Il trittico - Teatro Alighieri

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Il trittico
di Giacomo Puccini
Comune di Ravenna                 Fondazione Ravenna Manifestazioni

  Teatro di Tradizione Dante Alighieri
      Stagione d’Opera 2007-2008

               Il TRITTICO

                 Regione Emilia Romagna
         Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Fondazione Ravenna Manifestazioni

Consiglio di Amministrazione              Assemblea dei Soci
Presidente Fabrizio Matteucci             Comune di Ravenna
Vicepresidente Vicario Mario Salvagiani   Regione Emilia Romagna
Vicepresidente lanfranco Gualtieri        Provincia di Ravenna
                                          Camera di Commercio di Ravenna
Sovrintendente                            Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Antonio De Rosa                           Fondazione del Monte di Bologna e
                                          Ravenna
Consiglieri                               Associazione Industriali di Ravenna
Gianfranco Bessi                          Ascom Confcommercio
Antonio Carile                            Confesercenti Ravenna
Alberto Cassani                           CNA Ravenna
Valter Fabbri                             Confartigianato Ravenna
Francesco Giangrandi                      Archidiocesi di Ravenna e Cervia
Natalino Gigante                          Fondazione Arturo Toscanini
Roberto Manzoni
Maurizio Marangolo                        Revisori dei Conti
Pietro Minghetti                          Giovanni Nonni
Antonio Panaino                           Mario Bacigalupo
Gian Paolo Pasini                         Angelo lo Rizzo
Roberto Petri
lorenzo Tarroni

Segretario generale
Marcello Natali

Responsabile amministrativo
Roberto Cimatti
Fondazione Ravenna Manifestazioni

                                              Sovrintendente
                                             Antonio De Rosa

                                             Direttore Artistico
                                             Angelo Nicastro

                                             Segretario generale
                                              Marcello Natali

                                       Responsabile amministrativo
                                            Roberto Cimatti

SPAzI TEATRAlI                                            SERVIzI TECNICI
Responsabile Romano Brandolini                            Responsabile Roberto Mazzavillani
Servizi di sala Alfonso Cacciari                          Capo macchinisti Enrico Ricchi
                                                          Macchinisti Matteo Gambi, Massimo lai,
MARkETING E uFFICIO STAMPA                                Francesco Orefice, Marco Stabellini
Responsabile Fabio Ricci                                  Capo elettricisti luca Ruiba
Editing e ufficio stampa Giovanni Trabalza                Elettricisti Christian Cantagalli, uria Comandini,
Sistemi informativi, archivio fotografico Stefano Bondi   Marco Rabiti
Impaginazione e grafica Antonella la Rosa                 Portineria Giuseppe Benedetti, Marco De Matteis
Promozione Federica Bozzo
Segreteria Ivan Merlo
Coordinamento biglietteria Maurizio Martini,
Daniela Calderoni
Biglietteria e promozione Bruna Berardi,
Antonella Gambi, Fiorella Morelli, Paola Notturni,
Mariarosaria Valente

uFFICIO PRODuzIONE
Responsabile Emilio Vita
Stefania Catalano, Giuseppe Rosa

SEGRETERIA E CONTRATTuAlISTICA
Responsabile lilia lorenzi
Amministrazione e contabilità Cinzia Benedetti
Segreteria Maria Giulia Saporetti, Michela Vitali
CONVENZIONATE COL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
ACCREDITATE DALL’ASSESSORATO ALLA SANITA’ DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA
             STABILIMENTO TERMALE PRIMA CATEGORIA SUPER
            ACQUA SALSO-BROMO-JODICA-CALCICA-MAGNESIACA
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                                     CORSI IN PISCINA TERMALE
                          Acquagym - Ginnastica di mantenimento - Ginnastica dolce
                                               CORSI IN PALESTRA
                                         Body sculpt - Step - Pilates - Sala pesi
                           CORSI IN PISCINA PER BAMBINI DA 0 A 10 ANNI

                         Tutti i corsi sono guidati da istruttori internazionali ISEF e FIF
                                   È garantita la presenza costante di un medico

                                      • CURE TERMALI: aperto aprile/novembre
            cure inalatorie, sordità rinogena, balneoterapia, vasculopatie periferiche, cure ginecologiche
                             • FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE: aperto tutto l’anno
prestazioni fisioterapiche strumentali, massoterapia, riabilitazione neuromotoria e ortopedica in piscina e palestra
                                     • POLIAMBULATORIO: aperto tutto l’anno
            visite specialistiche, indagini strumentali e di laboratorio, test per le intolleranze alimentari
                                     • CENTRO BENESSERE: aperto tutto l’anno
         completamente rinnovato nella struttura e nell’offerta di trattamenti innovativi e all’avanguardia
                                     • PROGETTO MATRÌK: aperto tutto l’anno
Corsi di gruppo e percorsi individuali sui disturbi alimentari e sull’obesità, seguiti da un team di professionisti che
              interviene sui problemi alimentari considerando la persona nella sua globalità e unicità

      CIRCUITO
           E M I L I A
                                   TERMAL
                         R O M A G N A           E
       TERME DI PUNTA MARINA s.r.l. - Viale C. Colombo, 161 - 48020 Punta Marina Terme (RA) I
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  Cucina tipica di
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IL TRITTICO

   Il tabarro
  dramma in un atto di
   Giuseppe Adami

Suor Angelica
  dramma in un atto di
  Gioacchino Forzano

Gianni Schicchi
       un atto di
  Gioacchino Forzano

       musica di
Giacomo Puccini
IL TAbARRO
                          Opera in un atto

                     libretto di Giuseppe Adami
                  da La Houppelande di Didier Gold

                     Musica di Giacomo Puccini

                            PERSONAGGI

Michele, padrone del barcone, 50 anni                        baritono
Luigi, scaricatore, 20 anni                                     tenore
Il “Tinca”, scaricatore, 35 anni                                tenore
Il “Talpa”, scaricatore, 55 anni                                 basso
Giorgetta, moglie di Michele, 25 anni                         soprano
La Frugola, moglie del Talpa, 50 anni                    mezzosoprano

        Scaricatori – un venditore di canzonette – Midinettes.
                      un suonatore d’organetto.
                            Due amanti.
Un ritratto fotografico di Giuseppe Adami, librettista del Tabarro.
Il soggetto
Sul barcone di Michele, ancorato sulla Senna nei pressi di Parigi, il lavoro degli sca-
ricatori volge al termine. È il tramonto, e Giorgetta, la giovane moglie di Michele,
offre da bere a tutti. Sulla riva passa un suonatore d’organetto: il Tinca si mette a bal-
lare con Giorgetta, ma è maldestro e viene subito sostituito dal più giovane luigi.
Ritorna Michele, e mentre luigi, il Tinca e il Talpa riprendono a scaricare la merce,
lui e Giorgetta accennano al lavoro futuro; nel frattempo sulla riva un venditore di
canzonette offre la sua merce ad alcune sartine che hanno appena terminato il lavoro.
Michele è di cattivo umore: ha il sospetto che Giorgetta lo tradisca con un altro
uomo, visto che la giovane sposa si fa sempre più schiva, scontrosa e insofferente. la
ritrosia di Giorgetta è motivata: nel suo cuore cova la passione per luigi che ogni
sera, richiamato dalla luce tenue di un fiammifero acceso, va a farle visita.
Giunge la Frugola, moglie del Talpa, preoccupata per il mal di schiena del suo uomo;
ha con sé una sacca piena degli oggetti più disparati che ha raccolto nel suo vagabon-
dare per la città, e mostra a Giorgetta anche un cartoccio con il cibo per Caporale, il
gatto prediletto.
la giornata di lavoro è conclusa; il Tinca se ne va all’osteria a cancellare la stan-
chezza, mentre gli altri si soffermano a parlare con Giorgetta. la Frugola sogna una
casetta in campagna dove riposare con il marito e il gatto.
Dopo che la Frugola e il Talpa si sono allontanati, luigi resta, con la scusa di dover
ancora parlare al padrone; in realtà vuole restare solo con Giorgetta, con la quale
scambia accese parole d’amore. Riappare Michele, al quale luigi chiede di essere
lasciato a terra, l’indomani, a Rouen: Michele però lo dissuade, e luigi decide di
restare al lavoro.
È arrivato il momento di accendere i lumi, e gli amanti si accordano per ritrovarsi più
tardi, quando Michele sarà addormentato. Michele e Giorgetta restano soli nella
cabina: lui tenta in ogni modo di risvegliare nell’animo della moglie la passione di un
tempo rievocando nella sua mente i bei giorni trascorsi felici, quando lei chiedeva
rifugio nel calore del suo tabarro, ma Giorgetta respinge ogni tenero tentativo di
riavvicinamento di Michele, e si corica in attesa che il marito si addormenti per poter
finalmente incontrare il proprio giovane amante. Michele è travolto dalla rabbia,
medita la vendetta e tenta invano di capire chi mai possa essere l’uomo che ha rubato
i baci della sua sposa: in preda a foschi pensieri esce dalla cabina e risale sul ponte;
avvolto nell’ampio tabarro guarda la nera acqua del fiume che scorre, poi leva di
tasca la pipa e l’accende. luigi, credendo che sia il segnale, si avvicina furtivo;
Michele lo riconosce, lo afferra, lo stringe alla gola, gli fa confessare la colpa e l’uc-
cide. Torna Giorgetta, che ha sentito rumore; Michele avvolge con il tabarro il corpo
senza vita di luigi; Giorgetta si avvicina allarmata, Michele l’invita a sedergli
accanto e, quando si erge aprendo il tabarro, il corpo di luigi rotola a terra. Gior-
getta lancia un grido e vorrebbe allontanarsi, ma Michele l’afferra e la piega violen-
temente contro il volto dell’amante ucciso.

