IL Q-SET SUI FATTORI TERAPEUTICI (QSFT): UNO STRUMENTO ESPLORATIVO PANTEORICO PER LA VALUTAZIONE DA PARTE DEI PAZIENTI DEI FATTORI TERAPEUTICI ...

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Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4, 125-142

                    IL Q-SET SUI FATTORI TERAPEUTICI (QSFT):
                   UNO STRUMENTO ESPLORATIVO PANTEORICO
                   PER LA VALUTAZIONE DA PARTE DEI PAZIENTI
           DEI FATTORI TERAPEUTICI NELLA PSICOTERAPIA INDIVIDUALE

                                       Alessio Mini, Sara Rosi

    La ricerca è concorde nel dimostrare l’efficacia della psicoterapia (Lambert 2013a,b; Lambert
e Bergin 1994; Lambert e Ogles 2004; Lipsey e Wilson 1993; Shedler 2010; Smith e Glass 1977;
Smith et al. 1980).
    Un vasto ambito di studio e ricerca riguarda i fattori terapeutici attivi nella psicoterapia: esso
consiste nell'indagare quali ingredienti, quali componenti di una psicoterapia ne determinino
l’efficacia (Lambert 1992, Lambert e Ogles 2004, Norcross e Lambert 2011, Wampold 2001).
    Particolarmente interessante a riguardo è la rassegna di Grencavage e Norcross (1990):
sulla base di 50 fonti pubblicate sui fattori terapeutici, gli autori hanno selezionato 35 fattori
citati da almeno il 10% degli articoli e li hanno suddivisi in cinque categorie sovraordinate:
1) caratteristiche del cliente (aspettative positive/speranza o fiducia; paziente in una situazione
di sofferenza; paziente che ricerca attivamente aiuto); 2) qualità del terapeuta (raffigurazione
generale positiva; coltiva la speranza/aumenta le aspettative; calore/considerazione positiva;
comprensione empatica; terapeuta socialmente riconosciuto; accettazione); 3) processi di
cambiamento (opportunità di catarsi/sfogo; acquisizione e pratica di nuovi comportamenti; fornire
un razionale; favorire l'insight/consapevolezza; apprendimento emozionale e interpersonale;
presenza di feedback/test di realtà; suggestione; successo ed esperienze di controllo; persuasione;
effetto placebo; identificazione con il terapeuta; gestione delle contingenze; riduzione della
tensione; modellamento del terapeuta; desensibilizzazione; educazione/informazioni); 4) struttura
del trattamento (uso di tecniche/rituali; focus sul mondo interno del paziente ed esplorazione
di nodi emotivi; aderenza alla teoria; un setting curativo; presenza di partecipanti/interazione;
comunicazione verbale e non-verbale; spiegazione della terapia e dei ruoli dei partecipanti); 5)
elementi della relazione (sviluppo di alleanza/relazione; impegno; transfert).
    Esistono diverse altre suddivisioni dei fattori terapeutici, alcune delle quali sono state
recentemente elencate da Tschacher e Pfammatter (2016).
    Nell’indagine sui fattori terapeutici le prospettive da cui avvengono le valutazioni possono
essere diverse: quella del terapeuta, quella del paziente, quella di un giudice esterno (Najavits e
Strupp 1994).
    La pratica basata sull'evidenza in psicologia (Evidence-Based Practice in Psychology,
EBPP) è “l'integrazione della migliore ricerca disponibile con l'esperienza clinica, tenuto conto
delle caratteristiche, della cultura e delle preferenze del paziente” (American Psychological
Sottomesso Settembre 2016, accettato Dicembre 2016

© Giovanni Fioriti Editore s.r.l.                                                                125
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Association 2006).
    Questa definizione di pratica basata sull'evidenza in psicologia prende spunto dalla
definizione di assistenza sanitaria di qualità dell’Institute of Medicine (2001) “la pratica basata
sull’evidenza è l’integrazione delle migliori evidenze derivate dalla ricerca con l'esperienza
clinica e i valori del paziente”; con l’espressione “valori del paziente”, si fa riferimento alle
“precipue preferenze, preoccupazioni e attese che ogni paziente porta in seduta e che debbono
essere integrate nelle decisioni cliniche, se utili al paziente stesso”.
    Si comprende pertanto quale rilievo assuma l'opinione del paziente in merito alla psicoterapia
e ai fattori che la rendono efficace (Duncan e Miller 2000, Duncan e Moynihan 1994, Gershefski
et al. 1996, Miller et al. 1997, Robinson 2009).
    Yalom et al. (1968) indagarono i fattori terapeutici secondo l’opinione di venti pazienti che
avevano partecipato a (o stavano per terminare) una terapia di gruppo per almeno otto mesi:
l’indagine venne condotta attraverso la tecnica del Q-sort, con la richiesta di collocare in ordine
di importanza un elenco di 60 fattori terapeutici appartenenti a 12 categorie (altruismo, coesione
di gruppo, universalità, apprendimento interpersonale – condizioni iniziali, apprendimento
interpersonale – esiti, guida, catarsi, identificazione, rivivere l’esperienza della famiglia,
comprensione di sé, infondere speranza, fattori esistenziali). Le voci considerate più utili dai
pazienti furono nell’ordine: scoprire e accettare lati di me precedentemente sconosciuti o
inaccettabili; essere capace di dire ciò che m’infastidiva, invece di tenermelo dentro; gli altri
membri del gruppo mi dicono sinceramente quello che pensano di me.
    I risultati del Temple Study sulla psicoterapia individuale hanno mostrato come i pazienti che
avevano ottenuto risultati positivi ritenessero “estremamente importanti” o “molto importanti”
i seguenti fattori terapeutici: la personalità del dottore; l’aiuto che ha fornito nel comprendere il
proprio problema; l’incoraggiamento nel far fronte gradualmente alle cose che creano problemi;
avere la possibilità di parlare con una persona comprensiva; l’aiuto nel comprendere se stessi
(Sloane et al. 1975).
    Un’imponente ricerca sulla percezione che hanno i pazienti riguardo ai risultati dei loro
trattamenti è stata condotta da Fava et al. (2000).
    L’indagine è stata svolta su un campione di 216 pazienti in terapia formalizzata (trattati cioè in
un setting specifico) e 223 pazienti in psicoterapia non formalizzata (in trattamento psichiatrico
con sostegno psicologico) presso Centri di Salute Mentale della Lombardia, attraverso questionari
autosomministrati.
    Un quesito andava ad indagare direttamente quale fosse la percezione dei fattori terapeutici
da parte dei pazienti che potevano scegliere tre risposte in un’ampia matrice di fattori di aiuto
percepito all’interno della terapia. I pazienti in terapia formalizzata indicarono i seguenti fattori:
essere stato aiutato a capire meglio me stesso e la natura dei miei problemi (24,5%); avere
qualcuno capace di ascoltarmi e capirmi (12,5%); essere stato aiutato ad avere maggiore stima e
considerazione di me stesso (11,2%). I pazienti in terapia non formalizzata indicarono nell’ordine
i seguenti: avere qualcuno capace di ascoltarmi e capirmi (16,1%); essere stato aiutato a capire
meglio me stesso e la natura dei miei problemi (14,7%); avere ricevuto direttive, buoni consigli
e indicazioni (10,6%).
    L’efficacia psicoterapeutica è la risultante di una buona relazione terapeuta-paziente, della

