Il trittico - Teatro Alighieri
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Il trittico di Giacomo Puccini
Comune di Ravenna Fondazione Ravenna Manifestazioni Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera 2007-2008 Il TRITTICO Regione Emilia Romagna Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Fondazione Ravenna Manifestazioni Consiglio di Amministrazione Assemblea dei Soci Presidente Fabrizio Matteucci Comune di Ravenna Vicepresidente Vicario Mario Salvagiani Regione Emilia Romagna Vicepresidente lanfranco Gualtieri Provincia di Ravenna Camera di Commercio di Ravenna Sovrintendente Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio De Rosa Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Consiglieri Associazione Industriali di Ravenna Gianfranco Bessi Ascom Confcommercio Antonio Carile Confesercenti Ravenna Alberto Cassani CNA Ravenna Valter Fabbri Confartigianato Ravenna Francesco Giangrandi Archidiocesi di Ravenna e Cervia Natalino Gigante Fondazione Arturo Toscanini Roberto Manzoni Maurizio Marangolo Revisori dei Conti Pietro Minghetti Giovanni Nonni Antonio Panaino Mario Bacigalupo Gian Paolo Pasini Angelo lo Rizzo Roberto Petri lorenzo Tarroni Segretario generale Marcello Natali Responsabile amministrativo Roberto Cimatti
Fondazione Ravenna Manifestazioni Sovrintendente Antonio De Rosa Direttore Artistico Angelo Nicastro Segretario generale Marcello Natali Responsabile amministrativo Roberto Cimatti SPAzI TEATRAlI SERVIzI TECNICI Responsabile Romano Brandolini Responsabile Roberto Mazzavillani Servizi di sala Alfonso Cacciari Capo macchinisti Enrico Ricchi Macchinisti Matteo Gambi, Massimo lai, MARkETING E uFFICIO STAMPA Francesco Orefice, Marco Stabellini Responsabile Fabio Ricci Capo elettricisti luca Ruiba Editing e ufficio stampa Giovanni Trabalza Elettricisti Christian Cantagalli, uria Comandini, Sistemi informativi, archivio fotografico Stefano Bondi Marco Rabiti Impaginazione e grafica Antonella la Rosa Portineria Giuseppe Benedetti, Marco De Matteis Promozione Federica Bozzo Segreteria Ivan Merlo Coordinamento biglietteria Maurizio Martini, Daniela Calderoni Biglietteria e promozione Bruna Berardi, Antonella Gambi, Fiorella Morelli, Paola Notturni, Mariarosaria Valente uFFICIO PRODuzIONE Responsabile Emilio Vita Stefania Catalano, Giuseppe Rosa SEGRETERIA E CONTRATTuAlISTICA Responsabile lilia lorenzi Amministrazione e contabilità Cinzia Benedetti Segreteria Maria Giulia Saporetti, Michela Vitali
CONVENZIONATE COL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE ACCREDITATE DALL’ASSESSORATO ALLA SANITA’ DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA STABILIMENTO TERMALE PRIMA CATEGORIA SUPER ACQUA SALSO-BROMO-JODICA-CALCICA-MAGNESIACA Per il tuo benessere psico-fisico vieni alle Terme di Punta Marina, le sole che ti possono offrire Acquagym termale. CORSI IN PISCINA TERMALE Acquagym - Ginnastica di mantenimento - Ginnastica dolce CORSI IN PALESTRA Body sculpt - Step - Pilates - Sala pesi CORSI IN PISCINA PER BAMBINI DA 0 A 10 ANNI Tutti i corsi sono guidati da istruttori internazionali ISEF e FIF È garantita la presenza costante di un medico • CURE TERMALI: aperto aprile/novembre cure inalatorie, sordità rinogena, balneoterapia, vasculopatie periferiche, cure ginecologiche • FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE: aperto tutto l’anno prestazioni fisioterapiche strumentali, massoterapia, riabilitazione neuromotoria e ortopedica in piscina e palestra • POLIAMBULATORIO: aperto tutto l’anno visite specialistiche, indagini strumentali e di laboratorio, test per le intolleranze alimentari • CENTRO BENESSERE: aperto tutto l’anno completamente rinnovato nella struttura e nell’offerta di trattamenti innovativi e all’avanguardia • PROGETTO MATRÌK: aperto tutto l’anno Corsi di gruppo e percorsi individuali sui disturbi alimentari e sull’obesità, seguiti da un team di professionisti che interviene sui problemi alimentari considerando la persona nella sua globalità e unicità CIRCUITO E M I L I A TERMAL R O M A G N A E TERME DI PUNTA MARINA s.r.l. - Viale C. Colombo, 161 - 48020 Punta Marina Terme (RA) I Tel. 0039.0544.437222 (4 linee) - Fax 0039.0544.439131 - Numero Verde 800.469500 E-mail: info@termepuntamarina.com - Sito Internet: www.termepuntamarina.com
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IL TRITTICO Il tabarro dramma in un atto di Giuseppe Adami Suor Angelica dramma in un atto di Gioacchino Forzano Gianni Schicchi un atto di Gioacchino Forzano musica di Giacomo Puccini
IL TAbARRO Opera in un atto libretto di Giuseppe Adami da La Houppelande di Didier Gold Musica di Giacomo Puccini PERSONAGGI Michele, padrone del barcone, 50 anni baritono Luigi, scaricatore, 20 anni tenore Il “Tinca”, scaricatore, 35 anni tenore Il “Talpa”, scaricatore, 55 anni basso Giorgetta, moglie di Michele, 25 anni soprano La Frugola, moglie del Talpa, 50 anni mezzosoprano Scaricatori – un venditore di canzonette – Midinettes. un suonatore d’organetto. Due amanti.
Un ritratto fotografico di Giuseppe Adami, librettista del Tabarro.
