2 SVP: il partito di raccolta
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2) SVP: il partito di raccolta Nel capitolo precedente ho trattato la storia dell’ Alto Adige è il ruolo giocato dal partito di raccolta nei suoi 60 anni di politica al centro del sistema partitico alto atesino. In questo capitolo analizzerò più da vicino le fasi elettorali, la struttura e la recente crisi dell’ SVP. Oggi la Südtiroler Volkspartei è composta da circa 60.500 membri. La sua struttura è articolata per categorie professionali, varie organizzazioni interne e 289 gruppi locali suddivisi in sette comprensori che danno al partito un carattere corporativo. Le organizzazioni interne sono: • Donne e SVP • Movimento giovanile che si occupa dei membri sotto i 30 anni • Comitato Provinciale per l’occupazione professionale degli anziani per la solidarietà tra generazioni che si occupa dei membri sopra i 60 anni • Comitato Sociale che rappresenta il ceto dei prestatori di lavoro(Arbeitnehmer) • Comitati per la politica agricola(Landwirtschaft) • Comitati economici(Wirtschaft) • SVP-Ladina per la rappresentanza della Val Badia e Val Gardena Queste corrispondono parzialmente alle cordate che sono: ala economica, ala agricola e ala sociale. Ma prima di raggiungere suddetta conformazione il partito ha attraversato alcune fasi politiche differenti che è giusto analizzare. Come sappiamo il partito di raccolta dell’ Edelweiss nacque l’8 maggio 1945 dal movimento antifascista Andreas Hofer Bund, dopo l’arrivo degli alleati nel territorio alpino. Questo, grazie alla sua impostazione antifascista, venne subito riconosciuto dalle forze vincitrici della grande guerra, ma non dal CNL che non approvava l’autodeterminazione. Fin da subito l’ideologia di partito rappresentò il collante del partito di raccolta. L’SVP si impose sullo scenario politico come portatore di ideali autonomistici, cristiano-democratici a tutela della minoranza tedesca e ladina nel Trentino-Alto Adige. Ancora estranea al partito fu la concezione di un ala’sociale. I socialdemocratici sudtirolesi costituirono una sezione di lingua tedesca del PSIUP nell’autunno del 1945. Nel 1946, uscirono dal partito a causa delle divergenze di opinione rispetto all’autodeterminazione e fondarono la Sozialdemokratische Partei 13
Südtirols che, di fatto, si sciolse poco dopo, con l’insuccesso alle elezioni provinciali del 1948. A sua volta Südtiroler Demokratische Partei, fondata nel 1946, rimase senza influenza. Per colpa di veri e propri vuoti di rappresentanza di determinati strati sociali, il compito di portare avanti voce e esigenze di tutte le fasce di popolazione rimase nelle mani dell’SVP. In partenza SVP era un tipico partito di notabili. La borghesia cittadina e liberale ne aveva assunto la guida con Erich Ammon alla Presidenza, e questo diede avvio ad una collaborazione a livello sia regionale che nazionale con la Democrazia Cristiana. Nonostante i molti contrasti politici ed etnici, la matrice cattolica e la lotta contro la sinistra radicale rappresentavano il legame tra i due partiti, mantenuto ben saldo per tutta la prima Repubblica5. Possiamo, infatti, dividere la strategia politica del SVP in due fasi. La prima fino al 1992 con la DC e la seconda ancora presente oggi con le sinistre moderate. a) Analisi elettorale DAL 1948 AL 1992: Le elezioni parlamentari del 18 aprile 1948 consolidarono il monopolio politico del SVP, dopo una campagna elettorale caratterizzata da un elevato grado di mobilitazione della popolazione. Centrali per il partito furono da subito i grandi temi autonomistici e sociali per la ricostruzione, sostenuti per altro dalla chiesa locale. Con il 62,7% dei voti nella Provincia per la Camera e il 48,9% e 82% rispettivamente nelle circoscrizioni di Bolzano e Bressanone per il Senato, SVP riuscì a mandare 3 Deputati (O.von Gutenberg,F. Volgger,T. Ebner) e 2 Senatori (K. Von Braitenberg, J. Raffainer) a Roma. Gli stessi eclatanti risultati vennero raggiunti nelle elezioni provinciali del 28 novembre dello stesso anno. TABELLA 1. Risultati delle elezioni provinciali del 28 novembre 1948 Partiti Voti % Seggi SVP 107.249 67,60 13 DC 17.096 10,78 2 PSI 7.925 4,99 1 PCI 6.281 3,96 1 UI 5.674 3,58 1 PSLI 4.891 3,08 1 MSI 4.662 2,94 1 5 Rottura temporaneo dal 1957 al 1970 14
