DAL SACRO TRIDuo - tre in cammino

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DAL SACRO TRIDuo - tre in cammino
DAL SACRO TRIDuo
                                            meditAzioni sul tRiduo pAsquAle
                              PARRocchie di S. CRoce, S. mAuRizio e S. PietRo
                                                 – Rho –
                                                                                            PAsquA      2021
                                HO desideRAto ARdentemente
                          Gesù nell’ultima Cena,           e le tentazioni del mondo. Gesù spezza il pane,
                          compie due gesti estrema-        consacra il vino: entra in due elementi basi-lari per
                          mente banali e al tempo          la vita dell’uomo, quel pane derivato dal frutto
                          stesso rivoluzionari: lavare i   per eccellenza, il grano, quel pane quotidiano
                          piedi, spezzare il pane e        necessario per l’oggi che siamo invitati a
                          versare il vino. Questi gesti    chiedere nella preghiera, quel nutrimento che ci
                          della quotidianità del popo-     aiuta a comprendere che non possiamo vivere
                          lo di Israele hanno assunto,     solo del pane materiale, ma anche del pane della
                          dopo il Giovedì santo, un        Parola, del pane del perdono.
                          significato immenso, un          Gesù con l’Eucaristia e poi con la passione e
                          significato solenne, hanno       morte ci mette di fronte anche in maniera forte e
                          impresso uno stile a chi         decisa la sua realtà, la sua verità e ci chiede di
                          vuole seguire Cristo.            seguirlo, ci chiede di metterci in cammino, ci chie-
Mi chiedo come mai Gesù faccia questo: sap-                de di desiderare di vivere la Pasqua, di cambiare
piamo bene di chi fosse figlio, potremmo dire che          anche noi il nostro cuore perché sia sempre pronto
non doveva fare questi gesti così umili, così              ad accoglierlo den-
impropri per la sua regale dignità. Credo che dob-         tro la nostra vita.
biamo tenere presente due cose fondamentali:               È confortante vedere
• Gesù desidera fare la Pasqua, compiere un                come l’abbassamen-
  passaggio, dare un senso nuovo, un senso                 to di Gesù non sia
  rinnovato ai gesti della antica alleanza;                solo nella vita serena
• Gesù è l’immagine del Dio capovolto, del Dio             e felice, quando
  che non sta in un empireo e non si sporca le             tutto va bene, anzi
  mani con l’uomo, anzi Dio si fa carne in Gesù            è decisivo soprat-
  attraverso lo Spirito per condividere in tutto la        tutto nel momento tragico dell’orazione nell’orto
  condizione dell’uomo.                                    dove vi è la lotta tra la volontà umana e la volon-
Gesù si china sull’uomo per lavare i piedi:                tà divina, ma qui si dispiega il grande affidamento
immagine stupenda in cui vediamo un totale                 di Gesù al Padre.
abbassamento (kenosi) appunto perché si possa              Ci aiuti il Signore a vivere un Giovedì santo protesi
manifestare la sua grandezza, la sua potenza che           a guardare come il Figlio desideri fare Pasqua con
ha come centro la libertà; Gesù si abbassa per             noi, come ci lavi i piedi e come si doni a noi in
lavare i piedi e nell’acqua i volti si assommano per       quel sacramento nel quale siamo chiamati a
formarne uno solo, quello del perfetto discepolo,          riconoscerci in Cristo figli amati e come Lui ad
di chi vuol seguire Cristo pur con tutte le difficoltà     invocarlo come Padre.

                          A QuestA moRte si AppoggiA chi vive
«A questa morte si appoggia chi vive». Con                 verità della nostra fede: il Signore della Vita ha
queste parole, Mons. Mario Delpini siglava la Pietà        attraversato la morte, non ne ha raggirato l’ostacolo,
Rondanini, che scelse per accompagnare la                  ma se n’è lasciato schiacciare e soffocare.
preghiera del suo ingresso come Arcivescovo nella          «A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino
nostra Diocesi. È una frase forte, di quelle che           alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a
rimangono scolpite nel cuore e che tengono in              gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che
piedi nei momenti più difficili. È una frase para-         significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
dossale perché proprio la morte – che ci fa sentire        abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti
senza appoggio, ci fa sprofondare nel vuoto e              dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro
nella disperazione – viene riconosciuta come solido        corse a prendere una spugna, la inzuppò di
appoggio per la vita. Non si tratta, chiaramente, di       aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli
una frase ad effetto per un’immaginetta, ma è la           altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a
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salvarlo!”. Ma Gesù di nuovo gridò a gran                            morte non ha più potere su di noi. Il
voce ed emise lo spirito» (Mt 27, 45-50).                            sacrificio di Cristo ha placato quella sua
                                                                     fame nefasta e maligna e ci ha salvato.