                                           15
Il tabarro

Il libretto
Lina Rosso, ritratto di Giacomo Puccini nel 1918.
ATTO UNICO                                  chiusa è la lunga giornata,
                                                              e Margot
Un angolo della Senna, dove è ancorato il barcone             l’amor ti darà!…
di Michele.                                                   (Giorgetta esce dalla cabina senza avvedersi di
La barca occupa quasi tutto il primo piano della              Michele. Accudisce alle sue faccende; ritira alcuni
scena ed è congiunta al molo con una passerella.              panni stesi ad asciugare; cava una secchia d’acqua
La Senna si va perdendo lontana. Nel fondo il                 dal fiume e innaffia i suoi fiori; ripulisce la gabbia
profilo della vecchia Parigi e principalmente la              dei canarini.
mole maestosa di Notre-Dame staccano sul cielo di             Finalmente si accorge che il suo uomo è laggiù, e
un rosso meraviglioso.                                        facendo schermo con la mano agli occhi, tanto è
Sempre nel fondo, a destra, sono i caseggiati che             vivo il riflesso del sole che tramonta, lo chiama:
fiancheggiano il lungo-Senna e in primo piano alti
platani lussureggianti.                                       Giorgetta
Il barcone ha tutto il carattere delle consuete               O Michele?… Michele?… Non sei stanco
imbarcazioni da trasporti che navigano la Senna. Il           d’abbacinarti al sole che tramonta?
timone campeggia in alto della cabina. E la cabina            Ti sembra un gran spettacolo?
è tutta linda e ben dipinta con le sue finestrette
verdi, il fumaiolo e il tetto piano, a mo’ d’altana,          Michele
sul quale sono alcuni vasi di gerani. Su una corda                                                Sicuro!
sono distesi i panni ad asciugare. Sulla porta della
cabina, la gabbia dei canarini.                               Giorgetta
È il tramonto.                                                lo vedo bene: dalla tua pipa
Quando si apre il velario, Michele – il padrone del           il fumo bianco non sbuffa più!
barcone – è seduto presso il timone, gli occhi fissi a
contemplare il tramonto. La pipa gli pende dalle              Michele
labbra, spenta. Dalla stiva al molo vanno e vengono           (Accennando agli scaricatori.)
gli scaricatori trasportando faticosamente i sacchi, e        Hanno finito laggiù?
cantando questa loro canzone:
                                                              Giorgetta
Scaricatori                                                   (Premurosamente.)
Oh! Issa! oh!                                                                        Vuoi che discenda?
un giro ancor!
Se lavoriam senza ardore,                                     Michele
si resterà ad ormeggiare,                                     No. Resta. Andrò io stesso.
e Margot
con altri ne andrà.                                           Giorgetta
(Sulla Senna, di tratto in tratto, la sirena d’un             Han lavorato tanto!…
rimorchiatore lancia il suo grido lugubre.Qualche             Come avevan promesso.
cornetta d’automobile lontano.)                               la stiva sarà sgombra, e per domani
                                                              si potrà caricare.
Oh! Issa! oh!
                                                              Bisognerebbe, ora, compensare
un giro ancor!
                                                              questa loro fatica: un buon bicchiere.
Non ti stancar, battelliere,
dopo potrai riposare,
                                                              Michele
e Margot
                                                              Ma certo. Pensi a tutto, cuore d’oro!
felice sarà!
                                                              Puoi portare da bere.
Oh! Issa! oh!
un giro ancor!                                                Giorgetta
Ora la stiva è svuotata,                                      Sono alla fine: prenderanno forza.

                                                         19
Michele                                                       Qui, tutti insieme,
Il mio vinello smorza                                                              lesti!
la sete, e li ristora.                                        (Tutti accorrono alla chiamata, facendosi intorno a
(Avvicinandosi a Giorgetta, affettuosamente.)                 Giorgetta che distribuisce bicchieri e verrà
E a me non hai pensato?                                       mescendo.)
                                                              Ecco! Pronti!
Giorgetta                                                     Nel vino troverem
                            A te?… Che cosa?                  l’energia per finir!
                                                              (E beve.)
Michele
(Cingendola con un braccio.)                                  Giorgetta
Al vino ho rinunciato,                                        (Ridendo.)
ma, se la pipa è spenta,                                      Come parla difficile!… Ma certo:
non è spento il mio ardore…                                   vino alla compagnia!
un tuo bacio, o mio amore…                                                         Qua, Talpa!
(La bacia; essa si scansa voltando il viso. Michele           Al Tinca!… A voi! Prendete!…
un po’ contrariato s’avvia verso la stiva e discende.)
                                                              Il Talpa
Luigi                                                         Alla salute vostra il vino si beva!
(Passando dallo scalo al battello.)                           S’alzi il bicchiere lieti!
Si soffoca, padrona!                                          Tanta felicità
                                                              per la gioia che dà!
Giorgetta                                                     (E s’asciuga la bocca con il dorso della mano.)
                       lo pensavo.
Ma ho io quel che ci vuole.                                   Giorgetta
Sentirete che vino!                                           Se ne volete ancora!…
(Si avvia verso la cabina, dopo aver lanciata
un’occhiata espressiva a Luigi.)                              Il Talpa
Il Tinca                                                                              Non si rifiuta mai!
(Salendo dalla stiva.)                                        (E porge ancora il bicchiere.)
Sacchi dannati!…
Mondo birbone!…                                               Giorgetta
Spicciati, Talpa!                                             (Agli altri.)
Si va a mangiare!                                             Avanti coi bicchieri!

Il Talpa                                                      Luigi
(Salendo dalla stiva con un carico sulle spalle.)             (Indicando un suonatore di organetto che passa
Non aver fretta! non mi seccare!                              sulla banchina.)
Ah! questo sacco spacca il groppone!                                              Guarda là l’organetto!
(Scotendo la testa e tergendosi il sudore col rovescio        È arrivato in buon punto.
della mano.)
Dio! che caldo!… O luigi,                                     Il Tinca
ancora una passata.                                           (Alzando il bicchiere.)
                                                              In questo vino affogo i tristi pensieri.
Luigi                                                         Bevo al padrone!
(Indicando Giorgetta che reca la brocca del vino e i                            Viva!
bicchieri.)                                                   (Beve. Giorgetta torna a mescere.)
Eccola la passata!… Ragazzi, si beve!                                                            Grazie! Grazie!

                                                         20
l’unico mio piacer                                           (Luigi e Giorgetta si staccano. Luigi getta qualche
sta qui in fondo al bicchier!                                moneta al suonatore, poi assieme agli altri s’avvia
                                                             verso la stiva, mentre Michele procede verso
Luigi                                                        Giorgetta.)
(Al suonatore.)
Ei, là! Professore! Attacca!                                 Giorgetta
(Agli amici.)                                                (Dopo essersi ricomposta e ravviati i capelli,
Sentirete che artista!                                       s’avvicina a Michele, con stentata naturalezza.)
                                                             Dunque, che cosa credi? Partiremo
Giorgetta                                                    la settimana prossima?
Io capisco una musica sola:
quella che fa ballare.                                       Michele
                                                             (Vagamente.)
Il Tinca                                                                              Vedremo.
(Offrendosi.)                                                (Da lontano il sibilo d’una sirena.)
                    Ma sicuro!
Ai suoi ordini sempre, e gamba buona!                        Giorgetta
                                                             Il Talpa e il Tinca restano?
Giorgetta
(Ridendo.)
                                                             Michele
To’! Vi prendo in parola.
                                                             Resterà anche luigi.
Il Tinca
                                                             Giorgetta
(Lusingatissimo.)
                                                             Ieri non lo pensavi.
                            Ballo con la padrona!
(Si ride. Ma si ride anche di più perché il Tinca
                                                             Michele
non riesce a prendere il passo e a mettersi d’accordo
con Giorgetta.)                                                                     Ed oggi, penso.