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Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

personalità del primo, delle caratteristiche del secondo e del sapiente impiego di tecniche e
strumenti sulla base delle necessità e dei bisogni di ciascun singolo individuo (Norcross 2011);
con il presente studio ci proponiamo di illustrare uno strumento per la valutazione di come gli
utenti considerino e valutino questi complessi processi.
    E' stato costruito uno strumento comprensivo di cinquanta fattori terapeutici ed è stato
richiesto ai pazienti in psicoterapia presso un servizio pubblico di disporli in ordine di importanza
relativa, attraverso la metodologia del Q-sort (Block 1978; Brown 1980, 1993, 1996; Stephenson
1953; Watts e Stenner 2005).

Metodo
Soggetti
    Alcuni pazienti che avevano concluso la psicoterapia individuale (o che si trovavano in
una fase molto avanzata della psicoterapia) con uno psicologo-psicoterapeuta (il primo autore)
operante presso la Salute Mentale Adulti dell'Azienda USL 6 Livorno, sono stati incontrati da
una psicologa (il secondo autore), che ha condotto un’intervista e ha somministrato il Q-Set sui
Fattori Terapeutici (QSFT).
    Alla ricerca hanno partecipato, dopo aver firmato una lettera di consenso, 23 soggetti, con
un’età media di 38,68 anni (range: 22,75-60,58; DS = 8,34), di cui 19 femmine e 4 maschi.
Seguendo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (quinta edizione;
DSM-5; American Psychiatric Association 2013) per 13 pazienti era diagnosticabile un Disturbo
dell’Umore, per 8 di essi un Disturbo d’Ansia, un paziente soddisfaceva i criteri per il Disturbo
Schizoaffettivo e uno aveva un Disturbo di Personalità Borderline. Per 16 pazienti la psicoterapia
era conclusa, mentre per i rimanenti 7 era in corso, se pure in fase molto avanzata. Chi aveva
concluso la terapia partecipava all’intervista ad una distanza media di 7,13 mesi (range: 0-17;
DS = 5,04) dal termine della psicoterapia; per coloro la cui terapia era ancora in corso l’intervista
è avvenuta ad una distanza media dall’ultimo incontro di 7,57 giorni (range: 0-14; DS = 5,50).
Dodici utenti avevano seguito in concomitanza con la psicoterapia una cura psicofarmacologica.
Il numero medio di sedute di psicoterapia per paziente era di 23,04 (range: 4-61; DS = 17,61),
per una durata media del trattamento di 14,39 mesi (range: 3-39; DS = 10,38).
    I pazienti verranno contrassegnati con la sigla “P” seguita dal numero corrispondente
all’ordine nel quale sono stati intervistati (“P1”, “P2”, “P3”, …,“P23”).

Metodologia Q
    La metodologia Q consente lo studio sistematico della soggettività, del punto di vista,
dell’opinione di un campione di persone. In un tipico studio svolto secondo la metodologia
Q si presenta a dei soggetti (P-set) un insieme di frasi relative ad un argomento (Q-set), con
la richiesta di ordinare le frasi secondo il loro personale punto di vista, in accordo con le loro
preferenze, seguendo una distribuzione quasi normale (Q-sorting).
    Le valutazioni individuali (o punti di vista) vengono successivamente sottoposte ad analisi

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fattoriale. La correlazione tra diversi profili personali indica punti di vista tra loro simili, o
segmenti di soggettività esistenti (Brown 1993). La metodologia Q, diversamente dalla analisi
fattoriale convenzionale (R), non richiede un gran numero di soggetti (Watts e Stenner 2005); i
risultati di uno studio con la metodologia Q sono differenti soggettività che risultano operative
rispetto ad una tematica (e la misura in cui queste sono simili o dissimili tra loro), non la
percentuale del campione (o della popolazione) che aderisce ad esse.

