L'epilessia del cane: un moderno approccio clinico e terapeutico - Veterinaria

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L'epilessia del cane: un moderno approccio clinico e terapeutico - Veterinaria
Anno 29, n°1, Febbraio 2015

        L’epilessia del cane:
        un moderno approccio
        clinico e terapeutico
        parte I: definizione,
        classificazione,
        patogenesi, approccio clinico
   L’epilessia è attualmente considerata la malattia neurologica cronica più comune
   nel cane e richiede una collaborazione duratura tra proprietario e medico
   veterinario che, sovente, si protrae per tutta la vita dell’animale.
   La crisi epilettica è la transitoria manifestazione di segni clinici che riflettono
   abnorme attività parossistica e/o ipersincrona dei neuroni cerebrali.
   Il termine Epilessia definisce qualsiasi malattia cronica dell’encefalo caratterizzata
   dal ricorrere di crisi epilettiche nel tempo.
   Le crisi epilettiche sono classificate in base alla frequenza, alle modalità di
   presentazione clinica, e all’eziologia.
   In medicina umana, l’epilessia viene classificata in genetica, strutturale/metabolica
                                                                                                             Gualtiero Gandini,
   e di origine sconosciuta.                                                                                  Med Vet, PhD,
   In medicina veterinaria la classificazione tradizionale dell’epilessia comprende                             Dipl ECVN
   l’epilessia idiopatica (o primaria), l’epilessia secondaria (o sintomatica) e l’epilessia
   criptogenica.
   La diagnosi di epilessia idiopatica è tutt’ora una diagnosi per esclusione.
   L’esame neurologico interictale di un animale affetto da epilessia idiopatica deve
   risultare normale, così come le procedure diagnostiche devono aver escluso le
   altre possibili cause.

INTRODUZIONE                                                      siderata la malattia neurologica cronica più comune
La prima descrizione dell’epilessia si trova su testi di          nel cane e le crisi epilettiche sono uno dei problemi
medicina ayurvedica datati tra il 4.500 e il 1.500 avanti         di più frequente riscontro nella clinica degli animali da
Cristo e, da allora, la malattia ha accompagnato la sto-          compagnia1,2. La drammaticità di una crisi convulsiva è
ria dell’uomo. I grandi medici dell’antichità, tra cui Ip-        percepita dal proprietario come un evento catastrofico
pocrate, Galeno, Abu l-Walid Muhammad ibn Ahmad                   rispetto al quale si sente sgomento e impotente, con
Rushd (Averroé), descrivono l’epilessia: ad Ippocrate             un impatto emotivo a volte devastante, che ben rende
(circa 400 a.C.) viene attribuita la prima intuizione             ragione della specificità della malattia.
scritta che collega il manifestarsi dall’epilessia ad una         In medicina umana, la dimostrazione di una avvenuta
possibile disfunzione del cervello e non ad un fenome-            crisi epilettica si fonda sul riconoscimento della sinto-
no soprannaturale, Galeno descrive per la prima volta             matologia clinica associato alla documentazione di una
l’aura di una crisi epilettica e Averroé riprende e irro-         abnorme attività elettrica cerebrale, tramite l’elettroen-
bustisce le tesi di Ippocrate. Nonostante ciò, l’epilessia        cefalografia. Diversamente da quanto accade nell’uo-
rimane ancor oggi una malattia per molti versi ancora             mo, nella quotidiana pratica clinica veterinaria le crisi
poco svelata e circondata da un alone di mistero nei              epilettiche si riescono a documentare solo sulla base
suoi aspetti patogenetici.                                        della fenomenologia clinica. Per questo motivo, la loro
In Medicina veterinaria, l’epilessia è attualmente con-           documentazione non può arrivare alla precisione del-
Professore Associato, Dipartimento di Scienze Mediche             Ricevuto: 07/01/2015 - Accettato: 16/01/2015
Veterinarie – Università di Bologna - Via Tolara di sopra, 50 –
40064 – Ozzano Emilia (BO) – Italia
gualtiero.gandini@unibo.it

