Intelligence militare, guerra clandestina e Operazioni Speciali - Fascicolo Speciale 2021
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NUOVA RIVISTA INTERDISCIPLINARE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI STORIA MILITARE Fascicolo Speciale 2021 Intelligence militare, guerra clandestina e Operazioni Speciali a cura di GÉRALD ARBOIT Società Italiana di Storia Militare
Direttore scientifico Virgilio Ilari Vicedirettore scientifico Giovanni Brizzi Direttore responsabile Gregory Claude Alegi Redazione Viviana Castelli Consiglio Scientifico. Presidente: Massimo De Leonardis. Membri stranieri: Christopher Bassford, Floribert Baudet, Stathis Birthacas, Jeremy Martin Black, Loretana de Libero, Magdalena de Pazzis Pi Corrales, Gregory Hanlon, John Hattendorf, Yann Le Bohec, Aleksei Nikolaevič Lobin, Prof. Armando Marques Guedes, Prof. Dennis Showalter (†). Membri italiani: Livio Antonielli, Marco Bettalli, Antonello Folco Biagini, Aldino Bondesan, Franco Cardini, Piero Cimbolli Spagnesi, Piero del Negro, Giuseppe De Vergottini, Carlo Galli, Roberta Ivaldi, Nicola Labanca, Luigi Loreto, Gian Enrico Rusconi, Carla Sodini, Donato Tamblé, Comitato consultivo sulle scienze militari e gli studi di strategia, intelligence e geopolitica: Lucio Caracciolo, Flavio Carbone, Basilio Di Martino, Antulio Joseph Echevarria II, Carlo Jean, Gianfranco Linzi, Edward N. Luttwak, Matteo Paesano, Ferdinando Sanfelice di Monteforte. Consulenti di aree scientifiche interdisciplinari: Donato Tamblé (Archival Sciences), Piero Cimbolli Spagnesi (Architecture and Engineering), Immacolata Eramo (Philology of Military Treatises), Simonetta Conti (Historical Geo-Cartography), Lucio Caracciolo (Geopolitics), Jeremy Martin Black (Global Military History), Elisabetta Fiocchi Malaspina (History of International Law of War), Gianfranco Linzi (Intelligence), Elena Franchi (Memory Studies and Anthropology of Conflicts), Virgilio Ilari (Military Bibliography), Luigi Loreto (Military Historiography), Basilio Di Martino (Military Technology and Air Studies), John Brewster Hattendorf (Naval History and Maritime Studies), Elina Gugliuzzo (Public History), Vincenzo Lavenia (War and Religion), Angela Teja (War and Sport), Stefano Pisu (War Cinema), Giuseppe Della Torre (War Economics). Nuova Antologia Militare Rivista interdisciplinare della Società Italiana di Storia Militare Periodico telematico open-access annuale (www.nam-sism.org) Registrazione del Tribunale Ordinario di Roma n. 06 del 30 Gennaio 2020 Direzione, Via Bosco degli Arvali 24, 00148 Roma Contatti: direzione@nam-sigm.org ; virgilio.ilari@gmail.com ©Authors hold the copyright of their own articles. For the Journal: © Società Italiana di Storia Militare (www.societaitalianastoriamilitare@org) Grafica: Nadir Media Srl - Via Giuseppe Veronese, 22 - 00146 Roma info@nadirmedia.it Gruppo Editoriale Tab Srl -Viale Manzoni 24/c - 00185 Roma www.tabedizioni.it ISSN: 2704-9795 ISBN Fascicolo Speciale 2021: ISBN: 978-88-9295-270-6
555 Filippo Cappellano e Cosmo Colavito La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni Roma, Ufficio storico dello Stato Maggiore Esercito, 2017 F ra i tanti libri usciti in Italia durante il Centenario della Grande Guerra pochissimi sono stati quelli dedicati all’intelligence, nessuno dei quali di spessore scientifico. Del resto, malgrado il tema della storia dei servizi di informazione militari sia divenuto uno dei più battuti dalla storiografia militare contemporanea, esso continua a riscuotere in Italia scarsa fortuna, a dispetto del fatto che l’attualità ne riproponga costantemente l’importanza. Le ragioni di questa latenza sono in parte nella lunga e faticosa ricerca dei NAM, Anno 2 – Fascicolo Speciale DOI: 10.36158/978889295270621 Settembre 2021