Il Q-Set
    È stato costruito uno strumento esplorativo panteorico, volto a consentire la valutazione da
parte dei pazienti dei fattori terapeutici nella psicoterapia individuale, quale che sia la teoria di
riferimento dello psicoterapeuta.
    Questo strumento contiene un numero di elementi potenzialmente terapeutici sufficientemente
ampio, differenziato e transteorico, tale da poter rappresentare sia i diversi modelli di
psicoterapia sia le diverse necessità dei singoli pazienti. Un certo grado di astrazione nella
formulazione dei fattori consente infatti che questi rappresentino diversi approcci terapeutici
(terapia centrata sul cliente, teoria dell'attaccamento, terapia psicodinamica, terapia cognitivo
comportamentale, terapia sistemica, gestalt ecc.); per fare un esempio, relativamente al fattore
terapeutico “Conoscere e comprendere meglio me stesso”, poco importa che un tale incremento
della conoscenza di sé derivi dalla rivisitazione di un sogno, da una interpretazione di transfert,
dal recupero di un ricordo in stato di ipnosi, dalla attuazione di un comportamento sino ad allora
evitato, dal rendicontare certe esperienze su un diario di bordo, da un insight insorto durante
la tecnica della sedia vuota. Uno strumento come questo deve inoltre essere sufficientemente
chiaro e non richiedere conoscenze specialistiche, deve cioè essere alla portata di un paziente,
che potrebbe avere difficoltà nel cogliere il significato di fattori quali: suggestione, persuasione,
effetto placebo, catarsi, insight, mentalizzazione, ristrutturazone cognitiva, esperienza emozionale
correttiva, gestione delle contingenze, desensibilizzazione, aderenza alla teoria (Grencavage e
Norcross 1990, Tschacher et al. 2014).
    La considerazione di questi aspetti, integrata alla analisi della letteratura sull’argomento,
e all’esperienza clinica degli autori, ha portato alla formulazione di un elenco di 50 potenziali
fattori terapeutici, a cui è stato dato il nome di Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) (tabella 1).

Procedura
    Il primo autore ha contattato telefonicamente alcuni pazienti adulti che aveva avuto (o aveva
ancora) in trattamento psicoterapeutico nel servizio pubblico, con risultati che riteneva essere
stati positivi. Lo psicoterapeuta è uno psicologo clinico che ha avuto una formazione di tipo
cognitivo-costruttivista.
    Nel corso della telefonata veniva richiesta al paziente la disponibilità ad essere nuovamente
contattato da una psicologa per partecipare ad un’intervista relativa alla sua esperienza con la
psicoterapia.
    Al momento dell'incontro, ottenuta l’autorizzazione al trattamento dei dati personali e alla

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Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

Tabella 1. I 50 fattori del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT). In neretto sono riportate le
categorie (e in corsivo le sottocategorie) alle quali i fattori appartengono

                            Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT)
 Caratteristiche della relazione terapeutica
  1. Il rapporto positivo, di fiducia, che ho instaurato con il terapeuta
  2. Il senso di sicurezza datomi dall’aiuto e dal sostegno del terapeuta
  3. L’accordo e l’impegno comune e coordinato mio e del terapeuta
  4. L’attenzione, l’interesse e l’ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti
  5. Sentire l’accettazione ed il rispetto del terapeuta per il mio modo di essere
  6. L’affinità caratteriale mia e del terapeuta
 Caratteristiche del terapeuta
  7. La personalità, il modo di essere del terapeuta
  8. La flessibilità e l’apertura mentale del terapeuta
  9. La capacità professionale del terapeuta
 Caratteristiche del cliente
  10. Le mie capacità personali
  11. Il mio impegno nella terapia
  12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare
  13. Il mio desiderio di capire e di comprendere
 Speranza
   14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto
 Tecnica terapeutica e processi di cambiamento
   Catarsi
   15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi
   Guida
   16. Seguire i consigli e i compiti dati dal terapeuta
   17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta
   Comprensione di sé
   18. Conoscere e comprendere meglio me stesso
   19. Capire come mi relaziono agli altri
   20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei sintomi, sentimenti,
   pensieri e azioni
   21. Riesaminare la mia storia di vita, prendendo coscienza di come il mio passato influenzi il mio
   presente
   22. Prendere coscienza di come reagisco a persone o situazioni in base alla mia interpretazione
   dei fatti
   23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade
   Accettazione di sé, dei limiti e della realtà
   24. Imparare ad accettare lati di me che non accettavo ed a volermi bene per come sono
   25. Riconoscere e accettare la realtà, rinunciando a pretese impossibili
   26. Imparare ad accettare i limiti delle persone che mi circondano
   Apprendimenti comportamentali
   27. Apprendere modi nuovi e diversi di comportarmi
   28. Imparare a gestire e controllare i sintomi

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Alessio Mini, Sara Rosi

Tabella 1. Continua

      29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni
      30. Imparare a controllare gli impulsi e/o l’aggressività
      31. Imparare a dire quello che preferisco e desidero
      32. Correggere alcuni miei difetti
      33. Imparare ad adattarmi a determinate situazioni
      Apprendimenti cognitivi
      34. Riuscire a vedere le cose in modo diverso, secondo nuovi punti di vista
      35. Mettere in discussione e correggere alcune mie idee e convinzioni disadattive
      36. Rendermi conto che gli altri hanno un loro personale modo di interpretare la realtà diverso
      dal mio
      Apprendimenti emozionali
      37. Imparare ad attenuare emozioni debilitanti (senso di colpa, vergogna, ecc.)
      38. Imparare a riconoscere e accettare le mie emozioni
      39. Imparare ad esprimere e seguire le mie emozioni
      Apprendimenti interpersonali
      40. Imparare a capire meglio gli altri
      41. Apprendere un modo più funzionale di rapportarmi e di comunicare con gli altri
      42. Imparare ad avere maggiore fiducia nelle altre persone ed a contare su di loro
      43. Imparare a sviluppare rapporti basati sul reciproco rispetto
      Apprendimenti di crescita personale
      44. Riuscire a sviluppare le mie potenzialità e capacità
      45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso
      46. Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita
      47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza
      48. Imparare a giudicarmi di meno e a pretendere di meno da me stesso
      49. Preoccuparmi di meno delle aspettative che gli altri hanno verso di me
      50. Capire che sono nelle stesse condizioni di altri

registrazione audio, aveva inizio una prima intervista strutturata nella quale erano raccolte
informazioni sulla storia clinica del paziente ed erano poste le seguenti domande di particolare
rilievo per la ricerca in oggetto:
   1) “Come si è sentito al termine della psicoterapia rispetto a quando l’ha iniziata?”; a questa
       domanda era possibile rispondere lungo una scala da 1 a 9 punti, dove 1 corrispondeva a
       “decisamente molto peggio” e 9 a “decisamente molto meglio”, con media 5, pari a “nello
       stesso modo”.
   2) “Quanto è stato aiutato dalla psicoterapia?”; seguiva una scala di valutazione da 1 a 9, dove
       1 corrispondeva a “ha fatto andare le cose decisamente molto peggio”, 9 corrispondente a
       “ha fatto andare le cose decisamente molto meglio” e il punteggio medio di 5, pari a “ha
       fatto andare le cose nello stesso modo”.
    Faceva seguito una intervista semi-strutturata sull'esperienza terapeutica del paziente, i cui
esiti non vengono trattati in questa sede.
   A seguito dell’intervista aveva inizio la procedura del Q-sort. Il Q-Set sui Fattori Terapeutici
(QSFT) veniva somministrato sotto forma di 50 cartoncini ciascuno contenente una singola frase

