Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri

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Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
opera
Stagione teatrale 2019-2020
 TEATRO DANTE ALIGHIERI

Giacomo Puccini

Suor Angelica
Gianni Schicchi
Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
Ministero
                                                      per i beni e le
                                                      attività culturali
                                                      e per il turismo

   Teatro di Tradizione Dante Alighieri

 Stagione d’Opera e Danza
                  2019-2020

 Suor Angelica
Gianni Schicchi
opere in un atto su libretto di Giovacchino Forzano
            musica di Giacomo Puccini

             edizione Casa Ricordi, Milano

               Teatro Alighieri
       venerdì 31 gennaio ore 20.30
      domenica 2 febbraio ore 15.30
Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
Sommario
                                                 Suor Angelica
                                                 La locandina. ................................................................ pag.            5
                                                 Il libretto........................................................................... pag.    6
                                                 Il soggetto....................................................................... pag.       17

                                                 Gianni Schicchi
                                                 La locandina. ................................................................ pag.           19
                                                 Il libretto........................................................................... pag.   20
                                                 Il soggetto....................................................................... pag.       37

                                                 Una momentanea afasia del cuore
                                                 Guido Barbieri a colloquio con
Coordinamento editoriale                         Denis Krief . ................................................................... pag.        39
Cristina Ghirardini
Grafica Ufficio Edizioni
Fondazione Ravenna Manifestazioni
                                                 Puccini e la modernità
                                                 di Marco Guidarini ................................................... pag.                   43
Si ringrazia il Teatro del Giglio di Lucca
per aver messo a disposizione il materiale
editoriale.                                      Il “caso Trittico”:
Foto di scena © Filippo Brancoli Pantera         vitalità della morte e declino della vita
                                                 di Michele Bianchi.................................................... pag.                   45
In copertina, immagini di copertina delle
Edizioni Ricordi.
                                                 “Lanciando la voce”: Gianni Schicchi
A p. 37, William-Adolphe Bouguerau, Dante        e la radio italiana tra il 1925 e il 1940
e Virgilio nell’Inferno con Gianni Schicchi e
Capocchio, 1850, Parigi Musée d’Orsay.           di Danielle Simon...................................................... pag.                  51

A p. 51, una foto di scena di Gianni Schicchi,   I protagonisti .............................................................. pag.            57
1918, White Studios, New York.

L’editore si rende disponibile
per gli eventuali aventi diritto
sul materiale utilizzato.

Stampa Grafiche MDM, Forlì
Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
Suor Angelica
opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano
musica di Giacomo Puccini
edizione Casa Ricordi, Milano

personaggi e interpreti
Suor Angelica Alida Berti
Zia Principessa Isabel De Paoli
Badessa Sandra Mellace
Suora Zelatrice Marina Serpagli
Maestra delle Novizie Lara Leonardi
Suor Genovieffa Antonella Biondo
Suor Osmina Consuelo Gilardoni
Suor Dolcina Janyce Condon
Suora Infermiera Diana Oros
Prima Cercatrice Youngseo Viola Lee
Seconda Cercatrice Francesca Longari
Prima Novizia Zoe Jackson
Seconda Novizia Camilla Jeppeson
Prima Conversa Maila Fulignati
Seconda Conversa Dalila Privitera
Bambino Leonardo Barboni

direttore Marco Guidarini
regia, scene, costumi, luci Denis Krief
assistente regia Pia Di Bitonto
assistente scene e costumi Angela Vasta

Orchestra della Toscana
Coro Ars Lyrica
diretto da Elena Pierini
Coro di voci bianche Ludus Vocalis
diretto da Elisabetta Agostini
assistente alla direzione musicale Andrea Chinaglia
assistente regia Pia Di Bitonto
assistente scene e costumi Angela Vasta
maestri collaboratori Flavio Fiorini, Silvia Gasperini, Arianna Tarantino
maestro alle luci Matteo Ballini
direttore di palcoscenico Guido Pellegrini
creazione suoni campionati Andrea Baggio

capo-macchinista Andrea Natalini macchinista Andrea Vignali
datore luci Tiziano Panichelli elettricista Raffaele Brandani
capo-attrezzista Daniela Giurlani
responsabile sartoria Anna Mugnai sarta Evelina Dario responsabile trucco e parrucco Patrizia Bonicoli
produzione Cristina Tosi segreteria artistica Sara Ricci

nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari
coproduzione Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Alighieri di Ravenna
in collaborazione con Teatro Lirico di Cagliari e Maggio Musicale Fiorentino

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Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
Suor Angelica
                                                                    ATTO UNICO                                                 (Restano in attesa della penitenza mentre la
                                                                                                                               Zelatrice medita.)
                                                                    L’interno di un monastero. La chiesetta e il
                           opera in un atto
                                                                    chiostro. Nel fondo, oltre gli archi di destra,il          La Maestra delle Novizie
                  libretto di Giovacchino Forzano
                                                                    cimitero; oltre gli archi di sinistra, l’orto. Nel         (Alle due Novizie.)
                     musica di Giacomo Puccini                      mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e             (Chi arriva tardi in coro
                                                                    fiori. Nel fondo a sinistra, fra piante di acòro,          si prostri e baci terra.)
                                                                    una fonte il cui getto ricadrà in una pila in terra.
                           PERSONAGGI
                                                                                                                               La Sorella Zelatrice
                                                                                                                               (Alle Converse.)
Suor Angelica                                            soprano    La preghiera                                               Farete venti volte
La Zia Principessa                                      contralto   Si apre il velario.                                        la preghiera mentale
La Badessa                                          mezzosoprano    Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al          per gli afflitti, gli schiavi
La Suora Zelatrice                                  mezzosoprano    di sopra del getto della fonte. La scena è vuota.          e per quelli che stanno
                                                                    Le suore sono in chiesa e cantano.                         in peccato mortale.
La Maestra delle Novizie                            mezzosoprano    Due Converse, in ritardo per la preghiera,
Suor Genovieffa                                          soprano    traversano la scena; si soffermano un istante              Le Converse
Suor Osmina                                              soprano    ad ascoltare un cinguettio che scende dai                  Con gioia e con fervore!
Suor Dolcina                                             soprano    cipressi, quindi entrano in chiesa. Suor Angelica,         Cristo Signore,
La Suora Infermiera                                 mezzosoprano    anch’essa in ritardo, esce da destra e si avvia            Sposo d’Amore,
                                                                    in chiesa, apre la porta e fa l’atto di penitenza          io voglio sol piacerti,
Le Cercatrici                                             soprani   delle ritardatarie che le due Converse non                 ora e nell’ora
Le Novizie                                                soprani   hanno fatto, ossia si inginocchia e bacia la terra;        della mia morte. Amen.
Le Converse                               soprano e mezzosoprano    quindi richiude la porta. La preghiera termina.            (Si ritirano compunte sotto gli archi di destra.)
                                                                    Le monache escono dalla chiesa a due per due.
                                                                    La Badessa si sofferma davanti alla croce. Le              La Sorella Zelatrice
                                                                    monache, passandole innanzi, fanno atto di                 (A Suor Lucilla.)
       L’azione si svolge in un monastero sul finire del 1600.      reverenza. La Badessa le benedice, quindi si               Suor Lucilla, il lavoro. Ritiratevi
                                                                    ritira a sinistra.                                         e osservate il silenzio.
                                                                    Le Suore restano unite formando, a piccoli                 (Suor Lucilla si avvia sotto gli archi di destra,
                                                                    gruppi, una specie di semicerchio. La Sorella              prende la rocca che è sopra una panca e si
                                                                    Zelatrice viene nel mezzo.                                 mette a filare.)

                                                                                                                               La Maestra delle Novizie
                                                                    Le punizioni                                               (Alle Novizie.)
                                                                                                                               (Perché stasera in coro
                                                                    La Sorella Zelatrice                                       ha riso e fatto ridere.)
                                                                    (Alle due Converse.)
                                                                    Sorelle in umiltà,                                         La Sorella Zelatrice
                                                                    mancaste alla quindèna,                                    (A Suor Osmina.)
                                                                    ed anche Suor Angelica,                                    Voi, Suor Osmina, in chiesa
                                                                    che però fece contrizione piena.                           tenevate nascoste nelle maniche
                                                                    Invece voi, sorelle,                                       due rose scarlattine.
                                                                    peccaste in distrazione
                                                                    e avete perso un giorno di quindèna!                       Suor Osmina
                                                                                                                               (Indocile.)
                                                                    Le Converse                                                Non è vero!
                                                                    M’accuso della colpa
                                                                    e invoco una gran pena,                                    La Sorella Zelatrice
                                                                    e più grave sarà,                                          (Severa ma senza asprezza.)
                                                                    più grazie vi dirò,                                                    Sorella, entrate in cella.
                                                                    sorella in umiltà.                                         (Suor Osmina scuote le spalle.)