                                                                                                                                  9
L'epilessia del cane: un moderno approccio clinico e terapeutico - Veterinaria
Anno 29, n°1, Febbraio 2015

      la medicina umana, tanto più che anche negli animali In questa nuova definizione viene introdotto il concetto
      esistono manifestazioni parossistiche che, in assenza che le crisi epilettiche possano originare anche da struttu-
      di un riscontro elettroencefalografico, fanno discutere re sottocorticali e non solo dalla corteccia cerebrale.
      circa la loro presunta origine neurologica.
      L’epilessia non è una malattia come le altre. La Con il termine “crisi epilettica” si definisce la
      sua cura richiede un contatto e una collabora- transitoria manifestazione di segni clinici che
      zione duraturi tra proprietario e medico vete- riflettono una abnorme attività parossistica e/o
      rinario che, sovente, si protraggono per tutta la ipersincrona dei neuroni cerebrali.
      vita dell’animale. È fondamentale, per la formu- Con “epilessia” si definisce invece qualsiasi
      lazione di corrette aspettative di successo, che il malattia cronica dell’encefalo caratterizzata dal
      proprietario comprenda bene fin dal primo mo- ricorrere di crisi convulsive nel tempo.
      mento la complessità e la specificità della malat-
      tia. Dal punto di vista veterinario, l’approccio
      ad un soggetto epilettico richiede una notevole com- Il termine “epilepsy”, tradotto in italiano con “epilessia”
      petenza clinica in quanto la malattia può presentarsi definisce semplicemente una malattia cronica dell’encefa-
      con modalità estremamente varie. Di converso, pato- lo caratterizzata dal ricorrere di crisi convulsive nel tempo8,9.
      logie assai diverse possono produrre la stessa sintoma- L’epilessia quindi, piuttosto che una specifica malattia,
      tologia lamentata. In aggiunta, il successo terapeutico è un “termine ombrello” usato per indicare un com-
      non è mai garantito nel medio-lungo periodo. È quindi plesso eterogeneo di patologie. Sarebbe forse quindi
      fondamentale seguire, per quanto possibile, una rigo- più corretto, come accade in medicina umana, parlare
      rosa procedura clinica volta a confermare se si tratti di di “epilessie” al plurale piuttosto che non di epilessia10.
      una forma epilettica primaria o piuttosto secondaria Il termine “convulsione” è considerato un termine non
      a patologie intra- ed extracraniche per permettere di scientifico, proprio del linguaggio parlato. Se le dizio-
      formulare una corretta diagnosi e, di conseguenza, im- ni “crisi epilettica” e “crisi convulsiva” possono essere
      postare una adeguata terapia.                                            grossolanamente considerate sinonime, dal punto di
                                                                               vista terminologico è scientificamente più appropriato
“L’epilessia non è una malattia come le altre.                                 usare il termine crisi epilettica.
La sua cura richiede una collaborazione duratura                               L’ultimo schema classificatorio proposto dalla ILAE
tra proprietario e medico veterinario che, sovente,                            risale al 201011, ed è attualmente oggetto di forti di-
si protrae per tutta la vita dell’animale”.                                    scussioni per le novità che propone rispetto al prece-
                                                                               dente12. In particolare, tra le innovazioni più recenti,
                                                                               sono da annoverare la scomparsa dell’uso del termi-
      DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI: ne “idiopatico” per la classificazione dell’epilessia e la
      UN PANORAMA IN CONTINUO MU- scomparsa della divisione tra crisi focali “semplici” e
      TAMENTO                                                                  complesse”. Gli effetti del dibattito in atto si riflettono
      In medicina umana e veterinaria, la classificazione delle naturalmente anche in medicina veterinaria e, attual-
      crisi epilettiche in un sistema universalmente accettato e mente, non esiste una concordanza sulla terminologia
      coerente è materia ancora lungi dall’essere risolta, ricon- da adottare. Nella trattazione che segue, per evitare di
      ducibile piuttosto ad un processo dinamico in continua disorientare il lettore, si è cercato di limitare la descri-
      evoluzione. In medicina veterinaria, l’evidente necessità zione a quegli aspetti di più specifico e pratico impiego
      di uniformare sotto un’unica nomenclatura la classifi- nel paziente veterinario, mantenendo ogni qualvolta
      cazione degli eventi epilettici appare un obiettivo il cui possibile la terminologia precedentemente impiegata.
      raggiungimento è reso ancor più difficoltoso dalla diffi- Classificazione secondo la frequenza delle crisi -
      coltà di avere osservazioni dirette del paziente e confer- Le crisi epilettiche sono classificate come crisi singole, se
      me elettroencefalografiche. La classificazione delle crisi l’intervallo tra una crisi e la successiva è maggiore di 24
      epilettiche e dell’epilessia in medicina veterinaria segue ore, come cluster di crisi (crisi a grappolo) se l’intervallo tra
      in gran parte le linee guida stabilite dalla ILAE (Inter- due crisi successive è minore di 24 ore. Si parla invece
      national League Against Epilepsy; [(Lega Internazionale di status epilepticus (o stato di male epilettico), quando la fase
      contro l’epilessia]) per la medicina umana3,4,5,6,7.                     ictale di una crisi convulsiva perdura per più di cinque
      Crisi epilettica e Epilessia: definizioni - Secondo la minuti o quando non vi è un completo recupero della
      definizione adottata dalla ILAE, il termine inglese “epilep- coscienza tra una crisi e l’altra. Questa situazione rap-
      tic seizure”, tradotto in italiano con “crisi epilettica” definisce presenta certamente la situazione più grave per la vita
      la transitoria manifestazione di segni clinici che riflettono una abnor- dell’animale e deve essere trattata vigorosamente e nel
      me eccessiva e/o ipersincrona attività neuronale a livello cerebrale8. più breve tempo possibile.

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Anno 29, n°1, Febbraio 2015

Classificazione secondo la semiologia delle crisi - Que-              stato mentale e del comportamento
sta classificazione comprende tradizionalmente una prima              venivano in passato definite “psico-
suddivisione secondo la quale le crisi epilettiche sono divi-         motorie” proprio per sottolineare il
se in crisi ad esordio focale (crisi focali o parziali) e crisi       contemporaneo interessamento di
ad esordio generalizzato (crisi generalizzate)"[tabella 1].           alcuni distretti encefalici.
Sebbene non esista accordo sull’uso dei termini “focale”              Sebbene la nuova classificazione rac- Video 3 - Crisi
                                                                      comandi di abbandonare il termine, focale                        con
                                                                                                                          generalizzazione
   Tabella 1. Classificazione delle crisi convulsive                  nel patrimonio lessicale medico ve- secondaria
         in base alle manifestazioni cliniche                         terinario è ben noto il concetto di http://youtu.be/fg-
           (secondo De Risio e Platt, 2014)                           crisi focali con generalizzazione secondaria, Qzvnox1U
                   Motorie                                            in cui la crisi convulsiva si manifesta
                   Vegetative                                         clinicamente dapprima con un interessamento selettivo di
                   Sensoriali                                         funzioni motorie e/o sensitive, per approdare poi ad una
 FOCALI            Semplici (senza alterazione dello                  generalizzazione secondaria, che coinvolge tutto il corpo
                   stato mentale)                                     dell’animale. Le crisi focali sono caratterizzate da manife-
                   Complesse (con alterazione dello                   stazioni cliniche che sono l’espressione della zona cere-
                   stato mentale)                                     brale colpita. Per questa ragione, le crisi focali in passato
                   Con evoluzione a crisi generalizzate               erano di norma associate ad un danno strutturale alla cor-
                   Tonico-cloniche                                                                         teccia cerebrale1,14. Questa
                   Toniche                                                                                 associazione non ha però
 GENERALIZZATE Cloniche                                                                                    valenza assoluta, perché
                   Miocloniche                                                                             sono state descritte crisi
                   Atoniche                                                                                parziali anche in soggetti
                   Assenze                                                                                 affetti da epilessie geneti-
                                                                                                           che5,15,16,27.
                                     e “parziale”, un volume di       Video 4 - Crisi generalizzata        Le crisi ad esordio ge-
                                                                      http://youtu.be/jqUEVg3CYpM
                                     recente pubblicazione, in                                             neralizzato riflettono un
                                     accordo con la nuova clas-                                            coinvolgimento immedia-
                                     sificazione ILAE preferi-                                             to e diffuso delle strutture
                                     sce il termine “focale”13.       cerebrali e sono testimoniate da una abnorme attività di
Video 1 - Crisi focale               Questa ultima definizione        tutto il corpo. Le crisi epilettiche generalizzate includono
http://youtu.be/i-XT2DQ46p0
                                     è pertanto quella utilizzata     le crisi generalizzate tonico-cloniche, toniche, cloniche, miocloni-
                                     in queste note. Secondo la       che, atoniche e le assenze, così descritte in base alle caratte-
più moderna definizione una crisi focale è “una crisi che             ristiche semiologiche. Le crisi generalizzate più frequen-
origina all’interno di circuiti neuronali limitati ad un emisfero”.   temente incontrate nella pratica clinica sono quelle di
Tali circuiti possono comprendere strutture corticali e               tipo tonico-clonico (denominate anche in passato come crisi
sottocorticali11. La nuova classificazione tende a ridurre            di tipo Grande Male). Meno rappresentate sono le
l’importanza della distinzione rigida tra crisi focali semplici,      crisi generalizzate atoniche, cioè senza convulsioni
caratterizzate da fenomeni localizzati (ad esempio con-               ma caratterizzate dalla repentina
trattura di un labbro o di una palpebra) e crisi focali comples-      perdita di tono di uno o più arti o
se, caratterizzate da fenomeni motori, sensitivi e vegetativi         di tutto il corpo. Queste crisi van-
associati ad alterazioni dello stato mentale. Esempi sono             no differenziate dalla narcolessia/
rappresentati da animali che durante l’episodio critico di-           cataplessia e dalle crisi sincopali13.
ventano aggressivi, mutano carattere, appaiono ansiosi o              Le “assenze” sono estremamente
con “allucinazioni”, comportamenti questi più o meno                  difficili da riconoscere e documen-
                                     associati ad anomalie mo-        tare negli animali da compagnia, e Video 5 - Crisi ge-
                                     torie.                           rappresentano dei transitori distur- neralizzata              atonica
                                                                                                                          http://youtu.be/
                                     Le crisi ad esordio focale       bi dello stato di coscienza.                        z9ayAJEZ7SA
                                     possono quindi essere ca-
                                     ratterizzate da alterazioni       Le crisi generalizzate tonico-cloniche sono
                                     motorie, vegetative o sen-        caratterizzate da una sequenza che può
                                     sitive, singole o variamen-       comprendere quattro fasi: la fase prodromica,
Video 2 - Crisi con
“allucinazioni”                      te combinate. Crisi mo-           l’aura, la fase ictale (ictus) e la fase post ictale.
http://youtu.be/CkpEB5iYW2I          torie con alterazioni dello

