IL WAKA IN PERIODO HEIAN - UniBg

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IL WAKA
   IN
PERIODO
 HEIAN
LA SALITA ALLA PREMINENZA DELLA
         POESIA IN LINGUA AUTOCTONA

     Seconda metà del nono secolo: waka favorito
     da
1.   Ascesa dei Fujiwara
•    Restringersi delle opportunità di carriera
     fondata su erudizione in cinese
•    Politica matrimoniale dei Fujiwara e cultura dei
     “salotti”: salita alla ribalta della scrittura in
     kana
2.   Promozione di alcune figure della corte (es.:
     Daigo)
COME SI SVILUPPÒ IL WAKA A PARTIRE DA
            QUESTA FASE?

 Identificazione definitiva fra waka e
 tanka (di 5-7-5-7-7 more): dal X secolo
 Regolarità tematica
 Favorita da daiei 題 詠 (composizione “a
 freddo” su un tema dato), spesso nel contesto
 di utaawase 歌合せ e byōbu uta 屏風歌
 Discorso critico sul waka (nascita dei karon
 歌論)
IL
KOKIN(WAKA)
    SHŪ
古今(和歌)集

Primo chokusenwakashū
  Dopo il Kokinshū altre   20   antologie
imperiali, fino al 1433.
LA COMPILAZIONE DELL’OPERA
    Compilatori: quattro autorevoli kajin (歌人): Ki
    no Tsurayuki, Ki no Tomonori, Ōshikōchi no
    Mitsune, Mibu no Tadamine
    Incaricati di compiere una selezione dalla
    totalità dei waka esistenti in shikashū 私家集e
    shisenshū 私撰集
    Datazione convenzionale: 905, menzionata
•   Nel manajo 真名序, di Ki no Yoshimochi, come
    data di compilazione della prefazione stessa
•   Nel kanajo 仮名序, di Ki no Tsurayuki, come
    data della “presentazione” dell’opera (forse, data
    dell’ordine di compilazione))
“[Sua maestà], il diciottesimo giorno del quarto
 mese del quinto anno dell’era Engi [905], dando
   l’ordine solenne al cancelliere superiore del
 Ministero degli Affari Imperiali Ki no Tomonori,
  al sovrintendente dell’Archivio di Corte Ki no
 Tsurayuki, al già funzionario della provincia di
 Kai Ōshikōshi no Mitsune e al caporale presso il
 Comando di Destra della Guardia di Corte Mibu
  no Tadamine, fece loro presentare delle poesie
antiche non raccolte nel Man’yōshū nonché quelle
             composte da essi stessi.”

                    Kanajo, traduzione di Ikuko Sagiyama
Fasi della compilazione non chiare
È possibile che sia stato completato fra il 914 e il
920.
Probabilmente, più fasi: collezione delle poesie,
selezione, organizzazione antologica

N.B.: Come per il Man’yōshū, vari manoscritti.
Forma diffusa oggi: quella elaborata nel XII
secolo da Fujiwara no Teika (1111 poesie per 20
maki)
COSA LO CARATTERIZZA RISPETTO AL
               MAN’YŌSHŪ?

1.   Metrica
     Netta prevalenza del tanka:
•    Progressiva      eliminazione      dei    tanka
     metricamente irregolari
•    Fortissima limitazione delle altre forme
     metriche (come chōka e sedōka e altre forme più
     antiche), confinate a maki miscellanei
2.   Autori
     Drastica riduzione
•    delle poesie di anonimi
•    delle poesie in stile o tema popolare
     Professionalizzazione della pratica del
     waka. Si accompagna a
•    Competizione per divenire autorità in poesia,
     (incluse alta aristocrazia e famiglia imperiale).
     Partecipazione ad antologia imperiale =
     legittimazione
•    Tendenza normativa (su tecniche/temi), con
     elaborazione di poetiche
3.   Struttura dell’opera
     Struttura d’insieme più coesa :
•    Uniformità linguistica
•    Coerenza tematica fra le diverse sezioni, e fra le
     poesie incluse nelle sezioni
     Minore numero di componimenti (selezione
     più elaborata)
     Criteri di selezione delle poesie: non solo
     poesie più riuscite/di personalità poetiche
     consacrate, ma sempre poesie che ben si
     inseriscono nel tessuto intratestuale dell’opera
•    N.B.: conta la reinterpretazione               dei
     compilatori, e non l’intenzione dei singoli autori
GLI AUTORI