                                                                                                                           7
Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
Non tardate! La Vergine vi guarda!                     La Maestra delle Novizie                        e in Sua benignità                         – Qualche boccone buono!
(Suor Osmina si avvia senza far parola. Le             Sempre per laudare                              liberamente al desiar precorre;            – Della frutta gustosa!
Suore la seguono con lo sguardo fino a che             le cose sante e belle.                          prima che un desiderio sia fiorito         – La gola è colpa grave!…
non è scomparsa nella sua cella e mormorano:                                                           la Madre delle Madri l’ha esaudito.        (Alle Novizie.)
“Regina Virginum, ora pro ea”.)                        La Novizia                                      O sorella, la morte è vita bella!          (È golosa! È golosa!…)
                                                       Qual grazia della Vergine                                                                  (Suor Dolcina resta mortificata e interdetta.)
                                                       rallegra le sorelle?                            La Sorella Zelatrice
La ricreazione                                                                                         Noi non possiamo                           Suor Genovieffa
                                                       La Maestra delle Novizie                        nemmen da vive avere desideri.             (A Suor Angelica che sta annaffiando i fiori.)
La Sorella Zelatrice                                   Un segno risplendente                                                                      Suor Angelica, e voi
Ed or, sorelle in gioia,                               della bontà di Dio!                             Suor Genovieffa                            avete desideri?
poiché piace al Signore                                Per tre sere dell’anno solamente,               Se son leggeri e candidi, perché?
e per tornare                                          all’uscire dal coro,                            Voi non avete un desiderio?                Suor Angelica
più allegramente                                       Dio ci concede di vedere il sole                                                           (Volgendosi verso le suore.)
                                                       che batte sulla fonte e la fa d’oro.            La Sorella Zelatrice
a faticare                                                                                                                                        …Io?… no, sorella mia.
                                                                                                       				                          Io no!
per amor Suo,                                                                                                                                     (Si volge ancora ai fiori.)
ricreatevi!                                            La Novizia
                                                       E le altre sere?                                Un’altra
                                                                                                       Ed io nemmeno!                             Le Suore
Le Suore                                                                                                                                          (Facendo gruppo dalla parte opposta a Suor
            Amen!                                      La Maestra delle Novizie                                                                   Angelica. A bassa voce.)
                                                                                                       Un’altra
(Le figure bianche delle Suore si sparpagliano         O usciamo troppo presto e il sole è alto,                                                  – Che Gesù la perdoni,
                                                                                                       Io no!
per il chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica       o troppo tardi e il sole è tramontato.                                                     ha detto una bugia!
zappetta la terra e innaffia l’erbe e i fiori.)                                                        Una Novizia                                – Ha detto una bugia!
                                                       Alcune Suore
                                                                                                       (Timorosa.)
Suor Genovieffa                                        (Con un accento di grande malinconia.)                                                     Una Novizia
                                                                                                            Io no!
(Gaiamente.)                                           – Un altr’anno è passato!…                                                                 (Avvicinandosi, curiosa.)
Oh sorelle! Sorelle!                                   – È passato un altr’anno!…                      Suor Genovieffa                            Perché?
Poiché il Signore vuole,                               .........................                                    Io sì.
io voglio rivelarvi                                    – E una sorella manca!…                         E lo confesso:                             Alcune suore
che una spera di sole                                  .........................                       (Volge lo sguardo in alto.)                (Piano.)
è entrata in clausura!                                 .........................                       Soave Signor mio,                                    – Noi lo sappiamo,
Guardate dove batte,                                   .........................                       tu sai che prima d’ora                     ha un grande desiderio!
là, là fra la verzura!                                 (Le Suore, assorte, sembrano rievocare          nel mondo ero pastora…                     – Vorrebbe aver notizie
Il sole è sull’acòro!                                  l’immagine della sorella che non è più.)        Da cinqu’anni non vedo un agnellino;       della famiglia sua!
Comincian le tre sere                                                                                  Signore, ti rincresco                      – Sono più di sett’anni,
della fontana d’oro!                                   Suor Genovieffa                                 se dico che desidero                       da quando è in monasterio,
                                                       (Improvvisamente, con accento ingenuo e quasi   vederne uno piccino,                       che non ha avuto nuove!
Alcune Suore                                           lieto.)                                         poterlo carezzare,                         – E sembra rassegnata,
– È vero, fra un istante                               O sorelle in pio lavoro,                        toccargli il muso fresco                   ma è tanto tormentata!
vedrem l’acqua dorata!                                 quando il getto s’è indorato,                   e sentirlo belare?                         – Nel mondo era ricchissima,
– E per due sere ancora!                               non sarebbe ben portato                         Se è colpa, t’offerisco                    lo disse la Badessa.
			                        – È maggio! È maggio!       un secchiello d’acqua d’oro                     il Miserere mei.                           – Era nobile!
– È il bel sorriso di Nostra Signora                   sulla tomba a Bianca Rosa?                      Perdonami, Signore,                                      – Nobile!
che viene con quel raggio.                                                                             Tu che sei l’Agnus Dei.                    – Nobile? Principessa!
– Regina di Clemenza, grazie!                          Le Suore
                                                                                                                                                  – La vollero far monaca
				                            – Grazie!              Sì, la suora che riposa                         Suor Dolcina                               sembra…per punizione!
                                                       lo desidera di certo!                           (Grassottella e rubiconda.)                – Perché?…
Una Novizia                                                                                            Ho un desiderio anch’io!                                – Perché?…
Maestra, vi domando                                    Suor Angelica
                                                                                                                                                   		                      – Mah!?
licenza di parlare.                                    I desideri sono i fior dei vivi,                Le suore                                   				                           – Mah!?
                                                       non fioriscon nel regno delle morte,            – Sorella, li sappiamo
                                                       perché la Madre Vergine soccorre,               i vostri desideri!…

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Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
La Sorella Infermiera                                  Il ritorno dalla cerca                               Suor Dolcina                                    La Cercatrice
(Accorre affannata.)                                   (Dal fondo a sinistra entrano due Suore Cercatrici   (Felice.)                                       (Interdetta.)
Suor Angelica, sentite!…                               conducendo un ciuchino carico di roba.)              Un tralcetto di ribes!                          Io non lo so, sorella;
                                                                                                            (Vedendo che le altre si scandalizzano.)        ho veduto soltanto
Suor Angelica                                          Le Cercatrici                                        Degnatene, sorelle!                             una berlina… bella!
O sorella infermiera,                                  Laudata Maria!
che cosa accadde, dite!                                                                                     Una Suora                                       Le Suore
                                                       Tutte                                                (Scherzosamente.)                               (Osservando Suor Angelica.)
La Sorella Infermiera                                  		               E sempre sia!                       Uh! Se ne prendo un chicco la martorio!         – È diventata bianca…
Suor Chiara, là nell’orto,                                                                                                                                  – Ora è tutta vermiglia!…
assettava la spalliera                                 Le Cercatrici                                        Suor Dolcina                                    – Poverina!
delle rose; all’improvviso                             Buona cerca stasera,                                 No, no, prendete!                                           – È commossa!
tante vespe sono uscite,                               sorella Dispensiera!                                                                                 – Spera che sien persone di famiglia!
l’han pinzata qui nel viso!                            (Le Suore si fanno intorno al ciuchino; le           Alcune Suore                                    (Una campanella rintocca; le suore accorrano
Ora è in cella e si lamenta.                           Cercatrici scaricano e consegnano le limosine         		                 Grazie!                     da ogni parte.)
Ah! calmatele, sorella,                                alla Sorella Dispensiera.)                           (Formano un gruppetto a destra e beccano il     – Vien gente in parlatorio!
il dolor che la tormenta!                                                                                   ribes, fra risatine discrete.)                  – Una visita viene!
                                                       Una Cercatrice                                                                                       – Per chi?
                                                       Un otre d’olio.                                      La Cercatrice                                              – Per chi sarà?
Alcune Suore
                                                                                                            Chi è venuto stasera in parlatorio?             – Fosse per me!
Poveretta! Poveretta!
                                                       Suor Dolcina                                                                                         		                – Per me!
                                                       (Che non può stare.)                                 Alcune Suore                                    – Fosse mia madre
Suor Angelica
                                                                    Uh! Buono!                              – Nessuno.                                      che ci porta le tortorine bianche!
Aspettate, ho un’erba e un fiore!
                                                                                                                     – Nessuno.                             – Fosse la mia cugina di campagna
(Corre cercando fra i fiori e l’erbe.)
                                                       L’altra Cercatrice                                   			                – Perché?                    che porta il seme di lavanda buono!…
                                                       Nocciòle, sei collane.                                                                               (Suor Genovieffa si avvicina alle compagne
La Sorella Infermiera                                                                                       La Cercatrice
Suor Angelica ha sempre una ricetta                                                                                                                         e quasi interrompe queste esclamazioni
                                                       Una Cercatrice                                       Fuor del portone c’è                            indicando con un gesto pietoso Suor Angelica.)
buona, fatta coi fiori,                                Un panierin di noci.                                 fermata una ricca berlina.
sa trovar sempre un’erba benedetta
                                                                                                                                                            Suor Angelica
per calmare i dolori!                                  Suor Dolcina                                         Suor Angelica                                   (Volgendo gli occhi al cielo, mormora:)
                                                       Buone con sale e pane!                               (Volgendosi, come assalita da una improvvisa    (O Madre eletta, leggimi nel cuore,
Suor Angelica                                                                                               inquietudine.)                                  volgi per me un sorriso al Salvatore…)
(Alla Suora Infermiera porgendole alcune erbe.)        La Sorella Zelatrice                                 Come, sorella? Come avete detto?                (Il gruppo delle Suore si avvicina in silenzio a
Ecco, questa è calenzòla:                              (Riprendendola.)                                     Una berlina è fuori?…                           Suor Angelica. Suor Genovieffa esce dal gruppo
col latticcio che ne cola                              Sorella!                                             Ricca?… Ricca?… Ricca?…                         e con grande dolcezza:)
le bagnate l’enfiagione;
e con questa, una pozione.                             Una Cercatrice                                       La Cercatrice                                   Suor Genovieffa
Dite a sorella Chiara                                          Qui farina,                                  Da gran signori.                                (A Suor Angelica.)
che sarà molto amara                                   e qui una caciottella                                Certo aspetta qualcuno                          O sorella in amore,
ma che le farà bene.                                   che suda ancora latte,                               che è entrato nel convento                      noi preghiamo la Stella delle Stelle
E le direte ancora                                     buona come una pasta!                                e forse fra un momento                          che la visita, adesso, sia per voi.
che punture di vespe                                   Un sacchetto di lenti,                               suonerà la campana a parlatorio.
sono piccole pene;                                     dell’uova, burro e basta.                                                                            Suor Angelica
e che non si lamenti,                                                                                       Suor Angelica                                   (Commossa.)
ché a lamentarsi crescono i tormenti.                  Alcune Suore                                         (Con ansia crescente.)                          Buona sorella, grazie!
                                                       Buona cerca stasera,                                 Ah! ditemi, sorella,                            (Da sinistra entra la Badessa per chiamare la
La Sorella Infermiera                                  sorella Dispensiera!                                 com’era la berlina?                             Suora che dovrà andare al parlatorio. – L’attesa
Le saprò riferire.                                     (Una Cercatrice porta via il ciuchino.)              Non aveva uno stemma?                           è viva. – In quell’attimo di silenzio tutte le Suore
Grazie, sorella, grazie.                                                                                    Uno stemma d’avorio?…                           fanno il sacrificio del loro desiderio a pro della
                                                       L’altra Cercatrice                                   E dentro tappezzata                             sorella in gran pena. – Suor Angelica ha sempre
Suor Angelica                                          (A Suor Dolcina.)                                    D’una seta turchina                             gli occhi volti al cielo, immobile come se tutta la
Sono qui per servire.                                  Per voi, sorella ghiotta…                            ricamata in argento?…                           sua vita fosse sospesa.)

