IL MONDO REALE Sintesi 2021 2025 - Robeco

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IL MONDO REALE Sintesi 2021 2025 - Robeco
2021
2025

       IL MONDO
       REALE
       Sintesi
IL MONDO REALE Sintesi 2021 2025 - Robeco
EXECUTIVE SUMMARY

               Sintesi   È come se non fosse successo nulla. Al momento della
                         stesura di questo documento, l’indice MSCI AC World in
                         EUR sta guadagnando l’8% rispetto a un anno fa, il che si

      Il mondo           avvicina molto alla nostra stima dei rendimenti azionari di
                         equilibrio a lungo termine, pari al 7%. Eppure, in questo
          reale          stesso periodo, l’economia globale ha dovuto confrontarsi
                         per la prima volta con il Covid-19, sperimentando la più
                         significativa contrazione del PIL USA dal terzo trimestre del
                         1932 e la più profonda recessione globale dagli anni trenta.
                         Per superare la crisi crediamo che gli investitori debbano
                         comprendere, ora più che mai, che tassi di interesse ultra-
                         bassi rappresentano una caratteristica chiave dell’attuale
                         panorama degli investimenti. Prevediamo un periodo
                         prolungato di tassi di interesse reale negativi, il che significa
                         che il relativo impatto sul rapporto tra i fondamentali
                         economici e l’andamento dei prezzi degli asset – nonché
                         sulla multi-asset allocation – sarà critico. Viviamo in un
                         periodo di transizione radicale, e la volatilità dei mercati
                         rimarrà elevata.

PER INVESTITORI
PROFESSIONALI

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IL MONDO REALE Sintesi 2021 2025 - Robeco
SINTESI

Eppure si avvertono dei segnali in questo momento di stagnazione. I mercati finanziari
si sono già confrontati in passato con pandemie e periodi prolungati di tassi di interesse
reale negativi. Crediamo che l’assunzione di rischio sarà premiata nei prossimi cinque anni,
soprattutto perché alcuni rifugi tradizionalmente sicuri saranno considerati anch’essi rischiosi.

Durante la Grande depressione, Aldous Huxley pubblicò il suo famoso romanzo del 1932,
Brave New World (Il mondo nuovo in italiano). È considerato ormai superato il lodare la
lungimiranza di Huxley nel descrivere con precisione il nostro mondo attuale.1 Tuttavia, la
visione di Huxley ha una certa rilevanza quando descrive una società consumista, iniqua             1. Una recensione del New York Times di un
                                                                                                       adattamento per la TV del luglio 2020 cita ad
e tecnologicamente avanzata, in cui i governi interferiscono nel settore privato, violando
                                                                                                       esempio: “Il mondo nuovo arriva nel futuro
persino le libertà individuali. Ad esempio, sarebbe stato possibile soltanto un anno fa                da esso stesso previsto”, https://www.nytimes.
immaginare di essere costretti ad un lockdown o a restare in quarantena, e di conseguenza              com/2020/07/13/arts/television/brave-new-world-
                                                                                                       peacock.html.
ad utiizzare più media digitali di quanto si sia mai fatto prima?

Eppure non è un mondo nuovo, poiché è improbabile che l’era post Covid-19 segni l’inizio
di un’epoca completamente nuova. Si parla molto spesso di “nuova normalità”, non c’è
da stupirsi, se si considera il grande divario che sta emergendo nell’economia globale,
evidenziato chiaramente nella discrepanza di performance tra il settore tecnologico e
quello non tecnologico dal minimo del 23 marzo scorso. Ciò sembra suggerire che l’arresto
improvviso dell’economia globale nel 2020 abbia creato una frattura strutturale. In realtà
ha accelerato uno spostamento strutturale che aveva già iniziato a manifestarsi. Non
è una nuova normalità, ma la vecchia normalità amplificata. Ciò che stava ribollendo
sotto la superficie nella vecchia normalità è diventato gradualmente più reale ed
urgente. I principali trend sono ancora tutti presenti: elevati tassi di indebitamento delle
aziende, crescita tendenziale in calo, divario sempre più ampio in materia di ricchezza e
disuguaglianza sociale e riduzione dello spazio per le politiche monetarie e fiscali, tutti
temi già discussi in dettaglio nelle edizioni precedenti di Expected Returns.

Tuttavia non riteniamo che le sfumature dark e fortemente ironiche di Brave New World
rispecchino il futuro. Senza ricorrere all’ironia, non è un mondo nuovo quello che si delineerà
nei prossimi cinque anni, ma un mondo reale.

Sarà un mondo reale perché medici e ricercatori sono coinvolti in una corsa frenetica
per risolvere la più grave crisi sanitaria su scala globale degli ultimi decenni. L’acronimo
scelto per indicare il pacchetto di stimoli fiscali proposto quest’estate dai Democratici, la
legge HEROES, riflette questo sentiment. Senza soluzione della crisi sanitaria, una ripresa
economica durevole sembra altamente improbabile.