556 Fascicolo Speciale 2021 - Recensioni / Reviews documenti necessari, e in parte nella limitatezza degli studi italiani nel ramo, ridottii a pochi testi fondamentali (Una guerra segreta di Giuseppe Conti, In silenzio gioite e soffrite di Andrea Vento, i voluminosi e impegnativi saggi di Maria Gabriella Pasqualini) e molti libri-inchiesta a tesi, dedicati per lo più agli anni del terrorismo. Proprio per questo, il volume scritto da Cosmo Colavito, ingegnere specia- lizzato nelle Tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione, docente di Radiocomunicazioni, e da Filippo Cappellano, colonnello e già Capo dell’Ufficio Storico dell’Esercito, rappresenta un passo avanti notevole nella storiografia mi- litare italiana non solo sulla Grande Guerra. L’interesse destato da quest’opera è dimostrato dalla esigenza sentita dall’Uf- ficio storico dello Stato maggiore della Difesa di far seguire alla prima edizione del marzo 1918, una seconda edizione nel febbraio del 1919 e poi una edizione rielaborata in Inglese pubblicata nell’aprile del 1921 con la copertina riportata a destra nella figura di presentazione. Il libro è dedicato alla storia dell’intelligence italiana nella Prima Guerra Mondiale, con una ampia trattazione del periodo immediatamente precedente, ed opera un focus particolare sull’aspetto della Communication Intelligence o COMINT comprensiva dell’intercettazione e della decrittazione delle comunica- zioni nemiche. Questo particolare aspetto della storia dell’intelligence italiana, che è diventa- to una delle eccellenze attuali degli apparati di informazione e sicurezza, occupa tre delle quattro parti in cui è diviso il libro e la maggior parte dei sedici capito- li. L’inquadramento storico-istituzionale e l’evoluzione dell’Ufficio I, come era battezzato il Servizio segreto italiano durante la guerra, sono trattati in quattro capitoli iniziali, poiché costituiscono la cornice per la narrazione della storia, fino ad ora non esistente, della Communication Intelligence. Quest’ultima comprende la radiotelegrafia militare, le intercettazioni radio, la radiolocalizzazione, le inter- cettazioni telefoniche, la crittografia. Si tratta insomma della storia dei sistemi di protezione e di offesa nelle Telecomunicazioni che il Regio Esercito sviluppò nel corso nel conflitto. Il quadro che emerge dalla ricostruzione è quello di una Italia presentatasi im- preparata al 1915 anche sotto il profilo degli apparati di informazione e sicurezza, limitati alla attività di un organo, l’”Ufficio I”, condotto da ufficiali abbastanza
F. Cappellano - C. Colavito • La Grande guerra segreta sul fronte italiano (1915-1918) [P- Formiconi] 557 competenti ma scarsi di numero e di mezzi finanziari e vincolati ad un contesto professionale, quello degli ufficiali di stato maggiore della casta piemontese, ar- retrato e piuttosto avulso dalle novità tecnologiche. Un contesto, occorre aggiun- gere, ben diverso da quello delle maggiori potenze europee. Malgrado la immediata e preziosa collaborazione di Guglielmo Marconi, for- se il più celebre scienziato dell’epoca nel campo della telegrafia senza fili, la di- fesa della segretezza delle radio comunicazioni militari italiana si dimostra in un primo momento completamente inadeguata. Il primo anno di guerra è segnato da una serie di successi dei servizi di intelligence austro-ungarici dovuti in massima parte alla permeabilità di quasi tutti i cifrari italiani, alla scarsezza dei mezzi e alla generale inesperienza del personale. In particolare, come rivela il capo dello spionaggio austriaco Ronge nelle sue memorie, ed è confermato dai documenti disponibili, operava sul fronte italiano