Luigi                                                        Venditore di canzonette
la musica e la danza van d’accordo.                          (Lontano.)
(Al Tinca.)                                                  Chi la vuole l’ultima canzonetta?…
Sembra che tu pulisca il pavimento!                          Chi la vuole?…

Giorgetta                                                    Giorgetta
Ahi! mi hai pestato un piede!                                (Avvicinandosi.)
                                                                                Perché?
Luigi
(Allontanando il Tinca con una spinta e                      Michele
sostituendolo.)                                                       Perché non voglio
Va’! lascia! Son qua io!                                     ch’egli crepi di fame.
(E serra Giorgetta fra le braccia. Essa s’abbandona
languidamente. La danza continua mentre dalla                Giorgetta
stiva appare Michele.)                                       Quello s’arrangia sempre.

Il Talpa                                                     Michele
(Con rapida mossa.)                                          lo so: s’arrangia, è vero. Ed è per questo
Ragazzi, c’è il padrone!                                     che non conclude nulla.

                                                        21
Giorgetta                                                    per amore si morì…
(Seccata.)                                                   È la storia di Mimì!…”
Con te non si sa mai
chi fa male o fa bene!                                       Giorgetta
                                                             (Che ha sempre scrutato Michele.)
Michele                                                      O mio uomo, non sei di buon umore!
(Semplicemente.)                                             Perché?… Che hai?… Che guardi?… E perché
Chi lavora si tiene.                                                                            [taci?…

Giorgetta                                                    Michele
Già discende la sera…                                        T’ho mai fatto scenate?
Oh che rosso tramonto di settembre!
Che brivido d’autunno!                                       Giorgetta
                                                                                       lo so bene:
Il Venditore                                                 tu non mi batti!
(Più vicino.)
Con musica e parole, chi la vuole?                           Michele
                                                                              Forse lo vorresti?
Giorgetta
                                                             Giorgetta
Non sembra un grosso arancio questo sole
                                                             Ai silenzi talvolta, sì, preferirei
che muore nella Senna?
                                                             lividi di percosse!
(Indicando al di là della Senna.)
Guarda laggiù la Frugola! la vedi?                           Michele
Cerca di suo marito. Non lo lascia!…                         (Senza rispondere, risale il barcone.)
Michele                                                      Giorgetta
È giusto. Beve troppo!                                       (Seguendolo con insistenza.)
                                                             Dimmi almeno che hai!
Giorgetta
                         Non lo sai ch’è gelosa?             Michele
                                                                                       Ma nulla!… Nulla!…
Michele
(Non risponde.)                                              Venditore
(Nel frattempo il cantastorie è apparso sulla strada,        “Chi aspettando sa che muore
al di la della Senna, seguito da un gruppo di                conta ad ore le giornate
midinettes che escono da una casa di mode e che si           con i battiti del cuore.”
fermano ad ascoltarlo.)                                      “Ma l’amante non tornò,
                                                             e i suoi battiti finì
Venditore di canzonette                                      anche il cuore di Mimì!”
Chi vuole la canzone?                                        (Il cantore si allontana. Le ragazze, leggendo le
                                                             parole sui foglietti comperati, sciamano, ripetendo la
Le Midinettes                                                strofa. Le loro voci si perdono.)
Bene! bene! sì! sì!
                                                             Giorgetta
Venditore                                                    Quando siamo a Parigi
“Primavera, primavera,                                       io mi sento felice!
non cercare più i due amanti
là fra l’ombre della sera.                                   Michele
Chi ha vissuto per amore                                     Si capisce.

                                                        22
Giorgetta                                                     La Frugola
             Perché?                                          Qui c’è una cena!
(La Frugola è apparsa sul molo; attraversa la                 (E ridendo dello stupore di Giorgetta, spiega:)
passerella e sale sul barcone. È una figura cenciosa e        Cuore di manzo
caratteristica. Ha sulle spalle una vecchia sacca             per Caporale,
gonfia di ogni sorta di roba raccattata.)                     il mio soriano
                                                              dal pelo fulvo,
La Frugola                                                    da l’occhio strano,
Eterni innamorati, buona sera.                                che non ha uguale!

Giorgetta                                                     Giorgetta
O buona sera, Frugola!                                        (Ridendo.)
(Michele, dopo di avere salutato con un gesto la              Gode di privilegi il tuo soriano!
Frugola, entra nella cabina.)
                                                              La Frugola
La Frugola                                                    li merita! Vedessi!
                          Il mio uomo                         È il più bel gatto e il mio più bel romanzo.
ha finito il lavoro? Stamattina                               Quando il mio Talpa è fuori,
non ne poteva più dal mal di reni.                            il soriano mi tiene compagnia.
Faceva proprio pena.                                          Insieme noi filiamo i nostri amori
Ma l’ho curato io: una buona frizione                         senza puntigli e senza gelosia.
e il mio rum l’ha bevuto la sua schiena!                      Vuoi saperla la sua filosofia?
(Ride rumorosamente, poi getta a terra la sacca e vi          Ron ron: meglio padrone
fruga dentro con voluttà, cavandone vari oggetti.)            in una catapecchia
Giorgetta, guarda: pettine fiammante!                         che servo in un palazzo.
Se lo vuoi, te lo dono.                                       Ron ron: meglio cibarsi
È quanto di più buono                                         con due fette di cuore
ho raccolto in giornata.                                      che logorare il proprio nell’amore!
                                                              (Il Talpa appare dalla stiva, seguito da Luigi.)
Giorgetta
(Prendendo il pettine.)                                       Il Talpa
Hanno ragione di chiamarti Frugola:                           To’! guarda la mia vecchia!… Che narravi?
tu rovisti ogni angolo
ed hai la sacca piena.                                        La Frugola
                                                              Parlavo con Giorgetta del soriano.
La Frugola
(Mostrando di mano in mano le cose che nomina.)               Michele
Qui dentro è un po’ di tutto!                                 (Uscendo dalla cabina, si avvicina a Luigi.)
Se tu sapessi – gli oggetti strani                            O luigi, domani
che in questa sacca – sono racchiusi!…                        si carica del ferro.
Ciuffi di piume – velluti e trine,                            Vieni a darci una mano?
stracci, barattoli – vecchie scarpine.
Vi son confusi – strane reliquie,                             Luigi
i documenti – di mille amori.                                 Verrò, padrone.
Gioie e tormenti – quivi raccolgo
senza distinguere – fra il ricco e il volgo!                  Il Tinca
                                                              (Venendo dalla stiva seguito dagli altri scaricatori che
Giorgetta                                                     se ne vanno pel molo, dopo di avere salutato Michele.)
E in quel cartoccio?                                                           Buona notte a tutti.

                                                         23
Il Talpa                                          Il Talpa
Hai tanta fretta?                                 (Alla Frugola.)
                                                  Ce ne andiamo anche noi? Son stanco morto.
La Frugola
                 Corri già a ubriacarti?          La Frugola
Ah! se fossi tua moglie!                          (Stancamente.)
                                                  Ah! quando mai potremo
Il Tinca                                          comprarci una bicocca?
                        Che fareste?              là ci riposeremo.

