IL FONDO EUROPEO PER LA PESCA (FEP)
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IL FONDO EUROPEO PER LA PESCA (FEP) Il Fondo Europeo per la Pesca (FEP), ha come obiettivo principale promuovere lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche e dell’acquacoltura nel contesto di uno sviluppo sostenibile, senza trascurare gli aspetti ambientali, economici e sociali e sostenere lo sviluppo sostenibile della politica comune della pesca. Scopo principale della politica comune della pesca è infatti la conservazione , la gestione e lo sfruttamento delle risorse acquatiche, con particolare attenzione pure alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Come per gli altri fondi europei, il FEP riflette i principi del nuovo approccio orientato alla semplificazione, alla trasparenza, alla pianificazione strategica e una maggiore responsabilità degli stati membri riguardo alla scelta ed alla attuazione dei fondi. Il FEP è stato concepito come uno strumento concreto destinato a garantire la sostenibilità del settore della pesca. Gli aiuti promuoveranno ed accompagneranno il processo di adeguamento delle flotte di pescherecci alle risorse disponibili, in particolare quando si tratta di stock a rischio di esaurimento. Anche la dimensione ambientale viene rafforzata attraverso un insieme di misure volte a promuovere la selettività e a ridurre l’impatto negativo delle attività di pesca e acquacoltura sull’ambiente. Il Fondo riserva anche maggior attenzione alle risorse umane nel settore della pesca, apportando risposte adeguate alle esigenze socio economiche delle persone operanti nello stesso. Il FEP pertanto apporta un contributo più efficace allo sviluppo sostenibile delle zone di pesca, in particolare di quelle altamente dipendenti da essa, mediante il finanziamento delle strategie di sviluppo locale elaborate ed attuate dalle stesse parti interessate. Il FEP è incentrato su cinque aree prioritarie di intervento che riflettono la missione del fondo di agevolare l’attuazione delle misure adottate nel quadro della riforma della politica comune della pesca per garantire la sostenibilità della pesca dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Gli Assi prioritari sono: 1) Adeguamento delle flotta da pesca comunitaria; 2) Acquacoltura, pesca nelle acque interne, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; 3) Misure di interesse collettivo; 4) Sviluppo sostenibile delle zone di pesca; 5) Assistenza Tecnica agli stati membri per facilitare l’attuazione degli interventi. La Calabria per il comparto della pesca conserva la sua tradizione e contribuisce ai valori di produzione nazionale pur presentandosi in maniera eterogenea, in ragione delle differenze non solo di carattere ambientale ma anche storiche e sociali. La produzione di questo comparto economico non ha mai raggiunto livelli soddisfacenti mantenendo caratteristiche di ritardo nei confronti delle altre aree dell’Italia, anche in
considerazione dell’ inesistenza di centri di servizio, di mercati, di reti distributive, di attrezzature e strutture portuali confacenti all’attività. La flotta da pesca calabrese è costituita da 906 imbarcazioni (6,7% del totale italiano) per complessive 5.311 tonnellate di stazza lorda; il tonnellaggio medio è pari 5,8 mentre la potenza media motore è di 50 kW per battello, caratterizzandosi così come piccole imbarcazioni dedite alla pesca entro le 12 miglia (piccola pesca costiera). I pescherecci per la piccola pesca rappresentano pertanto circa il 75% del totale dei pescherecci calabresi e oltre ad occupare la quasi totalità dei pescatori la piccola pesca, associa spesso indirettamente le loro famiglie nelle attività di commercializzazione delle catture. Poiché queste catture sono in genere di entità troppo modesta per essere sbarcate e vendute in porti diversi da quello di partenza, la piccola pesca svolge un ruolo importante nell’economia locale della Regione, nonché nel tessuto sociale della comunità. La piccola