IL RISVEGLIO DELLA FORESTA - LE POLITICHE FORESTALI DALLA SERENISSIMA AD OGGI DI EUROPE DIRECT VENETO 19 - TESAF
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Il risveglio della foresta Le politiche forestali dalla Serenissima ad oggi Veneto Quaderno della collana di Europe Direct Veneto 19
Pubblicazione a cura di: Agenzia Veneto Agricoltura - Europe Direct Veneto, Centro di informazione e animazione dell’Unione Europea www.europedirectveneto.com e-mail: europedirect@venetoagricoltura.org Tel. 049 8293716 Europe Direct Veneto è presente su: - Facebook: https://www.facebook.com/EuropeDirectVeneto/ - Twitter: @europedirectven Il progetto editoriale è stato coordinato da Giustino Mezzalira, Mimmo Vita e Renzo Michieletto dell’Agenzia Veneto Agricoltura. La supervisione dei testi è dovuta a Renzo Michieletto La redazione dei testi è a cura di: Franco Viola, Università di Padova; Davide Pettenella, Mauro Masiero e Laura Secco, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) - Università di Padova; Piotr Borkowski e Salvatore Martire, EUSTAFOR; Sonia Marongiu, Filippo Chiozzotto e Luca Cesaro, CREA PB – Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia; Sergio Zen, Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste - Ufficio Pianificazione Forestale; Giustino Mezzalira, Agenzia Veneto Agricoltura. Impaginazione e stampa: Imprimenda Azienda Tipografica - Limena (PD) Pubblicazione edita da Agenzia Veneto Agricoltura Viale dell’Università, n. 14 35020 Legnaro (Pd) www.venetoagricoltura.org e-mail: info@venetoagricoltura.org Tel.: 049 8293711 Fax: 049 8293815 Allegato al n. 15/2017 di Veneto Agricoltura Europa, newsletter di Europe Direct Veneto – Aut. Trib. (Agricee): PD Reg. Stampa n. 1703 del 12/07/2000.
INDICE Presentazione 3 Alberto Negro - Direttore dell’Agenzia Veneto Agricoltura e Presidente dell’Associazione Nazionale Attività Regionali Forestali (ANARF) L’interesse strategico della Regione del Veneto per le politiche forestali 5 Gianpaolo Bottacin - Assessore all’Ambiente della Regione del Veneto Le antiche foreste del Veneto e le politiche forestali della Serenissima 7 Franco Viola - Università di Padova La strategia forestale europea e lo sviluppo delle politiche forestali a livello nazionale: un percorso coordinato e condiviso? 19 Davide Pettenella, Mauro Masiero, Laura Secco - Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) - Università di Padova Opportunità e sfide per le foreste europee: il processo “Forest Europe” e il ruolo delle foreste nella bioeconomia 37 Piotr Borkowski e Salvatore Martire - EUSTAFOR Foreste e Sviluppo rurale 45 Sonia Marongiu, Filippo Chiozzotto - CREA PB Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia L’importanza delle conoscenze statistiche per il buon governo delle foreste 59 Sonia Marongiu, Luca Cesaro - CREA PB Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia La gestione della foresta veneta: possibili linee evolutive e di miglioramento 69 Sergio Zen - Regione del Veneto - Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste - Ufficio Pianificazione Forestale Analisi SWOT della foresta veneta 89 Giustino Mezzalira - Agenzia Veneto Agricoltura Profilo degli Autori 100 1
PRESENTAZIONE Da ormai quindici anni i “Quader- A mano a mano che il processo di ni” accompagnano il lavoro dello integrazione europea avanzava, Sportello Europe Direct di Veneto sono state le politiche comunitarie Agricoltura, finalizzato a far meglio a indirizzare le politiche forestali conoscere nel Veneto le politiche nazionali e regionali, attraverso il europee ed i loro effetti nel settore complesso processo chiamato Fo- primario. rest Europe, di cui ci danno ben Finora il tema delle foreste non era conto in questa pubblicazione le mai stato trattato. Il settore fore- relazioni di Piotr Borkowski e di Da- sta-legno sta mostrando a tutti i li- vide Pettenella. velli (locale, nazionale, europeo) ed Le politiche europee influiscono in in tutti gli ambiti (economico, am- modo crescente sui temi forestali a bientale) un grande dinamismo ed scala locale, soprattutto mettendo è per questo che abbiamo deciso a disposizione risorse strategiche di dedicare uno specifico Quader- per la conservazione degli ambienti no, il 19° della Collana, al mondo boschivi e per la competitività delle forestale; più precisamente, alle imprese che operano lungo le com- “Politiche Forestali”. plesse filiere forestali. Ne abbiamo Per il Veneto, le foreste hanno una chiara descrizione leggendo la sempre rappresentato un tema di relazione di Sonia Marongiu. grande rilievo, al quale sono state Le politiche forestali europee non dedicate importanti energie. Né è vanno però solo “accettate”; esse testimonianza il contributo di Fran- vanno co-costruite, garantendo co Viola che illustra come già la Re- una presenza attiva su tutti i tavo- pubblica di Venezia avesse saputo li dove esse si generano. È quanto governare con severità ed efficacia fa ANARF (Associazione Nazionale il suo prezioso patrimonio boschi- Attività Regionali Forestali) par- vo, per secoli elemento essenziale tecipando attivamente ai lavori di della sua supremazia commerciale EUSTAFOR (European State Forest e militare sui mari. Organisation) l’associazione che La Regione del Veneto, quarant’an- rappresenta a livello comunitario ni fa, appena avute le deleghe dallo gli interessi dei proprietari delle Stato in tema forestale, si è dotata foreste statali e regionali europee. di leggi e strutture amministrative Questo Quaderno esce proprio nel che l’hanno posta all’avanguardia momento in cui lo Stato, dopo un a livello nazionale nella capacità di lungo torpore in campo forestale, gestire il suo patrimonio forestale. si è risvegliato, approvando, in via 3
preliminare, il Decreto Legisla- sensibilità presenti a livello regio- L’INTERESSE STRATEGICO tivo “Disposizioni concernenti la nale. Particolarmente importante revisione e l’armonizzazione della appare l’adeguamento dell’azione DELLA REGIONE DEL VENETO normativa nazionale in materia di regionale agli impegni recente- PER LE POLITICHE FORESTALI foreste e filiere forestali, in attua- mente sottoscritti con l’adesione zione dell’articolo 5 della legge 28 all’”Accordo interregionale per l’in- La materia forestale da sempre è, diverse problematiche, soprattutto luglio 2016, n.154”. Il nuovo “Te- cremento del prelievo legnoso in e resta tuttora, un tema di inte- relativamente agli aspetti idrogeo- sto unico forestale” ha l’ambizioso ambito boschivo”. resse strategico per la sua valenza logici e agli incendi boschivi. obiettivo di essere lo strumento di L’analisi SWOT che chiude questo non solo ambientale ma d’impat- Nel nostro territorio infatti ci sono indirizzo e coordinamento unitario Quaderno analizza i punti di forza to anche sulle politiche economi- circa 400.000 ettari di superficie per una materia di competenza e di debolezza della foresta veneta che, culturali e sociali del nostro forestale complessiva, su