Opera - Suor Angelica Gianni Schicchi Giacomo Puccini - Teatro Alighieri
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opera Stagione teatrale 2019-2020 TEATRO DANTE ALIGHIERI Giacomo Puccini Suor Angelica Gianni Schicchi
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2019-2020 Suor Angelica Gianni Schicchi opere in un atto su libretto di Giovacchino Forzano musica di Giacomo Puccini edizione Casa Ricordi, Milano Teatro Alighieri venerdì 31 gennaio ore 20.30 domenica 2 febbraio ore 15.30
Sommario Suor Angelica La locandina. ................................................................ pag. 5 Il libretto........................................................................... pag. 6 Il soggetto....................................................................... pag. 17 Gianni Schicchi La locandina. ................................................................ pag. 19 Il libretto........................................................................... pag. 20 Il soggetto....................................................................... pag. 37 Una momentanea afasia del cuore Guido Barbieri a colloquio con Coordinamento editoriale Denis Krief . ................................................................... pag. 39 Cristina Ghirardini Grafica Ufficio Edizioni Fondazione Ravenna Manifestazioni Puccini e la modernità di Marco Guidarini ................................................... pag. 43 Si ringrazia il Teatro del Giglio di Lucca per aver messo a disposizione il materiale editoriale. Il “caso Trittico”: Foto di scena © Filippo Brancoli Pantera vitalità della morte e declino della vita di Michele Bianchi.................................................... pag. 45 In copertina, immagini di copertina delle Edizioni Ricordi. “Lanciando la voce”: Gianni Schicchi A p. 37, William-Adolphe Bouguerau, Dante e la radio italiana tra il 1925 e il 1940 e Virgilio nell’Inferno con Gianni Schicchi e Capocchio, 1850, Parigi Musée d’Orsay. di Danielle Simon...................................................... pag. 51 A p. 51, una foto di scena di Gianni Schicchi, I protagonisti .............................................................. pag. 57 1918, White Studios, New York. L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Grafiche MDM, Forlì
Suor Angelica opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano musica di Giacomo Puccini edizione Casa Ricordi, Milano personaggi e interpreti Suor Angelica Alida Berti Zia Principessa Isabel De Paoli Badessa Sandra Mellace Suora Zelatrice Marina Serpagli Maestra delle Novizie Lara Leonardi Suor Genovieffa Antonella Biondo Suor Osmina Consuelo Gilardoni Suor Dolcina Janyce Condon Suora Infermiera Diana Oros Prima Cercatrice Youngseo Viola Lee Seconda Cercatrice Francesca Longari Prima Novizia Zoe Jackson Seconda Novizia Camilla Jeppeson Prima Conversa Maila Fulignati Seconda Conversa Dalila Privitera Bambino Leonardo Barboni direttore Marco Guidarini regia, scene, costumi, luci Denis Krief assistente regia Pia Di Bitonto assistente scene e costumi Angela Vasta Orchestra della Toscana Coro Ars Lyrica diretto da Elena Pierini Coro di voci bianche Ludus Vocalis diretto da Elisabetta Agostini assistente alla direzione musicale Andrea Chinaglia assistente regia Pia Di Bitonto assistente scene e costumi Angela Vasta maestri collaboratori Flavio Fiorini, Silvia Gasperini, Arianna Tarantino maestro alle luci Matteo Ballini direttore di palcoscenico Guido Pellegrini creazione suoni campionati Andrea Baggio capo-macchinista Andrea Natalini macchinista Andrea Vignali datore luci Tiziano Panichelli elettricista Raffaele Brandani capo-attrezzista Daniela Giurlani responsabile sartoria Anna Mugnai sarta Evelina Dario responsabile trucco e parrucco Patrizia Bonicoli produzione Cristina Tosi segreteria artistica Sara Ricci nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari coproduzione Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Alighieri di Ravenna in collaborazione con Teatro Lirico di Cagliari e Maggio Musicale Fiorentino 5
Suor Angelica ATTO UNICO (Restano in attesa della penitenza mentre la Zelatrice medita.) L’interno di un monastero. La chiesetta e il opera in un atto chiostro. Nel fondo, oltre gli archi di destra,il La Maestra delle Novizie libretto di Giovacchino Forzano cimitero; oltre gli archi di sinistra, l’orto. Nel (Alle due Novizie.) musica di Giacomo Puccini mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e (Chi arriva tardi in coro fiori. Nel fondo a sinistra, fra piante di acòro, si prostri e baci terra.) una fonte il cui getto ricadrà in una pila in terra. PERSONAGGI La Sorella Zelatrice (Alle Converse.) Suor Angelica soprano La preghiera Farete venti volte La Zia Principessa contralto Si apre il velario. la preghiera mentale La Badessa mezzosoprano Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al per gli afflitti, gli schiavi La Suora Zelatrice mezzosoprano di sopra del getto della fonte. La scena è vuota. e per quelli che stanno Le suore sono in chiesa e cantano. in peccato mortale. La Maestra delle Novizie mezzosoprano Due Converse, in ritardo per la preghiera, Suor Genovieffa soprano traversano la scena; si soffermano un istante Le Converse Suor Osmina soprano ad ascoltare un cinguettio che scende dai Con gioia e con fervore! Suor Dolcina soprano cipressi, quindi entrano in chiesa. Suor Angelica, Cristo Signore, La Suora Infermiera mezzosoprano anch’essa in ritardo, esce da destra e si avvia Sposo d’Amore, in chiesa, apre la porta e fa l’atto di penitenza io voglio sol piacerti, Le Cercatrici soprani delle ritardatarie che le due Converse non ora e nell’ora Le Novizie soprani hanno fatto, ossia si inginocchia e bacia la terra; della mia morte. Amen. Le Converse soprano e mezzosoprano quindi richiude la porta. La preghiera termina. (Si ritirano compunte sotto gli archi di destra.) Le monache escono dalla chiesa a due per due. La Badessa si sofferma davanti alla croce. Le La Sorella Zelatrice monache, passandole innanzi, fanno atto di (A Suor Lucilla.) L’azione si svolge in un monastero sul finire del 1600. reverenza. La Badessa le benedice, quindi si Suor Lucilla, il lavoro. Ritiratevi ritira a sinistra. e osservate il silenzio. Le Suore restano unite formando, a piccoli (Suor Lucilla si avvia sotto gli archi di destra, gruppi, una specie di semicerchio. La Sorella prende la rocca che è sopra una panca e si Zelatrice viene nel mezzo. mette a filare.) La Maestra delle Novizie Le punizioni (Alle Novizie.) (Perché stasera in coro La Sorella Zelatrice ha riso e fatto ridere.) (Alle due Converse.) Sorelle in umiltà, La Sorella Zelatrice mancaste alla quindèna, (A Suor Osmina.) ed anche Suor Angelica, Voi, Suor Osmina, in chiesa che però fece contrizione piena. tenevate nascoste nelle maniche Invece voi, sorelle, due rose scarlattine. peccaste in distrazione e avete perso un giorno di quindèna! Suor Osmina (Indocile.) Le Converse Non è vero! M’accuso della colpa e invoco una gran pena, La Sorella Zelatrice e più grave sarà, (Severa ma senza asprezza.) più grazie vi dirò, Sorella, entrate in cella. sorella in umiltà. (Suor Osmina scuote le spalle.) 7
