IL FRANCESE "SVIZZERO" NELL'INSEGNAMENTO SCOLASTICO TICINESE: UN'APERTURA ALLA FRANCOFONIA?
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IL FRANCESE “SVIZZERO” NELL’INSEGNAMENTO Tema SCOLASTICO TICINESE: UN’APERTURA ALLA FRANCOFONIA? In this article, we focus on the description of the main characteristics of French lan- guage teaching in the Italian-speaking region Switzerland. In particular, we look at the presence and the role of Swiss French at various school levels, but especially in the upper middle school sector. The results of a 2016 socio-didactic survey will stim- ulate reflection and trigger discussion on the importance and relevance of raising learners' awareness on diversity and variability in the French-speaking world and the impact that innovative measures could have on learners' representations and teachers' instructional practices. Roberto Paternostro | Introduzione In un contesto plurilingue come quello presenza e il ruolo del francese “svizzero” nei diversi ordini scolastici. I risultati Uni Genève svizzero, ci sembra legittimo interrogarci sulla presenza della diversità del mondo di un’inchiesta sociodidattica svolta nel 2016 (Paternostro, 2017a; 2019) alimen- francofono e delle sue varie espressioni teranno la discussione sull’importanza Dottore di ricerca in linguistico-culturali nell’insegnamento e sulla pertinenza di sensibilizzare gli linguistica francese e del francese, nonché sullo spazio e sul allievi alla diversità del mondo franco- in didattica delle lingue ruolo riservati al francese regionale sviz- fono e sulle incidenze di tali aspetti sul- straniere, Roberto Pater- zero (per una descrizione, cf. Andreassen le rappresentazioni degli allievi stessi e nostro è docente all’Uni- et al., 2010) nella scuola ticinese. Gli allie- sulle pratiche didattiche degli insegnanti. versità di Ginevra (ELCF) vi hanno coscienza di studiare una lingua e direttore della Maison des Langues. Ha nazionale svizzera? Oppure percepiscono 1. Il ruolo della variazione insegnato in diverse Università francesi, il francese come una lingua straniera, linguistica nell’insegnamento italiane e svizzere, nonché nel settore identificandola essenzialmente con la del francese medio superiore del Canton Ticino. È Francia metropolitana? In che misura gli Malgrado l’evoluzione di questi ultimi autore di una quarantina di pubblicazioni allievi ticinesi vengono confrontati con anni, in particolare riguardo all’introdu- e relatore di una cinquantina di comuni- le specificità della francofonia romanda? zione di “accenti” francofoni (Detey et al., cazioni scientifiche. E gli insegnanti? Che valore attribui- 2010) o di forme lessicali e morfosintat- scono all’insegnamento del francese in tiche proprie alla lingua quotidiana (cf. tutta la sua diversità? Si rendono conto Lopes & Le Bougnec, 2014), la presa in dell’importanza della “norma locale” per conto della variabilità degli usi linguisti- l’avvenire professionale dei loro allievi? ci rimane marginale nell’insegnamento Per cercare di rispondere ad alcuni di del francese e viene spesso relegata ad questi interrogativi, nel presente articolo un apprendimento informale (durante i ci dedicheremo alla descrizione delle ca- soggiorni all’estero) oppure ai livelli più ratteristiche principali dell’insegnamento avanzati. Tuttavia, la riflessione sul ruolo del francese nel sistema scolastico della della variazione linguistica nell’insegna- Svizzera italiana e metteremo in rilievo la mento non è una tematica nuova. Diversi 72 | BABYLONIA tema 1|2020