una squadra di abili decrittatori agli ordini del capitano Figl, reduce da notevoli successi contro i russi. Soltanto pochi cifrari scarsamente utilizzati come quello del Comando Supremo, rimasero sostanzialmente non compromessi, mentre quelli dei comandi di armata e di unità inferiori furono quasi tutti in varia misura violati dal nemi- co, che ne trasse un notevole giovamento nel respingere alcune delle offensive italiane. Nel luglio 1915 una missione italiana, costituta dal solo Capitano Luigi Sacco, si recò in Francia al fine di chiedere assistenza soprattutto nel settore della decrit- tazione dei dispacci nemici intercettati che nessuno in Italia riusciva a interpreta- re. I francesi, tuttavia, pur non negando un aiuto generale agli alleati italiani nel settore delle radiocomunicazioni, si guardarono bene dal rivelare loro i metodi utilizzati per decifrare i messaggi nemici. Fu in questo periodo che emerse la figura di Luigi Sacco, l’uomo che di fatto determinò la rinascita della crittografia italiana recuperando sin dal 1917 gran parte del divario col nemico. Egli, con un’opera intelligente e ostinata, iniziò nel 1916 a decrittare i dispacci nemici e colmare alcune lacune crittologiche, pur in un contesto di sostanziale indifferenza degli Alti Comandi che tardarono a comprendere l’importanza di impiegare tempo e risorse per garantire la massima possibile sicurezza delle proprie comunicazioni e di non sottovalutare mai l’abi- lità del nemico.
558 Fascicolo Speciale 2021 - Recensioni / Reviews Sacco è in effetti il vero protagonista del libro. Malgrado le figure di Garruccio, Marchetti e Marconi occupino un posto importante, la figura più rilevante trattata nel volume, che di fatto costituisce anche una parte rilevante della sua biografia professionale, è quella di Luigi Sacco, l’ufficiale cui la di crittologia italiana deve di più, e al cui nome sono legati i successi nel corso della fase finale della Grande Guerra. Sacco, uomo di ingegno multiforme, la cui carriera arriverà fino alla Seconda Guerra Mondiale, fu rapido a capire i limiti della impostazione fin lì seguita, ideando nuovi cifrari, pressoché impenetrabili, e formando lui stesso un capace nucleo di decrittatori che, in parte decentrati nel 1918 presso i Comandi d’Ar- mata, contribuirono al rapidissimo miglioramento nella crittologia offensiva e difensiva. Questo balzo qualitativo, unito all’aumento del materiale disponibile e all’e- sperienza accumulata, giocherà un ruolo non secondario sia nella capacità ita- liana di respingere le offensive nemiche del 1918, sia nel farsi un quadro chiaro della situazione nemica. Numerose sono le novità che il saggio offre anche al di fuori dell’ambito della Communication Intalligence, toccando anche temi ed episodi poco noti ai non specialisti del settore: il ruolo tutt’altro che inefficace nella preparazione della guerra di Libia nel 1911, il coinvolgimento nell’affare spionistico tra i più famo- si della Belle Epoque: il “caso Redl”, l’analisi delle criticità dell’organizzazio- ne di intelligence italiana, riconducibili in massima parte a fondi insufficienti e scarso coordinamento con gli altri apparati di informazione e sicurezza (Marina, Ministero degli Interni, Ministero degli Esteri e delle Colonie). Basti ricordare a questo riguardo l’attivismo intempestivo del Centro I del Regio Esercito in Svizzera ai tempi del “Colpo di Zurigo”, operato dal Servizio della Marina, che per poco non compromise l’esfiltrazione in Italia dei cifrari trafugati. Fra i principali meriti dello studio, valutandone il peso dal lato propriamente storiografico, c’è l’aver riportato un generale riequilibrio nella polemica storio- grafica sull’efficacia dei servizi e in particolare della Communication Intelligence italiana nelle due guerre mondiali. Come rilevato nella parte introduttiva dell’o- pera, con particolare riferimento alla lotta crittografica nella Guerra Mondiale, la versione accettata dalla storiografia straniera, in mancanza di una analoga auto- revole opera italiana, è quella offerta dallo stesso capo dello spionaggio austro-