La Frugola                                        Giorgetta
Ti pesterei finché non la smettessi               È la tua fissazione la campagna!
di passare le notti all’osteria.
Non ti vergogni?                                  La Frugola
                                                  (Cantilenando.)
Il Tinca                                          Ho sognato una casetta
                   No. Fa bene il vino!           con un piccolo orticello.
S’affogano i pensieri di rivolta:                 Quattro muri, stretta stretta,
ché se bevo non penso,                            e due pini per ombrello.
e se penso non rido!                              Il mio vecchio steso al sole,
(Michele discende nella stiva.)                   ai miei piedi Caporale,
                                                  e aspettar così la morte
Luigi                                             ch’è il rimedio d’ogni male!
Hai ben ragione; meglio non pensare,
piegare il capo ed incurvar la schiena.           Giorgetta
                                                  (Vivamente.)
Per noi la vita non ha più valore
                                                  È ben altro il mio sogno!
ed ogni gioia si converte in pena.
                                                  Son nata nel sobborgo e solo l’aria
I sacchi in groppa e giù la testa a terra.
                                                  di Parigi m’esalta e mi nutrisce!
Se guardi in alto, bada alla frustata.
                                                  Oh! se Michele, un giorno, abbandonasse
(Con amarezza.)                                   questa logora vita vagabonda!
Il pane lo guadagni col sudore,                   Non si vive là dentro, fra il letto ed il fornello!
e l’ora dell’amore va rubata…                     Tu avessi visto la mia stanza, un tempo!
Va rubata fra spasimi e paure
che offuscano l’ebbrezza più divina.              La Frugola
Tutto è conteso, tutto ci è rapito…               Dove abitavi?
la giornata è gia buia alla mattina.
Hai ben ragione: meglio non pensare.              Giorgetta
                                                                Non lo sai?
Il Tinca
Segui il mio esempio: bevi.                       Luigi
                                                  (Avanzando d’improvviso.)
Giorgetta                                                                     Belleville!
Basta!
                                                  Giorgetta
Il Tinca                                          luigi lo conosce!
       Non parlo più!
A domani, ragazzi, e state bene!                  Luigi
(S’incammina e scompare su per il molo.)          Anch’io ci sono nato!

                                             24
Giorgetta                                               Il Talpa
Come me, l’ha nel sangue!                               (Che s’è poco interessato dello sfogo di Giorgetta.)
                                                        Se s’andasse a mangiare?…
Luigi                                                   (A Luigi.)
Non ci si può staccare!                                                                 Che ne dici?

Giorgetta                                               Luigi
Bisogna aver provato!                                   Io resto: ho da parlare col padrone.
(Con crescente entusiasmo.)
Belleville è il nostro suolo e il nostro mondo!         Il Talpa
Noi non possiamo vivere sull’acqua!                     Quand’è così, a domani.
Bisogna calpestare il marciapiede!…
                                                        Giorgetta
là c’è una casa, là ci sono amici,
                                                                                Miei vecchi, buona notte!
festosi incontri, piene confidenze…                     (Il Talpa e la Frugola s’incamminano
                                                        canterellando: “Ho sognato una casetta…”. Le loro
Luigi                                                   voci si perdono.)
Ci si conosce tutti! S’è tutti una famiglia!
                                                        Giorgetta
Giorgetta                                               (Sommessa, ma con ardore.)
(Continuando.)                                          O luigi! luigi!
Al mattino, il lavoro che ci aspetta.                   (E come Luigi fa l’atto di avvicinarsi, essa con un
Alla sera i ritorni in comitiva…                        gesto lo ferma.)
Botteghe che s’accendono                                Bada a te! Può salir fra un momento!
di luci e di lusinghe…                                  Resta pur là, lontano!
vetture che s’incrociano,
domeniche chiassose,                                    Luigi
piccole gite in due                                     Perché dunque inasprisci il tormento?
al Bosco di Boulogne!                                   Perché mi chiami invano?
Balli all’aperto e intimità amorose!?…
È difficile dire cosa sia                               Giorgetta
quest’ansia, questa strana nostalgia…                   Vibro tutta se penso a iersera,
                                                        all’ardor dei tuoi baci!…
Luigi e Giorgetta
(Con esaltazione.)                                      Luigi
Ma chi lascia il sobborgo vuol tornare,                 In quei baci tu sai cosa c’era….
e chi ritorna non si può staccare.
                                                        Giorgetta
C’è là in fondo Parigi che ci grida
                                                        Sì, mio amore… Ma taci!
con mille voci il fascino immortale!…
(I due amanti restano per un attimo assorti, la         Luigi
mano nella mano, come se lo stesso pensiero e la        Quale folle paura ti prende?
stessa anima li trascinasse. Poi, riprendono
istantaneamente la coscienza che gli altri li           Giorgetta
guardano, e si staccano.)                               Se ci scopre, è la morte!

La Frugola                                              Luigi
(Dopo un breve silenzio.)                               Preferisco morire, alla sorte,
Adesso ti capisco: qui la vita è diversa…               che ti tiene legata!

                                                   25
Giorgetta                                          Michele
Ah! se fossimo soli, lontani…                      A preparare i lumi.

Luigi                                              Luigi
E sempre uniti!…                                   Buona notte, padrone…

Giorgetta                                          Michele
                E sempre innamorati!…                                         Buona notte.
Dimmi che non mi manchi!…                          (Entra nella cabina.)
                                                   (Luigi è quasi presso la passerella. Giorgetta lo
Luigi                                              raggiunge lentamente. – Il dialogo che segue è
                                  Mai!             rapido, concitato, sommesso, ma pieno di intensità
(E fa l’atto di correre a lei.)                    amorosa.)

Giorgetta                                          Giorgetta
(Bruscamente.)                                     Dimmi: perché gli hai chiesto
Sta’ attento!                                      di sbarcarti a Rouen?
(Infatti Michele risale dalla stiva.)
                                                   Luigi
Michele                                                                   Perché non posso
(A Luigi.)                                         dividerti con lui!…
Come? Non sei andato?…
                                                   Giorgetta
Luigi                                                                Hai ragione: è un tormento…
Padrone, v’ho aspettato,                           Anch’io ne sono presa, anch’io la sento
perché volevo dirvi                                ben più forte di te questa catena!…
quattro parole sole:                               È un’angoscia, è una pena,
intanto ringraziarvi                               ma quando tu mi prendi,
d’avermi tenuto…                                   è più grande il compenso!
Poi volevo pregarvi,
se lo potete fare,                                 Luigi
di portarmi a Rouen                                Par di rubare insieme qualche cosa alla vita!
e là farmi sbarcare…
                                                   Giorgetta
Michele                                            la voluttà è più intensa!
A Rouen? Ma sei matto?
là non c’è che miseria:                            Luigi
ti troveresti peggio.                                                          È la gioia rapita
                                                   fra spasimi e paure…
Luigi
Sta bene. Allora resto.                            Giorgetta
                                                                          In una stretta ansiosa…
Michele
(Senza rispondere s’avvia verso la cabina.)        Luigi
                                                   Fra grida soffocate…
Giorgetta
(A Michele.)                                       Giorgetta
E adesso dove vai?                                                        E parole sommesse…

                                              26
Luigi                                                      Giorgetta
E baci senza fine!                                         Dunque anche tu lo senti
                                                           folle il desiderio!…
Giorgetta
                      Giuramenti, promesse…                Luigi
                                                           (Con grande intensità.)
Luigi                                                                            Folle di gelosia!
D’essere soli noi…                                         Vorrei tenerti stretta
                                                           come una cosa mia!
Giorgetta                                                  Vorrei non più soffrire
                       Noi soli, via, lontani!…            che un altro ti toccasse,
                                                           e per sottrarre a tutti
Luigi                                                      il corpo tuo divino,
Noi tutti soli, lontani dal mondo!…                        te lo giuro, non tremo
(Poi sussultando come se avesse sentito dei passi.)        a vibrare il coltello,
È lui?…                                                    e con gocce di sangue
                                                           fabbricarti un gioiello!
Giorgetta
(Rassicurandolo.)                                          Giorgetta
         No… non ancora…                                   (Con improvviso scatto lo spinge via. Poi, sola
(Con ardore.)                                              risalendo lentamente e passandosi una mano sulla
Dimmi che tornerai                                         fronte.)
più tardi…                                                 Come è difficile esser felici!…
                                                           (Ora l’oscurità è completa. Michele, recando i fanali
Luigi                                                      accesi, viene dalla cabina.)
             Sì… fra un’ora…
                                                           Michele
Giorgetta                                                  Perché non vai a letto?
Ascolta: come ieri
lascerò la passerella…                                     Giorgetta
Sono io che la tolgo…                                                              E tu?
Hai le scarpe di corda?                                    Michele
                                                                                         No… non ancora…
Luigi
                                                           (Un silenzio. – Michele ha collocato i fanali sul
(Alzando il piede.)                                        barcone.)
                          Sì…
Fai lo stesso segnale?                                     Giorgetta
                                                           Penso che hai fatto bene a trattenerlo.
Giorgetta
Si… il fiammifero acceso!…                                 Michele
Come tremava sul braccio mio teso                          Chi mai?
la piccola fiammella!
Mi pareva d’accendere una stella,                          Giorgetta
fiamma del nostro amore,                                   (Semplicemente.)
stella senza tramonto!…                                             luigi.