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Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

del Q-set. Al soggetto, che doveva tenere presente lo scopo di rispondere alla domanda: “In che
misura ritiene che la situazione descritta nel cartoncino sia stata utile per il raggiungimento del
suo miglioramento terapeutico?”, era richiesto di leggere tutte le frasi e di distribuirle in tre pile:
fattori ritenuti utili, neutri e non utili per sé. Il numero e il tipo di frasi in ciascuna pila venivano
registrati dall’intervistatore. Poi al soggetto veniva chiesto di ordinare le frasi, in base al proprio
punto di vista, su un foglio di risposta preordinato, lungo un continuum che andava dall’estremo
“il più utile per me” a “il meno utile per me” e in mezzo una distribuzione di tipo quasi-normale
(figura 1).

Figura 1. Rappresentazione grafica del tabellone con le 50 caselle lungo le quali venivano
disposti i cartoncini contenenti le frasi del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT)
 Il meno                                        Medio                                      Il più utile
 utile per                                                                                   per me
    me
     -4         -3         -2         -1           0          +1         +2        +3           4

Descrizione e analisi dei dati
    L’analisi dei dati è stata svolta utilizzando il programma SPSS 11.0 e il programma PQMethod
- 2.11 (Schmolck 2002).
    Sono state calcolate e riportate medie (M) e deviazioni standard (DS).
    I confronti tra gruppi entro i soggetti (within subjects) e tra i soggetti (between subjects)
sono stati eseguiti con la statistica del t test. I confronti between subjects sono preceduti dal test
di Levene per l’uguaglianza della varianza: in caso di significatività di questa statistica, il t test
che segue non assume l’uguaglianza della varianza tra i test; se il test di Levene non ottiene la
significatività, il t test successivo assume l’uguaglianza della varianza tra i dati. Il test di Levine
viene riportato solo se significativo.
    Una Analisi della Varianza (ANOVA) ad una via con il fattore within subjects “Utilità” a tre
livelli (Utili, Neutri, Non Utili) è stata eseguita per valutare le eventuali differenze nella prima
distribuzione dei 50 fattori terapeutici del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) tra le tre pile a
cui i livelli del fattore “Utilità” corrispondono.

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    Assieme all'Analisi della Varianza suddetta viene calcolata e riportata la statistica epsilon (ε)
di Greenhouse-Geisser per la stima della sfericità.
    Le analisi fin qui descritte sono state condotte con il programma SPSS 11.00; quelle illustrate
di seguito, con il programma PQMethod-2.11.
    Sul Q-set sui Fattori Terapeutici (QSFT) sono stati calcolati il punteggio di ciascun fattore
terapeutico per ogni singolo paziente e il punteggio medio trasformato in punti z di ciascun
fattore terapeutico per l’intero campione di soggetti.
    È stata eseguita un'analisi fattoriale attraverso il metodo delle Componenti Principali; i fattori
così derivati, con un autovalore (eigenvalue) superiore a 1,00, sono risultati pari ad un numero di
otto (eigenvalue tra 6,74 e 1,02). I fattori ottenuti sono stati successivamente ruotati utilizzando
la rotazione Varimax. Si è poi proceduto a valutare il numero di fattori più adatto a spiegare i
risultati, trovando in quella a sei fattori la soluzione più efficace.
    I pazienti sono stati assegnati ai diversi fattori sulla base delle saturazioni fattoriali ottenute,
considerando significative (p < 0,001) saturazioni superiori a 0,46. Due pazienti non sono stati
attribuiti ad alcuno dei sei fattori in quanto riportavano al contempo saturazioni elevate in due
diversi fattori (P2 e P6); un terzo paziente (P15) non ha trovato una sua collocazione in quanto
non saturava significativamente in alcun fattore.
    Per ciascuno dei sei gruppi ottenuti, il programma PQMethod-2.11 riporta i singoli fattori
terapeutici in ordine di importanza e indica quali fattori sono valutati in modo significativamente
diverso rispetto a ciascuno degli altri gruppi (caratteristiche distintive).

Risultati
Intervista strutturata
    La valutazione del grado di miglioramento al termine della psicoterapia (risposta alla
domanda: “Come si è sentito al termine della psicoterapia rispetto a quando l’ha iniziata?”) è
stata di 7,57 punti (range: 6-9; DS = 0,84) su di una scala da 1 a 9.
    Confrontando rispetto a questo dato i pazienti che seguivano una concomitante cura farmacologia
(M = 7,58; DS = 1,08) con quelli che non assumevano psicofarmaci (M = 7,55; DS = 0,52), non si
rilevano differenze significative (Test di Levene: F = 10,85; p = 0,003; t(16,14) = 0,11; p = 0,92).
    Coloro che hanno terminato la psicoterapia (M = 7,63; DS = 0,89) non valutano diversamente
il miglioramento al termine della psicoterapia (t(21) = 0,51; p = 0,62) da coloro la cui terapia è
in corso (M = 7,43; DS = 0,79).
    Infine, le femmine (M = 7,63; DS = 0,90) non differiscono dai maschi (M = 7,25; DS = 0,50)
nella loro valutazione del miglioramento (t(21) = 0,82; p = 0,42).
    La valutazione della utilità della psicoterapia ai fini del miglioramento (risposta alla domanda:
“Quanto è stato aiutato dalla psicoterapia?”) è stata di 7,30 punti (range: 6-9; DS = 0,97) su di
una scala da 1 a 9.
    Confrontando rispetto a questo dato i pazienti che seguivano una concomitante cura
farmacologia (M = 7,50; DS = 1,17) con quelli che non assumevano psicofarmaci (M = 7,09;
DS = 0,70), non si rilevano differenze significative (Test di Levene: F = 5,89; p = 0,02; t(18,24)