Il soggetto Sul barcone di Michele, ancorato sulla Senna nei pressi di Parigi, il lavoro degli sca- ricatori volge al termine. È il tramonto, e Giorgetta, la giovane moglie di Michele, offre da bere a tutti. Sulla riva passa un suonatore d’organetto: il Tinca si mette a bal- lare con Giorgetta, ma è maldestro e viene subito sostituito dal più giovane luigi. Ritorna Michele, e mentre luigi, il Tinca e il Talpa riprendono a scaricare la merce, lui e Giorgetta accennano al lavoro futuro; nel frattempo sulla riva un venditore di canzonette offre la sua merce ad alcune sartine che hanno appena terminato il lavoro. Michele è di cattivo umore: ha il sospetto che Giorgetta lo tradisca con un altro uomo, visto che la giovane sposa si fa sempre più schiva, scontrosa e insofferente. la ritrosia di Giorgetta è motivata: nel suo cuore cova la passione per luigi che ogni sera, richiamato dalla luce tenue di un fiammifero acceso, va a farle visita. Giunge la Frugola, moglie del Talpa, preoccupata per il mal di schiena del suo uomo; ha con sé una sacca piena degli oggetti più disparati che ha raccolto nel suo vagabon- dare per la città, e mostra a Giorgetta anche un cartoccio con il cibo per Caporale, il gatto prediletto. la giornata di lavoro è conclusa; il Tinca se ne va all’osteria a cancellare la stan- chezza, mentre gli altri si soffermano a parlare con Giorgetta. la Frugola sogna una casetta in campagna dove riposare con il marito e il gatto. Dopo che la Frugola e il Talpa si sono allontanati, luigi resta, con la scusa di dover ancora parlare al padrone; in realtà vuole restare solo con Giorgetta, con la quale scambia accese parole d’amore. Riappare Michele, al quale luigi chiede di essere lasciato a terra, l’indomani, a Rouen: Michele però lo dissuade, e luigi decide di restare al lavoro. È arrivato il momento di accendere i lumi, e gli amanti si accordano per ritrovarsi più tardi, quando Michele sarà addormentato. Michele e Giorgetta restano soli nella cabina: lui tenta in ogni modo di risvegliare nell’animo della moglie la passione di un tempo rievocando nella sua mente i bei giorni trascorsi felici, quando lei chiedeva rifugio nel calore del suo tabarro, ma Giorgetta respinge ogni tenero tentativo di riavvicinamento di Michele, e si corica in attesa che il marito si addormenti per poter finalmente incontrare il proprio giovane amante. Michele è travolto dalla rabbia, medita la vendetta e tenta invano di capire chi mai possa essere l’uomo che ha rubato i baci della sua sposa: in preda a foschi pensieri esce dalla cabina e risale sul ponte; avvolto nell’ampio tabarro guarda la nera acqua del fiume che scorre, poi leva di tasca la pipa e l’accende. luigi, credendo che sia il segnale, si avvicina furtivo; Michele lo riconosce, lo afferra, lo stringe alla gola, gli fa confessare la colpa e l’uc- cide. Torna Giorgetta, che ha sentito rumore; Michele avvolge con il tabarro il corpo senza vita di luigi; Giorgetta si avvicina allarmata, Michele l’invita a sedergli accanto e, quando si erge aprendo il tabarro, il corpo di luigi rotola a terra. Gior- getta lancia un grido e vorrebbe allontanarsi, ma Michele l’afferra e la piega violen- temente contro il volto dell’amante ucciso. 15
Il tabarro Il libretto
Lina Rosso, ritratto di Giacomo Puccini nel 1918.
ATTO UNICO chiusa è la lunga giornata, e Margot Un angolo della Senna, dove è ancorato il barcone l’amor ti darà!… di Michele. (Giorgetta esce dalla cabina senza avvedersi di La barca occupa quasi tutto il primo piano della Michele. Accudisce alle sue faccende; ritira alcuni scena ed è congiunta al molo con una passerella. panni stesi ad asciugare; cava una secchia d’acqua La Senna si va perdendo lontana. Nel fondo il dal fiume e innaffia i suoi fiori; ripulisce la gabbia profilo della vecchia Parigi e principalmente la dei canarini. mole maestosa di Notre-Dame staccano sul cielo di Finalmente si accorge che il suo uomo è laggiù, e un rosso meraviglioso. facendo schermo con la mano agli occhi, tanto è Sempre nel fondo, a destra, sono i caseggiati che vivo il riflesso del sole che tramonta, lo chiama: fiancheggiano il lungo-Senna e in primo piano alti platani lussureggianti. Giorgetta Il barcone ha tutto il carattere delle consuete O Michele?… Michele?… Non sei stanco imbarcazioni da trasporti che navigano la Senna. Il d’abbacinarti al sole che tramonta? timone campeggia in alto della cabina. E la cabina Ti sembra un gran spettacolo? è tutta linda e ben dipinta con le sue finestrette verdi, il fumaiolo e il tetto piano, a mo’ d’altana, Michele sul quale sono alcuni vasi di gerani. Su una corda Sicuro! sono distesi i panni ad asciugare. Sulla porta della cabina, la gabbia dei canarini. Giorgetta È il tramonto. lo vedo bene: dalla tua pipa Quando si apre il velario, Michele – il padrone del il fumo bianco non sbuffa più! barcone – è seduto presso il timone, gli occhi fissi a contemplare il tramonto. La pipa gli pende dalle Michele labbra, spenta. Dalla stiva al molo vanno e vengono (Accennando agli scaricatori.) gli scaricatori trasportando faticosamente i sacchi, e Hanno finito laggiù? cantando questa loro canzone: Giorgetta Scaricatori (Premurosamente.) Oh! Issa! oh! Vuoi che discenda? un giro ancor! Se lavoriam senza ardore, Michele si resterà ad ormeggiare, No. Resta. Andrò io stesso. e Margot con altri ne andrà. Giorgetta (Sulla Senna, di tratto in tratto, la sirena d’un Han lavorato tanto!… rimorchiatore lancia il suo grido lugubre.Qualche Come avevan promesso. cornetta d’automobile lontano.) la stiva sarà sgombra, e per domani si potrà caricare. Oh! Issa! oh! Bisognerebbe, ora, compensare un giro ancor! questa loro fatica: un buon bicchiere. Non ti stancar, battelliere, dopo potrai riposare, Michele e Margot Ma certo. Pensi a tutto, cuore d’oro! felice sarà! Puoi portare da bere. Oh! Issa! oh! un giro ancor! Giorgetta Ora la stiva è svuotata, Sono alla fine: prenderanno forza. 19
