IL FILO - Parrocchia della SS. Trinità

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IL FILO - Parrocchia della SS. Trinità
PERIODICO DELLA PARROCCHIA SS. TRINITÀ DI MILANO - Anno XI, n° 58 ter

                                                                        IL FILO
IL FILO - Parrocchia della SS. Trinità
INDICE
         PAGINA
                          3       ... e finalmente
                                  Pensiamo
                          3
                          4       I documenti
                          7       Già da tempo
                         17       Domande in libertà
                         19       Primi segni di ripartenza

                                                                In copertina:
                                       Quattro passi verso la cima (Valle del Carro - Ceresole Reale)

    PARROCCHIA SS. TRINITÀ - via G. Giusti 25, Milano, tel. 02 36 72 7100 - fax: 02 31 820 144
    IBAN IT 72 R 03069 09606 100000009678 presso Banca Intesa San Paolo
    don Mario Longo parroco - tel. 02 33 11 831 - 02 36 72 7100.7 - 338 79 85 284
    mail: dommariopad@gmail.com
    don Sergio Gianelli - tel. 02 36 72 7101 cell. 339 84 28 068
    don Francesco Zhao Shu - cell. 3778228967 - yanqing43@hotmail.com
    don Dennees Joseph - cell. 349 61 42 456 - ezhuthupurackal@gmail.com
    Segreteria: via Giusti, 27 aperta dal lun. al ven. ore 15.30 - 18 - tel. 02 36 72 7100 int. 4
    Oratorio: via Giusti 27-29 mail: oratorio.ss.trinita@gmail.com
    Bar: tel. 02 36 72 7100.2; Sacrestia: tel. 02 3672 7100.5; Radio tel. 02 3672 7100.6
    Centro Ascolto mercoledì e giovedì ore 16.30 - 18.30 - tel. 02 36 72 7100 int. 3
    Basket, Volley, calcio: s.r.l. TRI - via Giusti 27 - tel. 02 36 72 7100 / info@politri.it
    Sala Padovese - Teatro del Borgo - via Giusti 29 teatrodelborgomi@gmail.com cell.331 31 14 001
    Orario SS. Messe feriali 8.30 - 18.30 vigiliare 18.30 festive 8.30 - 10.30 - 15.45 (cinese) - 18.30
    Tutte le celebrazioni sono trasmesse in diretta audio e video sul sito: www.trinita.tv
    Email della redazione: redazione.filo@gmail.com

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    … No, non è un errore di stampa ma è la prima
    pro vocazione di questo fascicolo. Se andate
    avanti a leggere, non troverete interventi troppo
    allineati o politically correct e così con questo
    primo articolo vorrei cominciare ad abituarvi a ve-
    dere la realtà anche da un altro punto di vista. In
    pratica, con questo articolo fate un po’ di pale-
    stra…                                                  Pensiamo
    È importante quindi cominciare a cambiare pro-
    spettiva perché i problemi sono davvero molto          di Don Mario
    importanti e riguardano tutti i campi del nostro
    vivere quotidiano.                                    gli schiavi delle Piramidi, ore intere buttate ogni
    Pensiamo alla sanità salvata da eroi, (grandi         giorno e rubate alla famiglia per trasporti, per
    donne e uomini comuni) che hanno fatto il loro        straordinari molte volte non pagati… abbiamo fi-
    dovere in un contesto straordinario ma forse          nalmente scoperto il telelavoro, non dimentichia-
    sono da ripensare alcune scelte…                      molo, facciamo qualche sciopero in più per
    Pensiamo alla scuola il cui problema più impor-       ottenerlo e per ottenere un lavoro dignitoso per
    tante ora sembra essere quello dei distanzia-         tutti con un orario più umano che lasci il tempo
    menti e del reperimento degli spazi. Per anni e       per gli affetti e la ri-creazione personale…
    ancora oggi si sono affossate e asfissiate le          Pensiamo alla famiglia, dall’inizio alla fine, dal
    scuole paritarie che fanno un servizio pubblico       problema della casa, dei mutui che ti rendono la
    con la forzata chiusura di tanti luoghi educativi e   vita impossibile, che ti costringono a lavorare il
    formativi e ora non ci sono i fondi per accogliere    più possibile, pensiamo alle preoccupazioni nel
    gli alunni che allo stato e quindi a tutti noi, co-   mettere al mondo dei figli, pensiamo alla incapa-
    stano quasi il doppio della retta di ogni alunno      cità di stare insieme (vissuta molte volte in questi
    di scuola paritaria non statale. Non è che forse      giorni di lockdown), proviamo a quantificare il
    bisogna davvero arrivare a una scuola seriamente      tempo dedicato ogni giorno alla famiglia e so-
    formativa, liberamente scelta e gratuita per tutti?   prattutto ai figli?
    Lo stato risparmierebbe un mucchio di soldi…          Pensiamo alla Chiesa e alla comunità cristiana e
    nostri                                                su questo tema in particolare vi lascio ai prossimi
    Pensiamo al lavoro, molti vivono il lavoro come       interventi. Buona lettura
    porre percorsi nuovi e a fare un profondo discernimento sui «segni dei tempi».
    numero conterrà una serie di documenti e riflessioni che dovrebbero stimolare ciascuno di noi a pro-
    qual è la sua vocazione in questo tempo. Questo
    ciascuno di noi possa trovare e comprendere         di Don Mario
    flettere su tutto quanto è successo perché
    VOCAZIONI” perché vuol essere un aiuto a ri-
    ... e finalmente
    Il titolo di questo terzo numero del Filo è “PRO-
    prendere da capo lo stesso stile di vita.
    desiderio più nascosto era quello, invece, di ri-
    non doveva continuare come prima, ma forse il
                    Il pensiero comune è che tutto
              ripresa di tutte le attività.
              finalmente arrivò la fase 2, cioè la lenta

