Kurmi en Cochabamba Un ponte che unisce, un arcobaleno tra il Ticino e la Bolivia - Comundo
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo Kurmi en Cochabamba Un ponte che unisce, un arcobaleno tra il Ticino e la Bolivia Durante un’attività di distribuzione di viveri in una zona periurbana di Cochabamba Care amiche e cari amici, questo impegnativo e strampalato 2020 sta per finire, ed eccoci pronti per mandarvi nuovamente qualche notizia dalla Bolivia. Ci troviamo a Cochabamba ormai da quasi due anni e mezzo e iniziamo intravedere la fine del nostro impegno di tre anni con COMUNDO e la Fundación Estrellas en la Calle. Alle prese con emozioni che oscillano dalla frustrazione di aver “perso” diversi mesi e la soddisfazione di aver vissuto comunque molto, cerchiamo di guardare avanti e di goderci tutto quel che ancora arriverà. Dal mese di settembre la pandemia ci sta dando un po’ di tregua e ci stiamo quindi godendo la possibilità di uscire, lavorare a pieno ritmo e incontrarsi in piccoli gruppi, anche se sempre provvisti della mascherina che ci accompagna in maniera obbligatoria ormai da marzo. Visto quanto sta succedendo in Europa, anche qui viviamo con lo spettro della seconda ondata, ovviamente sempre con la speranza che non arrivi. Ad ottobre siamo anche passati indenni dalle tanto temute elezioni presidenziali, che si sono fortunatamente svolte in un clima di relativa tranquillità, e che hanno (ri)consegnato la vittoria al MAS (Movimiento al Socialismo), partito dell’ex presidente Evo Morales. A novembre del 2019, dopo un mese di violente manifestazioni, Evo Morales aveva lasciato il Paese accusato di frode elettorale dopo 14 anni al potere. Da novembre 2020 il nuovo Presidente dello Stato Plurina- zionale della Bolivia è Luis Alberto Arce Catacora, detto Lucho, professore universitario e due volte Ministro dell’econo- mia di Morales, considerato da molti come l’artefice della recente crescita economica del Paese. Grazie al ritorno al potere del MAS Evo Morales, dopo un anno di esilio in Argentina, è potuto rientrare rapidamente in Bolivia senza Contatto – Lisa Macconi Per iscriversi al mio gruppo di sostegno oppure non ricevere più il bollettino scrivimi: lisa.macconi@comundo.org Comundo si fa carico dei costi del mio interscambio. Le informazioni sulle possibilità di donazione si trovano nell'ultima pagina.
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo dover rispondere dei numerosi processi a suo carico ed è lavoro o mi chiedono la mia opinione rispetto a situazioni stato immediatamente (ri)eletto Presidente del partito con che riguardano donne e ragazze che seguiamo. Inoltre, vi- grande soddisfazione di una gran parte della popolazione sto che fortunatamente la cooperazione attraverso l’inter- che ha continuato a considerarlo come l’unico e insostitui- cambio di persone non è fatta solo di dati e risultati misu- bile leader. Il resto del Paese ritiene invece che con la vit- rabili, è importante per me sottolineare anche che mi toria del MAS, Evo Morales abbia ripreso in mano il potere sento ogni giorno più a mio agio nei diversi ambiti del la- e che orchestrerà tutto da dietro le quinte, utilizzando il voro e percepisco che il mio ruolo viene riconosciuto come nuovo Presidente come semplice facciata. Quel che è certo parte integrante del progetto e della FEC (cosa non sem- è che Arce e il MAS (ri)prendono in mano un Paese stanco pre scontata all’inizio). Anche Alex, che in qualità di volon- e in crisi, ma comunque sempre imprevedibile e pronto a tario fa ormai parte a pieno titolo della Fondazione, ha tro- scendere in strada e lottare per le proprie posizioni. vato il suo spazio e il suo apporto viene molto apprezzato. Entrambi riteniamo che ci abbia aiutato molto il fatto di Valutazione annuale condividere con i colleghi anche i diversi momenti compli- cati che si sono presentati durante l’ultimo anno. Molte or- Come ogni anno, durante il mese di ottobre, ogni coope- ganizzazioni di volontariato e cooperazione internazionale rante si è dovuto dedicare alla valutazione annuale dei hanno ritirato i propri operatori sul campo già l’anno propri obiettivi e delle attività pianificate. Un momento si- scorso durante le proteste e altri hanno fatto lo stesso ne- curamente un po’ temuto da tutti poiché significa sedersi gli ultimi mesi a causa della pandemia. COMUNDO ci ha e analizzare quanto fatto, riportare tutti i risultati ottenuti dato la possibilità di rimanere, mettendo