AT 4.065 2,56 - PSDS 804 0,51 - Totale 158.646 100,00 20 At = Autonomia trentina; PSDS = Partito Socialdemocratico Sudtirolese Durante i primi anni ’50 la collaborazione fra SVP e DC divenne sempre più tesa, a causa della volontà del partito cattolico italiano di sabotare il progetto autonomista sudtirolese. Inoltre la maggioranza democristiana nella Regione permise un’ emarginazione del partito di raccolta tedesco, cosicché non vennero concesse competenze alle Province. Questo perché la DC rappresentava la maggioranza nella Giunta e non concedeva spazi di trattativa al partito di raccolta con il governo di Roma. Contemporaneamente crebbe, se pur non in maniera paragonabile agli anni 80, il consenso verso l’MSI, principale avversario politico del partito sudtirolese. Alle elezioni del 1956, la percentuale di voti del Movimento sociale italiano già saliva al 6,02%, mentre alle comunali dell’anno successivo raggiungeva il 13,25%. Insieme ai monarchici e ai liberali, il Movimento sociale italiano nel Consiglio comunale di Bolzano costituiva un blocco di quasi il 20% dei voti. La paura dei sudtirolesi era quella di diventare minoranza. La tensione politica, si attenuò soltanto con l’apertura a sinistra di Aldo Moro nei primi anni sessanta. TABELLA 2. Risultati delle elezioni provinciali del 16 novembre 1952 Partiti Voti % Seggi SVP 112.602 64,76 15 DC 23.864 13,72 3 PSI 9.996 5,75 1 MSI 8.317 4,78 1 PSDI 6.013 3,46 1 PCI 5.335 3,07 1 PLI-PRI 3.455 1,99 - PNM 3.227 1,86 - IS 609 0,35 - UI 456 0,26 - Totale 173.874 100,00 22 PNM = Partito nazionale monarchico; IS = Indipendenti Sudtirolesi 15
TABELLA 3. Risultati delle elezioni provinciali dell’11 novembre 1956 Partiti Voti % Seggi SVP 124.165 64,40 15 DC 27.676 14,35 3 MSI 11.607 6,02 1 PSI 10.826 5,62 1 PSDI 7.774 4,03 1 PCI 4.203 2,18 1 UIt 2.273 1,18 - PLI 1.669 0,78 - UPT 1.416 0,73 - PEU 1.186 0,62 - Totale 192.795 100,00 22 UIt = Unione italiana; UPT = Unione popolare tirolese; PEU = Popolo europeo Anche a livello nazionale il partito di raccolta registrò risultati simili a quelli del 1948, mantenendo tre seggi alla Camera dei Deputati e due al Senato della Repubblica sia nel 1953 che nel 1958. Nel 1957 all’interno del SVP avvenne la svolta che rivoluzionò il peso politico del partito nelle trattative con Roma, pur restando invariato quello elettorale. Alla testa del partito salì Silvius Magnago (leader del partito fino al 1991), scalzando i notabili di impostazione liberale e indirizzando la politica del partito sulla linea forte dell’autonomismo. Ricordiamo che per protesta la SVP uscì dal Consiglio regionale passando all’ opposizione e restandoci fino all’ approvazione del pacchetto(1970). Paradossalmente questa linea di stampo contadino e nazionalista non rafforzò ulteriormente il consenso al partito di raccolta. A livello provinciale i risultati rimanevano stabili tra il 60 e il 64%, come se gli anni delle bombe e la netta presa di posizione del partito contro questi attentati non influissero sulle scelte dell’ elettore. La mobilitazione della popolazione da parte del SVP era cessata e il suo elettorato si era consolidato attorno al principio di appartenenza. A livello nazionale si registrò un leggero calo nel 1963 e nel 1968, che portò l’Edelweiss sotto il 60% alla Camera. Tuttavia la configurazione del partito restò immutata: infatti, il numero dei Deputati e dei Senatori sudtirolesi rimase lo stesso. TABELLA 4. Risultati delle elezioni provinciali del 6.11.1960 Partiti Voti % Seggi SVP 132.351 63,86 15 DC 30.277 14,61 3 MSI 14.687 7,09 1 16
PSI 12.217 5,90 1 PC 6.514 3,14 1 PSDI 7.544 3,64 1 PLI-PRI 2.839 1,37 - PLI-PDI 2.839 1,37 - PRI 817 0,39 - Totale 210.085 100,00 22 TABELLA 5. Risultati delle elezioni provinciali del 15.11.1964 Partiti Voti % Seggi SVP 134.188 61,27 16 DC 29.596 13,52 3 MSI 13.615 6,22 1 PSI 11.780 5,38 1 PSDI 8.369 3,82 1 PCI 8.051 3,68 1 PLI 5.413 2,47 1 THP 5.258 2,40 1 PSIUP 1.955 0,89 - PRI 733 0,35 - Totale 218.998 100,00 25 THP = Tiroler Heimatpartei; PSIUP = Partito Socialista italiano di unità proletaria TABELLA 6. Risultati delle elezioni provinciali del 17.11.1968 Partiti Voti % Seggi SVP 137.982 60,69 16 DC 32.734 14,40 4 PSDI-PSI 16.328 7,18 2 PSIUP-PCI 13.569 5,97 1 MSI 11.059 4,86 1 PLI 5.872 2,58 1 SFP 5.332 2,35 - PRI 2.733 1,20 - PPT 1.740 0,77 - Totale 227.349 100,00 25 PPT = Partito popolare trentino; SFD = Soziale Fortschrittspartei Südtirols 17
In contrasto con la nuova direzione di stampo contadino e nazionalista nei primi anni ’60 venne a crearsi un movimento di “ricostruzione” che spinse verso una diversificazione interna. Sotto questa influenza il partito di notabili divenne definitivamente un moderno partito di massa e di apparato. Al suo interno iniziò a svilupparsi una differenziazione organizzativa, inizialmente per sesso ed età, con il movimento femminile e la sezione giovani(1966), poi per orientamenti (contadini, economia e lavoratori dipendenti). Il partito si impegnava quindi a rappresentare tutte le classi sociali tradizionali ed emergenti. Il consenso proveniva da un’ampia fetta della società ed era più o meno omogeneamente distribuito tra città e campagna, con leggeri dislivelli negli aggregati urbani, dove i cittadini di madrelingua italiana erano più presenti. Questa situazione cambiò dopo le grandi immigrazioni degli anni ‘60 e ‘70 che portarono in Alto Adige, soprattutto nelle città, un numero consistente di cittadini provenienti dal resto d’Italia. Questo significò un calo elettorale per il partito di raccolta nei centri urbani, calo le cui tracce