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Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
La Badessa                                              Suor Angelica                                          Suor Angelica                                 per voi serbata ho una parola sola:
(Chiamando.)                                            La Vergine m’ascolti e così sia.                       Dopo sett’anni…son davanti a voi…             espiare! Espiare!…
Suor Angelica!                                                                                                 Ispiratevi a questo luogo santo…              Offritela alla Vergine
(Fa cenno che le Suore si ritirino.)                                                                           È luogo di clemenza…                          la mia giustizia!
                                                        La Zia Principessa                                     È luogo di pietà…
Le Suore                                                La Badessa si avvia e scompare a sinistra. Suor                                                      Suor Angelica
(Come respirando, finalmente.)                          Angelica si avvia verso gli archi del parlatorio.      La Zia Principessa                            Tutto ho offerto alla Vergine…sì…tutto!
Ah!…                                                    Guarda ansiosamente verso la porticina. Si ode         		                Di penitenza.               Ma v’è un’offerta che non posso fare!…
(Il getto della fonte si è indorato, le Suore           un rumore di chiavi. La porta viene aperta in          Io debbo rivelarvi la ragione                 Alla Madre soave delle Madri
riempiono un secchiello d’acqua, si avviano             dentro dalla Suora Clavaria che rimarrà a fianco       perché addivenni a questa divisione:          non posso offrire di scordar… mio figlio,
verso il cimitero e scompaiono.)                        della porta aperta, nella penombra della stanza.       vostra sorella                                mio figlio! Il figlio mio!
                                                        Quindi si vedrà la Badessa che si sofferma             Anna Viola                                    La creatura che mi fu strappata,
Suor Angelica                                           davanti alla Suora Clavaria. Le due Suore fanno        anderà sposa.                                 che ho veduto e baciato una sol volta!
Madre, Madre, parlate!                                  ala e fra le due figure bianche, che si curvano                                                      Creatura mia! Creatura mia lontana!
chi è, Madre… chi è?                                    lievemente in atto di ossequio, passa una figura       Suor Angelica                                 È questa la parola
Son sett’anni che aspetto!…                             nera, severamente composta in un naturale              		             Sposa?!…                       che imploro da sett’anni!
Son sett’anni che aspetto una parola…                   atteggiamento di grande dignità aristocratica:         Sposa la piccola                              Parlatemi di lui!
una nuova, uno scritto…                                 la Zia Principessa. Entra. Cammina lentamente          Anna Viola?                                   Com’è, com’è mio figlio?
Tutto ho offerto alla Vergine                           appoggiandosi ad un bastoncino di ebano. Si            Sposa la sorellina,                           Com’è dolce il suo volto?
in piena espiazione…                                    sofferma: getta per un attimo lo sguardo sulla         la piccina?                                   Come sono i suoi occhi?
                                                        nipote, freddamente e senza tradire nessuna            (Si interrompe; pensa un attimo.)             Parlatemi di lui,
La Badessa                                              emozione; Suor Angelica invece alla vista della        Piccina?!… Ah!… Son sett’anni!…               di mio figlio… mio figlio!
Offritele anche l’ansia                                 Zia è presa da grande commozione, ma si frena          Son passati sett’anni!                        (Un silenzio: la vecchia tace, guardando la
che adesso vi scompone!                                 perché le figure della Clavaria e della Badessa        O sorellina bionda che vai sposa,             madre in angoscia.)
(Suor Angelica, affranta, si curva lentamente           si profilano ancora nell’ombra. La porticina           o sorellina mia, tu sia felice!               Perché tacete?
in ginocchio e si raccoglie. Le voci delle Suore        si richiude. Suor Angelica, commossa, quasi            E chi la ingemma?                             Perché tacete?
arrivano dal cimitero.)                                 vacillante va incontro alla Zia, ma la vecchia                                                       .........................
                                                        protende la sinistra come per consentire               La Zia Principessa                            Un altro istante di questo silenzio
Voci delle suore                                        soltanto all’atto sottomesso del baciamano.            Chi per amore condonò la colpa                e vi dannate per l’eternità!
Requiem aeternam                                        Suor Angelica prende la mano che le viene tesa,        di cui macchiaste il nostro bianco stemma.    La Vergine vi ascolta e Lei vi giudica!
dona ei, Domine,                                        la porta alle labbra e, mentre la Zia siede, ella
et lux perpetua                                         cade in ginocchio, senza poter parlare. Un attimo      Suor Angelica                                 La Zia Principessa
luceat ei – Requiescat in pace – Amen.                  di silenzio. Suor Angelica, con gli occhi pieni di     Sorella di mia madre,                         Or son due anni
                                                        lacrime, non ha mai tolto lo sguardo dal volto della   voi siete inesorabile!                        venne colpito
Suor Angelica                                           Zia, uno sguardo pietoso, implorante. La vecchia                                                     da fiero morbo…
(Alzando gli occhi.)                                    invece ostentatamente guarda avanti a sé.              La Zia Principessa                            Tutto fu fatto per salvarlo.
Madre, sono serena e sottomessa.                                                                               Che dite? E che pensate?
                                                        La Zia Principessa                                     Implacata son io? Inesorabile?                Suor Angelica
La Badessa                                              Il Principe Gualtiero vostro padre,                    Vostra madre invocate                         			                         È morto?
È venuta a trovarvi                                     la Principessa Clara vostra madre,                     quasi contro di me?…                          (La zia curva il capo e tace.)
vostra zia Principessa.                                 quando venti anni or sono                              .........................                     Ah!
                                                        vennero a morte…                                       Di frequente, la sera,
Suor Angelica                                           (La vecchia si interrompe per farsi il segno della     là, nel nostro oratorio,                      Suor Angelica, con un grido, cade di schianto
Ah!…                                                    croce.)                                                io mi raccolgo…                               in terra, in avanti, col volto sulle mani. La Zia si
                                                        mi affidarono i figli ancor fanciulli                                                                alza come per soccorrerla credendola svenuta;
La Badessa                                              e tutto il patrimonio di famiglia.                     Nel silenzio di quei raccoglimenti,           ma, al singhiozzare di Suor Angelica, frena il
In parlatorio                                           Io dovevo dividerlo                                    il mio spirito par che s’allontani            suo movimento di pietà; in piedi si volge verso
si dica quanto                                          quando ciò ritenessi conveniente,                      e s’incontri con quel di vostra madre         un’immagine sacra che è al muro, alla sua destra,
vuole ubbidienza,                                       e con giustizia piena.                                 in colloqui eterei, arcani!                   e con le due mani appoggiate al bastoncino di
necessità.                                              È quanto ho fatto. Ecco la pergamena.                  Come è penoso                                 ebano, con la testa curva, in silenzio, prega.
Ogni parola è udita                                     Voi potete osservarla, discuterla, firmarla.           udire i morti dolorare e piangere!            Il pianto di Suor Angelica continua soffocato e
dalla Vergine Pia.                                                                                             Quando l’estasi mistica scompare              straziante. – Nel parlatorio è già la semioscurità

