ILARIA MARGUTTI - CASERMARCHEOLOGICA
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artisti ospiti Ex Caserma dei Carabinieri: le possibilità di un luogo in divenire. Elisabetta Di Sopra Ketty Tagliatti Palazzo Muglioni si trova in via Aggiunti 55. É un palazzo storico Giancarlo Marcali restaurato negli anni 90 sede attuale degli uffici per l’impiego di Sansepolcro ed ex Caserma dei Carabinieri. Samuele Papiro Nel 2013 è partito il primo progetto di intervento culturale in collaborazione con per una sensibilizzazione cittadina, nei riguardi della ex caser- gli studenti del Liceo ma dal titolo CASERM[..]RCHEOLOGICA, che è poi diventato il nome del luogo attuale. Scientifico e Linguistico L’obiettivo è stato quello di riportargli lattenzione meritata di Sansepolcro nella speranza che questo possa ritrovare un ruolo, un uso ed una identità, anche se revisionata per altra funzione. La Ex-Caserma è un luogo che molti conoscono, ma che dopo la sua chiusura e l’inizio dei lavori di ristrutturazione, è rimasto chiuso, sospeso nel tempo dell’attesa e privato di un possibile utilizzo, nonostante la bella facciata restaurata che si mostra dalla CasermArcheologica via Aggiunti, una delle principali vie biturgensi. presenta Questo primo tentativo volto a trovare anche soluzioni di pos- Recto Verso sibilità lavorative attraverso il dialogo tra creatività e applicazione, Il percorso dello sguardo ha avuto il suo primo risultato a meno di un anno di distanza con a cura di la mostra organizzata dal gruppo di Giraffe Production Labs. Il loro Ilaria Margutti intervento all’interno della ex Caserma, ha portato altre migliorie, in collaborazione aggiungendo valore e possibilità all’utilizzo dello spazio. con l’Istituzione Museo Biblioteca e Archivi Storici di Sansepolcro Con questo nuovo percorso, si dimostra la volontà di voler conti- e con il Patrocinio del Comune nuare a far crescere ed evolvere il progetto CasernArcheologica, di Sansepolcro sottolineando l’importanza dell’incontro e della collaborazione condivisa tra le realtà culturali e di lavoro del nostro territorio. — 12 – 27 luglio 2014 Andrea Laurenzi Aperto tutti i giorni Vicesindaco Sansepolcro. 16.00 - 20.00 Chiuso lunedì 14, martedì 15 e mercoledì 16 Via Aggiunti, 55 Sansepolcro (AR)
L’Opera è Opera solamente quando diviene Recto Verso a cura di Ilaria Margutti l’intimità aperta di qualcuno che la scrive e di qualcun altro che la legge. Maurice Blanchot Recto | Verso Sulla mancanza Preferisco non considerare Recto|Verso segreti, in cui la mancanza si rifugia per Qual è il Verso di questa mostra? alternarsi: il Recto e il Verso, l’Io e il Noi, una mostra, ma un processo relaziona- essere (ri)trovata. Sicuramente è ciò che possiamo intuire il pensiero lineare e quello circolare. le tra opera, pubblico e artista, volto Il termine Recto|Verso è usato per in- senza vedere, l’intenzione, la non-mostra o, Lo sguardo sul mondo va allenato per a sottolineare quell’aspetto invisibile dicare un foglio di pergamena o di papiro mostra in potenziale, che questo processo usare entrambi gli occhi e vedere in della vita che solo l’arte ha il potere di scritti su entrambi i lati. Spesso il Verso era prima di avere la Forma. profondità, altrimenti vedremo qualcosa mettere a fuoco, portando alla luce ciò può riportare un codice o una scrittura non Non sto dicendo di osservare qualcosa di vero ma non di Reale. Il nuovo pensie- che non si può dire. necessariamente riferibile al Recto, che che non c’è, ma qualcosa che ha un modo ro ci permette di spostarci, ci permette In questo modo l’opera esposta rap- arricchisce il suo significato o a volte lo d’essere diverso dal presente, un passato, la messa in gioco che permette il Reale. presenta la relazione in divenire di un muta; non sempre viene percepito imme- una somma relazionale di processi che ha Le opere, non sono solo esposte, esse processo di consapevolezze