in atto tutte le ma anche capire che cosa non ha funzionato e perché. misure di sicurezza, e crediamo che questo abbia raffor- Molto spesso, presi dalla frenesia di fare, di non dire mai zato i legami con i nostri colleghi e con la Direzione. Il fatto di no, di soddisfare le aspettative e di dimostrare totale di rimanere, di rendersi disponibili e condividere le diffi- flessibilità può capitare di distanziarsi un po’ dai propri coltà ci ha aiutato a dimostrare il nostro impegno, il quale obiettivi e di non prendersi il tempo di valutare ed aggiu- e stato ripagato dalla fiducia che ci è sempre stata data. stare in maniera costante la pianificazione. Quest’anno, in Potrà sembrare strano iniziare a raccogliere i frutti dell’in- cui tutto è stato stravolto, temevo che nel momento di terscambio solamente dopo due anni, ma in realtà è pro- valutare quanto fatto sarei rimasta delusa dagli scarsi ri- prio cosi che funziona, ed è per questo che COMUNDO sultati ottenuti, invece mi sono sorpresa ad elencare molte mette l’accento sull’importanza di progetti a lungo termine attività portate a termine e diversi processi in corso raf- che non durino meno di tre anni. Ovviamente non è stato forzati. Ovviamente ci sono stati anche alcuni obiettivi che e non è sempre tutto rose e fiori, i dubbi e i problemi sono malgrado tutta la buona volontà non sono stati raggiunti quotidiani, il lavoro di cooperante è una sfida continua con o addirittura sono stati cancellati, come per esempio il la- sé stessi e con gli altri, è la ricerca di equilibrio tra frustra- voro nelle carceri, che per ovvi motivi non è stato possibile zioni e soddisfazioni in un contesto che ti mette alla prova svolgere. È stato un sollievo, malgrado le molte interru- e ti sorprende ogni giorno, nel bene e nel male. E in realtà zioni dovute agli scontri dell’anno scorso e alla pandemia è forse proprio questo quello che si cerca quando si ab- di quest’anno, poter individuare anche diversi risultati ed bandona la propria routine e si decide di partire per esperienze positive. Dal mio punto di vista, e anche sulla un’esperienza di questo tipo. base della valutazione effettuata insieme alla coordinatrice di COMUNDO in Bolivia, mi ritengo soddisfatta nel vedere i miei colleghi preparare e svolgere senza di me le attività su temi relazionati al genere, mi fa piacere che la respon- sabile del progetto FENIX mi chieda di formare la sua équipe e di accompagnarli nella costruzione della loro stra- tegia di genere della quale si sono resi conto di aver biso- gno per garantire il pieno esercizio dei diritti e sento che stiamo costruendo qualcosa quando i miei colleghi mi pro- pongono di elaborare insieme del nuovo materiale da uti- lizzare per introdurre la prospettiva di genere nel nostro 2 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo Incontro nazionale COMUNDO Dal 16 al 19 novembre si è svolto il consueto incontro an- nuale dei cooperanti di COMUNDO in Bolivia. Quest’anno non è stato purtroppo possibile incontrarsi personalmente e quindi l’incontro ha avuto luogo via zoom. È stato ovvia- mente un po’ strano vedersi solo attraverso lo schermo e sono mancati i momenti informali e di scambio che nor- malmente caratterizzano questi incontri. Abbiamo però potuto affrontare alcuni temi interni, soprattutto rispetto all’arrivo di Interteam (altra ONG svizzera di cooperazione attraverso l’interscambio di persone) in COMUNDO, e par- tecipare a diversi momenti formativi su tematiche quali la sicurezza digitale e la creazione di materiale e strumenti digitali a sostegno del nostro lavoro. Vi è però stato spazio anche per un momento più conviviale durante il quale ci Attività con la comunità delle commercianti della zona della sta- siamo riuniti virtualmente per condividere una pizza che ci zione centrale dei bus è stata gentilmente fatta recapitare a casa da COMUNDO. Perché se è vero che tutti e tutte ovunque dovremmo con- Per compensare un po’ tutta questa vita virtuale, noi coo- siderarci come potenziali vittime, è altrettanto vero che ci peranti a Cochabamba abbiamo deciso di incontrarci di sono circostanze e caratteristiche che possono far aumen- persona durante la settimana dell’incontro, una volta per tare questo rischio. PROTEJERES è un progetto nazionale un pranzo tra ticinesi a casa della mia collega Marilena e sviluppato da altre tre ONG (tra cui Estrellas en la Calle) poi un pomeriggio per una grigliata tutti insieme a casa che lavorano in