L’insegnamento della variazione risulta pertinente e operativo nella misura in cui non costituisce un oggetto di studiosi si sono chinati sulla questione e ne hanno messo in rilievo l’importanza insegnamento, ma di riflessione. (Romian et al. 1985; Gadet, 2004; Lambert & Trimaille, 2012; Paternostro, 2016). L’accostamento della diade “insegnamen- 2.1 L’insegnamento del francese to” e “variazione” è sufficiente per indurre nella scuola dell’obbligo la percezione di una certa contraddizio- Nella scuola elementare, la comprensione ne. Nelle rappresentazioni comuni e in e la produzione orale costituiscono l’o- numerosi testi ufficiali, “insegnare” (le biettivo principale. Per quanto riguarda lo lingue, il francese) viene considerato in- scritto, priorità è data alla comprensione. nanzitutto trasmettere delle regole, delle La produzione viene affrontata soprattut- costanti, quando invece “variazione” rima to attraverso la riproduzione di modelli con eccezione, particolarità, usi conte- semplici (Tamagni Bernasconi, 2007; Di- stuali. Una soluzione a questo apparente partimento dell’Educazione, della Cultura contrasto potrebbe provenire da un cam- e dello Sport, 2015: 117-1181). Alla scuola biamento di prospettiva. Come lo afferma media comincia lo studio più sistematico De Pietro (2008: 184), «la validité (socio) delle strutture della lingua e la produzio- linguistique [de la variation, ndr] ne suffit pas ne scritta si emancipa dal modello della pour en faire un objet d’enseignement […]». ricopiatura (Dipartimento dell’Educazio- Piuttosto, l’insegnamento della variazione ne, della Cultura e dello Sport, 2015: 119). risulta pertinente e operativo nella mi- L’insegnamento del francese è dispensato sura in cui non costituisce un oggetto di secondo una logica di coerenza verticale insegnamento, ma di riflessione (p. 196). (Kappler, 2017). Un manuale unico, Alex Detto in altri termini, non si tratta di et Zoé 3 (Samson, 2010), è utilizzato a insegnare la variazione, ma di insegnare partire dalla 7H e fino alla 9H. In 10-11H, con la variazione (Paternostro, 2017b), per il corso facoltativo, viene utilizzato ossia mettere in atto delle pratiche di il manuale Amis et compagnie 2 (Sam- insegnamento aperte alla diversità e al- son, 2008). Inoltre, a partire dal 2013, il la variabilità linguistica e culturale del progetto Français ensemble propone degli mondo francofono, stimolando la curio- ateliers congiunti agli allievi dell’ultimo sità e l’interesse degli allievi, sensibiliz- anno della scuola elementare e del primo zandoli così all’esistenza del molteplice. anno della scuola media. L’obiettivo è duplice. Da un lato, si mira a rendere la transizione più fluida e meno stressante 2. Caratteristiche per gli allievi. Dall’altro, si cerca di col- dell’insegnamento del francese mare le lacune in materia di conoscenze nel sistema scolastico ticinese sulla francofonia, dovute all’assenza di L’insegnamento delle lingue riveste un contenuti legati al mondo francofono nel ruolo importante nel sistema scolastico manuale Alex et Zoé 3 (Kappler, 2017). Gli svizzero. Già a negli anni ’70, la CDPE ateliers, ideati dal gruppo di coordinatori raccomandava l’insegnamento di una dell’insegnamento del francese alla scuola seconda lingua nazionale nella scuola media, si svolgono in gruppi misti e con- elementare. Il Canton Ticino presenta sentono di approfondire temi linguistici e una situazione specifica rispetto a quan- culturali legati a diversi paesi francofoni. to stabilito dal concordato HarmoS, ossia Il contenuto degli ateliers è, a priori, di- l’insegnamento di tre lingue straniere alla sponibile sul portale della scuola ticinese scuola dell’obbligo: il francese a partire ScuolaLab2. Se ci è dunque possibile rile- dalla 5H (scuola elementare, allievi di 8 vare l’esistenza di misure istituzionali anni), il tedesco in 9H (scuola media, 12 volte ad introdurre un percorso di inse- anni) e l’inglese in 10H (13 anni). L’intro- gnamento aperto alla diversità del mondo duzione dell’inglese alla scuola media si francofono, per diverse ragioni, non ci è fatta a discapito del francese, il quale è è purtroppo consentito di approfondire diventato facoltativo gli ultimi due anni l’analisi riguardante le caratteristiche e 1 Online: www.pianodistudio.ch. (10-11H). la pertinenza di tale dispositivo. 2 scuolalab.edu.ti.ch/ 1|2020 tema BABYLONIA | 73