    La raccolta includeva due principali gruppi di
    poesie/autori:
    “Poesia moderna”: i compilatori stessi e altri poeti
    loro contemporanei
    “Poesia antica”: due principali strati cronologici:
•   750-850 ca.: testi vicini per stile al Man’yōshū (in
    teoria, no ripetizioni, ma una decina ci sono)
•   Generazione immediatamente precedente a quella dei
    compilatori, attiva nel nono secolo (“sei geni poetici”
    rokkasen 六歌仙: Ōtomo no Kuronushi, i tre monaci
    Kisen, Henjō, Fun’ya no Yasuhide e Ono no Komachi
    e Ariwara no Narihira)
STRUTTURA TEMATICA DELL’OPERA

    Le tematiche principali, codificate nel waka
    dalla seconda metà del nono secolo, sono: natura
    (stagioni) e amore:
    Sei maki dedicati alle stagioni
•   due alla primavera
•   uno all’estate
•   due all’autunno
•   uno all’inverno
    Cinque maki dedicati alle poesie d’amore
Nove maki dedicati a temi secondari:
•   poesie encomiastiche (ga no uta 賀歌), maki VII
•   poesie sul tema della separazione (ribetsu no
    uta 離別歌), maki VIII
•   poesie di viaggio (kiryo no uta 羇旅歌), maki IX
•   poesie sui nomi delle cose (mono no na もののな),
    maki X
•   elegie (aisho no uta 哀傷歌,, maki XVI)
•   poesie miscellanee (zō no uta 雑歌), maki XVII-
    XVIII
•   poesie in forme varie (zattai 雑体), maki XIX
•   poesie liturgiche del repertorio dello Ōutadokoro
    ( 大 歌 所 ) e canzoni popolari “delle province
    orientali” (azumauta 東歌), maki XX
Coerente progressione temporale/narrativa fra
    volume e volume e all’interno dei singoli volumi
    Es: volume XV, Amore (trad.: Ikuko Sagiyama)
•   Poesia 765: Avrei dovuto raccogliere/ il seme
    dell’erba    d’oblio/   se   avessi     saputo/quanto
    disperatamente arduo/ è incontrare la persona
    amata
•   Poesia 766: Mi arde la brama, eppure/ non viene la
    notte dell’incontro;/ l’erba d’oblio/ cresce, forse, e
    sommerge/ perfino il sentiero del sogno?
•   Poesia 767: Perfino nel sogno/ si fa sempre più
    arduo/ avere un incontro:/ è perché sono insonne,/ o
    mi ha dimenticato?
•   Poesia 767: Pur la remota terra di Cina,/ che vidi in
    sogno,/ la trovai vicina./ Grande, invero è la
    distanza/ fra le persone che non s’amano più
Tematica che sottende all’intera opera: senso del
tempo

          Da quando a fondo ho immerso
              il mio cuore senza colore
         nella tinta della passione d’amore,
              non mi sfiora il sospetto
            che possa sbiadire, eppure…
            (Ki no Tsurayuki – XIV-729)

              Con le maniche bagnate
                  attinsi dell’acqua
             che, poi, si chiuse nel gelo.
          Oggi, primo giorno di primavera
            il vento lo starà sciogliendo
               (Ki no Tsurayuki – I-2)
IL KANAJO

La poetica del Kokinshū è
espressa nella prefazione in
kana dell’opera, il kanajo di
Ki     no    Tsurayuki,      che
rappresenta:
Una esplicita dichiarazione
degli intenti estetico-poetici
del Kokinshū
Uno dei più antichi trattati
organici di poesia classica.
“La poesia giapponese [Yamato uta], avendo come
     seme il cuore [kokoro] umano, si realizza in
  migliaia di foglie di parole [kotoba]. La gente in
  questo mondo, poiché vive fra molti avvenimenti
 e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo
     alle cose che vede o sente. Si ascolti la voce
 dell’usignolo che canta tra i fiori o della rana che
 dimora nell’acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi,
   non compone poesie? La poesia, senza ricorrere
    alla forza, muove il cielo e la terra, commuove
  perfino gli invisibili spiriti e divinità, armonizza
  anche il rapporto tra l’uomo e la donna, pacifica
           pure l’anima del guerriero feroce.”