Si tratta di un mondo reale ancora in fase di sviluppo, perché una ripresa post Covid-
19 rimarrà incompleta ed unilaterale se sostenuta esclusivamente dal mondo virtuale. Il
Covid-19 ha evidenziato il fatto che, prima dell’inizio della pandemia, la digitalizzazione

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SINTESI

non era riuscita ad esprimere il suo pieno potenziale in molti settori. Lo scoppio della
pandemia ha garantito che i benefici in termini di produttività derivanti dal lavoro da casa,
dall’apprendimento online e dalla telemedicina siano venuti alla luce. Tuttavia prima o
poi si raggiungerà un punto di saturazione che richiederà il ritorno alla realtà. La crescita
ha bisogno di fiducia, e la fiducia ha bisogno di vicinanza e di interazioni nella vita reale.
Tornare alla vita normale significa, ad esempio, garantire condizioni sufficientemente
sicure che consentano a gruppi di individui vulnerabili di visitare centri commerciali e di
accedere a servizi off-line.

Si tratta di un mondo reale che cerca di superare le sfide legate alla volontà di ottenere un
futuro sostenibile e più green. I periodi di lockdown hanno aumentato la consapevolezza
dell’impatto che le attuali strutture economiche hanno sul cambiamento climatico. Ora
siamo potenzialmente sulla buona strada per registrare il maggior calo di emissioni di gas
serra dalla seconda guerra mondiale.2 Questo sottolinea l’importanza e le difficoltà insite         2. https://www.nature.com/articles/d41586-020-01497-0
nel rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che impegna i sottoscrittori a limitare il
riscaldamento globale a 1,5-2 °C in più rispetto ai livelli pre-industriali. A tal fine, i leader
UE hanno dato il via al nuovo progetto europeo denominato “Green New Deal”, che
incoraggerà e stimolerà ulteriormente l’impegno legato ai fattori ESG.

Si tratta di un mondo reale anche per i politici che, di fronte alla più profonda recessione
dai tempi della grande depressione, hanno fatto di tutto pur di evitare un risultato ancora
peggiore per l’economia globale rispetto a quello odierno. Il livello degli stimoli monetari
e fiscali ha superato di gran lunga la risposta data alla crisi finanziaria globale di oltre un
decennio fa, negli Stati uniti, ad esempio è stato senza precedenti. Una questione chiave
da considerare, nella riflessione sui possibili scenari futuri, è se i responsabili politici
riusciranno a mantenere i tassi reali su livelli abbastanza bassi per un periodo di tempo
significativo in grado di facilitare una ripresa economica autosufficiente. Noi crediamo di
sì. Ma il loro successo dipenderà, più che mai dalla storia del dopoguerra, da una stretta
collaborazione tra autorità monetarie e fiscali.

Ampliando il contesto macro
Nell’outlook quinquennale dello scorso anno abbiamo scritto che “la politica monetaria
e, sempre più spesso, anche quella fiscale, rappresentano le basi sulle quali costruire il
mondo che verrà, e l’interazione tra questi due strumenti rappresenta il filo conduttore
delle nostre ipotesi di scenario”. Nei nostri scenari attuali ci basiamo su quattro elementi
fondamentali: la risoluzione della crisi sanitaria, l’alleggerimento della crisi in corso, la
gestione della domanda aggregata ed il superamento degli inevitabili fallimenti politici
lungo il percorso. Il coordinamento tra politica fiscale e monetaria determinerà ancora in
gran parte il successo della gestione della domanda aggregata, che dipenderà in primis
dalla soluzione della crisi sanitaria globale e dall’attuazione di urgenti misure di sostegno.
L’efficacia con cui questi quattro elementi di base verranno effettivamente implementati
determinerà largamente anche il tipo di ripresa economica per i paesi e le regioni, nonché
il comportamento dei mercati.

Nel nostro scenario di base, ‘Finanziatori fiscali credibili’, la ripresa post-pandemia inizia
in maniera disuguale, dal momento in cui il divario esistente tra i settori tecnologici con
un basso grado di servizi in presenza ed i settori che non possono far leva su un’ulteriore
digitalizzazione si amplia ulteriormente. Le piccole imprese, soprattutto quelle operanti nel
settore del tempo libero e dell’ospitalità, riescono a recuperare solo in parte, lasciandosi
dietro una lunga scia di ristrutturazioni ed insolvenze. Tuttavia, prevediamo che i settori
che offrono servizi in presenza recupereranno in modo significativo dopo il 2022, poiché i
vaccini anti Covid-19 saranno in grado di garantire l’immunità di gregge, consentendo una

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SINTESI

ripresa meno frammentata e asincrona. Al termine del periodo di interesse per la nostra
proiezione, la crescita riuscirà a raggiungere il trend di lungo periodo, mentre l’inflazione
nei mercati sviluppati aumenterà fino al 3% negli Stati Uniti entro il 2025.