Non tardate! La Vergine vi guarda! La Maestra delle Novizie e in Sua benignità – Qualche boccone buono! (Suor Osmina si avvia senza far parola. Le Sempre per laudare liberamente al desiar precorre; – Della frutta gustosa! Suore la seguono con lo sguardo fino a che le cose sante e belle. prima che un desiderio sia fiorito – La gola è colpa grave!… non è scomparsa nella sua cella e mormorano: la Madre delle Madri l’ha esaudito. (Alle Novizie.) “Regina Virginum, ora pro ea”.) La Novizia O sorella, la morte è vita bella! (È golosa! È golosa!…) Qual grazia della Vergine (Suor Dolcina resta mortificata e interdetta.) rallegra le sorelle? La Sorella Zelatrice La ricreazione Noi non possiamo Suor Genovieffa La Maestra delle Novizie nemmen da vive avere desideri. (A Suor Angelica che sta annaffiando i fiori.) La Sorella Zelatrice Un segno risplendente Suor Angelica, e voi Ed or, sorelle in gioia, della bontà di Dio! Suor Genovieffa avete desideri? poiché piace al Signore Per tre sere dell’anno solamente, Se son leggeri e candidi, perché? e per tornare all’uscire dal coro, Voi non avete un desiderio? Suor Angelica più allegramente Dio ci concede di vedere il sole (Volgendosi verso le suore.) che batte sulla fonte e la fa d’oro. La Sorella Zelatrice a faticare …Io?… no, sorella mia. Io no! per amor Suo, (Si volge ancora ai fiori.) ricreatevi! La Novizia E le altre sere? Un’altra Ed io nemmeno! Le Suore Le Suore (Facendo gruppo dalla parte opposta a Suor Amen! La Maestra delle Novizie Angelica. A bassa voce.) Un’altra (Le figure bianche delle Suore si sparpagliano O usciamo troppo presto e il sole è alto, – Che Gesù la perdoni, Io no! per il chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica o troppo tardi e il sole è tramontato. ha detto una bugia! zappetta la terra e innaffia l’erbe e i fiori.) Una Novizia – Ha detto una bugia! Alcune Suore (Timorosa.) Suor Genovieffa (Con un accento di grande malinconia.) Una Novizia Io no! (Gaiamente.) – Un altr’anno è passato!… (Avvicinandosi, curiosa.) Oh sorelle! Sorelle! – È passato un altr’anno!… Suor Genovieffa Perché? Poiché il Signore vuole, ......................... Io sì. io voglio rivelarvi – E una sorella manca!… E lo confesso: Alcune suore che una spera di sole ......................... (Volge lo sguardo in alto.) (Piano.) è entrata in clausura! ......................... Soave Signor mio, – Noi lo sappiamo, Guardate dove batte, ......................... tu sai che prima d’ora ha un grande desiderio! là, là fra la verzura! (Le Suore, assorte, sembrano rievocare nel mondo ero pastora… – Vorrebbe aver notizie Il sole è sull’acòro! l’immagine della sorella che non è più.) Da cinqu’anni non vedo un agnellino; della famiglia sua! Comincian le tre sere Signore, ti rincresco – Sono più di sett’anni, della fontana d’oro! Suor Genovieffa se dico che desidero da quando è in monasterio, (Improvvisamente, con accento ingenuo e quasi vederne uno piccino, che non ha avuto nuove! Alcune Suore lieto.) poterlo carezzare, – E sembra rassegnata, – È vero, fra un istante O sorelle in pio lavoro, toccargli il muso fresco ma è tanto tormentata! vedrem l’acqua dorata! quando il getto s’è indorato, e sentirlo belare? – Nel mondo era ricchissima, – E per due sere ancora! non sarebbe ben portato Se è colpa, t’offerisco lo disse la Badessa. – È maggio! È maggio! un secchiello d’acqua d’oro il Miserere mei. – Era nobile! – È il bel sorriso di Nostra Signora sulla tomba a Bianca Rosa? Perdonami, Signore, – Nobile! che viene con quel raggio. Tu che sei l’Agnus Dei. – Nobile? Principessa! – Regina di Clemenza, grazie! Le Suore – La vollero far monaca – Grazie! Sì, la suora che riposa Suor Dolcina sembra…per punizione! lo desidera di certo! (Grassottella e rubiconda.) – Perché?… Una Novizia Ho un desiderio anch’io! – Perché?… Maestra, vi domando Suor Angelica – Mah!? licenza di parlare. I desideri sono i fior dei vivi, Le suore – Mah!? non fioriscon nel regno delle morte, – Sorella, li sappiamo perché la Madre Vergine soccorre, i vostri desideri!… 8 9
La Sorella Infermiera Il ritorno dalla cerca Suor Dolcina La Cercatrice (Accorre affannata.) (Dal fondo a sinistra entrano due Suore Cercatrici (Felice.) (Interdetta.) Suor Angelica, sentite!… conducendo un ciuchino carico di roba.) Un tralcetto di ribes! Io non lo so, sorella; (Vedendo che le altre si scandalizzano.) ho veduto soltanto Suor Angelica Le Cercatrici Degnatene, sorelle! una berlina… bella! O sorella infermiera, Laudata Maria! che cosa accadde, dite! Una Suora Le Suore Tutte (Scherzosamente.) (Osservando Suor Angelica.) La Sorella Infermiera E sempre sia! Uh! Se ne prendo un chicco la martorio! – È diventata bianca… Suor Chiara, là nell’orto, – Ora è tutta vermiglia!… assettava la spalliera Le Cercatrici Suor Dolcina – Poverina! delle rose; all’improvviso Buona cerca stasera, No, no, prendete! – È commossa! tante vespe sono uscite, sorella Dispensiera! – Spera che sien persone di famiglia! l’han pinzata qui nel viso! (Le Suore si fanno intorno al ciuchino; le Alcune Suore (Una campanella rintocca; le suore accorrano Ora è in cella e si lamenta. Cercatrici scaricano e consegnano le limosine Grazie! da ogni parte.) Ah! calmatele, sorella, alla Sorella Dispensiera.) (Formano un gruppetto a destra e beccano il – Vien gente in parlatorio! il dolor che la tormenta! ribes, fra risatine discrete.) – Una visita viene! Una Cercatrice – Per chi? Un otre d’olio. La Cercatrice – Per chi sarà? Alcune Suore Chi è venuto stasera in parlatorio? – Fosse per me! Poveretta! Poveretta! Suor Dolcina – Per me! (Che non può stare.) Alcune Suore – Fosse mia madre Suor Angelica Uh! Buono! – Nessuno. che ci porta le tortorine bianche! Aspettate, ho un’erba e un fiore! – Nessuno. – Fosse la mia cugina di campagna (Corre cercando fra i fiori e l’erbe.) L’altra Cercatrice – Perché? che porta il seme di lavanda buono!… Nocciòle, sei collane. (Suor Genovieffa si avvicina alle compagne La Sorella Infermiera La Cercatrice Suor Angelica ha sempre una ricetta e quasi interrompe queste esclamazioni Una Cercatrice Fuor del portone c’è indicando con un gesto pietoso Suor Angelica.) buona, fatta coi fiori, Un panierin di noci. fermata una ricca berlina. sa trovar sempre un’erba benedetta Suor Angelica per calmare i dolori! Suor Dolcina Suor Angelica (Volgendo gli occhi al cielo, mormora:) Buone con sale e pane! (Volgendosi, come assalita da una improvvisa (O Madre eletta, leggimi nel cuore, Suor Angelica inquietudine.) volgi per me un sorriso al Salvatore…) (Alla Suora Infermiera porgendole alcune erbe.) La Sorella Zelatrice Come, sorella? Come avete detto? (Il gruppo delle Suore si avvicina in silenzio a Ecco, questa è calenzòla: (Riprendendola.) Una berlina è fuori?