PORTA AGNESI IN DIRETTA - Scuola Primaria "Porta - Agnesi" - Dicembre -Gennaio 2020 - ICS Via della ...
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Dicembre –Gennaio 2020 n° 9 PORTA AGNESI IN DIRETTA MITI E LEGGENDE Leggiamo un film I l G i o rn a l in o d e l l ’ I s t i t u t o C o m p re n s i vo “ Vi a d e l l a C o m me n da ” Scuola Primaria «Porta – Agnesi»
Dicembre –Gennaio 2020 n° 9 PORTA AGNESI IN DIRETTA In questo numero… MITI E LEGGENDE pag. 3 pag. 9 pag. 10 Caro diario… Lettera aperta a… pag. 11 pag. 18 pag. 20 Leggiamo un film pag. 25 pag. 27 pag. 28 LEGGENDO Il Giornalino dell’Istituto Comprensivo LEGGENDO “Via della Commenda” Scuola Primaria «Porta – Agnesi» Articoli e immagini possono essere inviati a: pag. 32 g i o r n a l i n o .q u a d r o n n o @ l i b e r o . i t
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 IL GATTO INVERNO Ai vetri della scuola, stamattina l’inverno strofina la sua schiena nuvolosa come un vecchio gatto grigio: con la nebbia fa i giochi di prestigio, Sì, signora maestra, e le case fa sparire mi sono un po’ distratto: e ricomparire; ma per forza con quel gatto, con le zampe di neve con l’inverno alla finestra imbianca il suolo che mi ruba i pensieri e per coda ha un ghiacciuolo… e se li porta in slitta per allegri sentieri. Invano io li richiamo: si saranno impigliati in qualche ramo spoglio; o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti, fingon d’essere merli e passerotti. classe 5°A Gianni Rodari
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 MONTAGNE CARE Montagne care, voi non mi mentite non mi mandate via, né mai fuggite. Quegli occhi sempre fissi sempre uguali mi guardano lontani, viola, lenti quando fallisco o fingo, o quando invano mi attribuisco titoli regali. Emily Dickinson
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 BANCHI DI GHIACCIO Banchi di ghiaccio questa mattina la penna si è messa la mantellina. E al cuore freddo freddo gelato cosa mettiamo che si è assiderato? Ghiacciati i muri della scuola ghiacciati i vetri della finestra di ghiaccio aiuto lei la maestra. Che cielo bianco l'azzurro è finito il cielo bianco è il suo preferito. Il cuore freddo freddo gelato del cielo bianco è il fidanzato. Vivian Lamarque classe Prima D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 classe 3°D L’albero ora tende ALBERO SECCO le braccia nodose e nere In uno splendore di fuoco, verso un cielo grigio e greve. rosse, gialle, bruciacchiate L’inverno è arrivato. le foglie se ne sono andate. Corinne Albaut
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 FESTA DELLA NEVE Roberto Piumini Cade la neve viene la pace l’inverno è freddo però mi piace. Il cielo è muto la terra pure la neve è zucchero per le avventure. Bianco è il silenzio della spianata è un fiore rosso la mia risata. classe 3°D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 20 gennaio 2020 Ieri, io e Samuele, siamo andati a vedere l’ Esercito di Terracotta. La guida ci ha spiegato che un contadino stava scavando per trovare un pozzo, ma, invece di trovare l’ acqua, trovò tanti pezzi di statue: teste, braccia, mani.. Dopo aver tolto tutto il terreno gli archeologi hanno iniziato a ricostruirle. Tutte queste statue servivano a proteggere la tomba dell’imperatore Ch’in e ricordano il suo esercito. Tutti i soldati erano colorati con colori sgargianti, erano pronti all’attacco ed erano divisi in categorie: fanti leggeri e fanti pesanti, arcieri, lancieri e balestrieri, generali leggeri e pesanti. Vicino a loro si trovavano volatili come gru e anatre che avevano diversi significati: la gru significava fedeltà e le anatre avrebbero portato fortuna a Ch’in nell’aldilà. A proposito della tomba: non l’hanno ancora aperta, perché hanno paura di rovinare quello che c’è dentro. È stato molto bello, consiglio di andarlo a vedere! Achille B. 4°D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 11 gennaio 2020 Caro diario, ero a Pian delle Betulle e stavo camminando su una strada ghiacciata. Il sole era nascosto tra le nuvole e io mi fermai per ammirare i parapendii che volavano nel cielo. Immaginavo, con gli occhi chiusi, di essere anch’io lassù. Dopo cinque minuti, sono andata a pattinare. Salti, strisciate, piroette… Ero da sola, mi sentivo libera, però un po’ mi vergognavo: c’erano ben due famiglie che mi osservavano. Il proprietario si avvicinò alla pista; a quel punto mi fermai e lui esclamò con la sua solita vociona: «Continua così, sei eccezionale». Il mio cuore si stava rianimando, la mia faccia era un peperone, non ne parliamo dei vestiti