diverse zone del Paese. A Cochabamba la- nostra. voriamo in particolare con la comunità che condivide lo spazio con i gruppi di persone in situazione di strada che segue la Fondazione. Per questo ambito del progetto ap- plichiamo la metodologia denominata ECO2, un modello di prevenzione, riduzione del danno e reinserimento sociale che serve per costruire e mettere in pratica interventi in diversi contesti di esclusione sociale coinvolgendo tutta la comunità. L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni di vita di persone, gruppi, e comunità di una determinata zona, rafforzando le relazioni, le conoscenze e i servizi esi- stenti e creando nuove proposte e strumenti a seconda delle necessità individuate. Per mettere in atto questo mo- dello è stato necessario realizzare una mappatura delle zone dove vivono tre gruppi in situazione di strada formati Chiusura dell'incontro annuale COMUNDO Bolivia soprattutto da minorenni e con la presenza di molte ra- gazze, una categoria particolarmente vulnerabile rispetto Progetto PROTEJERES: la comunità che si informa e alla tratta e allo sfruttamento sessuale minorile. La map- protegge patura ha permesso di identificare l’esistenza di luoghi considerati a rischio (postriboli, discoteche, bar clande- Un aspetto importante del progetto PROTEJERES (preven- stini, zone di spaccio di sostanze e di furti) dei luoghi de- zione della tratta e dello sfruttamento sessuale minorile) dicati ai servizi a favore della popolazione (centri di salute, è quello del lavoro con la comunità, ossia con le persone centrali di Polizia, centri infantili, scuole…), ma ha per- che vivono, lavorano o transitano nelle zone considerate messo anche di individuare delle tipologie di persone “a rischio”, in particolare rispetto alle problematiche della che occupano questi spazi (commercianti formali e infor- tratta di persone e dello sfruttamento sessuale minorile. mali, clienti ed acquirenti, gruppi in situazione di strada, 3 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo studenti…). Avere a disposizione una fotografia della realtà dal fatto che la circolazione dei mezzi di trasporto pubblici in cui si lavora permette di mettere in pratica la visione era molto ridotta ma anche per prevenire il contagio da che caratterizza il modello ECO2: trasmettere e rafforzare COVID-19). Quella della bicicletta si è rivelata una strate- il senso di comunità e quindi di responsabilità che ogni gia vincente che ci ha permesso di riprendere i contatti persona dovrebbe sviluppare e mettere in atto per co- prima del previsto, generando nelle persone curiosità e struire insieme spazi sociali più vivibili, sicuri e liberi da ammirazione per il fatto che malgrado la situazione aves- discriminazioni. Come Fondazione che lavora con persone simo trovato il modo di continuare le visite. Inoltre, per in situazione di strada che vengono molto spesso discrimi- noi è stato interessante conoscere la città da un altro nate e cacciate dai luoghi dove sostano, i nostri interventi punto di vista e sperimentare anche un po’ di sana spen- sono incentrati soprattutto nel formare e sensibilizzare la sieratezza dopo molte giornate trascorse in casa a lavorare comunità rispetto alla loro realtà affinché non vengano da soli davanti ad un computer. semplicemente espulse o dimenticate, ma piuttosto che si rifletta tutti insieme sulle cause e le soluzioni possibili. In questo senso quest’anno abbiamo formato 60 persone di due diverse zone della città che ora rappresentano uno punto di riferimento per la propria comunità. Quando incontriamo le persone che formano le comunità con le quali lavoriamo, diciamo loro che le consideriamo come i nostri occhi per quando noi non possiamo essere presenti. In effetti queste persone trascorrono molto tempo nello stesso spazio dei gruppi in situazione di strada e per questo ci informano su come stanno, se ci sono nuovi integranti soprattutto se minorenni, se vi sono stati inter- venti della polizia, se qualcuno è stato arrestato o ferito, se ci sono stati litigi o problemi. Molte commercianti cono- scono perfettamente le persone in situazione di strada con Visita, durante la quarantena flessibile, ad una venditrice di gior- le quali lavoriamo, spesso offrono loro da mangiare magari nali della piazza dove vive un gruppo di minorenni in situazione di strada in cambio di piccoli lavoretti, a volte custodiscono le loro coperte o effetti personali e capita addirittura che