cui insi- trasversale tra istituzioni naziona- e in particolare indica quelle che, sistema Paese, coinvolgendo mol- ste un capitale legnoso di circa 80 li e regionali, per una rappresen- valutati i rischi, sono le opportuni- ti settori e un tessuto di imprese milioni di metri cubi che si caratte- tanza forte a livello europeo e per tà che oggi si offrono per fare delle molto rilevante anche nel campo rizza per un accrescimento annuo un’azione efficace nel persegui- foreste e del legno un vero “moto- delle costruzioni, del manifattu- in volume pari a oltre 2 milioni di mento degli impegni internazionali re di sviluppo locale”. riero e spesso dell’energetico. Ne metri cubi. Di questi ultimi, circa in tema di foreste. sono prova i diversi impegni inter- 330.000 metri cubi è il prelievo Stante il dinamismo mostrato dalle nazionali sottoscritti dal Governo legnoso annuo in Veneto, pari al politiche forestali a livello comuni- Alberto Negro italiano, ma anche le numerose in- 16% dell’accrescimento. tario e nazionale, il Veneto è ora Direttore dicazioni comunitarie in materia di Ecco perché risulta evidente che il chiamato a rinnovare la sua politi- dell’Agenzia Veneto Agricoltura ambiente e di sviluppo sostenibile valore del prelievo va aumentato, ca forestale, mettendo mano alla e tese a evidenziare le necessità di agendo innanzitutto su una neces- sua legge forestale (LR 52/78), per Presidente dell’Associazione approvvigionamento di legname. saria semplificazione della norma- adeguarla ai mutati scenari eco- Nazionale Attività Regionali In questo contesto, il patrimonio tiva forestale regionale, ma anche nomici, ambientali ed alle mutate Forestali (ANARF) forestale del Veneto, che copre certificando la filiera forestale ve- oltre il 20% della superficie regio- neta e promuovendo l’impiego del nale totale, con tale dato in con- legno nell’ambito dell’industria. tinua crescita, soprattutto nelle aree montane e pedemontane, ha il suo peso importante per l’econo- Gianpaolo Bottacin mia locale ma, allo stesso tempo, Assessore all’Ambiente a volte può determinare addirittura della Regione del Veneto 4 5
Le antiche foreste del Veneto e le politiche forestali della Serenissima Franco Viola Università di Padova 1. Le prime notizie sulle padovano, desiderava soprattutto foreste e il territorio esaltare le qualità della sua patria veneto natia, in cui acqua e terra si spo- savano in perfetto equilibrio. Quasi Molti conoscono le vicende di Cle- di certo voleva rendere onore alle onimo, il condottiero spartano ri- genti padovane, abili a gestire quel- cordato da Tito Livio, che approdò la terra e a ricavarne enorme ric- con una potente flotta sui litorali chezza, ma altrettanto abili con le del Veneto. Gli esploratori greci, armi, visto che riuscirono a sbara- mandati in ricognizione sulle isole gliare gli Spartani e a distruggerne che chiudono la laguna, riferirono metà della flotta. In quell’epoca la al loro comandante d’aver scorto, Grecia si identificava con Alessan- dal colmo delle alte dune litoranee, dro Magno, dominatore di metà del un paesaggio sconfinato, verde di mondo, dall’Egeo fino all’India. boschi e di campi. Sappiamo che a È improbabile che dal colmo di Cleonimo venne riferito di un lar- dune litoranee, alte forse una go e profondo fiume (il Medoacus, decina di metri, si potesse spingere cioè la Brenta) che versava le sue lo sguardo fino ai Colli Euganei acque in laguna; il corso del fiume cogliendo dettagli così precisi. era appena mascherato da profon- È invece probabile che Tito abbia de e cupe foreste che in lontanan- trasferito indietro nel tempo, quasi za, verso colli altrettanto boscosi, di un secolo, cioè fino ai tempi di lasciavano spazio a pascoli, a col- Cleonimo, l’ammirato stupore dei tivi e a popolosi villaggi. Non sap- primi esploratori di Roma quando piamo se Cleonimo avesse scorto entrarono in contatto con la anche l’imponente barriera delle sconfinata pianura dei grandi fiumi cime dolomitiche, bianche di nevi dell’Alto Adriatico, con le genti di e verdi di boschi, che, verso nord, quella nuova terra: genti venete, chiudevano la pianura. e patavine in particolare, il cui in- C’è molta fantasia, nella descrizione gegno colturale e la cui ricchezza liviana del Veneto del IV secolo pri- lasciarono meravigliati i romani. ma di Cristo. Livio, orgogliosamente Lo stesso Livio elencò molte del- 7
le selve che si espandevano nella per molte e molte miglia si esten- al servizio di Roma imperiale, che i due secoli successivi, a segui- terra dei veneti. Attribuì loro nomi deva ad occidente, chiudendo nel scriveva: “È questa una pianura to della intensiva riorganizzazione che ancora oggi ci aiutano a com- suo mantello Padova e Vicenza, fin assai ubertosa il cui paesaggio è agricola guidata dagli agrimensori prendere la natura dei luoghi, ma quasi a lambire Verona. Più ad est, reso vario da fertili colline. Grandi latini, quasi tutte le selve che ab- anche il desiderio del grande stori- verso la terra degli Istri e degli Il- sono le foreste di querce, le quali biamo appena ricordate vennero co di Roma di saldare le origini del- liri, erano ricordate dagli storici e forniscono una tal quantità di praticamente dissodate. Intorno al le genti venete a quelle dell’urbe. dai geografi di Roma anche la Sil- ghiande che i maiali qui allevati terzo secolo dell’era imperiale ne Lo fa utilizzando i racconti della mi- va Diomea, sul Timavo, che deve il costituiscono la principale fonte restavano solo modesti frammenti, tologia greca e latina e quelli della nome alla madre di Afrodite; la Silva di approvvigionamento per Roma. perlopiù confinati nelle aree mar- fantasiosa storia dei grandi popoli Lupanica, casa di lupi, estesa dall’I- Della bontà di questa terra sono ginali per l’agricoltura, soprattutto di quei tempi. sonzo alla Livenza, confinante con la prova la densità della popolazione, quelle circondate dagli acquitri- Così sappiamo che la Silva Eliadum, Fetontea, la Torcellis, la Clocisica, la la grandezza delle città e la ni. La radicale trasformazione del che si estendeva tra Po e Adige, Lauretana, la Torunda, la Morgana, ricchezza accumulata dalle loro territorio, da forestale ad agricolo, deve il suo nome al mito di Feton- la Cavolana, delle quali tutte si sono popolazioni, che supera ogni altra si ottenne attraverso numerose, te, caduto nel fiume Eridano (il Po) da tempo perdute le tracce. regione d’Italia”. Ne dà prova il fatto successive centuriazioni, il siste- e pianto dalle sorelle, le Eliadi, che Quasi contemporaneo a Livio, an- che a Padova (continua Strabone) ma con cui Roma compensava i le- pietosamente da Giove vennero tra- che il geografo Strabone descrive cinquecento cittadini, ufficialmen- gionari trasformandoli in efficienti sformate nei salici chini sull’acqua con dovizia di particolari l’area ve- te censiti, hanno rango equestre; contadini e custodi del territorio. del fiume. Il mito ci aiuta anche a neta, ed in particolare