che erano fradici e puzzolenti… Uscii e mi fecero ancora i complimenti: «Sei stata molto brava!» Poco dopo siamo andati a bobbare. Salii su una discesa ripida e… giù! Mi girai e… oh, noooo: stavo andando all’indietro! Finalmente la discesa finì. Dopo qualche minuto abbiamo preso la funivia, andava molto più veloce di quella di Solda. Dall’alto si intravedeva una piscina all’aperto. Mi dispiaceva che il papà non ci fosse , ma gli ho raccontato tutto a voce. A presto, Clotilde 9 gennaio 2020 Caro diario, questo giorno è successa una cosa molto emozionante: è nata mia cugina Maia e io sono andata a trovarla. Appena sono entrata in ospedale pensavo che lei non dormisse, invece mi sbagliavo: stava dormendo come un angelo. Intanto la zia ci raccontava molte cose su Maia, ad esempio che aveva gli occhi azzurri, che io non ho potuto vedere, e che aveva i capelli abbastanza scuri. Mio papà continuava a farle delle foto e io gli dicevo: «Smettila, così la svegli». Dopo un po’ di tempo, si sentì una voce che diceva: «I visitatori sono pregati di uscire, le visite sono finite». Io ero molto triste al pensiero di andarmene, però ho pensato che, anche se per molto tempo non la vedrò, potrò almeno guardare le sue foto, mentre dicevo a mia mamma che Maia era piccola come un topolino. A presto, Viola
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 12 gennaio 2020 Caro diario, ieri, quando sono andato ad Albavilla, nella mia mente è apparsa un’improvvisa voglia di costruire una zattera; il problema è che non so perché. Sono andato a chiedere al mio papà se mi poteva aiutare e indovina che cosa mi ha risposto? Mi ha risposto di sì! Allora presi la mannaia e con il papà siamo scesi giù ai bambù. Wow, stavo davvero per costruire una zattera. Scegliemmo il bambù migliore e iniziammo a tagliarlo in parti uguali e a posarle sul tavolo davanti a casa. Legammo le parti di bambù con una corda che, sinceramente, mi sembrava troppo grande. Quindi decidemmo di vedere se galleggiava, la posammo in un secchio pieno d’acqua e, proprio così, galleggiava. Dopodiché mettemmo il tettuccio sempre fatto di bambù tagliuzzati. Stava venendo davvero un capolavoro, ma mancava la cosa più importante: la vela. Introducemmo un legnetto tra due canne, ci attaccammo un pezzo di stoffa e voilà, la zattera era completata. Ho provato un grandissimo senso di soddisfazione, persino la mamma era tanto felice. Questa è stata per me la giornata più bella del 2020! A dopo, caro diario, ciao!! Filippo L. 1 gennaio 2020 Caro diario, a Capodanno non è successo un granché, ma comunque ho cercato di divertirmi e ci sono riuscito. Eravamo a casa dei nostri amici Chiara e Pietro, anche se non mi stanno tanto simpatici, e aspettavo con pazienza le dodici in punto di sera per sparare i petardi. E, aspettando… non è che ci si diverte molto. Mi stavo annoiando perché osservavamo ipnotizzati dei video di canzoni che facevano schifo! Va bene scegliere canzoni rock, ma canzoni rap, nooo! Quindi mi costrinsero a chiudermi in camera, finché non fossero le dodici in punto. Restai chiuso in camera sino a che non arrivò un mio amico che si era stufato di ascoltare canzoni e ci intrattenemmo giocando a Vero o Falso, sinché mio padre non ci interruppe, facendoci uno scherzo. Ci disse che Capodanno era rimandato. Io e il mio amico stavamo per avere un infarto. Ci fece questo scherzo quando mancava mezz’ora alle dodici. Quando fu passata la mezz’ora, che ci sembrò un decennio, ci incamminammo per andare in piazza. E da quel momento mi sono divertito per il fatto che c’era Dani, il mio compagno di classe. A mezzanotte, finalmente, i fuochi d’artificio mi illuminarono gli occhi. Successivamente fu il momento del brindisi: vidi i tappi saltare in aria, me ne arrivò persino uno in testa. Purtroppo, finita la festa, proprio nel momento in cui stavo iniziando a scatenarmi, andammo a casa e subito a letto. Arrivederci diario, ci vediamo alla prossima, Leo