                               Traduzione: Ikuko Sagiyama
IDEE CENTRALI ESPRESSE NEL KANAJO:

    Celebrazione di una poesia giapponese che
    Si basi sulla proporzione armoniosa fra kokoro
    (cuore/contenuto) e kotoba (linguaggio)
    Abbia come oggetto principale l’espressione del
    sentimento attraverso le immagini del mondo
    naturale
•   Determinati elementi paesaggistici iniziarono a
    ricorrere in poesia essere regolarmente associati
    a determinati sentimenti
Idea che il Kokinshū dovesse contribuire a far
    affermare un nuovo stile poetico (sama) moderno
    per la poesia giapponese, atto a ridarle prestigio:
•   Intreccio fra la sfera umana e quella della natura
•   Uniformità linguistica (e predominanza dei wago 和
    語 rispetto ai kango 漢語)
•   Artifici retorici, con un approccio “obliquo”
    all’oggetto della poesia, (uso di kakekotoba, engo e
    mitate, mentre l’uso di jokotoba e makurakotoba
    cade in declino)
•   Intellettualismo e sperimentalismo, soprattutto
    nelle poesie a tema stagionale
Esempi (trad. Ikuko Sagiyama):

                       Se in questo mondo
                      non esistesse affatto
                        il fiore di ciliegio,
                      l’anima in primavera
                         sarebbe serena
                   (Ariwara no Narihira, I-53)

                       Il vento d’autunno
                         non è una lama
                    che fende il corpo; eppure
                 perché il cuore umano si stacca
                     e va errando per l’aria?
                    (Ki no Tomonori, XV-787)
Legittimazione della poesia giapponese rispetto a
quella cinese: origine divina della poesia nella
forma del tanka, genere letterario per eccellenza

  “Nel periodo delle divinità possenti non era
stabilito il numero delle sillabe della poesia, ci si
   esprimeva in maniera semplice e schietta e
 sembra che fosse arduo individuare le sostanze
   delle cose. Entrando nelle generazioni degli
uomini, con l’augusto Susanoo s’iniziò a scandire
                 trentun sillabe.”

                              Traduzione: Ikuko Sagiyama
IL KOKINSHŪ COME MODELLO STILISTICO
    E TEMATICO PER LA POESIA SUCCESSIVA

    Kokinshū: precedente normativo, che stabilì
    un canone per la poesia in giapponese successiva,
    in termini di
•   Stile (forme poetiche consentite, figure retoriche,
    lessico)
•   Temi
•   Immagini poetiche
•   In generale, intento poetico
Il waka si afferma attraverso il Kokinshū come
    Poesia incentrata su un numero ristretto di
    temi
•   Eliminazione/marginalizzazione              delle
    tematiche sociali e politiche della poesia in
    cinese (vita famigliare e coniugale, attività
    produttive, religione) e degli elementi
    fantastici e comici
    Poesia lirica ma al contempo lontana
    dall’idea     di    espressione      individuale:
    originalità a talento individuale risiedevano
    soprattutto nell’abilità nel maneggiare una
    tradizione tecnico-tematica già codificata.
LE SUCCESSIVE ANTOLOGIE
                   IMPERIALI
    Condividono alcune caratteristiche fondamentali
    codificate dal Kokinshū:
•   Il numero complessivo di maki (20, tranne alcune
    eccezioni)
•   La distribuzione dei temi al loro interno
    (principalmente cornice stagionale/amorosa)
    Le prime tre antologie, in particolare, formano un
    trittico intitolato Sandaishū 三大集:
•   Kokinshū
•   Gosenwakashū
•   Shūiwakashū
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