la sua con- già in passato la città era stata in I segni di quelle centuriazioni, for- comprendere la composizione dei notazione idraulica. La città di Al- grado di armare un esercito di ben se quattordici tra Veneto e Friuli, boschi che allora, come oggi, vesto- tino, ad esempio, viene segnalata centoventimila soldati. sono qua e là riconoscibili ancora no le vaghe sponde del Po, come di per il flusso e riflusso della marea, Ed infine Strabone celebra il vino ai giorni nostri, e spesso sono di- tutti gli altri grandi fiumi che solca- che la libera dai miasmi che si al- che si produce in terra veneta, de- venuti un elemento paesaggistico no la pianura di lì fino alle Alpi. Il bo- zano dalla vicina laguna salmastra. scrivendo un particolare che al suo identitario di questa terra. Pur se sco Eridano, esteso tra Chioggia e Anche Padova è posta da Strabone tempo doveva essere stupefacen- con minor foga, e con maggiore Candiana, deve direttamente il suo ai margini della laguna, che giunge te: “… qui il vino viene conservato attenzione, anche sull’arco alpino nome al Po, e con la sua estensione ad insaccarsi ai suoi margini orien- in botti di legno e non in orci di ter- le selve furono aggredite per otte- lascia immaginare le frequenti di- tali, fin oltre Piove di Sacco; essa è racotta; a volte le botti sono così nere spazio per nuovi insediamenti vagazioni del grande corso d’acqua collegata al mare dal corso del Me- grandi da superare in altezza molte agricoli. e le sue piene che hanno plasma- doacus, la Brenta, che apre le sue delle nostre case romane!”. La struttura delle centurie del Ve- to quella regione, e di cui forse gli foci giusto nel cuore della laguna. Il Veneto, a partire da Padova, en- neto è diversa da quella canonica antichi abitanti serbavano timorosa Anche altri centri minori, come Opi- trò rapidamente e pacificamente fissata dai codici degli agrimenso- memoria. La Silva Caprulana pro- tergio, Concordia, Atria e Vicenza, nella sfera politica e amministrati- ri. Subito a nord di Padova la cen- babilmente coronava l’antica laguna erano invece collegati al mare per va di Roma e ne assorbì le regole turia è infatti organizzata non su tra Chioggia e Caorle, città da cui mezzo di vie d’acqua; ma in questo del Diritto e quelle del più efficien- dieci, ma su otto fasce, trasversali la foresta riceve il nome (Caprulae, caso, sottolinea Strabone, si tratta te governo del territorio. al decumano, la strada principale luogo delle capre). Ancora legata di canali scavati e mantenuti effi- che taglia da est ad ovest la nuova al mito greco dello sfortunato figlio cienti dalle popolazioni locali. 2. Una terra in continua campagna; l’altra via principale è del Sole è la Silva Fetontea, o Silva Gustosi sono alcuni passi, segno trasformazione il cardo, che attraversa la campa- Magna, che secondo Livio stringeva di stupore, recuperabili dai libri di gna da nord verso sud. Ogni fascia Altino e Mestre, sulla laguna, ma questo storico e geografo greco Durante il primo secolo a.C., e per è larga circa 90 metri invece dei 8 9
canonici 79. La centuria padovana sure: centoventi piedi di lunghezza zioni dei fiumi, che cambiarono il quel suffisso riecheggia nei borghi era quindi formata da 160 campi, (35,5 m) e due piedi di spessore in loro corso spostandosi verso nord e nelle vie cittadine dell’alta Italia. ciascuno ampio 1,25 degli jugeri punta (0,6 m). Venne fluitato lun- o verso sud portando distruzione Ai tempi di Roma, la runcatio era la fissati dalla regola di base, equiva- go i fiumi, fino ad arrivare al Po, e morte. Scrisse Paolo: «un dilu- prima operazione che veniva orga- lenti a circa 3.154 m2. per essere poi condotto via mare, vio senza pari d’acqua che … rovinò nizzata e compiuta nei fondi cen- Nella centuriazione sviluppata in- lungo l’Adriatico, lo Ionio e il Tirre- campagne e paesi … spazzando le turiati allo scopo di renderli lavo- torno ad Altino, le strade che li- no, fino alla capitale dell’Impero. I strade importanti … e abbattendo rabili. Mille anni più tardi, runcare mitavano le campagne dividevano racconti di Plinio e di Vitruvio sono anche le possenti mura di Vero- ancora una volta significò recupe- il territorio agricolo in 150 campi, concordi: entrambi esaltano l’abili- na». Possiamo immaginare che si rare all’agricoltura i territori rinsel- ciascuno di 1,33 jugeri pari a circa tà dimostrata dai dendrofori veneti sia trattato dell’effetto di un diffu- vatichiti, impresa cui ci si dedicava 3.350 m2. Più ad occidente, verso in questa impresa. so e profondo dissesto idraulico, a con l’uso dell’antico strumento, il Aecelum (Asolo), le centurie furono Prima della caduta dell’Impero si sua volta figlio delle mancate cure ronco, via via perfezionato nella disegnate su di un reticolo di cam- può sostenere che la pianura ve- del territorio, in pianura come in roncola e nel pennato. pi di circa 3.020 m2 ciascuno. Gli neta fosse rimasta quasi spoglia di montagna, legato alla decimazione agrimensori tenevano conto delle boschi. Ed anche la montagna ne delle genti e alla fuga dai campi, 3. Diritti e regole d’uso differenti condizioni idrauliche e era stata in parte privata. Ma ben indifesi contro la furia dei nuovi del suolo pedologiche, cioè della qualità dei presto altri eventi cambiarono ra- conquistatori. fondi. Era un buon criterio di giu- dicalmente il paesaggio di questa Tra il sesto e l’ottavo secolo vi fu Si stima che, sul finire del 1200, stizia e di economia; 1500 anni più regione. Dapprima operarono le anche un generale cambiamento quattro quinti dell’area veneta fos- tardi fu recuperato dalla Serenis- scorrerie dei barbari (gli ultimi fu- del clima, che portò alla fusione sero occupati da boschi e paludi. I sima, su cui fondò il suo catasto rono gli Ungari, nel X secolo), sotto dei ghiacciai alpini e all’incremen- governi comunali, e i signori locali, fiscale, che ancora oggi resta evi- il cui impeto le campagne vennero to delle precipitazioni, causa con- li lasciarono al libero sfruttamento dente nella varietà dimensionale progressivamente abbandonate, giunta dell’aumento della portata da parte della gente originaria dei dei campi della nostra regione. così che il territorio subì un gene- dei fiumi, di piene improvvise e luoghi, riunita in comunità, affin- Se l’agricoltura divenne la fon- rale inselvatichimento. del ripetuto cambiamento del loro ché potessero essere soddisfatte te principale della ricchezza dei Ma allo spopolamento del Nord- corso. le necessità domestiche (riscalda- veneti, il buon legname restò co- Est, e al ritorno del paesaggio Per cinque secoli, dunque, i boschi mento e cucina), quelle inerenti i munque risorsa della quale si fa- agricolo verso gli assetti foresta- recuperarono in gran parte i loro lavori agricoli (ad esempio paleria, ceva ottimo mercato, e molti li descritti da Livio, contribuirono antichi confini. Ma poi, col nuovo recinti) e quelli per le costruzioni mestieri fiorirono intorno