Rispetto allo scenario base dello scorso anno, osserviamo un maggior coordinamento tra i
responsabili politici. Le banche centrali si stanno adattando efficacemente al nuovo ruolo,
ritardando l’erosione della sostenibilità dei debiti sovrani. Dopo aver esaurito gli strumenti
monetari convenzionali a disposizione (portando i tassi a zero), ed aver conseguito obiettivi
inferiori con quelli non convenzionali (stimolando la domanda aggregata attraverso
l’espansione dei bilanci), entrano in una fase in cui l’onere della gestione della domanda
aggregata viene riconsegnato ai governi.

Ritagliandosi questa posizione secondaria, le banche centrali si concentrano sul nuovo ruolo
di facilitatori dell’esperimento fiscale, che impone di mantenere i tassi nominali vicini al limite
inferiore effettivo e di monetizzare i deficit fiscali, al fine di garantire che i costi del servizio
del debito pubblico siano sufficientemente bassi da facilitare gli esborsi da parte dei governi
e lo stimolo della domanda aggregata. Non è la prima volta che succede, ad esempio, dopo
la seconda guerra mondiale, la Fed prese il tacito impegno con il Tesoro statunitense di
stabilizzare il costo del finanziamento del debito di guerra fino al 1951, quando la Fed stabilì
la sua indipendenza dal Tesoro. Alla fine del nostro periodo di proiezione, le banche centrali
reindirizzeranno la propria strategia, dato che potranno finalmente osservare un livello di
inflazione soddisfacente e persistente, forse addirittura superiore al target range.

Nel nostro scenario ottimistico, ‘Una ripresa che riecheggia quella degli anni ’70’, la crescita
economica mantiene lo slancio dopo il rimbalzo iniziale del 2021. La prima fase, che risolve
la crisi sanitaria, ha maggiore successo. Nel 2021 vengono messi in circolazione diversi
vaccini efficaci contro il Covid-19 ed il virus non muta le sue cellule di base, consentendo a
tali vaccini di rimanere efficaci più a lungo. In termini di sostegno immediato post-crisi, si
evita il cosiddetto “fiscal cliff” (o precipizio fiscale), senza ritardo significativo tra la scadenza
dei provvedimenti a favore della liquidità presi dal governo e l’instaurarsi di una ripresa
in grado di auto-alimentarsi, generando flussi di cassa. Questa fase viene gestita meglio
rispetto al caso base, poiché l’esempio europeo dell’adozione di misure preventive mirate a
mantenere i lavoratori occupati più a lungo viene adottato su scala più larga.

In contrasto con lo scenario di base, il paradosso della parsimonia (ovvero un risparmio
eccessivo che inibisce la ripresa della domanda aggregata) non trova più applicazione.
La ripresa del mercato del lavoro appare robusta ed i tassi reali molto bassi incoraggiano
un risparmio negativo (“dissaving”) da parte di famiglie e imprese, mentre l’economia si
rafforza. Gli stimoli fiscali si dimostrano molto efficaci, con moltiplicatori più elevati a causa
delle maggiori ricadute tecnologiche in settori in cui la digitalizzazione non aveva ancora
espresso il suo pieno potenziale. La domanda aggregata va in overshooting rispetto al
trend, grazie ad un’impennata della spesa: vista la lenta risposta dal lato dell’offerta nei
mercati del lavoro e delle materie prime rispetto ai miglioramenti sul lato della domanda,
l’inflazione nei mercati sviluppati supera il target del 2% nel 2022, e accelera al 3% nel
momento in cui si assiste ad un febbrile recupero della spesa.

Le banche centrali iniziano a valutare un aumento dei tassi prima che nello scenario di
base, con la Fed che avvia un nuovo ciclo di restringimento monetario entro il 2023,
quando l’inflazione statunitense core si avvicina al 3,5%. In questo scenario ottimista, si
evidenzia un paradosso: il coordinamento delle politiche è stato così efficace nel far ripartire
l’economia che le banche centrali decidono di allontanarsi dal ruolo di finanziatori fiscali, e
mostrare la loro indipendenza.