… Suor Angelica. Suor Genovieffa esce dal gruppo col latticcio che ne cola Sorella! Ricca?… Ricca?… Ricca?… e con grande dolcezza:) le bagnate l’enfiagione; e con questa, una pozione. Una Cercatrice La Cercatrice Suor Genovieffa Dite a sorella Chiara Qui farina, Da gran signori. (A Suor Angelica.) che sarà molto amara e qui una caciottella Certo aspetta qualcuno O sorella in amore, ma che le farà bene. che suda ancora latte, che è entrato nel convento noi preghiamo la Stella delle Stelle E le direte ancora buona come una pasta! e forse fra un momento che la visita, adesso, sia per voi. che punture di vespe Un sacchetto di lenti, suonerà la campana a parlatorio. sono piccole pene; dell’uova, burro e basta. Suor Angelica e che non si lamenti, Suor Angelica (Commossa.) ché a lamentarsi crescono i tormenti. Alcune Suore (Con ansia crescente.) Buona sorella, grazie! Buona cerca stasera, Ah! ditemi, sorella, (Da sinistra entra la Badessa per chiamare la La Sorella Infermiera sorella Dispensiera! com’era la berlina? Suora che dovrà andare al parlatorio. – L’attesa Le saprò riferire. (Una Cercatrice porta via il ciuchino.) Non aveva uno stemma? è viva. – In quell’attimo di silenzio tutte le Suore Grazie, sorella, grazie. Uno stemma d’avorio?… fanno il sacrificio del loro desiderio a pro della L’altra Cercatrice E dentro tappezzata sorella in gran pena. – Suor Angelica ha sempre Suor Angelica (A Suor Dolcina.) D’una seta turchina gli occhi volti al cielo, immobile come se tutta la Sono qui per servire. Per voi, sorella ghiotta… ricamata in argento?… sua vita fosse sospesa.) 10 11
La Badessa Suor Angelica Suor Angelica per voi serbata ho una parola sola: (Chiamando.) La Vergine m’ascolti e così sia. Dopo sett’anni…son davanti a voi… espiare! Espiare!… Suor Angelica! Ispiratevi a questo luogo santo… Offritela alla Vergine (Fa cenno che le Suore si ritirino.) È luogo di clemenza… la mia giustizia! La Zia Principessa È luogo di pietà… Le Suore La Badessa si avvia e scompare a sinistra. Suor Suor Angelica (Come respirando, finalmente.) Angelica si avvia verso gli archi del parlatorio. La Zia Principessa Tutto ho offerto alla Vergine…sì…tutto! Ah!… Guarda ansiosamente verso la porticina. Si ode Di penitenza. Ma v’è un’offerta che non posso fare!… (Il getto della fonte si è indorato, le Suore un rumore di chiavi. La porta viene aperta in Io debbo rivelarvi la ragione Alla Madre soave delle Madri riempiono un secchiello d’acqua, si avviano dentro dalla Suora Clavaria che rimarrà a fianco perché addivenni a questa divisione: non posso offrire di scordar… mio figlio, verso il cimitero e scompaiono.) della porta aperta, nella penombra della stanza. vostra sorella mio figlio! Il figlio mio! Quindi si vedrà la Badessa che si sofferma Anna Viola La creatura che mi fu strappata, Suor Angelica davanti alla Suora Clavaria. Le due Suore fanno anderà sposa. che ho veduto e baciato una sol volta! Madre, Madre, parlate! ala e fra le due figure bianche, che si curvano Creatura mia! Creatura mia lontana! chi è, Madre… chi è? lievemente in atto di ossequio, passa una figura Suor Angelica È questa la parola Son sett’anni che aspetto!… nera, severamente composta in un naturale Sposa?!… che imploro da sett’anni! Son sett’anni che aspetto una parola… atteggiamento di grande dignità aristocratica: Sposa la piccola Parlatemi di lui! una nuova, uno scritto… la Zia Principessa. Entra. Cammina lentamente Anna Viola? Com’è, com’è mio figlio? Tutto ho offerto alla Vergine appoggiandosi ad un bastoncino di ebano. Si Sposa la sorellina, Com’è dolce il suo volto? in piena espiazione… sofferma: getta per un attimo lo sguardo sulla la piccina? Come sono i suoi occhi? nipote, freddamente e senza tradire nessuna (Si interrompe; pensa un attimo.) Parlatemi di lui, La Badessa emozione; Suor Angelica invece alla vista della Piccina?!… Ah!… Son sett’anni!… di mio figlio… mio figlio! Offritele anche l’ansia Zia è presa da grande commozione, ma si frena Son passati sett’anni! (Un silenzio: la vecchia tace, guardando la che adesso vi scompone! perché le figure della Clavaria e della Badessa O sorellina bionda che vai sposa, madre in angoscia.) (Suor Angelica, affranta, si curva lentamente si profilano ancora nell’ombra. La porticina o sorellina mia, tu sia felice! Perché tacete? in ginocchio e si raccoglie. Le voci delle Suore si richiude. Suor Angelica, commossa, quasi E chi la ingemma? Perché tacete? arrivano dal cimitero.) vacillante va incontro alla Zia, ma la vecchia ......................... protende la sinistra come per consentire La Zia Principessa Un altro istante di questo silenzio Voci delle suore soltanto all’atto sottomesso del baciamano. Chi per amore condonò la colpa e vi dannate per l’eternità! Requiem aeternam Suor Angelica prende la mano che le viene tesa, di cui macchiaste il nostro bianco stemma. La Vergine vi ascolta e Lei vi giudica! dona ei, Domine, la porta alle labbra e, mentre la Zia siede, ella et lux perpetua cade in ginocchio, senza poter parlare. Un attimo Suor Angelica La Zia Principessa luceat ei – Requiescat in pace – Amen. di silenzio. Suor Angelica, con gli occhi pieni di Sorella di mia madre, Or son due anni lacrime, non ha mai tolto lo sguardo dal volto della voi siete inesorabile! venne colpito Suor Angelica Zia, uno sguardo pietoso, implorante. La vecchia da fiero morbo… (Alzando gli occhi.) invece ostentatamente guarda avanti a sé. La Zia Principessa Tutto fu fatto per salvarlo. Madre, sono serena e sottomessa. Che dite? E che pensate? La Zia Principessa Implacata son io? Inesorabile? Suor Angelica La Badessa Il Principe Gualtiero vostro padre, Vostra madre invocate È morto? È venuta a trovarvi la Principessa Clara vostra madre, quasi contro di me?… (La zia curva il capo e tace.) vostra zia Principessa. quando venti anni or sono ......................... Ah! vennero a morte… Di frequente, la sera, Suor Angelica (La vecchia si interrompe per farsi il segno della là, nel nostro oratorio, Suor Angelica, con un grido, cade di schianto Ah!… croce.) io mi raccolgo… in terra, in avanti, col volto sulle mani. La Zia si mi affidarono i figli ancor fanciulli alza come per soccorrerla credendola svenuta; La Badessa e tutto il patrimonio di famiglia. Nel silenzio di quei raccoglimenti, ma, al singhiozzare di Suor Angelica, frena il In parlatorio Io dovevo dividerlo il mio spirito par che s’allontani suo movimento di pietà; in piedi si volge verso si dica quanto quando ciò ritenessi conveniente, e s’incontri con quel di vostra madre un’immagine sacra che è al muro, alla sua destra, vuole ubbidienza, e con giustizia piena. in colloqui eterei, arcani! e con le due mani appoggiate al bastoncino di necessità. È quanto ho fatto. Ecco la pergamena. Come è penoso ebano, con la testa curva, in silenzio, prega. Ogni parola è udita Voi potete osservarla, discuterla, firmarla. udire i morti dolorare e piangere! Il pianto di Suor Angelica continua soffocato e dalla Vergine Pia. Quando l’estasi mistica scompare straziante. – Nel parlatorio è già la semioscurità 12 13