all’utiliz- anche altre terribili calamità, come millennio, tornato il territorio anco- minute (come quella di attrezzi e di zazione dei boschi. In quei tempi, paurose alluvioni e ripetute pesti- ra sicuro e popoloso, crebbe il bi- carri e di arredi casalinghi). ad esempio, si organizzarono mol- lenze. Delle une e delle altre ci ha sogno di cibo e dunque di campi, e Due secoli più tardi si dovette però te corporazioni di trasportatori di lasciato memoria Paolo Diacono, un po’ ovunque si riprese a disbo- limitare i diritti d’uso concessi ai legname, i dendrofori; prime tra nella sua Historia Longobardorum. scare e a creare nuova campagna. rustici. Si bandirono così i migliori tutte, quelle cadorine, che pare A tutti noto è il ricordo terrificante Tracce di quei nuovi dissodamenti boschi dati in uso collettivo (comu- fossero attive già alcuni secoli pri- della peste del VII secolo, a causa restano nei toponimi del Veneto, nalia), si fissarono regole per l’uso ma di Cristo. Plinio, ad esempio, della quale vennero spopolate in- del Friuli, ma anche di altre vicine dei cedui e si studiarono vincoli e racconta che l’imperatore Tiberio tere città, le cui piazze e le cui vie regioni. Ad esempio, Ronchi, Ron- norme rigorose per il taglio de- fece arrivare a Roma un larice già furono in breve tempo rioccupate caglia, Roncajette sono luoghi che gli alberi affinché i boschi troppo squadrato; era talmente imponen- da fitte boscaglie. Poi vennero im- oggi fanno parte del tessuto urba- sfruttati non perdessero consi- te che ne vennero ricordate le mi- mani alluvioni, con rotte e divaga- no di Padova; ma un po’ ovunque stenza e capacità produttiva. 10 11
In questa maniera si finì per gene- pascolo brado, essendo stati con- quello prodotto dalle foreste d’al- dei rovereti di pianura della Sere- rare veri conflitti sociali, in cui fu- statati i danni prodotti dai suini, tofusto. Per garantire nel tempo nissima fosse appena sufficiente rono coinvolti sia il mondo rurale, ma anche dalle capre e dalle pe- la continuità produttiva di queste a soddisfare questa richiesta, per fortemente conservatore e legato core che pascolavano in foresta. Il foreste e per evitarne l’annienta- altro crescente di anno in anno. Le al tradizionale uso delle risorse fo- bosco prese a valere per sé stesso. mento con tagli e con usi inappro- navi avevano vita breve, sia per i restali, sia la nuova imprenditoria Si cominciò dunque a distinguere, priati, serviva una vera e propria limiti tecnologici della falegname- proto-industriale, che sviluppava in base al tipo di legname prodot- selvicoltura, che venne progressi- ria, sia per la frequente necessità nuove tecniche per l’uso delle ma- to, tra boschi cedui, per i quali, fin vamente aggiustata rispondendo di riorganizzare, in breve tempo, terie prime e nuove tecnologie per dall’undicesimo secolo, erano state insieme alle esigenze della Repub- intere flotte da guerra danneggia- ricavarne il massimo profitto. A ti- sperimentate appropriate regole di blica e a quelle dell’ecologia fore- te nei continui scontri con le molte tolo di esempio, per conciliare le taglio periodico, per prese, e fore- stale. Fu così che nel giro di due o marinerie avversarie. Non dimenti- opposte esigenze, si cercò di limi- ste d’altofusto, per le quali invece tre secoli, alla fine del 1700, poco chiamo, poi, le necessità della can- tare il prelievo delle cortecce da cui non esisteva ancora, in larga parte prima della sua caduta, a Venezia tieristica minore, su cui poggiava veniva ricavato il tannino necessa- d’Italia, alcuna chiara regola ge- si erano raggiunti livelli di perfe- l’economia minuta dei cittadini di rio alla concia delle pelli, ma venne stionale. zione tecnica di gestione forestale Venezia, e le necessità per l’edilizia. anche vietato il taglio delle frasche del tutto paragonabili a quelli della È a tutti evidente l’uso che si fa di impiegate nell’alimentazione delle 4. Il rigore scientifico moderna selvicoltura naturalistica, travi e di tavole in edilizia. Inoltre, vacche e per far strame nelle stal- della Serenissima la selvicoltura che oggi si applica non va dimenticato che Venezia le. Fu regolato il taglio della legna alle selve della nostra Regione. poggia le sue fondamenta, lette- per alimentare le fornaci da calce, Fu la Serenissima a cimentarsi, con ralmente, su di una fitta foresta o le fucine per la lavorazione dei rigore scientifico e con solidi prin- 5. La grande fame di buon di grossi fusti di quercia, poi so- metalli, ma anche di quella impie- cipi sperimentali, nella definizione legname stituita da tronchi di larice, che, gata per produrre il carbone usato di buone norme di selvicoltura, per dare solidità al terreno mobile in cucina o nel riscaldamento nelle sviluppando una forma di gestione Solo per mantenere la sua potenza e instabile degli isolotti, venivano case di città. delle selve che oggi si direbbe so- militare e commerciale sul mare, infissi nella melma del fondo lagu- Si tenga conto che in quei seco- stenibile. I domìni della Repubbli- l’Arsenale richiedeva ogni anno, sul nare fino a toccare il livello del co- li l’economia rurale si reggeva in ca, già dalla metà del XV secolo, principio del 1500, più di 20.000 m3 siddetto solido caranto. larga parte sull’allevamento brado fornivano alla Dominante immense di assi di legno di pregio, ovvero di Prima tra tutti gli Stati della peniso- dei maiali, alla cui alimentazione quantità di legname. I cedui dava- farnia, assi provviste di particolari la, la Repubblica marciana compre- servivano le ghiande. Per questo no quanto era necessario alla dife- dimensioni e forme fondamentali se anche l’importanza delle foreste motivo silvae infructuosae era- sa delle coste, cui servivano, pri- per le opere vive (la parte dell’im- sulla tenuta idraulica del territorio no dette quelle prive di querce; ma della costruzione dei murazzi in barcazione che stà a contatto con e sulla stabilità dei versanti. queste valevano meno di ogni al- pietra, le palizade di tolpi piantate l’acqua). Oltre a quelle, all’Arsenale tra foresta, visto che il valore dei nella sabbia litoranea, e quanto era servivano anche molte migliaia di 6. Le Leggi forestali di boschi si stimava, in campagna, richiesto dalle fucine e dalle vetre- m3 di legno di conifera (destinati Venezia soprattutto attraverso il numero rie, oltre che dal riscaldamento principalmente alle opere morte, di maiali che il fondo boscato po- delle abitazioni. sopra la linea di galleggiamento), Imponente, per volume e per finez- teva sostenere grazie alle ghiande Ma per la costruzione delle case ridotti in travi o in assi, oppure in za tecnica e giuridica, fu il codice prodotte (da 0.5 a 1.5 maiali per e dei palazzi, per le fondamenta forma di aste alte e robuste per far- delle leggi marciane che trattarono ogni ettaro, secondo la fertilità del e soprattutto per l’attività dell’Ar- ne pennoni o sostegni per le vele. della tutela e della gestione dei bo- fondo). Poi si dovette porre limiti al senale, serviva legname pregiato, Si stima che la produzione annuale schi. La prima legge organica risale 12 13
