viceversa, l’area dell’euro ha subito le conseguen- ze prodotte da condizioni quadro avverse. Uno sguardo 6 Economic Briefing n. 21 CREDIT SUISSE Economic Research
2. Segnavia per l’euro per il 2004. A Nizza è mancato un sostanziale progresso del processo di votazione con decisioni maggioritarie. Il 1° gennaio 2002 prenderà il via l’introduzione del Per contro, con l’agevolazione della collaborazione di contante. La moneta unica europea diventerà così singoli Paesi membri è stato definito un approccio inteso tangibile anche per il vasto pubblico. Per effetto a mitigare l’effetto di veti nazionali. In futuro sarà pertan- delle nuove monete e banconote il valore esterno to sempre più difficile garantire un ritmo di marcia comu- dell’euro non verrà automaticamente sottoposto ne per il processo d’integrazione. ad una valutazione ex novo. Sotto il profilo psicolo- gico il momento è però di estrema valenza: quando 2.2. Politica economica: la sostituzione fisica delle monete nazionali sarà urge un chiaro indirizzo riformatore una realtà verranno ritirati maggiori capitali da Eurolandia è adombrata dall’attrattiva dell’economia Eurolandia? Oppure l’euro sarà in grado di conqui- statunitense. L’Europa si chiede se sarà possibile con- stare la fiducia degli investitori? La via da seguire tenere il divario che la separa dagli Stati Uniti e se la lea- dipenderà da quali segnali invierà l’Ue, che intende dership Usa permarrà sul lungo periodo, considerato accrescere la propria attrattiva di piazza economi- che negli anni Ottanta e Novanta la politica economica ca e sta preparando l’espansione verso Est. statunitense ha seguito indirizzi dimostratisi paganti. In Europa si impongono riforme di economia di mercato 2.1. Politica Ue: si parte da Nizza che sappiano delineare una direzione di marcia comune Il sistema politico dell’Ue costituisce il quadro istituzio- e non riflettano un’immagine confusa di obiettivi diversi. nale di Eurolandia. Per radicare la fiducia nell’euro i pro- Ciò potrebbe potenziare le conseguenze dell’introdu- cessi decisionali all’interno della Comunità devono im- zione dell’euro, che dà vita a un mercato dei capitali più perativamente funzionare. Solo una Ue capace di agire esteso e liquido. Gli sgravi fiscali in Germania e Francia è in grado di conferire impulsi a beneficio di un indirizzo rappresentano un primo passo; s’impongono tuttavia riformatore della politica economica e a guardare con fi- ulteriori interventi di flessibilizzazione dei mercati del la- ducia all’espansione. voro e di riforma della previdenza per la vecchiaia. La re- Il vertice Ue di Nizza con i suoi numerosi compromessi alizzazione di progetti che mirano al completamento ha segnato una tappa nel processo di riforme istituzio- dell’integrazione del mercato interno sarebbe un segna- nali, ma non un traguardo. In particolare si imporrebbe le positivo per l’area dell’euro. Al riguardo vanno sottoli- una riforma del Consiglio direttivo della Bce, organo de- neati ad esempio i piani d’intervento Ue per servizi finan- cisionale in materia di politica monetaria, e dove a ziari e il mercato del capitale di rischio, come pure tutt’oggi il potenziale influsso di singoli interessi nazionali è considerevole: a sei direttori della Bce fanno da con- trapposto dodici governatori di banche centrali nazionali. Figura 3: spese per le tecnologie dell’informazione Ogni estensione della zona euro consolida quindi il piano e della telecomunicazione nazionale e potrebbe svigorire la capacità di agire della Bce. Una riduzione della rappresentanza di banche cen- trali nazionali potrebbe essere ottenuta con un sistema di rotazione ispirato al modello statunitense. Ma sarà la prassi politica a evidenziare gli effetti che il maggior potere – deciso al vertice di Nizza – degli Stati ad alta densità demografica in seno al Consiglio dei Mi- nistri produrrà sulla capacità decisionale dell’Ue. Raffor- zare l’influsso dei grandi Paesi significa altresì consentir loro di bloccare decisioni con il sostegno di pochi alleati. Insoluta rimane inoltre la questione dell’equilibrio di po- tere fra Consiglio dei Ministri e Commissione. Il grande dibattito incentrato su una chiara delimitazione delle competenze fra l’Ue e i singoli Paesi membri è previsto Fonte: Commissione europea, sulla base dell’EITO 2000 CREDIT SUISSE Economic Research Economic Briefing n. 21 7
l’iniziativa eEurope. Con riguardo agli investimenti in ca- Figura 4: ponderazione geografica nell’indice dei pitale di rischio ad esempio, il Vecchio Continente arran- prezzi al consumo di una Uem ampliata ca chiaramente alle spalle degli Stati Uniti. In Europa sono meno generose anche le spese complessive per le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni. L’osservazione distinta delle spese in questo comparto evidenzia tuttavia che, seppur chiaramente svantaggiata nella tecnologia dell’informazione, l’Ue precede gli Stati Uniti nelle telecomunicazioni (vedi figura 3). Sussiste dunque il potenziale per migliorare la competitività nei confronti degli Stati Uniti, ma è imperativo che si evitino manovre restrittive nei progetti di riforma. 2.3. Espansione dell’Uem: tra desideri e realtà Dopo il «no» all’euro espresso dalla Danimarca affiora prepotentemente il seguente interrogativo: la zona Per misurare l’inflazione nell’area dell’euro la Bce utilizza l’indice dell’euro è invitante soltanto per le economie più deboli armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC). Il peso di un Paese dell’Europa centrale e orientale, mentre non desta parti- nell’IAPC corrisponde alla sua quota al consumo interno privato complessivo dell’Uem. colare interesse presso i Paesi più forti dell’Europa set- Fonte: CREDIT SUISSE Economic Research tentrionale? Scetticismo in Europa settentrionale: Gran Bretagna, Svezia e Danimarca sono i candidati ideali, appetibili agli della situazione dell’Europa centrale e orientale, penaliz- occhi di Eurolandia grazie a finanze statali sane e tassi di zerebbe l’intera area dell’euro con un intervento rialzista disoccupazione inferiori alla media Uem. Ma non è solo sui tassi d’interesse; in difetto di interventi da parte la Danimarca a mantenere le distanze dalla moneta uni- dell’istituto centrale, i tassi mantenuti artificialmente ca europea: oggi, oltre il 70% dei britannici e più della bassi produrrebbero un surriscaldamento delle econo- metà degli svedesi respingono l’euro. Un indicatore per mie delle aree geografiche europee menzionate poc’an- l’evoluzione del consenso nell’Europa settentrionale è la zi e di conseguenza un peggioramento della loro compe- misurazione delle forze in termini di politica interna in titività. I mercati delle divise giungerebbero dunque alla Gran Bretagna. In occasione delle prossime elezioni, conclusione che Eurolandia è gravata da economie gra- che si terranno verosimilmente nella primavera 2001, i cili, e ciò non per un periodo limitato, bensì in una pro- conservatori sfideranno il Governo laburista di Tony Blair spettiva a lungo respiro. promuovendo campagne anti euro. I primi Stati dell’Europa centrale e orientale potranno Anticamera a Est: rispetto a Eurolandia, i possibili candi- verosimilmente agganciarsi al treno dell’Ue a partire dal dati all’Ue dei Paesi dell’Europa centrale e orientale pre- 2005. Con l’acquis giuridico comunitario si assumono sentano un reddito pro capite assai più modesto. Per l’impegno, dopo una fase di transizione, di aderire poter risollevare il capo tali economie devono mettere a all’Uem. Tale passo premette l’adempimento dei criteri di segno tassi