                                                                                                                                              11
L'epilessia del cane: un moderno approccio clinico e terapeutico - Veterinaria
Anno 29, n°1, Febbraio 2015

     Le crisi generalizzate tonico-cloniche sono ca- Fino ad un recente passato, in medicina veterinaria
     ratterizzate da una sequenza che può compren- la classificazione dell’epilessia identificava una
     dere quattro fasi: la fase prodromica, l’aura, la fase forma idiopatica (o primaria), una secondaria (o
     ictale (ictus) e la fase post ictale.                         sintomatica) e una criptogenica.
     La fase prodromica identifica il periodo che pre- In medicina umana, la più recente classificazione
     cede l’inizio dell’attività convulsivante. Può ILAE considera tre categorie: l’epilessia genetica,
     non essere sempre presente o quanto meno l’epilessia strutturale/metabolica e l’epilessia di
     non essere riconosciuta dal proprietario ed ha origine sconosciuta.
     una durata estremamente variabile, da diverse
     ore ad alcune decine di minuti. Le manifesta-
     zioni caratteristiche sono rappresentate da alterazioni Classificazione dell’epilessia e delle crisi epiletti-
     comportamentali, in cui l’animale si mostra particolar- che secondo l’eziologia - Le crisi epilettiche e l’epi-
     mente ansioso, cerca insistentemente il proprietario, si lessia possono essere classificate anche in base all’e-
     nasconde, uggiola continuamente13,17.                              ziologia che le determina. Fino ad un recente passato,
     L’aura è la manifestazione iniziale di una crisi epiletti- in medicina veterinaria la suddivisione comprendeva
     ca. Nell’uomo, l’aura è associata a specifiche alterazioni l’epilessia idiopatica (o primaria), l’epilessia secondaria (o
     del tracciato elettroencefalografico, per cui è conside- sintomatica) e l’epilessia criptogenica.
     rata parte integrante dell’evento convulsivo. In medi- In medicina umana, la più recente classificazione ILAE
     cina veterinaria il concetto di aura è dibattuto, per la ha modificato la nomenclatura esistente, definendo tre
     sua difficile documentazione. L’aura viene considerata categorie: l’epilessia genetica, l’epilessia strutturale/metabolica
     quella breve fase dove si assiste ad una fenomenologia e l’epilessia di origine sconosciuta.
     motoria o sensitiva (quest’ultima estremamente diffici- Questa nuova classificazione è stata oggetto di vivaci di-
     le da cogliere nei nostri animali) che dura relativamente scussioni e non ha ancora prodotto un consenso unani-
     pochi secondi e che precede la crisi generalizzata13,17.           me. Il dibattito si è esteso anche alla medicina veterinaria,
     La fase ictale (ictus): è la fase convulsiva propriamente dove non esiste ancora un consenso sulla nomenclatura e,
     detta, che dura di norma da alcune decine di secondi addirittura, le tre più recenti pubblicazioni sul tema10,13,17
     fino a 3-4 minuti. Nella sua tipica manifestazione, l’a- classificano l’epilessia in modo diverso. Attualmente, il
     nimale può mostrare una fase di irrigidimento quando
     è ancora in stazione. A questa segue la caduta su un                  Tabella 2. Classificazione dell’Epilessia in medicina
     lato, accompagnata da perdita della coscienza e ancora                     umana secondo le ultime linee guida ILAE
     da irrigidimento di tutti gli arti (fase tonica, con opi-                (International League Against Epilepsy) 2010
     stotono e digrignamento dei denti) e, successivamente                                      Epilessia risultante da un difetto
     da contrazioni tonico-cloniche generalizzate e da mo-                                      genetico (conosciuto o fortemente
                                                                                                presunto) in cui le crisi epilettiche
     vimenti di pedalamento degli arti. Possono coesistere                EPILESSIA
                                                                                                sono l’unica manifestazione della
                                                                          GENETICA
     segni vegetativi quali la scialorrea, l’emissione di feci e                                malattia. Questa dizione comprende
     la perdita di urine13,17. Il proprietario generalmente at-                                 parte delle forme in precedenza de-
                                                                                                finite idiopatiche o primarie.
     tribuisce all’ictus una durata superiore, sia per lo stress
                                                                                                In questa forma di Epilessia le crisi
     emotivo legato al momento, che per il fatto di include-                                    epilettiche sono secondarie a una
                                                                          EPILESSIA
     re nell’ictus anche parte della fase successiva.                     STRUTTURALE/
                                                                                                patologia strutturale o metabolica,
     La fase post-ictale è caratterizzata da anomalie transitorie che                           acquisita o genetica (Sinonimi nelle
                                                                          METABOLICA
                                                                                                dizioni precedenti: “Epilessia secon-
     testimoniano l’eccessivo affaticamento neuronale patito                                    daria”; “Epilessia sintomatica”)
     durante la crisi. La fase post-ictale può essere assente o                                 Epilessia in cui la natura dell’ezio-
     durare al contrario fino ad un paio di giorni. In questa fase                              logia sottostante è ancora scono-
     si possono apprezzare le più svariate anomalie del com-                                    sciuta. Questa epilessia può avere
                                                                          EPILESSIA
                                                                                                una base genetica o strutturale/me-
     portamento, quali l’aggressività, la paura, l’iperansietà, il        DI ORIGINE
                                                                                                tabolica non ancora riconosciute.
     disorientamento, la ricerca del proprietario, associate ad           SCONOSCIUTA
                                                                                                (Sinonimi nelle dizioni precedenti:
     altri sintomi quali atassia,                                                               “Epilessia criptogenica” e “Epilessia
                                                                                                probabilmente Sintomatica”).
     amaurosi, vomito, polidip-
     sia, polifagia e pica. Spesso
     il proprietario comprende                                           termine “epilessia idiopatica” (EI) o primaria è ancora ben
     che il proprio animale ha                                           radicato nel linguaggio comune e, verosimilmente nella
     avuto una crisi epilettica                                          maggior parte dei casi, si riferisce ad una epilessia genetica
     perché si accorge della fase Video 6 - Crisi generalizzata (fasi) senza danni strutturali all’encefalo, in cui il difetto gene-
     post-ictale13,17.                     http://youtu.be/4DsxGzJ8GW0   tico è il responsabile delle crisi convulsive. L’epilessia se-

