IL Q-SET SUI FATTORI TERAPEUTICI (QSFT): UNO STRUMENTO ESPLORATIVO PANTEORICO PER LA VALUTAZIONE DA PARTE DEI PAZIENTI DEI FATTORI TERAPEUTICI ...
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Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4, 125-142 IL Q-SET SUI FATTORI TERAPEUTICI (QSFT): UNO STRUMENTO ESPLORATIVO PANTEORICO PER LA VALUTAZIONE DA PARTE DEI PAZIENTI DEI FATTORI TERAPEUTICI NELLA PSICOTERAPIA INDIVIDUALE Alessio Mini, Sara Rosi La ricerca è concorde nel dimostrare l’efficacia della psicoterapia (Lambert 2013a,b; Lambert e Bergin 1994; Lambert e Ogles 2004; Lipsey e Wilson 1993; Shedler 2010; Smith e Glass 1977; Smith et al. 1980). Un vasto ambito di studio e ricerca riguarda i fattori terapeutici attivi nella psicoterapia: esso consiste nell'indagare quali ingredienti, quali componenti di una psicoterapia ne determinino l’efficacia (Lambert 1992, Lambert e Ogles 2004, Norcross e Lambert 2011, Wampold 2001). Particolarmente interessante a riguardo è la rassegna di Grencavage e Norcross (1990): sulla base di 50 fonti pubblicate sui fattori terapeutici, gli autori hanno selezionato 35 fattori citati da almeno il 10% degli articoli e li hanno suddivisi in cinque categorie sovraordinate: 1) caratteristiche del cliente (aspettative positive/speranza o fiducia; paziente in una situazione di sofferenza; paziente che ricerca attivamente aiuto); 2) qualità del terapeuta (raffigurazione generale positiva; coltiva la speranza/aumenta le aspettative; calore/considerazione positiva; comprensione empatica; terapeuta socialmente riconosciuto; accettazione); 3) processi di cambiamento (opportunità di catarsi/sfogo; acquisizione e pratica di nuovi comportamenti; fornire un razionale; favorire l'insight/consapevolezza; apprendimento emozionale e interpersonale; presenza di feedback/test di realtà; suggestione; successo ed esperienze di controllo; persuasione; effetto placebo; identificazione con il terapeuta; gestione delle contingenze; riduzione della tensione; modellamento del terapeuta; desensibilizzazione; educazione/informazioni); 4) struttura del trattamento (uso di tecniche/rituali; focus sul mondo interno del paziente ed esplorazione di nodi emotivi; aderenza alla teoria; un setting curativo; presenza di partecipanti/interazione; comunicazione verbale e non-verbale; spiegazione della terapia e dei ruoli dei partecipanti); 5) elementi della relazione (sviluppo di alleanza/relazione; impegno; transfert). Esistono diverse altre suddivisioni dei fattori terapeutici, alcune delle quali sono state recentemente elencate da Tschacher e Pfammatter (2016). Nell’indagine sui fattori terapeutici le prospettive da cui avvengono le valutazioni possono essere diverse: quella del terapeuta, quella del paziente, quella di un giudice esterno (Najavits e Strupp 1994). La pratica basata sull'evidenza in psicologia (Evidence-Based Practice in Psychology, EBPP) è “l'integrazione della migliore ricerca disponibile con l'esperienza clinica, tenuto conto delle caratteristiche, della cultura e delle preferenze del paziente” (American Psychological Sottomesso Settembre 2016, accettato Dicembre 2016 © Giovanni Fioriti Editore s.r.l. 125
Alessio Mini, Sara Rosi Association 2006). Questa definizione di pratica basata sull'evidenza in psicologia prende spunto dalla definizione di assistenza sanitaria di qualità dell’Institute of Medicine (2001) “la pratica basata sull’evidenza è l’integrazione delle migliori evidenze derivate dalla ricerca con l'esperienza clinica e i valori del paziente”; con l’espressione “valori del paziente”, si fa riferimento alle “precipue preferenze, preoccupazioni e attese che ogni paziente porta in seduta e che debbono essere integrate nelle decisioni cliniche, se utili al paziente stesso”. Si comprende pertanto quale rilievo assuma l'opinione del paziente in merito alla psicoterapia e ai fattori che la rendono efficace (Duncan e Miller 2000, Duncan e Moynihan 1994, Gershefski et al. 1996, Miller et al. 1997, Robinson 2009). Yalom et al. (1968) indagarono i fattori terapeutici secondo l’opinione di venti pazienti che avevano partecipato a (o stavano per terminare) una terapia di gruppo per almeno otto mesi: l’indagine venne condotta attraverso la tecnica del Q-sort, con la richiesta di collocare in ordine di importanza un elenco di 60 fattori terapeutici appartenenti a 12 categorie (altruismo, coesione di gruppo, universalità, apprendimento interpersonale – condizioni iniziali, apprendimento interpersonale – esiti, guida, catarsi, identificazione, rivivere l’esperienza della famiglia, comprensione di sé, infondere speranza, fattori esistenziali). Le voci considerate più utili dai pazienti furono nell’ordine: scoprire e accettare lati di me precedentemente sconosciuti o inaccettabili; essere capace di dire ciò che m’infastidiva, invece di tenermelo dentro; gli altri membri del gruppo mi dicono sinceramente quello che pensano di me. I risultati del Temple Study sulla psicoterapia individuale hanno mostrato come i pazienti che avevano ottenuto risultati positivi ritenessero “estremamente importanti” o “molto importanti” i seguenti fattori terapeutici: la personalità del dottore; l’aiuto che ha fornito nel comprendere il proprio problema; l’incoraggiamento nel far fronte gradualmente alle cose che creano problemi; avere la possibilità di parlare con una persona comprensiva; l’aiuto nel comprendere se stessi (Sloane et al. 1975). Un’imponente ricerca sulla percezione che hanno i pazienti riguardo ai risultati dei loro trattamenti è stata condotta da Fava et al. (2000). L’indagine è stata svolta su un campione di 216 pazienti in terapia formalizzata (trattati cioè in un setting specifico) e 223 pazienti in psicoterapia non formalizzata (in trattamento psichiatrico con sostegno psicologico) presso Centri di Salute Mentale della Lombardia, attraverso questionari autosomministrati. Un quesito andava ad indagare direttamente quale fosse la percezione dei fattori terapeutici da parte