della sera. Si ode la porta aprirsi. Suor Angelica e si avviano verso Suor Angelica che è come in Ed ora a te, cicuta viperina!… O Madonna, salvami! si solleva restando sempre in ginocchio e col estasi. Il gruppo delle Suore si avvicina in silenzio. Mi dici: “Non scordarmi!” Una madre ti prega, volto coperto. Entra la Suora Clavaria con una Nella semioscurità sembra che le figure bianche, No, non ti scordo, vieni ad aiutarmi! una madre t’implora… lucernina accesa che pone sul tavolo. La Zia camminando, non tocchino terra.) (Volgendosi e stringendo i fiori al petto.) O Madonna, salvami! Principessa parla alla Suora. La Suora esce E siate benedetti, amici fiori, (Già le sembra udire le voci degli angeli e ritorna con la Badessa recando in mano Le Suore che consolate tutti i miei dolori! imploranti per lei la Madre delle Madri.) una tavoletta, un calamaio e una penna. Suor Sarete contenta, sorella, (Fa un pugnello delle erbe e dei fiori colti e li getta Angelica ode entrare le due suore, si volge, vede, la Vergine ha accolto la prece. nella ciotola fumante, guarda un attimo il formarsi Gli Angeli comprende; in silenzio si trascina verso il tavolo Sarete contenta, sorella, del veleno, prende la ciotola e la posa a piè della O gloriosa virginum e con mano tremante firma la pergamena. la Vergine ha fatto la grazia. croce; quindi si volge a destra verso le cellette.) sublimis inter sidera, Quindi si allontana di nuovo e si ricopre il (Suor Angelica si leva come in preda ad Addio, buone sorelle, addio, addio! qui te creavit, parvulum, volto con le mani. Le due Suore escono. La un’esaltazione mistica.) Io vi lascio per sempre. Lactente nutris ubere. Zia Principessa prende la pergamena, fa per M’ha chiamata mio figlio! quod Heva tristis abstulit andare verso la nipote, ma al suo avvicinarsi Suor Angelica Dentro un raggio di stelle tu reddis almo germine: Suor Angelica fa un leggero movimento con La grazia è discesa, dal cielo m’è apparso il suo sorriso, intrent ut astra flebiles tutta la persona come per ritrarsi. Allora la Zia già tutta, già tutta m’accende, m’ha detto: Mamma, vieni in Paradiso! coeli recludis cardines. procede verso la porta, batte col bastoncino; risplende! risplende! risplende! Addio! Addio! (Suor Angelica vede il miracolo compiersi: la la Clavaria apre, prende il lume, va avanti. La Già vedo, sorelle, la meta… chiesetta sfolgora di mistica luce, la porta si Addio, chiesetta! In te quanto ho pregato! Zia Principessa la segue. Di sulla soglia volge Sorelle, son lieta! son lieta! apre: apparisce la Regina del conforto, solenne, Buona accoglievi preghiere e pianti. uno sguardo alla nipote. Esce. Scompare. – La Cantiamo! Già in cielo si canta… dolcissima e, avanti a Lei, un bimbo biondo, È discesa la grazia benedetta! porta si richiude. La sera è calata; nel cimitero le Lodiamo la Vergine Santa! tutto bianco…) Muoio per lui e in ciel lo rivedrò! Suore vanno accendendo i lumini sulle tombe. (Esaltata, abbraccia la croce, la bacia, si Tutte Suor Angelica curva rapidamente, prende la ciotola, si volge Lodiamo la Vergine Santa! Ah!… verso la chiesa e guardando al cielo beve il La grazia (Si ode dal fondo a destra il segnale delle (La Vergine sospinge, con dolce gesto, il bimbo veleno. Quindi si appoggia ad un cipresso tavolette. Le Suore si avviano verso l’arcata di verso la moribonda…) e comprimendosi il petto con la sinistra e Suor Angelica destra e la teoria bianca scompare nelle celle.) abbandonando lentamente il braccio destro (Rimasta sola.) Suor Angelica lascia cadere la ciotola a terra. – L’atto del Senza mamma, La voce di Angelica Ah!… suicidio ormai compiuto sembra la tolga dalla bimbo, tu sei morto! La grazia è discesa dal ciel!… (Muore.) esaltazione a cui era in preda e la riconduca Le tue labbra, (La notte avvolge il chiostro. Sulla chiesetta si alla verità. Un rapido silenzio. Il suo volto senza i baci miei, va illuminando a poco a poco una scintillante prima sereno e sorridente si atteggia in una scoloriron cupola di stelle. La luna dà sui cipressi. espressione angosciosa come se una rivelazione fredde, fredde! ......................... improvvisa e tremenda le fosse apparsa. – Le E chiudesti, Si apre una cella: esce Suor Angelica.) nubi coprono adesso la luna e le stelle; la scena bimbo, gli occhi belli! è oscura. – Si leva un grido disperato:) Non potendo Suor Angelica carezzarmi, (Ha in mano una ciotola di terracotta che posa le manine a pie’ di un cipresso; raccoglie un fastelletto di Il miracolo componesti in croce! sterpi e rami, raduna dei sassi a mo’ d’alari e vi E tu sei morto depone il fastelletto; va alla fonte e riempie la Suor Angelica senza sapere ciotola d’acqua: accende con l’acciarino il fuoco Ah! Son dannata! quanto t’amava e vi mette su la ciotola. – Quindi si avvia verso la Mi son data la morte! questa tua mamma! fiorita.) Io muoio in peccato mortale! Ora che tutto sai, Amici fiori, voi mi compensate (Si getta disperatamente in ginocchio.) angelo bello, dimmi di tutte le premure mie amorose! O Madonna, Madonna, quando potrò volar con te nel cielo? (Come chiamando per nome il fiore e l’erba che per amor di mio figlio Quando potrò vederti? Dimmi! Dimmi!… coglie.) smarrita ho la ragione! Quando potrò baciarti? Vieni, oleandro. non mi fare morire in dannazione! Baciarti!… Amor mio santo!! Pruno lauro, ove sei?… Atropo bello, vieni!… Dammi un segno di grazia! (I lumi del cimitero sono tutti accesi: il chiostro è Dammi un segno di grazia! ormai quasi oscuro. Le Suore escono dal cimitero 14 15
Il Soggetto Un monastero di clausura sul finire del Seicento. È una sera di primavera e le monache sono in chiesa. Entrano in ritardo due converse, seguite poi da Suor Angelica che fa l’atto di contrizione baciando la terra prima di varcare l’uscio. Finita la funzione, le suore escono e, prima che inizi la ricreazione, la suora zelatrice chiama a penitenza alcune consorelle peccatrici. Improvvisamente la loro attenzione è attirata dall’acqua della fontana che, sotto l’ultimo raggio del sole, sembra dorata. Ricordando quanto la sorella Bianca Rosa, morta da poco, amasse questo particolare effetto, decidono di riempire di acqua un secchiello e di portarlo alla sua tomba. I morti, commenta Angelica, non hanno desideri e ciò fa della morte una vita bella. I desideri profani sono cose vietate e le sorelle confessano i loro semplici sogni proibiti. Angelica nega di averne, ma le altre sussurrano che non è vero, che è stata rinchiusa in convento dalla sua nobile famiglia di cui non ha mai cessato di desiderare notizie. Vengono interrotte dalla suora infermiera che chiede l’aiuto di Angelica, esperta nell’uso delle erbe medicinali, per curare una consorella