12
L'epilessia del cane: un moderno approccio clinico e terapeutico - Veterinaria
Anno 29, n°1, Febbraio 2015

condaria può essere ricompresa nel termine più attuale di ce un termine che definisce una forma considerata
epilessia strutturale. L’epilessia criptogenica, viene oggi da alcuni “border line” tra l’idiopatica e la secondaria, in quan-
autori sostituita con il termine epilessia di origine sconosciuta.    to si presumeva che potesse risultare da lesioni strut-
Epilessia idiopatica (o primaria o genetica) - Con il turali intracraniche non documentabili nell’animale
termine epilessia idiopatica [EI] (o primaria o genetica) in vivo10,13,17. Le crisi che originano da problemi extra-
medicina veterinaria si è voluta definire una epilessia cranici vengono ancor oggi in molti casi definite crisi
che non riconosce all’origine alterazioni strutturali o reattive e non sono ricomprese in una specifica forma
metaboliche che possano giustificare il verificarsi delle di epilessia, in quanto (secondo la ILAE) la definizione
crisi convulsive. L’EI è inoltre caratterizzata da una de- di epilessia implica la presenza di una anomalia epilet-
terminata età di insorgenza, attualmente compresa tra togenica persistente del cervello. Pertanto, crisi anche
i sei mesi e i sei anni di età, e da una presunta influen- ripetute nel tempo dovute a transitorie perturbazioni
za genetica, quest’ultima non sempre dimostrabile13. Il extracraniche (metaboliche o tossiche) non vengono
soggetto affetto da EI, al di là delle crisi convulsive, chiamate epilessia18.
non presenta nessuna anormalità né dal punto di vista L’apparente contraddizione tra la definizione di “epiles-
clinico né da quello delle indagini collaterali.                      sia metabolica” (vedi tabella 2) usata nella più recente
Per ragioni di chiarezza esplicativa, in queste note, si classificazione di medicina umana e quella di “crisi reat-
continuerà a utilizzare il più familiare termine epilessia tive” che, a rigore di terminologia, non possono essere
idiopatica o primaria. Il termine “idiopatico” in questo considerate epilessia è uno dei punti di scarsa chiarezza
contesto non è tanto traducibile nel classico significato precedentemente lamentati. Per quanto la questione non
“di origine sconosciuta” quanto piuttosto è indicativo sia compiutamente risolta e sperando di non confondere
di una sindrome con caratteristiche ben conosciute in ulteriormente il lettore, si vuole qui specificare che il ter-
termini di insorgenza e manifestazioni cliniche, e vuole mine “epilessia metabolica” è riferito a quelle patologie
avere il senso di “essenziale” cioè “di per sé”. Come metaboliche che, in ultima analisi, producono danni strut-
testimoniato dalla notevole diversità delle possibili turali a livello encefalico. Esempi possono essere quello
presentazioni cliniche, è evidente che il termine “epi- della L-2-hydroxyglutaric aciduria nello Staffordshire bull
lessia idiopatica” comprende non una sola malattia, terrier o della carenza di tiamina nel gatto, dove un danno
quanto piuttosto un complesso di numerose malattie. metabolico esita in un danno strutturale verificabile anche
Nel tempo, le conoscenze sulle forme idiopatiche sono in Risonanza Magnetica. Sull’altro versante, le crisi con-
molto aumentate e, in moltissimi casi, si è riusciti a di- vulsive (anche ricorrenti ) che si possono documentare in
mostrare l’origine genetica della malattia. Il termine epi- corso ad esempio di ipocalcemia e ipoglicemia, scompa-
lessia genetica è venuto quindi sempre più a sovrapporsi iono se la condizione dismetabolica viene corretta senza
a quello di idiopatica, al punto da rimpiazzarlo nella lasciare danni strutturali all’encefalo e pertanto non sareb-
classificazione ILAE e nel linguaggio di molti neuro- be corretto parlare di epilessia nel senso stretto del termi-
logi veterinari10,11,17. Deve comunque esser sottolineato ne. Questa interpretazione è accentuata nella definizione
che anche chi usa il termine “epilessia idiopatica” in- di crisi reattive propria della medicina umana: “crisi che
tende una sindrome con un forte sospetto o una docu- si presentano in associazione a perturbazioni sistemiche
mentata componente ereditaria (ad esempio con studi transitorie, come nel caso di malattie intercorrenti, priva-
sui pedigree). Per questi autori, il termine “epilessia zione del sonno o stress emotivi”9.
genetica” dovrebbe essere riserva-
to solo a quei casi in cui l’anomalia
genetica (cioè l'alterazione su uno
specifico gene o su un complesso
di geni) è stata identificata e docu-
mentata13.
Epilessia strutturale (o secondaria
o sintomatica) - L’epilessia è stata
definita secondaria (o sintomatica)
quando le manifestazioni convulsive
erano dovute ad alterazioni struttu-
rali del cervello10,13. Una più ampia
discussione delle epilessie strutturali
è stata collocata nel paragrafo delle
diagnosi differenziali.
Epilessia criptogenica è inve- Schema 1 - Corrispondenze tra vecchie e nuove definizioni nella classificazione dell'e-
                                           pilessia.