dei pazienti che potevano scegliere tre risposte in un’ampia matrice di fattori di aiuto percepito all’interno della terapia. I pazienti in terapia formalizzata indicarono i seguenti fattori: essere stato aiutato a capire meglio me stesso e la natura dei miei problemi (24,5%); avere qualcuno capace di ascoltarmi e capirmi (12,5%); essere stato aiutato ad avere maggiore stima e considerazione di me stesso (11,2%). I pazienti in terapia non formalizzata indicarono nell’ordine i seguenti: avere qualcuno capace di ascoltarmi e capirmi (16,1%); essere stato aiutato a capire meglio me stesso e la natura dei miei problemi (14,7%); avere ricevuto direttive, buoni consigli e indicazioni (10,6%). L’efficacia psicoterapeutica è la risultante di una buona relazione terapeuta-paziente, della 126 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale personalità del primo, delle caratteristiche del secondo e del sapiente impiego di tecniche e strumenti sulla base delle necessità e dei bisogni di ciascun singolo individuo (Norcross 2011); con il presente studio ci proponiamo di illustrare uno strumento per la valutazione di come gli utenti considerino e valutino questi complessi processi. E' stato costruito uno strumento comprensivo di cinquanta fattori terapeutici ed è stato richiesto ai pazienti in psicoterapia presso un servizio pubblico di disporli in ordine di importanza relativa, attraverso la metodologia del Q-sort (Block 1978; Brown 1980, 1993, 1996; Stephenson 1953; Watts e Stenner 2005). Metodo Soggetti Alcuni pazienti che avevano concluso la psicoterapia individuale (o che si trovavano in una fase molto avanzata della psicoterapia) con uno psicologo-psicoterapeuta (il primo autore) operante presso la Salute Mentale Adulti dell'Azienda USL 6 Livorno, sono stati incontrati da una psicologa (il secondo autore), che ha condotto un’intervista e ha somministrato il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT). Alla ricerca hanno partecipato, dopo aver firmato una lettera di consenso, 23 soggetti, con un’età media di 38,68 anni (range: 22,75-60,58; DS = 8,34), di cui 19 femmine e 4 maschi. Seguendo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (quinta edizione; DSM-5; American Psychiatric Association 2013) per 13 pazienti era diagnosticabile un Disturbo dell’Umore, per 8 di essi un Disturbo d’Ansia, un paziente soddisfaceva i criteri per il Disturbo Schizoaffettivo e uno aveva un Disturbo di Personalità Borderline. Per 16 pazienti la psicoterapia era conclusa, mentre per i rimanenti 7 era in corso, se pure in fase molto avanzata. Chi aveva concluso la terapia partecipava all’intervista ad una distanza media di 7,13 mesi (range: 0-17; DS = 5,04) dal termine della psicoterapia; per coloro la cui terapia era ancora in corso l’intervista è avvenuta ad una distanza media dall’ultimo incontro di 7,57 giorni (range: 0-14; DS = 5,50). Dodici utenti avevano seguito in concomitanza con la psicoterapia una cura psicofarmacologica. Il numero medio di sedute di psicoterapia per paziente era di 23,04 (range: 4-61; DS = 17,61), per una durata media del trattamento di 14,39 mesi (range: 3-39; DS = 10,38). I pazienti verranno contrassegnati con la sigla “P” seguita dal numero corrispondente all’ordine nel quale sono stati intervistati (“P1”, “P2”, “P3”, …,“P23”). Metodologia Q La metodologia Q consente lo studio sistematico della soggettività, del punto di vista, dell’opinione di un campione di persone. In un tipico studio svolto secondo la metodologia Q si presenta a dei soggetti (P-set) un insieme di frasi relative ad un argomento (Q-set), con la richiesta di ordinare le frasi secondo il loro personale punto di vista, in accordo con le loro preferenze, seguendo una distribuzione quasi normale (Q-sorting). Le valutazioni individuali (o punti di vista) vengono successivamente sottoposte ad analisi Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 127
Alessio Mini, Sara Rosi fattoriale. La correlazione tra diversi profili personali indica punti di vista tra loro simili, o segmenti di soggettività esistenti (Brown 1993). La metodologia Q, diversamente dalla analisi fattoriale convenzionale (R), non richiede un gran numero di soggetti (Watts e Stenner 2005); i risultati di uno studio con la metodologia Q sono differenti soggettività che risultano operative rispetto ad una tematica (e la misura in cui queste sono simili o dissimili tra loro), non la percentuale del campione (o della popolazione) che aderisce ad esse. Il Q-Set È stato costruito uno strumento esplorativo panteorico, volto a consentire la valutazione da parte dei pazienti dei fattori terapeutici nella psicoterapia individuale, quale che sia la teoria di riferimento dello psicoterapeuta. Questo strumento contiene un numero di elementi potenzialmente terapeutici sufficientemente ampio, differenziato e transteorico, tale da poter rappresentare sia i diversi modelli di psicoterapia sia le diverse necessità dei singoli pazienti. Un certo grado di astrazione nella formulazione dei fattori consente infatti che questi rappresentino diversi approcci terapeutici (terapia centrata sul cliente, teoria dell'attaccamento, terapia psicodinamica, terapia cognitivo comportamentale, terapia sistemica, gestalt ecc.); per fare un esempio, relativamente al fattore terapeutico “Conoscere e comprendere meglio me stesso”, poco importa che un tale incremento della conoscenza di sé derivi dalla rivisitazione di un sogno, da una interpretazione di transfert, dal recupero di un ricordo in stato di ipnosi, dalla attuazione di un comportamento sino ad allora evitato, dal rendicontare certe esperienze su un diario di bordo, da un insight insorto durante la tecnica della sedia vuota. Uno strumento come questo deve inoltre essere sufficientemente chiaro e non richiedere conoscenze specialistiche, deve cioè essere alla portata di un paziente, che potrebbe avere difficoltà nel cogliere il significato di fattori quali: suggestione, persuasione, effetto