punta dalle vespe. Giungono le sorelle cercatrici cariche di provviste. Una di esse, incuriosita, chiede chi sia il visitatore con la magnifica berlina ferma davanti al portone. Le altre rispondono che ancora nessuno si è presentato, ma Angelica intuisce che la visita è per lei. Infatti, poco dopo, la badessa le annuncia l’arrivo della Zia Principessa. Questa, alla morte prematura dei genitori di Angelica, ha avuto in tutela i beni della famiglia e l’educazione dei figli. Ora è giunta al convento per ottenere il consenso della nipote sulla divisione patrimoniale da farsi in occasione del matrimonio della sorella minore di Angelica. Quando Angelica chiede il nome dello sposo, la Zia, gelida, risponde che è un uomo che ha perdonato la vergogna con la quale lei ha macchiato l’onore della famiglia. Angosciata da questa risposta, Angelica chiede notizie della causa innocente della sua sciagura: il figlio illegittimo, la cui nascita, sette anni prima, l’ha condannata ad un’esistenza di espiazione senza fine. La Principessa le comunica con freddezza che il bambino è morto già da due anni. Straziata, Angelica cade a terra in singhiozzi e poi, ricomponendosi, si trascina fino al tavolo e firma la pergamena indicatale dalla Zia. 17
Gianni Schicchi Rimasta sola e sconvolta dal dolore, Angelica pensa al figlio morto, che non l’ha mai conosciuta. Gli parla e gli chiede di intercedere presso la Madonna per permetterle di raggiungerlo. In un momento di grazia, ella sembra illuminata da una visione mistica e gioiosa. Scende la notte, Angelica si ritira, come le altre monache, nella sua cella. Ma dopo opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano pochi minuti, esce di nuovo nel chiostro, raccoglie nel suo orticello erbe velenose, prepara musica di Giacomo Puccini con esse un infuso e lo beve. Recuperando ad un tratto la sua lucidità, si rende conto che edizione Casa Ricordi, Milano sarà dannata per essersi tolta volontariamente la vita. Allora implora disperatamente il perdono per aver smarrito la ragione nel momento estremo del dolore. personaggi e interpreti Gianni Schicchi Marcello Rosiello Il miracolo si compie. Appare la Vergine, solenne e luminosa, che dolcemente sospinge Lauretta Francesca Longari verso la piccola suora moribonda il suo bambino. Zita Isabel De Paoli Rinuccio Giuseppe Infantino Gherardo Santiago Induni Nella Consuelo Gilardoni Gherardino Diego Bustacchini Betto di Signa Maximiliano Medero Simone Adriano Gramigni Marco Ricardo Crampton La Ciesca Antonella Biondo Maestro Spinelloccio Marco Innamorati Ser Amantio Michele Pierleoni Guccio Rosario Grauso Pinellino Ufuk Aslan Buoso Donati Ivan Merlo direttore Marco Guidarini regia, scene, costumi, luci Denis Krief assistente regia Pia Di Bitonto assistente scene e costumi Angela Vasta Orchestra della Toscana assistente alla direzione musicale Andrea Chinaglia assistente regia Pia Di Bitonto assistente scene e costumi Angela Vasta maestri collaboratori Flavio Fiorini, Silvia Gasperini, Arianna Tarantino maestro alle luci Matteo Ballini direttore di palcoscenico Guido Pellegrini creazione suoni campionati Andrea Baggio realizzazione fondale Gino Bruni capo-macchinista Andrea Natalini macchinista Andrea Vignali datore luci Tiziano Panichelli elettricista Raffaele Brandani capo-attrezzista Daniela Giurlani responsabile sartoria Anna Mugnai sarta Evelina Dario responsabile trucco e parrucche Patrizia Bonicoli produzione Cristina Tosi segreteria artistica Sara Ricci nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca coproduzione Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Alighieri di Ravenna in collaborazione con Teatro Lirico di Cagliari e Maggio Musicale Fiorentino 18 19
Gianni Schicchi ATTO UNICO La camera da letto di Buoso Donati. Gherardo e Nella Buoso! opera in un atto A sinistra di faccia al pubblico la porta d’ingresso; Betto libretto di Giocachino Forzano O cognato! Cognà… oltre un pianerottolo e la scala; quindi una musica di Giacomo Puccini finestra a vetri fino a terra per cui si accede (È interrotto perché Gherardino butta in terra una al terrazzo con la ringhiera di legno che gira sedia e i parenti, con la scusa di zittire Gherardino, esternamente la facciata della casa. Nel fondo fanno un formidabile “sciiii” sul viso a Betto.) PERSONAGGI a sinistra un finestrone da cui si scorge la torre di Arnolfo. Sulla parete di destra una scaletta di Gherardo Gianni Schicchi, 50 anni baritono legno conduce ad un ballatoio su cui trovansi Io piangerò per giorni e giorni. Lauretta, 21 anni soprano uno stipo e una porta. Sotto la scala un’altra (A Gherardino che si è alzato e lo tira per la porticina. A destra, sul fondo, il letto. Sedie, veste dicendogli qualche cosa.) cassapanche, stipi sparsi qua e là, un tavolo; Sciò! I parenti di Buoso Donati: sopra il tavolo oggetti d’argento. Zita detta La Vecchia, cugina di Buoso, 60 anni contralto Ai lati del letto quattro candelabri con quattro Nella Rinuccio, nipote di Zita, 24 anni tenore ceri accesi.Davanti al letto, un candelabro a tre Giorni? Per mesi!… Gherardo, nipote di Buoso, 40 anni tenore candele spento. Luce di sole e luce di candele: (Come sopra.) Nella, sua moglie, 34 anni soprano sono le nove del mattino. Le sarge del letto, Sciò! semichiuse, lasciano intravedere un drappo rosso (Gherardino va dalla Vecchia.) Gherardino, loro figlio, 7 anni contralto che ricopre un corpo. I parenti di Buoso sono Betto di Signa, cognato di Buoso, in ginocchio, con le mani si coprono il volto e La Ciesca povero e malvestito, età indefinibile basso stanno molto curvati verso terra. Gherardino è a Mesi? Per anni ed anni! Simone, cugino di Buoso, 70 anni basso sinistra vicino alla parete: è seduto in terra, volta Marco, suo figlio, 45 anni baritono le spalle ai parenti e si diverte a far ruzzolare delle La Vecchia palline. I parenti sono disposti in semicerchio; Ti piangerò tutta la vita mia!… La Ciesca, moglie di Marco, 38 anni mezzosoprano (Allontanando Gherardino, seccata si volge a a sinistra del letto la prima è La Vecchia, poi Rinuccio, Gherardo e Nella, quindi Betto di Signa, Nella e a Gherardo.) Maestro Spinelloccio, medico basso nel centro, resta un po’ isolato perché essendo Portatecelo voi, Gherardo, via! Ser Amantio di Nicolao, notaro baritono povero, mal vestito e fangoso, è riguardato con (Gherardo si alza, prende il figliolo per un Pinellino, calzolaio basso disprezzo dagli altri parenti; a destra, La Ciesca, braccio e, a strattoni, lo porta via dalla porticina Marco e Simone che sarà davanti alla Vecchia. di sinistra.) Guccio, tintore basso Da questo gruppo parte il sordo brontolio di una preghiera. Il brontolio è interrotto da Tutti singhiozzi, evidentemente fabbricati tirando Oh! Buoso, Buoso, su il fiato a strozzo. Quando Betto di Signa si tutta la vita L’azione si svolge nel 1299 in Firenze. azzarda a singhiozzare, gli altri si sollevano un piangeremo la tua dipartita! po’, alzano il viso dalle mani e danno a Betto una (Betto curvandosi a sinistra, mormora qualcosa guardataccia. Durante il brontolio si sentono all’orecchio di Nella.) esclamazioni soffocate di questo genere: Nella La Vecchia Ma come? Davvero? Povero Buoso! Betto Simone Lo dicono a Signa. Povero cugino! Rinuccio Rinuccio (Curvandosi fino a Nella, con voce piangente.) Povero zio! Che dicono a Signa? Nella Marco e La Ciesca Si dice che… Oh! Buoso! (Gli mormora qualcosa all’orecchio.) 20 21