Michele Qui, tutti insieme, Il mio vinello smorza lesti! la sete, e li ristora. (Tutti accorrono alla chiamata, facendosi intorno a (Avvicinandosi a Giorgetta, affettuosamente.) Giorgetta che distribuisce bicchieri e verrà E a me non hai pensato? mescendo.) Ecco! Pronti! Giorgetta Nel vino troverem A te?… Che cosa? l’energia per finir! (E beve.) Michele (Cingendola con un braccio.) Giorgetta Al vino ho rinunciato, (Ridendo.) ma, se la pipa è spenta, Come parla difficile!… Ma certo: non è spento il mio ardore… vino alla compagnia! un tuo bacio, o mio amore… Qua, Talpa! (La bacia; essa si scansa voltando il viso. Michele Al Tinca!… A voi! Prendete!… un po’ contrariato s’avvia verso la stiva e discende.) Il Talpa Luigi Alla salute vostra il vino si beva! (Passando dallo scalo al battello.) S’alzi il bicchiere lieti! Si soffoca, padrona! Tanta felicità per la gioia che dà! Giorgetta (E s’asciuga la bocca con il dorso della mano.) lo pensavo. Ma ho io quel che ci vuole. Giorgetta Sentirete che vino! Se ne volete ancora!… (Si avvia verso la cabina, dopo aver lanciata un’occhiata espressiva a Luigi.) Il Talpa Il Tinca Non si rifiuta mai! (Salendo dalla stiva.) (E porge ancora il bicchiere.) Sacchi dannati!… Mondo birbone!… Giorgetta Spicciati, Talpa! (Agli altri.) Si va a mangiare! Avanti coi bicchieri! Il Talpa Luigi (Salendo dalla stiva con un carico sulle spalle.) (Indicando un suonatore di organetto che passa Non aver fretta! non mi seccare! sulla banchina.) Ah! questo sacco spacca il groppone! Guarda là l’organetto! (Scotendo la testa e tergendosi il sudore col rovescio È arrivato in buon punto. della mano.) Dio! che caldo!… O luigi, Il Tinca ancora una passata. (Alzando il bicchiere.) In questo vino affogo i tristi pensieri. Luigi Bevo al padrone! (Indicando Giorgetta che reca la brocca del vino e i Viva! bicchieri.) (Beve. Giorgetta torna a mescere.) Eccola la passata!… Ragazzi, si beve! Grazie! Grazie! 20
l’unico mio piacer (Luigi e Giorgetta si staccano. Luigi getta qualche sta qui in fondo al bicchier! moneta al suonatore, poi assieme agli altri s’avvia verso la stiva, mentre Michele procede verso Luigi Giorgetta.) (Al suonatore.) Ei, là! Professore! Attacca! Giorgetta (Agli amici.) (Dopo essersi ricomposta e ravviati i capelli, Sentirete che artista! s’avvicina a Michele, con stentata naturalezza.) Dunque, che cosa credi? Partiremo Giorgetta la settimana prossima? Io capisco una musica sola: quella che fa ballare. Michele (Vagamente.) Il Tinca Vedremo. (Offrendosi.) (Da lontano il sibilo d’una sirena.) Ma sicuro! Ai suoi ordini sempre, e gamba buona! Giorgetta Il Talpa e il Tinca restano? Giorgetta (Ridendo.) Michele To’! Vi prendo in parola. Resterà anche luigi. Il Tinca Giorgetta (Lusingatissimo.) Ieri non lo pensavi. Ballo con la padrona! (Si ride. Ma si ride anche di più perché il Tinca Michele non riesce a prendere il passo e a mettersi d’accordo con Giorgetta.) Ed oggi, penso. Luigi Venditore di canzonette la musica e la danza van d’accordo. (Lontano.) (Al Tinca.) Chi la vuole l’ultima canzonetta?… Sembra che tu pulisca il pavimento! Chi la vuole?… Giorgetta Giorgetta Ahi! mi hai pestato un piede! (Avvicinandosi.) Perché? Luigi (Allontanando il Tinca con una spinta e Michele sostituendolo.) Perché non voglio Va’! lascia! Son qua io! ch’egli crepi di fame. (E serra Giorgetta fra le braccia. Essa s’abbandona languidamente. La danza continua mentre dalla Giorgetta stiva appare Michele.) Quello s’arrangia sempre. Il Talpa Michele (Con rapida mossa.) lo so: s’arrangia, è vero. Ed è per questo Ragazzi, c’è il padrone! che non conclude nulla. 21
Giorgetta per amore si morì… (Seccata.) È la storia di Mimì!…” Con te non si sa mai chi fa male o fa bene! Giorgetta (Che ha sempre scrutato Michele.) Michele O mio uomo, non sei di buon umore! (Semplicemente.) Perché?… Che hai?… Che guardi?… E perché Chi lavora si tiene. [taci?… Giorgetta Michele Già discende la sera… T’ho mai fatto scenate? Oh che rosso tramonto di settembre! Che brivido d’autunno! Giorgetta lo so bene: Il Venditore tu non mi batti! (Più vicino.) Con musica e parole, chi la vuole? Michele Forse lo vorresti? Giorgetta Giorgetta Non sembra un grosso arancio questo sole Ai silenzi talvolta, sì, preferirei che muore nella Senna? lividi di percosse! (Indicando al di là della Senna.) Guarda laggiù la Frugola! la vedi? Michele Cerca di suo marito. Non lo lascia!… (Senza rispondere, risale il barcone.) Michele Giorgetta È giusto. Beve troppo! (Seguendolo con insistenza.) Dimmi almeno che hai! Giorgetta Non lo sai ch’è gelosa? Michele Ma nulla!… Nulla!… Michele (Non risponde.) Venditore (Nel frattempo il cantastorie è apparso sulla strada, “Chi aspettando sa che muore al di la della Senna, seguito da un gruppo di conta ad ore le giornate midinettes che escono da una casa di mode e che si con i battiti del cuore.” fermano ad ascoltarlo.) “Ma l’amante non tornò, e i suoi battiti finì Venditore di canzonette anche il cuore di Mimì!” Chi vuole la canzone? (Il cantore si allontana. Le ragazze, leggendo le parole sui foglietti comperati, sciamano, ripetendo la Le Midinettes strofa. Le loro voci si perdono.) Bene! bene! sì! sì! Giorgetta Venditore Quando siamo a Parigi “Primavera, primavera, io mi sento felice! non cercare più i due amanti là fra l’ombre della sera. Michele Chi ha vissuto per amore Si capisce. 22
Giorgetta La Frugola Perché? Qui c’è una cena! (La Frugola è apparsa sul molo; attraversa la (E ridendo dello stupore di Giorgetta, spiega:) passerella e sale sul barcone. È una figura cenciosa e Cuore di manzo caratteristica. Ha sulle spalle una vecchia sacca per Caporale, gonfia di ogni sorta di roba raccattata.) il mio soriano dal pelo fulvo, La Frugola da l’occhio strano, Eterni innamorati, buona sera. che non ha uguale! Giorgetta Giorgetta O buona sera, Frugola! (Ridendo.) (Michele, dopo di avere salutato con un gesto la Gode di privilegi il tuo soriano! Frugola, entra nella cabina.) La Frugola La Frugola li merita! Vedessi! Il mio uomo È il più bel gatto e il mio più bel romanzo. ha finito il lavoro? Stamattina Quando il mio Talpa è fuori, non ne poteva più dal mal di reni. il soriano mi tiene compagnia. Faceva proprio pena. Insieme noi filiamo i nostri amori Ma l’ho curato io: una buona frizione senza puntigli e senza gelosia. e il mio rum l’ha bevuto la sua schiena! Vuoi saperla la sua filosofia? (Ride rumorosamente, poi getta a terra la sacca e vi Ron ron: meglio padrone fruga dentro con voluttà, cavandone vari oggetti.) in una catapecchia Giorgetta, guarda: pettine fiammante! che servo in un palazzo. Se lo vuoi, te lo dono. Ron ron: meglio cibarsi È quanto di più buono con due fette di cuore ho raccolto in giornata. che logorare il proprio nell’amore! (Il Talpa appare dalla stiva, seguito da Luigi.) Giorgetta (Prendendo il pettine.) Il Talpa Hanno ragione di chiamarti Frugola: To’! guarda la mia vecchia!… Che narravi? tu rovisti ogni angolo ed hai la sacca piena. La Frugola Parlavo con Giorgetta del soriano. La Frugola (Mostrando di mano in mano le cose che nomina.) Michele Qui dentro è un po’ di tutto! (Uscendo dalla cabina, si avvicina a Luigi.) Se tu sapessi – gli oggetti strani O luigi, domani che in questa sacca – sono racchiusi!… si carica del ferro. Ciuffi di piume – velluti e trine, Vieni a darci una mano? stracci, barattoli – vecchie scarpine. Vi son confusi – strane reliquie, Luigi i documenti – di mille amori. Verrò, padrone. Gioie e tormenti – quivi raccolgo senza distinguere – fra il ricco e il volgo! Il Tinca (Venendo dalla stiva seguito dagli altri scaricatori che Giorgetta se ne vanno pel molo, dopo di avere salutato Michele.) E in quel cartoccio? Buona notte a tutti. 23