                                                                                                                                 13
Anno 29, n°1, Febbraio 2015

      LA FISIOPATOGENESI DELLA CRISI                              Il cervello di un soggetto epilettico è, per svariate ra-
      EPILETTICA                                                  gioni, impossibilitato a bloccare efficacemente una
                                                                  eccessiva eccitazione neuronale. In qualsiasi encefalo
La caratteristica saliente di tutte le crisi epiletti-            esistono aree di neuroni più suscettibili alla ipereccita-
che è l’aumento persistente dell’eccitabilità neu-                zione (c.d. cellule “pacemaker”) e, pertanto, più prone
ronale.                                                           a diventare foci epilettogeni, cioè aggregati neuronali dota-
                                                                  ti di intrinseca facilità alla depolarizzazione.
                                                                  In assenza di una efficace funzione inibitoria, le cel-
      Nel meccanismo di sviluppo di una crisi epilettica ri-      lule pacemaker possono reclutare altre cellule nelle aree
      veste un ruolo di fondamentale importanza lo squilibrio     circostanti e dare adito ad un incremento di attività
      tra i meccanismi di eccitazione e di inibizione a livello dei
                                                                  eccitatoria che, attivando un vero e proprio circolo
      neuroni cerebrali. La caratteristica saliente di tutte le   vizioso, esita in un aumento esponenziale dell’eccitazione.
      crisi epilettiche è l’aumento persistente dell’eccitabilità Di qui, si verifica dapprima la formazione di un fo-
      neuronale19.                                                cus epilettogeno (ovvero di un aggregato di neuro-
      Il neurone è una cellula in equilibrio dinamico che impie-  ni in preda ad una deriva eccitatoria parossistica) e,
      ga una quantità notevole di energia per mantenere un        successivamente, il reclutamento di altri neuroni e lo
      potenziale di membrana di -70mV, grazie al lavoro di        sviluppo di un’attività epilettogena che può diffonde-
      pompe di membrana cellulari che mantengono contro           re, attraverso connessioni intra- e interemisferiche, ad
      gradiente ioni all’interno o all’esterno della cellula. La  altre aree del cervello. Se viene reclutato un numero
      situazione di equilibrio di un neurone è ben rappresen-     critico di neuroni, si sviluppa la crisi convulsiva clini-
      tata dall’immagine di una persona che, correndo su un       camente manifesta17.
      tapis-roulant, rimane apparentemente ferma.
      Lo stato di equilibrio dinamico di una cellu- Nel cervello di un soggetto normale esistono
      la nervosa può venire modificato dall’azione meccanismi di fine regolazione che servono
      di altre cellule attraverso gli effetti prodotti a prevenire la depolarizzazione sincrona ed
      dai neurotrasmettitori liberati a livello delle eccessiva di neuroni contigui.
      sinapsi dendritiche. La liberazione di un neu- Nel cervello di un soggetto epilettico si verifica,
      rotrasmettitore eccitatorio o inibitorio nello per svariate ragioni, l’impossibilità a bloccare
      spazio intersinaptico produce una modifica- una eccessiva eccitazione neuronale.
      zione limitata del potenziale di membrana,
      causando, rispettivamente, una depolarizza-
      zione o una iperpolarizzazione locale. Il più impor- Nonostante i numerosissimi studi effettuati per com-
      tante neurotrasmettitore con funzione inibitoria a prendere i meccanismi dell’epilettogenesi, gli inne-
      livello cerebrale è l’acido gamma-aminobutirrico gabili progressi compiuti hanno contribuito solo
      (GABA). Di converso, il principale neurotrasmet- parzialmente alla comprensione dei meccanismi che
      titore con funzione eccitatoria è il glutammato20. stanno alla base del fenomeno. Attualmente, sono re-
      Perché questi eventi locali possano avere una in- lativamente chiari i nessi causali tra un’abnorme sca-
      fluenza decisiva sul neurone e sullo sviluppo di un rica neuronale e traumi, tumori, infezioni, ipossie e
      potenziale d’azione deve verificarsi una sommazione specifiche alterazioni metaboliche. Per moltissimi casi
      spaziale (molte sinapsi che scaricano contempora- non è invece possibile trovare fattori causali e la com-
      neamente) o temporale (sinapsi che scaricano ripe- prensione del fenomeno epilettogeno è ancora solo
      tutamente nel tempo) degli eventi depolarizzanti o frammentaria19.
      iperpolarizzanti21.                                           In una visione semplificata, la crisi epilettica è ancor
      Nel cervello di un soggetto normale esistono mec- oggi considerata come il risultato di una incapacità dei
      canismi di fine regolazione che servono a prevenire sistemi inibitori GABA-ergici a svolgere la loro funzio-
      la depolarizzazione sincrona ed eccessiva di neuroni ne di modulazione sull’attività cerebrale. Diversi sono
      contigui. L’eccitazione di alcuni neuroni, di norma, gli attori di un processo che presenta complicati risvol-
      attiva automaticamente anche circuiti di neuroni ini- ti e che, pur non avendo modalità univoche di azione,
      bitori che hanno lo scopo di creare un “intorno” di esita in una eccitazione parossistica e ipersincrona
      cellule iperpolarizzate che impediscono la diffusione dei neuroni. Non essendo questa la sede adeguata per
      esagerata di stimoli che, se non fermati, potrebbero effettuare una accurata disamina delle diverse compo-
      invece portare a quella “deriva” di ipereccitazione pa- nenti del processo, queste sono sinteticamente presen-
      rossistica e ipersincrona che è alla base della manife- tate nello schema 2.
      stazione epilettica17,21,22.