F. Cappellano - C. Colavito • La Grande guerra segreta sul fronte italiano (1915-1918) [P- Formiconi] 559 ungarico, generale Max Ronge, nelle sue memorie. Queste ultime, si rileva, sono una testimonianza preziosa ma tutt’altro che oggettiva e, come dimostra il caso controverso del “Messaggio di Medea”, non prive di banali errori di data. Inoltre, e qui il discorso potrebbe estendersi fino alla Seconda Guerra Mondiale, i dati disponibili negli archivi italiani una volta messi a confronto con le fonti straniere ci mettono di fronte a contraddizioni notevoli, enigmi che vale la pena di studiare per una completa comprensione delle vicende belliche. È il caso, davvero clamoroso, dell’offensiva di Caporetto e del comportamen- to del generale Badoglio, comandante del XXVII Corpo d’Armata. Come noto ai cultori di quella battaglia il futuro maresciallo d’Italia, attualmente circonfuso da una pessima fama non del tutto immeritata, non esercitò una vera azione di co- mando sulle sue unità a causa del crollo delle sue comunicazioni. Badoglio, infat- ti, nelle ore cruciali della battaglia girovagò lungo la linea del fronte e nelle retro- vie, rendendo così impossibile ai suoi comandanti in sottordine di raggiungerlo anche con le staffette, e accelerando la crisi del suo tratto di fronte. Le indagini condotte sul ruolo delle radiocomunicazioni nel corso della prima giornata del- la battaglia hanno consentito di accertare che tale comportamento, lungi che da incapacità o da paura fisica, fu determinato dalla caccia che l’artiglieria tedesca faceva al suo comando, facilmente localizzato dai modernissimi radiogoniometri nemici ogni volta che si stabiliva in una nuova località e tentava di effettuare qualche radio collegamento. Così che veniva puntualmente colpito dalle precise salve delle batterie, informate della sua dislocazione. Un fattore che non modifica il giudizio generale sull’uomo e sui fatti ma che inquadra il suo comportamento in modo più razionale e rende comprensibile l’e- volversi della battaglia in un passaggio fondamentale che attendeva ancora di essere spiegato al pubblico italiano. Volendo soffermarsi sui difetti del volume possono essere rapidamente elen- cati: una copertina poco accattivante (tre militari in posa attorno ad un ricevitore per intercettazione), la scelta di una carta molto pesante, che rende il volume di scarsa maneggevolezza, la mancanza di un indice dei nomi e la formula dubita- tiva con la quale si accenna al possibile sabotaggio austriaco delle due corazzate italiane, Benedetto Brin e Leonardo Da Vinci, affondate nei porti di Brindisi e Taranto durante la Grande Guerra, la cui perdita si attribuisce oggi a incidenti. Al di là di questi limiti, l’opera è comunque destinata a rimanere come un
560 Fascicolo Speciale 2021 - Recensioni / Reviews punto di riferimento in un campo, ripetiamo, di crescente importanza nel dibattito storiografico sulle due guerre mondiali ma nel quale gli italiani scontano fino ad ora una certa arretratezza. A dispetto della sua lettura a tratti un po’ faticosa e ric- ca di tecnicismi, essa offre al lettore la messe più ampia disponibile sulla Grande Guerra vista dal lato della ricerca e protezione delle informazioni. Il volume è dunque il punto di arrivo di una lunga ricerca, un percorso attra- verso gli archivi, pubblici e privati, di