pesca rappresenta inoltre in Calabria un’importante tratto culturale delle zone costiere e contribuisce alla loro attrattiva come destinazione turistica. La produzione ittica della flotta peschereccia registra anche in Calabria una vistosa contrazione dei livelli produttivi. Il calo di catture è imputabile alla contrazione della capacità e, in minor misura, alla flessione della produttività unitaria; sono inoltre diminuite da circa un decennio le giornate lavorative e conseguentemente il numero degli imbarchi. In particolare in Calabria il programma FEP è stato strutturato in modo tale da dare risposte ai problemi esplicitati in premessa, aderendo pienamente alle politiche nazionali del settore. La nuova programmazione comunitaria (FEP), per il periodo 2007/2013, prevede per la Regione Calabria un importo complessivo pari a 75 milioni di Euro, di cui una quota pubblica pari a 50.454.678,00 Euro ed una privata pari ad 24.568.484,00 Euro, ripartita secondo gli Assi prioritari di seguito riportati: Assi Prioritari Importo 1 – Misure per l'adeguamento della flotta da pesca comunitaria 17.572.786,46 2 – Acquacoltura, pesca nelle acque interne, trasformazione e 31.376.132.26 commercializzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura 3 – Misure di interesse comune 19.767.276,69 4 – Sviluppo sostenibile delle zone di pesca 5.177.383,90 5 – Assistenza tecnica 1.129.582,34 TOTALE FEP Calabria 75.023.161,65 I 50.454.678,00 euro di contributo pubblico (comunitario + nazionale + regionale) rappresentano il 5,95% dei contributi pubblici destinati all’Italia pari a € 848.685.708,00. Nello specifico sino ad oggi sono stati pubblicati 4 bandi relativi ai primi 3 Assi (mis. 1.3, 2.1, 2.3 e 3.3) che hanno prodotto richieste per complessivi 40 milioni di euro a fronte di una disponibilità, per l’annualità 2009, di € 13.436.717,09. Al 31/12/2009 sono state impegnate risorse per complessivi € 8.772.663,70.
INTRODUZIONE ALLA GIORNATA DI STUDIO E INFORMAZIONE La giornata odierna vuole essere un prima occasione di confronto e approfondimento con le componenti del territorio regionale interessate alla gestione della risorsa marina, della fascia costiera e, in generale, delle attività presenti sul territorio a vario titolo legate al mare. Per questo motivo abbiamo chiamato il seminario “giornata di studio e informazione”: per caratterizzare i lavori odierni nel senso di una prima occasione di confronto e di dialogo. In questa giornata di studio sono stati volutamente inseriti degli argomenti di fatto distinti e che dovranno procedere su piani differenziati. Anche i possibili interlocutori sono estremamente differenziati. Nelle misure finanziarie relative all’Asse 1 “Adeguamento della flotta da Pesca Comunitaria“ vengono concessi contributi in un rapporto diretto individuale dell’ente finanziatore con i possibili singoli beneficiari: siano essi proprietari di imbarcazioni o pescatori. Anche per l’ Asse II, relativo al finanziamento di iniziative di “Acquacoltura” e di “Impianti di trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici “ il rapporto tra la Regione e i beneficiari è di tipo individuale, e direttamente legato alla valutazione di progetti presentati da singole persone fisiche o da società operanti nel settore. Gli interventi relativi agli Assi 3 e 4 del FEP sono invece di tipo completamente diverso e largamente innovativo riguardando il rapporto tra gli organismi deputati al finanziamento e gruppi portatori di interessi collettivi. Nell’Asse III “Misure di interresse comune” sono possibili interventi di carattere eterogeneo (adeguamento di porti, azioni pilota, campagne promozionali…), ma tutti caratterizzati dalla necessità di interazione tra soggetti appartenenti al mondo della pesca nel loro complesso. In questo Asse sono inoltre previsti interventi di natura collettiva volti alla programmazione della gestione della risorsa da parte delle comunità locali dei pescatori. E’ di questo tipo di interventi che si occuperà l’odierno