si riscontrano ancora oggi. Questo fenomeno fu peraltro accompagnato dalla crescita di consenso verso l’MSI, con picchi negli anni ‘80. Nonostante la sua crescente diversificazione interna e il formarsi delle cordate, il partito mantenne un‘elevata compattezza grazie alla divisione etnica presente in Alto Adige con le minoranze tedesca e ladina di cui l’SVP si faceva portavoce. Il partito mantenne, e mantiene tutt’ora, l’etnocentrismo come ragione sociale. La prima scossa nelle fondamenta unitarie del partito provenne dall’elaborazione del Pacchetto ad opera della Commissione dei 19 nel 1969. Il partito si divise tra i favorevoli, disposti a rinunciare all’autodeterminazione per un ampio autonomismo, e gli oppositori di corrente più tradizionale. Con il 52,8% venne approvato il pacchetto all’interno del partito. Magnago mise sopra ogni cosa la conservazione dell’unità del partito, senza riuscirci. L’ala più nostalgica ruppe a destra con il partito di raccolta creando liste e partiti che si rivolgevano al passato. È in questa fase che si registrano i primi cali elettorali significativi, dettati in parte dallo spostamento più a destra dalla fetta di elettori di stampo conservatore. TABELLA 7. Risultati delle elezioni provinciali del 18.11.1973 Partiti Voti % Seggi SVP 132.186 56,42 20 DC 32.990 14,08 5 18
PCI 13.343 5,69 2 PSI 13.214 5,64 2 SPS 12.037 5,14 2 MSI - DN 9.431 4,02 1 PSDI 8.059 3,44 1 SFP 4.012 1,71 1 PRI 3.234 1,38 - PLI 2.806 1,20 - PDU 2.615 1,12 - PFE 374 0,16 - Totale 234.302 100,00 34 SPS = Sozialdemokratische Partei Südtirols; PDU = Partei der Unabhängigen; PFE = Partito federalista europeo Un altro motivo di tensione tra l’ala più conservatrice del partito e gli autonomisti fu la ritrovata collaborazione con la DC trentina nel 1970, dopo l’approvazione del Pacchetto. Già negli anni precedenti ci fu un parziale ristabilimento dei rapporti con la DC romana e bolzanina che portò alla creazione della Commissione dei 19 nel 1961. Questa ricostruzione di rapporti ha certamente contribuito a rendere più scettico l’elettorato tedesco verso l’SVP, mentre la DC nel ’73 raggiungeva risultati notevoli riuscendo a mandare ben 5 consiglieri in Consiglio provinciale. Messa spesso alle strette dalla destra italiana e più volte accusata di svendere i diritti degli italiani in Sudtirolo, la DC iniziò l’attuazione del secondo Pacchetto in un’atmosfera ad essa sfavorevole. Al calo elettorale della DC degli anni successivi che dopo il 1978 divenne inesorabile ed inarrestabile raggiungendo il 9,07% alle provinciali del 1988 e poi il 4,43% nel 1993 corrisponde una ripresa da parte dell’SVP, ritrovata la forza dopo la prima crisi. Il nesso può sembrare poco chiaro: L’elettorato di SVP e DC non corrispondono. Fino agli anni ’80 la relazione fra gli elettorati dei due partiti sembrava pressappoco pari a zero. A un calo di uno non corrispondeva una crescita dell’altro. In questa fase invece lo svuotamento del bacino elettorale della DC si trasforma in un aumento considerevole del consenso verso partiti di rappresentanza italiana di destra, come l’MSI, ma anche ad una crescita elettorale verso SVP. Priva di rappresentanza etnica una piccola parte dell’elettorato italiano inizia a votare per il partito di raccolta. TABELLA 8. Risultati delle elezioni provinciali del 19.11.1978 Partiti Voti % Seggi SVP 163.468 61,27 21 DC 28.800 10,79 4 PCI-KPI 18.776 7,04 3 19
NL-NS 9.749 3,65 1 PSI-SPI 8.944 3,35 1 MSI-DN 7.782 2,92 1 PSDI 6.120 2,29 1 SPS 5.926 2,22 1 PDU 3.548 1,33 1 PLI-ULD 2.924 1,10 - PRI 2.868 1,07 - CI 2.402 0,90 - PPTT-UE 2.274 0,85 - SFP 2.047 0,77 - DP-AD 1.172 0,44 - Totale 266.848 100,00 34 NS = Nuova sinistra; CI = Concentrazione Italiana; DP = Democrazia proletaria A livello nazionale non si verificano cambiamenti sostanziali: La variazioni del voto sono quasi nulle. Infatti tra il 1968 e il 1983 il partito di raccolta manterrà in Provincia tra il 59% e il 62% di consenso per la Camera dei Deputati. Stabili attorno al 40% a Bolzano e l’80% a Bressanone rimarranno anche i risultati nelle circoscrizioni per il Senato della Repubblica. L’SVP continuerà a essere rappresentata a Roma da tre Deputati e due Senatori. Parlamentari sudtirolesi dal 1963 al 1979 Camera SVP 1963 Karl Vaja; Karl Mitterdorfer; Hans Dietl 1968 Karl Mitterdorfer; Roland Riz; Hans Dietl 1972 Roland Riz; Karl Mitterdorfer; Hans Benedikter 1976 Roland Riz; Hugo Gamper; Hans Benedikter 1979 Roland Riz; Hans Benedikter; Hugo Gamper (dopo la sua morte Michl Ebner) Hubert Frasnelli Senato SVP 1963 Luis Sand; Hans Saxl 1968 Peter Brugger; Friedl Volgger 20