Rinuccio Simone Simone La Vecchia (Con voce naturale.) Lo dicono a Signa???? Ah! Se tutto andrà come si spera, Giààààà?! (Tutti si voltano. Betto fa il distratto. Simone sposa chi vuoi, magari… la versiera! Tutti guarda meglio una pergamena.) Betto Lo dicono a Signa! No. Non è! Rinuccio Lo dicono a Signa. (Un silenzio.Ora i parenti sono, sì, sempre in (Si riprende la ricerca. Betto agguanta le forbici (Dà a Zita il testamento.) ginocchio, ma bene eretti sul busto.) e il sigillo: li striscia al panno della manica dopo Ah! lo zio mi voleva tanto bene, La Ciesca averli rapidamente appannati col fiato, li guarda m’avrà lasciato con le tasche piene! (Curvandosi fino a Betto, con voce piangente.) Gherardo e li mette in tasca. Ora tira al piatto. Ma un falso (A Gherardino che torna ora in scena.) Che dicono a Signa? O Simone? allarme della Vecchia fa voltare tutti.) Corri da Gianni Schicchi, digli che venga qui con la Lauretta; Betto La Ciesca La Vecchia c’è Rinuccio di Buoso che l’aspetta! Si dice che… Simone? Ah! (Gli dà due monete.) (Le mormora qualcosa all’orecchio.) (Guarda meglio.) A te, due popolini: La Vecchia No. Non è! comprati i confortini! La Ciesca Parla, tu se’ il più vecchio… (Si riprende la ricerca. Betto agguanta anche (Gherardino corre via. Tutti seguono Zita che (Con voce naturale.) il piatto e lo mette sotto il vestito tenendolo va al tavolo. Cerca le forbici per tagliare i nastri Nooooo!? Marco assicurato col braccio.) del rotolo, non trova né forbici né piatto. Guarda O Marco, lo senti Tu che sei stato podestà a Fucecchio… intorno i parenti; Betto fa una fisionomia che dicono a Signa? Rinuccio incredibile. Zita strappa il nastro con le mani. Si dice che… La Vecchia Salvàti! Apre. Appare una seconda pergamena che (Gli mormora all’orecchio.) Cosa ne pensi? (Legge sul rotolo di pergamena.) avvolge ancora il testamento. Zita vi legge “Testamento di Buoso Donati.” sopra: Marco Simone (Tutti accorrono con le mani protese per Eeeeeh?! (Riflette un istante, poi, gravemente:) prendere il testamento. Ma Rinuccio mette il La Vecchia Se il testamento è in mano d’un notaio, rotolo di pergamena nella sinistra, protende la “Ai miei cugini Betto chi lo sa?… Forse è un guaio! Zita e Simone!” destra come per fermare lo slancio dei parenti e, Lo dicono a Signa. Se però ce l’avesse mentre tutti sono in un’ansia spasmodica.) lasciato in questa stanza, Zia, l’ho trovato io!… Simone La Vecchia guaio pe’ frati, ma per noi: speranza! Come compenso, dimmi… Povero Buoso! (Con voce piagnucolosa.) Ah! dimmi, se lo zio Ma insomma possiamo… Tutti – povero zio! – m’avesse La Vecchia sapere… che diamine dicono a Signa? Se il testamento fosse in questa stanza… lasciato bene bene, Povero Buoso! guaio pe’ frati, ma per noi: speranza! se tra poco si fosse tutti ricchi… Betto (Tutti istintivamente si alzano di scatto. Simone e in un giorno di festa come questo, Simone Ci son delle voci… Nella si dirigono allo stipo nel fondo. La Vecchia, mi daresti il consenso di sposare (In un impeto di riconoscenza accende anche le dei mezzi discorsi… Marco, Ciesca allo stipo che è sul davanti alla la Lauretta figliola dello Schicchi? tre candele del candelabro spento.) Dicevan iersera parete di destra; Gherardo torna ora in scena senza Mi sembrerà più dolce il mio redaggio… Tutta la cera dal Cisti fornaio: il ragazzo e raggiunge Simone e Nella. Rinuccio si potrei sposarla per Calendimaggio! tu devi avere! “Se Buoso crepa, per i frati è manna! dirige verso lo stipo che è in cima alla scala.) Insino in fondo Diranno: pancia mia, fatticapanna!…” Tutti tranne La Vecchia si deve struggere! Rinuccio – Ma sì! Sì! godi, godi! E un altro: “Sì, sì, sì, nel testamento (O Lauretta, Lauretta, amore mio, ha lasciato ogni cosa ad un convento!…” – Ma sì! Povero Buoso! speriam nel testamento dello zio!) – C’è tempo a riparlarne! (È una ricerca febbrile. Fruscio di pergamene – Qua, presto il testamento! Tutti Simone buttate all’aria. Betto, scacciato da tutti, (A metà di questo discorso si è sollevato anche – Non lo vedi Mormorano vagando per la stanza adocchia sul tavolo il che si sta con le spine sotto i piedi? Povero Buoso! lui ed ha ascoltato.) piatto d’argento col sigillo d’argento e le forbici Ma che?!?! Chi lo dice? – Se m’avesse lasciato questa casa! pure d’argento. Cautamente allunga una mano. Rinuccio – I mulini di Signa! – Ma dal fondo si ode un falso allarme di Simone Zia!… – E poi la mula! Betto che crede di aver trovato il testamento.) Lo dicono a Signa. – Se m’avesse lasciato… 22 23
La Vecchia Simone La Vecchia La Vecchia Zitti! È aperto! Quaglie pinate! Tu se’ anche il più vecchio!… (Interrompendolo.) (La Vecchia col testamento in mano: vicino al Ah bada! se sale, tavolo ha dietro a sé un grappolo umano. Marco Nella Marco gli fo ruzzolare e Betto sono saliti sopra una sedia. Si vedranno Lodole! Tu che sei stato podestà a Fucecchio!… le scale! bene tutti i visi assorti nella lettura. Le bocche (Simone fa un gesto come per dire: si muoveranno come quelle di chi legga senza Marco impossibile!) Gherardo emettere voce. A un tratto i visi si cominciano Ortolani!! (A Gherardino.) a rannuvolare… arrivano ad una espressione Rinuccio Tu devi obbedire tragica… finché la Vecchia si lascia cadere seduta Betto C’è una persona sola soltanto a tuo padre: sullo sgabello davanti alla scrivania. Simone è E galletti! che ci può consigliare… là! là! il primo, del gruppo impietrito, che si muove, si forse salvare… (Sculaccia Gherardino e lo butta nella stanza a volta, si vede davanti le tre candele testé accese, Tutti destra in cima alla scala.) vi soffia su e le spegne: cala le sarge del letto Galletti?? Gallettini!!… Tutti completamente: spegne poi tutti i candelabri. Gli Chi? Simone altri parenti lentamente vanno ciascuno a cercare Un Donati sposare Rinuccio una sedia e vi seggono. Sono come impietriti con Rinuccio la figlia d’un villano! Galletti di canto teneriiini! gli occhi sbarrati, fissi: chi qua, chi là.) Gianni Schicchi! La Vecchia La Vecchia Simone Tutti D’uno sceso a Firenze dal contado! E con le facce rosse e ben pasciute, Dunque era vero! Noi vedremo i frati (Gesto di delusione.) Imparentarsi colla gente nova!… schizzando dalle gote la salute, ingrassare alla barba dei Donati! Io non voglio che venga! ridetevi di noi: ah! ah! ah! ah! La Vecchia Eccolo là un Donati, eccolo là! La Ciesca (Furibonda.) Rinuccio E la voleva lui l’eredità… Tutti quei bei fiorini accumulati Di Gianni Schicchi, Avete torto! finire nelle tonache dei frati!