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 27 dicembre Caro diario, sabato sono andato a sciare con dei colleghi di mio papà. Erano sette, ma solo tre sciavano. Si chiamavano: Alessio, Agostino, Veronica. Sciavano tutti molto bene e da subito sono diventati miei amici. Alla prima pista ci hanno chiesto il nome dell’impianto perché non erano mai venuti a Campodolcino. Subito, siamo andati a vedere se la Val di Lei, una pista in un’altra valle, fosse aperta. Sfortunatamente era chiusa, ma l’avrebbero aperta alle ore undici. Io volevo andare allo snow-park e anche Francesco, mio fratello. Lo snow-park è una pista per i salti. Io ho preso la rampa più alta e ho saltato un metro da terra. Quando ero in aria mi sembrava di volare e mi mancava il fiato. Hanno saltato anche i colleghi di mio papà, con abilità. Alle undici siamo andati a vedere se avevano aperto la Val di Lei. Finalmente l’impianto era aperto. Quando siamo arrivati, un sole quasi primaverile ci ha fatto provare un senso di calore. Stranamente Francesco aveva freddo, quindi abbiamo dovuto portarlo al bar. Abbiamo fatto un paio di piste prima di riprenderlo. Per ritornare alle altre discese abbiamo percorso un fuoripista: si chiama Canalone, perché è un canale. Era un po’ ghiacciato, ma si riusciva a sciare bene ugualmente. Alla fine del fuoripista c’era una slavina ghiacciata che mi ha ricordato una barricata. Ho portato i colleghi di papà alla baita e, siccome non avevamo i panini, abbiamo ordinato gli gnocchetti, un piatto tipico di quel posto. Questa giornata sugli sci mi è proprio piaciuta e vorrei ripeterla. Arrivederci, caro diario, Filippo C. 13 gennaio 2020 Caro diario, ieri sono andato alla partita di basket: ero molto emozionato e non sapevo dove si trovava la palestra. Non mi sono accorto che c’era anche una mia compagna. Dopo un po’ trovammo la palestra; mi sono cambiato, sono entrato e c’erano dei bambini, miei avversari. Mi sono riscaldato con dei tiri liberi. Alcuni minuti dopo sono arrivati i miei compagni e l’allenatrice. Ci siamo messi in panchina ed è iniziata la partita. Elena, l’allenatrice, mi ha scelto per primo. Avevamo sei minuti di tempo. Gli avversari erano veloci come saette, infatti hanno segnato due punti ed io ero stupito, poi, però, anche noi abbiamo fatto un punto. Alla fine della prima partita hanno vinto loro. Ci siamo seduti e io, dopo un po’, avevo freddo, quasi diventavo un ghiacciolo. È finita anche la seconda partita e abbiamo vinto noi, però ci hanno comunicato che quelle due partite non valgono perché gli avversari erano piccoli. A presto, caro diario, Matteo C. classe 4°B
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 27 dicembre Caro diario, ero col papà in vacanza. Gaia, mia sorella e le cugine, volevano andare a sciare e anch’io, così abbiamo indossato le tute da montagna. Dopo un lungo viaggio siamo arrivati e sono uscito dall’auto. Tutto il paesaggio era affascinante, ricoperto da una neve congelata. C’era una corrente forte e anche del ghiaccio duro, che per forza dovevi rompere con un calcio, e un freddo che ti avvolgeva dalla testa ai piedi. Siamo entrati nel negozio del noleggio e, presi gli sci, siamo andati subito a sciare sulla pista per imbranati. Gaia è stata la prima a cadere, è caduta a destra. Era difficile rialzarsi. Mio papà, entrato in pista, ha incominciato a sciare, solo che aveva saltato le due piste per principianti ed è caduto. È stato doloroso perché c’erano dei massi di ghiaccio; io credevo che stesse piangendo, ma no, stava ridendo e anch’io con lui. Poi è arrivato «il Karma» e io sono caduto all’indietro e la cosa peggiore era che il suolo era freddissimo. Quando mi sono stancato, ho preso alcuni massi di ghiaccio e li ho lanciati al papà: l’ho fatto cadere ancora. Finito di sciare, siamo tornati a casa. Questa giornata non la dimenticherò mai. classe 4°B Matteo P. 27 dicembre 2019 Caro diario, oggi siamo andati a vedere Harry Potter e il Calice di fuoco, con l’orchestra dal vivo. Ero emozionato perché è uno dei miei film preferiti. Quando siamo arrivati in sala, un signore ci indicò in che posto eravamo, ma noi gli dicemmo che sapevamo già dove dovevamo sederci. Arrivò l’orchestra e si dovette accordare. Dopo che si fu accordata, iniziò il film e apparve Harry Potter. Tutti lo videro, tranne me, perché c’erano due fidanzati che si baciavano e non mi facevano vedere perché si muovevano. Quasi alla metà del film, la ragazza dovette andare in bagno e, finalmente, in quel momento, mi sentivo rilassato perché non mi dovevo muovere più per vedere il film in pace, com’era mio grande desiderio. Finì il primo tempo. «Noooo», dissi tra me e me. Almeno il secondo tempo lo vidi tranquillo e comodo perché i due fidanzati si stufarono di baciarsi. «Siiii», dissi, sempre tra me e me. Finì il film e uscimmo. Mi sentivo spezzato in due, come il film: da una parte annoiato, dall’altra interessato perché mi è piaciuto molto quando Harry Potter va nel labirinto. Arrivato a casa mi sono accorto di essere stato fortunato per aver sentito la colonna sonora del film suonata dal vivo. Andrea