1972 Peter Brugger; Karl Zanon 1976 Karl Mitterdorfer; Peter Brugger 1979 Karl Mitterdorfer; Peter Brugger Il logoramento elettorale della DC alla fine del 1970 seguiva le tendenze nazionali, ma era rafforzato da avvenimenti provinciali strettamente legati all’attuazione del secondo Pacchetto. Nel 1976 venne infatti applicata la norma di attuazione del bilinguismo e del sistema proporzionale etnico per la selezione degli impiegati statali. La SVP applicava la proporzionale etnica con la massima rigidità. Impreparati e sorpresi da questi rivolgimenti, i sudtirolesi italiani furono i più colpiti, tanto più che improvvisamente gli impieghi statali non erano più loro privilegio quasi esclusivo. Fu un successo clamoroso per il partito di raccolta che più che mai aveva l’appoggio della minoranza tedesca nella regione. A questa situazione si aggiungeva la crisi dell’industria che colpiva, anch’essa, soprattutto il mercato dei lavoratori italiani, vista la loro superiorità numerica nel settore. Il “Movimento sociale italiano” tentò di sfruttare tutti questi sviluppi negativi per stabilizzarsi nell’elettorato alto atesino di madrelingua italiana come “nuovo partito di raccolta”6. Ci riuscì, raggiungendo il 10,29% alle elezioni provinciali del 1988. TABELLA 9. Risultati delle elezioni provinciali del 20.11.1983 Partiti Voti % Seggi SVP 170.125 59,44 22 DC 27.341 9,55 3 MSI-DN 16.829 5,88 2 PCI/KPI 16.079 5,61 2 AS 12.942 4,52 2 PSI 11.207 3,91 1 WdH 7.285 2,54 1 PDU 6.959 2,44 1 PRI 5.890 2,06 1 SPS 3.853 1,35 - PSDI 3.643 1,27 - PLI 2.178 0,76 - DP-AD 1.248 0,46 - AI 642 0,23 - 6 Guenther Pallaver “ i partiti politici in Alto Adige dal 1945 al 2005” 21
Totale 286.221 100,00 35 AS = Lista alternativa per l’altro Sudtirolo; WdH = Wahlverband des Heimatbundes; AI = Autonomia integrale TABELLA 10. Risultati delle elezioni provinciali del 20.11.1988 Partiti Voti % Seggi SVP 184.717 60,38 22 MSI-DN 31.491 10,29 4 DC 27.748 9,07 3 GAL-LVA 20.549 6,72 2 PSI 12.332 4,03 1 PCI/KPI 9.214 3,01 1 SHB 7.003 2,29 1 FPS 4.133 1,35 1 Lista per A.A. 3.330 1,09 - PRI 3.289 1,08 - Pensionati 1.426 0,47 - PPP 674 0,22 - Totale 305.906 100,00 35 GAL-LVA = Lista verde Alternativi ; FPS = Freiheitliche Partei Südtirol ; PPP = Partito popolare pensionati, SHB = Südtiroler Heimatbund Il quadro politico si stava complicando: I contrasti sulla politica autonomista, di cui Magnago era un grande sostenitore, si inasprirono. Non solo si rafforzò l’MSI, ma fece il suo ingresso sulla scena politica il Südtiroler Heimatbund (SHB) movimento per l’autodeterminazione che consentirà l’ingresso di Eva Klotz in Consiglio provinciale. La pressione sull’SVP iniziò a farsi sentire anche all’interno del partito. Nel 1989 Stephan Gutweniger, Peter Paul Reiner, Christian Waldner, e Pius Leitner assunsero la direzione della Junge Generation SVP (Movimento giovanile) e degli Schützen, cercando di imporre al partito una linea politica nazionalista e favorevole all’autodeterminazione. DAL 1993 al 2003: Il tentativo di modifica di linea politica fu vanificato da un cambio generazionale storico all’interno del partito. Magnago si dimise lasciando il posto al suo successore Luis Durnwalder, che come il suo predecessore, si dimostrò poco propenso a lasciare voce all’ala estremista. Con l’arrivo di Durnwalder si raggiunse l’apice per l’autonomia sudtirolese rappresentato dall’approvazione della liberatoria sulla vertenza alto atesina tra Austria e Italia. Parallelamente i quadri più ostili all’autonomia lasciarono il partito e si pensò di essere finalmente giunti ad una situazione di stabilità. Ma l’avvenuto crollo del sistema partitico italiano ebbe non poche ripercussioni su quello sudtirolese, venendo a mancare i tradizionali partner di coalizione, DC e PSI. A partire dal 1993 la SVP governò quindi con i partiti nati dalla rottura della DC e con l’erede del PCI. Questa rottura di continuità con la 22
tradizione partitica italiana diede una scossa all’equilibrio statico delle forze del sistema dei partiti alto atesino. Infatti, fino a quel momento, l’SVP poteva contare su alleanze con formazioni politiche italiane favorevoli al progetto autonomista. Nel 1988 il 53,37% dell’elettorato italiano dimostrava nelle elezioni provinciali di gradire l’autonomia appoggiando i partiti alleati della Volkspartei. Questa percentuale diminuirà drasticamente raggiungendo il 32,5% nel 2003. Al contrario sarà AN a guadagnarsi il 70% del consenso degli elettori italiani. Il peso della destra anti autonomista crebbe pericolosamente. Anche sul fronte tedescofono fecero la loro apparizione partiti politici avversi all’autonomia e promotori dell’autodeterminazione. Nel 1993 la somma dei consensi di questi partiti (MSI,FPS,Union für Südtirol) era del 22,5% contro il 61,7% degli autonomisti (SVP,PPI) e il 11,9% dei riformisti (Verdi, Ladini, PDS). Dopo il 2008 gli autonomisti scendono al 48%, i riformisti stagnano al 11,8% mentre gli oppositori raggiungono il 34%. Nel 1993 la SVP raggiunge il secondo peggiore risultato di sempre facendo suonare i campanelli d’allarme all’interno del partito. Negli anni successivi campagne elettorali con forti investimenti di capitale (1998) e nuove forme di management e marketing politici e personalizzazione della politica incentrata su Durnwalder, leader incontestato, fanno recuperare terreno alla Volkspartei, ormai partito elettorale professionalizzato. Questo recupero non risulta comunque significativo facendo guadagnare 4 punti in 10 anni. TABELLA 11. Risultati delle elezioni provinciali del 21.11.1993 Partiti Voti % Seggi SVP 160.186 52,04 19 MSI-DN 35.833 11,64 4 Verdi 21.293 6,92 2 FPS 18.669 6,06 2 Union für Südtirol 14.777 4,80 2 DC-PPAA 13.622 4,43 2 Lega Nord 9.115 2,96 1 PDS 9.046 2,94 1 Ladins 6.058 1,97 1 Unione Centro 5.343 1,74 1 PSI 3.847 1,25 - La Rete 2.809 0,91 - Alleanza Democratica 2.705 0,88 - Rif. Com. 2.319 0,75 - 23