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Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
della sera. Si ode la porta aprirsi. Suor Angelica       e si avviano verso Suor Angelica che è come in           Ed ora a te, cicuta viperina!…                             O Madonna, salvami!
si solleva restando sempre in ginocchio e col            estasi. Il gruppo delle Suore si avvicina in silenzio.   Mi dici: “Non scordarmi!”                                  Una madre ti prega,
volto coperto. Entra la Suora Clavaria con una           Nella semioscurità sembra che le figure bianche,         No, non ti scordo, vieni ad aiutarmi!                      una madre t’implora…
lucernina accesa che pone sul tavolo. La Zia             camminando, non tocchino terra.)                         (Volgendosi e stringendo i fiori al petto.)                O Madonna, salvami!
Principessa parla alla Suora. La Suora esce                                                                       E siate benedetti, amici fiori,                            (Già le sembra udire le voci degli angeli
e ritorna con la Badessa recando in mano                 Le Suore                                                 che consolate tutti i miei dolori!                         imploranti per lei la Madre delle Madri.)
una tavoletta, un calamaio e una penna. Suor             Sarete contenta, sorella,                                (Fa un pugnello delle erbe e dei fiori colti e li getta
Angelica ode entrare le due suore, si volge, vede,       la Vergine ha accolto la prece.                          nella ciotola fumante, guarda un attimo il formarsi        Gli Angeli
comprende; in silenzio si trascina verso il tavolo       Sarete contenta, sorella,                                del veleno, prende la ciotola e la posa a piè della        O gloriosa virginum
e con mano tremante firma la pergamena.                  la Vergine ha fatto la grazia.                           croce; quindi si volge a destra verso le cellette.)        sublimis inter sidera,
Quindi si allontana di nuovo e si ricopre il             (Suor Angelica si leva come in preda ad                  Addio, buone sorelle, addio, addio!                        qui te creavit, parvulum,
volto con le mani. Le due Suore escono. La               un’esaltazione mistica.)                                 Io vi lascio per sempre.                                   Lactente nutris ubere.
Zia Principessa prende la pergamena, fa per                                                                       M’ha chiamata mio figlio!                                  quod Heva tristis abstulit
andare verso la nipote, ma al suo avvicinarsi            Suor Angelica                                            Dentro un raggio di stelle                                 tu reddis almo germine:
Suor Angelica fa un leggero movimento con                La grazia è discesa, dal cielo                           m’è apparso il suo sorriso,                                intrent ut astra flebiles
tutta la persona come per ritrarsi. Allora la Zia        già tutta, già tutta m’accende,                          m’ha detto: Mamma, vieni in Paradiso!                      coeli recludis cardines.
procede verso la porta, batte col bastoncino;            risplende! risplende! risplende!                         Addio! Addio!                                              (Suor Angelica vede il miracolo compiersi: la
la Clavaria apre, prende il lume, va avanti. La          Già vedo, sorelle, la meta…                                                                                         chiesetta sfolgora di mistica luce, la porta si
                                                                                                                  Addio, chiesetta! In te quanto ho pregato!
Zia Principessa la segue. Di sulla soglia volge          Sorelle, son lieta! son lieta!                                                                                      apre: apparisce la Regina del conforto, solenne,
                                                                                                                  Buona accoglievi preghiere e pianti.
uno sguardo alla nipote. Esce. Scompare. – La            Cantiamo! Già in cielo si canta…                                                                                    dolcissima e, avanti a Lei, un bimbo biondo,
                                                                                                                  È discesa la grazia benedetta!
porta si richiude. La sera è calata; nel cimitero le     Lodiamo la Vergine Santa!                                                                                           tutto bianco…)
                                                                                                                  Muoio per lui e in ciel lo rivedrò!
Suore vanno accendendo i lumini sulle tombe.
                                                                                                                  (Esaltata, abbraccia la croce, la bacia, si
                                                         Tutte                                                                                                               Suor Angelica
                                                                                                                  curva rapidamente, prende la ciotola, si volge
                                                         Lodiamo la Vergine Santa!                                                                                           Ah!…
                                                                                                                  verso la chiesa e guardando al cielo beve il
La grazia                                                (Si ode dal fondo a destra il segnale delle                                                                         (La Vergine sospinge, con dolce gesto, il bimbo
                                                                                                                  veleno. Quindi si appoggia ad un cipresso
                                                         tavolette. Le Suore si avviano verso l’arcata di                                                                    verso la moribonda…)
                                                                                                                  e comprimendosi il petto con la sinistra e
Suor Angelica                                            destra e la teoria bianca scompare nelle celle.)
                                                                                                                  abbandonando lentamente il braccio destro
(Rimasta sola.)                                                                                                                                                              Suor Angelica
                                                                                                                  lascia cadere la ciotola a terra. – L’atto del
Senza mamma,                                             La voce di Angelica                                                                                                 Ah!…
                                                                                                                  suicidio ormai compiuto sembra la tolga dalla
bimbo, tu sei morto!                                     La grazia è discesa dal ciel!…                                                                                      (Muore.)
                                                                                                                  esaltazione a cui era in preda e la riconduca
Le tue labbra,                                           (La notte avvolge il chiostro. Sulla chiesetta si
                                                                                                                  alla verità. Un rapido silenzio. Il suo volto
senza i baci miei,                                       va illuminando a poco a poco una scintillante
                                                                                                                  prima sereno e sorridente si atteggia in una
scoloriron                                               cupola di stelle. La luna dà sui cipressi.
                                                                                                                  espressione angosciosa come se una rivelazione
fredde, fredde!                                          .........................
                                                                                                                  improvvisa e tremenda le fosse apparsa. – Le
E chiudesti,                                             Si apre una cella: esce Suor Angelica.)
                                                                                                                  nubi coprono adesso la luna e le stelle; la scena
bimbo, gli occhi belli!
                                                                                                                  è oscura. – Si leva un grido disperato:)
Non potendo                                              Suor Angelica
carezzarmi,                                              (Ha in mano una ciotola di terracotta che posa
le manine                                                a pie’ di un cipresso; raccoglie un fastelletto di
                                                                                                                  Il miracolo
componesti in croce!                                     sterpi e rami, raduna dei sassi a mo’ d’alari e vi
E tu sei morto                                           depone il fastelletto; va alla fonte e riempie la
                                                                                                                  Suor Angelica
senza sapere                                             ciotola d’acqua: accende con l’acciarino il fuoco
                                                                                                                  Ah! Son dannata!
quanto t’amava                                           e vi mette su la ciotola. – Quindi si avvia verso la
                                                                                                                  Mi son data la morte!
questa tua mamma!                                        fiorita.)
                                                                                                                  Io muoio in peccato mortale!
Ora che tutto sai,                                       Amici fiori, voi mi compensate
                                                                                                                  (Si getta disperatamente in ginocchio.)
angelo bello, dimmi                                      di tutte le premure mie amorose!
                                                                                                                  O Madonna, Madonna,
quando potrò volar con te nel cielo?                     (Come chiamando per nome il fiore e l’erba che
                                                                                                                  per amor di mio figlio
Quando potrò vederti? Dimmi! Dimmi!…                     coglie.)
                                                                                                                  smarrita ho la ragione!
Quando potrò baciarti?                                   Vieni, oleandro.
                                                                                                                  non mi fare morire in dannazione!
Baciarti!… Amor mio santo!!                              Pruno lauro, ove sei?…
                                                         Atropo bello, vieni!…                                    Dammi un segno di grazia!
(I lumi del cimitero sono tutti accesi: il chiostro è
                                                                                                                  Dammi un segno di grazia!
ormai quasi oscuro. Le Suore escono dal cimitero

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Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
Il Soggetto
Un monastero di clausura sul finire del Seicento.
È una sera di primavera e le monache sono in chiesa. Entrano in ritardo due converse,
seguite poi da Suor Angelica che fa l’atto di contrizione baciando la terra prima di varcare
l’uscio. Finita la funzione, le suore escono e, prima che inizi la ricreazione, la suora zelatrice
chiama a penitenza alcune consorelle peccatrici. Improvvisamente la loro attenzione
è attirata dall’acqua della fontana che, sotto l’ultimo raggio del sole, sembra dorata.
Ricordando quanto la sorella Bianca Rosa, morta da poco, amasse questo particolare effetto,
decidono di riempire di acqua un secchiello e di portarlo alla sua tomba.
I morti, commenta Angelica, non hanno desideri e ciò fa della morte una vita bella.
I desideri profani sono cose vietate e le sorelle confessano i loro semplici sogni proibiti.
Angelica nega di averne, ma le altre sussurrano che non è vero, che è stata rinchiusa in
convento dalla sua nobile famiglia di cui non ha mai cessato di desiderare notizie.
Vengono interrotte dalla suora infermiera che chiede l’aiuto di Angelica, esperta nell’uso
delle erbe medicinali, per curare una consorella punta dalle vespe. Giungono le sorelle
cercatrici cariche di provviste. Una di esse, incuriosita, chiede chi sia il visitatore con la
magnifica berlina ferma davanti al portone. Le altre rispondono che ancora nessuno si
è presentato, ma Angelica intuisce che la visita è per lei. Infatti, poco dopo, la badessa
le annuncia l’arrivo della Zia Principessa. Questa, alla morte prematura dei genitori di
Angelica, ha avuto in tutela i beni della famiglia e l’educazione dei figli. Ora è giunta al
convento per ottenere il consenso della nipote sulla divisione patrimoniale da farsi in
occasione del matrimonio della sorella minore di Angelica.
Quando Angelica chiede il nome dello sposo, la Zia, gelida, risponde che è un uomo che
ha perdonato la vergogna con la quale lei ha macchiato l’onore della famiglia. Angosciata
da questa risposta, Angelica chiede notizie della causa innocente della sua sciagura:
il figlio illegittimo, la cui nascita, sette anni prima, l’ha condannata ad un’esistenza di
espiazione senza fine. La Principessa le comunica con freddezza che il bambino è morto
già da due anni. Straziata, Angelica cade a terra in singhiozzi e poi, ricomponendosi, si
trascina fino al tavolo e firma la pergamena indicatale dalla Zia.