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Nicolò B. & Chiara C. classe 4°D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 2 gennaio 2020 Caro diario, oggi mi sono svegliato perché non vedevo l’ora di andare a sciare. Alle dieci, io, mia sorella, mio cugino e mia zia eravamo sulle piste da sci. La neve era ghiacciata e in alcuni punti c’era l’erba, però sciare è stato lo stesso bellissimo. Per pranzo ho mangiato un panino con la salsiccia al baretto sopra la seggiovia: era squisito! Poi abbiamo fatto lezione con il maestro Giampiero. Finita la lezione, abbiamo sciato ancora un po’ e dopo siamo andati a casa a far merenda. Ho trascorso una bella giornata in montagna. Riccardo 3°D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 3 gennaio Caro diario, oggi il nonno mi ha portato all’Alpe. L’ Alpe è il punto più alto della collina su cui sorge Caslino. In quel punto ci sono solo un ruscello e un piccolo allevamento di capre da latte. A me piace moltissimo andarci perché il pastore ci permette di entrare nella stalla, accarezzare le caprette e dar loro da mangiare. La scorsa primavera ho potuto addirittura dare il biberon ai capretti appena nati. Per arrivare all’Alpe occorre usare un fuoristrada perché la strada è sterrata, è molto in pendenza e c’è persino un guado. Con mia grande gioia oggi il nonno ha preso l’ Alfa Matta, il suo vecchio fuoristrada dell’esercito. Il tragitto con la matta è stato avventuroso: si procede a balzelloni e noi bambini possiamo stare in piedi aggrappati alla ruota di scorta. Le capre purtroppo erano chiuse nella stalla, ma il viaggio è stato comunque divertente. Ciao diario! Cecilia classe 3°D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Lettera aperta a… classe 4°B
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Lettera aperta a… La Camera dei Deputati apre le porte a "La Vucciria", il capolavoro di Renato Guttuso. Il dipinto è in mostra nella prestigiosa Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio accanto ad altre due opere dell'artista, appartenenti alle collezioni della Camera dei Deputati e mai esposte finora al pubblico.
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 UN ANIMALE CONTRO IL BULLISMO Il capolinea arrivava vicino al fiume Mincio, lì scesero, iniziarono a mettergli la testa C’era una volta un bambino di nome Pietro: nell’acqua per poi tirarla su e così via, in era nato senza un pollice della mano sinistra. modo da soffocarlo . Ad un certo punto Era il suo primo giorno di scuola delle medie Riccardo mollò la presa (per errore) e Pietro e, anche se un po’ impaurito per questa cadde in acqua. nuova avventura, si mise lo zaino in spalla e partì. Arrivò a scuola e appoggiò lo zaino su Il cane quella mattina li aveva seguiti e , senza un banco in ultima fila. Nessuno si voleva esitare, si buttò in acqua, prese Pietro per la sedere vicino a lui per il suo piccolo problema maglietta e lo portò a riva, dalla parte al pollice. opposta nel Mincio. Il cane, poi, ripercorse il fiume al contrario e aggredì i bulli che per Il venerdì, durante le ore di motoria, la paura scapparono. professoressa Rossignolo aveva deciso di giocare a pallavolo, senza tener conto della Pietro era ormai svenuto e il cane, che era un mano di Pietro. Iniziarono l’allenamento, ma pastore tedesco, iniziò ad abbaiare. Un con squadre non equilibrate poiché i rossi signore nei paraggi sentì e corse per vedere (ovvero quelli dell’altra squadra) iniziarono ad che cosa stesse succedendo. Appena il insultare Pietro : “Stai facendo perdere la tua signore vide il ragazzo chiamò i soccorsi che squadra! Non riesci mai a prendere la palla…” arrivarono in un istante e lo curaro in fretta e Queste parole erano pronunciate in furia. particolare da tre ragazzi : Riccardo (il capo) e Dopo qualche giorno, in ospedale, i medici si le sue due “ochette” Sara e Rachel. accorsero del piccolo problema alla mano di Dopo le vacanze di Natale, Pietro era pronto Pietro e lavorarono duramente ( a sua per tornare a scuola, dopo essere stato insaputa) per migliorare la sua situazione. continuamente picchiato, maltrattato e Venne il giorno in cui i dottori diedero a oggetto di canzonette brutte su di lui Pietro un pollice nuovo: era felicissimo. (riassumendo: era stato bullizzato). Andando Il giorno dopo, fiero del suo dito nuovo, andò a scuola vide un cane che lo fissava con uno a scuola dove incontrò il suo amico cane con sguardo tenero; all’uscita, quando appunto cui poi passò il resto della sua vita. aveva pensato che quel giorno era andato tutto bene, successe un imprevisto: i bulli lo Alice, Bianca, Leonardo, Greta. presero e lo obbligarono a salire sul pullman.