Luigi                                                      Michele
Io voglio la tua bocca,                                                 Forse ho fatto male.
voglio le tue carezze!                                     Basteranno due uomini: non c’è molto lavoro.

                                                      27
Giorgetta                                                dolcemente,
Tinca lo potresti licenziare…                            lentamente!…
beve sempre…                                             e poi sul braccio mio t’addormentavi…

Michele                                                  Giorgetta
                S’ubriaca                                (Come sopra.)
per calmare i suoi dolori…                               Ti supplico, Michele: non dir niente…
Ha per moglie una bagascia…
Beve per non ucciderla…                                  Michele
(Giorgetta non risponde. Ma appare turbata e             (Come sopra.)
nervosa.)                                                Erano sere come queste…
                          Che hai?                       Se spirava la brezza,
                                                         vi raccoglievo insieme nel tabarro
Giorgetta                                                come in una carezza…
Son tutte queste storie…                                 Sento sulle mie spalle
A me non interessano…                                    le vostre teste bionde…
                                                         Sento le vostre bocche
Michele                                                  vicino alla mia bocca…
(Improvvisamente avvicinandosi a lei con angoscia        Ero tanto felice!…
e con commozione.)                                       Ora che non c’è più,
Perché non m’ami più… Perché non m’ami?…                 i miei capelli grigi
                                                         mi sembrano un insulto
Giorgetta
                                                         alla tua gioventù!
(Con freddezza.)
Ti sbagli… T’amo…Tu sei buono, onesto…
                                                         Giorgetta
(Poi, per troncare.)
                                                         No… calmati, Michele… Sono stanca…
Ora andiamo a dormire…
                                                         Non reggo…Vieni…
Michele
(Fissandola.)                                            Michele
                           Tu non dormi!…                (Aspro.)
                                                                              Ma non puoi dormire!
Giorgetta                                                Sai pure che non devi addormentarti!
lo sai perché non dormo…
E poi… là dentro soffoco… Non posso!                     Giorgetta
                                                         (Atterrita.)
Michele                                                  Perché mi dici questo?
Ora le notti sono tanto fresche…
E l’anno scorso là in quel nero guscio                   Michele
eravamo pur tre… c’era il lettuccio                                                Non so bene…
del nostro bimbo…                                        Ma so che è molto tempo che non dormi!
                                                         (Poi ancora dominandosi e cercando di attirare
Giorgetta                                                Giorgetta fra le sue braccia.)
(Sconvolta.)                                             Resta vicino a me!… Non ti ricordi
                    Il nostro bimbo!… Taci!…             altre notti, altri cieli ed altre lune?…
                                                         Perché chiudi il tuo cuore?
Michele                                                  Rammentati le ore
(Insistendo, commosso.)                                  che volavano via su questa barca
Tu sporgevi la mano, e lo cullavi                        trascinate dall’onda!…

                                                    28
Giorgetta                                               (Da una caserma suona il silenzio.)
Meglio non ricordare…                                   (Michele ha preso il tabarro e se n’è avvolte le
Oggi è malinconia…                                      spalle, e, appoggiato al timone del barcone,
                                                        contempla fissamente la Senna che scorre
Michele                                                 silenziosamente.)
Ritorna come allora…
ritorna ancora mia!                                     Michele
quando anche tu m’amavi                                 (Lentamente, cautamente, si avvicina alla cabina.
e ardentemente,                                         Tende l’orecchio. Dice:)
e mi cercavi                                            Nulla!… Silenzio!…
e mi baciavi…                                           (Strisciando verso la parete e spiando nell’interno.)
ed i primi chiarori del mattino                                                È là!… Non s’è spogliata…
risvegliavan due corpi ancora stretti                   non dorme… Aspetta…
nell’amplesso divino!                                   (Con un brivido.)
Resta vicino a me! la notte è bella!…                                          Chi?… Che cosa aspetta?…
                                                        (Risalendo, cupo, tutto chiuso nel suo dubbio.)
Giorgetta                                               Chi?… Chi?… Forse il “mio” sonno!…
                                                        (Dal centro del barcone – con dolore.)
Che vuoi! S’invecchia! Non son più la stessa.           Chi l’ha trasformata?
Tu pure sei cambiato… Diffidi… Ma che credi?            Qual ombra maledetta
                                                        è discesa fra noi?… Chi l’ha insidiata?
Michele                                                 (E riandando col pensiero ai suoi uomini.)
Non so nemmeno io!                                      Il Talpa?… Troppo vecchio!… Il Tinca forse?
                                                        No… no… non pensa…beve. E dunque chi?
Giorgetta                                               luigi?… no… se proprio questa sera
(Per tagliar corto.)                                    voleva abbandonarmi… e m’ha fatto preghiera
Buona notte, Michele… Ho tanto sonno…                   di sbarcarlo a Rouen!…
                                                        Ma chi dunque?… Chi dunque?… Chi sarà?…
Michele                                                 Ah!… Squarciare le tenebre!… Vedere!…
(Con un sospiro.)                                       E serrarlo così, fra le mie mani!
E allor va’ pure…Ti raggiungo…                          E gridargli: Sei tu!… Sei tu!… Il tuo volto
                                                        livido, sorrideva alla mia pena!
Giorgetta                                               Su!… Dividi con me questa catena!…
Buona notte!                                            Accomuna la tua con la mia sorte…
                                                        giù insiem nel gorgo più profondo!…
Michele                                                 la pace è nella morte!
(Cerca di baciarla, ma Giorgetta si schermisce e        (S’accascia sfibrato. Macchinalmente leva di tasca
s’avvia. Michele guardandola allontanarsi,              la pipa e l’accende. Alla luce del fiammifero Luigi
mormora cupamente:)                                     cautamente attraversa la passerella e balza sul
              Sgualdrina!                               barcone. Michele vede l’ombra, sussulta, si mette in
(Sulla strada due ombre d’amanti passano.)              agguato; riconosce Luigi e di colpo si precipita
– Bocca di rosa fresca…                                 afferrandolo per la gola.)
– E baci di rugiada…
– O labbra profumate…                                   Michele
– O profumata sera…                                     T’ho colto!
– C’è la luna che illumina la strada…
– la luna che ci spia…                                  Luigi
– A domani, mio amore…                                  (Dibattendosi.)
– Domani, amante mia!                                              Sangue di Dio! Son preso!

                                                   29
Michele                                        Luigi
Non gridare!                                   (Più debole ancora.)
Che venivi a cercare?                                 l’amo!
Volevi la tua amante?
                                               Michele
Luigi                                          (Stringendolo furiosamente.)
Non è vero!                                                  Ancora!

Michele                                        Luigi
           Mentisci!                           (Rantolando.)
Confessa! la tua amante!                       l’amo!… Ah!…
                                               (E resta aggrappato a Michele in una contorsione
Luigi                                          di morte.
(Tentando di levare il coltello.)              Dall’interno della cabina la voce di Giorgetta
Ah! perdio!                                    chiama: “Michele?…”. Un silenzio. Michele sente, e
                                               rapidissimo siede e ravvolge il tabarro sopra il
Michele                                        cadavere aggrappato a lui.
(Serrandogli il braccio.)                      Giorgetta appare sulla porta, indagando con lo
             Giù il coltello!                  sguardo smarrito.)
Non mi sfuggi, canaglia!
Anima di forzato!… Verme!                      Giorgetta
Volevi andare giù, a Rouen, non è vero?        (A mezza voce.)
Morto ci andrai! Nel fiume!                    Ho paura, Michele…
                                               (Poi, vedendo il marito seduto e calmo, rassicurata,
Luigi
                                               soggiunge:
Assassino! Assassino!
                                               No… Ho avuto paura…
                                               (S’avvicina lentamente a Michele, sempre
Michele
Confessami che l’ami!                          guardando intorno con ansia.)

Luigi                                          Michele
lasciami!                                      (Calmissimo.)
                                               Avevo ben ragione: non dovevi dormire…
Michele
          No! Confessa!                        Giorgetta
Infame! Infame!… Infami!                       (Con sottomissione.)
Se confessi, ti lascio!                        Son presa dal rimorso
                                               d’averti dato pena…
Luigi
Sì…                                            Michele
                                               Non è nulla… i tuoi nervi…
Michele
   Ripeti!                                     Giorgetta
                                               Ecco… è questo… hai ragione…
Luigi                                          Dimmi che mi perdoni…
(Con voce fioca.)                              (Insinuante.)
            Sì! l’amo!                         Non mi vuoi più vicina?…

Michele                                        Michele
Ripeti!                                        Dove?… Nel mio tabarro?