Il Talpa Il Talpa Hai tanta fretta? (Alla Frugola.) Ce ne andiamo anche noi? Son stanco morto. La Frugola Corri già a ubriacarti? La Frugola Ah! se fossi tua moglie! (Stancamente.) Ah! quando mai potremo Il Tinca comprarci una bicocca? Che fareste? là ci riposeremo. La Frugola Giorgetta Ti pesterei finché non la smettessi È la tua fissazione la campagna! di passare le notti all’osteria. Non ti vergogni? La Frugola (Cantilenando.) Il Tinca Ho sognato una casetta No. Fa bene il vino! con un piccolo orticello. S’affogano i pensieri di rivolta: Quattro muri, stretta stretta, ché se bevo non penso, e due pini per ombrello. e se penso non rido! Il mio vecchio steso al sole, (Michele discende nella stiva.) ai miei piedi Caporale, e aspettar così la morte Luigi ch’è il rimedio d’ogni male! Hai ben ragione; meglio non pensare, piegare il capo ed incurvar la schiena. Giorgetta (Vivamente.) Per noi la vita non ha più valore È ben altro il mio sogno! ed ogni gioia si converte in pena. Son nata nel sobborgo e solo l’aria I sacchi in groppa e giù la testa a terra. di Parigi m’esalta e mi nutrisce! Se guardi in alto, bada alla frustata. Oh! se Michele, un giorno, abbandonasse (Con amarezza.) questa logora vita vagabonda! Il pane lo guadagni col sudore, Non si vive là dentro, fra il letto ed il fornello! e l’ora dell’amore va rubata… Tu avessi visto la mia stanza, un tempo! Va rubata fra spasimi e paure che offuscano l’ebbrezza più divina. La Frugola Tutto è conteso, tutto ci è rapito… Dove abitavi? la giornata è gia buia alla mattina. Hai ben ragione: meglio non pensare. Giorgetta Non lo sai? Il Tinca Segui il mio esempio: bevi. Luigi (Avanzando d’improvviso.) Giorgetta Belleville! Basta! Giorgetta Il Tinca luigi lo conosce! Non parlo più! A domani, ragazzi, e state bene! Luigi (S’incammina e scompare su per il molo.) Anch’io ci sono nato! 24
Giorgetta Il Talpa Come me, l’ha nel sangue! (Che s’è poco interessato dello sfogo di Giorgetta.) Se s’andasse a mangiare?… Luigi (A Luigi.) Non ci si può staccare! Che ne dici? Giorgetta Luigi Bisogna aver provato! Io resto: ho da parlare col padrone. (Con crescente entusiasmo.) Belleville è il nostro suolo e il nostro mondo! Il Talpa Noi non possiamo vivere sull’acqua! Quand’è così, a domani. Bisogna calpestare il marciapiede!… Giorgetta là c’è una casa, là ci sono amici, Miei vecchi, buona notte! festosi incontri, piene confidenze… (Il Talpa e la Frugola s’incamminano canterellando: “Ho sognato una casetta…”. Le loro Luigi voci si perdono.) Ci si conosce tutti! S’è tutti una famiglia! Giorgetta Giorgetta (Sommessa, ma con ardore.) (Continuando.) O luigi! luigi! Al mattino, il lavoro che ci aspetta. (E come Luigi fa l’atto di avvicinarsi, essa con un Alla sera i ritorni in comitiva… gesto lo ferma.) Botteghe che s’accendono Bada a te! Può salir fra un momento! di luci e di lusinghe… Resta pur là, lontano! vetture che s’incrociano, domeniche chiassose, Luigi piccole gite in due Perché dunque inasprisci il tormento? al Bosco di Boulogne! Perché mi chiami invano? Balli all’aperto e intimità amorose!?… È difficile dire cosa sia Giorgetta quest’ansia, questa strana nostalgia… Vibro tutta se penso a iersera, all’ardor dei tuoi baci!… Luigi e Giorgetta (Con esaltazione.) Luigi Ma chi lascia il sobborgo vuol tornare, In quei baci tu sai cosa c’era…. e chi ritorna non si può staccare. Giorgetta C’è là in fondo Parigi che ci grida Sì, mio amore… Ma taci! con mille voci il fascino immortale!… (I due amanti restano per un attimo assorti, la Luigi mano nella mano, come se lo stesso pensiero e la Quale folle paura ti prende? stessa anima li trascinasse. Poi, riprendono istantaneamente la coscienza che gli altri li Giorgetta guardano, e si staccano.) Se ci scopre, è la morte! La Frugola Luigi (Dopo un breve silenzio.) Preferisco morire, alla sorte, Adesso ti capisco: qui la vita è diversa… che ti tiene legata! 25
Giorgetta Michele Ah! se fossimo soli, lontani… A preparare i lumi. Luigi Luigi E sempre uniti!… Buona notte, padrone… Giorgetta Michele E sempre innamorati!… Buona notte. Dimmi che non mi manchi!… (Entra nella cabina.) (Luigi è quasi presso la passerella. Giorgetta lo Luigi raggiunge lentamente. – Il dialogo che segue è Mai! rapido, concitato, sommesso, ma pieno di intensità (E fa l’atto di correre a lei.) amorosa.) Giorgetta Giorgetta (Bruscamente.) Dimmi: perché gli hai chiesto Sta’ attento! di sbarcarti a Rouen? (Infatti Michele risale dalla stiva.) Luigi Michele Perché non posso (A Luigi.) dividerti con lui!… Come? Non sei andato?… Giorgetta Luigi Hai ragione: è un tormento… Padrone, v’ho aspettato, Anch’io ne sono presa, anch’io la sento perché volevo dirvi ben più forte di te questa catena!… quattro parole sole: È un’angoscia, è una pena, intanto ringraziarvi ma quando tu mi prendi, d’avermi tenuto… è più grande il compenso! Poi volevo pregarvi, se lo potete fare, Luigi di portarmi a Rouen Par di rubare insieme qualche cosa alla vita! e là farmi sbarcare… Giorgetta Michele la voluttà è più intensa! A Rouen? Ma sei matto? là non c’è che miseria: Luigi ti troveresti peggio. È la gioia rapita fra spasimi e paure… Luigi Sta bene. Allora resto. Giorgetta In una stretta ansiosa… Michele (Senza rispondere s’avvia verso la cabina.) Luigi Fra grida soffocate… Giorgetta (A Michele.) Giorgetta E adesso dove vai? E parole sommesse… 26
Luigi Giorgetta E baci senza fine! Dunque anche tu lo senti folle il desiderio!… Giorgetta Giuramenti, promesse… Luigi (Con grande intensità.) Luigi Folle di gelosia! D’essere soli noi… Vorrei tenerti stretta come una cosa mia! Giorgetta Vorrei non più soffrire Noi soli, via, lontani!… che un altro ti toccasse, e per sottrarre a tutti Luigi il corpo tuo divino, Noi tutti soli, lontani dal mondo!… te lo giuro, non tremo (Poi sussultando come se avesse sentito dei passi.) a vibrare il coltello, È lui?… e con gocce di sangue fabbricarti un gioiello! Giorgetta (Rassicurandolo.) Giorgetta No… non ancora… (Con improvviso scatto lo spinge via. Poi, sola (Con ardore.) risalendo lentamente e passandosi una mano sulla Dimmi che tornerai fronte.) più tardi… Come è difficile esser felici!… (Ora l’oscurità è completa. Michele, recando i fanali Luigi accesi, viene dalla cabina.) Sì… fra un’ora… Michele Giorgetta Perché non vai a letto? Ascolta: come ieri lascerò la passerella… Giorgetta Sono io che la tolgo… E tu? Hai le scarpe di corda? Michele No… non ancora… Luigi (Un silenzio. – Michele ha collocato i fanali sul (Alzando il piede.) barcone.) Sì… Fai lo stesso segnale? Giorgetta Penso che hai fatto bene a trattenerlo. Giorgetta Si… il fiammifero acceso!… Michele Come tremava sul braccio mio teso Chi mai? la piccola fiammella! Mi pareva d’accendere una stella, Giorgetta fiamma del nostro amore, (Semplicemente.) stella senza tramonto!… luigi. Luigi Michele Io voglio la tua bocca, Forse ho fatto male. voglio le tue carezze! Basteranno due uomini: non c’è molto lavoro. 27