Gesù prende su di sé l’angoscia della                                La mano di Lui ci tira fuori dalla morte,
morte, il dolore, lo strappo affettivo, e                            come vediamo nelle icone che pre-sen-
così partecipa “da dentro” alla paura più                            tano Adamo ed Eva afferrati dal Cristo,
grande dell’uomo: la paura di finire nel                             primizia dei morti e dei risorti.
nulla. Anche Gesù sperimenta il senso
dell’abbandono di Dio, il senso della perdi-                                Dov’è, o morte, la tua vittoria?
ta del respiro della vita, ma non cede alla                               Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
tentazione di vincere la morte senza attraversarla.                                  1 Cor 15, 55
Gesù muore e muore per davvero, con dolore e nel
disonore e il suo corpo spezzato, il suo sangue versa-      Ecco, anche noi possiamo gridare, possiamo can-
to, il soffio del suo spirito reso a Dio ottengono al       tare queste parole e questa realtà: la morte è stata
mondo la vita per sempre!                                   inghiottita nella vittoria. Con questa certezza che ci
Grazie, Gesù, perché sei Signore anche nella mor-           tiene in piedi e che ci tira fuori dall’infimo delle
te. Perché non ti sei fermato prima di morire, ma           nostre morti di sempre, da quelle quotidiane e dal-
sei andato avanti, fin dentro la morte, fino a farti        le nuove forme di morte che segnano il nostro tempo,
attanagliare dalle sue spire, fino a farti inghiottire      celebriamo oggi la Morte del Signore che cambia
dal buco nero che essa rappresenta sopra di noi             il nostro modo di interpretare la fine e la morte e il
e fino all’Ade che ci immaginiamo sotto di noi.             nostro modo di vivere la vita e di stare al mondo.
Grazie, Padre, perché hai tanto amato il mondo
da dare il tuo Figlio in pasto alla morte e così la         A questa morte si appoggia chi vive!
   (Suggerimento YouTube: Giacomo Poretti in piazza Duomo: Dialogo fra la Madonnina e il Figlio in Croce)

                       Il silenzio di dio: discese Agli infeRi
                                Ecco il grande mistero,     scrivendo ai Filippesi, ci ricorda come tutto ciò sia
                                dai secoli annunciato:      frutto della kenosi del Verbo, del suo abbassarsi fino
                               nulla è impossibile a Dio!   a terra. Se ci pensiamo, effettivamente, «il Verbo si
                               Nasce nuova speranza,        è fatto carne e ha posto la sua tenda fra la sua
                                    si compie ormai         gente»; quello stesso Verbo incarnato si è lascia-to
                                       la promessa:         immergere nell’acqua del Giordano; si è chinato
                               nulla è impossibile a Dio.   per lavare e baciare i piedi dei traditori – diremmo
                                                            noi, degli amici – direbbe Lui. Ma il mistero dell’Incar-
Con queste parole, tratte dal ritornello di un              nazione non si ferma qui! Facciamo però un passo
moderno canto natalizio, vorrei iniziare questa             per volta e lasciamo che qualche dettaglio dell’ico-
breve riflessione che mi porta a contemplare la             na ci aiuti a intuire qualcosa di questo Sabato santo.
gigantesca icona scritta su una parete della                Il primo particolare che mi colpisce è che su que-
Cappella Redemptoris Mater.                                 sta immagine potremmo sovrapporre una croce:
In questo lato si condensa tutta la speranza cristia-       • nella parte più alta, quasi a formare una gemma
na, resa possibile e certa non dall’«innalzare grandi          preziosa, la Natività. A risaltare, a uno sguardo
torri fino al cielo», quanto piuttosto dai cieli che           globale, Maria, il primo Tabernacolo della storia!