Naturgesetzpartei 1.709 0,56 - Partito Democratico 507 0,16 - Totale 307.838 100,00 35 TABELLA 12. Risultati delle elezioni provinciali del 22.11.1998 Partiti Voti % Seggi SVP 171.820 56,6 21 AN – I Liberali 29.287 9,7 3 Verdi 19.696 6,5 2 Union für Südtirol 16.607 5,6 2 FI – CCD 11.345 3,7 1 Ladins-DPS 11.028 3,6 1 Centrosinistra 10.530 3,5 1 Popolari 8.239 2,7 1 FPS 7.543 2,5 1 Unitalia – Fiamma Tric. 5.419 1,8 1 Il Centro – UDA 5.340 1,8 1 Rif. Com. 4.129 1,4 - Lega Nord 2.606 0,9 - Totale 303.589 100,00 35 CCD = Centro Cristiano Democratico ; DPS = Partito Democratico Sudtirolese ; UDA = Unione Democratica dell’Alto Adige TABELLA 13. Risultati delle elezioni provinciali del 26.10.2003 Partiti Voti % Seggi SVP 167.353 55,6 21 AN 25.382 8,4 3 Verdi del Sudtirolo 23.708 7,9 3 Union für Südtirol 20.554 6,8 2 Die Freiheitlichen 15.121 5,0 2 Ins. Sin.-PeD 11.575 3,8 1 Unione Autonomista 11.179 3,7 1 Forza Italia 10.186 3,4 1 Unitalia MpAA 4.499 1,5 1 Ladins 4.112 1,4 - Alternativa Rosa 2.881 1,0 - PdCI 2.614 0,9 - Lega Nord 1.626 0,5 - Totale 300.790 100,00 35 24
Ins.Sin.-PeD = Isieme a Sinistra – Pace e Diritti ; Unitalia MpAA = Unitalia Movimento per l’Alto Adige ; PdCI = Partito dei Comunisti Italiani Il mutamento del sistema partitico italiano ebbe influenze sull’SVP anche a livello nazionale. La legge elettorale del 1993 costringeva, infatti, a alleanze elettorali che vennero rifiutate dal partito di raccolta fino al 2001, quando strinse un’alleanza con l’Ulivo rinnovandola nel 2006 con l’Unione. Parlamentari sudtirolesi dal 1992 al 2006 Camera SVP 1992 Michl Ebner; Helga Thaler Ausserhofer; Hans Widmann 1994 Siegfried Brugger; Hans Wiedmann; Karl Zeller 1996 Siegfried Brugger; Hans Wiedmann; Karl Zeller 2001 Gianclaudio Bressa(Ulivo+Svp); Siegfried Brugger; Hans Wiedmann; Karl Zeller 2006 Gianclaudio Bressa; Siegfried Brugger; Hans Wiedmann; Karl Zeller Senato SVP 1992 Karl Ferrari; Roland Riz; Hans Rubner 1994 Helga Thaler-Ausserhofer; Karl Ferrari; Roland Riz 1996 Helga Thaler Ausserhofer; Armin Pinggera 2001 Helga Thaler Ausserhofer; Alois Kofler; Oskar Peterlini (Ulivo+SVP) 2006 Helga Thaler-Außerhofer; Oskar Peterlini(SVP+Uivo); Manfred Pinzger Per tutti gli anni novanta, sostanzialmente, la SVP mantenne nelle elezioni provinciali la propria posizione dominante imboccando però la strada di un’erosione elettorale sempre più accentuata, mentre a Roma riusciva a difendere il suo monopolio di rappresentanza della popolazione sudtirolese di lingua tedesca al prezzo di formare alleanze con la sinistra moderata e aprirsi parzialmente come partito di raccolta. b) Elezioni 26/10/2008: Successo FPS L’evento sicuramente più preoccupante per l’SVP sono le recenti elezioni amministrative del 26 ottobre 2008 che riflettono il risultato di pressioni e evoluzioni iniziate negli anni novanta e cresciute fino ad oggi. Lo spazio politico di manovra si è drasticamente ridotto, favorendo le nuove destre. La ricerca di nuovi obbiettivi è stata difficoltosa, il rinnovamento dei quadri non ha avuto luogo. Le elezioni del 2008 dimostrano come si sia verificato uno spostamento verso destra dell’elettorato tedescofono. Partiti alternativi alla Volkspartei, emersi negli ultimi venti anni, ne hanno approfittato. La perdita di 7,5 punti a livello provinciale rispetto al 2003 trascina il partito di raccolta sotto l’impensabile soglia del 50%. Con la perdita della maggioranza 25
assoluta e una pericolante coalizione con il PD(6% con 2 seggi) l’SVP perde il posto egemonico che occupava in consiglio provinciale. Si ritrova infatti accerchiata da due opposizioni che insieme formano 13 seggi ed un partito con un peso di 2 seggi senza collocazione. Sto parlando della opposizione “italiana” formata da PDL, Lega Nord e Unitalia, di quella “tedesca” FPS, UfS7 e STF8 e dei Verdi schiacciati dai due schieramenti. TABELLA 1. Risultai delle elezioni Provinciali 26/10/2008 Partito Voti % Seggi SVP 146.545 48,1 18 FPS 43.614 14,3 5 PDL 25.294 8,3 3 PD 18.139 6,0 2 Verdi 17.743 5,8 2 Sud-Tiroler Freiheit 14.888 4,9 2 Union fuer Sudtirol 7.048 2,3 1 Lega Nord 6.411 2,1 1 Unitalia 5.688 1,9 1 IdV 5.009 1,6 – UDC 3.792 1,2 – Ladins 2.226 0,7 – Sinistra dell’A.A 2.226 0,7 – Comunisti Italiani 1.262 0,4 - Come è stato possibile che il partito di raccolta scendesse