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Anno 29, n°1, Febbraio 2015

                                                                                    È stato dimostrato sperimental-
                                                                                    mente che la stimolazione elettri-
                                                                                    ca protratta nel tempo di regioni
                                                                                    normali dell’encefalo di svariate
                                                                                    specie animali può produrre zone
                                                                                    che possono depolarizzarsi spon-
                                                                                    taneamente o a seguito di stimoli
                                                                                    molto modesti. Anche la plasticità
                                                                                    neuronale potrebbe favorire nel
                                                                                    tempo lo sviluppo di alterazioni
                                                                                    funzionali che facilitano l’attività
                                                                                    eccitatoria neuronale. Se l’epilessia
                                                                                    non viene contrastata, a seguito di
                                                                                    attività convulsiva reiterata nel tem-
                                                                                    po, possono quindi svilupparsi altri
                                                                                    foci epilettogeni, inclusi i cosiddetti
                                                                                    “mirror foci” (focolai specchio) in
                                                                                    zone analoghe dell’emisfero oppo-
Schema 2 - Rappresentazione schematica del meccanismo della   genesi di una crisi   sto. Di qui lo sviluppo di altre aree
epilettica.
                                                                                    ad alto potenziale di depolarizza-
                                                                                    zione spontanea, con peggiora-
Insulti di natura traumatica o infiammatoria possono          mento della sintomatologia in termini di frequenza e
generare foci epilettogeni: è stato infatti dimostra-         severità delle crisi17.
to sperimentalmente che l’induzione di un trauma
cerebrale può modificare le proprietà intrinseche ec-         L’APPROCCIO CLINICO AL
citatorie dei neuroni corticali. Grande interesse rive-       PAZIENTE EPILETTICO
ste attualmente lo studio dei meccanismi molecolari           Di fronte al paziente che viene riferito per una “crisi”,
dell’infiammazione in relazione all’epilettogenesi19.         che di norma il veterinario non ha potuto vedere, il
In medicina umana, gli studi sulle epilessie genetiche        protocollo di indagine è volto primariamente a definire
hanno chiarito che la patogenesi dell’epilettogenesi è        se l’episodio sia ascrivibile ad una crisi epilettica o ad
legata, in molti casi, ad anomalie di geni che codifi-        una sincope e, in seconda istanza (in presenza di più
cano proteine recettoriali sui canali ionici. La alterata     episodi), se le crisi epilettiche sono da riferire ad una
strutturazione di questi canali, costituiti da agglomerati    epilessia idiopatica o da interpretarsi come un segno di
proteici, o il loro abnorme funzionamento può com-            altre malattie intra- ed extracraniche (epilessia struttu-
promettere l’omeostasi di intere aree cerebrali. Il difet-    rale/metabolica o crisi reattive)23.
to genetico genera una disfunzione che esita nell’inca-       Il segnalamento e la raccolta dell’anamnesi - È
pacità di svolgere la normale funzione inibitoria. Per        estremamente infrequente che il veterinario possa assi-
questo motivo, diversi autori considerano le epilessie        stere direttamente alla crisi convulsiva e, in aggiunta, la
genetiche come delle “canalopatie” (channelopathies),         maggior parte dei pazienti portati alla visita per l’aver
intese come patologie dei canali che presiedono i flussi      manifestato una crisi epilettica, sono del tutto normali
ionici transmembranari17.                                     all’esame fisico.
Evoluzione dell’epilessia idiopatica nel tempo –              Diventa pertanto estremamente importante una raccolta
Nella pratica clinica è ben noto il fatto che il compor-      metodica e accurata delle informazioni anamnestiche. Non deve
tamento dell’EI è estremamente variabile da soggetto          essere tralasciata la considerazione di alcuni aspetti del
a soggetto: se da un lato si osservano animali che per        segnalamento dell’animale perché, sebbene le crisi possano
tutta la vita presentano due crisi all’anno, è esperienza     manifestarsi in qualsiasi momento della vita, esistono
comune incontrare casi caratterizzati da una frequenza        importanti correlazioni tra l’età e la razza del soggetto
maggiore di crisi, con la tendenza ad aumentare signi-        e la natura degli episodi. Per un numero sempre mag-
ficativamente nel tempo. Ciò è verosimilmente dovuto          giore di razze c’è infatti evidenza di una predisposizione
al fatto che sotto la comune denominazione di epiles-         genetica all’epilessia. Tipicamente, l’EI si presenta con
sia idiopatica includiamo patologie diverse per origine       maggior frequenza in soggetti di età compresa tra i sei
o, quantomeno, per difetto genetico.                          mesi e i sei anni di età, mentre i cuccioli e i soggetti più gio-
In molti casi, l’aumento delle crisi nel tempo è spie-        vani sono principalmente esposti al contagio di malattie
gato con il reclutamento di nuovi foci epilettogeni.          infettive o portatori di anomalie congenite. Di converso,

                                                                                                                                  15
Anno 29, n°1, Febbraio 2015

     ogni animale adulto/anziano che viene portato alla visi-                delle funzioni del prosencefalo, e quindi di una epiles-
     ta per l’insorgenza di crisi epilettiche deve essere tenuto             sia strutturale/metabolica23,24.
     in seria considerazione come potenzialmente affetto da                  Il proprietario deve essere incoraggiato a filmare even-
     una neoplasia intracranica, primaria o secondaria.                      tuali ulteriori episodi e a tenere un calendario/diario,
     L’episodio che ha portato il cane alla visita clinica deve              descrivendo a grandi linee le tipologie delle crisi, il mo-
     essere indagato a fondo, chiedendo innanzitutto in quale                mento di insorgenza e l’eventuale terapia in atto.
     contesto è avvenuto, se con il soggetto a riposo o durante              Non va infine dimenticata l’anamnesi familiare, volta
     l’attività fisica. Anche se questa non deve essere presa per            alla ricerca di parenti colpiti da crisi convulsive, vacci-
     una regola di valenza assoluta, di norma le crisi epilettiche           nale e ambientale.
     (soprattutto quelle dovute a epilessia idiopatica) si manife-
     stano con il soggetto a riposo o addirittura durante il son-                 Tabella 3. Esemplificazione dell’approccio
     no. Di converso, molte crisi sincopali si presentano per                  anamnestico a un soggetto riferito per una «crisi»
     una incapacità dell’apparato cardiocircolatorio a sostenere              Prima            • Quando è successo?
                                                                              della crisi      • È stata la prima volta?
     le richieste di ossigenazione che derivano dall’attività fisi-
     ca. Per sincope, si intende la sintomatologia conseguente                                 • Il soggetto era a riposo?
     ad una transitoria ipossia del tessuto cerebrale.                                         • La crisi è stata «annunciata» da segni
     In presenza delle prime crisi, è estremamente impro-                                      particolari?
     babile che il proprietario sia stato in grado di osservare                                • Possibili elementi scatenanti?
                                          elementi importanti per             Descrizione      • Quanto è durata?
                                          il veterinario. È pertanto          della crisi      • Come è iniziata?
                                          fondamentale provare a                               • Ha perso coscienza?
                                          guidare il racconto con                              • Fenomeni motori (rigidità, mioclonie)?
                                          opportune          domande,                          descrizione
                                          volte a verificare se è sta-                         • Segni vegetativi (scialorrea, minzione
     Video 7 - Crisi Sincopale            ta notata scialorrea, perdita                        defecazione)?
     labrador                             di urine e/o feci, midriasi, di-
     http://youtu.be/YJPa6bgFIrw
                                                                                               • Allucinazioni?
                                          grignamento dei denti, tremo-       Dopo             • C’è stata una fase post ictale?
                                          ri generalizzati, movimenti         la crisi         • Se sì, descrizione e durata
     tonico-clonici e/o di pedalamento. Tutti questi segni sono re-
                                                                                               • Sono state fatte indagini e/o terapie?
     lativamente improbabili per patologie che producono
                                                                              In presenza      • Numero e frequenza
     crisi sincopali, mentre invece sono tipici delle crisi epi-              di crisi
     lettiche. Di seguito, è rilevante chiedere come l’animale                                 • Età al momento della prima crisi?
                                                                              precedenti
     si sia ripreso dall’evento, cioè se ci sia stata o meno la                                • Tendenza ad intensificarsi?
     fase post-ictale, ovvero quella fase in cui il soggetto ha                                • Sequenza tipica e ripetuta?
     manifestato disfunzioni neurologiche temporanee e re-                                     • Fattori scatenanti?
     versibili, imputabili ad una sorta di “fatica neuronale”                                  • Periodo interictale normale?
     vale a dire alla non recuperata funzionalità neuronale                                    • Sono state fatte indagini e/o terapie?
     dopo l’episodio convulsivo.
     In caso di episodi analoghi nel passato più o meno recen-
     te, è importante sapere se le manifestazioni cliniche                   La visita clinica: - Esame fisico e neurologico
     hanno ricalcato la sequenza descritta per l’ultima crisi,               Disturbo neurologico o no? - Per chiarire se la crisi sia stata
     informazione di grande aiuto per confermare un so-                      dovuta ad un disturbo neurologico o di altro apparato,
     spetto di epilessia. In presenza di più crisi avvenute nel              l’anamnesi è estremamente importante, ma da sola non
     tempo, è estremamente importante che il proprietario                    è sempre in grado di orientare adeguatamente il clini-
     fornisca informazioni sulle condizioni del proprio ani-                 co. Il passo successivo chiama in causa l’effettuazione di
     male durante la fase interictale, cioè quell’intervallo di              una visita completa sull’animale, che comprenda l’esame
     tempo compreso tra una crisi e l’altra (escluso il perio-               neurologico e l’esame obiettivo particolare degli apparati cardio-cir-
     do post-ictale). Il rilievo di cambi di carattere (iperansietà,         colatorio e respiratorio. L’esame fisico di pazienti che hanno
     aggressività non giustificata, disattenzione agli stimoli               presentato un episodio sincopale può apparire del tutto
     ambientali), perdita delle funzioni cognitive (tipicamente, il          normale quando il soggetto è a riposo, oppure presen-
     non riconoscere persone note, la strada di casa, oppu-                  tare segni di alterazioni della funzionalità cardiaca; di rilievo
     re presentare una minzione inappropriata), fasi di diso-                è il riscontro di aritmie. In presenza di elementi clinici
     rientamento e di compulsione, sono segni che depongono a                che non escludono la sincope, dovrà essere eseguito un
     favore di una patologia che provoca una disfunzione                     adeguato protocollo diagnostico considerando in primis