                                                                                                      E
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I documenti

    Il 21 aprile la Diocesi di Milano lanciava un ap-       ghiera in famiglia, lodevole ma forse troppo au-
    pello a tutti i fedeli della Diocesi per offrire        tonomo con il rischio di far passare l’idea che la
    consigli e riflessioni sulla Fase 2. La sera stessa      liturgia celebrata in parrocchia (soprattutto nel
    ho inviato in Curia questo documento.                   triduo santo) non fosse così indispensabile.
    ( https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-dio-        • Come parrocchia noi abbiamo riscoperto l’im-
    cesi/fase-2-la-diocesi-lancia-una-consultazione-        portanza della Famiglia come piccola chiesa do-
    tra-i-fedeli-317291.html )                              mestica (Concilio Vat.) e abbiamo coniugato la
                                                            bontà di questi due modi di essere chiesa, quello
    “Alcune riflessioni sull’esperienza vissuta in que-      social e quello tradizionale. Alle celebrazioni che
    sto tempo, esperienza bella perché è stata l’oc-        facciamo in streaming non abbiamo chiesto di
    casione per riscoprire il silenzio, la preghiera, uno   seguirle, vederle, partecipare ma di “concele-
    stile di vita monacale, i lavori casalinghi quoti-      brarle” insieme in famiglia e cioè mentre si se-
    diani e anche approfondire il pensiero sulla            guiva la Messa sullo schermo, le famiglie erano
    morte.                                                  invitate a fare alcuni gesti (accensione della can-
    1. Sulla partecipazione ai sacramenti e in parti-       dele, accensione di un cero pasquale, preparato
    colare all’Eucarestia:                                  in settimana con disegni, accensione della can-
    • I “social” almeno per chi li ha potuti utilizzare     dela del Battesimo, suono di campanelli o ap-
    sono stati strumento importante per mantenere           plausi alla finestra o ai balconi durante il suono
    i legami e i contatti con la comunità anche se a        delle campane all’annuncio della Resurrezione
    distanza. Attraverso questi si è data la possibilità    nella veglia del Sabato, preparazione della ta-
    ai fedeli di adempiere il precetto festivo, si è ri-    vola, offerta del pane, al centro della tavola, pre-
    cordato anche la possibilità del perdono dei pec-       parato in casa da tutti i componenti che hanno
    cati (naturalmente seguito al più presto possibile      offerto una manciata di farina come segno delle
    dalla confessione individuale) e si ha concesso         cose belle fatte in settimana, aspersione con
    anche l’indulgenza plenaria.                            acqua benedetta in ricordo del Battesimo, bene-
    • La comunità cristiana però, qualcuno afferma,         dizione del pane e distribuzione da parte di un
    non è certamente una comunità virtuale.                 genitore ribadendo e ricordando che NON è Eu-
    • Non si tratta secondo me, né di esaltare più del      carestia ma segno della comunione in famiglia,
    dovuto i social ma nemmeno di demonizzarli,             genuflessione, scambio della pace, in piedi al
    sono uno strumento e possono continuare ad es-          vangelo, seduti alle lettura, vestiti almeno con un
    serlo anche nella fase 2, 3….                           indumento festivo…. Così che la celebrazione in
    • Allora una proposta per risolvere la questione        streaming è entrata nelle case quasi in 4D. I dati
    è stata quella di organizzare momenti di pre-           di riscontro, documentati mi hanno fatto capire

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che hanno partecipato ancora meglio e più atti-         zieri…) come risolvere il problema? E soprattutto
vamente che non quando la domenica ci si tro-           il problema del numero dei sacerdoti.
vava in chiesa.                                         • Bisogna anche riflettere e far riflettere il popolo
• Una riflessione su questo ci pone delle do-            di Dio e noi preti sul perché andare a Messa, se
mande.                                                  l’unico motivo è un precetto, cercherò la messa
• È vero che la comunità si esperimenta anche           che mi fa più comodo non quella della mia co-
nella presenza fisica ma sempre e solo necessa-          munità! Magari pesante, brutta, ma MIA. Oggi
riamente in una chiesa parrocchiale? Non si può         tutti sentono o dicono di sentire la nostalgia
sottolineare e trovare anche alcune forme di par-       della Messa in parrocchia e della comunione, fac-
tecipazione “ecclesiale” anche con la partecipa-        ciamo leva su questo per farli riflettere. Certo che
zione attiva della piccola Chiesa domestica (se         le messe andranno davvero preparate accurata-
no che chiesa è?). Anche in casa faccio espe-           mente assieme a tutti i ministri che servono alla
rienza di chiesa, magari piccola, ma chiesa.            celebrazione, dai lettori, ai fiori, dagli arredi, dai
• Il fatto che molti “cristiani” soprattutto a Milano   canti, dai ministranti… e dal celebrante (vedi pre-
ormai hanno l’abitudine di andare a fare week           dica…)
end (non solo per svago ma anche per visita a           Piccola bibliografia:
parenti…) e saltare completamente la Messa,             Pastorale 4.0 – Armando Matteo – Ancora
non si potrebbe insistere che almeno partecipino        Il segno delle chiese vuote – Tomas Halik – Vita
(come detto sopra alla Messa della propria par-         e pensiero
rocchia in streaming, certo sottolineando solo in       Triduo pasquale in famiglia – Anselm Grum – San
casi eccezionali…? Una comunità si costruisce           Paolo
sull’Eucarestia partecipata e certamente non            Il potere della speranza – Josè Tolentino Men-
senza una messa o con una messa anonima                 donça – Vita e pensiero
presa per comodo.                                       Carlo Maria Martini – Commento a 2 Tim.
• Forse è giunto il tempo di riscoprire gesti della     2. Per quanto riguarda la riapertura degli oratori,
tradizione che ritmavano il tempo e le giornate         dei centri estivi e dei campi estivi.
delle nostre famiglie (vedi riflessione di C. M.         • Innanzitutto si dovrà far capire che i ragazzi non
Martini nel commento a 2Tim.), per celebrare            potranno stare chiusi in casa ancora per troppo
vere liturgie familiari (magro del venerdì, l’ange-     tempo e che ci saranno problemi per chi avrà i
lus, confessione frequente, celebrazione delle          genitori entrambi al lavoro insistendo però sulla
grandi feste della nostra fede anche con gesti e        validità sotto tutti i punti di vista del lavoro a
preghiere in famiglia…)                                 casa, magari alternando padri e madri.
• Abbiamo fatto in questi ultimi anni la scelta che     • Gli oratori sono disponibili, a determinate con-
ha fatto la sanità del nostro paese cioè costruire      dizioni, a svolgere questo servizio educativo già
grandi ospedali e dimenticare i piccoli presidi sa-     a partire da giugno fino a settembre.
nitari nei quartieri. Nella fase 2 non potremo più      • Le condizioni sono naturalmente dettate dalle
pretendere di avere poche messe con tanta               norme igienicosanitarie che verranno stabilite.
gente ma forse, purtroppo, dovremo aumentare            • Nel frattempo pensiamo che
il numero delle messe per distribuire le pre-           • Come primo impegno è quello di sanificare
senze…. Ma queste messe in parrocchia corre-            mediante l’impiego di ditte certificate tutti gli
ranno il rischio come nel passato di creare             ambienti sia all’aperto che al chiuso della parroc-
comunità a sé stanti con caratteristiche a volte        chia, e stipulare un contratto di igienizzazione
troppo omogenee. (Messa dei bambini, messa              continuo, offrendo anche dispositivi di prote-
degli anziani, messa dei ricchi, messa dei vacan-       zione e distributori di gel disinfettante. Sarebbe