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 SVEVA, LA VITTIMA C’era una volta una bambina di nome Sveva che veniva bullizzata da Rodolfo, il bullo della scuola. Sin dal primo giorno di scuola veniva presa in giro con questa canzone : “ Sveva , Svevina, sei così bruttina”. Lei, per paura che Rodolfo la picchiasse, non disse niente a nessuno e, mentre i giorni passavano, Sveva divenne sempre più debole e aveva sempre meno amici. A metà anno scolastico Rodolfo decise di picchiarla, Sveva aveva provato ad evitarlo ma lui la scovava sempre e, quando la trovava, la menava sempre più forte. Un giorno la piccola Sveva si stancò di essere sempre bullizzata dal ragazzo quindi decise di parlarne con i suoi genitori, disobbedendo alle parole del bullo che le aveva detto: “ Se parli con qualcuno di me, te la farò pagare”. Quella sera a cena spiegò l’accaduto alla mamma che, senza pensarci due volte, chiamò subito l’insegnante con cui parlò a lungo. Appena l’insegnante finì il lungo colloquio con la mamma di Sveva, cominciò a controllare che Rodolfo non desse più fastidio alla bambina. Il giorno dopo l’insegnante vide Rodolfo infastidire Sveva e lo portò nel suo ufficio dove lo convinse a pentirsi. Quando uscì dall’ufficio della maestra, Rodolfo si scusò con Sveva davanti a tutti, veramente pentito delle sue cattive azioni. Michelangelo, Edoardo, Sveva, Greta
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 MARCO E GIOVANNI Era il 2 Dicembre e Marco aveva appena finito il suo tema: si era impegnato tantissimo. La maestra mentre lo correggeva gli disse: «Bravo, bravo Marco! Vedi che impegnandoti riesci a scrivere dei bei temi? Facendo sempre così non vedrai più 7 e 8 in pagella!» Lui era molto fiero di sé e, tornando al banco, venne chiamato dal compagno Giovanni che con aria di sfida disse: «Sentiamo Marco, Ma… il lunedì successivo, Giovanni andò da quanto hai preso?». «Nove e sono molto felice!» gli rispose. «Mmm!!» esclamò Marco e gli disse che aveva riflettuto molto durante il weekend e aveva deciso di scusarsi Giovanni. per tutti i suoi brutti gesti. Per fortuna Marco All’inizio dell’intervallo, Giovanni tornò da era misericordioso e accettò le scuse del Marco con un gruppo di amici, cantando in compagno. coro. «Marco, Marco sei una capra!» Quel giorno i due ragazzi diventarono amici e «Guarda che nove è un bel voto e se dici che nella classe non ci furono più, per fortuna, non lo è, stai zitto!» rispose il ragazzo. atti di bullismo. I bulli a quel punto lo inseguirono per Gabriele, Aurora, Matteo, Elisa, Mattia. picchiarlo e Marco si nascose nell’armadio fino alla fine della ricreazione. Al termine della giornata scolastica, Marco corse verso casa cercando di evitare i bulli, arrivato, andò in camera sua e si mise a piangere pensando al fatto di essere perseguitato continuamente. Scelse di parlarne con la madre, lamentandosi e chiedendole di contattare la maestra. Il giorno dopo Giovanni scoprì che la maestra era a conoscenza dei suoi atti di bullismo e a quel punto si innervosì così tanto con Marco che volle picchiarlo e così fece per tutta la settimana. Il povero Marco aveva graffi e lividi dappertutto , l’avevano costretto addirittura ad infilare la testa nel lavandino.
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 JOHN IL BAMBINO BULLIZZATO John era un bambino che veniva dal Senegal e si trasferì in America per il lavoro di suo padre. All’inizio, nella nuova scuola, non lo accolsero bene e iniziarono a bullizzarlo. Per molto L’OBESA BULLIZZATA tempo incominciarono ad urlargli: «Sfigato, A Milano, al liceo Einstein, una ragazza di sfigato!!!» Il ragazzo all’inizio credeva fosse nome Anna, di 14 anni, veniva bullizzata da un’abitudine trattare in questo modo i nuovi Alice, Margherita e Michele per il suo peso di allievi e quindi non disse niente al maestro. 80 Kg , in modo diretto e indiretto. Dopo l’ora di storia, John chiese di andare in In uno dei tanti giorni in cui veniva tormentata bagno, uno della banda dei bulli invece chiese dai bulli , alla povera Anna alzarono la gonna e di andare a prendere una cosa in cartella, ma tutti videro le sue mutandone ormai fuori in realtà andò in bagno, prese un cestino moda da circa trenta anni. grande, pesante, alto e lo spinse contro la porta del bagno in cui c ‘era il ragazzo; poi il Anna per consolarsi andò in bagno e iniziò a bullo se ne andò. cantare una canzone che la calmava: «Io mi ricordo la strada di MC’Donald, ma non quella 40 minuti dopo… di casa. A casa ci torno in autobus senno fatico In tutto questo tempo John continuò ad urlare troppo». e il maestro iniziò a preoccuparsi per il suo Dopo essersi consolata si accorse che erano mancato ritorno, quindi chiamò il commesso già le 14.30 , quindi tornò a casa. Gino e gli disse di andare a controllare nel bagno dei maschi. Appena aprì la porta, il suo cane uscì come una furia e scappò. Appena entrò, Gino vide il cestino della spazzatura contro la porta di un bagno, lo Anna gridò : «Fermo, fermo Ciambellottto, ho tolse, aprì la porta e trovò Jhon, allora il già passato una brutta giornata !» commesso cercò di ipotizzare chi fosse stato, Per riprenderlo dovette girare la città per tre anche se credeva già di saperlo. volte e dimagrì di molto. Il giorno dopo, Alla fine John capì che non doveva essere quando tornò a scuola, rimasero tutti a bocca amico di Fred, il bullo che gli aveva impedito di aperta; i bulli erano così gelosi della sua linea uscire dal bagno, e che doveva stargli molto, perfetta che la presero in giro ancora di più. Ad ma molto lontano per evitare di trovarsi in Anna venne il coraggio di riferirlo alla spiacevoli situazioni. professoressa e così, coloro che l’avevano derisa e mortificata, grazie all’insegnante impararono a comprendere i disagi della Beatrice, Francesco, Giuseppe, Rachele. compagna e, con il tempo, diventarono suoi amici. Alberto, Eleonora, Alessandro, Margherita, Elena.