                                          30
Giorgetta                        Michele
Sì… vicina… vicina…              (Selvaggiamente.)
(Con voce tremante.)             Ma talvolta un delitto!
Sì… mi dicevi un tempo:          Vieni nel mio tabarro!… Vieni!… Vieni!
“Tutti quanti portiamo           (Si erge terribile, apre il tabarro; il cadavere di
un tabarro che asconde           Luigi rotola ai piedi di Giorgetta che lancia un
qualche volta una gioia,         grido terribile e indietreggia con orrore. Ma
qualche volta un dolore…”        Michele le è sopra, l’afferra, e la trascina, e la piega
                                 violentemente contro il volto dell’amante morto.)

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SUOR ANGELICA
                           Opera in un atto

                 libretto di Giovacchino Forzano

                    Musica di Giacomo Puccini

                            PERSONAGGI

Suor Angelica                                                  soprano
La Zia Principessa                                            contralto
La badessa                                                mezzosoprano
La Suora Zelatrice                                        mezzosoprano
La Maestra delle Novizie                                  mezzosoprano
Suor Genovieffa                                                soprano
Suor Osmina                                                    soprano
Suor Dolcina                                                   soprano
La Suora Infermiera                                       mezzosoprano
Le Cercatrici                                                  soprani
Le Novizie                                                     soprani
Le Converse                                     soprano e mezzosoprano

       l’azione si svolge in un monastero sul finire del 1600.
Leopoldo Metlicovitz, manifesto per Suor Angelica (1919).
Il soggetto
la vicenda è ambientata in un monastero, verso la fine del Seicento; qui suor Ange-
lica, sette anni prima, ha preso il velo per fuggire il mondo dopo aver dato alla luce
un figlio illegittimo. Alcune suore si affrettano in chiesa per la preghiera della sera;
due Converse sono in ritardo, e con loro anche suor Angelica, che prima di entrare in
chiesa fa l’atto di penitenza. Terminate le preghiere e prima della ricreazione, la
suora zelatrice distribuisce le punizioni: alle due Converse che non hanno fatto l’atto
di penitenza per il ritardo, a suor lucilla che ha riso in chiesa, a suor Osmina che
teneva due rose nascoste nelle maniche. Ora le suore si avvicinano alla fontana, e
osservano con gioia, come fosse un miracolo, il raggio di sole che illumina l’acqua,
evento che si verifica soltanto tre volte l’anno. Decidono di portare un secchio di
quell’acqua dorata alla tomba di suor Bianca Rosa, che certamente lo desidera; a loro,
invece, non è permesso avere desideri. Ma suor Genovieffa confessa candidamente
che le piacerebbe stringere ancora una volta fra le braccia un agnellino, mentre suor
Dolcina non sa resistere alla tentazione della gola. E suor Angelica? lei nega di
avere desideri, ma le altre suore non ne sono convinte, e parlottano tra loro, certe che
la compagna nutra un gran desiderio di rivedere i suoi nobili parenti, che da sette
anni non hanno più dato notizia di sé. A interrompere il chiacchiericcio delle suore
giunge improvvisamente la sorella Infermiera, che chiede a suor Angelica un rimedio
per suor Chiara, punta da una vespa. Suor Angelica trova il rimedio fra le piante che
le sono affidate, e lo dà all’Infermiera, mentre giungono con un ciuchino le due suore
Cercatrici. Esse vengono subito circondate, e distribuiscono quello che hanno rac-
colto in elemosina; una di loro chiede se c’è qualcuno in parlatorio, poiché entrando
ha notato una ricca carrozza ferma davanti alla porta del monastero. Suor Angelica si
fa attenta: spera ardentemente che la visita sia per lei. Giunge infatti la Badessa, e la
chiama in parlatorio: la zia Principessa la vuole incontrare.
In preda a una grande emozione, suor Angelica raggiunge la zia che con un atteg-
giamento di gelida indifferenza, in previsione dell’imminente matrimonio della
sorella minore di Angelica, le ha portato da firmare una pergamena riguardante la
divisione del patrimonio di famiglia. Con chi si sposerà la sorella? chiede suor Ange-
lica. Sposerà chi per amore – risponde la zia – ha perdonato la grave colpa con cui
Angelica ha macchiato l’onore della famiglia. Suor Angelica ha un moto di ribellione
davanti all’inesorabile severità della zia, riafferma la sua volontà di espiazione, ma ha
tuttavia un desiderio: avere notizie del figlio, che ha visto solo al momento della
nascita, e di cui da sette anni non ha alcuna notizia. Dopo alcuni istanti di silenzio, la
zia Principessa la informa che il bimbo è morto già da due anni. Suor Angelica firma
il documento e, impietrita dal dolore, resta sola a invocare il bambino che non potrà
più abbracciare. Ritornano le altre suore, e tutte si avviano alle celle per il riposo not-
turno. Dopo qualche momento, suor Angelica esce dalla sua cella, e si mette a racco-
gliere fiori, con i quali compone una pozione velenosa; quindi, abbracciata alla croce,

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si prepara a morire, invocando il perdono della Madonna. Sente voci di angeli, e la
chiesa si illumina; dalla porta che si apre vede la Regina del conforto che le spinge
incontro un fanciullo biondo, vestito di bianco: è il suo bambino, e suor Angelica
muore abbracciandolo.

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Suor Angelica

  Il libretto
Giovacchino Forzano in un ritratto fotografico del 1920.

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ATTO UNICO                                    più grazie vi dirò,
                                                                sorella in umiltà.
L’interno di un monastero. La chiesetta e il chiostro.          (Restano in attesa della penitenza mentre la
Nel fondo, oltre gli archi di destra,il cimitero; oltre         Zelatrice medita.)
gli archi di sinistra, l’orto. Nel mezzo della scena,
cipressi, una croce, erbe e fiori. Nel fondo a sinistra,        La Maestra delle Novizie
fra piante di acòro, una fonte il cui getto ricadrà in          (Alle due Novizie.)
una pila in terra.                                              (Chi arriva tardi in coro
                                                                si prostri e baci terra.)

                    LA PREGhIERA                                La Sorella Zelatrice
Si apre il velario.                                             (Alle Converse.)
Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al               Farete venti volte
di sopra del getto della fonte. La scena è vuota.               la preghiera mentale
Le suore sono in chiesa e cantano.                              per gli afflitti, gli schiavi
Due Converse, in ritardo per la preghiera,                      e per quelli che stanno
traversano la scena; si soffermano un istante ad                in peccato mortale.
ascoltare un cinguettio che scende dai cipressi,
quindi entrano in chiesa. Suor Angelica, anch’essa              Le Converse
in ritardo, esce da destra e si avvia in chiesa, apre           Con gioia e con fervore!
la porta e fa l’atto di penitenza delle ritardatarie            Cristo Signore,
che le due Converse non hanno fatto, ossia si                   Sposo d’Amore,
inginocchia e bacia la terra; quindi richiude la                io voglio sol piacerti,
porta. La preghiera termina. Le monache escono                  ora e nell’ora
dalla chiesa a due per due. La Badessa si sofferma              della mia morte. Amen.
davanti alla croce. Le monache, passandole innanzi,             (Si ritirano compunte sotto gli archi di destra.)
fanno atto di reverenza. La Badessa le benedice,
quindi si ritira a sinistra.                                    La Sorella Zelatrice
Le Suore restano unite formando, a piccoli gruppi,              (A Suor Lucilla.)
una specie di semicerchio. La Sorella Zelatrice                 Suor lucilla, il lavoro. Ritiratevi
viene nel mezzo.                                                e osservate il silenzio.
                                                                (Suor Lucilla si avvia sotto gli archi di destra,
                                                                prende la rocca che è sopra una panca e si mette a
                    LE PUNIZIONI                                filare.)

La Sorella Zelatrice                                            La Maestra delle Novizie
(Alle due Converse.)                                            (Alle Novizie.)
Sorelle in umiltà,                                              (Perché stasera in coro
mancaste alla quindèna,                                         ha riso e fatto ridere.)
ed anche Suor Angelica,
che però fece contrizione piena.                                La Sorella Zelatrice
Invece voi, sorelle,                                            (A Suor Osmina.)
peccaste in distrazione                                         Voi, Suor Osmina, in chiesa
e avete perso un giorno di quindèna!                            tenevate nascoste nelle maniche
                                                                due rose scarlattine.
Le Converse
M’accuso della colpa                                            Suor Osmina
e invoco una gran pena,                                         (Indocile.)
e più grave sarà,                                               Non è vero!