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Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

= 1.03; p = 0,32).
    Coloro che hanno terminato la psicoterapia (M = 7,31; DS = 1,01) non valutano diversamente
l’utilità della psicoterapia (t(21) = 0,06; p = 0,95) da coloro la cui terapia è in corso (M = 7,29; DS
= 0,95).
    Infine, le femmine (M = 7,37; DS = 1,01) non differiscono dai maschi (M = 7,00; DS = 0,82)
nella loro valutazione della psicoterapia (t(21) = 0,68; p = 0,50).

Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT)
    La distinzione dei fattori terapeutici contenuti nel Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) in
Utili (M = 37,61; DS = 10,27), Neutri (M = 9,83; DS = 7,10) e Non Utili (M = 2,57; DS = 4,47)
è risultata statisticamente significativa (F(2,20) = 89,45; p < 0,001; ε = 0,58). Ben il 75% dei
50 fattori terapeutici è stato ritenuto Utile; in modo significativamente diverso (t(22) = 7,80; p
< 0,001), il 20% è stato ritenuto Neutro; sia i fattori Utili (t(22) = 11,87; p < 0,001) che quelli
Neutri (t(22) = 5,86; p < 0,001) sono significativamente superiori ai fattori valutati come Non
Utili, pari ad appena il 5% dell’intero Q-set.
    Di seguito è stata calcolata la disposizione media dei fattori terapeutici (in punti-z) per l’intero
campione come raffigurato nella tabella 2: la tabella evidenzia quali siano i fattori mediamente
ritenuti più utili e quali quelli mediamente ritenuti meno utili dal nostro campione.

Tabella 2. I 50 fattori del Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT) ordinati dal più utile (1,57
punti z) al meno utile (-1,88 punti z)
 1)   2. Il senso di sicurezza datomi dall’aiuto e dal sostegno del terapeuta                    1,57
 2)   9. La capacità professionale del terapeuta                                                 1,57
 3)   45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso                             1,5
 4)   15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi                1,34
 5)   12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare                                          1,3
      20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei
 6)       sintomi, sentimenti, pensieri e azioni                                                 1,19
 7)   4. L’attenzione, l’interesse e l’ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti         1,15
 8)   1. Il rapporto positivo, di fiducia, che ho instaurato con il terapeuta                    1,07
 9)   24. Imparare ad accettare lati di me che non accettavo ed a volermi bene per come sono     1,04
10)   18. Conoscere e comprendere meglio me stesso                                               0,96
11)   17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta                               0,92
12)   28. Imparare a gestire e controllare i sintomi                                             0,69
13)   37. Imparare ad attenuare emozioni debilitanti (senso di colpa, vergogna ecc.)             0,69
14)   13. Il mio desiderio di capire e di comprendere                                            0,65
15)   39. Imparare ad esprimere e seguire le mie emozioni                                        0,65
16)   14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto                                       0,54
      21. Riesaminare la mia storia di vita, prendendo coscienza di come il mio passato
17)       influenzi il mio presente                                                              0,54
18)   5. Sentire l’accettazione ed il rispetto del terapeuta per il mio modo di essere           0,45
Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4                                                             133
Alessio Mini, Sara Rosi

Tabella 2. Continua

19)   11. Il mio impegno nella terapia                                                        0,42
20)   23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade         0,42
21)   38. Imparare a riconoscere e accettare le mie emozioni                                  0,38
22)   46. Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita                                 0,34
23)   3. L’accordo e l’impegno comune e coordinato mio e del terapeuta                        0,27
24)   34. Riuscire a vedere le cose in modo diverso, secondo nuovi punti di vista             0,27
25)   16. Seguire i consigli e i compiti dati dal terapeuta                                   0,23
26)   44. Riuscire a sviluppare le mie potenzialità e capacità                                0,23
27)   47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza                                         0,23
28)   35. Mettere in discussione e correggere alcune mie idee e convinzioni disadattive       0,19
29)   29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni                                        0,11
30)   8. La flessibilità e l’apertura mentale del terapeuta                                   0
31)   7. La personalità, il modo di essere del terapeuta                                      -0,08
32)   27. Apprendere modi nuovi e diversi di comportarmi                                      -0,19
33)   48. Imparare a giudicarmi di meno e a pretendere di meno da me stesso                   -0,31
34)   31. Imparare a dire quello che preferisco e desidero                                    -0,54
35)   33. Imparare ad adattarmi a determinate situazioni                                      -0,57
36)   25. Riconoscere e accettare la realtà, rinunciando a pretese impossibili                -0,73
37)   32. Correggere alcuni miei difetti                                                      -0,77
38)   10. Le mie capacità personali                                                           -0,84
39)   6. L’affinità caratteriale mia e del terapeuta                                          -0,88
40)   41. Apprendere un modo più funzionale di rapportarmi e di comunicare con gli altri      -0,96
      22. Prendere coscienza di come reagisco a persone o situazioni in base alla mia         -1
41)
          interpretazione dei fatti
42)   49. Preoccuparmi di meno delle aspettative che gli altri hanno verso di me              -1
43)   30. Imparare a controllare gli impulsi e/o l’aggressività                               -1,42
44)   26. Imparare ad accettare i limiti delle persone che mi circondano                      -1,53
45)   19. Capire come mi relaziono agli altri                                                 -1,57
      36. Rendermi conto che gli altri hanno un loro personale modo di interpretare la
46)
          realtà diverso dal mio                                                              -1,57
47)   50. Capire che sono nelle stesse condizioni di altri                                    -1,61
48)   40. Imparare a capire meglio gli altri                                                  -1,73
49)   43. Imparare a sviluppare rapporti basati sul reciproco rispetto                        -1,8
50)   42. Imparare ad avere maggiore fiducia nelle altre persone ed a contare su di loro      -1,88

    L’analisi fattoriale condotta sul Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), secondo i criteri
anticipati precedentemente (si veda il paragrafo “Descrizione e analisi dei dati”), ha mostrato
l’esistenza di sei distinti fattori, che nel loro complesso spiegano il 64% della varianza.