al 1475. Essa stabilì alcuni principi nuncia dei tagli sia presso il Comu- del terreno e della protezione of- che vi venivano educate. Si av- cardinali, poi mai più rinnegati, ma ne, sia, in copia, presso l’Officio de’ ferta ai polloni dai soggetti adul- viava anche in pianura la prati- solo perfezionati. Tra essi: Savii del Consiglio dei X. Gli albe- ti sovrastanti. Questa intuizione ca del taglio saltuario, già noto - il regime ordinario del ceduo, ri dei quali fosse stato concesso il avrebbe condotto molti cedui, per le fustaie alpine col nome di su cui si poteva intervenire col taglio avrebbero dovuto essere se- e poi le fustaie, ad assumere la taglio cadorino, qui basato però taglio solo su polloni di 10 anni gnati con un apposito sigillo (bollo). struttura disetanea, quella che solo sulla dimensione dei fusti e d’età e su prese annuali stabili All’abbattimento dovevano assiste- la natura spontaneamente fa as- non sulla loro età; nel tempo, arealmente definite e re sia il Ministro dell’Arsenale (cioè sumere ai boschi di quel tipo; - il termine curazione, ancora oggi ben individuate sul terreno; un delegato del Magistrato sopra le - la dimensione di recidibilità, cioè impiegato nella selvicoltura na- - il ripristino forestale, da ottenere legne) sia il Degan o il Marigo della quella che segna il momento turalistica, era allora un proces- attraverso la semina o la pianta- Villa, i quali si dovevano vicende- più propizio per l’utilizzazione (il so complesso, attraverso il qua- gione di semenzali, anche sulle volmente rilasciare attestato della taglio) degli alberi; essa restò le quasi si plasmava la forma di aree percorse dal fuoco oltre che regolarità dell’operazione. legata alle necessità dell‘Arse- ogni singolo albero, o parte d’al- su quelle che erano state abusi- Altre regole fissate da Venezia ri- nale, soprattutto per le foreste bero, indirizzandola verso quel- vamente disboscate (svegri); calcavano antiche attenzioni delle quercine. Per i boschi di conifere la ideale al ruolo meccanico che - il rilascio, nelle radure e nelle popolazioni, soprattutto di quelle essa fu stabilita solo in funzione avrebbe assunto nella struttura tagliate (quelle ammesse nelle delle terre alte. In particolare le della capacità di taglio delle se- della nave. I Provveditori (fun- prese), di tutti i semenzali di far- leggi della Dominante sottolinea- ghe mosse dai mulini ad acqua. zionari forestali) e i Marangoni nia e di altre specie che in pro- vano la necessità di salvaguarda- Questa scelta tecnica, tuttavia, (esperti di falegnameria e can- spettiva potevano tornare utili re il territorio; così si stabilivano aiutò a conferire ai querceti una tieristica), ogni otto anni, avreb- ai cantieri navali. Quest’ultima le modalità dei tagli per favorire struttura mossa e articolata su bero dovuto ispezionare il bosco, deliberazione ebbe effetti forse la crescita di polloni sani e robu- più livelli di altezza degli alberi, controllandovi gli effetti ottenuti inattesi e insperati, poiché avviò sti nei cedui, o la tenuta del suo- con grande vantaggio bioclimati- con le passate curazioni per poi con grande determinazione ed lo, o la stabilità del manto nevoso co per l’intero ecosistema; stabilire ogni nuovo intervento ottimi risultati la prima conver- nei boschi di montagna, specie in - il concetto di turno è la chiave idoneo a raggiungere l’obiettivo sione guidata dal ceduo sempli- quelli che oggi diremmo boschi di di volta della cultura forestale e voluto. Si interveniva sia con la ce al ceduo composto, e quindi protezione. selvicolturale di Venezia. La ter- schiarizione, ovvero con il taglio all’altofusto. minazione del 1777, recuperan- degli alberi inutili, sia con pota- Questi principi si fecero progressi- 7. Principi di Selvicoltura do principi definiti già da almeno ture su quelli prescelti per esse- vamente più severi, fino ad incide- naturalistica un secolo, prescriveva che tutti re educati nelle forme. Esisteva re molto pesantemente sulla con- i boschi pubblici e privati fosse- un Piano Stortami, finemente di- duzione dei campi e, soprattutto, Assolutamente ammirevole è l’at- ro sottoposti a metodiche e pe- segnato, in base alle cui figure sulla gestione dei boschi comunali, tenzione riservata all’ecologia dei riodiche curazioni e schiarizioni, e alle misure in esso riportate si cioè quelli lasciati in uso alle genti sistemi forestali, attenzioni che con cadenza di otto anni. Veniva decideva il destino delle roveri originarie dei luoghi. Ad esempio, rispecchiano con due o tre secoli dunque sancita, per le fustaie, i destinate a diventare parte es- nel 1530 venne stabilito l’obbligo d’anticipo i principi fondanti dell’e- boschi d’altofusto, la necessità senziale delle future navi; del ripristino del bosco sui fondi cologia generale e di quella fore- di interventi frequenti, ma non - i forestali di Venezia comprese- agricoli ad ogni titolo ottenuti per stale che oggi si studiano nelle Uni- intensi, mirando all’equilibrio tra ro l’importanza della densità dei disboscamento negli ultimi 40 anni. versità. Eccone alcuni: economia e ambiente, utile allo boschi sullo sviluppo delle pian- Ed ancora, pochi anni più tardi, - il ruolo delle matricine nei cedui, sviluppo dei semenzali e alla ar- te. Riportiamo un bel passaggio venne stabilito l’obbligo della de- cioè l’importanza della copertura moniosa crescita delle piante della Terminazione del 1777: “Ri- 14 15
trovandosi Roveri da filo (cioè da alla Serenissima. Fu poi deciso che pertanto preziosi, dovevano essere Un modestissimo ma chiaro segno ridurre in tavole) si lasceranno nei registri si riportasse anche la bollati in due punti, per rendere più del definitivo tracollo dei boschi di assai folti, e fissi, mentre desi- descrizione dei confini, la misura ardui eventuali tentativi di frode. pianura ci è stato tramandato con derabile essendo di questi la loro del perimetro e della superficie dei Nicolò Surian si impegnò con una alcuni atti notarili che riguardano il lunghezza, e grossezza, impedir boschi e che si provvedesse, conte- squadra di almeno venti operato- paese di Colzé, al confine orientale si deve la troppo eccedente ra- stualmente, a recintare i fondi e a ri, tra cui un cancelliere, sei ma- di Vicenza. Qui c’era un bosco di mificazione delle Piante, accioc- circondarli con fossi scoladori, mol- rangoni e molti manovali. Non gli roveri, esteso su circa 200 campi, ché tutto il nutrimento concorri to utili a impedire furti di legname mancavano nemmeno gli armigeri di cui si ha menzione fin dal 1306. a maggior alimento del fusto”; e svegri (dissodamenti) abusivi. In e i gendarmi, necessari a far in- Nel 1748 il bosco venne affittato - la densità del bosco era deter- tal modo, grazie al catasto e all’u- tendere ai villici in quale conside- come “... bosco a tagliare e ridurre minata in base alla fertilità dei nivoca individuazione dei confini, razione Venezia tenesse il bosco e in sgreve (ciocchi, legna da arde- luoghi (stazione): “... nei fondi poteva essere rigorosamente ap- le sue legne. Nel giro di alcuni anni re), passetti (tondame di paleria) magri lasciandoli più chiari, per- plicata la legge che proibiva i tagli, il Proto portò a compimento il suo e fascine …”. Nel 1806 il Conser- ché non si rubino il vitale nutri- se non espressamente autorizzati, compito, lasciandoci un compendio vatore delle miniere e dei boschi mento una con l’altra ...”