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Gianni Schicchi
Rimasta sola e sconvolta dal dolore, Angelica pensa al figlio morto, che non l’ha mai
conosciuta. Gli parla e gli chiede di intercedere presso la Madonna per permetterle di
raggiungerlo. In un momento di grazia, ella sembra illuminata da una visione mistica e
gioiosa. Scende la notte, Angelica si ritira, come le altre monache, nella sua cella. Ma dopo   opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano
pochi minuti, esce di nuovo nel chiostro, raccoglie nel suo orticello erbe velenose, prepara    musica di Giacomo Puccini
con esse un infuso e lo beve. Recuperando ad un tratto la sua lucidità, si rende conto che      edizione Casa Ricordi, Milano
sarà dannata per essersi tolta volontariamente la vita. Allora implora disperatamente il
perdono per aver smarrito la ragione nel momento estremo del dolore.                            personaggi e interpreti
                                                                                                Gianni Schicchi Marcello Rosiello
Il miracolo si compie. Appare la Vergine, solenne e luminosa, che dolcemente sospinge
                                                                                                Lauretta Francesca Longari
verso la piccola suora moribonda il suo bambino.
                                                                                                Zita Isabel De Paoli
                                                                                                Rinuccio Giuseppe Infantino
                                                                                                Gherardo Santiago Induni
                                                                                                Nella Consuelo Gilardoni
                                                                                                Gherardino Diego Bustacchini
                                                                                                Betto di Signa Maximiliano Medero
                                                                                                Simone Adriano Gramigni
                                                                                                Marco Ricardo Crampton
                                                                                                La Ciesca Antonella Biondo
                                                                                                Maestro Spinelloccio Marco Innamorati
                                                                                                Ser Amantio Michele Pierleoni
                                                                                                Guccio Rosario Grauso
                                                                                                Pinellino Ufuk Aslan
                                                                                                Buoso Donati Ivan Merlo

                                                                                                direttore Marco Guidarini
                                                                                                regia, scene, costumi, luci Denis Krief
                                                                                                assistente regia Pia Di Bitonto
                                                                                                assistente scene e costumi Angela Vasta

                                                                                                Orchestra della Toscana

                                                                                                assistente alla direzione musicale Andrea Chinaglia
                                                                                                assistente regia Pia Di Bitonto
                                                                                                assistente scene e costumi Angela Vasta
                                                                                                maestri collaboratori Flavio Fiorini, Silvia Gasperini, Arianna Tarantino
                                                                                                maestro alle luci Matteo Ballini
                                                                                                direttore di palcoscenico Guido Pellegrini
                                                                                                creazione suoni campionati Andrea Baggio
                                                                                                realizzazione fondale Gino Bruni

                                                                                                capo-macchinista Andrea Natalini macchinista Andrea Vignali
                                                                                                datore luci Tiziano Panichelli elettricista Raffaele Brandani
                                                                                                capo-attrezzista Daniela Giurlani
                                                                                                responsabile sartoria Anna Mugnai sarta Evelina Dario
                                                                                                responsabile trucco e parrucche Patrizia Bonicoli
                                                                                                produzione Cristina Tosi segreteria artistica Sara Ricci

                                                                                                nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca
                                                                                                coproduzione Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Alighieri di Ravenna
                                                                                                in collaborazione con Teatro Lirico di Cagliari e Maggio Musicale Fiorentino

                                             18                                                                                                            19
Gianni Schicchi                                       ATTO UNICO

                                                                    La camera da letto di Buoso Donati.
                                                                                                                               Gherardo e Nella
                                                                                                                               			        Buoso!
                          opera in un atto
                                                                    A sinistra di faccia al pubblico la porta d’ingresso;      Betto
                  libretto di Giocachino Forzano                                                                               O cognato! Cognà…
                                                                    oltre un pianerottolo e la scala; quindi una
                    musica di Giacomo Puccini                       finestra a vetri fino a terra per cui si accede            (È interrotto perché Gherardino butta in terra una
                                                                    al terrazzo con la ringhiera di legno che gira             sedia e i parenti, con la scusa di zittire Gherardino,
                                                                    esternamente la facciata della casa. Nel fondo             fanno un formidabile “sciiii” sul viso a Betto.)
                           PERSONAGGI
                                                                    a sinistra un finestrone da cui si scorge la torre
                                                                    di Arnolfo. Sulla parete di destra una scaletta di         Gherardo
Gianni Schicchi, 50 anni                                 baritono   legno conduce ad un ballatoio su cui trovansi              Io piangerò per giorni e giorni.
Lauretta, 21 anni                                        soprano    uno stipo e una porta. Sotto la scala un’altra             (A Gherardino che si è alzato e lo tira per la
                                                                    porticina. A destra, sul fondo, il letto. Sedie,           veste dicendogli qualche cosa.)
                                                                    cassapanche, stipi sparsi qua e là, un tavolo;             						                          Sciò!
I parenti di Buoso Donati:
                                                                    sopra il tavolo oggetti d’argento.
Zita detta La Vecchia, cugina di Buoso, 60 anni     contralto       Ai lati del letto quattro candelabri con quattro           Nella
Rinuccio, nipote di Zita, 24 anni                      tenore       ceri accesi.Davanti al letto, un candelabro a tre          Giorni? Per mesi!…
Gherardo, nipote di Buoso, 40 anni                     tenore       candele spento. Luce di sole e luce di candele:            (Come sopra.)
Nella, sua moglie, 34 anni                           soprano        sono le nove del mattino. Le sarge del letto,              				               Sciò!
                                                                    semichiuse, lasciano intravedere un drappo rosso           (Gherardino va dalla Vecchia.)
Gherardino, loro figlio, 7 anni                     contralto
                                                                    che ricopre un corpo. I parenti di Buoso sono
Betto di Signa, cognato di Buoso,                                   in ginocchio, con le mani si coprono il volto e            La Ciesca
povero e malvestito, età indefinibile                   basso       stanno molto curvati verso terra. Gherardino è a           Mesi? Per anni ed anni!
Simone, cugino di Buoso, 70 anni                        basso       sinistra vicino alla parete: è seduto in terra, volta
Marco, suo figlio, 45 anni                           baritono       le spalle ai parenti e si diverte a far ruzzolare delle    La Vecchia
                                                                    palline. I parenti sono disposti in semicerchio;           Ti piangerò tutta la vita mia!…
La Ciesca, moglie di Marco, 38 anni             mezzosoprano                                                                   (Allontanando Gherardino, seccata si volge a
                                                                    a sinistra del letto la prima è La Vecchia, poi
                                                                    Rinuccio, Gherardo e Nella, quindi Betto di Signa,         Nella e a Gherardo.)
Maestro Spinelloccio, medico                               basso    nel centro, resta un po’ isolato perché essendo            Portatecelo voi, Gherardo, via!
Ser Amantio di Nicolao, notaro                           baritono   povero, mal vestito e fangoso, è riguardato con            (Gherardo si alza, prende il figliolo per un
Pinellino, calzolaio                                       basso    disprezzo dagli altri parenti; a destra, La Ciesca,        braccio e, a strattoni, lo porta via dalla porticina
                                                                    Marco e Simone che sarà davanti alla Vecchia.              di sinistra.)
Guccio, tintore                                            basso
                                                                    Da questo gruppo parte il sordo brontolio
                                                                    di una preghiera. Il brontolio è interrotto da             Tutti
                                                                    singhiozzi, evidentemente fabbricati tirando               Oh! Buoso, Buoso,
                                                                    su il fiato a strozzo. Quando Betto di Signa si            tutta la vita
               L’azione si svolge nel 1299 in Firenze.              azzarda a singhiozzare, gli altri si sollevano un          piangeremo la tua dipartita!
                                                                    po’, alzano il viso dalle mani e danno a Betto una         (Betto curvandosi a sinistra, mormora qualcosa
                                                                    guardataccia. Durante il brontolio si sentono              all’orecchio di Nella.)
                                                                    esclamazioni soffocate di questo genere:
                                                                                                                               Nella
                                                                    La Vecchia                                                 Ma come? Davvero?
                                                                    Povero Buoso!
                                                                                                                               Betto
                                                                    Simone                                                     Lo dicono a Signa.
                                                                    				            Povero cugino!
                                                                                                                               Rinuccio
                                                                    Rinuccio                                                   (Curvandosi fino a Nella, con voce piangente.)
                                                                    Povero zio!                                                Che dicono a Signa?

                                                                                                                               Nella
                                                                    Marco e La Ciesca
                                                                                                                               Si dice che…
                                                                    Oh! Buoso!
                                                                                                                               (Gli mormora qualcosa all’orecchio.)