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giusto che venissero dati dei contributi da parte        così da non creare problemi di smaltimento. Le
    del Comune, della Regione o dello stato. Si              mascherine naturalmente hanno ottenuto il bre-
    chiede che tipo di sanificazione preferire, quello        vetto e la certificazione prevista. La fabbrica è la
    mediante ozono o quello con perossido di idro-           Cappello Group di Ragusa con la quale ho già
    geno. È sempre buona norma anche verniciare i            avuto contatti.
    muri con vernice catalitica (cosa già fatta da           • Dove è possibile invece di turnare i ragazzi a
    tempo nel nostro bar) e verificare l’efficacia             giorni alterni o tra mattina e pomeriggio, sa-
    anche di lampade a raggi ultravioletti. Tenere           rebbe meglio dare l’accesso a ore alterne in
    conto anche della sanificazione importante dove           spazi diversi, per esempio le prime due ore i
    ci sono apparecchiature a conduzione di aria             rossi sono nelle aule, poi altre due vanno sul
    (Condizionatori).                                        campo di calcio poi sul campo di basket al
    • Organizzare un corso di conoscenza, di infor-          chiuso e poi su un altro campo all’aperto e così
    mazione e di formazione per tutti coloro che si          possono durante la giornata turnare 4 squadre.
    assumeranno la responsabilità di fare da educa-          Anche la visione di un film, per esempio, può es-
    tori-animatori nei confronti di un numero di ra-         sere possibile mantenendo le distanze regola-
    gazzi adeguato e agli spazi destinati alla attività.     mentari. Per quanto riguarda i giochi di squadra
    • Ricordare che il parroco è responsabile della          penso non ci siano problemi come sembra non
    sicurezza e della salute di chi frequenta la par-        ci siano per i campionati (altrimenti vorrebbe dire
    rocchia e quindi anche l’oratorio per cui pure lui       che dove regna il dio denaro si può mentre…)
    dovrà avere una adeguata e certificata prepara-           •       Per il pranzo insieme, sarebbe bene farlo
    zione.                                                   gestire da un service con porzioni preconfezio-
    • Fatto questo si dovrà calcolare la superficie e         nate e sigillate. I ragazzi potrebbero mangiare
    il numero degli spazi all’aperto e/o al coperto          uno per tavolino e in numero adeguato alle
    (aule, palestre, portico, cappella…) per poter           norme, magari su due turni se il numero fosse
    calcolare secondo i parametri stabiliti il numero        eccessivo. Ogni oratorio, poi, dovrà fare i conti
    massimo di presenze contemporanee.                       con gli animatori e gli adulti disponibili.
    • Per non creare assembramenti, dove è possi-            • Per quanto riguarda invece le vacanze e i
    bile stabilire più ingressi in oratorio (per esempio     campi scuola, forse trovare un albergo o una
    il nostro ne ha 5 su tre vie differenti). con percorsi   struttura abbastanza isolata sarebbe possibile
    di accesso dedicati e con la minima possibilità di       pensare qualcosa.
    contatto fisico con le strutture (porte, corri-           • È possibile un monitoraggio anche di tutti gli
    mani…) Ad ogni ingresso verrà provata la tem-            educatori animatori con tamponi?
    peratura e verificata l’adeguatezza delle                 • Forse non tutti gli oratori avranno le caratteri-
    protezioni, mascherina e guanti. A questo pro-           stiche minime ma si deve insistere con le autorità
    posito, invece della solita maglietta dell’oratorio      affinché stabiliscano norme precise e non diano
    di colore diverso, ci potrà essere una mascherina        il parere negativo sulla apertura di qualsiasi cen-
    o guanti di colore diverso. Ogni colore avrà un          tro estivo o di aggregazione come invece è suc-
    ingresso a lui dedicato e un accesso diretto a un        cesso per le chiese. (La nostra, per esempio,
    settore dell’oratorio. Per metà maggio dovreb-           potrebbe contenere almeno 230 persone osser-
    bero essere in produzione mascherine in gomma            vando anche le distanze di sicurezza di 2 mt.)”
    trasparenti di per sé riutilizzabili e igienizzabili

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Già da tempo
                                                   di Don Mario

Già da tempo, prima della pandemia, era in atto nella Chiesa una riflessione profonda sulla pa-
storale. Alcuni libri che vi consiglio avevano già evidenziato alcune criticità e sofferenze.
Per esempio:

                              Armando Matteo
                              Pastorale 4.0
                              Eclissi dell’adulto e trasmissione della fede
                              alle nuove generazioni

                              In particolare per chi non ha voglia di leggere tutto questo
                              contributo, che comunque ne vale la pena, può soffermarsi
                              sul capitolo 10 - La Chiesa del futuro. Dieci cose che si possno
                              fare subito.

Un certo disagio, soprattutto dei parroci e in genere dei sacedoti, era stato messo in evidenza,
anche se a volte in maniera scherzosa, da alcuni testi che vi propongo

                              Thomas Frings
                              Così non posso più
                              fare il parroco.
                              Vi racconto perchè

                                                      Jean Mercier
                                                 Il signor parroco
                                                 ha dato di matto

                                                                                                   7
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Altri contributi interessanti prima della pandemia possono essere i due seguenti:

                                   Tomáš Halík
                                   Il segno delle chiese vuote
                                   Per una ripartenza
                                   del cristiamesimo

                                              José Tolentino Mendonça
                                               Il potere della speranza
                                                   Mani che sostengono
                                                     l’anima del mondo

    Ma se già prima del lockdown c’erano questi fermenti, il piccolo virus ci ha invitato forte-
    mente a riflettere sul futuro della chiesa e della pastorale. Uno dei contibuti più significativi,
    anche perché fatto in collaborazione con altri teologi, è quello del vescovo di Pinerolo Derio
    Olivero, che si è ammalato di Covid e ha visto il volto di Dio rischiando la morte.

                                    Derio Olivero
                                    Non è una parentesi
                                    Una rete di complici
                                    per esser assetati di novità

                                    In questo libro, fra gli altri, c’è il contributo di padre
                                    MichaelDavide Semeraro, che ho avuto il piacere di incontrare
                                    per riflettere e confrontarci insieme du questo tema.