… della figliola, È fine… astuto… Tutti non vo’ sentirne Ogni malizia Gherardo (Con un riso che avvelena si alzano parlar mai più! di leggi e codici Privare tutti noi d’una sostanza, accennandosi l’un l’altro.) E intendi bene!… conosce e sa. e i frati far sguazzar nell’abbondanza! – Ah! ah! ah! ah!, ah! ah! ah! ah!, ah! ah! Motteggiatore!… Beffeggiatore!… – Eccolo là un Donati! Gherardino C’è da fare una beffa nuova e rara? Betto – Eccolo là! (Entra di corsa urlando.) È Gianni Schicchi che la prepara! Io dovrò misurarmi il bere a Signa, – E la voleva lui l’eredità!… È qui che viene! Gli occhi furbi gli illuminan di riso e i frati beveranno il vin di vigna!… – Ah! ah! ah! ah! lo strano viso, – Ah! ah! ah! ah! Tutti ombreggiato da quel suo gran nasone Nella (Erompendo a pugni stretti.) Chi? che pare un torracchione Si faranno slargar spesso la cappa, Sì, sì, ridete! Sì, ridete, o frati! per così! noi schianterem di bile, e loro… pappa! Ingrassàti alla barba dei Donati! Gherardino Vien dal contado? Ebbene? E che vuol dire? (Cadono ancora a sedere. Pausa. Ora c’è chi Gianni Schicchi! Basta con queste ubbie grette e piccine! Rinuccio piange sul serio.) Firenze è come un albero fiorito La mia felicità sarà rubata La Vecchia La Vecchia che in piazza dei Signori ha tronco e fronde, dall’“Opera di Santa Reparata”! Chi l’ha chiamato? Chi l’avrebbe mai detto… ma le radici forze nuove apportano che quando Buoso andava al cimitero, Rinuccio dalle convalli limpide e feconde; Gherardo noi… si sarebbe… pianto… per davvero! (Accennando il ragazzo.) e Firenze germoglia ed alle stelle Aprite le dispense dei conventi! Io: l’ho mandato salgon palagi saldi e torri snelle! Allegri, frati, ed arrotate i denti! Voci perché speravo… L’Arno prima di correre alla foce – E non c’è nessun mezzo… canta, baciando piazza Santa Croce, La Vecchia e il suo canto è sì dolce e sì sonoro (Feroce.) – Per cambiarlo… Alcuni – Per girarlo… È proprio il momento ché a lui son scesi i ruscelletti in coro!… Eccovi le primizie di mercato! Così scendano i dotti in arti e scienze Fate schioccar la lingua col palato!… – Addolcirlo… d’aver Gianni Schicchi – O Simone? Simone? tra’ piedi! a far più ricca e splendida Firenze! A voi, poveri frati: tordi grassi! 24 25
E di Val d’Elsa giù dalle castella (Falso; forte.) sotto la luna a Fiesole Gianni ben venga Arnolfo a far la torre bella! Ah! comprendo il dolor di tanta perdita… quando tu m’hai baciato! Ah vieni, vieni! E venga Giotto dal Mugel selvoso, Ne ho l’anima commossa… (Riprende la figlia.) e il Medici mercante coraggioso!… Rinuccio Un po’ d’orgoglio, Basta con gli odi gretti e coi ripicchi! Gherardo Lauretta mia, ricordati! un po’ d’orgoglio! Viva la gente nova e Gianni Schicchi! Eh! la perdita è stata proprio grossa! tu m’hai giurato amore! Via, via di qua! E quella sera Fiesole (Si bussa alla porta.) sembrava tutto un fiore! La Vecchia Gianni È lui! Lo faccio entrare? Ma vieni, vieni!… (Come chi dica parole stupide di circostanza.) (I parenti fanno un gesto che non significa niente. A due (Riprende Rinuccio.) Eh!… Sono cose… Mah!… Come si fa! Rinuccio apre: entrano Gianni Schicchi e Lauretta.) Addio, speranza bella, Ed io non voglio, In questo mondo una cosa si perde… s’è spento ogni tuo raggio; ed io non voglio! Gianni non ci potrem sposare Via, via di qua! una si trova… (Si sofferma sull’uscio: dà un’occhiata ai per il Calendimaggio! (I parenti restano neutrali e si limitano ad (Seccato che facciano la commedia con lui.) parenti.) (Lauretta sfugge a Gianni e corre a Rino. Rino esclamare di tanto in tanto.) si perde Buoso, (Quale aspetto sgomento e desolato!… sfugge a Zita e corre a Lauretta.) e c’è l’eredità… Buoso Donati, certo, è migliorato!) I Parenti La Vecchia Lauretta – Anche le dispute fra innamorati! Rinuccio Babbo, lo voglio! – Proprio il momento! (Gli si avventa come una bestia feroce.) (A Lauretta, fra il pianerottolo e la porta.) Babbo, lo voglio! – Pensate al testamento! Sicuro! Ai frati! Lauretta! (Gianni, quasi sulla porta, è per portar via Lauretta.) Gianni Rinuccio Lauretta O zia, la voglio! Rinuccio Ah! diseredati? Rino! O zia, la voglio! (Liberandosi.) La Vecchia Signor Giovanni! Rinuccio Lauretta Rimanete un momento! Diseredati! Sì! Diseredati! Amore mio! Amore! (Alla Vecchia.) E perciò ve lo canto: pigliate la figliola, Invece di sbraitare, Lauretta Rinuccio dategli il testamento! levatevi di torno, Perché sì pallido?… Amore! (A Gianni.) io non do mio nipote ad una senza-dote! Cercate di salvarci! Rinuccio Gianni A voi non può mancare Ahimè, lo zio… (Tirando Lauretta verso la porta.) un’idea portentosa, una trovata, Rinuccio Vecchia taccagna! O Zia, io l’amo, l’amo! un rimedio, un ripiego, un espediente!… Lauretta Stillina! Sordida! Ebbene, parla… Spilorcia! Gretta! Gianni Lauretta Babbo! Babbo! Lo voglio! (Accennando ai parenti.) Rinuccio La Vecchia A pro di quella gente? Niente! Niente! O amore! amore! (Tirando Rino a destra.) La Vecchia Anche m’insulta! Quanto dolore! Lauretta Non me ne importa un corno! Senza la dote (Gli si inginocchia davanti.) Lauretta non do il nipote, O mio babbino caro, Gianni non do il nipote! Quanto dolore!…) mi piace, è bello bello, Figliola, un po’d’orgoglio! (Gianni lentamente avanza verso la Vecchia che vo’ andare in Porta Rossa (Erompe.) Gianni gli volta le spalle; avanzando vede i candelabri a comperar l’anello! Brava la Vecchia! Brava! Pel la dote Vieni, Lauretta, intorno al letto.) sacrifichi mia figlia e tuo nipote! rasciuga gli occhi, Sì, sì, ci voglio andare! Vecchia taccagna! sarebbe un parentado di pitocchi! E se l’amassi indarno, Gianni (Lauretta e Rinuccio tendendosi il braccio libero.) andrei sul Ponte Vecchio, Ah!… La Vecchia ma per buttarmi in Arno! Andato?? Lauretta Rinuccio, vieni, (Fra sé.) Mi struggo e mi tormento! Rinuccio, non lasciarmi! lasciali andare, E perché stanno a lacrimare? O Dio, vorrei morir! Ah! tu me l’hai giurato ah! sarebbe un volerti rovinare! Ti recitano meglio d’un giullare! (Piange; una pausa.) 26 27