134                                                            Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

A ciascuno dei sei fattori corrisponde un gruppo di pazienti (che in due casi si compone di
singole unità), che si caratterizza e differenzia dagli altri per il grado di importanza attribuito ai
diversi fattori terapeutici. Nella tabella 3 sono riportate nel dettaglio le caratteristiche di questi
sei distinti gruppi.

Tabella 3. I sei sottogruppi (Fattori) ottenuti attraverso l'analisi fattoriale Q, con l'indicazione
dei fattori terapeutici ritenuti più importanti da ciascuno di essi

Fattore 1 – Autostima, consapevolezza e liberazione                                              Punti
8 pazienti (6 F, 2 M) / età: 36,63 / sedute: 25,75 / mesi: 16,25 – (P5 – P8 – P14 – P16           -z
– P17 – P21 – P22 – P23)
  45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso                                 2,15
  39. Imparare ad esprimere e seguire le mie emozioni                                            1,39
   9. La capacità professionale del terapeuta                                                    1,24
  18. Conoscere e comprendere meglio me stesso                                                   1,13
  29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni                                               1,08
  20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei
      sintomi, sentimenti, pensieri e azioni                                                     1,06

Fattore 2 – Comprendere seguendo il terapeuta
5 pazienti (4 F, 1 M) / età: 44,58 / sedute: 9,80 / mesi: 10,60 – (P7 – P10 – P11 – P12 – P20)
   2. Il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal sostegno del terapeuta                       2,05
  17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta                                   1,58
  20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei
       sintomi, sentimenti, pensieri e azioni                                                    1,53
* 13. Il mio desiderio di capire e di comprendere                                                1,49
  15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi                    1,31
   9. La capacità professionale del terapeuta                                                    1,29
  16. Seguire i consigli e i compiti dati dal terapeuta                                          1,28
   4. L'attenzione, l'interesse e l'ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti            1,17
  28. Imparare a gestire e controllare i sintomi                                                 1,11

Fattore 3 – Motivazione e speranza nel cambiamento
3 pazienti (3 F) / età: 40,31 / sedute: 25,67 / mesi: 18,33 – (P3 – P9 – P19)
  12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare                                              2,41
   4. L'attenzione, l'interesse e l'ascolto empatico del terapeuta nei miei confronti            1,79
  49. Preoccuparmi di meno delle aspettative che gli altri hanno verso di me                     1,57
  45. Sviluppare una maggior stima e considerazione di me stesso                                 1,54
* 46. Assumere un nuovo atteggiamento di fronte alla vita                                        1,39
  14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto                                           1,33
  15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi                    1,05

Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4                                                            135
Alessio Mini, Sara Rosi

Tabella 3. Continua
Fattore 4 – Accettazione                                                                                 Punti
2 pazienti (2 F) / età: 36,29 / sedute: 39,00 / mesi: 19,50 – (P1 – P4)                                   -z
* 24. Imparare ad accettare lati di me che non accettavo ed a volermi bene per come
      sono                                                                                                2,14
   2. Il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal sostegno del terapeuta                                1,87
  26. Imparare ad accettare i limiti delle persone che mi circondano                                      1,61
  25. Riconoscere e accettare la realtà, rinunciando a pretese impossibili                                1,34
* 36. Rendermi conto che gli altri hanno un loro personale modo di interpretare la
      realtà diverso dal mio                                                                              1,34
  47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza                                                         1,34
  15. Aprirmi e sfogarmi con il terapeuta, parlando di me e dei miei problemi                             1,34
   5. Sentire l'accettazione ed il rispetto del terapeuta per il mio modo di essere                       1,07
   1. Il rapporto positivo, di fiducia, che ho instaurato con il terapeuta                                1,07

Fattore 5 – “Bravo io!”
1 paziente (M) / età: 26,75 / sedute: 9 / mesi: 6 – (P18)
  12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare                                                       1,78
  23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade                         1,78
  37. Imparare ad attenuare emozioni debilitanti (senso di colpa, vergogna, ecc.)                         1,78
* 10. Le mie capacità personali                                                                           1,33
  14. Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto                                                    1,33
  20. Spiegarmi il senso di ciò che mi accade, comprendendo le cause dei miei
      sintomi, sentimenti, pensieri e azioni                                                              1,33
  29. Liberarmi da alcune limitazioni e inibizioni                                                        1,33
  50. Capire che sono nelle stesse condizioni di altri                                                    1,33

Fattore 6 – “Bravi noi!”
1 paziente (F) / età: 39,25 / sedute: 20 / mesi: 15 – (P13)
   6. L’affinità caratteriale mia e del terapeuta                                                         1,78
  11. Il mio impegno nella terapia                                                                        1,78
  47. Sviluppare maggior autonomia e indipendenza                                                         1,78
* 8. La flessibilità e l'apertura mentale del terapeuta                                                   1,33
   9. La capacità professionale del terapeuta                                                             1,33
  12. La mia motivazione a stare meglio, a cambiare                                                       1,33
  17. Le spiegazioni e le interpretazioni datemi dal terapeuta                                            1,33
  23. Prendere coscienza di come il mio comportamento influenzi ciò che mi accade                         1,33

Note. Per ciascun sottogruppo è specificato il numero dei pazienti che vi rientrano, il loro genere (F =
femmina; M = maschio), l'età media, il numero medio di sedute, il tempo medio di durata della psicoterapia,
la sigla (P1 ecc.) dei pazienti che vi sono compresi. L'asterisco (*) segnala le caratteristiche distintive: quei
fattori terapeutici che distinguono significativamente il sottogruppo in causa da tutti gli altri cinque.