sono stati “schiacciati” a terra dallo stesso Autore           Sarà, ma il mistero di Dio è proprio grande: chi
del creato: «Signore, piega il tuo cielo e scendi», ci         mai avrebbe innalzato così tanto una ragazza, al
fa pregare il Sal 143. Non possiamo giungere a                 punto di stare sopra rispetto al Figlio, rispetto allo
Pasqua senza fare solenne e preziosa memoria                   Spirito Santo che – decisamente – discende,
dell’eterno disegno del Padre che, grazie al «sì» libero       anch’Esso, sul Cristo immerso;
e consapevole di una ragazza e di un giovane si è           • nella parte più bassa è proprio la discesa agli
potuto realizzare. È raro, specie ai nostri giorni,            Inferi. Ne parleremo tra poco;
parlare dell’ultima Cena mentre si discorre del             • il braccio destro (alla nostra sinistra), la crocifissio-
battesimo di Gesù al Giordano. Non capita di                   ne. Presenti la Madre e il soldato romano;
frequente pensare alla solitudine generata dal «pec-        • il braccio sinistro, l’Annunciazione a Maria. A destra
cato delle origini», quando si contempla la grotta di          e a sinistra è, di fatto, pronunciato il Credo: Maria lo
Betlemme. Eppure, è proprio la sacra Liturgia che              pronuncia all’angelo e poi nuovamente abbrac-
ci ha imposto, a ridosso della Settimana Autentica,            ciando il Figlio sulla croce, e il soldato quando
di celebrare l’annuncio santo alla Vergine Maria               afferma «davvero quest’uomo era Figlio di Dio»;
da parte dell’Angelo. Padre Marko I. Rupnik, nel            • al centro il Battista che battezza il Figlio dell’Uomo
pensare questa splendida icona, si è proprio riferito          il quale, tuttavia, scende proprio fino agli Inferi, con-
al mistero della Incarnazione del Verbo. San Paolo,            fermato dal Padre e inabitato dallo Spirito Santo.
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Attorno ci sono poi quattro scene: l’incontro con la         di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di
Cananea, una donna, pagana, bisognosa e – dicia-             essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzio-
mocelo – capace di stressare Gesù, ma con grande             ne, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
intelligenza e profonda fermezza; tra il Battesimo e         Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme
l’Annunciazione, la Presentazione al Tempio di Gesù          e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non
(…dai che almeno una volta c’è anche San Giusep-             è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie
pe!); sotto, Cristo al tavolo dei peccatori e a sinistra     dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando
la lavanda dei piedi a Pietro.                               l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo».
Rispetto alle premesse dell’Antico Testamento, pro-          Tuttavia, neppure questo è sufficiente: la salvezza non
gressivamente intuiamo che l’annuncio cristiano di           si ferma nel giorno della Risurrezione, ma è destinata
passo in passo cerca di irradiarsi in ogni dove. E ad        a segnare tutta la storia, perché così, fin da principio
accompagnare Gesù nel suo tragitto di Incarnato,             fu desiderata. Infatti, questa gemma è al centro della
vi sono peccatori, pagani, traditori e quei sommi            grande barca della Chiesa, presso la quale tutti tro-
sacerdoti che ne sentenzieranno la morte. Tutti              vano ristoro e Pane spezzato, chiamata a solcare le
quelli con i quali io non vorrei avere a che fare, Lui li    vie della storia, custodendo come senso e culmine
sceglie come compagni di strada. Ancora, come                proprio il Maestro che si lascia profumare i piedi e si
amici. Ancor più, come fratelli!                             inginocchia per farsi ultimo tra gli ultimi.
E ora veniamo al cuore di questo semplice                    Perciò, «discese agli inferi». Così affermiamo nel Credo.
pensiero. Come in testa alla Croce sta la Vergine            E ora, Signore, Tu che anche negli Inferi riesci a porta-
Madre “chiusa” in una gemma, così ritroviamo una             re la luce, la vita, abita il nostro silenzio e la nostra
nuova Gemma, caratterizzata per l’ennesima volta             inquietudine, portando la fiamma viva del tuo amo-
dalla presenza del legno. Dapprima, il legno della           re, indelebilmente segnato sulle tue mani e sui tuoi
culla, la mangiatoia, quindi quello della croce – e          piedi. Aiutaci a immergerci ogni giorno nella fonte
ricordiamoci che il papà è falegname: qual dolore            d’acqua che zampilla per la vita eterna, perché
di fronte a un uso improprio del proprio strumento           possiamo morire a noi stessi per risorgere in te e con
di lavoro. Ma nella gemma negli Inferi, si ripresenta        te a nuova vita, a quella vita che viene dal Cielo.
il legno, quello della croce, ora vinta, schiacciata e       E quando qualcosa non mi torna, se i conti sembra-
diventa un solido appoggio per recuperare i due              no sbilanciati in un eccesso da parte tua e in una
«remoti dispersi»: Adamo ed Eva. Tutta la Creazione          pochezza da parte mia, perdonami: devo ancora in-
trova riscatto, trova salvezza nella incarnazione del        tuire cosa significa abbassarmi, devo ancora capire
Verbo fatto uomo. Dal ventre della Madre santissima,         quanto grande è il tuo amore, perché nulla, neppu-
al ventre della Terra. Mi torna alla mente il cap. 8 della   re la morte, sembra poterlo vincere.