Giorgetta dolcemente, Tinca lo potresti licenziare… lentamente!… beve sempre… e poi sul braccio mio t’addormentavi… Michele Giorgetta S’ubriaca (Come sopra.) per calmare i suoi dolori… Ti supplico, Michele: non dir niente… Ha per moglie una bagascia… Beve per non ucciderla… Michele (Giorgetta non risponde. Ma appare turbata e (Come sopra.) nervosa.) Erano sere come queste… Che hai? Se spirava la brezza, vi raccoglievo insieme nel tabarro Giorgetta come in una carezza… Son tutte queste storie… Sento sulle mie spalle A me non interessano… le vostre teste bionde… Sento le vostre bocche Michele vicino alla mia bocca… (Improvvisamente avvicinandosi a lei con angoscia Ero tanto felice!… e con commozione.) Ora che non c’è più, Perché non m’ami più… Perché non m’ami?… i miei capelli grigi mi sembrano un insulto Giorgetta alla tua gioventù! (Con freddezza.) Ti sbagli… T’amo…Tu sei buono, onesto… Giorgetta (Poi, per troncare.) No… calmati, Michele… Sono stanca… Ora andiamo a dormire… Non reggo…Vieni… Michele (Fissandola.) Michele Tu non dormi!… (Aspro.) Ma non puoi dormire! Giorgetta Sai pure che non devi addormentarti! lo sai perché non dormo… E poi… là dentro soffoco… Non posso! Giorgetta (Atterrita.) Michele Perché mi dici questo? Ora le notti sono tanto fresche… E l’anno scorso là in quel nero guscio Michele eravamo pur tre… c’era il lettuccio Non so bene… del nostro bimbo… Ma so che è molto tempo che non dormi! (Poi ancora dominandosi e cercando di attirare Giorgetta Giorgetta fra le sue braccia.) (Sconvolta.) Resta vicino a me!… Non ti ricordi Il nostro bimbo!… Taci!… altre notti, altri cieli ed altre lune?… Perché chiudi il tuo cuore? Michele Rammentati le ore (Insistendo, commosso.) che volavano via su questa barca Tu sporgevi la mano, e lo cullavi trascinate dall’onda!… 28
Giorgetta (Da una caserma suona il silenzio.) Meglio non ricordare… (Michele ha preso il tabarro e se n’è avvolte le Oggi è malinconia… spalle, e, appoggiato al timone del barcone, contempla fissamente la Senna che scorre Michele silenziosamente.) Ritorna come allora… ritorna ancora mia! Michele quando anche tu m’amavi (Lentamente, cautamente, si avvicina alla cabina. e ardentemente, Tende l’orecchio. Dice:) e mi cercavi Nulla!… Silenzio!… e mi baciavi… (Strisciando verso la parete e spiando nell’interno.) ed i primi chiarori del mattino È là!… Non s’è spogliata… risvegliavan due corpi ancora stretti non dorme… Aspetta… nell’amplesso divino! (Con un brivido.) Resta vicino a me! la notte è bella!… Chi?… Che cosa aspetta?… (Risalendo, cupo, tutto chiuso nel suo dubbio.) Giorgetta Chi?… Chi?… Forse il “mio” sonno!… (Dal centro del barcone – con dolore.) Che vuoi! S’invecchia! Non son più la stessa. Chi l’ha trasformata? Tu pure sei cambiato… Diffidi… Ma che credi? Qual ombra maledetta è discesa fra noi?… Chi l’ha insidiata? Michele (E riandando col pensiero ai suoi uomini.) Non so nemmeno io! Il Talpa?… Troppo vecchio!… Il Tinca forse? No… no… non pensa…beve. E dunque chi? Giorgetta luigi?… no… se proprio questa sera (Per tagliar corto.) voleva abbandonarmi… e m’ha fatto preghiera Buona notte, Michele… Ho tanto sonno… di sbarcarlo a Rouen!… Ma chi dunque?… Chi dunque?… Chi sarà?… Michele Ah!… Squarciare le tenebre!… Vedere!… (Con un sospiro.) E serrarlo così, fra le mie mani! E allor va’ pure…Ti raggiungo… E gridargli: Sei tu!… Sei tu!… Il tuo volto livido, sorrideva alla mia pena! Giorgetta Su!… Dividi con me questa catena!… Buona notte! Accomuna la tua con la mia sorte… giù insiem nel gorgo più profondo!… Michele la pace è nella morte! (Cerca di baciarla, ma Giorgetta si schermisce e (S’accascia sfibrato. Macchinalmente leva di tasca s’avvia. Michele guardandola allontanarsi, la pipa e l’accende. Alla luce del fiammifero Luigi mormora cupamente:) cautamente attraversa la passerella e balza sul Sgualdrina! barcone. Michele vede l’ombra, sussulta, si mette in (Sulla strada due ombre d’amanti passano.) agguato; riconosce Luigi e di colpo si precipita – Bocca di rosa fresca… afferrandolo per la gola.) – E baci di rugiada… – O labbra profumate… Michele – O profumata sera… T’ho colto! – C’è la luna che illumina la strada… – la luna che ci spia… Luigi – A domani, mio amore… (Dibattendosi.) – Domani, amante mia! Sangue di Dio! Son preso! 29
Michele Luigi Non gridare! (Più debole ancora.) Che venivi a cercare? l’amo! Volevi la tua amante? Michele Luigi (Stringendolo furiosamente.) Non è vero! Ancora! Michele Luigi Mentisci! (Rantolando.) Confessa! la tua amante! l’amo!… Ah!… (E resta aggrappato a Michele in una contorsione Luigi di morte. (Tentando di levare il coltello.) Dall’interno della cabina la voce di Giorgetta Ah! perdio! chiama: “Michele?…”. Un silenzio. Michele sente, e rapidissimo siede e ravvolge il tabarro sopra il Michele cadavere aggrappato a lui. (Serrandogli il braccio.) Giorgetta appare sulla porta, indagando con lo Giù il coltello! sguardo smarrito.) Non mi sfuggi, canaglia! Anima di forzato!… Verme! Giorgetta Volevi andare giù, a Rouen, non è vero? (A mezza voce.) Morto ci andrai! Nel fiume! Ho paura, Michele… (Poi, vedendo il marito seduto e calmo, rassicurata, Luigi soggiunge: Assassino! Assassino! No… Ho avuto paura… (S’avvicina lentamente a Michele, sempre Michele Confessami che l’ami! guardando intorno con ansia.) Luigi Michele lasciami! (Calmissimo.) Avevo ben ragione: non dovevi dormire… Michele No! Confessa! Giorgetta Infame! Infame!… Infami! (Con sottomissione.) Se confessi, ti lascio! Son presa dal rimorso d’averti dato pena… Luigi Sì… Michele Non è nulla… i tuoi nervi… Michele Ripeti! Giorgetta Ecco… è questo… hai ragione… Luigi Dimmi che mi perdoni… (Con voce fioca.) (Insinuante.) Sì! l’amo! Non mi vuoi più vicina?… Michele Michele Ripeti! Dove?… Nel mio tabarro? 30
Giorgetta Michele Sì… vicina… vicina… (Selvaggiamente.) (Con voce tremante.) Ma talvolta un delitto! Sì… mi dicevi un tempo: Vieni nel mio tabarro!… Vieni!… Vieni! “Tutti quanti portiamo (Si erge terribile, apre il tabarro; il cadavere di un tabarro che asconde Luigi rotola ai piedi di Giorgetta che lancia un qualche volta una gioia, grido terribile e indietreggia con orrore. Ma qualche volta un dolore…” Michele le è sopra, l’afferra, e la trascina, e la piega violentemente contro il volto dell’amante morto.) 31
SUOR ANGELICA Opera in un atto libretto di Giovacchino Forzano Musica di Giacomo Puccini PERSONAGGI Suor Angelica soprano La Zia Principessa contralto La badessa mezzosoprano La Suora Zelatrice mezzosoprano La Maestra delle Novizie mezzosoprano Suor Genovieffa soprano Suor Osmina soprano Suor Dolcina soprano La Suora Infermiera mezzosoprano Le Cercatrici soprani Le Novizie soprani Le Converse soprano e mezzosoprano l’azione si svolge in un monastero sul finire del 1600.