136                                                                    Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4
Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

     Nel primo fattore rientrano otto pazienti che in media hanno partecipato a 25,75 sedute
ciascuno; questo gruppo è stato denominato “Autostima, consapevolezza e liberazione”, a causa
della forte rilevanza che questi pazienti attribuiscono allo sviluppo di maggiore autostima, alla
comprensione e alla espressione di sé, nonché alla liberazione da certe limitazioni e inibizioni.
     Il secondo fattore, nel quale rientrano cinque pazienti con una media di 9,80 sedute ciascuno,
è stato chiamato “Comprendere seguendo il terapeuta”, poiché vengono posti in primo piano i
temi relativi alla conoscenza di sé unitamente alla sottolineatura di un ruolo più attivo da parte
del terapeuta; i pazienti che rientrano in questo fattore danno inoltre il massimo risalto al senso
di sicurezza dato dall’aiuto e dal sostegno del terapeuta e si distinguono da tutti gli altri gruppi
di pazienti per il maggior risalto dato in modo significativo al fattore “Il mio desiderio di capire
e di comprendere”.
     Il terzo fattore comprende tre pazienti, che hanno svolto una media di 25,67 sedute ciascuno,
ed è stato denominato “Motivazione e speranza nel cambiamento”: questo nome è dovuto al
massimo risalto dato al fattore “La mia motivazione a stare meglio, a cambiare” e alla presenza
del fattore indicativo della speranza (“Sentire che la terapia mi sarebbe stata di aiuto”), oltre
a fattori che denotano un processo di cambiamento, tra i quali il fattore “Assumere un nuovo
atteggiamento di fronte alla vita”, che discrimina significativamente questo gruppo di pazienti
dagli altri cinque.
     Il quarto fattore è stato definito “Accettazione” ed è costituito da due pazienti che hanno svolto
in media 39 sedute; queste pazienti indicano nell’accettazione di propri aspetti precedentemente
rifiutati il principale fattore terapeutico e questo per di più le distingue significativamente dagli
altri gruppi; inoltre, evidenziano l’importanza dell’accettazione dei limiti altrui e della realtà.
Ancora, si distinguono significativamente per il risalto dato all'acquisita consapevolezza di come
gli altri possano interpretare la realtà in modo diverso da loro; grande importanza, nell’insieme,
viene data alle variabili relazionali (senso di sicurezza; accettazione e rispetto; rapporto positivo
e di fiducia).
     Il quinto fattore comprende un solo paziente maschio ed è stato denominato “Bravo io!”
per il risalto attribuito alla motivazione a stare meglio e alle proprie capacità personali, fattore
quest’ultimo a cui ha assegnato significativamente maggiore importanza rispetto agli altri gruppi
di pazienti.
     Il sesto e ultimo fattore è costituito da una sola paziente che evidenza le capacità proprie e
quelle del terapeuta come principali fattori terapeutici, guadagnandosi così il titolo di “Bravi
noi!”.

Discussione
     Questa ricerca presenta risultati da considerarsi preliminari, in quanto relativi a psicoterapie
condotte da un unico psicoterapeuta e su di un campione piuttosto ridotto.
     I risultati presentati, per ovvi motivi, non sono affatto generalizzabili, ma sono relativi
all'incontro tra uno specifico terapeuta e uno specifico gruppo di pazienti. Con un terapeuta diverso
e/o con un gruppo diverso di pazienti, i fattori terapeutici percepiti come efficaci sarebbero stati
differenti. D'altronde, è proprio questo che lo strumento impiegato e la metodologia del Q-Sort

Psichiatria e Psicoterapia (2016) 35, 4                                                            137
Alessio Mini, Sara Rosi

consentono: indagare le specifiche valutazioni di uno o più pazienti rispetto ai fattori terapeutici
nell'incontro con uno o più terapeuti, senza smarrire gli aspetti idiosincratici alla singola diade
terapeutica.
    Il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), in associazione alla metodologia Q, si dimostra uno
strumento particolarmente idoneo all'indagine dei fattori terapeutici secondo il punto di vista
degli utenti.
    La metodologia Q ha trovato ampia applicazione oltre che nella valutazione dei fattori
terapeutici attivi nella psicoterapia di gruppo (Yalom et al. 1968, Yalom e Leszcz 2005), nella
valutazione del processo terapeutico attraverso lo Psychotherapy Process Q-set (PSQ; Ablon
et al. 2011, Colli e Gazzillo 2006, Jones 2000, Lingiardi et al. 2015, Sirigatti 2004) e le sue
applicazioni all'infanzia con il Child Psychotherapy Q-Set (CPQ; Schneider 2004, Schneider et
al. 2010) e all'adolescenza con l'Adolescent Psychotherapy Q-Set (APQ; Bambery et al. 2007,
Di Lorenzo et al. 2014).
    Per quanto sia il PSQ che il QFST utilizzino la metodologia Q per valutare processi implicati
nella psicoterapia, si tratta, tuttavia, di modalità valutative molto diverse tra loro.
    Il PQS permette la valutazione del grado di presenza di determinati comportamenti (del
terapeuta, del paziente e interattivi) all'interno della registrazione di una seduta di terapia; in
modo simile a quanto viene fatto con la Collaborative Interaction Scale (CIS), che è un sistema
di valutazione della rottura e della riparazione dell'alleanza terapeutica in psicoterapia, eseguita
sulla trascrizione della seduta (Colli e Lingiardi 2009).
    Il QSFT richiede la valutazione dei fattori terapeutici che soggettivamente si ritiene siano
stati più o meno dominanti nel percorso terapeutico effettuato (sia esso parziale o completo).
    I risultati della presente ricerca ci dicono che i fattori terapeutici mediamente più gettonati
dall'intero campione sono stati (nell'ordine): il senso di sicurezza datomi dall'aiuto e dal
sostegno del terapeuta; la capacità professionale del terapeuta; sviluppare una maggior stima
e considerazione di me stesso; aprirmi e sfogarmi con il terapeuta parlando di me e dei miei
problemi; la mia motivazione a stare meglio, a cambiare.
    L'utilizzo della metodologia Q permette, inoltre, di distinguere popolazioni di punti di vista
diverse rispetto ai fattori terapeutici ritenuti più rilevanti nella psicoterapia. Queste diversità,
che vengono oscurate dal nomotetico dato medio, ci veicolano gli aspetti idiografici della
psicoterapia. Tali aspetti sono evidenziati nella distinzione di ben sei gruppi diversi tra loro
per l'importanza relativa attribuita ai diversi fattori terapeutici. Uno di questi gruppi, il più
consistente, attribuisce il miglioramento alla autostima, alla consapevolezza e alla liberazione;
il secondo, alla comprensione seguendo le indicazioni del terapeuta; il terzo, alla motivazione e
alla speranza nel cambiamento; il quarto, alla accettazione di aspetti di sé e della realtà; il quinto
ai propri meriti; l'ultimo, alle capacità proprie e del terapeuta.
    Questo dato, ottenuto con l’applicazione di un metodo statistico sofisticato quale la
metodologia Q, ci ricorda quanto la psicoterapia sia indubbiamente anche un’arte; un’arte che
richiede al terapeuta di adattarsi alle specifiche esigenze e necessità del singolo paziente, di
ritagliare (tailoring) la psicoterapia in base alle preferenze, alle caratteristiche e ai bisogni del
paziente (Beutler et al. 2016, Norcross 2011, Owen e Hilsenroth 2014). A questo riguardo,
rivestono una certa importanza le recenti ricerche sulla sincronia in psicoterapia (Koole e