Esempi di rappresentazioni “esotiche” del Canada (p. 32) e delle Antille (p. 44) nel manuale Alex et Zoé 3. Esempio della centralità della Francia e del francese esagonale (p. 18) nel manuale Alex et Zoé 3. 2.2 La francofonia nei manuali della terari e culturali, rimane la Francia e il scuola dell’obbligo francese esagonale: i souvenirs (p. 34-35), Per quanto riguarda la presenza di conte- il cibo (p. 16), la televisione (p. 64), la nuti legati alla francofonia nei manuali in letteratura (p. 48-49) sono necessaria- uso alla scuola dell’obbligo, si può rilevare mente “francesi”. Alimenti come le frites che, malgrado il tentativo di iniziazione o le gauffres (per di più liégeoises!), ad al mondo francofono, introdotto grazie esempio, vengono fatti passare unica- alla metafora del viaggio su cui viene mente come “produits de France” (p. 18), interamente costruito il manuale Alex perdendo l’occasione di sottolineare che et Zoé 3 (Samson, 2010), i diversi paesi alcuni elementi culturali come il cibo francofoni e le loro peculiarità geografi- possono essere condivisi da diverse aree che e socioculturali vengono presentati del mondo francofono. in una prospettiva “esotica”, attraverso Alcuni paesi in cui “on parle un peu français stereotipi piuttosto comuni: gli elefanti à l’école ou dans la rue” (p. 8) vengono mes- in Cambogia (p. 22), gli orsi polari e le si all’onore, come la Romania (p. 2) o il foche in Québec (p. 32), la foresta tropica- Libano (p. 11). La Svizzera, invece, figura le in Guyana (p. 38), il fondo marino alle una volta sola, sulla cartina geografica del Antille (p. 44), Tintin e i Puffi in Belgio mondo francofono (p. 8), e non viene mai (p. 62), per fare soltanto qualche esempio. evocata tra le destinazioni del viaggio, Le particolarità linguistiche, invece, ven- probabilmente perché l’ambiente alpi- gono passate sotto silenzio. Nessun esem- no e le immagini ad esso collegate non pio di item lessicali endogeni viene forni- sono comunemente associati al mondo to (cf. i diversi modi per indicare la neve francofono. 3 Online: in Québec: poudrerie, floconnade, névasse, Il manuale Amis et compagnie 2 (Sam- etc.3), né vengono evocati il contatto del son, 2008), dal canto suo, non fa nessun francese antillese col creolo. accenno alla francofonia e si concentra Il punto di riferimento costante, in par- unicamente sulla Francia metropolitana, ticolare per le attività e le interazioni sia per quanto riguarda gli aspetti lin- quotidiane, ma anche per gli aspetti let- guistici che per quelli sociali e culturali. 74 | BABYLONIA tema 1|2020
Il profilo e la formazione di ciascun insegnante possono avere un’influenza non irrilevante sulla scelta dei temi socioculturali, degli autori e dei testi letterari affrontati in classe. lo studio degli aspetti culturali e lette- 3. L’insegnamento del francese rari. Per quanto riguarda il manuale, nel nel settore medio superiore settore medio superiore i diversi istituti Contrariamente a ciò che accade alla sono tenuti ad applicare le direttive del scuola dell’obbligo, l’insegnamento delle Piano degli studi liceali6, ma rimangono lingue nel settore post-obbligatorio non autonomi quanto alla scelta dei materiali è ancora stato armonizzato a livello in- e dei metodi. Viene dunque lasciato un ter-cantonale. Le linee guida tracciate grande margine di libertà, che può avere dalla