Leopoldo Metlicovitz, manifesto per Suor Angelica (1919).
Il soggetto la vicenda è ambientata in un monastero, verso la fine del Seicento; qui suor Ange- lica, sette anni prima, ha preso il velo per fuggire il mondo dopo aver dato alla luce un figlio illegittimo. Alcune suore si affrettano in chiesa per la preghiera della sera; due Converse sono in ritardo, e con loro anche suor Angelica, che prima di entrare in chiesa fa l’atto di penitenza. Terminate le preghiere e prima della ricreazione, la suora zelatrice distribuisce le punizioni: alle due Converse che non hanno fatto l’atto di penitenza per il ritardo, a suor lucilla che ha riso in chiesa, a suor Osmina che teneva due rose nascoste nelle maniche. Ora le suore si avvicinano alla fontana, e osservano con gioia, come fosse un miracolo, il raggio di sole che illumina l’acqua, evento che si verifica soltanto tre volte l’anno. Decidono di portare un secchio di quell’acqua dorata alla tomba di suor Bianca Rosa, che certamente lo desidera; a loro, invece, non è permesso avere desideri. Ma suor Genovieffa confessa candidamente che le piacerebbe stringere ancora una volta fra le braccia un agnellino, mentre suor Dolcina non sa resistere alla tentazione della gola. E suor Angelica? lei nega di avere desideri, ma le altre suore non ne sono convinte, e parlottano tra loro, certe che la compagna nutra un gran desiderio di rivedere i suoi nobili parenti, che da sette anni non hanno più dato notizia di sé. A interrompere il chiacchiericcio delle suore giunge improvvisamente la sorella Infermiera, che chiede a suor Angelica un rimedio per suor Chiara, punta da una vespa. Suor Angelica trova il rimedio fra le piante che le sono affidate, e lo dà all’Infermiera, mentre giungono con un ciuchino le due suore Cercatrici. Esse vengono subito circondate, e distribuiscono quello che hanno rac- colto in elemosina; una di loro chiede se c’è qualcuno in parlatorio, poiché entrando ha notato una ricca carrozza ferma davanti alla porta del monastero. Suor Angelica si fa attenta: spera ardentemente che la visita sia per lei. Giunge infatti la Badessa, e la chiama in parlatorio: la zia Principessa la vuole incontrare. In preda a una grande emozione, suor Angelica raggiunge la zia che con un atteg- giamento di gelida indifferenza, in previsione dell’imminente matrimonio della sorella minore di Angelica, le ha portato da firmare una pergamena riguardante la divisione del patrimonio di famiglia. Con chi si sposerà la sorella? chiede suor Ange- lica. Sposerà chi per amore – risponde la zia – ha perdonato la grave colpa con cui Angelica ha macchiato l’onore della famiglia. Suor Angelica ha un moto di ribellione davanti all’inesorabile severità della zia, riafferma la sua volontà di espiazione, ma ha tuttavia un desiderio: avere notizie del figlio, che ha visto solo al momento della nascita, e di cui da sette anni non ha alcuna notizia. Dopo alcuni istanti di silenzio, la zia Principessa la informa che il bimbo è morto già da due anni. Suor Angelica firma il documento e, impietrita dal dolore, resta sola a invocare il bambino che non potrà più abbracciare. Ritornano le altre suore, e tutte si avviano alle celle per il riposo not- turno. Dopo qualche momento, suor Angelica esce dalla sua cella, e si mette a racco- gliere fiori, con i quali compone una pozione velenosa; quindi, abbracciata alla croce, 35
si prepara a morire, invocando il perdono della Madonna. Sente voci di angeli, e la chiesa si illumina; dalla porta che si apre vede la Regina del conforto che le spinge incontro un fanciullo biondo, vestito di bianco: è il suo bambino, e suor Angelica muore abbracciandolo. 36
Suor Angelica Il libretto
Giovacchino Forzano in un ritratto fotografico del 1920. 38
ATTO UNICO più grazie vi dirò, sorella in umiltà. L’interno di un monastero. La chiesetta e il chiostro. (Restano in attesa della penitenza mentre la Nel fondo, oltre gli archi di destra,il cimitero; oltre Zelatrice medita.) gli archi di sinistra, l’orto. Nel mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e fiori. Nel fondo a sinistra, La Maestra delle Novizie fra piante di acòro, una fonte il cui getto ricadrà in (Alle due Novizie.) una pila in terra. (Chi arriva tardi in coro si prostri e baci terra.) LA PREGhIERA La Sorella Zelatrice Si apre il velario. (Alle Converse.) Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al Farete venti volte di sopra del getto della fonte. La scena è vuota. la preghiera mentale Le suore sono in chiesa e cantano. per gli afflitti, gli schiavi Due Converse, in ritardo per la preghiera, e per quelli che stanno traversano la scena; si soffermano un istante ad in peccato mortale. ascoltare un cinguettio che scende dai cipressi, quindi entrano in chiesa. Suor Angelica, anch’essa Le Converse in ritardo, esce da destra e si avvia in chiesa, apre Con gioia e con fervore! la porta e fa l’atto di penitenza delle ritardatarie Cristo Signore, che le due Converse non hanno fatto, ossia si Sposo d’Amore, inginocchia e bacia la terra; quindi richiude la io voglio sol piacerti, porta. La preghiera termina. Le monache escono ora e nell’ora dalla chiesa a due per due. La Badessa si sofferma della mia morte. Amen. davanti alla croce. Le monache, passandole innanzi, (Si ritirano compunte sotto gli archi di destra.) fanno atto di reverenza. La Badessa le benedice, quindi si ritira a sinistra. La Sorella Zelatrice Le Suore restano unite formando, a piccoli gruppi, (A Suor Lucilla.) una specie di semicerchio. La Sorella Zelatrice Suor lucilla, il lavoro. Ritiratevi viene nel mezzo. e osservate il silenzio. (Suor Lucilla si avvia sotto gli archi di destra, prende la rocca che è sopra una panca e si mette a LE PUNIZIONI filare.) La Sorella Zelatrice La Maestra delle Novizie (Alle due Converse.) (Alle Novizie.) Sorelle in umiltà, (Perché stasera in coro mancaste alla quindèna, ha riso e fatto ridere.) ed anche Suor Angelica, che però fece contrizione piena. La Sorella Zelatrice Invece voi, sorelle, (A Suor Osmina.) peccaste in distrazione Voi, Suor Osmina, in chiesa e avete perso un giorno di quindèna! tenevate nascoste nelle maniche due rose scarlattine. Le Converse M’accuso della colpa Suor Osmina e invoco una gran pena, (Indocile.) e più grave sarà, Non è vero! 39