nascon- Traiettorie di vita dono, in maniera più o meno cosciente, anche oggetti ru- bati. Una signora che possiede un negozietto nella zona In questo bollettino vogliamo presentarvi due persone che dove dorme un gruppo con cui lavoriamo, ha preso così a attraverso la loro esperienza possono aiutare a capire me- cuore la situazione di un ragazzo quando ha scoperto che glio la realtà boliviana e il lavoro della Fondazione. stava cercando di uscire dalla vita di strada e per questo La prima testimonianza è quella di Israel Gallego, mio col- si era iscritto ad una scuola: gli lasciava accesa una lam- lega nel progetto PROTEJERES. Israel ha 28 anni, ha stu- padina tutta la notte affinché lui potesse fare i compiti diato scienze dell’educazione e ha una traiettoria di vita mentre gli altri dormivano. Un piccolo gesto che prova che interessante che lo ha portato da bambino lavoratore che il senso di comunità esiste anche in situazioni e contesti partecipava ai progetti della FEC a educatore nella stessa difficili, dove la convivenza non è sempre scontata. Fondazione. In queste breve chiacchierata mi ha raccon- tato un po’ della sua storia. Durante il lockdown il lavoro con la comunità ha ovvia- mente subito forti ripercussioni perché per molti mesi la Dove sei nato e cresciuto? Sono nato a Potosí (città dell’al- comunità ha praticamente smesso di esistere, almeno tipiano nel Sud della Bolivia) e quando avevo tre anni, per nella sua forma tradizionale, e, malgrado il tentativo di questioni economiche, la mia famiglia ha deciso di migrare mantenere i contatti telefonicamente, era evidente la ne- a Cochabamba alla ricerca di migliori condizioni di vita. cessità di incontrarsi. Per questo, appena ci è stato possi- Sono cresciuto con mia mamma, mio fratello e mia sorella. bile, abbiamo iniziato ad uscire in bicicletta (scelta dovuta 4 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo Che infanzia hai avuto? Quando avevo 5 anni mio papà ci sto cercando di fare lo stesso io nel mio lavoro, cercando ha abbandonati per andare a vivere con un’altra donna. di essere un esempio positivo per chi si trova in difficoltà. Questo ha penalizzato molto mia mamma, poiché nella co- Considero che per me sia più facile mettermi nei loro munità della quale siamo originari la colpa di una separa- panni, capirli e sostenerli, visto che ci sono passato anche zione viene sempre data alla donna, anche quando è il io. marito a tradirla o a lasciarla. La situazione della mia fa- miglia, soprattutto economicamente, era molto difficile e Qual’ è l’aspetto del tuo lavoro che più ti piace? La situa- quindi da piccoli io e mio fratello abbiamo iniziato a lavo- zione in Bolivia è molto critica da molti punti di vista, esi- rare lavando parabrezza ai semafori, gridando i nomi delle stono molte realtà difficili e disperate, lavorare come edu- destinazioni dei bus alle fermate e vendendo caramelle. È catore mi permette di dare il mio apporto per migliorare la stato un periodo difficile per noi, come bambini era dura vita di alcune persone, affinché non si sentano abbando- lavorare e trascorrere molto tempo per strada. Ma questo nate. Mi piace molto l’aspetto delle relazioni umane, poter ha permesso alla nostra famiglia di avere qualche soldo esserci per quelle persone che molto spesso non hanno per sopravvivere. nessuno. Come hai conosciuto Victor Hugo Arellano (fondatore e Di- rettore della FEC)? Avevo circa 7 anni e lavoravo nella zona del mercato centrale di Cochabamba. Ricordo bene quel giorno, avevo dei problemi di salute e mi stava san- guinando molto il naso. Mi trovavo con mio fratello ed è apparso Victor che immediatamente mi ha accompagnato in ospedale. In seguito, ha aiutato anche mia mamma e mia sorella che erano ammalate. Victor stava facendo uno stage in un’altra organizzazione (la FEC non esisteva an- cora) e ci ha invitati a partecipare a delle attività del centro dove lavorava. In questo centro ci aiutavano a fare i com- piti, ci davano informazioni utili, eravamo tutti bambini che provenivano da famiglie che vivevano situazioni difficili. Poi Victor ha avuto l’idea di creare una sua Fondazione ed ha iniziato con un progetto per ragazzi/e in situazione di strada e minorenni lavoratori e lavoratrici. Io facevo parte di questo secondo gruppo e il progetto ci aiutava molto perché vivevamo in situazione di povertà estrema, riceve- vamo da mangiare ma anche sostegno psicologico e mo- rale, facevano tutto il possibile per