raggiun- diatamente dallo sguardo, dunque chiede preso forma e ci in-forma, con essa oggi. chiedono, nella forma con la quale sono te attraverso l’incontro con il fruitore, di essere interpretato, per mostrarci altro e Questo che noi viviamo ci permette di state fatte, di spostarci, di cercarle nella assieme al quale si trasforma, si cerca, predisporci a un cambiamento. È il segreto vedere un valore, una piega, una cifra. loro intenzione e nella loro volontà di guarda, si crea ed esperisce il mondo. che si svela completando il senso di qual- Il Luogo scelto è incompiuto, perché in- completezza, pur sapendo di non es- cosa che non riusciamo ancora a vedere. compiuto è il soggetto; Lacan direbbe che serlo. Il processo relazionale è inscritto La Ex-Caserma è perfetta perché possa Allo stesso modo, le opere proposte ci nar- la differenza tra un soggetto e un oggetto nel tempo, perché deriva da un passato, 4 5 compiersi la connessione tra opera, pub- rano tutto quello che non si vede, la parte è la Mancanza originaria, la quale è inco- richiede un’azione presente che modifi- blico e spazio - lo è perché manca della più difficile da trovare, quella che richiede noscibile. Questo Luogo è mancante come cherà il futuro tra i soggetti e il Luogo, cura e del senso, manca di occhi che la lo sforzo dello sguardo e la preparazione noi: ci riflettiamo la nostra decadenza e vero catalizzatore di questa dinamica. guardino e di un presente che la popoli, all’incontro: perché il segreto si riveli, do- allo stesso tempo vediamo Bellezza. La Mancanza ci ha portati qui tramite il ma è proprio in questa mancanza che vremmo prima prepararci ad accoglierlo. Forse possiamo intuire cosa ci manca, ma Desiderio: la nostra capacità di osserva- emerge la forza della sua necessità di allo stesso tempo non lo conosceremo re e agire nel tempo coltiva la possibili- porsi come luogo della relazione, pronto Le opere di Samuele Papiro, Ketty Tagliatti, mai: perché il soggetto in quanto Man- tà, una fluidità del Reale, che noi siamo per essere abitato e per assicurarci che Giancarlo Marcali ed Elisabetta Di Sopra, cante è anche Desiderante, ovvero spinto qui a narrare. questo stesso Luogo, avrà luogo. chiedono il nostro sguardo, il senso che verso un orizzonte che non può afferra- L’opera non solo ci vuole dare una Preferisco pensare che le opere ospi- noi diamo al nostro modo di contemplare re. Questo desiderio è la spinta di ricerca conoscenza, ma nel suo Verso, ci chie- tate, siano un gesto, un cammino, un il mondo e le Opere, accompagnandoci e di senso e di bellezza, anch’essi limitati e de un’azione, un’agire secondo cono- sentiero che ci accompagni alla sco- orientandoci a percepire il Verso delle cose quindi ci lasciano mancanti spingendoci scenza creando Consapevolezza, che perta di ciò che ancora non vediamo, e dell’Arte, per applicarlo alla vita. ancora più in là. a sua volta, ci porterà ad avere nuove CasermArcheologica o semplicemente di ciò che abbiamo In tutto questo, io mi pongo come una Perché il senso, l’orizzonte, non è lì fuori Intenzioni nel mondo. dimenticato perché nascosto nei cas- mediatrice narrante, perché dialogando e non è nemmeno dentro di noi, non c’è Il processo che noi vediamo qui, è setti o nelle scatole dei nostri ricordi. con gli artisti e la mia mancanza, ho sen- fuori e dentro, c’è riconoscimento, spinta composto da tre fili: la relazione edu- tito l’esigenza di capire in prima persona, e creazione. Allo stesso tempo, nella vita cativa, la relazione tra gli artisti e quella Nel gesto di ospitare i quattro artisti, cosa non vedo e come vorrei imparare a di tutti i giorni, ci sentiamo separati, divi- con il fruitore. La narrazione permette il percorso prende il titolo di RECTO|- vedere. — Ilaria Margutti diamo l’Io dal Mondo. di vedere la treccia e non i tre fili se- VERSO, proprio per sottolineare l’esi- Si potrebbe immaginare un pensiero de- parati. — Samuele Papiro stenza delle cose nascoste e dei rumori ambulatorio, dove il cammino ha questo