Lettera ai Romani:
«La creazione stessa attende con impazienza la rive-         Kyrie eleison, Signore – proprio perché sei il Signore
lazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa    – abbi pietà di me.
alla caducità – non per suo volere, ma per volere

                           suRRexit dominus veRe, AllelujA
Siamo arrivati alla veglia pasquale, «madre di tutte         hai liberato i nostri padri dall’Egitto.
le veglie», come la definiva Sant’Agostino.                  Prendo solo un segno dal lungo testo del Preconio:
Siamo qui, convocati dal Signore a vivere questa             il Cero pasquale. La liturgia ha questa capacità di
liturgia così intensa, consapevoli che Cristo è GIÀ          trasfigurare la realtà: certo, si tratta solo di una
risorto, è risorto una volta per sempre.                     candela, di una grossa candela. Ma quel Cero ci
Il testo dell’Exultet, che i cristiani pregano ormai da      permette almeno un po’ di intuire che cosa sia Gesù
16 secoli, ci aiuta a ripercorrere tutta la storia della     per me, per te.
salvezza, ma non dimentichiamoci che non è solo una          La candela è luce: all’inizio della liturgia, nella chiesa
liturgia commemorativa quella a cui partecipiamo.            buia una semplice piccola fiamma inizia a dissipare
Non stiamo solo celebrando una sorta di “anniversa-          le tenebre. Le mie, le tue tenebre. E poi la candela
rio” dell’uscita dall’Egitto o dell’evento della morte       per dare luce deve consumarsi: Gesù, luce del mon-
e risurrezione nella vita terrena di Cristo. «Lo svolgersi   do, è colui che si consegna. Per dare luce muore. È
di questa veglia santa tutto abbraccia il mistero della      una candela che ci accompagnerà tutto il tempo
nostra salvezza», sentiamo proclamare                                       di Pasqua, fino alla Pentecoste. Ma è
nel Preconio. L’uscita di Israele dall’Egit-                                anche un segno che accompagna
to non era che una anticipazione:                                           tutta la vita del cristiano: è dal Cero
quell’uscita trova la sua pienezza in                                       pasquale che padrino e madrina
Cristo che muore e risorge. E noi,                                          prendono il fuoco durante la liturgia
questa notte, attualizziamo la morte e                                      del Battesimo, ed è ancora la luce del
la risurrezione del Signore. Quindi vera-                                   Cero pasquale ad essere presente
mente è questa la notte in cui tu, o Dio,                                   durante i funerali: davanti al mistero
DAL SACRO TRIDuo - tre in cammino
della morte ci ricorda la nostra speranza cristiana                fondo Cristo risorto che appare agli Undici porta
nella risurrezione.                                                ancora nel suo corpo i segni della passione, tanto
Leggiamo nel testo dell’Exultet: «Teniamo le fiaccole              che Tommaso è tentato di infilarci le dita.
accese, come fecero le vergini prudenti; l’indugio                 Ancora una volta ci viene in aiuto la liturgia di
potrebbe attardare l’incontro col Signore che viene.               questa notte: nel Preconio viene proclamato che
Certamente verrà e in un batter di ciglio, come il                 «con la morte e con la risurrezione alle pecore tutto
lampo improvviso che guizza da un estremo all’al-                  si è donato perché l’umiliazione di un Dio ci inse-
tro del cielo». Cristo tornerà in un modo che non                  gnasse la mitezza di cuore e la glorificazione di un
sappiamo immaginare: anche in questa veglia,                       uomo ci offrisse una grande speranza».
come per tutto il tempo di Avvento, la liturgia ci                 Assistiamo alla donazione totale di Cristo a noi, alla
chiede di metterci in attesa. Il Signore è già risorto,            storia, prima facendosi neonato, poi maestro, poi ser-
ma la Chiesa, in questa veglia, attende il suo                     vo, poi crocifisso. Ma questa obbedienza, questo
ritorno definitivo nella Pasqua di tutte le Pasque:                “andare oltre” le cose piccole (non le piccole
quindi non attendiamo la risurrezione di Gesù, che                 cose!) a cui noi umani diamo tanto peso (la gloria,
è già avvenuta, ma la nostra risurrezione, la                      il farsi forti del rispettare ottuso della legge alla
risurrezione di tutta la Chiesa, che non è ancora                  lettera, l’essere re, dominare gli altri), questo saper
avvenuta.                                                          vedere oltre l’ovvio della quotidianità, lo ha reso
Ma noi chi stiamo attendendo? Un Cristo trionfante?                colui che va oltre il tempo e la storia, e davvero
O un Gesù umile? O forse entrambe le cose: in                      offre a me, a te, a ciascuno una grande speranza.