sotto il 50% perdendo così la maggioranza assoluta? In generale possiamo dire che è avvenuta una grave dispersione del voto in determinate aree. Ciò ha dimostrato che l’elettorato d’appartenenza tradizionale del partito è in rapido calo. Tradizionalmente, soprattutto gli agricoltori e le casalinghe propendevano molto fortemente a favore dell’SVP, mentre basso era il seguito tra gli studenti universitari e tra il ceto impiegatizio9. Seguendo questo trend, verso la fine degli anni 80, con la terziarizzazione e la deruralizzazione, diviene visibile anche in Sudtirolo il fenomeno dell’indebolimento delle lealtà di partito. Oggi possiamo sostenere che ci sia stato uno spostamento diretto di questo tipo di elettore verso la FPS. Per osservare questo fenomeno ho paragonato le elezioni provinciali del 2003 a quelle del 2008. Dai risultati si evince che rimanendo essenzialmente immutato il consenso verso gli altri partiti, l’unico a regredire in modo significativo è l’SVP perdendo 7,5 punti mentre l’unico a 7 Union für Südtirol (Unione per il Sudtirolo) 8 Südtiroler Freiheit (Libertà sudtirolese) 9 Günther Pallaver “i partiti in Alto Adige dal 1945 al 2005” 26
guadagnare consenso in modo sostanzioso è FPS passando da un 5% del 2003 al 14,3% del 2008 salendo di 9,3 punti. TABELLA 2.Confronto fra i risultati delle elezioni provinciali: 2003 e 2008 2003 2008 Partito Voti % Voti % SVP 167.353 55,6 146.545 48,1 FPS 15.121 5,0 43.614 14,3 PDL(AN+FI) 35.568 11,8 25.294 8,3 PD - - 18.139 6,0 Verdi 23.708 7,9 17.743 5,8 Süd-Tiroler Freiheit - - 14.888 4,9 Union für Südtirol 20.554 6,8 7.048 2,3 Lega Nord 1.626 0,5 6.411 2,1 Unitalia 4.499 1,5 5.688 1,9 L’Alto Adige è diviso in 8 comprensori. Disaggregando i risultati per comprensorio e osservando la distribuzione in modo separato si ha la conferma della drastica perdita di consenso nelle fasce elettorali tradizionali. Premetto che il comprensorio dell’Oltre Adige - Bassa Atesina ma soprattutto di Bolzano non ha mai registrato consensi particolarmente elevati per il partito di raccolta. In Bassa Atesina si aggira intorno al 50% mentre nel Bolzanino scende al 20%. Complice di questa dispersione eterogenea nel territorio è la distribuzione linguistica. In queste due zone il peso italofono è maggioritario o per lo meno consistente. Mentre negli altri comprensori, territorialmente più vasti e prevalentemente agricoli, il partito di raccolta convogliava su di sè la stragrande maggioranza dei voti. Ed è proprio qui che ha avuto luogo il “ribaltone”. TABELLA 3.Risultati delle elezioni provinciali del 26.10.2008 divisi per comprensorio 2008 2003 Voti % Voti % Oltre Adige-Bassa Atesina SVP 20.215 47,8 22.779 55,3 FPS 4.731 11,2 1.443 3,5 Bolzano SVP 12.435 22,6 12.034 20,4 FPS 1.548 2,8 512 0,9 Alta Val d’Isarco SVP 6.922 56,2 7.580 63,1 FPS 2.440 19,8 894 7,3 27
Burgvariato SVP 29.675 50,9 34.141 60,1 FPS 8.213 14,1 2.874 5,1 Salto-Sciliar SVP 18.533 60,2 22.013 73,5 FPS 5.223 17,0 1.683 5,6 Val d’Isarco SVP 15.503 50,0 18.147 60,9 FPS 7.366 23,8 2.859 9,6 Val Pusteria SVP 29.339 57,2 34.261 69,3 FPS 9.291 18,1 3.255 6,6 Val Venosta SVP 13.933 59,0 16.398 72,3 FPS 4.803 20,3 1.616 7,1 La Volkspartei perdendo in media 10,95 punti in questi comprensori ha lasciato spazio alla FPS che a sua volta ne guadagna 12. Un altro fattore determinante per l’analisi di queste elezioni è l’andamento nelle zone urbane. Ho già riportato la peculiarità di Bolzano ed il fatto che qui l’SVP non sia il primo partito. In generale il consenso elettorale per la Volkspartei nelle zone urbane è significativamente più basso rispetto alle zone agricole sudtirolesi. Nel 2008 nelle città la perdita di voti SVP è stata minore se paragonata alla crescita di consenso verso l’FPS. Ciò conferma ancora una volta il fatto che l’erosione elettorale del partito di raccolta provenga prevalentemente dalle fasce elettorali “fedeli”. Ne risulta uno spostamento diretto di consenso verso la FPS, postosi in campagna elettorale come diretta alternativa all’SVP. Dimostra oltretutto anche che la FPS è stata in grado non solo di appropriarsi di una fetta di elettorato tradizionalmente fedele al partito di raccolta, ma di imporsi in alcune città, dove questo era meno presente, grazie ad una linea politica neoliberale e anti-immigrazione (temi squisitamente affrontati nelle realtà urbane). Osserviamo quindi l’andamento nei comuni principali dell’Alto Adige escludendo Bolzano e Laives, a causa del minore peso di SVP e FPS in queste cittadine. TABELLA 4.Risultati delle elezioni provinciali del 26.10.2008 divisi per comuni maggiori 2008 2003 Voti % Voti % Bressanone SVP 5.179 43,3 5.657 48,0 FPS 2.213 18,5 834 7,1 Brunico SVP 4.513 48,5 5.295 59,9 FPS 1.620 17,4 573 6,5 Merano SVP 7.175 36,8 7.799 39,4 28