Opere e artisti Elisabetta di Sopra Temporary, 5’00, 2013 frame da video La ricerca artistica di Elisabetta Di Sopra stenza di quel retro che ogni sfumatura si esprime attraverso l’uso del video per della vita contiene. indagare le dinamiche più sensibili della TEMPORARY, 5’00, 2013 dimensione quotidiana, delle sue micro- In una casa spariscono uno dopo l’altro i storie inespresse, alla ricerca costante di mobili, si svuota di tutto, compresa della un equilibrio non sempre facile da raggiun- padrona di casa. Casa e figura umana resta- gere, nel quale il corpo femminile assume no entrambe nude, perdendo ogni traccia un ruolo essenziale. della memoria di sé e della propria identità. Il corpo diventa medium della realtà DUST GRAINS,3’32’’, 2014 che gli passa attraverso, s’intreccia ed I ricordi lontani, quelli dell’infanzia sono evolve tra le relazioni intessute con il come granelli di polvere negli occhi... mondo, ponendosi come strumento di VARIAZIONI MINIME, 2’00, 2009 conoscenza e di consapevolezza, ma sen- il tempo si fa imagine e suono za ridondanza o spettacolarizzazione: il APPARENZE,1’40’’,2008 corpo di Elisabetta, si fa mezzo di ascolto, Il corpo femminile, protagonista evane- si fa attesa e sguardo, a volte sospeso, a scente ed effimero. La sua forza e la sua 6 7 volte indagato e, negli ultimi lavori esposti fragilità, richiama l’inesorabile illusione nella CasermArcheologica, diventa egli dell’ambizione umana: la durata. stesso lo spazio relazionale tra la memoria personale e quella storica. Nata a Pordenone nel 1969, vive e lavo- I suoi video se pur lavori a sé, rimangono ra a Venezia dove ha conseguito la Lau- sempre legati da un fil rouge in divenire, rea in Pittura presso l’Accademia di Belle non c’è mai una discontinuità, uno stacco o Arti. È curatrice del concorso di videoarte una direzione variabile. Elisabetta ci mostra Maurizio Cosua e della rassegna video Lo la fluidità del suo discorso come se ogni sguardo sospeso all’interno dello Short opera, fosse una consapevolezza raggiunta, Film Festival di Ca’ Foscari. Dal 2013 è cu- un passo sommato ai suoi passi, uno sguar- ratrice degli incontri Video Remakes pres- do dopo l’altro che ne definisce il cammino. so la galleria A+A di Venezia insieme alla Partendo da sceneggiature del vivere direttrice Aurora Fonda e allo storico del CasermArcheologica quotidiano, ci accompagna nelle riletture cinema Carlo Montanaro. dei gesti, delle relazioni, delle dipendenze Le sue opere sono presenti nell’annua- in costante ricerca di equilibrio tra gli affetti, rio di Videoart Yearbook 2014, curato da che siano persone, luoghi vissuti o viventi. Renato Barilli. Con il video Somnium Co- Le sue riletture sono un tentativo di in- leopterae ha partecipato alla rassegna di dagare su ciò che non è possibile vedere, videoarte presso la Bevilacqua La Masa ogni sua visione, tende a prendersi cura curata da CAKE AWAY. Con Visualcontai- dell’invisto, senza mai svelarlo, come se ner è in diverse collettive sia in Italia che bastasse solo la consapevolezza dell’esi- all’estero. —
Opere e artisti Ketty Tagliatti Sur-Naturale Parigi anni folli, ossidi, acquarello, ricamo e spilli d’acciaio, 240x290 cm Nel processo di ricerca, l’”Ossessione” di utopia che dovrebbe, potrebbe condurre partecipa al progresso di indagine e di alla verità. E non a caso tutti i suoi lavori sviluppo della visione di Mondo dell’artista hanno un recto e un verso: proprio come e non potremmo affidarle solo l’accezione nel cammino. Si può guardare avanti, ma negativa e univoca, utilizzata nel linguag- anche tornare indietro. Memoria di vissuti. gio quotidiano. I suoi sono lavori sul tempo, anche se non L’ossessione caratterizza la ricerca di collocabili in una zona precisa: al di là o al molti artisti del 900 - si