                                                           39
La Sorella Zelatrice                                         Una Novizia
(Severa ma senza asprezza.)                                  Maestra, vi domando
           Sorella, entrate in cella.                        licenza di parlare.
(Suor Osmina scuote le spalle.)
Non tardate! la Vergine vi guarda!                           La Maestra delle Novizie
(Suor Osmina si avvia senza far parola. Le Suore             Sempre per laudare
la seguono con lo sguardo fino a che non è                   le cose sante e belle.
scomparsa nella sua cella e mormorano: “Regina
Virginum, ora pro ea”.)                                      La Novizia
                                                             Qual grazia della Vergine
                                                             rallegra le sorelle?
                 LA RICREAZIONE
                                                             La Maestra delle Novizie
La Sorella Zelatrice                                         un segno risplendente
Ed or, sorelle in gioia,                                     della bontà di Dio!
poiché piace al Signore                                      Per tre sere dell’anno solamente,
e per tornare                                                all’uscire dal coro,
più allegramente                                             Dio ci concede di vedere il sole
a faticare                                                   che batte sulla fonte e la fa d’oro.
per amor Suo,
ricreatevi!                                                  La Novizia
                                                             E le altre sere?
Le Suore
            Amen!                                            La Maestra delle Novizie
(Le figure bianche delle Suore si sparpagliano per il        O usciamo troppo presto e il sole è alto,
chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica zappetta la        o troppo tardi e il sole è tramontato.
terra e innaffia l’erbe e i fiori.)
                                                             Alcune Suore
Suor Genovieffa                                              (Con un accento di grande malinconia.)
(Gaiamente.)                                                 – un altr’anno è passato!…
Oh sorelle! Sorelle!                                         – È passato un altr’anno!…
Poiché il Signore vuole,                                     .........................
io voglio rivelarvi                                          – E una sorella manca!…
che una spera di sole                                        .........................
è entrata in clausura!                                       .........................
Guardate dove batte,                                         .........................
là, là fra la verzura!                                       (Le Suore, assorte, sembrano rievocare l’immagine
Il sole è sull’acòro!                                        della sorella che non è più.)
Comincian le tre sere
della fontana d’oro!                                         Suor Genovieffa
                                                             (Improvvisamente, con accento ingenuo e quasi lieto.)
Alcune Suore                                                 O sorelle in pio lavoro,
– È vero, fra un istante                                     quando il getto s’è indorato,
vedrem l’acqua dorata!                                       non sarebbe ben portato
– E per due sere ancora!                                     un secchiello d’acqua d’oro
                         – È maggio! È maggio!               sulla tomba a Bianca Rosa?
– È il bel sorriso di Nostra Signora
che viene con quel raggio.                                   Le Suore
– Regina di Clemenza, grazie!                                Sì, la suora che riposa
                               – Grazie!                     lo desidera di certo!

                                                        40
Suor Angelica                               Suor Dolcina
I desideri sono i fior dei vivi,            (Grassottella e rubiconda.)
non fioriscon nel regno delle morte,        Ho un desiderio anch’io!
perché la Madre Vergine soccorre,
e in Sua benignità                          Le suore
liberamente al desiar precorre;             – Sorella, li sappiamo
prima che un desiderio sia fiorito          i vostri desideri!…
la Madre delle Madri l’ha esaudito.         – Qualche boccone buono!
O sorella, la morte è vita bella!           – Della frutta gustosa!
                                            – la gola è colpa grave!…
La Sorella Zelatrice                        (Alle Novizie.)
Noi non possiamo                            (È golosa! È golosa!…)
nemmen da vive avere desideri.              (Suor Dolcina resta mortificata e interdetta.)

Suor Genovieffa                             Suor Genovieffa
Se son leggeri e candidi, perché?           (A Suor Angelica che sta annaffiando i fiori.)
Voi non avete un desiderio?                 Suor Angelica, e voi
                                            avete desideri?
La Sorella Zelatrice
                           Io no!           Suor Angelica
                                            (Volgendosi verso le suore.)
Un’altra                                    …Io?… no, sorella mia.
Ed io nemmeno!                              (Si volge ancora ai fiori.)

Un’altra                                    Le Suore
Io no!                                      (Facendo gruppo dalla parte opposta a Suor
                                            Angelica. A bassa voce.)
Una Novizia                                 – Che Gesù la perdoni,
(Timorosa.)                                 ha detto una bugia!
     Io no!                                 – Ha detto una bugia!

Suor Genovieffa                             Una Novizia
              Io sì.                        (Avvicinandosi, curiosa.)
E lo confesso:                              Perché?
(Volge lo sguardo in alto.)
Soave Signor mio,                           Alcune suore
tu sai che prima d’ora                      (Piano.)
nel mondo ero pastora…                               – Noi lo sappiamo,
Da cinqu’anni non vedo un agnellino;        ha un grande desiderio!
Signore, ti rincresco                       – Vorrebbe aver notizie
se dico che desidero                        della famiglia sua!
vederne uno piccino,                        – Sono più di sett’anni,
poterlo carezzare,                          da quando è in monasterio,
toccargli il muso fresco                    che non ha avuto nuove!
e sentirlo belare?                          – E sembra rassegnata,
Se è colpa, t’offerisco                     ma è tanto tormentata!
il Miserere mei.                            – Nel mondo era ricchissima,
Perdonami, Signore,                         lo disse la Badessa.
Tu che sei l’Agnus Dei.                     – Era nobile!

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– Nobile!                                 E le direte ancora
– Nobile? Principessa!                                 che punture di vespe
– la vollero far monaca                                sono piccole pene;
sembra…per punizione!                                  e che non si lamenti,
– Perché?…                                             ché a lamentarsi crescono i tormenti.
            – Perché?…
                        – Mah!?                        La Sorella Infermiera
                               – Mah!?                 le saprò riferire.
                                                       Grazie, sorella, grazie.
La Sorella Infermiera
(Accorre affannata.)                                   Suor Angelica
Suor Angelica, sentite!…                               Sono qui per servire.

Suor Angelica
O sorella infermiera,                                             IL RITORNO DALLA CERCA
che cosa accadde, dite!                                (Dal fondo a sinistra entrano due Suore Cercatrici
                                                       conducendo un ciuchino carico di roba.)
La Sorella Infermiera
Suor Chiara, là nell’orto,                             Le Cercatrici
assettava la spalliera                                 laudata Maria!
delle rose; all’improvviso
tante vespe sono uscite,                               Tutte
l’han pinzata qui nel viso!                                             E sempre sia!
Ora è in cella e si lamenta.
                                                       Le Cercatrici
Ah! calmatele, sorella,
                                                       Buona cerca stasera,
il dolor che la tormenta!
                                                       sorella Dispensiera!
                                                       (Le Suore si fanno intorno al ciuchino; le Cercatrici
Alcune Suore
                                                       scaricano e consegnano le limosine alla Sorella
Poveretta! Poveretta!
                                                       Dispensiera.)
Suor Angelica                                          Una Cercatrice
Aspettate, ho un’erba e un fiore!                      un otre d’olio.
(Corre cercando fra i fiori e l’erbe.)
                                                       Suor Dolcina
La Sorella Infermiera                                  (Che non può stare.)
Suor Angelica ha sempre una ricetta                                   uh! Buono!
buona, fatta coi fiori,
sa trovar sempre un’erba benedetta                     L’altra Cercatrice
per calmare i dolori!                                  Nocciòle, sei collane.
Suor Angelica                                          Una Cercatrice
(Alla Suora Infermiera porgendole alcune erbe.)        un panierin di noci.
Ecco, questa è calenzòla:
col latticcio che ne cola                              Suor Dolcina
le bagnate l’enfiagione;                               Buone con sale e pane!
e con questa, una pozione.
Dite a sorella Chiara                                  La Sorella Zelatrice
che sarà molto amara                                   (Riprendendola.)
ma che le farà bene.                                   Sorella!