. Per i e il danneggiamento degli alberi. della qualità dei boschi della pianu- della Provincia Vicentina scrive roveri da stortame (le cui forme Il più completo e perfezionato ra veneta dotato d’una precisione “… è necessario un guardiano per arcuate erano utili a formare le catasto forestale fu quello com- che non venne più eguagliata fino la custodia dei boschi di codesto carene delle navi) si stabilivano missionato a Nicolò Surian, Proto ai giorni nostri. Comune …”, segno che il taglio del densità minori, così da favorire dell’Arsenale sul principio del 1600. bosco di Colzé, eseguito nel 1748, la ramosità degli alberi e privi- Al Surian fu chiesto “di battere, di 9. Dopo la caduta della non ne aveva compromesso, alme- legiarne la grossezza sulla lun- Villa in Villa”, tutte le province friu- Serenissima no totalmente, la vitalità. Ma Ve- ghezza. Essi venivano potati ad lane e quelle venete, esclusa Vero- nezia ormai aveva abbassato il suo arte, con grandi attenzione, ma- na (già catasticata), per registrare Purtroppo, l’esperienza maturata vessillo leonino. estria e impiego di tempo. tutti i rovereti pubblici e privati e dai tecnici forestali di Venezia, che Quindici anni più tardi, nell’otto- tutti i bei roveri isolati, operando per prima al mondo si dotò d’una bre del 1824, il Parroco di Colzé, 8. Il censimento delle il confronto coi dati raccolti da An- Facoltà di Architettura Navale e Fo- elencando le entrate inerenti il foreste gelo Maris de Prioli, autore di un restale, poté dare ben pochi frutti suo ufficio, annotava. “… quartese catasto registrato circa trent’anni all’Arsenale marciano. Con la ca- per tutta la villa, eccettuato cento Forse il principio più interessante, prima. In particolare si ordinava a duta della Serenissima, già sotto campi di bosco svegrato”. Da allora ed importante, per la gestione fo- Surian: “Volemo che nel tuo cata- la dominazione napoleonica fu la- del bosco di Colzé resta solo me- restale e territoriale nei domìni di stico debba lasar sempre una car- sciata libertà ad ogni desiderio di moria nella toponomastica; anche San Marco, fu inserito in una de- ta vacua all’incontro in quella che rivalsa popolare nei confronti delle delle poche roveri isolate e ceffa- libera, a fini fiscali, del Consiglio sarà scritta, di modo che si possa “angherie” subite dai proprietari te, sparse lungo i fossi, non rimane dei X. Si decise cioè di rilevare, di di tempo in tempo, si come si an- terrieri nei secoli di governo di San più traccia. censire, inserire a Catasto, o cata- drà servendo l’Arsenal di essi ro- Marco. Poco poté il successivo se- Ci sono però rimasti i principi illu- sticare, partendo dai rovereti del veri, farne nota per poter veder in vero e rigoroso governo asburgico. minati della selvicoltura veneziana. Veneto e del Friuli, tutti gli alberi ogni tempo quelli che fussero stati utili all’Arsenale, registrando in un tagliati senza licentia”. Il catasti- apposito libro i dati necessari a co- catore doveva quindi bollare i ro- noscere la consistenza e il valore veri utili all’Arsenale, mentre quel- del patrimonio boschivo disponibile li provvisti di particolari forme, e 16 17
La strategia forestale europea e lo sviluppo delle politiche forestali a livello nazionale: un percorso coordinato e condiviso? Davide Pettenella, Mauro Masiero e Laura Secco Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) Università di Padova 1. Introduzione rapporti del settore forestale con gli altri comparti economici e so- Nel 2017 abbiamo celebrato i 60 ciali: da un settore a sé stante, con anni dalla firma del Trattato di le proprie istituzioni separate e con Roma e, quindi, di una storia di un forte senso di identità e di ap- maggiore integrazione e coopera- partenenza (i Servizi forestali pub- zione tra un numero significativo blici; le associazioni dei proprietari di Paesi europei. Tra i campi di co- forestali1, dell’industria del legno e operazione, certamente non di ri- dei professionisti forestali; il mon- levanza strategica prioritaria, c’è do accademico e di ricerca scienti- anche quello forestale, un campo fica forestale), che hanno dato luo- nel quale tuttavia è possibile os- go – e in alcuni contesti territoriali servare l’emergere e il progressivo ancora danno luogo – a network, consolidarsi di una dimensione eu- momenti interni, spesso esclusivi, ropea che ora è diventata il moto- di incontro e a politiche specifiche re, almeno per ciò che riguarda gli e separate, ad un settore che si è aiuti al settore, delle politiche fo- andato connettendo ad una serie restali nazionali e regionali. Questa di campi di attività economica e dimensione europea non va data di azione politica, in primis quello per scontata, anche se è parallela dello sviluppo rurale, ma anche a ad un cambiamento del ruolo e dei quello della tutela della aree natu- 1 In effetti, per quanto riguarda questa forma di associazionismo, l’Italia è un caso parti- colare: è l’unico Paese europeo, insieme alla Polonia, a non aver mai avuto una forte e specifica rappresentanza dei proprietari forestali privati, ben testimoniata dal fatto che la Confederazione Europea dei Proprietari Forestali (CEPF), che rappresenta i proprietari nell’interlocuzione con le Istituzioni dell’Unione Europea, non ha nessun membro italiano. 19
rali, dello sviluppo delle energie rin- ta dalla politica dell’Unione Eu- non temono alcun serio problema 1989-91: i primi interventi al novabili e di contrasto dei cambia- ropea (UE) relativa alle risorse di approvvigionamento, materia di fuori di un quadro strate- menti climatici (Secco et al. 2017). forestali è invece un punto criti- prima che anzi, per la componente gico. Verso la fine degli anni ’90 È ovvio che in questo passaggio da co dell’azione di governance del della produzione di bioenergia, è cresce una attenzione verso le un settore a sè ad un settore inte- settore a livello nazionale, sia a destinata a diventare sempre più politiche specifiche di settore: nel grato e funzionale ad altre politiche livello dell’autorità centrale dello marginale in una economia euro- 1989 viene approvato un Program- si corre il rischio di ridurre la ca- Stato che delle Regioni. pea progressivamente basata su ma di azione forestale (Quadro 1) pacità di cogliere le specificità delle un modello di dipendenza dalle con una serie di misure attuative