placebo, catarsi, insight, mentalizzazione, ristrutturazone cognitiva, esperienza emozionale correttiva, gestione delle contingenze, desensibilizzazione, aderenza alla teoria (Grencavage e Norcross 1990, Tschacher et al. 2014). La considerazione di questi aspetti, integrata alla analisi della letteratura sull’argomento, e all’esperienza clinica degli autori, ha portato alla formulazione di un elenco di 50 potenziali fattori terapeutici, a cui è stato dato il nome di Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) (tabella 1). Procedura Il primo autore ha contattato telefonicamente alcuni pazienti adulti che aveva avuto (o aveva ancora) in trattamento psicoterapeutico nel servizio pubblico, con risultati che riteneva essere stati positivi. Lo psicoterapeuta è uno psicologo clinico che ha avuto una formazione di tipo cognitivo-costruttivista. Nel corso della telefonata veniva richiesta al paziente la disponibilità ad essere nuovamente contattato da una psicologa per partecipare ad un’intervista relativa alla sua esperienza con la psicoterapia. Al momento dell'incontro, ottenuta l’autorizzazione al trattamento dei dati personali e alla 128 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale Tabella 1. I 50 fattori del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT). In neretto sono riportate le categorie (e in corsivo le sottocategorie) alle quali i fattori appartengono Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) Caratteristiche della relazione terapeutica 1. Il rapporto positivo, di fiducia, che ho instaurato con il terapeuta 2. Il senso di sicurezza datomi dall’aiuto e dal sostegno del terapeuta 3. L’accordo e l’impegno comune e coordinato mio e del terapeuta 4. L’attenzione, l’interesse e l’ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti 5. Sentire l’accettazione ed il rispetto del terapeuta per il mio modo di essere 6. L’affinità caratteriale mia e del terapeuta Caratteristiche del terapeuta 7. La personalità, il modo di essere del terapeuta 8. La flessibilità e l’apertura mentale del terapeuta 9. La capacità professionale del terapeuta Caratteristiche del cliente 10. Le mie capacità personali 11. Il mio impegno nella terapia 12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare 13. Il mio desiderio di capire e di comprendere Speranza 14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto Tecnica terapeutica e processi di cambiamento Catarsi 15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi Guida 16. Seguire i consigli e i compiti dati dal terapeuta 17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta Comprensione di sé 18. Conoscere e comprendere meglio me stesso 19. Capire come mi relaziono agli altri 20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei sintomi, sentimenti, pensieri e azioni 21. Riesaminare la mia storia di vita, prendendo coscienza di come il mio passato influenzi il mio presente 22. Prendere coscienza di come reagisco a persone o situazioni in base alla mia interpretazione dei fatti 23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade Accettazione di sé, dei limiti e della realtà 24. Imparare ad accettare lati di me che non accettavo ed a volermi bene per come sono 25. Riconoscere e accettare la realtà, rinunciando a pretese impossibili 26. Imparare ad accettare i limiti delle persone che mi circondano Apprendimenti comportamentali 27. Apprendere modi nuovi e diversi di comportarmi 28. Imparare a gestire e controllare i sintomi Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 129
Alessio Mini, Sara Rosi Tabella 1. Continua 29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni 30. Imparare a controllare gli impulsi e/o l’aggressività 31. Imparare a dire quello che preferisco e desidero 32. Correggere alcuni miei difetti 33. Imparare ad adattarmi a determinate situazioni Apprendimenti cognitivi 34. Riuscire a vedere le cose in modo diverso, secondo nuovi punti di vista 35. Mettere in discussione e correggere alcune mie idee e convinzioni disadattive 36. Rendermi conto che gli altri hanno un loro personale modo di interpretare la realtà diverso dal mio Apprendimenti emozionali 37. Imparare ad attenuare emozioni debilitanti (senso di colpa, vergogna, ecc.) 38. Imparare a riconoscere e accettare le mie emozioni 39. Imparare ad esprimere e seguire le mie emozioni Apprendimenti interpersonali 40. Imparare a capire meglio gli altri 41. Apprendere un modo più funzionale di rapportarmi e di comunicare con gli altri 42. Imparare ad avere maggiore fiducia nelle altre persone ed a contare su di loro 43. Imparare a sviluppare rapporti basati sul reciproco rispetto Apprendimenti di crescita personale 44. Riuscire a sviluppare le mie potenzialità e capacità 45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso 46. Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita 47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza 48. Imparare a giudicarmi di meno e a pretendere di meno da me stesso 49. Preoccuparmi di meno delle aspettative che gli altri hanno verso di me 50. Capire che sono nelle stesse condizioni di altri registrazione audio, aveva inizio una prima intervista strutturata nella quale erano raccolte informazioni sulla storia clinica del paziente ed erano poste le seguenti domande di particolare rilievo per la ricerca in oggetto: 1) “Come si è sentito al termine della psicoterapia rispetto a quando l’ha iniziata?”; a questa domanda era possibile rispondere lungo una scala da 1 a 9 punti, dove 1 corrispondeva a “decisamente molto peggio” e 9 a “decisamente molto meglio”, con media 5, pari a “nello stesso modo”. 