                            E lA luce nellA tenebRA bRillA,
                          e lA tenebRA non l’hA sopRAffAttA
                             Cristo Signore è risorto!             conto, per quanto possiamo, della grandiosità
                            Rendiamo grazie a Dio!                 della Risurrezione. In questi giorni avremo tanti temi
                        Con questo annuncio al tempo               su sui riflettere, mi permetto di suggerirne due: il
                        stesso festoso e solenne si è              binomio Croce-Risurrezione e andare al fonte
                        sciolto il silenzio che era calato         battesimale.
                        nel Venerdì santo al momento               Credo che il giorno di Pasqua faremmo volentieri a
                        della morte del Signore. Quel              meno di contemplare il Crocifisso, ci sembrerebbe
                        silenzio che ci assorda e qui              fuori luogo, inappropriato; invece se vogliamo tentare
                        assaporiamo la gioia nuova,                di meditare sulla Risurrezione dobbiamo guardare
                        anche se la Pasqua è sempre                ancor di più alla Croce, perché è da li che tutto
                        quella, si celebra alla stessa             parte, è da lì che tutto ha senso; altrimenti credo
                        maniera, i riti liturgici non cam-         che non potremmo dire con la stessa forza di fede
                        biano perché dicono la lunga               il «Rendiamo grazie a Dio».
fede e la lunga tradizione della Chiesa. Forse siamo               L’andare al fonte è un tema tipicamente ambrosia-
noi che dovremmo cambiare, forse siamo noi che                     no, Sant’Ambrogio scrive il suo trattato sui sacramenti
giungiamo a Pasqua diversi, forse siamo noi che                    e invita ad andare al fonte e a guardare ciò che
abbiamo perso lo slancio nell’annunciare il Croci-                 avviene, in questa settimana sono proposti due
fisso risorto. Mentre scrivo mi viene in mente una                 schemi di messe quotidiane, tra cui un formulario
cosa: la risposta all’annuncio della risurrezione credo            «per i battezzati» perché si possa ancor maggior-
che mai come quest’anno lo abbiamo ripetuto quan-                  mente approfondire questo tema di catechesi.
do abbiamo saputo di persone amiche, persone care                  Allora prendiamo que-
che hanno vissuto una prova e ne sono usciti vincitori.            sto impegno in questi
Quel «Rendiamo grazie a Dio» dice che in noi vi è una              giorni: andiamo al fon-
speranza, magari recondita, magari mai detta a paro-               te, guardiamo a ciò
le, ma una speranza che conservavamo nel cuore,                    che li è avvenuto e poi
quasi una certezza che Dio non ci avrebbe abban-                   guardiamo il Crocifisso
donati sul Golgota.                                                e il tabernacolo: uniti
Cristo è risorto: dalla Pasqua si origina la vita della            croce e risurrezione e
Chiesa, la vita dei sacramenti che in questa notte                 poi un ultimo sguardo,
abbiamo celebrato, eucaristia e battesimo; ecco                    ma non ultimo, al cero
come la liturgia ci prende per mano e ci accompa-                  pasquale, segno di quella luce che ha infranto le te-
gna in questi giorni dell’Ottava, una lunga giornata               nebre perché si potesse dire: Cristo Signore è risorto!
nella quale siamo chiamati a renderci sempre più                   Auguri a tutti voi!

                       ARTICOLI PUBBLICATI SUL SITO WWW.TREINCAMMINO.IT NEI GIORNI DEL SACRO TRIDUO PASQUALE.
      QUESTA STAMPA PER PERMETTERE A CHI NON HA CAPACITÀ DI ACCEDERE AL MATERIALE INFORMATICO DI UTILIZZARE QUESTE RIFLESSIONI,
                             PROSEGUENDO LA PREGHIERA ANCHE LUNGO IL TEMPO DI PASQUA CHE È INIZIATO!
                             RINGRAZIAMO COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA STESURA DI QUESTI SCRITTI.
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