risorse forestali e degli operatori 2. Un breve quadro dell’e- energie fossili. (il “Pacchetto forestale”). Si tratta del settore e di perdere una visione voluzione della politica Per un trentennio, quindi, il setto- per lo più di interventi spot3, di di- d’insieme a seguito della frammen- forestale comunitaria re è considerato un campo d’azione mensioni finanziarie limitate, legati tazione dell’azione politica in tante a sè stante, del tutto residuale ri- a particolari territori (ad esempio: i linee separate (la politica forestale Nel descrivere i cambiamenti in- spetto a quello agricolo e non giudi- Programmi Integrati Mediterranei), di sviluppo rurale, la politica fore- tercorsi nelle politiche comunitarie cato meritevole di un’azione politica non inquadrati in una strategia co- stale delle aree protette, la politica relative alle risorse forestali si è di indirizzo e supporto, anche per- erente e organica di azione. forestale di difesa del paesaggio, voluto semplificare il quadro evolu- ché alcuni Paesi europei (Germa- I primi passi nelle politiche sono la politica delle biomasse forestali tivo articolandolo in quattro perio- nia e Francia in primis) rivendica- accompagnati dalle prime decisio- a fini energetici, la politica di adat- di di trasformazione delle politiche no un’autonomia e una esclusività ni sull’organizzazione istituzionale: tamento climatico delle foreste, la di settore: nell’azione politica in campo fore- viene istituito il Comitato Perma- politica dell’origine legale dei pro- stale ben motivata da una lunga nente per le Foreste presso la Com- dotti legnosi, …). 1957-1988: l’UE assente nella tradizione di governo nazionale del missione Europea (CE). Il Comitato La tesi di questo contributo è che politica forestale. Il settore fo- settore. Limitati interventi di soste- raggruppa i massimi rappresen- l’azione politica comunitaria, in restale è, fino alla metà degli anni gno alle attività boschive legati alla tanti delle istituzioni forestali degli questo passaggio da una visione ’80 del secolo scorso, esplicita- politica di sviluppo regionale ven- Stati Membri e rappresenta il primo settoriale specifica e separata ad mente escluso dall’ambito di inter- gono tuttavia promossi a partire stabile organismo per il coordina- una visione integrata della politi- vento dell’UE, scelta ampiamente dagli ultimi anni ’702. mento delle politiche forestali. ca forestale, non solo ha trovato giustificata dal fatto che nel Trat- la propria ragione d’essere, ma tato di Roma del 1957 il legname e è anche riuscita a mantenere un il settore forestale non sono men- accettabile compromesso tra la zionati come ambiti d’intervento promozione di linee d’azione di- comunitario. In questo modo si verse e una strategia coordinata danno per implicitamente accet- e coerente di tutela e valorizza- tate e condivise alcune assunzioni zione delle risorse forestali. Nel nella lettura del ruolo del settore seguito, tramite una discussione, forestale nei Paesi Membri di quel- necessariamente molto sintetica, la che sarebbe diventata l’UE: le delle fasi di sviluppo della politica risorse forestali hanno un ruolo 2 Si veda il Reg. 269/79 che ha attivato investimenti forestali in zone mediterranee (48.000 forestale comunitaria, si eviden- economico che si esaurisce nella ettari di rimboschimenti in Italia) e il Reg. 1401/86 “Miglioramento del settore primario zia che questa condizione di equi- produzione di legname, una mate- in aree svantaggiate del Nord Italia”. 3 Ad esempio nel 1990, a seguito dell’Uragano Viviar che colpisce Germania, Francia e librio tra una visione d’insieme e ria prima di scarsa rilevanza stra- Svizzera distruggendo quasi 100 M m3 di legname, l’UE approva il Reg. 867/90 per sup- linee d’azione specifiche raggiun- tegica, per la quale i Paesi europei portare la meccanizzazione forestale. 20 21
Quadro 1 – Specifiche iniziative di regolamentazione - Reg. 307/97, ulteriore prolungamento delle stesse misure per il pe- del settore forestale definite in sede comunitaria. riodo 1997-2001. Con il Regolamento si è creata inoltre una rete europea di monitoraggio delle foreste. Programma di azione forestale: il Programma, adottato dal Con- c) Difesa dagli incendi boschivi: siglio nel 1989 per gli anni 1989-97 individuava tre linee operative - Reg. 1614/89 che modificava e aggiornava i Reg. 3529/86 e principali: (1) la protezione delle foreste, (2) l’utilizzo ottimale delle 1698/87 per la lotta agli incendi boschivi; foreste esistenti e (3) l’ampliamento della superficie boschiva. Erano - Reg. 2158/92 di modifica di quanto previsto dai precedenti Rego- previsti interventi di lotta contro l’inquinamento e contro gli incendi, lamenti: le risorse finanziarie vengono quasi raddoppiate e quelle di rimboschimento, di compensazione dei mancati redditi e per il mi- destinate agli interventi di prevenzione vengono limitate. glioramento dei boschi esistenti, di sostegno delle regioni in ritardo - Reg. 308/97 che prolunga l’applicazione delle azioni per la difesa di sviluppo (vedi i Programmi Integrati Mediterranei - Reg. 2088/85). dagli incendi boschivi previste dai precedenti Regolamenti per il Strumento di attuazione del Programma era il “Pacchetto foresta- periodo 1997-2001. le”, un insieme di Regolamenti approvati il 29.5.1989 dal Consiglio d) Risorse genetiche forestali: Agricoltura. Il “Pacchetto” era costituito dalle seguenti norme co- - Reg. 1467/94 sulla conservazione, identificazione, raccolta e uso munitarie. delle risorse del patrimonio genetico agricolo e forestale. L’o- a) Valorizzazione delle risorse forestali: biettivo è quello di coordinare e promuovere l’attività degli Stati - Reg. 1609/89 per incrementare le produzioni forestali e per il mi- Membri in questo settore. glioramento delle risorse esistenti (modifica del Reg. 797/85 in - Direttiva 404/66 (provenienza) e Direttiva 161/71 (qualità), che materia di rimboschimento delle superfici agricole); disciplinano la commercializzazione del materiale forestale di pro- - Reg. 1610/89 (norme di applicazione del Reg. 4256/88: Azione di pagazione. sviluppo e valorizzazione delle foreste nelle zone rurali della Co- e) Informazione e comunicazione in campo forestale: munità) che ribadiva l’importanza dell’ambiente rurale e forestale - Reg. 1615/86, di istituzione di un Sistema Europeo di Informazio- per l’intera collettività, sia dal punto di vista economico che per la ne e Comunicazione Forestale (Efics). funzione sociale e ricreativa delle foreste; f) Comitato Permanente per le Foreste: - Reg. 1612/89 si interessava della prima trasformazione e com- - Decisione del Consiglio 367/89 di istituzione del Comitato Perma- mercializzazione dei prodotti legnosi, spostando l’attenzione nente, con il compito di affiancare e integrare il lavoro della Com- dall’ambito prettamente selvicolturale a quello industriale; missione e degli Stati Membri nelle questioni inerenti alle foreste - Reg. 867/90 relativo