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Questo aveva cambiato molto il comportamento di Clara, da calma e gentile era diventata antipatica, introversa e soprattutto molto irascibile. I genitori si erano accorti di questo suo comportamento, ma non riuscivano a capire il perché di questo cambiamento. Un giorno però lei si stufò dell’atteggiamento dei bulli e decise di raccontare tutto alla brava e comprensibile nonnina Marilù che a sua volta decise di confrontarsi sull’accaduto con la professoressa Petolicchio. IL DISAGIO DI CLARA La nonna parlò a lungo con l’insegnante e si misero d’accordo : Marilù doveva nascondersi C’era una volta una ragazza di nome Clara nei bagni e aspettare il momento per Valamare, aveva undici anni e andava in una spaventare i bulli che tormentavano la nipote. scuola media di Milano. Era molto studiosa e amava fare i compiti, in poche parole era Come d’accordo, il giorno dopo, la nonna si secchiona; Clara era alta e magra, aveva i nascose nei bagni e, quando arrivò il capelli ricci a caschetto di color carota, momento giusto, invece di spaventarli… la portava gli occhiali, aveva sul viso moltissime nonna disse ai bulli che era sbagliato quello lentiggini, aveva il naso a patata e per di più che stavano facendo e loro se ne andarono via l’apparecchio. pentiti, vergognandosi del loro comportamento. Un giorno Clara stava camminando lungo il corridoio per andare in classe, Ugo e Gustavo, Giorni dopo, i bulli non li vide più nessuno e i bulli della scuola, la osservavano da un po’ e gli altri finalmente si comportavano in modo avevano notato che lei studiava molto, faceva diverso; tutti seppero dell’accaduto e tutti i compiti e non aveva amici. parlarono con Clara per sapere come stesse dopo quella brutta disavventura. Dialogando Un giorno la fermarono e le dissero che se con lei scoprirono che non aveva nessun non avesse fatto anche i loro compiti, sarebbe problema, e non era antipatica, era solo una finita male; lei accettò senza pensarci neanche ragazza molto timida. un secondo e impaurita andò di corsa in classe. Giulia, Giulio, Beatrice, Alessandro. Nei giorni seguenti non cambiò niente, anzi la situazione peggiorò per Clara, infatti i bulli le chiesero anche di portar loro la merenda e di comprar loro dei vestiti nuovi; i bulli le dissero che se non l’avesse fatto l’avrebbero picchiata. classe 5°D
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Gli incendi individuati dai satelliti della NASA in Australia. Poveri koala e canguri, devono arrampicarsi sui muri, perché gli alberi sono bruciati e gli animali sono malati. L’uomo a malapena li ha salvati e in pochi sono scappati. Gaetano Mi dispiace che siano morti tanti animali in Australia e mi spiace che non abbiano più da mangiare perché anche le piante Sussex Inlet, nel Nuovo Galles del Sud, sono bruciate. Alessandro il 31 dicembre 2020.
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 classe 3°C L’AUSTRALIA BRUCIA Il nostro amico koala potrebbe estinguersi e, come lui, ci sono tanti altri animali in A pagarne le conseguenze sono gli animali e pericolo. Mi sento un po’ triste. uno di questi è il koala. Il problema più Sithila grande è che non abbiamo dei Koala di Secondo me bisognerebbe mandare tanti riserva! Beatrice pompieri e veterinari per aiutare gli L’Australia è piena di animali che vivono australiani e gli animali. Nina esclusivamente lì e mi dispiace che tutti Mi dispiace per tutti gli animali australiani quegli animali e le piante stiano morendo. che rischiano di estinguersi. Credo che molte più persone si dovrebbero Edoardo impegnare a rispettare l’ambiente. Leo Mi dispiace per tutti gli animali che sono morti e vorrei fare di tutto per salvare quelli rimasti. Darò una mano non inquinando e non danneggiando l’ambiente. Jacopo Gli animali sono in pericolo e noi dobbiamo aiutarli con tutte le nostre forze e sperare che arrivi la pioggia. Lila
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 In un tempo lontano, Reiven, un puledro Reiven si fece raccontare perché gli bianco abbandonato dalla sua mamma a aveva tolto le ali e lui incominciò a causa di un temporale, stava raccontare: «La strega malvagia ha delle passeggiando nel bosco con un solo brutte ali allora le strappa agli uccelli, pensiero: diventare un cavallo alato con ma continua a lamentarsi perché dice che delle ali grandi come quelle di un’aquila. non sono abbastanza belle, quindi le Un giorno mentre stava passeggiando strappa a noi cavalli alati, poichè le sentì uno strano rumore: din brim bim nostre ali sono bellissime!» din . Vide una fata; all’ inizio non credeva Il puledro fece una domanda: «Si può ai suoi occhi e pensava che fosse un sconfiggere?» Lui rispose: «Sì, si può sogno, poi capì che era una vera fata! perché lei teme l’acqua, quindi basta Allora Reiven ne approfittò e le chiese: bagnarla!». «Mi trasformi in un unicorno alato?» Lei rispose: «Certo, sei pronto?»; «Sì!», Allora i due amici si misero a cercare affermò il puledro. l’acqua, dopo mezz’ora l’avevano trovata. Reiven, con tutta la sua forza, portò Sling slong sleng e… diventò un l’acqua e il suo amico fino al castello magnifico cavallo alato bianco. Reiven volante. ringraziò moltissimo e volò. Dopo aver cercato dappertutto, Si sentiva libero, emozionato e felice. Le finalmente trovarono la strega, le nuvole sembravano cotone, anche se non versarono l’acqua addosso e, dopo un riusciva mai a toccarle! Ma a un certo secondo, lei scomparì. Così presero le ali punto vide una strega volante che stava e l’amico le indossò. strappando le ali ad un altro un cavallo alato; cercò di fermarla, ma non ci riuscì, Da quel giorno Reiven si divertì sempre allora portò il cavallo alato a terra. con il suo migliore amico. Emma G. 4°C
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Leggiamo un film LA FABBRICA DI CIOCCOLATO Una storia fantastica Questo film non ci parla di cioccolato, Durante la visione del film si può anche tantomeno di dentisti, ma di amore, notare la contrapposizione tra i colori caldi, attraverso la vicenda di un ragazzino di nome dell’umile casetta di Charlie, dove il fuoco è Charlie. Tante differenze e contrapposizioni sempre acceso, e colori freddi, al di fuori danno significato al film. Queste diversità si della sua abitazione, dove predomina la neve. possono notare innanzitutto nei sei Al termine del film vediamo che in realtà i personaggi principali. Cinque di loro, grazie a vincitori furono due. Charlie vinse e fu l’erede cinque biglietti d’oro unici nel mondo, ebbero della fabbrica di cioccolato. Per un momento la possibilità di visitare la fabbrica di si ritirò, pur di non abbandonare la famiglia e cioccolato e di poter vincere un premio. così alla fine Wonka decise di inglobare la sua I personaggi sono: Charlie, Veruca, Violetta, casa all’interno della fabbrica. Ma ci fu un Mike, Augustus e Willy Wonka, il proprietario altro episodio: Willy Wonka, attraverso della fabbrica, rappresentato da bambino l’ esempio di Charlie, capì l’importanza della attraverso dei flashback. famiglia, andò a trovare il padre Questi bambini, non educati e tutti viziati, iperprotettivo che, pensando di dargli amore anche se in modo diverso, sono ricchi di gli aveva rovinato l’infanzia, ma non l’aveva tutto, tranne che d’amore, al contrario di mai dimenticato. Il film insegna che l’amore Charlie, che era povero, viveva in una piccola deve essere condiviso e scorrere a fiumi, casa malandata, ma era ricco di valori come come il cioccolato nella fabbrica. L’amore, l’amore familiare e la speranza che la sua vita dice il film, si impara solo in famiglia, come è e quella dei suoi genitori potessero capitato a Charlie. migliorare. Virginia
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Leggiamo un film LA FABBRICA DI CIOCCOLATO Questo è un film sull’amore. Vengono messi a confronto alcuni bambini che vanno a visitare la famosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Charlie è un bambino povero che vive in una casa di legno, tutta malandata, e in questa casa abitano, con i genitori di Charlie, anche i suoi quattro nonni. Nella vicenda ci sono anche altri cinque bambini, compreso Willy Wonka, che vediamo rappresentato attraverso alcuni flashback. Questi bambini In questo film vengono contrapposti cinque sono viziati, prepotenti, golosi e avidi. I bambini diversi: Charlie è povero di tutto, ma genitori cercano di dar loro amore, ma sono ricco d’amore; Augustus è golosissimo e anaffettivi, a differenza dei genitori Charlie. Il avido; Veruca Salt è viziata e superba; Mike sogno maggiore di Charlie è andare a visitare Tivu è sempre solo davanti ai videogiochi; la fabbrica di cioccolato della sua città, ma Violetta è vanitosa e competitiva. Tutti i loro aveva poche possibilità di trovare il biglietto genitori non li hanno educati bene e non d’oro perché il cioccolato glielo compravano hanno dimostrato loro il vero amore. Tutti, solo il giorno del suo compleanno e, quel tranne Charlie: una notte il nonno di nascosto giorno, lui condivise la tavoletta con tutti i gli diede un soldino per comperare una suoi familiari: questo è amore! Willy, invece, tavoletta di cioccolato. Charlie non ha trovato ha abbandonato la famiglia da piccolo e di l’ultimo biglietto d’oro per visitare la fabbrica, amore non ne ha. Il regista ci mostra il comunque ha condiviso il cioccolato col contrasto tra i colori freddi della fabbrica di nonno, come va condiviso