2) “Quanto è stato aiutato dalla psicoterapia?”; seguiva una scala di valutazione da 1 a 9, dove 1 corrispondeva a “ha fatto andare le cose decisamente molto peggio”, 9 corrispondente a “ha fatto andare le cose decisamente molto meglio” e il punteggio medio di 5, pari a “ha fatto andare le cose nello stesso modo”. Faceva seguito una intervista semi-strutturata sull'esperienza terapeutica del paziente, i cui esiti non vengono trattati in questa sede. A seguito dell’intervista aveva inizio la procedura del Q-sort. Il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) veniva somministrato sotto forma di 50 cartoncini ciascuno contenente una singola frase 130 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale del Q-set. Al soggetto, che doveva tenere presente lo scopo di rispondere alla domanda: “In che misura ritiene che la situazione descritta nel cartoncino sia stata utile per il raggiungimento del suo miglioramento terapeutico?”, era richiesto di leggere tutte le frasi e di distribuirle in tre pile: fattori ritenuti utili, neutri e non utili per sé. Il numero e il tipo di frasi in ciascuna pila venivano registrati dall’intervistatore. Poi al soggetto veniva chiesto di ordinare le frasi, in base al proprio punto di vista, su un foglio di risposta preordinato, lungo un continuum che andava dall’estremo “il più utile per me” a “il meno utile per me” e in mezzo una distribuzione di tipo quasi-normale (figura 1). Figura 1. Rappresentazione grafica del tabellone con le 50 caselle lungo le quali venivano disposti i cartoncini contenenti le frasi del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) Il meno Medio Il più utile utile per per me me -4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 4 Descrizione e analisi dei dati L’analisi dei dati è stata svolta utilizzando il programma SPSS 11.0 e il programma PQMethod - 2.11 (Schmolck 2002). Sono state calcolate e riportate medie (M) e deviazioni standard (DS). I confronti tra gruppi entro i soggetti (within subjects) e tra i soggetti (between subjects) sono stati eseguiti con la statistica del t test. I confronti between subjects sono preceduti dal test di Levene per l’uguaglianza della varianza: in caso di significatività di questa statistica, il t test che segue non assume l’uguaglianza della varianza tra i test; se il test di Levene non ottiene la significatività, il t test successivo assume l’uguaglianza della varianza tra i dati. Il test di Levine viene riportato solo se significativo. Una Analisi della Varianza (ANOVA) ad una via con il fattore within subjects “Utilità” a tre livelli (Utili, Neutri, Non Utili) è stata eseguita per valutare le eventuali differenze nella prima distribuzione dei 50 fattori terapeutici del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) tra le tre pile a cui i livelli del fattore “Utilità” corrispondono. Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 131
Alessio Mini, Sara Rosi Assieme all'Analisi della Varianza suddetta viene calcolata e riportata la statistica epsilon (ε) di Greenhouse-Geisser per la stima della sfericità. Le analisi fin qui descritte sono state condotte con il programma SPSS 11.00; quelle illustrate di seguito, con il programma PQMethod-2.11. Sul Q-set sui Fattori Terapeutici (QSFT) sono stati calcolati il punteggio di ciascun fattore terapeutico per ogni singolo paziente e il punteggio medio trasformato in punti z di ciascun fattore terapeutico per l’intero campione di soggetti. È stata eseguita un'analisi fattoriale attraverso il metodo delle Componenti Principali; i fattori così derivati, con un autovalore (eigenvalue) superiore a 1,00, sono risultati pari ad un numero di otto (eigenvalue tra 6,74 e 1,02). I fattori ottenuti sono stati successivamente ruotati utilizzando la rotazione Varimax. Si è poi proceduto a valutare il numero di fattori più adatto a spiegare i risultati, trovando in quella a sei fattori la soluzione più efficace. I pazienti sono stati assegnati ai diversi fattori sulla base delle saturazioni fattoriali ottenute, considerando significative (p < 0,001) saturazioni superiori a 0,46. Due pazienti non sono stati attribuiti ad alcuno dei sei fattori in quanto riportavano al contempo saturazioni elevate in due diversi fattori (P2 e P6); un terzo paziente (P15) non ha trovato una sua collocazione in quanto non saturava significativamente in alcun fattore. Per ciascuno dei sei gruppi ottenuti, il programma PQMethod-2.11 riporta i singoli fattori terapeutici in ordine di importanza e indica quali fattori sono valutati in modo significativamente diverso rispetto a ciascuno degli altri gruppi (caratteristiche distintive). Risultati Intervista strutturata La valutazione del grado di miglioramento al termine della psicoterapia (risposta alla domanda: “Come si è sentito al termine della psicoterapia rispetto a quando l’ha iniziata?”) è stata di 7,57 punti (range: 6-9; DS = 0,84) su di una scala da 1 a 9. Confrontando rispetto a questo dato i pazienti che seguivano una concomitante cura farmacologia (M = 7,58; DS = 1,08) con quelli che non assumevano psicofarmaci (M = 7,55; DS = 0,52), non si rilevano differenze significative (Test di Levene: F = 10,85; p = 0,003; t(16,14) = 0,11; p = 0,92). Coloro che hanno terminato la psicoterapia (M = 7,63; DS = 0,89) non valutano diversamente il miglioramento al termine della psicoterapia (t(21) = 0,51; p = 0,62) da coloro la cui terapia è in corso (M = 7,43; DS = 0,79). Infine, le femmine (M = 7,63; DS = 0,90) non differiscono dai maschi (M = 7,25; DS = 0,50) nella loro valutazione del miglioramento (t(21) = 0,82; p = 0,42). La valutazione della utilità della psicoterapia ai fini del miglioramento (risposta alla domanda: “Quanto è stato aiutato dalla psicoterapia?”) è stata di 7,30 punti (range: 6-9; DS = 0,97) su di una scala da 1 a 9. Confrontando rispetto a questo dato i pazienti che seguivano una concomitante cura farmacologia (M = 7,50; DS = 1,17) con quelli che non assumevano psicofarmaci (M = 7,09; DS = 0,70), non si rilevano differenze significative (Test di Levene: F = 5,89; p = 0,02; t(18,24) 132 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale = 1.03; p = 0,32). Coloro che hanno terminato la psicoterapia (M = 7,31; DS = 1,01) non valutano diversamente l’utilità della psicoterapia (t(21) = 0,06; p = 0,95) da coloro la cui terapia è in corso (M = 7,29; DS = 0,95). Infine, le femmine (M = 7,37; DS = 1,01) non differiscono dai maschi (M = 7,00; DS = 0,82) nella loro valutazione della psicoterapia (t(21) = 0,68; p = 0,50). Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) La distinzione dei fattori terapeutici contenuti nel Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) in Utili (M = 37,61; DS = 10,27), Neutri (M = 9,83; DS = 7,10) e Non Utili (M = 2,57; DS = 4,47) è risultata statisticamente significativa (F(2,20) = 89,45; p < 0,001; ε = 0,58). Ben il 75% dei 50 fattori terapeutici è stato ritenuto Utile; in modo significativamente diverso (t(22) = 7,80; p < 0,001), il 20% è stato ritenuto Neutro; sia i fattori Utili (t(22) = 11,87; p < 0,001) che quelli Neutri (t(22) = 5,86; p < 0,001) sono significativamente superiori ai fattori valutati come Non Utili, pari ad appena il 5% dell’intero Q-set. Di seguito è stata calcolata la disposizione media dei fattori terapeutici (in punti-z) per l’intero campione come raffigurato nella tabella 2: la tabella evidenzia quali siano i fattori mediamente ritenuti più utili e quali quelli mediamente ritenuti meno utili dal nostro campione. Tabella 2. I 50 fattori del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) ordinati dal più utile (1,57 punti z) al meno utile (-1,88 punti z) 1) 2. Il senso di sicurezza datomi dall’aiuto e dal sostegno del terapeuta 1,57 2) 9. La capacità professionale del terapeuta 1,57 3) 45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso 1,5 4) 15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi 1,34 5) 12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare 1,3 20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei 6) sintomi, sentimenti, pensieri e azioni 1,19 7) 4. L’attenzione, l’interesse e l’ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti 1,15 8) 1. Il rapporto positivo, di fiducia, che ho instaurato con il terapeuta 1,07 9) 24. Imparare ad accettare lati di me che non accettavo ed a volermi bene per come sono 1,04 10) 18. Conoscere e comprendere meglio me stesso 0,96 11) 17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta 0,92 12) 28. Imparare a gestire e controllare i sintomi 0,69 13) 37. Imparare ad attenuare emozioni debilitanti (senso di colpa, vergogna ecc.) 0,69 14) 13. Il mio desiderio di capire e di comprendere 0,65 15) 39. Imparare ad esprimere e seguire le mie emozioni 0,65 16) 14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto 0,54 21. Riesaminare la mia storia di vita, prendendo coscienza di come il mio passato 17) influenzi il mio presente 0,54 18) 5. Sentire l’accettazione ed il rispetto del terapeuta per il mio modo di essere 0,45 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 133
Alessio Mini, Sara Rosi Tabella 2. Continua 19) 11. Il mio impegno nella terapia 0,42 20) 23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade 0,42 21) 38. Imparare a riconoscere e accettare le mie emozioni 0,38 22) 46. Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita 0,34 23) 3. L’accordo e l’impegno comune e coordinato mio e del terapeuta 0,27 24) 34. Riuscire a vedere le cose in modo diverso, secondo nuovi punti di vista 0,27 25) 16. Seguire i consigli e i compiti dati dal terapeuta 0,23 26) 44. Riuscire a sviluppare le mie potenzialità e capacità 0,23 27) 47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza 0,23 28) 35. Mettere in discussione e correggere alcune mie idee e convinzioni disadattive 0,19 29) 29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni 0,11 30) 8. La flessibilità e l’apertura mentale del terapeuta 0 31) 7. La personalità, il modo di essere del terapeuta -0,08 32) 27. Apprendere modi nuovi e diversi di comportarmi -0,19 33) 48. Imparare a giudicarmi di meno e a pretendere di meno da me stesso -0,31 34) 31. Imparare a dire quello che preferisco e desidero -0,54 35) 33. Imparare ad adattarmi a determinate situazioni -0,57 36) 25. Riconoscere e accettare la realtà, rinunciando a pretese impossibili -0,73 37) 32. Correggere alcuni miei difetti -0,77 38) 10. Le mie capacità personali -0,84 39) 6. L’affinità caratteriale mia e del terapeuta -0,88 40) 41. Apprendere un modo più funzionale di rapportarmi e di comunicare con gli altri -0,96 22. Prendere coscienza di come reagisco a persone o situazioni in base alla mia -1 41) interpretazione dei fatti 42) 49. Preoccuparmi di meno delle aspettative che gli altri hanno verso di me -1 43) 30. Imparare a controllare gli impulsi e/o l’aggressività -1,42 44) 26. Imparare ad accettare i limiti delle persone che mi circondano -1,53 45) 19. Capire come mi relaziono agli altri -1,57 36. Rendermi conto che gli altri hanno un loro personale modo di interpretare la 46) realtà diverso dal mio -1,57 47) 50. Capire che sono nelle stesse condizioni di altri -1,61 48) 40. Imparare a capire meglio gli altri -1,73 49) 43. Imparare a sviluppare rapporti basati sul reciproco rispetto -1,8 50) 42. Imparare ad avere maggiore fiducia nelle altre persone ed a contare su di loro -1,88 L’analisi fattoriale condotta sul Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), secondo i criteri anticipati precedentemente (si veda il paragrafo “Descrizione e analisi dei dati”), ha mostrato l’esistenza di sei distinti fattori, che nel loro complesso spiegano il 64% della varianza. 