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Fattori terapeutici nella psicoterapia individuale

Tschacher 2016).
    Un elenco di fattori terapeutici come il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT), in associazione
alla metodologia Q, potrebbe rivelarsi utile in applicazioni di tipo diverso.
    Attraverso di esso, si potrebbe ad esempio valutare quali fattori terapeutici siano evidenziati
come più importanti da pazienti in trattamenti psicoterapeutici con orientamenti differenti tra
loro.
    Si potrebbe indagare il grado di concordanza nella valutazione dei pazienti in terapia con
terapeuti diversi appartenenti ad uno stesso orientamento.
    Si potrebbe valutare quali fattori terapeutici siano ritenuti importanti da pazienti con diagnosi
cliniche differenti.
    Si potrebbero valutare le diversità e concordanze nella scelta dei fattori terapeutici da parte
di pazienti con la medesima diagnosi.
    Si potrebbe utilizzare questa metodica, al termine di un percorso psicoterapeutico, per operare
un confronto tra i fattori terapeutici ritenuti più rilevanti dal paziente e quelli ritenuti più rilevanti
dal terapeuta.
    Un'altra possibile applicazione potrebbe consistere nell'utilizzo del Q-Set sui Fattori
Terapeutici (QSFT) per indirizzare il corso della psicoterapia: si potrebbe ad esempio chiedere
ai pazienti: “Quali tra i fattori seguenti sente che potrebbero aiutarla maggiormente nel superare
i suoi problemi?”.
    Si potrebbe operare un confronto tra le aspettative del paziente nella fase iniziale della terapia
e quali fattori, di fatto, si siano alla fine dimostrati più utili nel determinare il cambiamento
terapeutico.
    Ancora, si potrebbe utilizzare il QSFT con pazienti che non abbiano avuto un successo
terapeutico, per chiedere loro quali fattori terapeutici avrebbero dovuto essere attivati nel corso
della terapia.

Riassunto
Parole chiave: psicoterapia, fattori terapeutici, percezione dei pazienti, Q-Set sui Fattori Terapeutici
(QSFT), metodologia Q

Scopo di questo studio è valutare quali fattori terapeutici risultino più utili per il miglioramento nella
psicoterapia individuale, secondo la percezione degli utenti di un servizio pubblico. Ventitre pazienti
sono stati intervistati e hanno compilato il Q-Set sui Fattori Terapeutici (QSFT): una lista di 50 fattori
terapeutici da ordinare dal più utile al meno utile, seguendo la metodologia Q. Nelle risposte al Q-Set
sui Fattori Terapeutici (QSFT) si sono distinti i seguenti fattori: il senso di sicurezza datomi dall'aiuto
e dal sostegno del terapeuta, la capacità professionale del terapeuta, e sviluppare una maggiore stima
e considerazione di me stesso. L'analisi fattoriale Q ha consentito l'identificazione di sei sottogruppi di
pazienti sulla base del grado di importanza attribuito ai diversi fattori. La metodologia Q consente così di
cogliere gli aspetti idiografici della psicoterapia.

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Alessio Mini, Sara Rosi

THE THERAPEUTIC FACTORS Q-SET (TFQS): A PANTHEORETICAL EXPLORATORY
TOOL FOR PATIENTS' EVALUATION OF THERAPEUTIC FACTORS IN INDIVIDUAL
PSYCHOTHERAPY

Abstract
Key words: psychotherapy, therapeutic factors, patients' evaluation, Therapeutic Factors Q-Set (TFQS),
Q methodology

This research was aimed to investigate how public service patients, having a positive experience of their
psychotherapy, evaluated different therapeutic factors. Twenty-three patients have been interviewed
and administered the Therapeutic Factors Q-Set (TFQS): a list of 50 therapeutic factors to order from
the most useful to the less useful, according to Q methodology. The following factors prevailed in the
Therapeutic Factors Q-Set (TFQS): the sense of security conveyed by psychotherapist's help and support,
psychotherapist's professional capability, and developing more self-esteem and regard for myself. Q
factor analysis led to six subgroups of patients with respect to the value given to the different factors. Q
methodology allows to catch the psychotherapy's idiosyncratic features.

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Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC), Unità Funzionale Salute Mentale Adulti
(UFSMA), Azienda USL Toscana Nord Ovest, Livorno.
Sara Rosi
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Corrispondenza
Alessio Mini, Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC),
Presidio Ospedaliero, Viale Vittorio Alfieri 36, 57124 Livorno
Tel. 0586 223280, cell. 335 6742966
E-mail: alessio.mini@uslnordovest.toscana.it

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