evitare che prendes- Israel Gallego durante un'attività di prevenzione della tratta di simo brutte strade. persone con un gruppo di bambini lavoratori Come mai hai scelto di diventare educatore? Quando ho Cosa pensi della collaborazione tra la FEC e COMUNDO e finito la scuola obbligatorio Victor mi ha proposto di parte- dell’esperienza di lavorare con una cooperante di CO- cipare ad un progetto dello Stato indirizzato a giovani che MUNDO? Credo che sia una gran opportunità per la FEC combinava lavoro sociale e servizio militare. Questa espe- perché permette di poter contare con cooperanti con espe- rienza mi ha permesso di costruire un mio progetto di vita rienza, con persone preparate che rimangono a lavorare ed è in quel periodo che ho deciso di studiare scienze con noi per un lungo periodo. Apprezzo molto il fatto che dell’educazione. Ho scelto quella facoltà perché avevo vis- i/le cooperanti scelgano di lavorare con la popolazione che suto sulla mia pelle l’importanza di incontrare durante il sostiene la Fondazione, non è una cosa scontata. Io sento proprio cammino persone che ti capiscano e sostengano, di aver imparato delle cose, Lisa ha più esperienza di me soprattutto quando sei in una situazione difficile. Sono in certi ambiti e così ho potuto confrontarmi con lei su stato fortunato, ho avuto molti esempi positivi e adesso 5 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo molti aspetti del nostro lavoro. Io, per esempio, ero terro- genitori non possiedono i documenti necessari per il rico- rizzato all’idea di parlare in pubblico, però vendendo i miei noscimento oppure quando il padre è assente è abba- colleghi e Lisa che lo facevano, prendendo spunto da al- stanza comune che un bebè rimanga senza nome anche cune loro tecniche, parlandone e sentendo il loro sostegno per qualche mese. Proprio la settimana scorsa abbiamo mi sono lanciato e ora sento che sono migliorato. pellegrinato con lei da un ufficio all’altro, per riunire tutti i Rispetto alle tematiche di genere Lisa ci ha aiutato a ca- documenti necessari per ottenere la carta d’identità della pirne l’importanza per il nostro lavoro e ora anche noi ri- bambina, cosa non evidente visto il (mal)funzionamento flettiamo su aspetti che prima tralasciavamo e cerchiamo della burocrazia boliviana, soprattutto quando sei una ma- di metterli in pratica, anche se ammetto che non è sempre dre minorenne sola con la paura che i servizi sociali (ma- facile. Credo che le conoscenze che abbiamo io e il respon- gari anche a ragione) ti portino via tua figlia. Paula alterna sabile del progetto, unite alla visione di Lisa generi un bel periodi in cui vive in situazione di strada con un gruppo di mix che ci aiuta tutti e tre a migliorare il nostro lavoro. minorenni, a momenti in cui torna a casa con sua mamma. Ricordo molto bene il giorno in cui mi ha chiesto di par- larmi per raccontarmi che una sua amica era rimasta in- cinta e voleva sapere se potevamo aiutarla ad abortire. In Bolivia l’aborto è illegale, ad eccezione di situazioni di gravi problemi di salute della madre e di stupro. Dalle prime frasi e dalla preoccupazione nei suoi occhi è risultato su- bito chiaro che quell’amica non esisteva e che le mille do- mande riguardavano invece Paula stessa. Una volta rassi- curata sul fatto che potesse parlarne apertamente con me mi ha subito fornito un’analisi molto lucida della sua situa- zione: “Sono una bambina, non posso diventare mamma”. Come Progetto abbiamo fatto il possibile per sostenerla nelle sue scelte, purtroppo però, malgrado le leggi esi- stenti non è stato possibile garantire l’esercizio dei suoi diritti. Le istituzioni e le persone che avrebbero dovuto muoversi per far rispettare i suoi diritti e applicare le leggi hanno letteralmente girato la testa dall’altra parte, na- scondendosi dietro la falsa morale che non riconosce il di- ritto all’aborto perché contrario alla vita, ma accetta con disinteresse il fatto che una ragazzina di 14 anni con pro- blemi di consumo di sostanze stupefacenti dia alla luce un neonato con la prospettiva che vivano in strada. L’unica opzione concreta che le hanno proposto è stata quella di dare in adozione sua figlia, ma quando ancora la sua pan- cia neanche si notava Paula mi ha detto: “crescerà dentro di me per nove mesi, lo farò nascere, non credo di poter- mene separare in quel momento, dopo tutto quel tempo Riunione "callejera" (di strada) con i miei colleghi Israel Gallego e Javier Vicente prima