                                20                                                                                            21
Rinuccio                                               Simone                                                Simone                                                  La Vecchia
(Con voce naturale.)                                   Lo dicono a Signa????                                 Ah!                                                     		    Se tutto andrà come si spera,
			         Giààààà?!                                                                                        (Tutti si voltano. Betto fa il distratto. Simone        sposa chi vuoi, magari… la versiera!
                                                       Tutti                                                 guarda meglio una pergamena.)
Betto                                                  Lo dicono a Signa!                                         No. Non è!                                         Rinuccio
Lo dicono a Signa.                                     (Un silenzio.Ora i parenti sono, sì, sempre in        (Si riprende la ricerca. Betto agguanta le forbici      (Dà a Zita il testamento.)
                                                       ginocchio, ma bene eretti sul busto.)                 e il sigillo: li striscia al panno della manica dopo    Ah! lo zio mi voleva tanto bene,
La Ciesca                                                                                                    averli rapidamente appannati col fiato, li guarda       m’avrà lasciato con le tasche piene!
(Curvandosi fino a Betto, con voce piangente.)         Gherardo                                              e li mette in tasca. Ora tira al piatto. Ma un falso    (A Gherardino che torna ora in scena.)
Che dicono a Signa?                                    O Simone?                                             allarme della Vecchia fa voltare tutti.)                Corri da Gianni Schicchi,
                                                                                                                                                                     digli che venga qui con la Lauretta;
Betto                                                  La Ciesca                                             La Vecchia                                              c’è Rinuccio di Buoso che l’aspetta!
Si dice che…                                           			       Simone?                                     			             Ah!                                     (Gli dà due monete.)
(Le mormora qualcosa all’orecchio.)                                                                          (Guarda meglio.)                                        A te, due popolini:
                                                       La Vecchia                                            				                No. Non è!                          comprati i confortini!
La Ciesca                                              Parla, tu se’ il più vecchio…                         (Si riprende la ricerca. Betto agguanta anche           (Gherardino corre via. Tutti seguono Zita che
(Con voce naturale.)                                                                                         il piatto e lo mette sotto il vestito tenendolo         va al tavolo. Cerca le forbici per tagliare i nastri
			          Nooooo!?                                  Marco                                                 assicurato col braccio.)                                del rotolo, non trova né forbici né piatto. Guarda
O Marco, lo senti                                      Tu che sei stato podestà a Fucecchio…                                                                         intorno i parenti; Betto fa una fisionomia
che dicono a Signa?                                                                                          Rinuccio                                                incredibile. Zita strappa il nastro con le mani.
Si dice che…                                           La Vecchia                                            						                         Salvàti!                 Apre. Appare una seconda pergamena che
(Gli mormora all’orecchio.)                            Cosa ne pensi?                                        (Legge sul rotolo di pergamena.)                        avvolge ancora il testamento. Zita vi legge
                                                                                                             “Testamento di Buoso Donati.”                           sopra:
Marco                                                  Simone                                                (Tutti accorrono con le mani protese per
			          Eeeeeh?!                                  (Riflette un istante, poi, gravemente:)               prendere il testamento. Ma Rinuccio mette il            La Vecchia
                                                       Se il testamento è in mano d’un notaio,               rotolo di pergamena nella sinistra, protende la         “Ai miei cugini
Betto                                                  chi lo sa?… Forse è un guaio!                                                                                 Zita e Simone!”
                                                                                                             destra come per fermare lo slancio dei parenti e,
Lo dicono a Signa.                                     Se però ce l’avesse                                   mentre tutti sono in un’ansia spasmodica.)
                                                       lasciato in questa stanza,                            Zia, l’ho trovato io!…                                  Simone
La Vecchia                                             guaio pe’ frati, ma per noi: speranza!                Come compenso, dimmi…                                   Povero Buoso!
(Con voce piagnucolosa.)
                                                                                                             Ah! dimmi, se lo zio
Ma insomma possiamo…                                   Tutti                                                 – povero zio! – m’avesse                                La Vecchia
sapere… che diamine dicono a Signa?                    Se il testamento fosse in questa stanza…              lasciato bene bene,                                     Povero Buoso!
                                                       guaio pe’ frati, ma per noi: speranza!                se tra poco si fosse tutti ricchi…
Betto                                                  (Tutti istintivamente si alzano di scatto. Simone e   in un giorno di festa come questo,                      Simone
Ci son delle voci…                                     Nella si dirigono allo stipo nel fondo. La Vecchia,   mi daresti il consenso di sposare                       (In un impeto di riconoscenza accende anche le
dei mezzi discorsi…                                    Marco, Ciesca allo stipo che è sul davanti alla       la Lauretta figliola dello Schicchi?                    tre candele del candelabro spento.)
Dicevan iersera                                        parete di destra; Gherardo torna ora in scena senza   Mi sembrerà più dolce il mio redaggio…                  Tutta la cera
dal Cisti fornaio:                                     il ragazzo e raggiunge Simone e Nella. Rinuccio si    potrei sposarla per Calendimaggio!                      tu devi avere!
“Se Buoso crepa, per i frati è manna!                  dirige verso lo stipo che è in cima alla scala.)                                                              Insino in fondo
Diranno: pancia mia, fatticapanna!…”                                                                         Tutti tranne La Vecchia                                 si deve struggere!
                                                       Rinuccio                                              – Ma sì!                                                Sì! godi, godi!
E un altro: “Sì, sì, sì, nel testamento                (O Lauretta, Lauretta, amore mio,
ha lasciato ogni cosa ad un convento!…”                                                                      – Ma sì!                                                Povero Buoso!
                                                       speriam nel testamento dello zio!)                    – C’è tempo a riparlarne!
                                                       (È una ricerca febbrile. Fruscio di pergamene         – Qua, presto il testamento!                            Tutti
Simone                                                 buttate all’aria. Betto, scacciato da tutti,
(A metà di questo discorso si è sollevato anche                                                              – Non lo vedi                                           Mormorano
                                                       vagando per la stanza adocchia sul tavolo il          che si sta con le spine sotto i piedi?                  Povero Buoso!
lui ed ha ascoltato.)                                  piatto d’argento col sigillo d’argento e le forbici
Ma che?!?! Chi lo dice?                                                                                                                                              – Se m’avesse lasciato questa casa!
                                                       pure d’argento. Cautamente allunga una mano.          Rinuccio                                                – I mulini di Signa! –
                                                       Ma dal fondo si ode un falso allarme di Simone        Zia!…                                                   					                  – E poi la mula!
Betto                                                  che crede di aver trovato il testamento.)
Lo dicono a Signa.                                                                                                                                                   – Se m’avesse lasciato…

                                                  22                                                                                                                23
La Vecchia                                             Simone                                        La Vecchia                                La Vecchia
					                         Zitti! È aperto!         Quaglie pinate!                               Tu se’ anche il più vecchio!…             (Interrompendolo.)
(La Vecchia col testamento in mano: vicino al                                                                                                  Ah bada! se sale,
tavolo ha dietro a sé un grappolo umano. Marco         Nella                                         Marco                                     gli fo ruzzolare
e Betto sono saliti sopra una sedia. Si vedranno       				            Lodole!                       Tu che sei stato podestà a Fucecchio!…    le scale!
bene tutti i visi assorti nella lettura. Le bocche                                                   (Simone fa un gesto come per dire:
si muoveranno come quelle di chi legga senza           Marco                                         impossibile!)                             Gherardo
emettere voce. A un tratto i visi si cominciano        					                   Ortolani!!                                                      (A Gherardino.)
a rannuvolare… arrivano ad una espressione                                                           Rinuccio                                  Tu devi obbedire
tragica… finché la Vecchia si lascia cadere seduta     Betto                                         C’è una persona sola                      soltanto a tuo padre:
sullo sgabello davanti alla scrivania. Simone è        E galletti!                                   che ci può consigliare…                   là! là!
il primo, del gruppo impietrito, che si muove, si                                                    forse salvare…                            (Sculaccia Gherardino e lo butta nella stanza a
volta, si vede davanti le tre candele testé accese,    Tutti                                                                                   destra in cima alla scala.)
vi soffia su e le spegne: cala le sarge del letto      			       Galletti?? Gallettini!!…            Tutti
completamente: spegne poi tutti i candelabri. Gli                                                    Chi?                                      Simone
altri parenti lentamente vanno ciascuno a cercare                                                                                              Un Donati sposare
                                                       Rinuccio
una sedia e vi seggono. Sono come impietriti con                                                     Rinuccio                                  la figlia d’un villano!
                                                       Galletti di canto teneriiini!
gli occhi sbarrati, fissi: chi qua, chi là.)                                                             Gianni Schicchi!
                                                                                                                                               La Vecchia
                                                       La Vecchia
Simone                                                                                               Tutti                                     D’uno sceso a Firenze dal contado!
                                                       E con le facce rosse e ben pasciute,
Dunque era vero! Noi vedremo i frati                                                                 (Gesto di delusione.)                     Imparentarsi colla gente nova!…
                                                       schizzando dalle gote la salute,
ingrassare alla barba dei Donati!                                                                                                              Io non voglio che venga!
                                                       ridetevi di noi: ah! ah! ah! ah!
                                                                                                     La Vecchia
                                                       Eccolo là un Donati, eccolo là!
La Ciesca                                                                                            (Furibonda.)                              Rinuccio
                                                       E la voleva lui l’eredità…
Tutti quei bei fiorini accumulati                                                                    Di Gianni Schicchi,                       Avete torto!
finire nelle tonache dei frati!…                                                                     della figliola,                           È fine… astuto…
                                                       Tutti                                         non vo’ sentirne                          Ogni malizia
Gherardo                                               (Con un riso che avvelena si alzano           parlar mai più!                           di leggi e codici
Privare tutti noi d’una sostanza,                      accennandosi l’un l’altro.)                   E intendi bene!…                          conosce e sa.
e i frati far sguazzar nell’abbondanza!                – Ah! ah! ah! ah!, ah! ah! ah! ah!, ah! ah!                                             Motteggiatore!… Beffeggiatore!…
                                                       – Eccolo là un Donati!                        Gherardino                                C’è da fare una beffa nuova e rara?
Betto                                                  					                     – Eccolo là!        (Entra di corsa urlando.)                 È Gianni Schicchi che la prepara!
Io dovrò misurarmi il bere a Signa,                    – E la voleva lui l’eredità!…                 È qui che viene!                          Gli occhi furbi gli illuminan di riso
e i frati beveranno il vin di vigna!…                  – Ah! ah! ah! ah!                                                                       lo strano viso,
                                                       – Ah! ah! ah! ah!                             Tutti                                     ombreggiato da quel suo gran nasone
Nella                                                  (Erompendo a pugni stretti.)                  Chi?                                      che pare un torracchione
Si faranno slargar spesso la cappa,                    Sì, sì, ridete! Sì, ridete, o frati!                                                    per così!
noi schianterem di bile, e loro… pappa!                Ingrassàti alla barba dei Donati!             Gherardino                                Vien dal contado? Ebbene? E che vuol dire?
                                                       (Cadono ancora a sedere. Pausa. Ora c’è chi      Gianni Schicchi!                       Basta con queste ubbie grette e piccine!
Rinuccio                                               piange sul serio.)
                                                                                                                                                       Firenze è come un albero fiorito
La mia felicità sarà rubata                                                                          La Vecchia
                                                       La Vecchia                                                                                  che in piazza dei Signori ha tronco e fronde,
dall’“Opera di Santa Reparata”!                                                                      Chi l’ha chiamato?
                                                       Chi l’avrebbe mai detto…                                                                    ma le radici forze nuove apportano
                                                       che quando Buoso andava al cimitero,          Rinuccio                                      dalle convalli limpide e feconde;
Gherardo
                                                       noi… si sarebbe… pianto… per davvero!         (Accennando il ragazzo.)                      e Firenze germoglia ed alle stelle
Aprite le dispense dei conventi!
                                                                                                     Io: l’ho mandato                              salgon palagi saldi e torri snelle!
Allegri, frati, ed arrotate i denti!
                                                       Voci                                          perché speravo…                                   L’Arno prima di correre alla foce
                                                       – E non c’è nessun mezzo…                                                                   canta, baciando piazza Santa Croce,
La Vecchia                                                                                                                                         e il suo canto è sì dolce e sì sonoro
(Feroce.)                                              						                     – Per cambiarlo…   Alcuni
                                                       – Per girarlo…                                È proprio il momento                          ché a lui son scesi i ruscelletti in coro!…
Eccovi le primizie di mercato!                                                                                                                     Così scendano i dotti in arti e scienze
Fate schioccar la lingua col palato!…                  				          – Addolcirlo…                   d’aver Gianni Schicchi
                                                       – O Simone? Simone?                           tra’ piedi!                                   a far più ricca e splendida Firenze!
A voi, poveri frati: tordi grassi!