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SINTESI

Nel nostro scenario pessimista, ‘La grande stagnazione da Covid-19’, le crepe nell’economia
globale diventano sempre più ampie. La pandemia è a malapena tenuta sotto controllo,
con battute d’arresto nella ricerca di un vaccino a causa di mutazioni inaspettate del
virus. La distribuzione di un vaccino efficace viene quindi ritardata fino al 2022. Gli attori
economici rimangono in modalità di crisi, mentre nel tira e molla tra lockdown e riaperture
il primo sembra essere favorito. Il kit degli strumenti di sostegno si esaurisce, e si prospetta
un fiscal cliff prima che si possa avviare una ripresa autosufficiente.

Con l’esaurimento, in alcune parti dell’economia mondiale, dello spazio per le politiche
fiscali e monetarie, si verifica un’altra recessione. Questo percorso a forma di W è seguito da
una stagnazione. I temi su cui si è concentrata questa pubblicazione negli ultimi anni sono
tutt’oggi di grande attualità: un eccesso di indebitamento da parte delle imprese, l’aumento
delle disuguaglianze di reddito e l’erosione della fiducia nelle istituzioni e nella geopolitica.
Tutti fattori di rischio che avrebbero tipicamente causato una recessione classica, anche se la
crisi da Covid-19 non si fosse verificata, sono ancora presenti ed aggravati dalla pandemia.
Il ruolo delle banche centrali come finanziatori fiscali fallisce, in un contesto di crescita dei
consumi più bassa a causa di forti spinte disinflazioniste, di un deleveraging forzato e di
un minore “effetto ricchezza”. Ne consegue un periodo prolungato di disinflazione ed una
crescita reale molto bassa.

Che cosa implicano per gli investitori queste analisi di scenario nei
prossimi cinque anni?
Gli investitori stanno per scoprire il mondo reale. La caratteristica distintiva di questo
contesto d’investimento è rappresentata da tassi di interesse nominali ultra-bassi e tassi di
interesse reali negativi per un periodo più lungo, dato che l’inflazione sta aumentando, sia
nel nostro scenario di base sia in quello ottimistico. Tutto ciò riecheggia gli anni 1971-1977,
quando i paesi sviluppati hanno fatto registrare rendimenti reali negativi sulla liquidità,
pari in media a -2.4%.3 Ma l’eco è debole, in quanto non abbiamo previsto uno scenario di           3. Un evento analogo è il periodo che va dal 1946 al 1952,
                                                                                                       con tassi reali negativi costanti nei mercati sviluppati.
vera e propria stagflazione.

In un contesto del genere, gli investitori devono orientarsi coraggiosamente sulle riserve
di ricchezza e sulle capacità di copertura degli investimenti dei tradizionali beni rifugio.
Il lieve eccesso inflazionistico causato dai responsabili politici nel nostro scenario di base
trasforma i rendimenti senza rischio di liquidità e obbligazioni in rischi senza rendimento. Ci
aspettiamo rendimenti negativi sul monetario per gli investitori dell’Eurozona e rendimenti
negativi per i titoli sovrani dei Paesi sviluppati.

Il mondo reale è paradossale: ci saranno rifugi sicuri rischiosi. Ci aspettiamo che l’assunzione
di rischi venga ricompensata nei prossimi cinque anni, anche in presenza di livelli di volatilità
elevati. L’attenzione dei mercati finanziari si sposterà dalle banche centrali ai governi, con
conseguente aumento della volatilità per asset e cambi, dal momento che i politici offriranno
indicazioni e decisioni attuative meno fluide rispetto a quelle delle banche centrali.

Per le asset class più rischiose, la ricompensa attesa per il rischio di volatilità assunto è
notevole, il che determina rendimenti attraenti. Nonostante premi al rischio elevati, i
rendimenti assoluti degli asset rimarranno al di sotto dei loro valori di equilibrio.

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SINTESI

Rendimenti annuali attesi 2021-2025

                                                                             Rendimenti annualizzati a 5 anni
                                                                                 EUR               USD
Obbligazioni
Titoli di Stato domestici AAA                                                     -1,75%               -0,25%
Titoli di Stato globali dei paesi sviluppati (con copertura)                      -0,75%                0,00%
Credito globale “investment grade” (con copertura)                                 0,25%                1,00%
Titoli corporate “high yield” globali (con copertura)                              2,25%                3,00%
Debito pubblico dei paesi emergenti (in valuta locale)                             2,00%                3,50%

Liquidità                                                                         -0,50%                0,25%

Azionario
Azioni dei mercati sviluppati                                                      4,75%                6,25%
Azioni dei mercati emergenti                                                       6,75%                8,25%
Real estate quotato                                                                3,00%                4,50%
Materie prime                                                                      5,00%                6,50%

Prezzi al consumo
Inflazione                                                                         1,75%                2,00%

Fonte: Robeco. Settembre 2020. Il valore degli investimenti può subire oscillazioni, e le performance passate non
costituiscono garanzia di rendimenti futuri.
.

7 | Sintesi 2021-2025
Informazioni importanti                                                                               Contatti
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