    Sempre Semeraro ci viene offerta una sua riflessione sotto forma di una lettera a un vescovo.

                                           Lettera a un Vescovo

                                                                            Mattino del 27 Aprile 2020
     Carissimo Vescovo,
     permettimi di condividere con te la riflessione di questa mattina. Penso alla reazione forte della
     CEI alla dichiarazione del Presidente del Consiglio circa la famigerata "fase 2". Se ho capito bene,
     si invoca la "libertà di culto" per reagire alla delusione del mantenimento delle restrizioni circa
     le celebrazioni liturgiche con la sola eccezione per i funerali. Non ritengo assolutamente di co-
     noscere l'insieme della questione e non penso di avere né soluzioni da proporre, né approcci

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IL FILO - Parrocchia della SS. Trinità
più saggi di quello di chi è costituito in autorità nella Chiesa. Ma condivido con te questa sug-
gestione che mi è salita dal cuore passando dalle “ultime notizie” all'angolo della mia cella in
cui mi dedico alla Lectio divina:

Libertà di culto o libertà nel culto?

Proprio in forza del Vangelo e del mistero pasquale di Cristo Signore, ciò che ci caratterizza non
è solo la libertà di culto, ma anche la libertà da un certo culto, che permette di maturare un bene
cristiano prezioso: una libertà nel culto. Se con le altre religioni condividiamo la giusta rivendica-
zione della libertà di culto per tutti, precipuo di ciò che il Cristo ci ha "guadagnato" è che la no-
stra pratica di fede non si identifica con il culto. In alcuni momenti, il culto si può trascendere,
senza venir meno alla fedeltà discepolare.
Un miracolo che era avvenuto fin qui era la serena alleanza tra la Chiesa, lo Stato e persino la
scienza. Gli unici che si sono opposti a questa serena assunzione di responsabilità sono stati i
tradizionalisti e quei politici stigmatizzati da papa Francesco in Gaudete et Exsultate 102. Taluni
invocano la "religio" e la "christianitas", ma così poco conoscono del profumo sottile e sempre
eccedente del Vangelo di Cristo.
Mi auguro vivamente che i vescovi del nostro Paese non prestino oltre il fianco alla tentazione,
in nome del culto, di perdere un appuntamento storico per rimettere al primo posto il Vangelo.
Anche quando i sacramenti non possono essere celebrati, il Vangelo è sufficiente come sorgente
di comunione tra i discepoli e di carità verso tutti.
Spero tanto che la nostra Chiesa in Italia non ceda alla tentazione di passare dalla testimonianza
appassionata, serena e creativa ad una denuncia di non riconoscimento del "diritto di culto" as-
sumendo la postura di "perseguitata". Questo rischia di rendere vano il grande guadagno di
queste settimane difficili in cui siamo stati capaci di vivere in regime di alleanza nella consape-
volezza che nessuno sa bene come comportarsi per evitare il peggio e cercare il meglio. Non
penso che si possa accusare il Governo in carica della colpa di "incertezza", quando la situazione
non permette di capire l'evoluzione della pandemia.
Sarebbe un peccato passare dall'accompagnamento dei fedeli a vivere serenamente le restrizioni
imposte, a lanciarsi in una "crociata" sul diritto alla "libertà di culto". Sinceramente, penso non
si possa nemmeno minimamente immaginare che il nostro Governo attuale voglia calpestare la
libertà di culto proprio mentre persino i nostri fratelli musulmani, nel tempo sacro del Ramadan,
hanno serenamente accettato di viverlo in modo diverso. Forse è più vero che le forze politiche
potrebbero approfittare di questa crepa che si è creata nelle ultime ore per far rientrare alcune
pressioni tanto "cattoliche" quanto poco "evangeliche". Penso in particolare al senso ampio
della vita di fede e l'attenzione ai più poveri.
Come discepoli del Risorto possiamo andare al Tempio come facevano i primi cristiani e "spez-
zare il pane" a casa. Se questo non è possibile o diventa troppo pericoloso o semplicemente in-
certo abbiamo sempre le nostre “serene catacombe” dove con fiducia attendiamo tempi migliori
senza inutili agitazioni. Il Cristo Signore ci dona, con le sue parole e i suoi gesti, di vivere il culto
senza identificarci con il culto.
Il dialogo magnifico tra il Signore Gesù e la Samaritana può esserci di guida, di luce, di pace.
Vedo il rischio di sprecare ciò che siamo stati capaci di recuperare stupendamente in queste set-
timane prestando il fianco a posizioni che difendendo la religione, in realtà, hanno a cuore la

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preservazione di un mondo di privilegi e di egoismi. La nostra fede in Cristo ci spinge piuttosto
      ad una rinuncia unilaterale ai nostri diritti per portare insieme agli ultimi i  di doveri con-
      divisi per rendere più prossimo il Regno di Dio. Se anche fossimo gli ultimi tra gli ultimi a ritrovare
      la possibilità di radunarsi nelle nostre chiese, potremmo portarlo con grazia e perfino con ele-
      ganza.
      Quando parla un Vescovo si esprime il Collegio dei vescovi, successori degli apostoli.
      Quando si parla ad un Vescovo, ci si rivolge al Collegio dei vescovi, successori degli apostoli.
      E' quello che sto facendo all'alba di questo giorno nel tempo che dedico abitualmente alla Lectio
      divina: attraverso di te chiedo ai Vescovi della Chiesa che è in Italia di non rendere vana la libertà
      che Cristo ci ha conquistato con la sua morte in croce. Di questo mistero l'Eucaristia è memoria
      irrinunciabile. Eppure, la nostra vita di battezzati - anche senza Eucaristia - è incarnazione nella
      realtà che rimane più grande di ogni idea dogmatica e di pratica anche cultuale.
      In ultimo, mi sento di rammentare che sempre si debba vigilare nel purificare ogni presa di po-
      sizione sugli ideali e i principi, dalla nostra paura di aprirci all'inedito e al nuovo accettando anche
      di rinunciare alla nostra influenza e, persino, al nostro potere religioso.
      Ti chiedo scusa di importunarti così presto al mattino e spero tu possa accogliere la confidenza
      di un monaco che spera di morire cristiano.
      Ti chiedo di benedirmi e di correggermi se ti sembra necessario.