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Anno 29, n°1, Febbraio 2015

l’esecuzione di un elettrocardiogramma, di uno studio radio-        Tra i più frequenti segni di disfunzione prosencefalica
grafico del torace e di un’ecocardiografia bidimensionale, M-mode   vanno quindi annoverati il disorientamento, l’andatura compul-
e Doppler. A volte, può essere necessario monitorare il             siva e afinalistica (ad es. il movimento di maneggio), l’antero-
soggetto con una elettrocardiografia dinamica (Holter).             pulsione (“head pressing”, ovvero la tendenza all’incunearsi
Epilessia: idiopatica o strutturale/metabolica? - Una               negli angoli). Il movimento di maneggio può arrivare ad
volta accertato che l’animale ha sofferto di un episodio di         essere un vero e proprio girare su se stesso: questo reper-
origine neurologica, diventa di fondamentale importanza             to evidenzia la presenza di una lesione focale lateralizzata
prognostica e terapeutica stabilire se il problema del pa-          ipsilaterale alla direzione del movimento24 (Figura 1).
ziente è riconducibile ad una forma di epilessia idiopati-          Le disfunzioni del prosencefalo, eccetto che in pre-
ca oppure strutturale/metabolica, cioè una epilessia in             senza di lesioni molto gravi e diffuse, non producono
cui il ricorrere di crisi convulsive è dovuto ad una patolo-        importanti depressioni dello stato mentale quali lo stu-
gia ben specifica, intracranica o extracranica.                                                          por e il coma; questi ultimi
La prima tappa di questo percorso è rappresentata                                                        sono decisamente più ca-
dall’esame neurologico. È buona regola non trarre                                                        ratteristici di una lesione
conclusioni da una visita effettuata nel periodo imme-                                                   del tronco cerebrale. Le
diatamente successivo ad un episodio convulsivo, per-                                                    alterazioni dell’andatura
ché nella fase postictale potrebbero essere rilevati deficit                                             sono più da riferire ai so-
temporanei tali da fuorviare la diagnosi23. L’EI non                Video 8 - Disorientamento e          prammenzionati disturbi
prevede il rilevamento di deficit neurologici interictali           perdita funzioni cognitive           piuttosto che non ad un
                                                                    http://youtu.be/ph1b9-u6-dw
mentre, quando questi vengono osservati, sono estre-                                                     effetto diretto sui circuiti
mamente importanti perché espressione della malattia                                                     che presiedono alla ese-
che ha secondariamente prodotto anche le crisi epilet-                                                   cuzione del movimento
tiche. È consigliabile quindi trarre conclusioni definiti-                                               volontario. Tipicamente,
ve solo quando la visita clinica è stata effettuata dopo                                                 in presenza di una sin-
almeno 48 ore dall’ultimo episodio convulsivo.                                                           drome prosencefalica, ad
                                                                                                         un’andatura pressoché
 L’epilessia primaria non prevede il
                                                                    Video 9 - Andatura compulsiva        normale possono accom-
                                                                    http://youtu.be/7MO9DzqpYys
 rilevamento      di   deficit     neurologici                                                           pagnarsi gravi deficit della
 interictali. Per evitare il rilievo di segni                                                            propriocezione cosciente, evi-
 riferibili alla fase post-ictale, la visita                        denziabili con il ritardo o l’assenza della risposta ai test
 clinica deve essere effettuata almeno 48                           della dorsoflessione del piede o della prova del tavolo24. In pre-
 ore dopo l’episodio convulsivo.                                    senza di una lesione focale lateralizzata, la presentazio-
                                                                    ne clinica può essere caratterizzata da un movimento
                                                                    di maneggio ipsilaterale alla lesione e da deficit della
All’esame neurologico, particolare attenzione deve esse-            propriocezione controlaterali alla lesione.
re posta quindi a rilevare la presenza di
segni di disfunzione prosencefalica,
in quanto le crisi convulsive derivano
sempre da una disfunzione, primaria o
secondaria, di questa regione24.
Le funzioni del prosencefalo sono
riconducibili all’elaborazione di stimo-
li esterni e alla produzione di risposte che
chiamano in causa processi associativi (ad
esempio l’attribuzione di un significa-
to ad un particolare comportamento
o gesto), reazioni emotive e funzioni cogni-
tive. Le disfunzioni del prosencefalo,
per quanto appena esposto, saranno
pertanto da ricondurre alla perdita
della capacità di relazionarsi in modo
normale con l’ambiente circostante, a
comportamenti abnormi e/o esagerati, Figura 1. Labrador retriever con movimenti di maneggio (circling) destro per la pre-
                                             senza di una lesione prosencefalica ipsilaterale, cioè dell’emisfero destro.
alla perdita delle funzioni cognitive24.

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                                                                           diagnostico ritenuto più adeguato per raggiungere una
                                                                           diagnosi definitiva.