seminario. Con questo nuovo approccio la programmazione relativa alla gestione delle risorsa marina parte quindi direttamente dai pescatori e dalla organizzazioni di categoria presenti lungo le coste calabresi che realizzano della proposte di gestione della risorsa marina, in una prospettiva di lungo periodo. Tali proposte dovranno essere contenute nei Piani di Gestione. A questa prima giornata di studio dovranno necessariamente seguire ulteriori momenti di incontro e confronto, sia a livello regionale che nazionale. Non si può infatti dimenticare che i Piani di Gestione Locale, dopo la fase concertativa svolta a livello regionale, dovranno poi essere sottoposti
all’approvazione finale del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, e tramite questo alla Commissione Europea. I caratteri dell’innovazione sono contenuti in maniera ancora più marcata negli interventi previsti dall’Asse IV del FEP “Sviluppo sostenibile delle zone di pesca“ che, per molti versi, ripercorrono il cammino già tracciato con l’approccio Leader nella precedente programmazione comunitaria. Anche qui si tratta di proposte di intervento che devono nascere direttamente dal territorio e riguardare lo sviluppo di iniziative legate alla valorizzazione della fascia costiera nelle sue varie componenti. Dovranno pertanto essere individuati gli attori responsabili dell’attuazione di tali progetti mediante la costituzione di Gruppi di Azione Costiera (GAC). Questi gruppi dovranno vedere un partenariato costituito non soltanto da pescatori, ma anche da altri soggetti, quali Enti pubblici, i GAL già esistenti, operatori industriali e turistici a vario titolo interessati ad attività riguardanti la fascia costiera, cooperative di pescatori, etc.. I Gruppi di Azione Costiera dovranno pertanto muoversi ed operare non con una logica di programmazione verticistica, ma con un approccio “dal basso verso l’alto“ raccogliendo le istanze realmente presenti sul territorio. Nel quadro di questa strategia il Gruppo di Azione Locale dovrà individuare i progetti che richiedono un finanziamento pubblico. I progetti presentati da un Gruppo di Azione Costiera dovranno quindi essere volti a creare realmente nuove opportunità imprenditoriali ed occupazionali attraverso un nuovo impulso alle attività della pesca in declino, sviluppando poli di ecoturismo, valorizzando il patrimonio naturale e architetturale, finanziando attività di formazione. Gli argomenti che saranno trattati sono quindi accumunati da un approccio di carattere innovativo rispetto ai precedenti strumenti di programmazione. La giornate odierna vede l’intervento di diversi relatori che cercheranno di individuare lo stato dell’arte sui due argomenti sopra citati. In particolare il Dott. Ceccarelli ricercatore dell’Enea verterà il proprio intervento sull’approccio sempre più diffuso di gestione integrata della fascia costiera: un approccio che è nazionale ma anche internazionale.
Il Dr Ponticelli che fa parte dello staff di assistenza tecnica al FEP della Regione Calabria presenterà nella propria relazione i dati di base sulle marinerie calabresi e sui dati demografici ed occupazionali alla base dei possibili progetti legati all’asse IV. La Dott.ssa Spedicato ha fatto parte del gruppo di lavoro incaricato dal Mipaaf di elaborare i Piani di gestione nazionali, sia per la costiera tirrenica che per quella ionica: tali piani di gestione nazionali sono il punto di partenza irrinunciabile, una sorte di “piano regolatore “ per l’elaborazione di tutti i piani di gestione Locale. Ci illustrerà inoltre come i piani di gestione abbiano una prospettiva di lungo periodo ben oltre la scadenza del programma FEP. Il Dr. Ricci infine, per Conto del Farnet, svolge assistenza tecnica alla Commissione Europea per la divulgazione degli aspetti procedurali e le iniziative concrete legate all’applicazione dell’asse IV del FEP. Dott. Enesto FORTE Autorità di Gestione FEP Calabria
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