FPS 1.436 7,4 560 2,8 Qui il partito di raccolta perde in media 6,2 punti mentre la FPS ne guadagna in media 9. Grazie alla grafica che segue(figura n.1) è possibile osservare la distribuzione territoriale del voto per comune tra SVP e FPS nelle elezioni del 2008. Concentrandoci su quella riguardante l’SVP e facendo un paragone con i risultati del 2003 si evince che: • I comuni presenti nella tabella 4 registrano il consenso più alto(zone scure di figura n.1) e raggiungono picchi del 76% dei voti. TABELLA 5.Risultati delle elezioni provinciali del 26.10.2008: Comuni SVP 2008 2003 Comune % % Val di Casies 69,6 81,1 La Valle 72,0 74,3 Badia 68,0 60,7 Corvara in Badia 70,4 59,2 Moso in Passiria 68,4 84,7 Senales 75,9 88,8 Martello 68,5 84,2 San Genesio 69,5 82,9 Meltina 74,3 85,5 Verano 70,4 79,9 Avelengo 73,8 85,4 • Si noti che il consenso è drasticamente calato, perdendo dai 10 ai 15 punti, nelle zone dove raggiungeva l’80%. Mentre nei comuni ladini Badia e Corvara di Badia è addirittura cresciuto. Ne è conferma il successo di Florian Mussner, rappresentante ladino, che guadagna 4.173 voti personali. Non si ha quindi una significativa dispersione del voto da parte della minoranza etnica ladina. Si registra comunque un leggero calo negli altri comuni ladini della val Gardena, anche questi a maggioranza ladina. • Negli altri comuni (grigio chiaro in figura n.1) si ha un calo di circa 10 punti in media. L’esempio più significativo è il comune di Sarentino dove l’SVP passa dal 79,4% registrato nel 2003 al 62,7% del 2008. • Si può inoltre notare come sia nelle zone urbane che in quelle dove il voto alla FPS raggiunge il 27%, l’SVP resti sotto il 53%. Figura n.1: distribuzione territoriale del voto SVP per comune: 2008 29
Osservando la grafica riguardante la FPS notiamo come le zone forti siano concentrate nella alta Val d’Israco. In queste zone l’SVP registrava nel 2003 consensi intorno al 70%. Nel 2008 perde dai 12 ai 20 punti mentre la FPS raggiunge il 30%. Figura n.2: distribuzione territoriale del voto FPS per comune: 2008 30
TABELLA 6.Risultati delle elezioni provinciali del 26.10.2008: comuni a consenso più alto per la FPS 2008 2003 Comune % % Campo di Trens 29,9 12,1 Rio di Pusteria 32,2 18,4 Predoi 24,5 16,2 Vandoies 33,0 11,9 Terento 29,3 8,8 Gais 27,7 11,1 Rodengo 32,5 15,4 Luson 27,6 13,1 Varna 27,4 14,2 Velturno 27,5 9,7 Villandro 31,8 10,6 In questi comuni, dove i Freiheitlichen erano già presenti con il 10% in media, i Blu(FPS) hanno aumentato notevolmente il consenso. Negli altri passano da una media del 5% al 15% sottraendo voti direttamente al partito di raccolta: prenderò in esempio i comuni analizzati precedentemente con l’SVP escludendo quelli ladini nei quali FPS non ha successo. TABELLA 7.Risultati delle elezioni provinciali del 26.10.2008: comuni in cui il consenso alla FPS è aumentato maggiormente a scapito dell’SVP 31
2008 2003 Comune % % Sarentino 22,9 6,0 Senales 14,0 4,8 Moso in Passiria 12,8 3,7 Martello 18,0 7,5 San Genesio 13,6 3,9 Avelengo 10,7 4,1 Verano 14,6 5,4 Meltina 13,4 3,8 Si può inoltre notare come, ad esclusione di Bolzano e Merano, nelle altre città la FPS abbia raggiunto il 20% (vedi tab.3). È interessante osservare l’impatto pressappoco nullo della FPS nei comuni ladini, confermando il maggiore peso dell’SVP in questa zona (vedi tab.5). Ma in sostanza su 116 comuni in 81 la FPS supera il 14,3% e in 33 si attesta sopra il 20%. Dati alla mano si può notare come il cambiamento elettorale abbia seguito degli andamenti omogenei in tutta la regione. Questi risultati poco oscillanti mostrano come l’SVP perda in media 10 punti in tutti i comuni (tranne quelli ladini) e che a ciò corrisponda un aumento speculare per la FPS. In sostanza le elezioni del 2008 sono state un evento nuovo per il sistema politico Alto Atesino. Queste hanno provocato disordine all’interno del partito di raccolta accentuando problemi e preoccupazioni obbligando la base del partito ad invocare al più presto la riforma. c) La crisi del Partito di raccolta “Veränderung”, ossia “cambiamento” è stato lo slogan ufficiale della Volkspartei nel dopo-elezioni. A dicembre 2008, a due mesi di distanza dalla “sconfitta” elettorale, il partito di raccolta annuncia di voler intraprendere a breve una riforma interna e di essere intenzionato a rompere con la sua tradizione di partito statico. Gli obiettivi di questo annunciato cambiamento sono: la riconquista dell’elettorato tradizionale e l’estensione a giovani e ambientalisti, l’avvicinamento della dirigenza del partito alla sua base con l’elezione di un nuovo segretario ed il rafforzamento della sezione giovanile. Il congresso venne fissato il 28 marzo 2009 mentre l’elezione del segretario il 18 aprile. La crisi interna al partito è profonda, lo ammettono i suoi esponenti migliori, candidati a succedere a Elmar Pichler-Rolle alla segreteria. Naturalmente la corsa per il titolo di 32