                                                                                           fr MichaelDavide

     Fioriscono anche libri e sussidi anche da parte dei responsabili della pastorale giovanile per
     celebrazioni familiari che, secondo me, però, hanno il limite di non tenere conto della possibilità
     di pregare insieme non solo in famiglia ma con tutta la comunità attraverso lo streaming o in-
     ternet. Uno di questi sussidi:

                                                          Anselm Grün
                                                          Celebriamo il Triduo Pasquale
                                                          in famiglia

        Tra i numerosi documenti consigliati non sarebbe il caso ogni
      tanto di andare a rileggersi gli articoli della Costituzione italiana?

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Per lasciarvi un po’ di respiro, vi offro questi versi:

                                       E la gente rimase a casa
                                        E la gente rimase a casa
                                          e lesse libri e ascoltò
                                       e si riposò e fece esercizi
                                           e fece arte e giocò
                                    e imparò nuovi modi di essere
                                                 e si fermò
                                      e ascoltò più in profondità
                                           qualcuno meditava
                                            qualcuno pregava
                                             qualcuno ballava
                                 qualcuno incontrò la propria ombra
                          e la gente cominciò a pensare in modo differente
                                             e la gente guarì.
                                  E nell’assenza di gente che viveva
                                            in modi ignoranti
                                                 pericolosi
                                      senza senso e senza cuore,
                                  anche la terra cominciò a guarire
                                        e quando il pericolo finì
                                           e la gente si ritrovò
                                      si addolorarono per i morti
                                          e fecero nuove scelte
                                      e sognarono nuove visioni
                                   e crearono nuovi modi di vivere
                                 e guarirono completamente la terra
                                     così come erano guariti loro.

 Art. 30. È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli

 Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
 La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini
 e gradi.
 Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
 La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve as-
 sicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli
 alunni di scuole statali.
 È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione
 di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

                                                                                                            11
Un valido contributo profondo e conciso mi sembra sia quello della Conferenza Episcopale
     Campana. Un intervento profondo e sintetico che vale la pena di leggere.

      1. Introduzione
      Nel messaggio ai sacerdoti del 13 maggio noi vescovi ci impegnavamo ad offrire una lettura sa-
      pienziale di quanto sta accadendo: «Su questa lettura sapienziale e sulla ricaduta pastorale di
      quanto sta avvenendo noi vescovi ci impegniamo a riflettere per accompagnare le nostre comu-
      nità e aiutarle a leggere i segni dei tempi con gli occhi della fede». È quello che facciamo oggi,
      ed è un momento significativo della nostra Conferenza: non siamo riuniti per affrontare aspetti
      particolari, ma stiamo dedicando un intero incontro esclusivamente al discernimento, guidati
      dalle parole di Papa Francesco e tenendo lo sguardo fisso alle nostre comunità.

      2. Leggere questo tempo con gli occhi della fede
      «Il popolo di Dio, mosso dalle fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore,
      che riempie l’universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni,
      cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della pre-
      senza o del disegno di Dio» (GS n. 11). Come interpretare la crisi attuale, quali lezioni ricavarne,
      e come riconoscere il “nuovo” di Dio? Quali cose lasciar cadere e quali mantenere? «Come cam-
      bieranno le cose? Come saremo? Cosa ci chiede il Signore in questo tempo? ... Senza dubbio,
      ci sarà una profonda cesura rispetto al passato. Per questo, sono necessari strumenti di riflessione
      per capire alla luce della fede quanto stiamo vivendo … Quello presente è un Kairós, che porta
      con sé delle opportunità» (Comunicato del Consiglio Permanente della CEI, 16 aprile).
      Dobbiamo riconoscerlo: noi non siamo abituati a questo esercizio della fede, a leggere cioè i
      “segni dei tempi”, a cogliere, attraverso gli avvenimenti, i richiami, gli appelli. È un esercizio a
      cui non siamo abituati, come purtroppo dimostra il fatto che, anche in questa emergenza, siamo
      forse più preoccupati della ripresa della celebrazione dei sacramenti piuttosto che di “discernere
      l’oggi di Dio”.
      Eppure una Chiesa dovrebbe essere capace di leggere in maniera sapienziale la storia. La storia
      è un luogo teologico, è il luogo di rivelazione, è il luogo attraverso il quale Dio interpella la nostra
      vita e la nostra missione. Il Signore chiama attraverso la storia, attraverso il vissuto del mondo e
      dell’umanità; oggi siamo tutti tentati, noi operatori pastorali, di portare avanti una pastorale di
      iniziative e di attività. La pastorale, prima di essere attività, è discernimento, ascolto dello Spirito
      e ascolto delle domande delle persone. Una corretta pastorale presuppone una corretta teolo-
      gia.

      3. La barca nella tempesta
      Vogliamo leggere quanto è accaduto e sta accadendo come un appello, un richiamo, e vedere
      la crisi come grazia. Leggere con gli occhi della fede la situazione presente significa chiedersi:
      cosa vuole il Signore da noi, cosa vuole dirci attraverso questi fatti, quale lezione imparare dagli
      avvenimenti che viviamo? È quello che ha fatto in questo tempo Papa Francesco, il quale ha ac-

12
compagnato il popolo di Dio lungo il periodo della pandemia, in particolare in quella stupenda
meditazione nella sera del 27 marzo. Già leggere e meditare quel testo sarebbe sufficiente per
un esercizio di discernimento. Il Papa, in quella meditazione, dopo aver descritto quanto stava
accadendo con l’immagine evangelica della “tempesta”, aggiunge: «Signore, tu ci rivolgi un ap-
pello, un appello alla fede. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “convertitevi”,
“ritornate a me con tutto il cuore”. Ci chiami a cogliere questo tempo come un tempo di scelta.
Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e
cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la
rotta della vita verso di te, Signore, e verso gli altri». La tempesta ci invita a rivedere “le nostre
agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità”. E questo a livello personale, sociale, ed
ecclesiale.

4. “È il tempo di reimpostare la rotta della vita” (Papa Francesco)
Non è possibile qui indugiare analiticamente sulle cose da imparare da quanto stiamo vivendo.
Le abbiamo lette o apprese dai tanti mezzi di comunicazione, dalla rete, ecc. Sia pure come
esemplificazioni, tentiamo di esplicitarne alcune.
Il senso del limite, personale e sociale; il ridimensionamento dell’illusione di onnipotenza; nessuno
si salva da solo; il valore del tempo che viviamo; l’importanza di essere vicini e di essere distanti;
il grande sentimento di solidarietà…
Cosa siamo diventati dopo questa pandemia, sia come comunità ecclesiale sia come comunità
civile? A cosa siamo chiamati? Cosa possiamo diventare? Quando potremo tornare finalmente
alla normalità? Era “normale” il nostro modo di vivere prima? O forse Dio ci chiede proprio di
non tornare a quella “normalità”, che fa sistematicamente a meno di Lui emarginandolo?