pensi in primis di qua, poco importa. a Giorgio Morandi - e si presenta quasi Il ricamo le permette di seguire il per- sempre come un rito, un gesto ripetuto corso [...] È un lavoro lento, ma la lentezza e scandito dal tempo dove l’oggetto pro- è necessaria anche nel momento della let- tagonista, ha solo l’importanza di essere tura, in un tempo in cui tutto è all’insegna stato scelto dall’incontro, per diventarne il della velocità. Tratto dal testo di Angela simbolo del percorso personale dell’artista. Madesani, 2007 Lavorare su un unico soggetto permette all’artista, il rapporto intimo con lo scor- Ketty Tagliatti è nata a Ferrara dove vive 9 8 rere del tempo, sospeso tra il qui|ora e il e lavora, diplomata all’Accademia di Bel- pensiero che lo misura; il gesto del fare le Arti di Bologna nel 1991, ha iniziato ad ripetuto, lo estranea dal reale, ma senza esporre in importanti rassegne di arte con- intrappolarlo nell’assenza del distacco. temporanea dal 1992. Ha lavorato con la L’opera di Ketty Tagliatti può rientrare Galleria Studio la Città di Verona, con la nel Recto di questa visione superando nel quale ha realizzato diverse mostre perso- gesto, la traccia del tempo e dell’ossessio- nali e con la Galleria Studio G7 di Bologna. ne stessa. Gli oggetti che hanno occupato Del 2011 è la personale Sur-Naturale - i pensieri di Ketty, sono stati selezionati in Omaggio alla Parigi degli anni folli, a cura una ristretta cerchia di vissuto quotidiano: di M.L.Brunelli presso MLB Home Gallery una Poltrona e una Rosa “del mio giardino”. (FE). Nel 2012 è in una doppia persona- Di fronte alla rosa, ma così è stato anche le con Graziano Spinosi, Vie di dialogo, per la poltrona, è stata affascinata dal reale, a cura di C.Collina e M.Pulini, presso Far CasermArcheologica mediato dalle immagini. Come se avessimo Galleria Comunale a Palazzo Dell’Arengo un’idea virtuale delle cose che ci circonda- Rimini. Nel 2013 è invitata alla collettiva no. Proprio attraverso lo sguardo, Tagliatti INCONTRI, Zeitgenossische Italienische si accorge della lontananza dalla realtà. Ha Kunst presso la Fondazione Schauwerk a sentito il bisogno di testare con l’osserva- Sindelfingen Germania. — zione diretta, ricostruendo il cammino di un oggetto[…] Fare e cancellare per riuscire ad andare oltre. Tutto va oltre, rispetto a quanto riusciamo a vedere in un percorso
Opere e artisti Giancarlo Marcali Quanti tipi di dolore lacerano l’essere gioia, come risposta all’accettazione, alla umano? Infiniti, quanto l’abisso dell’ani- guarigione e al superamento del dolore. ma. Ma tutti lasciano una traccia del loro Il dolore oggi è negato e, nel nostro di- passaggio, una cicatrice, visibile o meno. menticarcene, testimoniamo di non avere A dispetto delle nostre diversità, Giancarlo memoria. Se non siamo noi stessi memoria ci riunisce tutti in virtù della nostra comune non c’è altro che tenga, perché l’unica me- essenza, per la materia di luce di cui siamo moria che vale la pena assimilare, è quella composti, ricordandoci che malgrado i di- che attraversa la nostra corporeità. versi percorsi, abbiamo un’origine comune Marcali, ci invita alla percezione della e che il dolore di ognuno ha il diritto di es- memoria vissuta e ci indica il dolore come sere espresso. Adriana Soldini processo trasformativo, mettendo in luce l’estesia, ovvero la capacità di percepire la La vita è un passaggio temporaneo in cui bellezza attraverso i sensi e la gioia. siamo chiamati a partecipare, è un’occa- Ed ecco che l’indagine si fa radiografia, sione unica e profonda di esperienza e op- trasparenza, luce e frammento, nel qua- 10 11 portunità di ricerca della consapevolezza. le cercare e ritrovare il retro della nostra La vita ha diritto a essere vissuta. storia sensoriale, per risvegliare la gioia Per Giancarlo Marcali l’Opera, è un cam- che passa dalla trasformazione e dall’e- mino lungo la periferia del