Parteiobmann10 innesca meccanismi di competizione interni tra correnti diminuendo lo spazio di intesa e dialogo. Diversi sono i tentativi di richiamo all’ordine e le denunce dei giochi di potere in atto. Questi rischiano di destabilizzare ulteriormente gli equilibri interni. Uno dei problemi principali del partito sembra siano quindi le cordate che “scalciando” agli estremi espongono a rotture l’insieme del partito di “raccolta”. Come ormai sappiamo l’SVP è suddivisa secondo categorie professionali. Le correnti professionali maggiori sono: Wirtschaft (Imprenditoria), Landwirtschaft (Agricoltura), Arbeitnehmer (Ala sociale). Quest’ultimi, “i prestatoti di lavoro”, rappresentano l’ala sociale cristiano democratica nella quale trovano però spesso spazio anche socialdemocratici. Questa cordata negli anni novanta poneva al centro del suo lavoro le esigenze politico- sociali, lasciando ai membri più conservatori i dibattiti sulla autonomia e sull’autodeterminazione. L’ala sociale ha nel tempo dimostrato di avere le caratteristiche di un partito territoriale, distanziandosi spesso dalle logiche etniche di raccolta. Tale linea politica ha fatto si che questa corrente e i suoi programmi venissero spesso in subordine agli obiettivi delle ali conservatrici ed economiche. La situazione spinse nel 1998 gli “Arbeitnehmer” a considerare l’uscita dal partito, ma ciò non avvenne11. A distanza di 10 anni questo evento si ripropone. Questa volta la volontà di rottura a sinistra non è esplicita ma sono certamente emersi segnali di insofferenza. I risultati dell’assegnazione delle preferenze sono stati deludenti, molti esponenti hanno denunciato la mancanza di una chiara linea politica, Reinhold Perkmann ha lasciato la carica di capogruppo di cordata dopo quattro anni di dirigenza. Lo stesso Oskar Peterlini presentò a marzo un progetto di rilancio dell’ala socialista del partito: L’obiettivo del suo progetto, dice, è quello di salvare il concetto di partito di raccolta, ormai in declino grazie al maggiore peso giocato dalle altre due correnti, economica ed agricola. Sempre Peterlini sostiene che la risposta alla sconfitta elettorale sia proprio quella di riconquistare l’elettorato con la politica sociale. A febbraio 2009 giunse la notizia di una nuova intesa all’interno del partito volta a sedare gli animi tra le cordate, ricompattare il partito di raccolta e ristabilire un legame tra dirigenza e base. In vista dell’elezione del nuovo segretario ad aprile venne stabilita la collaborazione tra Richard Theiner, esponente degli “Arbeitnehmer” e Thomas Widmann, della corrente “Wirtschaft”. La scelta non è casuale: Su 35 candidati in lista SVP per le preferenze del 2008, soltanto Theiner e Widmann sono riusciti a non perdere voti ma a guadagnarne12. Oltretutto i due giovani politici, vicini al 10 Così viene chiamata la carica di segretario di partito 11 Hubert Frasnelli e Sepp Kusstascher abbandonarono l’SVP 12 Guadagnano anche Martha Stocker( 16.671) e Florian Mussner (22.836) 33
“Landeshauptmann” , trovano appoggi anche tra le altre cordate grazie alla loro capacità di negoziatori. La scelta tattica di presentarsi come un duo ha premiato i due politici, che sono riusciti a scalzare la dirigenza Pichler-Rolle. Essendo stati eletti Theiner nuovo segretario, con 82% dei voti, e Widmann, suo vice, i rapporti tra cordate sembrano momentaneamente risolti. Questi avvenuti cambiamenti hanno avuto in realtà effetti limitati sulla crisi di partito. La riforma tanto invocata ha dimostrato di essere una manovra politica per mettere in scacco la dirigenza senza però toccare la struttura del partito ed i suoi meccanismi. La “riformina”, ribattezzata così dalla stampa locale, ha mantenuto aperte le questioni più problematiche per il partito, il quale, dal canto suo, ha dimostrato di non essere in grado di fare un passo verso una maggiore dinamicità. La struttura corporativa articolata per territorio del partito è rimasta immutata. Ciò disincentiva il ricambio generazionale ed espone le sezioni territoriali alle crescenti pressioni provenienti dal FPS in queste aree. Il concetto di partito di raccolta è messo in crisi dalla competizione tra correnti e dalla diversificazione della società che il partito e le sue cordate vogliono rappresentare senza più riuscirci. L’SVP è ancora fortemente ancorata alla rappresentanza etnica e rifiuta quindi la trasformazione in partito territoriale, perché significherebbe l’apertura verso il gruppo linguistico italiano. Ciò “comporterebbe la perdita dello strumento dell’etnia, della minoranza e della rappresentanza esclusiva dei gruppi linguistici tedeschi e ladini.”13 La staticità è di intralcio ad un processo di rinnovo della struttura dei partiti di raccolta. Michaela Mojzis14 sostiene che una Volkspartei debba necessariamente essere dinamica, per adattarsi ai mutamenti sociali continui e per non spezzarsi nel rappresentare una società flessibile. 13 Elmar Pichler-Rolle all’apertura annuale dell’accademia “Silvius Magnago” 14 Ex executive director della Österreichische Volks Partei 34
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