5. “Perché tutto non sia come prima”
La crisi che stiamo vivendo è un giudizio, ma anche certamente una grande occasione che non
possiamo permetterci di sprecare. Certo, essendo la situazione in evoluzione, non è possibile
formulare programmi “ad ampio respiro” e indicare con precisione le cose da cambiare e quelle
da assumere oggi e per l’immediato futuro.
In questo tempo di pandemia la Chiesa si è trovata a vivere un passaggio di grave difficoltà e in-
sieme l’apertura di inattese possibilità. Questo tempo ha fatto emergere con più evidenza tutte
le problematiche pastorali, teologiche e spirituali con cui la Chiesa si confronta da decenni.
Certamente, tuttavia, questa pandemia ci costringe a ripensare la pastorale e ad accelerare quel
rinnovamento prospettato dal Concilio e continuamente sollecitato da Papa Francesco, il quale
ci dice, in molti modi di ripensare le pratiche pastorali in nome di un cambiamento d’epoca che
stiamo vivendo e nella direzione di una Chiesa “in uscita”: «La pastorale in chiave missionaria
esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”» (EG n. 33). «Ci
troviamo dinanzi ad una situazione per noi nuova ed inattesa, che costringe a maturare un diverso
modo di pensare, a cercare vie nuove per servire il popolo di Dio. Il Signore parla nella storia e
ci chiede di accogliere con fiducia la Sua volontà, la quale si manifesta anzitutto nell’evidenza
dei fatti» (Libanori). «Non è una parentesi! Questo tempo parla, ci parla, urla. Ci suggerisce di
cambiare» (Derio Olivero). Insomma una lettura sapienziale dell’esperienza della pandemia «non
può prospettare il semplice ritorno alla situazione di prima, augurandosi di riprendere l’aratro da
dove si era stati costretti a lasciarlo» (Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede e la

                                                                                                         13
Catechesi, “È risorto il terzo giorno”. Una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia,
     pag. 19).
     Prima che sia troppo tardi: «Mi chiedo se questo tempo di chiese vuote e chiuse non rappresenti
     una sorta di monito per ciò che potrebbe accadere in un futuro non molto lontano: fra pochi anni
     esse potrebbero apparire così in gran parte del nostro mondo. Non ne siamo già stati avvertiti
     più volte da quanto è avvenuto in moti paesi, dove sempre più chiese, monasteri e seminari si
     sono svuotati o hanno chiuso? … Forse questo tempo di edifici ecclesiali vuoti mette simbolica-
     mente in luce il vuoto nascosto delle chiese, e il loro possibile futuro se non si compie un serio
     tentativo per mostrare al mondo un volto del cristianesimo completamente diverso» (T. Halik, “Il
     segno delle chiese vuote. Per una ripartenza del cristianesimo”, Vita e pensiero – e-book).

     6. “Una nuova immaginazione del possibile” (Papa Francesco)
     Come si è detto prima, non è possibile indicare con precisione le cose da cambiare e quelle da
     assumere oggi e per l’immediato futuro, considerata la situazione in evoluzione.
     Più che il tempo di dare risposte, questo è il tempo di intercettare domande. Bisogna con co-
     raggio innanzitutto cogliere le domande e, poi, con pazienza e costanza, lasciandosi guidare
     dallo Spirito Santo e illuminare dalla Parola di Dio, operare un “discernimento comunitario”, che
     permetta alle nostre Chiese di rivedere il proprio cammino alla luce del passaggio doloroso del
     Covid-19.
     Tuttavia, proviamo a suggerire forme nuove di azione pastorale, che sono state già sperimentate,
     anche se in piccolo, in questo periodo che abbiamo vissuto. Proprio in epoche come queste lo
     Spirito Santo ha suscitato nuovi santi, iniziative inedite, modelli nuovi di vita pastorale. Svilup-
     piamo quei germi di novità pastorale che già sono emersi in questi mesi. Proviamo ad elencarli
     velocemente.

     6.1 In questo periodo, per esempio, proprio grazie ai social media, le nostre comunità hanno
     raggiunto molte persone: come continuare a coinvolgerle anche dopo? La pandemia ha toccato
     nell’animo diverse persone: è a loro che dovremo guardare con nuove proposte di evangelizza-
     zione. Il passaggio dell’epidemia, infatti, ha confermato, se ce n’era ancora bisogno, che “non
     siamo nella cristianità, non più!” (Papa Francesco).

     6.2 Da fine febbraio non abbiamo più potuto vivere la normalità del nostro essere gente di
     Chiesa: niente messe, niente catechismo, niente prove di canto, niente riunioni di ragazzi e gio-
     vani, di giovani sposi, niente attività di oratorio, niente feste parrocchiali, ma è nelle case che
     stava succedendo qualcosa di veramente buono ed è da lì che dobbiamo partire.
     In preparazione alla Pasqua, le Diocesi hanno elaborato sussidi su come celebrarla in casa attra-
     verso la preghiera, anche con i segni. Parecchi hanno pregato nelle case il Giovedì santo: hanno
     pregato sul pane, lo hanno spezzato, hanno lavato i piedi ai propri familiari; il Venerdì santo,
     l’adorazione della Croce al centro del tavolo; a Pasqua, la benedizione della mensa.
     Abbiamo scoperto la preghiera in famiglia; non abbiamo mai visto tanta gente pregare in famiglia
     come adesso, malgrado non ci siano state le messe con i fedeli. Spesso nelle nostre parrocchie,
     al di là dei sacramenti e poco altro, non c’è più niente: sacramenti, messe, qualche gruppo, il ca-
     techismo. Invece sta nascendo e vivendo di più la dimensione domestica, familiare: questa sarà
     la nostra salvezza! Nelle famiglie, nella preghiera in famiglia.