l’amore. Charlie, Willy Wonka e i colori caldi della casa di alla fine, vinse la fabbrica, ma rifiutò il premio Charlie in cui c’è tanto affetto. perché Willy Wonka gli disse che avrebbe Gli avversari di Charlie persero a causa dei dovuto abbandonare la sua famiglia. Così loro comportamenti avidi e prepotenti, così Willy imparò da Charlie che la vera fabbrica di fu Charlie a vincere la fabbrica. Willy pensava amore è la famiglia. Lukas che Charlie sarebbe vissuto nella fabbrica come suo erede. Il desiderio di Charlie si avverò, però avrebbe dovuto lasciare la sua famiglia e Charlie non volle poiché la famiglia è importantissima, perché dà affetto e amore. Willy impara così l’amore da Charlie e, grazie a questo gesto, torna dal padre e si riconcilia con lui. Nel finale Willy e Charlie vivono insieme nella casetta che viene inglobata nella fabbrica. Questo film dice che la famiglia è una riserva di amore, che si impara da piccoli. Questo film è uno dei più belli che io abbia mai visto. Tommaso
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Leggiamo un film LA FABBRICA DI CIOCCOLATO Già dalle prime immagini capiamo che È Willy Wonka, in realtà, il vero vincitore Charlie è povero, ma in realtà è ricco nella vicenda narrata dal film, perché si d’amore. Nella casa di Charlie dormono in riconcilia col padre, va a vivere con quattro in un letto, volendosi bene e, al Charlie e avrà finalmente una famiglia. suo compleanno, Charlie divide la sua Da allora la neve non sarà più fredda, ma unica tavoletta di cioccolato con i suoi solo zucchero a velo. Il film dice che familiari. Nel film, i bambini rappresentati, l’amore deve scorrere a fiumi come il con la loro famiglia appartengono a due cioccolato nella fabbrica. La vera fabbrica gruppi diversi. Un gruppo è formato da d’amore è la famiglia. cinque bambini che hanno famiglie che Filippo C. non li hanno ben educati. Veruca Salt ottiene tutto ciò che vuole dal papà. Augustus Gloop è avido, pensa solo a mangiare e non dà niente a nessuno. Mike Tivu è un individualista, pensa solo alla tecnologia e non riesce più a distinguere la finzione dalla realtà. Violetta vive solo per vincere concorsi e, infine, c’è Willy Wonka, che, scopriamo attraverso alcuni flashback, è stato poco amato e ha abbandonato il padre da piccolo. Charlie è l’unico che riesce a dare vero amore perché arriva a rinunciare al premio per stare con la sua famiglia. Infatti alla fine Charlie, vince la fabbrica ma, visto che avrebbe dovuto lasciare la famiglia, rinuncia al premio. È da questo gesto che si rivela il vero amore di Charlie. Willy, quindi, capisce quanto siano importanti l’amore e la famiglia.
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Leggiamo un film LA FABBRICA DI CIOCCOLATO Charlie ha una famiglia molto affettuosa e unita che vive in una casa malandata. Il film racconta che sono molto poveri, ma ricchi d’amore: dormono addirittura in quattro in un unico letto. Cinque bambini visiteranno la famosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Tutti questi ragazzini hanno dei genitori che commettono errori nel crescerli, tutti tranne Charlie. Sono: Augustus il golosone, Veruca che è arrogante, Violetta l’arrivista, e Mike Tivu l’individualista. Anche Willy ha avuto un padre molto severo, che non è stato tanto affettuoso. Dopo la visita alla fabbrica, il vincitore fu Charlie perché mostrò rispetto e interesse per Willy Wonka, il proprietario. Ma ci fu un altro avvenimento, cioè Willy, accompagnato da Charlie, andò a trovare suo padre dentista, che lo visita e lo riconosce grazie alla sua dentatura perfetta. Willy capì l’importanza dell’amore grazie e Charlie che rinunciò alla fabbrica di cioccolato pur di restare insieme alla sua famiglia. Così alla fine la casetta di Charlie fu inglobata dentro alla fabbrica di cioccolato. Limar classe 4°B
Porta Agnesi in Diretta n°9 dicembre – gennaio 2020 Sono terminati i lavori di ristrutturazione e riordino della biblioteca. Giovedì 13 febbraio riprenderanno il servizio prestito libri e le letture per tutti gli alunni delle classi della Scuola Primaria Porta Agnesi. Anche quest’anno ANDERSEN bandisce il progetto riservato agli alunni delle scuole Primarie e Secondarie di primo grado, offrendo una nuova opportunità per riflettere sull’importanza della lettura in maniera divertente, realizzando elaborati originali ispirati a libri e storie. Date sfogo alla fantasia e realizzate, singolarmente o in gruppo, un’opera ispirata al mondo della lettura. Saranno apprezzati gli elaborati che sapranno valorizzare la funzione del segnalibro, la sua verticalità Iscrizioni entro il 29 febbraio. e il colpo d’occhio tra le pagine.
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