CDPE nel 2013, infatti, non sono dei risvolti positivi, come l’adattamento ancora state adottate a livello nazionale. al contesto sociale, linguistico e culturale In Ticino, l’insegnamento post-obbliga- della Svizzera e del Canton Ticino, ma che torio dura generalmente quattro anni4. richiede anche una grande implicazione Nel settore medio superiore, si contano dei docenti, sui cui riposa in definitiva la cinque licei cantonali (Bellinzona, Lo- responsabilità dell’insegnamento. Inol- carno, Lugano 1, Lugano 2 e Mendrisio) tre, il profilo e la formazione di ciascun e una Scuola Cantonale di Commercio insegnante possono avere un’influenza (SCC). Al liceo, lo studio delle lingue si non irrilevante sulla scelta dei temi so- distribuisce sui quattro anni, con diverse cioculturali, degli autori e dei testi lette- configurazioni possibili. Oltre all’italiano rari affrontati in classe. È ciò che risulta, lingua di scolarizzazione, si prevede lo ad esempio, dall’inchiesta sociodidattica 4 Per motivi pratici, nel presente articolo ci studio obbligatorio di una seconda lin- svolta nel 2016 al Liceo Cantonale di Lo- concentreremo sulla scuola media superio- gua nazionale (francese o tedesco) e di carno (Paternostro, 2016; 2017a; 2019), re. Il settore della formazione professionale, un’altra lingua straniera. Alla SCC, i primi presentata di seguito. infatti, presenta diverse ramificazioni e due anni, le lingue nazionali e l’inglese meriterebbe uno studio approfondito a sono obbligatori. In terza e in quarta, il 3.1 Presentazione sintetica dell’in- parte. francese diventa opzionale. Esiste inoltre chiesta sociodidattica 5 A questo proposito, lo studio di autori la possibilità di integrare un curricolo L’obiettivo dell’inchiesta era investigare romandi non è sistematico e dipende bilingue francese-italiano o tedesco-i- lo statuto e il ruolo del francese nell’in- essenzialmente dalle scelte dei docenti. taliano. Al liceo, una tale opportunità è segnamento medio superiore ticinese, 6 Online: offerta a Locarno per il tedesco. per vedere se il francese fosse percepito Il più grande cambiamento, col passaggio e insegnato come una lingua nazionale al settore medio superiore, è rappresenta- svizzera e quale effetto una tale percezio- to dall’abbandono del manuale di riferi- ne potesse avere sull’insegnamento-ap- mento e l’introduzione della letteratura5. prendimento. L’ipotesi di fondo è che il Se in prima e in seconda (liceo e SCC) lo legame esplicito tra il francese insegnato 7 In nessun caso l’inchiesta intende rimette- studio del francese è principalmente fina- a scuola e il francese parlato sul territorio re in questione la qualità dell’insegnamen- lizzato al consolidamento delle strutture nazionale potesse in un certo qual modo to del francese nel settore medio superiore linguistiche e della competenza comuni- rafforzare la motivazione degli allievi, ticinese. L’approccio è puramente descritti- cativa, in terza e in quarta l’insegnamento i quali avrebbero l’impressione di stu- vo, mai valutativo, e si limita alla questione porta sullo studio dei principali autori e diare una lingua “vicina”, “condivisa” e specifica dello statuto e del ruolo del testi letterari. Alla SCC, il lavoro sulla “utile” per il loro avvenire personale e francese nell’insegnamento. competenza comunicativa accompagna professionale7. 1|2020 tema BABYLONIA | 75