Gianni Vai là sul terrazzino, Gianni (Alla voce del morto i parenti danno un (Come chi è costretto ad accondiscendere.) porta i minuzzolini all’uccellino. (Contrariatissimo, con voce soffocata.) traballone, poi si accorgono che è Gianni che Datemi il testamento! (E perché Rinuccio la vorrebbe seguire, egli lo Chi può essere? Ah!… contraffà la voce di Buoso. Ma nel traballone (Rinuccio glielo dà. Gianni legge e cammina. ferma.) a Betto è scivolato il piatto d’argento e gli è I parenti lo seguono con gli occhi, poi Sola. – La Vecchia caduto.) inconsciamente finiscono per andargli dietro (Lauretta va sul terrazzino a sinistra. Gianni la (A bassa voce.) come i pulcini alla chioccia, tranne Simone che segue con gli occhi; appena la figlia è fuori di Maestro Spinelloccio Spinelloccio siede sulla cassapanca a destra, e, incredulo, scena, egli si volge al gruppo dei parenti sempre il dottore!… Oh! Messer Buoso! scrolla il capo. Ansia.) intorno a lui.) Niente da fare! Nessuno sa Gianni Gianni (I parenti lasciano Schicchi e si avviano verso il che Buoso ha reso il fiato?… Guardate che non passi! Ho tanta fondo della scena.) Ditegli qualche cosa… voglia di riposare… Tutti che Buoso è migliorato… che riposa… potreste ripassare questa sera?… Lauretta e Rinuccio Nessuno! (Betto va a chiudere le impannate e rende Son quasi addormentato… Addio, speranza bella, semioscura la stanza. Tutti si affollano intorno s’è spento ogni tuo raggio, Gianni alla porta e la schiudono appena.) Spinelloccio non ci potrem sposare Bene! Ancora Sì, messer Buoso!… per il Calendimaggio! nessun deve saperlo! Maestro Spinelloccio Ma va meglio?… (Accento bolognese.) Gianni Tutti L’è permesso?… Gianni (Riprende a leggere e a camminare.) Nessuno lo saprà! Da morto, son rinato! Niente da fare! Tutti A stasera! (I parenti si lasciano cadere sulle sedie.) Gianni Buon giorno, (Assalito da un dubbio.) Maestro Spinelloccio! Spinelloccio Rinuccio e Lauretta Ma i servi? Va meglio! A stasera! Addio, speranza bella, – Meglio! (Ai parenti.) s’è spento ogni tuo raggio… La Vecchia – Meglio!… Anche alla voce sento: è migliorato! (Con intenzione.) Eh! a me non è mai morto un ammalato! Gianni Dopo l’aggravamento… Spinelloccio Non ho delle pretese, (Tonante.) in camera… nessuno! Ha avuto il benefissio?… il merito l’è tutto Però!… della scuola bolognese! (Tutti i parenti si alzano di scatto e corrono a Gianni Tutti A questa sera. Gianni.) (A Marco e Gherardo; tranquillizzato, deciso.) Altro che! Altro che!… Voi due portate il morto e i candelabri Tutti Rinuccio e Lauretta (Accenna al sottoscala.) Spinelloccio – A stasera, Maestro! (Forse ci sposeremo là dentro nella scala di rimpetto! A che potensa – A questa sera! per il Calendimaggio!) (A Ciesca e Nella.) l’è arrivata la sciensa! (Via il Dottore, si riapre la finestra; ancora tutta (Gianni si ferma nel mezzo della scena col viso Donne! Rifate il letto! Be’, vediamo, vediamo… luce in scena; i parenti si volgono a Gianni.) aggrottato come perseguendo un suo pensiero, (Per entrare.) gesticola parcamente guardando avanti a sé. Le donne Gianni Tutti sono intorno a lui; ora, anche Simone; più Ma… Tutti Era eguale la voce? bassi di lui, con i visi voltati verso il suo viso (Fermandolo.) come uccellini che aspettino l’imbeccata. Gianni Gianni No! riposa! Tutti a poco a poco si rischiara, sorride, guarda tutta Zitte. Obbedite! Tale e quale! quella gente… alto, dominante, troneggiante.) (Marco e Gherardo scompaiono fra le sarge Spinelloccio del letto e ricompaiono con un fardello rosso (Insistendo.) Gianni Tutti che portano a destra nella stanza sotto la Ma io… Ah! Vittoria! Vittoria! (Con un filo di voce.) scala. Simone, Betto e Rinuccio portano via i Ma non capite?… Ebbene? candelabri. Ciesca e Nella ravviano il letto. Gianni Gianni Si bussa alla porta.) (Seminascosto fra le sarge del letto, Tutti (Infantile.) contraffacendo la voce di Buoso, tremolante.) No! No! Laurettina! No! no! Maestro Spinelloccio!… 28 29
Gianni I parenti Simone Gianni Che zucconi! (Si abbracciano, si baciano con grande effusione.) (Falsamente ingenuo.) (Nervoso.) Si corre dal notaio: – Caro Gherardo! Ah! capisco! capisco! Ora dagli da bere! (Veloce, affannato.) – O Marco! perché sono il più vecchio (Lauretta rientra.) “Messer notaio, presto! – O Ciesca! e sono stato podestà a Fucecchio, Via, da Buoso Donati! – O Nella! volete darli a me! Io vi ringrazio! Gherardo C’è un gran peggioramento! – Zita! Zita! (Risale affannoso, non può parlare. Fa segno di no.) Vuol fare testamento! – Simone! La Vecchia …È preso un accidente Portate su con voi le pergamene, No, no, no, no! Un momento! al moro battezzato presto, messere, presto, se no è tardi!…” Gianni Se tu se’ vecchio, peggio per te! del signor capitano! (Naturale.) (O quale commozione!) Ed il notaio viene. Marco e gli altri Tutti (Pittoresco.) Tutti Sentilo, sentilo, il podestà! (Allegramente.) Entra: la stanza Oh! giorno d’allegrezza! Vorrebbe il meglio dell’eredità! Requiescat in pace! è semioscura, La burla ai frati è bella! dentro il letto intravede Ah felici e contenti! Gianni Simone di Buoso la figura!! Com’è bello l’amore fra i parenti! (Da una parte.) (Con autorità.) (Quanto dura l’amore tra’ parenti!) Per la casa, la mula ed i mulini In testa Simone (Ride.) propongo di rimetterci la cappellina! O Gianni, ora pensiamo alla giustizia, all’onestà di Schicchi. al viso un po’ alla divisione: Tutti la pezzolina! i fiorini in contanti… – La casa la mula i mulini di Signa Tutti Fra cappellina e pezzolina un naso toccano a me. Rimettiamoci a Schicchi. che par quello di Buoso e invece è il mio… Tutti – La mula i mulini di Signa la casa perché al posto di Buoso ci son io! In parti eguali! toccano a noi. Gianni Io, lo Schicchi con altra voce e forma! (Gianni dice sempre di sì con la testa.) – La mula, la casa, i mulini di Signa Come volete! “Io falsifico in me Buoso Donati toccano a noi. Datemi i panni per vestirmi, presto! testando e dando al testamento norma!” Simone – Di Signa i mulini la mula la casa (La Vecchia e Nella prendono dall’armadio e O gente! Questa matta bizzarria A me i poderi toccano a me. dalla cassapanca, che è in fondo al letto, la che mi zampilla dalla fantasia di Fucecchio. – La mula i mulini di Signa la casa cappellina, la pezzolina e la camicia.) è tale da sfidar l’eternità! – la casa… La Vecchia – di Signa… La Vecchia Tutti A me quelli di Figline. – la mula… Ecco la cappellina! (Come strozzati dalla commozione, non – i mulini… (A bassa voce a Schicchi.) trovando le parole.) Betto (Si odono i rintocchi di una campana che suona (Se mi lasci la mula, – Schicchi!!!! A me quelli di Prato. a morto. Tutti cessano di gridare ed esclamano:) questa casa e i mulini (Gli baciano le mani.) di Signa, – Schicchi!!!! Gherardo Tutti ti do trenta fiorini!) – Schicchi!!!! A noi le terre d’Empoli. L’hanno saputo! (Gli baciano le vesti.) (Ascoltando la campana, con voce soffocata.) Gianni – Schicchi!!!! Marco Hanno saputo che Buoso è crepato! (Sta bene!) – Schicchi!!!! A noi quelle di Quìntole. (Gherardo corre alla porta e scende le scale a (Via la Vecchia verso l’armadio, fregandosi le – Schicchi!!!! precipizio.) mani.) – Schicchi!!!! La Vecchia – Schicchi!!!! Resterebbero ancora: Gianni Simone la mula, questa casa Tutto crollato! (Avvicinandosi con fare distratto a Schicchi, a La Vecchia e i mulini di Signa! bassa voce.) (A Rinuccio.) Lauretta (Se lasci a me la casa, Va’, corri dal notaio! Marco (Affacciandosi da sinistra.) la mula e i mulini, (Via Rinuccio.) Son le cose migliori. Babbo, si può sapere?… di Signa, (Pausa; i parenti cominciano a guardarsi in L’uccellino non vuole più minuzzoli… ti do cento fiorini!) cagnesco.) 30 31
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