corpo, d’inda- sperienza corporea. gine sotto la carne, ma senza la carne, dentro le ossa e senza le ossa. Giancarlo Marcali è nato in Svizzera nel Si intravede il principio che spinge la 1963. Si è laureato presso la New South sua ricerca a esplorare l’invisto del corpo, Wales University a Sidney in arti aborigene che si fa medium tra la realtà del suo esse- e culture delle Isole del Sud Pacifico. Dal re limite e la possibilità del superamento 1995 al 2000 apre a Milano Spazio low tech del limite stesso. per promuovere il suo lavoro e quello di altri Il suo è un processo relazionale che artisti e designer. Dal 2003 al 2008 colla- si confronta con una tematica partico- bora con la galleria d’arte contemporanea larmente ostile alla nostra percezione di Emi Fontana a Milano. Dal 2011 Giancarlo ha CasermArcheologica esseri viventi: il dolore dell’anima. esposto le sue installazioni in diverse gal- Per Marcali il dolore è una componente lerie d’arte private a Milano, Roma, Napoli, fondamentale della vita, in quanto la ne- Venezia e Berlino sviluppando la sua ricerca gazione del dolore dell’anima nella società artistica verso l’indagine del momento do- Ri(e)voluzione, contemporanea intorpidisce la nostra per- loroso del percorso dell’anima. installazione, cezione sensoriale, con cui noi esperiamo Gallerie di riferimento: Galleria MAG, radiografie, vetro, l’incontro con il mondo e con l’altro. Como - Sabrina Raffaghello Arte Contem- cavi acciaio e nylon, La sua assenza anestetizza i sensi, la- poranea, Milano. — 300x250x200 cm, sciandoci svuotati dalla percezione della 2012
Opere e artisti Samuele Papiro Samuele Papiro nasce a Verbania nel 1980, lo spazio che lo ospita in modo differente. laureato in Fisioterapia nel 2004 all’univer- Ogni singolo elemento ha valore in quanto sità A.Avogadro di Novara. Oggi è fisiote- parte di un’insieme e l’insieme ha valore rapista all’Istituto di Ricerca e Cura a Ca- perché composto da singoli. rattere Scientifico San Camillo di Venezia. Samuele Papiro si pone una semplice Il suo percorso artistico si concentra so- domanda di fronte alla realtà che vive ogni prattutto sui temi del corpo, della relazione giorno: cosa non vedo? e dell’identità intrecciati con i contenuti È la sua domanda necessaria che gli legati agli studi di psicoanalisi, filosofia e permette la relazione con un altro diverso medicina narrativa. Tra gli autori che hanno da sé. I soggetti con i quali trascorre molte influenzato la sua formazione, si possono ore per la loro riabilitazione, sono quasi citare in particolare Bateson e Lacan. sempre tutti in stato di coscienza minima- È un artista interdisciplinare e l’esperien- le. Questo gli consente l’indagine di una za maturata in ambito clinico nella riabilita- realtà del nostro quotidiano che sottolinea zione di persone con ictus e di persone in l’aspetto nascosto del nostro essere qui e 13 12 stato di coscienza minimale e stati vege- ora. Per Samuele lo Stormo diventa così Lo Stormo, tativi, lo conduce ad indagare il tema del metafora della vita, non solo della propria, installazione di 1832 corpo come entità intenzionale e relazio- ma della relazione con l’altro da sé. disegni di grafite nale, quindi sulla funzione del soggetto. Il cambiamento esiste nell’incontro e acquerellata Ha all’attivo diverse mostre dal 2011 a l’insieme dei cambiamenti generano uno su carta, dimensioni oggi: - MoP a cura di Mark Sink, Denver, stormo di esperienze, l’una collegata variabili, 2012 Colorado (USA) - Neglect mostra perso- all’altra e allo stesso tempo collegate allo nale presso la galleria XXS (PA) a cura di spazio dell’altro. Angela Terrazzini - Profile a cura di Elena Ecco perché lo stormo ha una sua forma Privitera e Marco Filippa, centro En Plein mobile e compatta, fatta di leggi comuni Air, Pinerolo (TO) - Espansione/contrazione e sincronie condivise e allo stesso tempo a cura di Cantiere Corpo – Andrea Penzo ogni elemento si muove ed esiste con le e Cristina Fiore. stesse regole di cui è composto l’insieme. Noi saremo stormo e soggetto nello CasermArcheologica Lo Stormo – 2012 stesso istante in cui ci renderemo con- 1832 disegni, ogni disegno rappresenta sapevoli della relazione, con lo spazio e una settimana di vita, è un’opera in diveni- con l’altro. — re, perché è la metafora della crescita di un corpo. Ogni settimana lo stormo aumenta di uno. È un autoritratto in progressione, un insieme di disegni realizzati a grafite acquerellata su carta. Ogni volta che viene esposto assume forme diverse ed occupa
CasermArcheologica 14 di Ilaria Margutti con gli studenti del Liceo Linguistico di Sansepolcro, Liceo delle Scienze Umane di Poppi e un’ampia partecipazione cittadina. Il Progetto CON RUMORE SEGRETO prende spunto da una pic- cola opera di Duchamp del 1916, anno in cui l’artista regalò al suo amico un ready-made casalingo, un curioso marchingegno costituito da un gomitolo di spago, stretto fra due piastre di ottone con incisa una frase segreta; le due piastre sono con- giunte con quattro lunghe viti: la piastra inferiore funziona da base, mentre la superiore è un vero e proprio coperchio. L’amico aprì le piccole lastre di ottone e vi inserì all’interno un piccolo oggetto, richiuse il tutto e lo restituì a Marcel. L’oggetto al suo interno provoca un rumore nel momen- to in cui viene agitato il piccolo marchingegno. L’esistenza dell’oggetto è così denunciata solo dal rumore segreto, che si produce agitandolo. È segreto, perché sta al buio, si sa che lì dentro c’è un oggetto, ma non si sa che cosa sia il buio funziona come occultamento, è ciò che nasconde e che rende segreto, è la mancanza di chia- rezza e trasparenza, ma non è una assenza. È un contenitore di qualcosa di presente. È uno stratagemma per farci riflettere sul fatto che il buio è sempre un limite di conoscenza, ma anche ciò che ci richiama ad essa: alla luce della conoscenza. Insomma, è motore del senso. (M. Bonfantini - La semiotica e le arti utili a cura di S.Zingale) L’opera non è più il rotolo di spago chiuso tra due piastre e nemmeno la scritta segreta riportata sulla sua superficie, ma è il rumore dell’oggetto chiuso al suo interno, perché nessuno, nemmeno Duchamp, ha mai saputo cosa fosse. È il rumore se- greto che ci fa percepire il suo valore, proprio perché segreto e se svelato, tutto si perderebbe nella banalità materiale. Il rumore è la prova dell’esistenza di qualcosa e manterrà il suo valore fin quando la cosa rimarrà celata, sottolineando il desiderio di conoscenza e la consapevolezza che è nella man- canza che si cela il mistero dell’Arte. Così insieme ai miei allievi e altre persone care, abbiamo creato un’opera collettiva inserendo dentro ad una scatolina di cartone, un piccolo oggetto che squotendolo, facesse ru- more. Tutti conosciamo cosa sia contenuto nelle scatole, ma non in quale sia custodita; alla chiusura della mostra, ognuno si riapproprierà di una scatola conservandola, proprio come fece Duchamp. Il senso/non-senso di questa condivisione, non sta nella costruzione dell’oggetto o della scatola, ma al valore che noi tutti daremo all’INSIEME. Sarà nostra responsabilità conservarne una senza aprirla, perché il segreto sia custodito e soprattutto perché saremo protettori di un processo creativo di un’Opera Collettiva. In fondo è questo che l’opera chiede: il nostro interesse perché abbia valore, quel senso di responsabilità, perché nulla venga trascurato e perso. — … tutti i visitatori sono invitati a scuotere le scatole per sentir- ne il rumore, perché l’opera è invista e in-ascolto. 15 Con Rumore Segreto con alunni del liceo