al miglioramento delle condizioni di trasfor- e di coordinare l’azione comunitaria nel dibattito internazionale in mazione e commercializzazione dei prodotti della selvicoltura. campo forestale. L’istituzione del Comitato ha tuttavia richiesto - Reg. 866/90 relativo al miglioramento delle condizioni di com- circa dieci anni di tempo, a testimonianza delle difficoltà incontra- mercializzazione dei prodotti agricoli e di quelli forestali non te nel delineare una politica forestale comune. legnosi. b) Protezione delle foreste dall’inquinamento: - Reg. 1613/89 di modifica e aggiornamento del Reg. 3528/86 per la protezione delle foreste dall’inquinamento che aveva previsto la 1992-1996: le misure foresta- gli Stati Membri si ha con la rifor- realizzazione di interventi di recupero dei boschi colpiti da agenti li di accompagnamento della ma McSharry della Politica Agri- atmosferici inquinanti; riforma della Politica Agricola cola Comune (PAC) del 1992. Con - Reg. 2157/92 prolungamento delle azioni previste dai precedenti Comune (PAC). Il primo significa- le “misure di accompagnamento” Regolamenti per il periodo 1992-1997; tivo intervento comunitario che in- della riforma sono previsti inter- teressa il settore forestale in tutti venti in campo forestale sia tra- 22 23
mite un Regolamento specifico per da e Regno Unito. Il Reg. 2080/92 integrazione esplicita degli obietti- specifico capitolo (il Capitolo VIII) il settore (il Reg. 2080/92)4 che prevede anche interventi di soste- vi ambientali nella PAC (“Greening del Reg. 1257/99 contempla inter- finanzia prevalentemente rimbo- gno di alcuni investimenti relativi della PAC”) e con questo processo venti non solo di rimboschimento, schimenti di terreni a seminativi, al miglioramento e alla protezione l’inclusione a pieno titolo delle fo- ma anche ad esempio nelle infra- sia tramite le misure agro-ambien- delle foreste esistenti, con livelli di reste nell’ambito della PAC prima e strutture, nella gestione e miglio- tali (Reg. 2078/92) che incentiva- contribuzione modesti tanto che successivamente nelle politiche di ramento delle formazioni esistenti, no la realizzazione di filari, siepi e solo il 4% della spesa attivata dal Sviluppo rurale (EC, 1999). nell’associazionismo; tutte misure piccoli boschi con funzioni di tutela Reg.2080/92 viene impiegata per Il processo di “Greening della PAC” che vanno al di là delle specifiche ambientale. tali misure. ha avuto uno snodo fondamenta- esigenze della riforma della PAC L’obiettivo delle “misure di accom- le nel 1997 con la predisposizione (Cesaro e Romano, 2008). pagnamento” è fondamentalmente 1997-2006: il greening della della Comunicazione della Commis- La traduzione sul piano operativo di quello di ridurre le aree agricole PAC, i nuovi impegni in campo sione “Agenda 2000” che definisce Agenda 2000 nel settore forestale a produzioni eccedentarie, senza ambientale e la prima Strate- le prospettive di sviluppo dell’UE, sono le misure, definite unitamente particolare attenzione agli effetti gia forestale dell’UE. Nel 1997 anche in relazione ai grandi cam- alle altre linee di intervento a favore sull’economia del settore foresta- c’è un passaggio normativo im- biamenti politico-istituzionali at- del settore primario (tra cui inter- le5. Peraltro l’impegno finanziario portante nella definizione del ruo- tesi, tra cui l’allargamento dell’U- venti strutturali nelle aziende agri- per tali interventi è per la prima lo delle foreste nell’ambito delle nione ad alcuni Paesi dell’Europa cole, sostegno all’agricoltura nelle volta significativo. Nel rapporto di politiche dell’UE: con gli articoli 2 centro-orientale. Nel documento zone svantaggiate, interventi sulla valutazione del Reg. 2080/1992 e 6 del Trattato di Amsterdam il appare evidente un ulteriore spo- trasformazione e commercializza- (IDF, 2001) si registra una spesa campo d’azione comunitaria viene stamento del centro di interesse zione, azioni di qualificazione delle complessiva di 4 miliardi di euro: esplicitamente allargato al settore nelle politiche di Sviluppo rurale, zone rurali), presentate nel Reg. 142.000 agricoltori beneficiari dei ambientale6. Nel Trattato si affer- con la diminuzione del ruolo dell’a- 1257/99 sulla promozione dello Svi- contributi realizzano circa 1 milio- ma chiaramente una responsabi- gricoltura e la parallela maggior luppo rurale che avvia il periodo di ne di ettari di nuovi impianti, per lo lità dell’Unione nel controllo degli importanza attribuita alle attività programmazione 2000-20067. più concentrati nei Paesi mediter- impatti dello sviluppo economico extra-agricole come fonte di red- È importante ricordare altri ele- ranei (Spagna, Portogallo, Italia – su ogni componente ambientale, dito e di occupazione, e come stru- menti di novità di Agenda 2000, 77.862 ha, di cui 13.513 con specie ivi comprese le risorse forestali. mento di tutela attiva delle risorse anche se questi non hanno, per ciò a rapida crescita, 61. 217 ha di lati- A partire dal Trattato di Amster- naturali. In questa cornice, le po- che riguarda gli impatti sul settore foglie e 3.132 ha di conifere), Irlan- dam del 1997 inizia il processo di litiche di valorizzazione economica forestale, un segno preciso, chiara- delle risorse forestali iniziano ad mente definibile: la maggior enfasi assumere un particolare significa- sul partenariato, la concentrazione to, almeno a livello programmati- territoriale degli interventi (anche 4 Come si legge nel testo della norma, il Reg. 2080/92 istituisce un regime comunitario co. Con il “secondo pilastro” creato per la riduzione delle aree in cri- di aiuti alle misure forestali nel settore agricolo, al fine di “(…) [favorire] un’utilizzazione alternativa delle terre agricole mediante l’imboschimento [e di agevolare] uno sviluppo da Agenda 2000, le misure forestali si o prioritarie, meglio note come delle attività forestali nelle aziende agricole”. vengono totalmente integrate nelle Obiettivi), la riduzione dell’insieme 5 Da notare che inizialmente il Reg. 2080/92 ha addirittura alcuni effetti distorsivi sul altre misure di Sviluppo rurale; uno dei beneficiari, la riduzione del- settore forestale, come nel caso della pioppicoltura padana: i pioppicoltori tradizionali, più professionali, non hanno accesso agli incentivi, mentre proprietari di terreni agricoli, senza particolari competenze nel settore, più motivati dagli incentivi comunitari che da- gli sbocchi economici dei nuovi investimenti, entrano nel mercato del pioppo con effetti complessivi di destabilizzazione dello stesso. 6 Nel 1999 una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, richiamandosi all’art. 175 del 7 I contenuti del Regolamento sono stati precisati ai fini attuativi dal Reg. 1750/99 della Trattato, riaffermerà che la tutela delle foreste è parte delle competenze dell’UE. Commissione e resi operativi tramite i Piani di Sviluppo Rurale. 24 25
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