di crescita più sostenuti sull’arco di vari anni, convergenza sanciti dal Trattato di Maastricht (tasso uno sviluppo che – come insegna l’esperienza – è spes- d’inflazione, disavanzo pubblico, indebitamento, tassi so accompagnato da tassi d’inflazione più accentuati. I d’interesse e due anni di adesione allo SME II), nonché la Paesi candidati avranno migliori chance di ricupero se considerazione di altri fattori come l’integrazione dei mer- potranno disporre anche in avvenire della valvola di sfo- cati o il costo unitario del lavoro. Politicamente, la richie- go di una politica monetaria autonoma e di cambi flessi- sta di elementi supplementari – in termini di economia bili. Un’adesione prematura graverebbe sull’euro, anche reale – è assai controversa. Per il loro stesso interesse, in se in ottica puramente statistica i tassi d’inflazione più vista di un’eventuale adesione all’Uem i Paesi dell’Europa sostenuti nell’Europa centrale e orientale dovrebbero centrale e orientale dovrebbero tuttavia monitorare l’an- esercitare un influsso trascurabile sul rincaro di Eurolan- damento dell’economia reale e accettare di trattenersi un dia (vedi figura 4). Se la Bce dovesse però tener conto po’ più a lungo nell’anticamera di Eurolandia. 8 Economic Briefing n. 21 CREDIT SUISSE Economic Research
3. Prospettive abbinata a un indirizzo monetario restrittivo, situazione che negli anni Ottanta, sotto l’amministrazione Reagan, Nel breve periodo l’euro ha compiuto il fatidico giro di fece impennare il biglietto verde. boa. La decelerazione della progressione economica Elementi strutturali e istituzionali influenzano l’evolu- statunitense sta assottigliando notevolmente il gap di zione a lungo termine dell’euro. Solo ravvisabili e chiare crescita su ambo le sponde dell’oceano e ha preparato il riforme in tema di politica economica possono convo- terreno per un rinvigorimento dell’euro. In un orizzonte di gliare capitali esteri verso l’area dell’euro, mentre un ri- un anno pronostichiamo un rapporto fra 0.95 – 0.98 stagno del processo riformatore in Europa li farebbe USD/EUR. semplicemente passare oltre. Sotto questo punto di vi- Sarebbe tuttavia errato attendere un miglioramento ful- sta i Paesi dell’Uem dovranno impegnarsi per fugare il mineo del corso dell’euro. Una fuga repentina dal dolla- pericolo di un indebolimento strutturale duraturo della ro è uno scenario che appare assai poco realistico. Gli moneta unica. Il valore esterno dell’euro dovrebbe inol- investitori istituzionali statunitensi controllano tuttora pa- tre essere influenzato dai futuri confini esterni di Euro- trimoni considerevoli e dalla nascita dell’euro hanno di- landia. Un’ostinata volontà di tenersi in disparte da parte mostrato molta prudenza nei confronti della moneta uni- dell’Europa settentrionale e un’espansione affrettata ca europea. Alla luce dell’incerta evoluzione della dell’Uem verso Est avrebbero pesanti ricadute sull’euro. congiuntura statunitense, sui mercati finanziari Usa do- Proprio nell’ottica di un’espansione dell’area dell’euro vrebbe aumentare l’avversione al rischio, ciò che non la- verso est, che seguirebbe all’allargamento dell’Ue, Eu- scia presagire grandi riassetti di portafoglio dal mercato rolandia abbisogna di condizioni quadro istituzionali fun- nazionale nell’area dell’euro. zionanti. Fra queste si annovera un direttorio Bce suffi- Siccome l’intensa lotta sui prezzi dell’economia statuni- cientemente influente a livello di politica monetaria in tense ha effetti antinflazionistici, in caso di turbolenze seno al Consiglio direttivo Bce. Occorrono quindi pro- borsistiche la Banca centrale statunitense può interveni- cessi decisionali che non possano essere bloccati nep- re in soccorso dei mercati finanziari locali con tagli ai tas- pure da un’Ue