134 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale A ciascuno dei sei fattori corrisponde un gruppo di pazienti (che in due casi si compone di singole unità), che si caratterizza e differenzia dagli altri per il grado di importanza attribuito ai diversi fattori terapeutici. Nella tabella 3 sono riportate nel dettaglio le caratteristiche di questi sei distinti gruppi. Tabella 3. I sei sottogruppi (Fattori) ottenuti attraverso l'analisi fattoriale Q, con l'indicazione dei fattori terapeutici ritenuti più importanti da ciascuno di essi Fattore 1 – Autostima, consapevolezza e liberazione Punti 8 pazienti (6 F, 2 M) / età: 36,63 / sedute: 25,75 / mesi: 16,25 – (P5 – P8 – P14 – P16 -z – P17 – P21 – P22 – P23) 45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso 2,15 39. Imparare ad esprimere e seguire le mie emozioni 1,39 9. La capacità professionale del terapeuta 1,24 18. Conoscere e comprendere meglio me stesso 1,13 29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni 1,08 20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei sintomi, sentimenti, pensieri e azioni 1,06 Fattore 2 – Comprendere seguendo il terapeuta 5 pazienti (4 F, 1 M) / età: 44,58 / sedute: 9,80 / mesi: 10,60 – (P7 – P10 – P11 – P12 – P20) 2. Il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal sostegno del terapeuta 2,05 17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta 1,58 20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei sintomi, sentimenti, pensieri e azioni 1,53 * 13. Il mio desiderio di capire e di comprendere 1,49 15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi 1,31 9. La capacità professionale del terapeuta 1,29 16. Seguire i consigli e i compiti dati dal terapeuta 1,28 4. L'attenzione, l'interesse e l'ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti 1,17 28. Imparare a gestire e controllare i sintomi 1,11 Fattore 3 – Motivazione e speranza nel cambiamento 3 pazienti (3 F) / età: 40,31 / sedute: 25,67 / mesi: 18,33 – (P3 – P9 – P19) 12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare 2,41 4. L'attenzione, l'interesse e l'ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti 1,79 49. Preoccuparmi di meno delle aspettative che gli altri hanno verso di me 1,57 45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso 1,54 * 46. Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita 1,39 14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto 1,33 15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi 1,05 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 135
Alessio Mini, Sara Rosi Tabella 3. Continua Fattore 4 – Accettazione Punti 2 pazienti (2 F) / età: 36,29 / sedute: 39,00 / mesi: 19,50 – (P1 – P4) -z * 24. Imparare ad accettare lati di me che non accettavo ed a volermi bene per come sono 2,14 2. Il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal sostegno del terapeuta 1,87 26. Imparare ad accettare i limiti delle persone che mi circondano 1,61 25. Riconoscere e accettare la realtà, rinunciando a pretese impossibili 1,34 * 36. Rendermi conto che gli altri hanno un loro personale modo di interpretare la realtà diverso dal mio 1,34 47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza 1,34 15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi 1,34 5. Sentire l'accettazione ed il rispetto del terapeuta per il mio modo di essere 1,07 1. Il rapporto positivo, di fiducia, che ho instaurato con il terapeuta 1,07 Fattore 5 – “Bravo io!” 1 paziente (M) / età: 26,75 / sedute: 9 / mesi: 6 – (P18) 12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare 1,78 23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade 1,78 37. Imparare ad attenuare emozioni debilitanti (senso di colpa, vergogna, ecc.) 1,78 * 10. Le mie capacità personali 1,33 14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto 1,33 20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei sintomi, sentimenti, pensieri e azioni 1,33 29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni 1,33 50. Capire che sono nelle stesse condizioni di altri 1,33 Fattore 6 – “Bravi noi!” 1 paziente (F) / età: 39,25 / sedute: 20 / mesi: 15 – (P13) 6. L’affinità caratteriale mia e del terapeuta 1,78 11. Il mio impegno nella terapia 1,78 47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza 1,78 * 8. La flessibilità e l'apertura mentale del terapeuta 1,33 9. La capacità professionale del terapeuta 1,33 12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare 1,33 17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta 1,33 23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade 1,33 Note. Per ciascun sottogruppo è specificato il numero dei pazienti che vi rientrano, il loro genere (F = femmina; M = maschio), l'età media, il numero medio di sedute, il tempo medio di durata della psicoterapia, la sigla (P1 ecc.) dei pazienti che vi sono compresi. L'asterisco (*) segnala le caratteristiche distintive: quei fattori terapeutici che distinguono significativamente il sottogruppo in causa da tutti gli altri cinque. 136 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale Nel primo fattore rientrano otto pazienti che in media hanno partecipato a 25,75 sedute ciascuno; questo gruppo è stato denominato “Autostima, consapevolezza e liberazione”, a causa della forte rilevanza che questi pazienti attribuiscono allo sviluppo di maggiore autostima, alla comprensione e alla espressione di sé, nonché alla liberazione da certe limitazioni e inibizioni. Il secondo fattore, nel quale rientrano cinque pazienti con una media di 9,80 sedute ciascuno, è stato chiamato “Comprendere seguendo il terapeuta”, poiché vengono posti in primo piano i temi relativi alla conoscenza di sé unitamente alla sottolineatura di un ruolo più attivo da parte del terapeuta; i pazienti che rientrano in questo fattore danno inoltre il massimo risalto al senso di sicurezza dato dall’aiuto e dal sostegno del terapeuta e si distinguono da tutti gli altri gruppi di pazienti per il maggior risalto dato in modo significativo al fattore “Il mio desiderio di capire e di comprendere”. Il terzo fattore comprende tre pazienti, che hanno svolto una media di 25,67 sedute ciascuno, ed è stato denominato “Motivazione e speranza nel cambiamento”: questo nome è dovuto al massimo risalto dato al fattore “La mia motivazione a stare meglio, a cambiare” e alla presenza del fattore indicativo della speranza (“Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto”), oltre a fattori che denotano un processo di cambiamento, tra i quali il fattore “Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita”, che discrimina significativamente questo gruppo di pazienti dagli altri cinque. Il quarto fattore è stato definito “Accettazione” ed è costituito