Una migliore armonizzazione tra il senso di appartenenza alla francofonia svizzera L’inchiesta si è svolta in due tempi. Dap- di rilievo nel panorama nazionale, gli e il riferimento alla prima, 214 allievi francesisti del Liceo stessi riscontrano una certa difficoltà Cantonale di Locarno hanno risposto ad a mettere in relazione il francese stu- francofonia esagonale e un questionario sulle rappresentazioni diato a scuola con il francese regionale in merito alla lingua francese e sulla svizzero e dimostrano un certo fascino internazionale si rivela sensibilità alla variazione linguistica, in nei confronti del modo di esprimersi dei particolare sulla coscienza dell’esistenza Francesi. Per quanto riguarda i materiali necessaria. di un francese regionale svizzero e sul e i metodi didattici, oltre all’assenza di loro atteggiamento a riguardo. In seguito, materiale specificatamente concepito per sei informatori, insegnanti in attività o il territorio ticinese (se utilizzati, sono i in pensione, sono stati intervistati a pro- manuali francesi e “parigini” ad essere posito dell’insegnamento del francese nel scelti in modo prioritario), si rileva an- settore medio superiore, sullo statuto e che la mancanza di sensibilizzazione al sul ruolo del francese regionale svizzero, francese regionale e, più globalmente, alla sulla norma pedagogica messa in atto, variazione linguistica. In questo senso, il sull’esistenza di materiali e di metodi profilo e l’iniziativa individuale di ciascun didattici elaborati specificamente per il insegnante sono cruciali. Se gli insegnan- contesto ticinese. ti conoscono la Svizzera romanda e hanno I risultati dell’inchiesta, i cui dettagli pos- avuto l’occasione di venire in contatto sono essere consultati nelle pubblicazioni con la francofonia svizzera, essi privile- menzionate sopra, hanno messo in evi- geranno la norma linguistica territoriale denza che, sia gli allievi sia gli insegnanti e metteranno a punto materiali e meto- considerano il francese una lingua impor- di didattici specifici. In caso diverso, gli tante per la Svizzera e non una semplice insegnanti si volgeranno naturalmente lingua straniera. Tuttavia, la messa in verso la Francia e il francese esagonale. opera di un modello didattico da lingua “seconda”, che tenga conto delle esigenze 3.2 Discussione dei risultati del contesto e del territorio, riscontra un Dalla presentazione sintetica dei risultati, certo numero di difficoltà e di resistenze. appare chiaro che il modello didattico Benché un’apertura implicita al francese messo in opera in Ticino presenta uno regionale svizzero di fatto emerga nel scarto rispetto alle esigenze del territo- discorso degli insegnanti, la variazione rio. Una migliore armonizzazione tra il linguistica è raramente tematizzata in senso di appartenenza alla francofonia quanto tale. Il punto di riferimento prin- svizzera e il riferimento alla francofonia cipale rimane il francese esagonale. esagonale e internazionale si rivela ne- cessaria. L’integrazione di una riflessione «J’ai l’impression qu’ici on enseigne le français sulla diversità e la variabilità degli usi presque en faisant abstraction de l’existence e delle forme linguistiche nell’insegna- de la Suisse romande. Je vois le français comme mento del francese in Ticino permette- une langue en même temps nationale et aussi rebbe di rispondere meglio alle esigenze française. J’ai l’impression qu’elle donne à l’élève degli allievi e li aiuterebbe a prepararsi la possibilité de s’ouvrir au-delà de la simple in modo più adeguato al contatto con la Romandie.» (Insegnante 3) “realtà” della lingua con la quale saranno destinati a confrontarsi un giorno, per gli Benché gli allievi abbiano coscienza del studi universitari e/o per trovare migliori fatto che il francese rivesta uno statuto opportunità di lavoro. 76 | BABYLONIA tema 1|2020