Gli spazi della Gli spazi della caserma Mappa CasermArcheologica Si sceglie un passato per fondarvi le basi del futuro. Il patrimonio storico custodito nel museo è l’eredità dell’avvenire di un popolo. Federico Ferrari, Lo spazio critico Secondo Piano La mostra inizia qui 2 3 4 Nella sala d’ingresso è allestito il work Primo Piano 1 in progress del progetto NASR - Nuove 16 17 Aree di Sosta Religiosa, degli artisti Michele Tajariol e Lorenzo Cianchi, vincitori del Bando Kilow’Art 2014. 5 7 12 13 14 6 ingresso A scale scale B 15 CasermArcheologica foyer 9 8 10 11 balcone cortile
Credits Ringraziamenti speciali Il logo Il lavoro svolto è stato possibile grazie ad una collaborazione di persone che singo- larmente hanno contribuitocon passione a rendere fattibile questo terzo traguardo della Caserma Archeologica Le Ragazze della 3l2 del liceo Linguistico di Sansepolcro Asia Rosatelli, Lucia Ceccarelli, Dea Carbo- ni, Chiara Nardi, Giulia Guerrini L’importante e prezioso contributo di Fran- cesca Santi, che ha curato la grafica del progetto e il LOGO della CasermArcheo- logica. Mariangela Betti, responsabile dell’Istitu- Ilaria Margutti zione Museo Biblioteca e Archivi Storici di Nata a Modena 1971, vive e lavora a San- di Barberino di Mugello; Il corpo scritto sul Sansepolcro sepolcro, dove svolge l’attività artistica e filo - personale, a cura di Vincenza Toma- Il Vicesindaco Andrea Laurenzi,senza il quella di docente di storia dell’arte. Nel selli, Galleria Nazionale Montevergini, Sira- quale, nulla sarebbe stato possible. 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti cusa; Ilaria Margutti - personale ArtForum, Il gruppo delle GIRAFFE LABS, nato proprio Quello che mi ha colpito entrando di Firenze. Ha collaborato con gallerie: Ja- Bologna dentro a questo Luogo e diventato una pre- nella caserma sono tutte quello ninebeangallery Berlino, Wannabeegallery 2012 - Biennale di FiberPhiladelphia, Phi- ziosissimae indispensabile collaborazione. porte che non sono al loro posto. Milano, MLBhomegallery Ferrara, Bontado- ladelphia; Fuori dalla pelle - personale a 19 18 Ringrazio lo Staff di Kilowatt, Laura Caru- Quegli spazi spostati, richiusi e ri- si ArtGallery Montefalco (PG), Galleria Art cura di Manuela De Leonardis, Lavatoio so, Saverio Verini, Luca Ricci e Lucia Fanchi creati sono sinonimo delle prospet- Forum Bologna. contumaciale, Roma per il prezioso sostegno. tive necessarie per cercare nel pas- Dal 2007 inserisce il ricamo nei suoi di- 2011 - Pelle|Muta - personale a cura di Vi- Il contributo di Radio Errevutì con Marco sato qualcosadi utile per il futuro. pinti, linguaggio in cui sente meglio rap- viana Siviero, Wannabee Gallery di Milano Fabbri e Sofia Bianchini. La caserma è questo: un vecchio presentata la propria poetica. 2009 - Il Filo dell’Imperfetto - personale Flavia Lanza fondamentale promotrice luogo dove ho scorto ipotesi di Nel 2008 le sue opere sono finaliste in a cura di Alessandra Redaelli, Wannabee del progetto. futuro — di Francesca Santi tre premi internazionali: Arte Laguna, Arte Gallery, Milano Agli amici e agli affetti. Mondadori e premio Embroideres Guild di Fiere 2014: Birmingham. Nel 2010 è in Costa d’Avorio Arte Fiera Bologna per il progetto De L’Esprit e de L’Eau soste- Fiere 2013: nuto dal Consolato Italiano. Conteporary Instanbul Segue progetti per la diffusione dell’arte Arte Fiera Verona contemporanea presso il Museo Civico di Paratissima Sansepolcro e la CasermArcheologica. CasermArcheologica Galleria di riferimento Tra le sue mostre principali più recenti: ART FORUM - Bologna 2014 - E Corpore Medendo a curadi Elena www.ilariamargutti.com Merendelli, ex mattatoio di Anghiari (AR) ilaria.margutti@gmail.com 2013 - Catino Azzurro di strega, Ilaria Mar- gutti e Alessandra Baldoni, a Cura di At- lante Cultura - Sala degli Ammassi Citerna (PG); Ananke - personale a cura di Manuela Bacchiega, Sala Espositiva
Quando penso alla cooperazione, ho in mente sempre il sogno comune che passa attraverso l’educazione del bello e la forza del coraggio Ilaria Margutti
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