da due pazienti che hanno svolto in media 39 sedute; queste pazienti indicano nell’accettazione di propri aspetti precedentemente rifiutati il principale fattore terapeutico e questo per di più le distingue significativamente dagli altri gruppi; inoltre, evidenziano l’importanza dell’accettazione dei limiti altrui e della realtà. Ancora, si distinguono significativamente per il risalto dato all'acquisita consapevolezza di come gli altri possano interpretare la realtà in modo diverso da loro; grande importanza, nell’insieme, viene data alle variabili relazionali (senso di sicurezza; accettazione e rispetto; rapporto positivo e di fiducia). Il quinto fattore comprende un solo paziente maschio ed è stato denominato “Bravo io!” per il risalto attribuito alla motivazione a stare meglio e alle proprie capacità personali, fattore quest’ultimo a cui ha assegnato significativamente maggiore importanza rispetto agli altri gruppi di pazienti. Il sesto e ultimo fattore è costituito da una sola paziente che evidenza le capacità proprie e quelle del terapeuta come principali fattori terapeutici, guadagnandosi così il titolo di “Bravi noi!”. Discussione Questa ricerca presenta risultati da considerarsi preliminari, in quanto relativi a psicoterapie condotte da un unico psicoterapeuta e su di un campione piuttosto ridotto. I risultati presentati, per ovvi motivi, non sono affatto generalizzabili, ma sono relativi all'incontro tra uno specifico terapeuta e uno specifico gruppo di pazienti. Con un terapeuta diverso e/o con un gruppo diverso di pazienti, i fattori terapeutici percepiti come efficaci sarebbero stati differenti. D'altronde, è proprio questo che lo strumento impiegato e la metodologia del Q-Sort Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 137
Alessio Mini, Sara Rosi consentono: indagare le specifiche valutazioni di uno o più pazienti rispetto ai fattori terapeutici nell'incontro con uno o più terapeuti, senza smarrire gli aspetti idiosincratici alla singola diade terapeutica. Il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), in associazione alla metodologia Q, si dimostra uno strumento particolarmente idoneo all'indagine dei fattori terapeutici secondo il punto di vista degli utenti. La metodologia Q ha trovato ampia applicazione oltre che nella valutazione dei fattori terapeutici attivi nella psicoterapia di gruppo (Yalom et al. 1968, Yalom e Leszcz 2005), nella valutazione del processo terapeutico attraverso lo Psychotherapy Process Q-set (PSQ; Ablon et al. 2011, Colli e Gazzillo 2006, Jones 2000, Lingiardi et al. 2015, Sirigatti 2004) e le sue applicazioni all'infanzia con il Child Psychotherapy Q-Set (CPQ; Schneider 2004, Schneider et al. 2010) e all'adolescenza con l'Adolescent Psychotherapy Q-Set (APQ; Bambery et al. 2007, Di Lorenzo et al. 2014). Per quanto sia il PSQ che il QFST utilizzino la metodologia Q per valutare processi implicati nella psicoterapia, si tratta, tuttavia, di modalità valutative molto diverse tra loro. Il PQS permette la valutazione del grado di presenza di determinati comportamenti (del terapeuta, del paziente e interattivi) all'interno della registrazione di una seduta di terapia; in modo simile a quanto viene fatto con la Collaborative Interaction Scale (CIS), che è un sistema di valutazione della rottura e della riparazione dell'alleanza terapeutica in psicoterapia, eseguita sulla trascrizione della seduta (Colli e Lingiardi 2009). Il QSFT richiede la valutazione dei fattori terapeutici che soggettivamente si ritiene siano stati più o meno dominanti nel percorso terapeutico effettuato (sia esso parziale o completo). I risultati della presente ricerca ci dicono che i fattori terapeutici mediamente più gettonati dall'intero campione sono stati (nell'ordine): il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal sostegno del terapeuta; la capacità professionale del terapeuta; sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso; aprirmi e sfogarmi con il terapeuta parlando di me e dei miei problemi; la mia motivazione a stare meglio, a cambiare. L'utilizzo della metodologia Q permette, inoltre, di distinguere popolazioni di punti di vista diverse rispetto ai fattori terapeutici ritenuti più rilevanti nella psicoterapia. Queste diversità, che vengono oscurate dal nomotetico dato medio, ci veicolano gli aspetti idiografici della psicoterapia. Tali aspetti sono evidenziati nella distinzione di ben sei gruppi diversi tra loro per l'importanza relativa attribuita ai diversi fattori terapeutici. Uno di questi gruppi, il più consistente, attribuisce il miglioramento alla autostima, alla consapevolezza e alla liberazione; il secondo, alla comprensione seguendo le indicazioni del terapeuta; il terzo, alla motivazione e alla speranza nel cambiamento; il quarto, alla accettazione di aspetti di sé e della realtà; il quinto ai propri meriti; l'ultimo, alle capacità proprie e del terapeuta. Questo dato, ottenuto con l’applicazione di un metodo statistico sofisticato quale la metodologia Q, ci ricorda quanto la psicoterapia sia indubbiamente anche un’arte; un’arte che richiede al terapeuta di adattarsi alle specifiche esigenze e necessità del singolo paziente, di ritagliare (tailoring) la psicoterapia in base alle preferenze, alle caratteristiche e ai bisogni del paziente (Beutler et al. 2016, Norcross 2011, Owen e Hilsenroth 2014). A questo riguardo, rivestono una certa importanza le recenti ricerche sulla sincronia in psicoterapia (Koole e 138 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale Tschacher 2016). Un elenco di fattori terapeutici come il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), in associazione alla metodologia Q, potrebbe rivelarsi utile in applicazioni di tipo diverso. Attraverso di esso, si potrebbe ad esempio valutare quali fattori terapeutici siano evidenziati come più importanti da pazienti in trattamenti psicoterapeutici con orientamenti differenti tra loro. Si potrebbe indagare il grado di concordanza nella valutazione dei pazienti in terapia con terapeuti diversi appartenenti ad uno stesso orientamento. Si potrebbe valutare quali fattori terapeutici siano ritenuti importanti da pazienti con diagnosi cliniche differenti. Si potrebbero valutare le diversità e concordanze nella scelta dei fattori terapeutici da parte di pazienti con la medesima diagnosi. Si potrebbe utilizzare questa metodica, al termine di un percorso psicoterapeutico, per operare un confronto tra i fattori terapeutici ritenuti più rilevanti dal paziente e quelli ritenuti più rilevanti dal terapeuta. Un'altra possibile applicazione potrebbe consistere nell'utilizzo del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) per indirizzare il corso della psicoterapia: si potrebbe ad esempio chiedere ai pazienti: “Quali tra i fattori seguenti sente che potrebbero aiutarla maggiormente nel superare i suoi problemi?”