La Sorella Zelatrice Una Novizia (Severa ma senza asprezza.) Maestra, vi domando Sorella, entrate in cella. licenza di parlare. (Suor Osmina scuote le spalle.) Non tardate! la Vergine vi guarda! La Maestra delle Novizie (Suor Osmina si avvia senza far parola. Le Suore Sempre per laudare la seguono con lo sguardo fino a che non è le cose sante e belle. scomparsa nella sua cella e mormorano: “Regina Virginum, ora pro ea”.) La Novizia Qual grazia della Vergine rallegra le sorelle? LA RICREAZIONE La Maestra delle Novizie La Sorella Zelatrice un segno risplendente Ed or, sorelle in gioia, della bontà di Dio! poiché piace al Signore Per tre sere dell’anno solamente, e per tornare all’uscire dal coro, più allegramente Dio ci concede di vedere il sole a faticare che batte sulla fonte e la fa d’oro. per amor Suo, ricreatevi! La Novizia E le altre sere? Le Suore Amen! La Maestra delle Novizie (Le figure bianche delle Suore si sparpagliano per il O usciamo troppo presto e il sole è alto, chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica zappetta la o troppo tardi e il sole è tramontato. terra e innaffia l’erbe e i fiori.) Alcune Suore Suor Genovieffa (Con un accento di grande malinconia.) (Gaiamente.) – un altr’anno è passato!… Oh sorelle! Sorelle! – È passato un altr’anno!… Poiché il Signore vuole, ......................... io voglio rivelarvi – E una sorella manca!… che una spera di sole ......................... è entrata in clausura! ......................... Guardate dove batte, ......................... là, là fra la verzura! (Le Suore, assorte, sembrano rievocare l’immagine Il sole è sull’acòro! della sorella che non è più.) Comincian le tre sere della fontana d’oro! Suor Genovieffa (Improvvisamente, con accento ingenuo e quasi lieto.) Alcune Suore O sorelle in pio lavoro, – È vero, fra un istante quando il getto s’è indorato, vedrem l’acqua dorata! non sarebbe ben portato – E per due sere ancora! un secchiello d’acqua d’oro – È maggio! È maggio! sulla tomba a Bianca Rosa? – È il bel sorriso di Nostra Signora che viene con quel raggio. Le Suore – Regina di Clemenza, grazie! Sì, la suora che riposa – Grazie! lo desidera di certo! 40
Suor Angelica Suor Dolcina I desideri sono i fior dei vivi, (Grassottella e rubiconda.) non fioriscon nel regno delle morte, Ho un desiderio anch’io! perché la Madre Vergine soccorre, e in Sua benignità Le suore liberamente al desiar precorre; – Sorella, li sappiamo prima che un desiderio sia fiorito i vostri desideri!… la Madre delle Madri l’ha esaudito. – Qualche boccone buono! O sorella, la morte è vita bella! – Della frutta gustosa! – la gola è colpa grave!… La Sorella Zelatrice (Alle Novizie.) Noi non possiamo (È golosa! È golosa!…) nemmen da vive avere desideri. (Suor Dolcina resta mortificata e interdetta.) Suor Genovieffa Suor Genovieffa Se son leggeri e candidi, perché? (A Suor Angelica che sta annaffiando i fiori.) Voi non avete un desiderio? Suor Angelica, e voi avete desideri? La Sorella Zelatrice Io no! Suor Angelica (Volgendosi verso le suore.) Un’altra …Io?… no, sorella mia. Ed io nemmeno! (Si volge ancora ai fiori.) Un’altra Le Suore Io no! (Facendo gruppo dalla parte opposta a Suor Angelica. A bassa voce.) Una Novizia – Che Gesù la perdoni, (Timorosa.) ha detto una bugia! Io no! – Ha detto una bugia! Suor Genovieffa Una Novizia Io sì. (Avvicinandosi, curiosa.) E lo confesso: Perché? (Volge lo sguardo in alto.) Soave Signor mio, Alcune suore tu sai che prima d’ora (Piano.) nel mondo ero pastora… – Noi lo sappiamo, Da cinqu’anni non vedo un agnellino; ha un grande desiderio! Signore, ti rincresco – Vorrebbe aver notizie se dico che desidero della famiglia sua! vederne uno piccino, – Sono più di sett’anni, poterlo carezzare, da quando è in monasterio, toccargli il muso fresco che non ha avuto nuove! e sentirlo belare? – E sembra rassegnata, Se è colpa, t’offerisco ma è tanto tormentata! il Miserere mei. – Nel mondo era ricchissima, Perdonami, Signore, lo disse la Badessa. Tu che sei l’Agnus Dei. – Era nobile! 41
– Nobile! E le direte ancora – Nobile? Principessa! che punture di vespe – la vollero far monaca sono piccole pene; sembra…per punizione! e che non si lamenti, – Perché?… ché a lamentarsi crescono i tormenti. – Perché?… – Mah!? La Sorella Infermiera – Mah!? le saprò riferire. Grazie, sorella, grazie. La Sorella Infermiera (Accorre affannata.) Suor Angelica Suor Angelica, sentite!… Sono qui per servire. Suor Angelica O sorella infermiera, IL RITORNO DALLA CERCA che cosa accadde, dite! (Dal fondo a sinistra entrano due Suore Cercatrici conducendo un ciuchino carico di roba.) La Sorella Infermiera Suor Chiara, là nell’orto, Le Cercatrici assettava la spalliera laudata Maria! delle rose; all’improvviso tante vespe sono uscite, Tutte l’han pinzata qui nel viso! E sempre sia! Ora è in cella e si lamenta. Le Cercatrici Ah! calmatele, sorella, Buona cerca stasera, il dolor che la tormenta! sorella Dispensiera! (Le Suore si fanno intorno al ciuchino; le Cercatrici Alcune Suore scaricano e consegnano le limosine alla Sorella Poveretta! Poveretta! Dispensiera.) Suor Angelica Una Cercatrice Aspettate, ho un’erba e un fiore! un otre d’olio. (Corre cercando fra i fiori e l’erbe.) Suor Dolcina La Sorella Infermiera (Che non può stare.) Suor Angelica ha sempre una ricetta uh! Buono! buona, fatta coi fiori, sa trovar sempre un’erba benedetta L’altra Cercatrice per calmare i dolori! Nocciòle, sei collane. Suor Angelica Una Cercatrice (Alla Suora Infermiera porgendole alcune erbe.) un panierin di noci. Ecco, questa è calenzòla: col latticcio che ne cola Suor Dolcina le bagnate l’enfiagione; Buone con sale e pane! e con questa, una pozione. Dite a sorella Chiara La Sorella Zelatrice che sarà molto amara (Riprendendola.) ma che le farà bene. Sorella! 42
