Il problema ambientale nei documenti e nei round mondiali - Economia ambientale Lezione del 7 - 8 ottobre 2014

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Il problema ambientale nei
documenti e nei round mondiali
         Economia ambientale
    Lezione del 7 – 8 ottobre 2014
1972 – Conferenza di Stoccolma ‐ UN
  Conference on the Human Environment
• è la prima conferenza in cui si ragionò
  sull’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile.
• Da essa scaturì una dichiarazione contenente 26
  principi volti a preservare le risorse naturali
  nell’interesse delle generazioni presenti e future.
• Promuove la          gestione intelligente e la
  pianificazione nell’uso delle risorse non
  rinnovabili.
• Promuove       la     diffusione    dell’educazione
  ambientale.
1972 – Conferenza di Stoccolma ‐ UN
  Conference on the Human Environment
• La dichiarazione suggeriva anche che i paesi
  meno         sviluppati    venissero        aiutati
  finanziariamente e tecnologicamente al fine di
  diminuire le problematiche ambientali causate
  dal sottosviluppo.
• In occasione di questa conferenza nacque l’UNEP
  (United Nations Environment Program), con
  l’intento di tenere sotto controllo lo stato
  dell’ambiente naturale e la sua evoluzione e
  sviluppare strumenti nazionali e internazionali.
• http://www.unep.org
1980 ‐ World Conservation Strategy
• Il documento, pubblicato dalla International Union for
  Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) fu
  commissionato e finanziato da UNEP e WWF e la redazione
  avvenne in collaborazione con la FAO e l’UNESCO.
• Tre obiettivi primari venivano individuati nel documento:
• 1 ‐Mantenere i processi ecologici essenziali che permettono
  all’uomo di sopravvivere;
• 2 ‐Proteggere la biodiversità, da cui dipendono molti dei
  processi sopracitati;
• 3‐ Assicurare l’uso sostenibile delle risorse e degli
  ecosistemi.
• Sostiene la necessità di accordi internazionali
1987 ‐ Rapporto Brundtland
• Il rapporto individuava come elementi
  determinanti non solo la componente
  ambientale, ma a anche il contesto sociale e
  politico.
• Ciò che risultava chiaro dal rapporto era che
  sviluppo e ambiente non potevano più essere
  considerati        termini   separati,    ma
  rappresentavano due sfide intimamente
  collegate tra di loro.
1987 ‐ Rapporto Brundtland
• Il rapporto sosteneva che nel presente vengono
  presi in prestito capitali e risorse dalle
  generazioni future senza intenzione o prospettiva
  di renderli.
• Ciò è possibile grazie al fatto che le generazioni
  future, non potendo votare oggi, non hanno
  potere finanziario o politico sul presente e non
  possono quindi influenzare le decisioni dei
  governi né dei cittadini.
• Conclusioni ottimistiche (società + tecnologia)
1992 ‐ Beyond the Limits
• Si tratta di un rapporto sui limiti della crescita, nel
  quale viene denunciato come molti dei flussi di risorse
  e inquinamento analizzati negli anni Settanta fossero
  già cresciuti oltre limiti sostenibili.
• Attraverso la simulazione a computer risultò però che
  grazie ad alcune delle nuove tecnologie vi fosse la
  concreta possibilità di ridurre i flussi di risorse
  consumate e di inquinanti prodotti e nonostante ciò
  migliorare la qualità della vita.
• Questo a patto di rinunciare alla crescita indefinita e di
  operare miglioramenti nell’efficienza dell’impiego di
  materiali ed energia.
1992 ‐ Summit della Terra a Rio de
              Janeiro
• Questa conferenza, a cui parteciparono 172 stati
  e più di 2.000 organizzazioni non governative,
  costituì un evento senza precedenti in quanto a
  partecipazione e portata.
• La dichiarazione che ne scaturì rimarcava la
  necessità di garantire alle generazioni future la
  possibilità di soddisfare i propri bisogni di
  ambiente e di sviluppo, come già sostenuto dal
  Rapporto Brundtland.
1992 ‐ Summit della Terra a Rio de
              Janeiro
• Anche secondo questa dichiarazione i PVS dovevano
  essere aiutati, essendo la lotta alla povertà un requisito
  indispensabile per lo sviluppo sostenibile.
• Venne sottolineata la necessità che gli Stati agissero
  attraverso la legislazione e la promozione di tecnologie
  innovative, e che essi collaborassero tra di loro.
• Venne riconosciuta l’importanza delle donne, dei
  giovani e delle popolazioni indigene nella gestione e
  nello sviluppo dell’ambiente, e la loro partecipazione
  venne definita come essenziale per uno sviluppo
  sostenibile.