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Bisogna recuperare quello che il Concilio ha detto da cinquant’anni, ma che abbiamo trascurato:
il sacerdozio battesimale. Tutti i battezzati sono sacerdoti: c’è un sacerdozio ministeriale, quello
dei presbiteri certo, ma c’è un sacerdozio di tutti i battezzati. Ebbene, noi crediamo che questo
non deve andare perduto! Dobbiamo riconoscerlo: come Chiesa ci siamo concentrati nel passato
solo sulla Messa, a cui, riconosciamolo, è abbastanza facile “assistere”; e senza Messa non sap-
piamo più cosa dire al Signore! Solo Messa, e niente più? Tutto Messa? Certo, la Messa è il mas-
simo, il culmine, è la forma più perfetta della preghiera cristiana ma non esiste solo la Messa!
Ecco: recuperare questo sacerdozio battesimale che si è manifestato in questi mesi, soprattutto
in famiglia, nella preghiera in casa.
Ma le nostre comunità sono in grado di pregare con la Parola? Le abbiamo educate alla riflessione
sulla Parola di Dio? A fare Centri del Vangelo nei condomini, nelle case, ad essere loro i prota-
gonisti della vita pastorale?

6.3 La catechesi
Le forme normali di catechesi sono state sospese, perché richiedevano il radunarsi di più persone
in luoghi chiusi, ma forse sta nascendo un modo nuovo di formare un pensiero a partire dalla
fede. In questi giorni è nata l’esigenza di interpretare il tempo che stiamo vivendo. Un desiderio
di riflessione, pensieri, interpretazioni che, alla luce della fede, aiutino a dare un senso, a trovare
una saggezza, a vivere da credenti il tempo perché diventi un tempo di grazia. Questo desiderio
ha trovato nuove vie di comunicazione: sono circolate riflessioni, testimonianze che poi le persone
facevano circolare per mezzo dei social media.
È vero, nella rete circola anche molta spazzatura, anche religiosa, forme di “devozionalismo sel-
vaggio”. Ma se creassimo gruppi che invece selezionassero testi, riflessioni di qualità, e li propo-
nessero ai fedeli, alla gente, per aiutare a riflettere e meditare, anche per un desiderio di
confrontarsi, di incontrarsi, per scambiare le riflessioni, insieme o a piccoli gruppi: non è forse
questa una forma di catechesi? Non potrebbe ispirare nuove modalità di formare un pensiero
alla luce della fede?

6.4 La liturgia
Non si può negare che siamo stati colti alla sprovvista da questa situazione. Il senso di smarri-
mento ha portato anche a forme di pseudoliturgia selvaggia. A chi, in queste settimane, non è
capitato di ricevere sui social dei video di sacerdoti che hanno fatto un uso improprio della liturgia
o di alcuni aspetti cultuali? Abbiamo visto di tutto e di più. Abbiamo sorriso di fronte a questi
video, ma poi, riflettendoci, abbiamo pensato che il fenomeno potesse nascondere cause ben
più serie sulle quali vale la pena interrogarsi. Comunque nei giorni della pandemia si sono aperti
nuovi spazi di celebrazione che potrebbero essere valorizzati.

6.5 La carità
Nel tempo dell’epidemia si è sviluppata la “fantasia della carità” (Giovanni Paolo II). Non solo il
solito pacco – necessario, oggi la gente non riesce neanche a riempire la tavola! – ma anche
nuove iniziative come: la disponibilità a fare la spesa per chi non poteva uscire di casa; un numero
sempre attivo per il Centro di ascolto; un telefono amico per le persone sole, in difficoltà; l’arrivo
di nuovi volontari; l’utilizzo dei social media per contattare e tenere in rete i bisogni; il legame
con altri Centri di ascolto coordinandosi meglio.

                                                                                                         15
6.6 Prendersi cura delle relazioni
      Ad essere stato provato in questa fase è il tessuto delle nostre comunità ecclesiali, a rischio di di-
      spersione e di smarrimento. A questo scopo è necessario prendersi cura delle relazioni personali.
      I fedeli vanno cercati uno per uno, con la discrezione necessaria, ma anche con la cordialità e
      l’interessamento sincero. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza delle relazioni all’interno, tra
      collaboratori, praticanti… Abbiamo bisogno di creare in parrocchia un luogo dove sia bello tro-
      varsi. E che ciò traspaia all’esterno, a quelli che compaiono qualche volta per far celebrare i sa-
      cramenti. Ai nostri presbiteri bisogna dire che è emersa in questo tempo una forte domanda di
      ascolto che va recepita.
      Abbiamo scoperto l’importanza delle relazioni. Se il vuoto di questi giorni ha fatto crescere in
      noi la nostalgia dell’amicizia, delle relazioni, perché non ci bastano le relazioni virtuali, allora chie-
      diamo allo Spirito di farci tornare in comunità, non per riprendere il ritmo forsennato delle tante
      attività ma per curare meglio la qualità delle relazioni.

      6.7 Impegno profetico
      Insieme con gli uomini e le donne di buona volontà le nostre comunità sono chiamate ad un im-
      pegno profetico, denunciando il taglio che negli ultimi anni è stato operato nel nostro Paese
      verso la sanità.
      Inoltre un impegno profetico per la salvaguardia del creato.
      In questo tempo, infatti, si è constatato come è vero che c’è connessione tra gli uomini e il creato;
      la crisi del Covid-19 ha evidenziato che “tutto è connesso” e che «non ci sono due crisi separate,
      una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Laudato
      si’ n. 139).

      7. Conclusione
      Il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ha fatto emergere quella crisi nella quale
      già vivevamo. Nella “ripartenza” stanno venendo fuori forti resistenze da parte di quelli che con-
      siderano questo periodo una parentesi da superare. Esortiamo presbiteri, religiosi e operatori
      pastorali a superare le resistenze e ad “investire” su quello che lo Spirito in questo tempo dice
      alle nostre Chiese.

      Pompei, 3 luglio 2020
                                                                                  Il Vescovi
                                                                    della Conferenza Episcopale Campana

     Un altro documento, certamente più corposo, ma che vi invito a leggere è l’Istruzione
     “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizza-
     trice della Chiesa” a cura della Congregazione per il Clero, 20.07.2020, di cui vi do il link

      https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/07/20/0391/00886.html

16
?
Dopo tutto quanto abbiamo visto sopra vi
propongo queste domande per provocarvi a
suggerire risposte per programmare insieme
                                                                          Domande
                                                                             in libertà
                                                                            di Don Mario______________

                                                        (febbre, mascherine, sanificazione…) e nem-
                                                        meno un compito da buttafuori. Chi accoglie
                                                        non è un Kapò che controlla le file, il corretto uso
il prossimo anno pastorale.                             della mascherina, mette tutti in riga, ma pur fa-
                                                        cendo questo, come può svolgere davvero un