di un’attività di PROTEJERES dentro di me”. La frustrazione di quei giorni è stata tanta, sia per lei che La seconda testimonianza è quella di Paula, 15 anni ap- per noi. Dopo gli incontri con Paula tornavo a casa arrab- pena compiuti e una figlia di tre mesi. Dall’anno scorso biata perché sapevo bene che, data la situazione di par- partecipa alle attività del progetto PROTEJERES. tenza già complicata, una nascita avrebbe molto probabil- Da quando è diventata mamma, ogni volta che la incontro mente solo peggiorato le cose, come abbiamo purtroppo le chiedo speranzosa se sua figlia abbia finalmente un visto accadere in molti altri casi. Attualmente Paula oscilla nome ma niente, continuo a dovermene fare una ragione tra alti e bassi, tra maturità e irresponsabilità, tra essere e aspettare pazientemente. Infatti, soprattutto quando i 6 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo madre o adolescente. Con i miei colleghi stiamo facendo il però devi iniziare a consumare sostanze, per essere accet- possibile per sostenerla, stiamo lavorando con lei e la sua tata, per essere come tutti ed è così che ho iniziato. famiglia, stiamo valutando se sia in grado di essere madre per davvero e se sia quello che vuole, stiamo cercando di Come hai vissuto negli ultimi mesi? A volte non avevo fare in modo che segua una terapia piscologica e impari molto da mangiare, è stato difficile. Sinceramente non mi un lavoro, ma si tratta di processi lunghi e difficili. Con- è successo niente di buono ultimamente, l’unica cosa po- frontata con questa situazione ho ripensato spesso a sitiva è stato passare del tempo con mia figlia e a volte quando lavoravo presso Casa Santa Elisabetta a Lugano, con mia mamma. Ho litigato con le altre ragazze del proprio con giovani madri in difficoltà, e alla frustrazione gruppo (in situazione di strada). Per fortuna “los jovenes” che sentivo per certi casi che sembravano non risolversi (“i giovani”, così vengono chiamati gli educatori della FEC) mai e per le lacune del sistema di presa a carico. Ora mi venivano a trovarmi e mi chiamavano quando distribui- dico che mi piacerebbe avere un’opzione così da proporre vano viveri e adesso mi stanno aiutando con i documenti a Paula, per dare una chance a lei e a sua figlia, ma pur- per mia figlia. Sono in ritardo con le sue vaccinazioni, troppo qui non esistono centri di quel tipo. quando era ammalata non ho potuto portarla dal medico Qualche settimana fa, nell’ambito della valutazione delle perché senza documenti non ti accettano. attività del progetto PROTEJERES, abbiamo posto alcune domande a Paula. Che cosa fai nella vita? Curo mia figlia di tre mesi, pulisco la casa di mia mamma e quando posso lavoro vendendo vestiti usati al mercato. A volte passo del tempo con il gruppo (di minorenni in situazione di strada). Cosa vorresti fare da grande? Vorrei avere un lavoro, mi piacerebbe studiare per diventare giornalista. Che ricordi hai della tua infanzia? Ricordo che stavo con mia nonna, non ho dei bei ricordi di quando ero piccola. Chi sono le persone delle quali ti fidi? Mi fido solo di me stessa, non ho delle vere amicizie, nel quartiere dove sono cresciuta non parlo con nessuno. Ho ricevuto troppe fre- Paula e il gruppo in situazione di strada nel quale vive, durante gature nella mia vita. un'attività sulle emozioni Cosa pensi del progetto PROTEJERES? Mi piace, mi ha fatto Come descriveresti la tua famiglia? Mia mamma mi so- capire come posso proteggermi dalle situazioni pericolose. stiene. Famiglia per me significa unione e comunicazione, In strada ci sono molti pericoli, soprattutto se sei giovane però nella mia famiglia non c’è molto di questo. e femmina. A volte ci mettiamo in situazioni pericolose e i maschi approfittano di questo per farci del male, non ci Ti piaceva andare a scuola? Si, la mia scuola era bella e i rispettano. Non è facile per una ragazza vivere in strada. professori mi trattavano bene. Ero brava a scuola. Poi però Quello che ho imparato è importante anche per la mia fa- ho iniziato a frequentare brutte amicizie, sia a scuola che miglia e le mie amiche, per questo ne parlo con loro. fuori. Ogni giorno accompagnavo mia mamma che ven- deva al mercato, all’inizio stavo con lei, poi ho iniziato ad annoiarmi e ho conosciuto i ragazzi del gruppo, andavo con loro negli Internet-cafè e quando era ora di andare a casa non mi facevo trovare e stavo in giro con loro. Non saprei dire perché mi piaceva stare con loro, forse