Una Cercatrice Come, sorella? Come avete detto? Qui farina, una berlina è fuori?… e qui una caciottella Ricca?… Ricca?… Ricca?… che suda ancora latte, buona come una pasta! La Cercatrice un sacchetto di lenti, Da gran signori. dell’uova, burro e basta. Certo aspetta qualcuno che è entrato nel convento Alcune Suore e forse fra un momento Buona cerca stasera, suonerà la campana a parlatorio. sorella Dispensiera! (Una Cercatrice porta via il ciuchino.) Suor Angelica (Con ansia crescente.) L’altra Cercatrice Ah! ditemi, sorella, (A Suor Dolcina.) com’era la berlina? Per voi, sorella ghiotta… Non aveva uno stemma? uno stemma d’avorio?… Suor Dolcina E dentro tappezzata (Felice.) D’una seta turchina un tralcetto di ribes! ricamata in argento?… (Vedendo che le altre si scandalizzano.) Degnatene, sorelle! La Cercatrice (Interdetta.) Una Suora Io non lo so, sorella; (Scherzosamente.) ho veduto soltanto uh! Se ne prendo un chicco la martorio! una berlina… bella! Suor Dolcina Le Suore No, no, prendete! (Osservando Suor Angelica.) Alcune Suore – È diventata bianca… Grazie! – Ora è tutta vermiglia!… (Formano un gruppetto a destra e beccano il ribes, – Poverina! fra risatine discrete.) – È commossa! – Spera che sien persone di famiglia! La Cercatrice (Una campanella rintocca; le suore accorrano da Chi è venuto stasera in parlatorio? ogni parte.) – Vien gente in parlatorio! Alcune Suore – una visita viene! – Nessuno. – Per chi? – Nessuno. – Per chi sarà? – Perché? – Fosse per me! – Per me! La Cercatrice – Fosse mia madre Fuor del portone c’è che ci porta le tortorine bianche! fermata una ricca berlina. – Fosse la mia cugina di campagna che porta il seme di lavanda buono!… Suor Angelica (Suor Genovieffa si avvicina alle compagne e quasi (Volgendosi, come assalita da una improvvisa interrompe queste esclamazioni indicando con un inquietudine.) gesto pietoso Suor Angelica.) 43
Suor Angelica (Suor Angelica, affranta, si curva lentamente in (Volgendo gli occhi al cielo, mormora:) ginocchio e si raccoglie. Le voci delle Suore (O Madre eletta, leggimi nel cuore, arrivano dal cimitero.) volgi per me un sorriso al Salvatore…) (Il gruppo delle Suore si avvicina in silenzio a Voci delle suore Suor Angelica. Suor Genovieffa esce dal gruppo e Requiem aeternam con grande dolcezza:) dona ei, Domine, et lux perpetua Suor Genovieffa luceat ei – Requiescat in pace – Amen. (A Suor Angelica.) O sorella in amore, Suor Angelica noi preghiamo la Stella delle Stelle (Alzando gli occhi.) che la visita, adesso, sia per voi. Madre, sono serena e sottomessa. Suor Angelica La badessa (Commossa.) È venuta a trovarvi Buona sorella, grazie! vostra zia Principessa. (Da sinistra entra la Badessa per chiamare la Suora che dovrà andare al parlatorio. – L’attesa è Suor Angelica viva. – In quell’attimo di silenzio tutte le Suore Ah!… fanno il sacrificio del loro desiderio a pro della sorella in gran pena. – Suor Angelica ha sempre gli La badessa occhi volti al cielo, immobile come se tutta la sua In parlatorio vita fosse sospesa.) si dica quanto vuole ubbidienza, La badessa necessità. (Chiamando.) Ogni parola è udita Suor Angelica! dalla Vergine Pia. (Fa cenno che le Suore si ritirino.) Suor Angelica Le Suore la Vergine m’ascolti e così sia. (Come respirando, finalmente.) Ah!… (Il getto della fonte si è indorato, le Suore LA ZIA PRINCIPESSA riempiono un secchiello d’acqua, si avviano verso il La Badessa si avvia e scompare a sinistra. Suor cimitero e scompaiono.) Angelica si avvia verso gli archi del parlatorio. Guarda ansiosamente verso la porticina. Si ode un Suor Angelica rumore di chiavi. La porta viene aperta in dentro Madre, Madre, parlate! dalla Suora Clavaria che rimarrà a fianco della chi è, Madre… chi è? porta aperta, nella penombra della stanza. Quindi Son sett’anni che aspetto!… si vedrà la Badessa che si sofferma davanti alla Son sett’anni che aspetto una parola… Suora Clavaria. Le due Suore fanno ala e fra le una nuova, uno scritto… due figure bianche, che si curvano lievemente in atto Tutto ho offerto alla Vergine di ossequio, passa una figura nera, severamente in piena espiazione… composta in un naturale atteggiamento di grande dignità aristocratica: la Zia Principessa. Entra. La badessa Cammina lentamente appoggiandosi ad un Offritele anche l’ansia bastoncino di ebano. Si sofferma: getta per un che adesso vi scompone! attimo lo sguardo sulla nipote, freddamente e senza 44
tradire nessuna emozione; Suor Angelica invece alla Sposa la sorellina, vista della zia è presa da grande commozione, ma la piccina? si frena perché le figure della Clavaria e della (Si interrompe; pensa un attimo.) Badessa si profilano ancora nell’ombra. La Piccina?!… Ah!… Son sett’anni!… porticina si richiude. Suor Angelica, commossa, Son passati sett’anni! quasi vacillante va incontro alla Zia, ma la vecchia O sorellina bionda che vai sposa, protende la sinistra come per consentire soltanto o sorellina mia, tu sia felice! all’atto sottomesso del baciamano. Suor Angelica E chi la ingemma? prende la mano che le viene tesa, la porta alle labbra e, mentre la Zia siede, ella cade in ginocchio, senza La Zia Principessa poter parlare. Un attimo di silenzio. Suor Angelica, Chi per amore condonò la colpa con gli occhi pieni di lacrime, non ha mai tolto lo di cui macchiaste il nostro bianco stemma. sguardo dal volto della Zia, uno sguardo pietoso, implorante. La vecchia invece ostentatamente Suor Angelica guarda avanti a sé. Sorella di mia madre, voi siete inesorabile! La Zia Principessa Il Principe Gualtiero vostro padre, La Zia Principessa la Principessa Clara vostra madre, Che dite? E che pensate? quando venti anni or sono Implacata son io? Inesorabile? vennero a morte… Vostra madre invocate (La vecchia si interrompe per farsi il segno della quasi contro di me?… croce.) ......................... mi affidarono i figli ancor fanciulli Di frequente, la sera, e tutto il patrimonio di famiglia. là, nel nostro oratorio, Io dovevo dividerlo io mi raccolgo… quando ciò ritenessi conveniente, e con giustizia piena. Nel silenzio di quei raccoglimenti, È quanto ho fatto. Ecco la pergamena. il mio spirito par che s’allontani Voi potete osservarla, discuterla, firmarla. e s’incontri con quel di vostra madre in colloqui eterei, arcani! Suor Angelica Come è penoso Dopo sett’anni…son davanti a voi… udire i morti dolorare e piangere! Ispiratevi a questo luogo santo… È luogo di clemenza… Quando l’estasi mistica scompare È luogo di pietà… per voi serbata ho una parola sola: espiare! Espiare!… La Zia Principessa Offritela alla Vergine Di penitenza. la mia giustizia! Io debbo rivelarvi la ragione perché addivenni a questa divisione: Suor Angelica vostra sorella Tutto ho offerto alla Vergine…sì…tutto! Anna Viola Ma v’è un’offerta che non posso fare!… anderà sposa. Alla Madre soave delle Madri Suor Angelica non posso offrire di scordar… mio figlio, Sposa?!… mio figlio! Il figlio mio! Sposa la piccola la creatura che mi fu strappata, Anna Viola? che ho veduto e baciato una sol volta! 45
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