Agenda 21 – Lo sviluppo sostenibile
• Agenda 21 (letteralmente: cose da fare nel
  21esimo secolo.) è un ampio e articolato
  "programma di azione" scaturito dalla
  Conferenza ONU su ambiente e sviluppo di Rio
  de Janeiro nel 1992, che costituisce una sorta
  di manuale per lo sviluppo sostenibile del
  pianeta "da qui al XXI secolo".
Agenda 21 – Lo sviluppo sostenibile
• Il documento era suddiviso in quattro sezioni:

• Dimensione economica e sociale, riguardo temi quali la
  povertà, l’aumento demografico, la sanità e i trend di
  consumo;
• Conservazione delle risorse naturali, quali l’atmosfera, le
  foreste, gli oceani, la biodiversità ecc., e corretta gestione
  dei rifiuti;
• Rafforzamento del ruolo degli attori sociali, tra cui giovani,
  donne, indigeni, agricoltori, organizzazioni non governative;
• Strumenti di attuazione basati sulle nuove tecnologie, sulla
  cooperazione internazionale e sulla diffusione di
  educazione.
Agenda 21 – Lo sviluppo sostenibile
• Agenda 21 proponeva un modello di sviluppo
  sostenibile in antitesi con il più diffuso modello di
  sviluppo economico basato sulla crescita, che
  risulta però ancora predominante a 20 anni
  dall’emissione del documento.
• Il messaggio che uscì chiaramente dal Summit era
  che solo una trasformazione radicale delle
  abitudini e dei comportamenti di tutti poteva
  portare ai cambiamenti necessari per preservare
  l’ambiente.
Agenda 21 Locale
• Il capitolo 28 del piano di azione inaugurò
  Agenda 21 Locale: gli enti locali venivano invitati
  a trasferire sul loro territorio gli obiettivi generali
  del piano d’azione globale attraverso un
  coinvolgimento diretto della cittadinanza.
• Nel 2001, circa 6.420 processi Agenda 21 Locale
  erano attivi nel mondo. In Italia nel 2000 è nata
  l’associazione Coordinamento Agende 21 Locali
  Italiane, con lo scopo di promuovere questo
  programma nelle realtà italiane.
1997 ‐ Protocollo di Kyoto
• Il Protocollo venne stipulato sulle basi poste dal
  Summit della Terra con l’obiettivo di ridurre di almeno
  il 5%, rispetto all’anno base 1990, le emissioni di gas
  serra dei paesi industrializzati nel periodo 2008‐12.
• Il protocollo entrò in vigore solo nel febbraio 2005,
  dopo la ratifica della Russia. Per essere valido il trattato
  doveva infatti essere ratificato da almeno il 55% dei
  paesi firmatari che fossero causa almeno del 55% delle
  emissioni globali.
• Grandi assenti tra i Paesi ratificanti furono gli USA,
  mentre Cina e India rimanevano esclusi dagli obblighi
  del trattato perché Paesi in via di sviluppo.
1997 ‐ Protocollo di Kyoto
• Secondo le indicazioni del protocollo, l’obiettivo
  poteva essere raggiunto sia attraverso misure di
  prevenzione e riduzione delle emissioni, sia
  attraverso compensazione con l’assorbimento di
  CO2 da parte delle foreste.
• Nel documento erano previsti anche tre
  meccanismi di flessibilità:
• Emission Trading; Joint Implementation; Clean
  Development Mechanism
1997 ‐ Protocollo di Kyoto
• Molte critiche furono mosse riguardo all’l’efficacia di
  questo protocollo: le percentuali di riduzione delle
  emissioni richieste agli stati erano considerate troppo basse
  per ottenere un effettivo miglioramento dello stato del
  pianeta.
• Inoltre la mancata partecipazione degli USA, che da soli
  producevano circa un terzo delle emissioni, indeboliva
  l’utilità del protocollo. Infine qualche dubbio venne
  sollevato riguardo i meccanismi di flessibilità.
• In Italia l’obiettivo del protocollo di Kyoto è stato raggiunto
  e superato nel 2012, con una riduzione delle emissioni del
  7% nel periodo obiettivo. Questa percentuale rimane però
  al di sotto dell’obiettivo comune fissato dall’Unione
  Europea, pari all’8%.
2012 ‐ Rio+20
• La conferenza risultò nell’adozione di un
  documento dal titolo The Future we want, che
  ribadiva gli obiettivi di Agenda 21.
• Esso sottolineava ancora una volta la necessità di
  combattere la dilagante povertà del terzo mondo
  e sosteneva l’importanza del coinvolgimento dei
  cittadini e degli stakeholder nel perseguimento di
  uno sviluppo sostenibile.
• Nel documento risultavano però predominanti
  espressioni vaghe e mancavano linee guida
  precise così come un timetable degli obiettivi.
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