da sola mi annoiavo e mi sentivo triste. Se vuoi entrare nel gruppo 7 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo Tre cose imparate da quando viviamo a Cochabamba Angolo del Cochabrandino 1) Le tradizioni si incontrano (e si scontrano) ogni giorno Come spiegato da Lisa la Fondazione è tornata a lavorare con la modernità. Le tradizioni ancestrali in Bolivia sono in maniera quasi normale ed il mio impegno come volon- ancora molto forti e spesso la medicina moderna e quella tradizionale si incontrano per rispondere a problematiche più o meno gravi. Ne è la prova il ruolo delle “parteras tradicionales”, levatrici che basano il loro operato sulla medicina tradizionale, e che si è rivelato particolarmente importante durante questi mesi di pandemia e in partico- lare quando si è verificato il collasso del sistema sanitario. Parlando di questo con l’infermiere del progetto mi ha spiegato come alcune pratiche siano rimaste le stesse di secoli fa. Quella del “manteo” (da manta, ossia coperta), per esempio, in cui si fa sdraiare la donna incinta su varie coperte ed aguayos (stoffa tradizionale colorata) e pren- dendo i quattro angoli delle stoffe la si fa cullare in maniera più o meno forte per aiutare il bebè a trovare la posizione giusta per poter nascere. La stessa tecnica viene utilizzata anche con adulti, bambini e bambine che hanno vissuto un Venditore di caffè in bicicletta per le strade di Cochabamba forte spavento perché si crede che il movimento generato rimetta il cuore nella posizione giusta. tario continua. Dopo la fase di aiuto umanitario, ora sono impegnato con i colleghi a svolgere le attività con i gruppi 2) La vita qui, a volte, appare più facile. In una realtà cao- in situazione di strada e con le famiglie in difficoltà. Il mio tica, fatta di sgarri alle regole, di disordine, di improvvisa- ruolo principale rimane comunque quello di aiutare nell’ zione e leggerezza come quella boliviana, le cose a volte ambito della comunicazione. In particolare, nelle ultime funzionano in maniera sorprendentemente semplice. Ini- settimane mi è stato chiesto di partecipare alla realizza- zia a piovere? Improvvisamente ad ogni angolo vendono zione di un video nel quale raccogliere le testimonianze di ombrelli e mantelline. Vuoi invitare qualcuno a pranzo? alcuni beneficiari rispetto alle difficoltà incontrate durante Non è necessario farlo con una settimana di anticipo, un questo lungo periodo di emergenza sanitaria e quaran- paio di ore saranno più che sufficienti. Sei in ritardo? Il tena. La maggior parte di queste persone vive di quello ritardo non è mai un problema. Ti invitano ad una festa in che guadagna giorno per giorno ed il fatto di non poter un salone per eventi? Inutile stressarsi prima per com- lavorare a causa delle restrizioni in vigore si è rivelato un prare il regalo, a lato di ogni salone esiste un negozio che grosso problema. Registrando le interviste, preparate e vende articoli da regalo da comprare appena prima di en- realizzate dagli educatori che conoscono molto bene la trare. Dispensa vuota? Sicuramente passeranno davanti a realtà di queste persone, che si fidano di loro e per questo casa vari camioncini che vendono sale, frutta, verdura, sono disposte a raccontarsi, ho avuto ancora una volta formaggio, arachidi, riso, pollo, maiale e via dicendo. l’opportunità di ascoltare storie che ti fanno riflettere e ti toccano. 3) Basta una bici o una moto per portarsi con sé tutto il Pochi giorni fa abbiamo registrato a casa di una famiglia necessario per svolgere il lavoro di giardiniere: rastrello, che vive nella zona sud della città, della quale conoscevo cesoie, corde, piccola macchina tagliaerba, sacchi, ma- solo due dei quattro figli ma non i genitori. Appena arrivato chete, pali e quant’altro trovano infatti facilmente e inge- nella loro semplice casa, sono stato accolto molto bene, gnosamente il proprio spazio tra manubrio e portapacchi. soprattutto dal figlio Julio di 9 anni, il quale mi è venuto Lo stesso vale per il venditore ambulante di caffè che ha incontro e mi ha abbracciato dicendomi di essere contento trasformato la sua bici in una caffetteria su due ruote. di rivedermi. Poca distanza di sicurezza, ma sicuramente molta emozione. Dopo essermi presentato alla mamma mi hanno offerto del the preparato dalla figlia maggiore e pro- posto più volte un posto a sedere per stare comodo. Julio 8 | www.comundo.org