. Si potrebbe operare un confronto tra le aspettative del paziente nella fase iniziale della terapia e quali fattori, di fatto, si siano alla fine dimostrati più utili nel determinare il cambiamento terapeutico. Ancora, si potrebbe utilizzare il QSFT con pazienti che non abbiano avuto un successo terapeutico, per chiedere loro quali fattori terapeutici avrebbero dovuto essere attivati nel corso della terapia. Riassunto Parole chiave: psicoterapia, fattori terapeutici, percezione dei pazienti, Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), metodologia Q Scopo di questo studio è valutare quali fattori terapeutici risultino più utili per il miglioramento nella psicoterapia individuale, secondo la percezione degli utenti di un servizio pubblico. Ventitre pazienti sono stati intervistati e hanno compilato il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT): una lista di 50 fattori terapeutici da ordinare dal più utile al meno utile, seguendo la metodologia Q. Nelle risposte al Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) si sono distinti i seguenti fattori: il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal sostegno del terapeuta, la capacità professionale del terapeuta, e sviluppare una maggiore stima e considerazione di me stesso. L'analisi fattoriale Q ha consentito l'identificazione di sei sottogruppi di pazienti sulla base del grado di importanza attribuito ai diversi fattori. La metodologia Q consente così di cogliere gli aspetti idiografici della psicoterapia. Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4 139
Alessio Mini, Sara Rosi THE THERAPEUTIC FACTORS Q-SET (TFQS): A PANTHEORETICAL EXPLORATORY TOOL FOR PATIENTS' EVALUATION OF THERAPEUTIC FACTORS IN INDIVIDUAL PSYCHOTHERAPY Abstract Key words: psychotherapy, therapeutic factors, patients' evaluation, Therapeutic Factors Q-Set (TFQS), Q methodology This research was aimed to investigate how public service patients, having a positive experience of their psychotherapy, evaluated different therapeutic factors. Twenty-three patients have been interviewed and administered the Therapeutic Factors Q-Set (TFQS): a list of 50 therapeutic factors to order from the most useful to the less useful, according to Q methodology. The following factors prevailed in the Therapeutic Factors Q-Set (TFQS): the sense of security conveyed by psychotherapist's help and support, psychotherapist's professional capability, and developing more self-esteem and regard for myself. Q factor analysis led to six subgroups of patients with respect to the value given to the different factors. Q methodology allows to catch the psychotherapy's idiosyncratic features. Bibliografia Ablon JS, Levy RA, Smith-Hansen L (2011). The contributions of the Psychotherapy Process Q-set to Psychotherapy Research. Research in Psychotherapy: Psychopathology, Process and Outcome 14, 1, 14-48. American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). American Psychiatric Publishing, Arlington, VA. Tr. it. DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014. American Psychological Association (2006). Evidence-Based Practice in Psychology. American Psychologist 61, 1, 271-285. Bambery M, Porcerelli JH, Ablon JS (2007). Measuring psychotherapy process with the adolescent psychotherapy Q-set (APQ): Development and applications for training. Psychotherapy: Theory, Research, Practice, Training 44, 4, 405-422. Beutler LE, Someah K, Kimpara S, Miller K (2016). Selecting the most appropriate treatment for each patient. International Journal of Clinical and Health Psychology 16, 1, 99-108. Block J (1978). The Q-sort method. Consulting Psychologists Press, Palo Alto, CA. Brown SR (1980). Political subjectivity: Applications of Q methodology in political science. Yale University Press, New Haven, CT. Brown SR (1993). A primer on Q methodology. Operant Subjectivity 16, 3/4, 91-138. Brown SR (1996). Q methodology and qualitative research. Qualitative Health Research 6, 4, 561-567. Colli A, Gazzillo F (2006). Due strumenti per la valutazione del processo terapeutico: le Analytic Process Scales e lo Psychotherapy Process Q-set. In N Dazzi, V Lingiardi e A Colli (a cura di) La ricerca in psicoterapia. Modelli e strumenti, pp. 677-689. Raffaello Cortina Editore, Milano. Colli A, Lingiardi V (2009). The Collaborative Interactions Scale: A new transcript-based method for the assessment of therapeutic alliance ruptures and resolutions in psychotherapy. Psychotherapy Research 19, 6, 718-734. Di Lorenzo M, Maggiolini A, Suigo V (2014). La psicoterapia evolutiva dell’adolescente. Uno studio italiano con l’Adolescent Psychotherapy Q Set. Psichiatria e Psicoterapia 33, 4, 343-365. Duncan BL, Miller SD (2000). The Client’s Theory of Change: Consulting the client in the integrative process. Journal of Psychotherapy Integration 10, 2, 169-187. Duncan BL, Moynihan DW (1994). Applying outcome research: intentional utilization of the client's frame of reference. Psychotherapy 31, 2, 294-301. 140 Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
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