Austria, Francia, Germania e Italia che ha consentito di rendere disponibile il quadro più completo possibile dell’evoluzio- ne dell’intelligence e soprattutto della Communication Intelligence italiane nel primo conflitto mondiale. Tale tassello, che va a colmare la lacuna precedente, consente di approcciarsi ai testi analoghi sulla Seconda Guerra Mondiale con maggiore profondità, e di aprire a nuovi studi la storia del contributo italiano alla “guerra dei codici”. Paolo Formiconi Il cap. Luigi Sacco al tavolo di lavoro al G.Q.G.F. di Chantilly. Archivio foto Luigi Sacco
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Intelligence militare, guerra clandestina e Operazioni Speciali Articles • Aux sources du renseigne- • Les services spéciaux fran- • La chasse aux émetteurs ment humanitaire militaire : çais en Belgique, 1936-1940. clandestins en Suisse durant l’inter vention française au par Étienne Verhoeyn la Seconde Guerre mondiale. Liban de 1860-1861, • S. I. E. P: Organización, fun- Neutralité, communauté du par Gérald Arboit ciones y contribución al siste- renseignement et affaire Rado, ma de inteligencia durante la par Christian Rossé • An Unimportant Obstacle? di Denise Aricò The Prusso-German General Guerra Civil Española, Staff, the Belgian Army and the por José Ramón Soler Fuensanta, • Our Men in Berlin. The Schlieffen Plan, Diego Navarro Bonilla, Héctor Netherlands Military Mission by Lukas Grawe Soler Bonet to the Allied Control Council • Dalla Spagna all’Italia: Il for Germany, 1945-1949, • Des traversées de frontières. by Danny Pronk Servizio d’Informazione Mi Hernalsteens. Le grand réseau litare in Europa nelle pagine • German Intelligence Partner de renseignement français della Rivista dei Carabinieri ships in the Early Cold War. dans les territoires occupés, Reali The American Intelligence 1914-1915, di Flavio Carbone Godfathers, par Emmanuel Debruyne • For Your Freedom and Ours. by Wolfgang Krieger • Le Bureau interallié de ren Polish refugees of war as sol- • L’intelligence militare russa seignement (1915-1918). Un diers and resistance fighters in Il GRU nel decennio 2010- exemple de coopération euro- Western Europe, 2020, péenne en temps de guerre, by Beata Halicka di Nicola Cristadoro par Olivier Lahaie • Le “front-tiers” pyrénéen.Les • Violatori di cifrari. I crittologi voies du renseignement durant del Regio Esercito 1915-43, la Seconde Guerre mondiale, di Cosmo Colavito par Thomas Ferrer Reviews • Military Intelligence negli • Jan Goldman, • Tomaso Vialardi di Sandigliano, Intelligence Studies Words of Intelligence. A Dictionary, Da Sarajevo alla cyberwar, appun- Introduzione alle recensioni [Giangiuseppe Pili] ti per una storia contemporanea, [Giangiuseppe Pili] • James P. Finley (Ed.), [Anthony Cisfarino] • Christopher Andrew & David U. S. Army Military Intelligence • Paolo Gaspari, Dills (Eds), History: A Sourcebook, Le avventure del Carabiniere Ugo The Missing Dimension: [Giangiuseppe Pili] Luca. Governments and Intelligence • Journal of Intelligence History, [Flavio Carbone] Communities in the Twentieth [Francesco Biasi] Century • Virgilio Ilari, • Filippo Cappellano e Cosmo [Giangiuseppe Pili] Colavito, Il Terzo uomo del caso Dreyfus • Richard J. Heuer, La Grande guerra segreta sul fron- [Anthony Cisfarino] Psychology of Intelligence Analysis te italiano (1915-.1918), • Gianluca Jodice, [Giangiuseppe Pili] [Paolo Formiconi] Il cattivo Poeta • Peter Gill, Mark Phythian, • Beata Halicka, [Andrea Vento] Stephen Marrin (Eds.), Borderlands Biography: Z. Intelligence Theory. Key Questions Anthony Kruszewski in Wartime and debates, Europe and Postwar America, [Giangiuseppe Pili] [Paul McNamar]
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