                                                                           Il protocollo diagnostico: - concetti generali
                                                                           Il veterinario deve proporre il protocollo diagnostico
                                                                           più completo e appropriato sulla base delle diagnosi
                                                                           differenziali cliniche sospettate per quel determinato
                                                                           soggetto. È estremamente sbagliato, nel tentativo di
                                                                           fare risparmiare il proprietario, evitare di proporre le
                                                                           indagini ritenute più adeguate per il raggiungimento
                                                                           della diagnosi. Il costo del protocollo diagnostico non
                                                                           deve essere sottaciuto, ma è il proprietario (e non il
     Figura 2. Stesso soggetto della figura 1: mancata risposta al test    veterinario!) che deve decidere se un’indagine è troppo
     della dorsoflessione del piede sinistro per la presenza di una le-
     sione prosencefalica controlaterale, cioè dell’emisfero destro.
                                                                           costosa. È altresì fondamentale evitare di disperdere
                                                                           tempo e denaro proponendo esami che non aggiungo-
                                                                           no informazioni rilevanti per quello specifico sospetto
                                       L’esame dei nervi cranici           diagnostico.
                                       non rivela di norma altre           In termini generali, il protocollo diagnostico prevede
                                       alterazioni eccetto che un          l’effettuazione di un profilo ematobiochimico comple-
                                       possibile deficit nei test della    to e, in seconda battuta, di un esame di diagnostica per
                                       reazione alla minaccia e del        immagini avanzata.
     Video      10     -    Labrador   batuffolo di cotone.                Raramente le patologie del SNC producono alterazioni
     disorientamento, circling e
     deficit propriocettivi
                                       In estrema sintesi, si può          rilevabili agli esami del sangue, ma l’esecuzione di un
     http://youtu.be/-LNRcB2N1CQ       affermare che una visita            profilo ematobiochimico è raccomandata per almeno
                                       neurologica normale sottende,       tre motivi:
                                       nella maggior parte dei casi, la    • escludere malattie metaboliche potenzialmente re-
                                       presenza di una epilessia idio-        sponsabili di crisi epilettiche;
                                       patica, mentre la presenza di       • ottenere informazioni sullo stato metabolico del pa-
                                       deficit neurologici a localizza-       ziente utili per una eventuale anestesia diagnostica;
                                       zione prosencefalica testimo-       • ottenere informazioni sullo stato metabolico del pa-
                                       nia che le crisi epilettiche sono      ziente rilevanti per la scelta della terapia.
     Video 11 - Reazione alla          verosimilmente la conseguenza       Tutte le volte che il sospetto clinico avanzato è di una
     minaccia assente
     http://youtu.be/2np7KWAiMtM
                                       di una malattia che interessa       lesione strutturale dell’encefalo, l’esame da proporre è
                                       il SNC25,26.                        la Risonanza Magnetica (RM). La RM è attualmente
                                       È opportuno però ricorda-           considerata il “gold standard” per la visualizzazione del
     re ancora una volta che molte malattie che colpiscono pri-            tessuto nervoso, essendo la sua capacità di risoluzione
     mariamente il prosencefalo (in particolare le neo-plasie)             dei tessuti molli di gran lunga superiore a quella della
     non producono sintomi eclatanti e di immediata eviden-                Tomografia Computerizzata (TC)23. L’effettuazione di
     za, per cui il clinico deve essere pronto a dare rilevanza an-        una RM deve essere consigliata anche nella conferma
     che al solo rilievo di una reazione alla minaccia diminuita           della diagnosi di Epilessia Idiopatica.
     o incompleta26. Infine, va sottolineato che una visita neu-           In base al sospetto clinico di una malattia infiamma-
     rologica normale non esclude la possibilità che il paziente           toria e/o in presenza di quadri RM particolari, è op-
     possa avere una lesione strutturale (ad esempio vascolare             portuno procedere all’esame del liquido cerebrospinale
     o neoplastica) in un'area quiescente del prosencefalo, op-            (LCS).
     pure una patologia metabolica in grado di produrre di-                In presenza di specifici sospetti di malattie metaboli-
     sfunzione solo in determinate circostanze24,26.                       che e/o infiammatorie/infettive può essere indicato
     Per quanto precedentemente descritto, la visita clinica               effettuare test specifici volti ad indagare la presenza di
     non permette di trarre conclusioni definitive sulla na-               alterazioni metaboliche e di agenti infettivi.
     tura dell’epilessia di cui soffre il paziente esaminato. I            Indagini collaterali come la radiografia del torace e
     risultati dell’esame neurologico devono essere messi in               l’ecografia dell’addome devono essere considerate in
     relazione con i dati del segnalamento e le informazioni               presenza di un sospetto di malattia neoplastica. Le ne-
     anamnestiche per formulare, in ordine di probabilità,                 oplasie secondarie, possono avere la sede o produrre
     le ipotesi cliniche diagnostico-differenziali e, sulla base           metastasi in altre parti del corpo.

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  PUNTI CHIAVE

  • L’epilessia è attualmente considerata la malattia neurologica cronica più comune nel cane
    e richiede una collaborazione duratura tra proprietario e medico veterinario che si protrae
    spesso per tutta la vita dell’animale.

  • Il termine “crisi epilettica” definisce la transitoria manifestazione di segni clinici che riflettono
    una abnorme eccessiva e/o ipersincrona attività neuronale a livello cerebrale. Il termine
    “epilessia” definisce qualsiasi malattia cronica dell’encefalo caratterizzata dal ricorrere di
    crisi convulsive nel tempo.

  • Fino ad un recente passato, in medicina veterinaria la classificazione dell’epilessia identificava
    una forma idiopatica (o primaria), una secondaria (o sintomatica) e una criptogenica. In
    medicina umana, la più recente classificazione considera tre categorie: l’epilessia genetica,
    l’epilessia strutturale/metabolica e l’epilessia di origine sconosciuta.

  • È fondamentale per il medico veterinario stabilire se le crisi epilettiche sono riconducibili ad
    una forma di epilessia idiopatica oppure strutturale/metabolica.

  • La diagnosi di epilessia idiopatica è tutt’ora, in assenza di un test genetico, una diagnosi
    per esclusione. L’esame neurologico interictale di un animale affetto da epilessia idiopatica
    deve risultare normale, così come le procedure diagnostiche devono aver escluso tutte le
    altre possibili cause.

  • La Risonanza Magnetica è considerata il “gold standard” per la visualizzazione del tessuto
    nervoso e deve essere proposta tutte le volte che il sospetto clinico avanzato è di una
    lesione strutturale dell’encefalo.

Epilepsy in the dog: a modern clinical and therapeutic approach
Part I: definition, classification, pathogenesis, clinical approach
Summary
Epilepsy is currently considered most common chronic neurological disease in dogs, requiring a thorough and fruitful life-long interac-
tion between the owner and the veterinarian. An epileptic seizure is defined as a transient occurrence of signs due to abnormal
excessive or synchronous neuronal activity in the brain. Epilepsy has been defined as an enduring disorder of the brain that is
characterized by recurrent seizures. Epileptic seizures are classified according to the frequency, the clinical presentation and the aetio-
logy. Human medicine classifies epilepsy as genetic, structural/metabolic and of unknown origin. In veterinary medicine, Epilepsy is
traditionally classified in Idiopathic (or primary), Secondary (or symptomatic) and Cryptogenic. The diagnosis of Idiopathic Epilepsy
is still “per exclusion”. The interictal neurological examination of the patient affected by Idiopathic Epilepsy is normal and the
diagnostic procedures have to exclude all the possible pathologies.

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