                                                  24                                                                                          25
E di Val d’Elsa giù dalle castella                  (Falso; forte.)                                          sotto la luna a Fiesole                        Gianni
   ben venga Arnolfo a far la torre bella!                 Ah! comprendo il dolor di tanta perdita…                 quando tu m’hai baciato!                       Ah vieni, vieni!
   E venga Giotto dal Mugel selvoso,                       Ne ho l’anima commossa…                                                                                 (Riprende la figlia.)
   e il Medici mercante coraggioso!…                                                                             Rinuccio                                          Un po’ d’orgoglio,
   Basta con gli odi gretti e coi ripicchi!                Gherardo                                                    Lauretta mia, ricordati!                    un po’ d’orgoglio!
   Viva la gente nova e Gianni Schicchi!                   Eh! la perdita è stata proprio grossa!                   tu m’hai giurato amore!                        Via, via di qua!
                                                                                                                    E quella sera Fiesole
(Si bussa alla porta.)                                                                                              sembrava tutto un fiore!                       La Vecchia
                                                           Gianni
È lui! Lo faccio entrare?                                                                                                                                          Ma vieni, vieni!…
                                                           (Come chi dica parole stupide di circostanza.)
(I parenti fanno un gesto che non significa niente.                                                              A due                                             (Riprende Rinuccio.)
                                                           Eh!… Sono cose… Mah!… Come si fa!
Rinuccio apre: entrano Gianni Schicchi e Lauretta.)                                                                    Addio, speranza bella,                      Ed io non voglio,
                                                           In questo mondo
                                                           una cosa si perde…                                       s’è spento ogni tuo raggio;                    ed io non voglio!
Gianni                                                                                                              non ci potrem sposare                          Via, via di qua!
                                                           una si trova…
(Si sofferma sull’uscio: dà un’occhiata ai                                                                          per il Calendimaggio!                          (I parenti restano neutrali e si limitano ad
                                                           (Seccato che facciano la commedia con lui.)
parenti.)                                                                                                        (Lauretta sfugge a Gianni e corre a Rino. Rino    esclamare di tanto in tanto.)
                                                           si perde Buoso,
(Quale aspetto sgomento e desolato!…                                                                             sfugge a Zita e corre a Lauretta.)
                                                           e c’è l’eredità…
Buoso Donati, certo, è migliorato!)                                                                                                                                I Parenti
                                                           La Vecchia                                            Lauretta                                          – Anche le dispute fra innamorati!
Rinuccio                                                                                                         Babbo, lo voglio!                                 – Proprio il momento!
                                                           (Gli si avventa come una bestia feroce.)
(A Lauretta, fra il pianerottolo e la porta.)                                                                    Babbo, lo voglio!                                 – Pensate al testamento!
                                                           Sicuro! Ai frati!
Lauretta!                                                                                                                                                          (Gianni, quasi sulla porta, è per portar via Lauretta.)
                                                           Gianni                                                Rinuccio
Lauretta                                                                                                         O zia, la voglio!                                 Rinuccio
                                                           				            Ah! diseredati?
			      Rino!                                                                                                   O zia, la voglio!                                 (Liberandosi.)
                                                           La Vecchia                                                                                              Signor Giovanni!
Rinuccio                                                                                                         Lauretta                                          Rimanete un momento!
                                                           Diseredati! Sì! Diseredati!
Amore mio!                                                                                                       Amore!                                            (Alla Vecchia.)
                                                           E perciò ve lo canto:
                                                           pigliate la figliola,                                                                                   Invece di sbraitare,
Lauretta                                                                                                         Rinuccio                                          dategli il testamento!
                                                           levatevi di torno,
Perché sì pallido?…                                                                                              			 Amore!                                        (A Gianni.)
                                                           io non do mio nipote
                                                           ad una senza-dote!                                                                                      Cercate di salvarci!
Rinuccio                                                                                                         Gianni                                            A voi non può mancare
Ahimè, lo zio…                                                                                                   (Tirando Lauretta verso la porta.)                un’idea portentosa, una trovata,
                                                           Rinuccio                                              Vecchia taccagna!
                                                           O Zia, io l’amo, l’amo!                                                                                 un rimedio, un ripiego, un espediente!…
Lauretta                                                                                                         Stillina! Sordida!
Ebbene, parla…                                                                                                   Spilorcia! Gretta!                                Gianni
                                                           Lauretta
                                                           Babbo! Babbo! Lo voglio!                                                                                (Accennando ai parenti.)
Rinuccio                                                                                                         La Vecchia                                        A pro di quella gente? Niente! Niente!
O amore! amore!                                                                                                  (Tirando Rino a destra.)
                                                           La Vecchia                                            Anche m’insulta!
Quanto dolore!                                                                                                                                                     Lauretta
                                                           Non me ne importa un corno!                           Senza la dote                                     (Gli si inginocchia davanti.)
Lauretta                                                                                                         non do il nipote,                                         O mio babbino caro,
                                                           Gianni                                                non do il nipote!
Quanto dolore!…)                                                                                                                                                       mi piace, è bello bello,
                                                           Figliola, un po’d’orgoglio!
(Gianni lentamente avanza verso la Vecchia che                                                                                                                         vo’ andare in Porta Rossa
                                                           (Erompe.)                                             Gianni
gli volta le spalle; avanzando vede i candelabri                                                                                                                       a comperar l’anello!
                                                           Brava la Vecchia! Brava! Pel la dote                  Vieni, Lauretta,
intorno al letto.)
                                                           sacrifichi mia figlia e tuo nipote!                   rasciuga gli occhi,                                      Sì, sì, ci voglio andare!
                                                           Vecchia taccagna!                                     sarebbe un parentado di pitocchi!                     E se l’amassi indarno,
Gianni
                                                           (Lauretta e Rinuccio tendendosi il braccio libero.)                                                         andrei sul Ponte Vecchio,
Ah!…
                                                                                                                 La Vecchia                                            ma per buttarmi in Arno!
		     Andato??
                                                           Lauretta                                              Rinuccio, vieni,
(Fra sé.)                                                                                                                                                                 Mi struggo e mi tormento!
                                                                Rinuccio, non lasciarmi!                         lasciali andare,
E perché stanno a lacrimare?                                                                                                                                           O Dio, vorrei morir!
                                                              Ah! tu me l’hai giurato                            ah! sarebbe un volerti rovinare!
Ti recitano meglio d’un giullare!                                                                                                                                      (Piange; una pausa.)