4. Conclusione e prospettive Questo breve excursus, dedicato all’inse- gnamento del francese nella scuola tici- nese e al modo in cui la francofonia vie- ne sfruttata al suo interno, ha messo in rilievo il ruolo importante che potrebbe svolgere l’apertura alla diversità e alla va- riabilità linguistica e culturale del mondo francofono sulle pratiche didattiche degli insegnanti, e ancor più sulle rappresen- tazioni e sulla motivazione degli allievi. Siamo convinti che la costruzione di un legame solido tra il francese studiato a scuola e il francese parlato in Svizzera permetterebbe di sviluppare un senso di appartenenza dei giovani ticinesi alla francofonia locale ed internazionale, li incoraggerebbe a proseguirne lo studio fino alla fine della scuola media superiore e contribuirebbe a far sì che il plurilin- guismo e la diversità rimangano un ele- mento chiave nel panorama linguistico e socioculturale della Svizzera. Christian Demarta Bibliografia Andreassen, H., Maître, R. & Racine, I. (2010). ateliers conjoints. Bonnes pratiques dans Paternostro, R. (2017b). Peut-on enseigner la La Suisse. In S., Detey, J., Durand, B., Laks, C., l’enseignement des langues. Exemples pour variation? In H. Tyne, M. Bilger, P. Cappeau & E. Lyche [Dirs], Les variétés du français parlé l’enseignement des langues nationales et de Guerin [Dirs], Variation en question(s). Berne: dans l’espace francophone. Ressources pour l’anglais à l’école obligatoire. Berne: Secrétariat Peter Lang, 279-290. l’enseignement. Paris: Ophrys, 213-227. général de la CDIP. En ligne: https://langues. Paternostro, R. (2019). Continuités et De Pietro, J.-F. (2008). L’école face aux variétés educa.ch/fr/bonnes-pratiques/transition- discontinuités dans l'enseignement du du français: réflexions à partir de la situation en entre-degres/1-francais-ensemble-ateliers- français en Suisse italienne: quelle place pour Suisse francophone. La langue française dans conjoints. la variation dans les contextes complexes? In sa diversité. Québec: Ministère de la Culture, des Lambert, P. & Trimaille, C. (2012). La variation L. Gajo, J.-M. Luscher, I. Racine & F. Zay [Dirs]. Communications et de la Condition féminine, stylistique: un contenu à intégrer dans la Variation, plurilinguisme et évaluation en FLE. 181-208. formation des enseignants. In Balsiger, C., Bétrix Berne: Peter Lang, pp. 33-59. Detey, S., Durand, J., Laks, B. & Lyche, C. [Dirs] Köhler, D., De Pietro, J.-F. & Perregaux, C. [Dirs]. Samson, C. (2008). Amis et compagnie 2. Paris: (2010). Les variétés du français parlé dans Éveil aux langues et approches plurielles: de la CLE International. l’espace francophone. Ressources pour formation des enseignants aux pratiques de Samson, C. (2010). Alex et Zoé et compagnie 3. l’enseignement. Paris: Ophrys. classe. Paris: L'Harmattan, 255-267. Paris: CLE International. Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e Lopes, M.-J. & Le Bougnec, J.-T. (2014). Totem. Tamagni Bernasconi, K. (2007). Valutazione dello Sport (2015). Piano di Studio della scuola Méthode de français A1. Paris: Hachette FLE. dell’applicazione del metodo "Alex et Zoé et dell’obbligo ticinese. Bellinzona: DECS. On-line: Paternostro, R. (2016). Diversité des accents et compagnie" per l’insegnamento del francese www.pianodistudio.ch. enseignement du français. Paris: L’Harmattan. nella scuola elementare. Bellinzona: Divisione Gadet, F. (2004) Quelle place pour la variation Paternostro, R. (2017a). Perspectives socio- della Scuola, Ufficio Studi e Ricerche. dans l'enseignement du français langue didactiques dans l’enseignement du FLS / Romian, H., Marcellesi, C., Treignier, J. (1985). étrangère ou langue seconde. Pré-textes FLE en Suisse: enquête préliminaire au Tessin. Quelques concepts et notions opératoires franco-danois 4, pp. 17-28. Bulletin VALS-ASLA, numéro spécial printemps pour une pédagogie de la variation langagière. Kappler, D. (2017). Français ensemble: 2017, 27-37, Tome 2. Repères 67, 23-31. 1|2020 tema BABYLONIA | 77
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