con 27 Paesi membri. A questo riguardo, si, contrastando così una perdita di fiducia nei confronti dopo la serrata lotta per le prime riforme istituzionali del del biglietto verde. Peraltro, anche l’Europa è interessa- vertice Ue di Nizza appare chiaro che rimane ancora pa- ta a che l’economia statunitense non perda vigore e il recchio lavoro da fare. corso dell’euro non superi quota 1 USD/EUR. La debo- lezza dell’euro ha in qualche modo contribuito alla rivita- lizzazione dell’economia europea. Un rapido deprezza- mento del dollaro, collegato a un atterraggio tutt’altro che morbido della congiuntura negli Stati Uniti, soffo- cherebbe la ripresa sorretta dalle esportazioni tuttora in corso in Europa. Due fattori d’incertezza potrebbero parimenti contenere il ricupero dell’euro. Il primo è il prezzo del petrolio. Sic- come sul mercato mondiale il barile viene contrattato in dollari, un prezzo elevato del greggio comporta un rialzo della domanda di tale moneta. Un inasprimento della si- tuazione nel Medio Oriente potrebbe far nuovamente lie- vitare le quotazioni dell’oro nero. Il secondo fattore d’incertezza risiede nel possibile stemperamento della politica fiscale statunitense. L’affievolirsi del vento con- giunturale negli Stati Uniti dovrebbe consentire persino a un Presidente indebolito di far approvare dal Congres- so un pacchetto di sgravi fiscali e aumenti delle spese. Nella più estrema delle ipotesi, entro un anno potremmo nuovamente assistere ad una politica fiscale espansiva CREDIT SUISSE Economic Research Economic Briefing n. 21 9
Appunti 10 Economic Briefing n. 21 CREDIT SUISSE Economic Research
Nella collana «Economic Briefing» sono stati pubblicati i seguenti numeri: N. Titolo N. di mat. N. di mat. N. di mat. N. di mat. Italiano Tedesco Francese Inglese 1 Europäische Währungsunion: – esaurito esaurito – Ein Jahr vor der Entscheidung (4/97) 2 L’unione monetaria europea: 1521023 1521021 1521022 1521024 Le vostre domande – le nostre risposte (7/97 und 5/98) 3 Inflation: Totgesagte leben länger (10/97) – 1510331 – – 4 Die EWU: Spreads and more . . . (10/97) – esaurito – esaurito 5 Schweizerische Sozialpolitik: Quo Vadis (10/97) – esaurito 1510352 – 6 Elchtest für den Euro: Der Weg zur Einheitswährung (3/98) – esaurito esaurito esaurito 7 Mercato svizzero del credito: nessi economici (7/98): 1510773 1510771 1510772 – retrospettiva e prospettive 8 Imprese ed euro: Ho pensato a tutto? (5/98) esaurito 1510781 1510782 – 9 Der Euro kommt: Mechanik und Dynamik im Euroland (7/98) – esaurito esaurito esaurito 10 Kantonale Finanzen: Die Herausforderungen – 1510871 1510872 – der Zukunft verlangen Teamarbeit (9/98) 11 Das Jahr-2000-Problem: Keine Rezession in Sicht (6/99) – esaurito esaurito esaurito 12 Finanza globale: non nuova, ma assai promettente (10/99) 1510993 1510991 1510992 – 13 Neuer Glanz für Gold . . . (10/99) – 1540701 1540702 – 14 Aktien als langfristige Kapitalanlage (11/99) – 1540711 1540712 1540714 15 Electronic Commerce: – 1511361 1511362 1511364 (R)evolution für Wirtschaft und Gesellschaft (1/00) 16 Europäische Union: Gestern, heute, morgen (3/00) – 1511381 1511382 1511384 17 Shareholder Value: Viel mehr als ein Schlagwort (6/00) – 1540801 – 1540804 18 Die Schweiz im internationalen Wettbewerb (8/00) – 1540811 1540812 1540814 19 L’assetto del mercato svizzero del lavoro – 1540833 1540831 1540832 – un ostacolo per la crescita? (9/00) 20 Diversifikation – Strategie für eine erfolgreiche – 1540871 1540872 1540874 Kapitalanlage. (12/00) 21 L’euro alla ricerca della sua identità. (1/01) 1511493 1511491 1511492 1511494 CREDIT SUISSE Economic Research Economic Briefing n. 21 11
CCV / N. di mat. 1511493 / 1.2001 Stampato su cellulosa sbiancata al 100% senza cloro
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