                                                      26                                                                                                          27
Gianni                                                    Vai là sul terrazzino,                              Gianni                                              (Alla voce del morto i parenti danno un
(Come chi è costretto ad accondiscendere.)                porta i minuzzolini all’uccellino.                  (Contrariatissimo, con voce soffocata.)             traballone, poi si accorgono che è Gianni che
Datemi il testamento!                                     (E perché Rinuccio la vorrebbe seguire, egli lo     Chi può essere? Ah!…                                contraffà la voce di Buoso. Ma nel traballone
(Rinuccio glielo dà. Gianni legge e cammina.              ferma.)                                                                                                 a Betto è scivolato il piatto d’argento e gli è
I parenti lo seguono con gli occhi, poi                   Sola. –                                             La Vecchia                                          caduto.)
inconsciamente finiscono per andargli dietro              (Lauretta va sul terrazzino a sinistra. Gianni la   (A bassa voce.)
come i pulcini alla chioccia, tranne Simone che           segue con gli occhi; appena la figlia è fuori di    Maestro Spinelloccio                                Spinelloccio
siede sulla cassapanca a destra, e, incredulo,            scena, egli si volge al gruppo dei parenti sempre   il dottore!…                                        Oh! Messer Buoso!
scrolla il capo. Ansia.)                                  intorno a lui.)
Niente da fare!                                           		      Nessuno sa                                  Gianni                                              Gianni
(I parenti lasciano Schicchi e si avviano verso il        che Buoso ha reso il fiato?…                        Guardate che non passi!                             				                Ho tanta
fondo della scena.)                                                                                           Ditegli qualche cosa…                               voglia di riposare…
                                                          Tutti                                               che Buoso è migliorato… che riposa…                 potreste ripassare questa sera?…
Lauretta e Rinuccio                                       Nessuno!                                            (Betto va a chiudere le impannate e rende           Son quasi addormentato…
      Addio, speranza bella,                                                                                  semioscura la stanza. Tutti si affollano intorno
   s’è spento ogni tuo raggio,                            Gianni                                              alla porta e la schiudono appena.)                  Spinelloccio
   non ci potrem sposare                                  			      Bene! Ancora                                                                                   Sì, messer Buoso!…
   per il Calendimaggio!                                  nessun deve saperlo!                                Maestro Spinelloccio                                Ma va meglio?…
                                                                                                              (Accento bolognese.)
Gianni                                                    Tutti                                               L’è permesso?…                                      Gianni
(Riprende a leggere e a camminare.)                       Nessuno lo saprà!                                                                                       				              Da morto, son rinato!
Niente da fare!                                                                                               Tutti                                               A stasera!
(I parenti si lasciano cadere sulle sedie.)               Gianni                                              				           Buon giorno,
                                                          (Assalito da un dubbio.)                            Maestro Spinelloccio!                               Spinelloccio
Rinuccio e Lauretta                                       Ma i servi?                                         Va meglio!                                          			         A stasera!
      Addio, speranza bella,                                                                                  			       – Meglio!                                 (Ai parenti.)
   s’è spento ogni tuo raggio…                            La Vecchia                                          				               – Meglio!…                       Anche alla voce sento: è migliorato!
                                                          (Con intenzione.)                                                                                       Eh! a me non è mai morto un ammalato!
Gianni                                                    			       Dopo l’aggravamento…                      Spinelloccio                                        Non ho delle pretese,
(Tonante.)                                                in camera… nessuno!                                 Ha avuto il benefissio?…                            il merito l’è tutto
Però!…                                                                                                                                                            della scuola bolognese!
(Tutti i parenti si alzano di scatto e corrono a          Gianni                                              Tutti                                               A questa sera.
Gianni.)                                                  (A Marco e Gherardo; tranquillizzato, deciso.)      Altro che! Altro che!…
                                                          Voi due portate il morto e i candelabri                                                                 Tutti
   Rinuccio e Lauretta
                                                          (Accenna al sottoscala.)                            Spinelloccio                                        – A stasera, Maestro!
       (Forse ci sposeremo
                                                          là dentro nella scala di rimpetto!                  					                    A che potensa              					                   – A questa sera!
   per il Calendimaggio!)
                                                          (A Ciesca e Nella.)                                 l’è arrivata la sciensa!                            (Via il Dottore, si riapre la finestra; ancora tutta
(Gianni si ferma nel mezzo della scena col viso
                                                          Donne! Rifate il letto!                             Be’, vediamo, vediamo…                              luce in scena; i parenti si volgono a Gianni.)
aggrottato come perseguendo un suo pensiero,
                                                                                                              (Per entrare.)
gesticola parcamente guardando avanti a sé.
                                                          Le donne                                                                                                Gianni
Tutti sono intorno a lui; ora, anche Simone; più
                                                          Ma…                                                 Tutti                                               Era eguale la voce?
bassi di lui, con i visi voltati verso il suo viso
                                                                                                              (Fermandolo.)
come uccellini che aspettino l’imbeccata. Gianni
                                                          Gianni                                              No! riposa!                                         Tutti
a poco a poco si rischiara, sorride, guarda tutta
                                                                Zitte. Obbedite!                                                                                  				                 Tale e quale!
quella gente… alto, dominante, troneggiante.)
                                                          (Marco e Gherardo scompaiono fra le sarge           Spinelloccio
                                                          del letto e ricompaiono con un fardello rosso       (Insistendo.)                                       Gianni
Tutti
                                                          che portano a destra nella stanza sotto la          Ma io…                                              Ah! Vittoria! Vittoria!
(Con un filo di voce.)
                                                          scala. Simone, Betto e Rinuccio portano via i                                                           Ma non capite?…
Ebbene?
                                                          candelabri. Ciesca e Nella ravviano il letto.       Gianni
Gianni                                                    Si bussa alla porta.)                               (Seminascosto fra le sarge del letto,               Tutti
(Infantile.)                                                                                                  contraffacendo la voce di Buoso, tremolante.)       				               No! No!
			        Laurettina!                                                                                        			     No! no! Maestro Spinelloccio!…

                                                     28                                                                                                          29
Gianni                                               I parenti                                            Simone                                              Gianni
					                     Che zucconi!               (Si abbracciano, si baciano con grande effusione.)   (Falsamente ingenuo.)                               (Nervoso.)
Si corre dal notaio:                                 – Caro Gherardo!                                     Ah! capisco! capisco!                               Ora dagli da bere!
(Veloce, affannato.)                                  				              – O Marco!                        perché sono il più vecchio                          (Lauretta rientra.)
“Messer notaio, presto!                              – O Ciesca!                                          e sono stato podestà a Fucecchio,
Via, da Buoso Donati!                                 			        – O Nella!                               volete darli a me! Io vi ringrazio!                 Gherardo
C’è un gran peggioramento!                           – Zita! Zita!                                                                                            (Risale affannoso, non può parlare. Fa segno di no.)
Vuol fare testamento!                                 			        – Simone!                                La Vecchia                                          …È preso un accidente
Portate su con voi le pergamene,                                                                          No, no, no, no! Un momento!                         al moro battezzato
presto, messere, presto, se no è tardi!…”            Gianni                                               Se tu se’ vecchio, peggio per te!                   del signor capitano!
(Naturale.)                                          (O quale commozione!)
Ed il notaio viene.                                                                                       Marco e gli altri                                   Tutti
(Pittoresco.)                                        Tutti                                                Sentilo, sentilo, il podestà!                       (Allegramente.)
Entra: la stanza                                     Oh! giorno d’allegrezza!                             Vorrebbe il meglio dell’eredità!                    Requiescat in pace!
è semioscura,                                        La burla ai frati è bella!
dentro il letto intravede                            Ah felici e contenti!                                Gianni                                              Simone
di Buoso la figura!!                                 Com’è bello l’amore fra i parenti!                   (Da una parte.)                                     (Con autorità.)
                                                                                                          (Quanto dura l’amore tra’ parenti!)                 Per la casa, la mula ed i mulini
      In testa
                                                     Simone                                               (Ride.)                                             propongo di rimetterci
   la cappellina!
                                                     O Gianni, ora pensiamo                                                                                   alla giustizia, all’onestà di Schicchi.
   al viso
                                                     un po’ alla divisione:                               Tutti
   la pezzolina!
                                                     i fiorini in contanti…                               – La casa la mula i mulini di Signa                 Tutti
      Fra cappellina e pezzolina un naso
                                                                                                          toccano a me.                                       Rimettiamoci a Schicchi.
   che par quello di Buoso e invece è il mio…
                                                     Tutti                                                – La mula i mulini di Signa la casa
   perché al posto di Buoso ci son io!
                                                     					               In parti eguali!                 toccano a noi.                                      Gianni
      Io, lo Schicchi con altra voce e forma!
                                                     (Gianni dice sempre di sì con la testa.)             – La mula, la casa, i mulini di Signa               Come volete!
   “Io falsifico in me Buoso Donati
                                                                                                          toccano a noi.                                      Datemi i panni per vestirmi, presto!
   testando e dando al testamento norma!”
                                                     Simone                                               – Di Signa i mulini la mula la casa                 (La Vecchia e Nella prendono dall’armadio e
      O gente! Questa matta bizzarria
                                                     A me i poderi                                        toccano a me.                                       dalla cassapanca, che è in fondo al letto, la
   che mi zampilla dalla fantasia
                                                     			           di Fucecchio.                          – La mula i mulini di Signa la casa                 cappellina, la pezzolina e la camicia.)
   è tale da sfidar l’eternità!
                                                                                                          – la casa…
                                                     La Vecchia                                           			        – di Signa…                              La Vecchia
Tutti
                                                     A me quelli di Figline.                              					                    – la mula…                 Ecco la cappellina!
(Come strozzati dalla commozione, non
                                                                                                          						                               – i mulini…    (A bassa voce a Schicchi.)
trovando le parole.)
                                                     Betto                                                (Si odono i rintocchi di una campana che suona      (Se mi lasci la mula,
– Schicchi!!!!
                                                     A me quelli di Prato.                                a morto. Tutti cessano di gridare ed esclamano:)    questa casa e i mulini
(Gli baciano le mani.)
                                                                                                                                                              di Signa,
 				          – Schicchi!!!!
                                                     Gherardo                                             Tutti                                               ti do trenta fiorini!)
– Schicchi!!!!
                                                     A noi le terre d’Empoli.                             L’hanno saputo!
(Gli baciano le vesti.)
                                                                                                          (Ascoltando la campana, con voce soffocata.)        Gianni
 				          – Schicchi!!!!
                                                     Marco                                                Hanno saputo che Buoso è crepato!                   (Sta bene!)
– Schicchi!!!!
                                                     A noi quelle di Quìntole.                            (Gherardo corre alla porta e scende le scale a      (Via la Vecchia verso l’armadio, fregandosi le
 				          – Schicchi!!!!
                                                                                                          precipizio.)                                        mani.)
– Schicchi!!!!
                                                     La Vecchia
 				          – Schicchi!!!!
                                                     Resterebbero ancora:                                 Gianni                                              Simone
                                                     la mula, questa casa                                 Tutto crollato!                                     (Avvicinandosi con fare distratto a Schicchi, a
La Vecchia
                                                     e i mulini di Signa!                                                                                     bassa voce.)
(A Rinuccio.)
                                                                                                          Lauretta                                            (Se lasci a me la casa,
Va’, corri dal notaio!
                                                     Marco                                                (Affacciandosi da sinistra.)                        la mula e i mulini,
(Via Rinuccio.)
                                                     Son le cose migliori.                                Babbo, si può sapere?…                              di Signa,
                                                     (Pausa; i parenti cominciano a guardarsi in          L’uccellino non vuole più minuzzoli…                ti do cento fiorini!)
                                                     cagnesco.)

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