Bollettino No. 5, dicembre 2020 Di Lisa Macconi e Alex Brandino / Dignità per le persone in situazione di strada Un interscambio professionale con Comundo è stato il mio assistente, mi ha aiutato a cercare l’angolo arrivando in auto da Potosì, città a otto ore da Cocha- migliore della casa (composta da cucina e una sola stanza bamba, e in quel momento si trova ancora a tre ore dalla dove dormono tutti) per le riprese e con non poca curiosità meta. Gli spiego che sarebbe stato impossibile raggiun- ha preparato con me l’attrezzatura per registrare. Ascol- gere la vetta partendo così tardi e a quel punto lui mi con- tando le risposte mi ha colpito particolarmente quando la fessa che c’è un altro problema, rivelatosi poi il vero pro- signora Cintya ha detto: “Durante la quarantena non po- blema principale. Mi spiega che il motivo della gita è quello tevo uscire a vendere, non avevamo soldi, se non fosse di compiere un rituale sulla vetta con l’aiuto di uno Yatiri, stato per l’aiuto della Fondazione i miei figli sarebbero una sorta di sciamano che mette in atto pratiche basate morti di fame”. Alla fine della registrazione Julio mi ha ac- sulla tradizione andina per aiutare le persone in difficoltà. compagnato al negozietto del quartiere per comprare una In questo caso lo sciamano avrebbe dovuto svolgere un bibita che abbiamo condiviso e al momento di salutarci mi rituale per aiutare un giovane rimasto paralizzato a se- ha chiesto “Joven, vas a volver? “(Giovane, verrai an- guito di un incidente avvenuto proprio su quella monta- cora?). Poter entrare nelle case di queste persone e sen- gna. L’idea era infatti quella di portare il ragazzo, in spalla tirsi accolti così bene è sempre una bella esperienza e sono o spingendolo sulla carrozzina, fino a 5050 mt, nel punto contento che la mia passione per la fotografia e i video mi dove è avvenuto l’incidente e invocare lo spirito della mon- stia dando questa opportunità. tagna affinché lo aiutasse a guarire. Ovviamente tutto questo mi ha sorpreso molto, non tanto per le credenze che so essere molto forti ed importanti qui in Bolivia, ma per il fatto che il loro progetto fosse totalmente irrealizza- bile. Per questioni di sicurezza e responsabilità spiego che, pur rispettando le loro idee, non posso accompagnarli nell’ impresa. Propongo di andare solamente fino al punto dove solitamente inizia la camminata e di svolgere il rituale ai piedi della montagna. Non nascondo che a quel punto mi sarebbe anche piaciuto assistere alla cerimonia e poterli aiutare in qualche modo. Dopo diverse ore, finalmente il gruppo giunge a Cochabamba in compagnia dello scia- mano. Dopo una lunga trattativa, mille spiegazioni sui pe- ricoli ai quali sarebbero andati incontro, diverse telefonate Durante le riprese dell'intervista a una famiglia beneficia- con il proprietario del tour operator e qualche sguardo mi- ria dei progetti della FEC naccioso da parte dello Yatiri, il loro programma non cam- Per quanto riguarda la mia occupazione nel settore del tu- bia e quindi io decido di ritirarmi. Uno dei presenti mi ha rismo, ovviamente al momento la situazione è ancora ab- anche gentilmente chiesto quanto dovevano pagarmi per bastanza ferma e sappiamo tutti il perché. Fortunata- avermi tenuto occupato tutta la mattina e gli ho proposto mente però, a poco a poco, si sta riattivando almeno il di offrirmi una birra la prossima volta che ci saremmo in- turismo nazionale e capita di ricevere richieste di tour da contrati. Sicuramente mi piacerebbe rivederlo per sapere parte di boliviani/e. Circa un mese fa sono stato contattato se sono riusciti a portare a termine il loro progetto e so- per accompagnare un gruppo di boliviani in cima al Pico prattutto se lo spirito della montagna ha aiutato in qualche Tunari, la montagna di 5050mt che sovrasta Cochabamba. modo quello sfortunato ragazzo. Mi presento al punto d’incontro alle 7.00, orario in cui sem- pre ci incontriamo per iniziare i tours, in modo da disporre Grazie per aver letto il nostro quinto bollettino, un caro di sufficiente tempo per raggiungere la cima ed evitare saluto da Cochabamba qualsiasi rischio. Ad aspettarmi vi era però una sola per- sona che mi spiega che il gruppo arriverà con mezz’ora di ritardo. Non mi preoccupo più di tanto, visto che si tratta Lisa e Alex di un ritardo ancora accettabile in vista della camminata. Trascorsi i trenta minuti di ritardo annunciati, sempre la stessa persona mi dice che c’è un problema: il gruppo sta 9 | www.comundo.org
Puoi anche leggere