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Una Cercatrice                                            Come, sorella? Come avete detto?
        Qui farina,                                       una berlina è fuori?…
e qui una caciottella                                     Ricca?… Ricca?… Ricca?…
che suda ancora latte,
buona come una pasta!                                     La Cercatrice
un sacchetto di lenti,                                    Da gran signori.
dell’uova, burro e basta.                                 Certo aspetta qualcuno
                                                          che è entrato nel convento
Alcune Suore                                              e forse fra un momento
Buona cerca stasera,                                      suonerà la campana a parlatorio.
sorella Dispensiera!
(Una Cercatrice porta via il ciuchino.)                   Suor Angelica
                                                          (Con ansia crescente.)
L’altra Cercatrice                                        Ah! ditemi, sorella,
(A Suor Dolcina.)                                         com’era la berlina?
Per voi, sorella ghiotta…                                 Non aveva uno stemma?
                                                          uno stemma d’avorio?…
Suor Dolcina                                              E dentro tappezzata
(Felice.)                                                 D’una seta turchina
un tralcetto di ribes!                                    ricamata in argento?…
(Vedendo che le altre si scandalizzano.)
Degnatene, sorelle!                                       La Cercatrice
                                                          (Interdetta.)
Una Suora                                                 Io non lo so, sorella;
(Scherzosamente.)                                         ho veduto soltanto
uh! Se ne prendo un chicco la martorio!                   una berlina… bella!
Suor Dolcina
                                                          Le Suore
No, no, prendete!
                                                          (Osservando Suor Angelica.)
Alcune Suore                                              – È diventata bianca…
                    Grazie!                               – Ora è tutta vermiglia!…
(Formano un gruppetto a destra e beccano il ribes,        – Poverina!
fra risatine discrete.)                                                – È commossa!
                                                          – Spera che sien persone di famiglia!
La Cercatrice                                             (Una campanella rintocca; le suore accorrano da
Chi è venuto stasera in parlatorio?                       ogni parte.)
                                                          – Vien gente in parlatorio!
Alcune Suore                                              – una visita viene!
– Nessuno.                                                – Per chi?
         – Nessuno.                                                   – Per chi sarà?
                        – Perché?                         – Fosse per me!
                                                                            – Per me!
La Cercatrice                                             – Fosse mia madre
Fuor del portone c’è                                      che ci porta le tortorine bianche!
fermata una ricca berlina.                                – Fosse la mia cugina di campagna
                                                          che porta il seme di lavanda buono!…
Suor Angelica                                             (Suor Genovieffa si avvicina alle compagne e quasi
(Volgendosi, come assalita da una improvvisa              interrompe queste esclamazioni indicando con un
inquietudine.)                                            gesto pietoso Suor Angelica.)

                                                     43
Suor Angelica                                               (Suor Angelica, affranta, si curva lentamente in
(Volgendo gli occhi al cielo, mormora:)                     ginocchio e si raccoglie. Le voci delle Suore
(O Madre eletta, leggimi nel cuore,                         arrivano dal cimitero.)
volgi per me un sorriso al Salvatore…)
(Il gruppo delle Suore si avvicina in silenzio a            Voci delle suore
Suor Angelica. Suor Genovieffa esce dal gruppo e            Requiem aeternam
con grande dolcezza:)                                       dona ei, Domine,
                                                            et lux perpetua
Suor Genovieffa                                             luceat ei – Requiescat in pace – Amen.
(A Suor Angelica.)
O sorella in amore,                                         Suor Angelica
noi preghiamo la Stella delle Stelle                        (Alzando gli occhi.)
che la visita, adesso, sia per voi.                         Madre, sono serena e sottomessa.

Suor Angelica                                               La badessa
(Commossa.)                                                 È venuta a trovarvi
Buona sorella, grazie!                                      vostra zia Principessa.
(Da sinistra entra la Badessa per chiamare la
Suora che dovrà andare al parlatorio. – L’attesa è          Suor Angelica
viva. – In quell’attimo di silenzio tutte le Suore          Ah!…
fanno il sacrificio del loro desiderio a pro della
sorella in gran pena. – Suor Angelica ha sempre gli         La badessa
occhi volti al cielo, immobile come se tutta la sua         In parlatorio
vita fosse sospesa.)                                        si dica quanto
                                                            vuole ubbidienza,
La badessa                                                  necessità.
(Chiamando.)                                                Ogni parola è udita
Suor Angelica!                                              dalla Vergine Pia.
(Fa cenno che le Suore si ritirino.)
                                                            Suor Angelica
Le Suore                                                    la Vergine m’ascolti e così sia.
(Come respirando, finalmente.)
Ah!…
(Il getto della fonte si è indorato, le Suore                               LA ZIA PRINCIPESSA
riempiono un secchiello d’acqua, si avviano verso il        La Badessa si avvia e scompare a sinistra. Suor
cimitero e scompaiono.)                                     Angelica si avvia verso gli archi del parlatorio.
                                                            Guarda ansiosamente verso la porticina. Si ode un
Suor Angelica                                               rumore di chiavi. La porta viene aperta in dentro
Madre, Madre, parlate!                                      dalla Suora Clavaria che rimarrà a fianco della
chi è, Madre… chi è?                                        porta aperta, nella penombra della stanza. Quindi
Son sett’anni che aspetto!…                                 si vedrà la Badessa che si sofferma davanti alla
Son sett’anni che aspetto una parola…                       Suora Clavaria. Le due Suore fanno ala e fra le
una nuova, uno scritto…                                     due figure bianche, che si curvano lievemente in atto
Tutto ho offerto alla Vergine                               di ossequio, passa una figura nera, severamente
in piena espiazione…                                        composta in un naturale atteggiamento di grande
                                                            dignità aristocratica: la Zia Principessa. Entra.
La badessa                                                  Cammina lentamente appoggiandosi ad un
Offritele anche l’ansia                                     bastoncino di ebano. Si sofferma: getta per un
che adesso vi scompone!                                     attimo lo sguardo sulla nipote, freddamente e senza

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tradire nessuna emozione; Suor Angelica invece alla           Sposa la sorellina,
vista della zia è presa da grande commozione, ma              la piccina?
si frena perché le figure della Clavaria e della              (Si interrompe; pensa un attimo.)
Badessa si profilano ancora nell’ombra. La                    Piccina?!… Ah!… Son sett’anni!…
porticina si richiude. Suor Angelica, commossa,               Son passati sett’anni!
quasi vacillante va incontro alla Zia, ma la vecchia          O sorellina bionda che vai sposa,
protende la sinistra come per consentire soltanto             o sorellina mia, tu sia felice!
all’atto sottomesso del baciamano. Suor Angelica              E chi la ingemma?
prende la mano che le viene tesa, la porta alle labbra
e, mentre la Zia siede, ella cade in ginocchio, senza         La Zia Principessa
poter parlare. Un attimo di silenzio. Suor Angelica,          Chi per amore condonò la colpa
con gli occhi pieni di lacrime, non ha mai tolto lo           di cui macchiaste il nostro bianco stemma.
sguardo dal volto della Zia, uno sguardo pietoso,
implorante. La vecchia invece ostentatamente                  Suor Angelica
guarda avanti a sé.                                           Sorella di mia madre,
                                                              voi siete inesorabile!
La Zia Principessa
Il Principe Gualtiero vostro padre,                           La Zia Principessa
la Principessa Clara vostra madre,                            Che dite? E che pensate?
quando venti anni or sono                                     Implacata son io? Inesorabile?
vennero a morte…                                              Vostra madre invocate
(La vecchia si interrompe per farsi il segno della            quasi contro di me?…
croce.)                                                       .........................
mi affidarono i figli ancor fanciulli
                                                              Di frequente, la sera,
e tutto il patrimonio di famiglia.
                                                              là, nel nostro oratorio,
Io dovevo dividerlo
                                                              io mi raccolgo…
quando ciò ritenessi conveniente,
e con giustizia piena.                                        Nel silenzio di quei raccoglimenti,
È quanto ho fatto. Ecco la pergamena.                         il mio spirito par che s’allontani
Voi potete osservarla, discuterla, firmarla.                  e s’incontri con quel di vostra madre
                                                              in colloqui eterei, arcani!
Suor Angelica
                                                              Come è penoso
Dopo sett’anni…son davanti a voi…
                                                              udire i morti dolorare e piangere!
Ispiratevi a questo luogo santo…
È luogo di clemenza…                                          Quando l’estasi mistica scompare
È luogo di pietà…                                             per voi serbata ho una parola sola:
                                                              espiare! Espiare!…
La Zia Principessa
                                                              Offritela alla Vergine
                   Di penitenza.
                                                              la mia giustizia!
Io debbo rivelarvi la ragione
perché addivenni a questa divisione:
                                                              Suor Angelica
vostra sorella
                                                              Tutto ho offerto alla Vergine…sì…tutto!
Anna Viola
                                                              Ma v’è un’offerta che non posso fare!…
anderà sposa.
                                                              Alla Madre soave delle Madri
Suor Angelica                                                 non posso offrire di scordar… mio figlio,
              Sposa?!…                                        mio figlio! Il figlio mio!
Sposa la piccola                                              la creatura che mi fu strappata,
Anna Viola?                                                   che ho veduto e baciato una sol volta!

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