S
        ono tante le domande che sorgono dopo           ministero di accoglienza?
        questi eventi epocali e purtroppo sono          2. Abbiamo scoperto il valore della famiglia e
        domande che richiedono risposte serie,          dello stare insieme, attaccati. Il vero senso della
richiedono un dibattito libero da condiziona-           piccola chiesa domestica. Non è che dovremmo
menti, richiedono la collaborazione di più per-         sforzarci sempre di più a entrare nelle case, a ce-
sone possibili con diverse competenze,                  lebrare anche liturgie in famiglia (in occasione di
purtroppo è difficile trovare qualcuno innanzi-          eventi speciali della famiglia, anniversari…). Il fu-
tutto che si faccia delle domande e poi qualcuno        turo è nelle mega comunità pastorali o nelle co-
che possa iniziare un dialogo, sembra quasi che         munità diffuse che si riconoscono in una
ci sia una paura ad affrontare seriamente e radi-       parrocchia nella quale celebrano insieme l’Euca-
calmente gli interrogativi nati da questa pande-        restia?
mia. Il nostro Arcivescovo Delpini ci invita            3. È proprio indispensabile l’Eucarestia quoti-
quest’anno a chiedere al Signore il dono della          diana celebrata ogni giorno in Chiesa o si po-
Sapienza leggendo il libro del Siracide, ma non         trebbe pensare invece a celebrazioni in famiglia
ci segnala ambiti di riflessione e soprattutto linee     o gruppi di famiglie, ad un orario possibile anche
guida per le scelte pastorali…..                        a chi lavora, magari anche come catechesi per la
Vorrei esprimere un po’ queste domande e rifles-         preparazione ai sacramenti che forse dovremmo
sioni, tenete conto che non sono affermazioni           celebrare a gruppi di numeri più ristretti?
apodittiche, ma solo pro-vocazioni (cioè aiuto          4. Ci lamentiamo da secoli che la gente non va
alle vocazioni di ciascuno) sulle quali riflettere in-   più a Messa la domenica, i ragazzi stessi della
sieme, chiedo a voi che leggete, se volete, di ri-      prima comunione, la domenica precedente, sal-
spondere, di aggiungere, di criticare, di               tano la Messa. Dove vanno? Molti non hanno ac-
ampliare…. Insomma, di instaurare un dialogo            quisito l’abitudine, molti partecipano a eventi
così da costruire insieme un progetto futuro che        che magari non occupano tutta la giornata ma
non sia un ritorno al passato ma che sappia leg-        certamente tutto il loro interesse, tanti vanno a
gere i segni dei tempi.                                 fare il Week end e dobbiamo riconoscerlo, se
1. In questo tempo abbiamo scoperto, qualcuno           possono, fanno bene perché ormai le nostre città
riscoperto, un ministero, quello dell’accoglienza.      sono diventate invivibili ed è uno sbaglio grosso
Non è però solo un servizio di diagnosi medica          pretendere che stiano a casa …. Per andare a

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Messa! Allora a furia di pretendere abbiamo ot-          come servizio caritativo, oltre a quello che già lo-
     tenuto che la maggior parte salta il “precetto”          devolmente fa anche un servizio di aiuto medico
     festivo e i più eroici e motivati, vanno a “pren-        sanitario, un infermiere o un medico che possa
     dere una Messa e l’Ostia” nella prima Chiesa che         ascoltare, consigliare, seguire tante persone che
     capita, scindendo il principio che l’Eucarestia          hanno bisogno di un aiuto. Potrebbe fare da tra-
     della domenica è fonte e culmine della comunità.         mite con il medico di base, troppe volte ridotto
     Non si può pensare di chiedere di seguire al-            a fare ricette. Abbiamo capito che i grandi ospe-
     meno via streaming in diretta la Messa della pro-        dali non possono essere l’unica risposta ai pro-
     pria comunità parrocchiale? Alla domenica nelle          blemi quotidiani della gente, ci vorrà una sanità
     parrocchie “normali” ogni messa è un evento,             più diffusa. D’altra parte anche Gesù guariva e
     ogni predica parla alla comunità ben precisa,            mandava i discepoli a curare.
     legge e celebra una realtà precisa, è vero che la        7. Come comunità cristiane non dovremmo insi-
     partecipazione richiede la presenza fisica, ma            stere di più sul rispetto del creato con scelte eco-
     dobbiamo intendere per fisico solo il corpo este-         logiche profonde, sostenendo il lavoro a
     riore o anche gli sguardi, la mente, il cuore, … le      distanza, la possibilità di poter svolgere il com-
     panche allora sarebbero più avvantaggiate per-           pito della paternità e maternità, schiavizzati dal
     ché fisicamente ci sono! Non si potrebbe dare             lavoro. Cosa può fare una comunità per venire in-
     la possibilità di adempiere al precetto settima-         contro ai giovani sposi anche dal punto di vista
     nale anche in una sera feriale se si è partecipato       del problema della casa e del sostegno nei primi
     almeno in streaming alla messa domenicale. Vo-           anni di matrimonio? I cammini di fede dei fidan-
     lendo non occorrono grandi permessi perché               zati, organizzati a gruppi, non devono finire con
     formalmente uno si confessa che non ha parte-            la celebrazione del matrimonio ma continuare a
     cipato alla messa domenicale e poi al lunedì o in        frequentarsi e creare piccole comunità anche
     qualsiasi altro giorno della settimana va a messa        dopo il matrimonio, dovremmo investire di più e
     e fa la comunione nella sua Parrocchia.                  dovremmo proporre questi cammini solo a chi
     È vero, sine dominico non possumus ma quel do-           verrà ad abitare nella parrocchia…altrimenti fa-
     minico bisogna solo intenderlo come la celebra-          remo solo un servizio ma la comunità non è una
     zione dell’eucarestia o come la celebrazione del         stazione di servizio o un centro commerciale.
     giorno del Signore (in cui l’Eucarestia è impor-         A questo punto, raggiunto il numero biblico di
     tante certamente ma non esclusivo modo di vi-            sette, smetto di scrivere. Lo so che molti diranno
     vere la Domenica), che andrebbe vissuto nella            “ma, queste cose noi le facciamo già da sem-
     pace, nella carità, nel riposo, nella natura, nella      pre!”, bene, allora spiegateci come state fa-
     lettura della Prola, negli affetti famigliari (soprat-   cendo.
     tutto in questi tempi).                                  Altri diranno “ma chi si crede di essere?”, solo
     5. Anche la catechesi per la quale spendiamo la          uno che si fa domande e che cerca risposte.
     maggior parte delle energie, non sarebbe da ri-          Qualcuno invece scandalizzato, scriverà al Ve-
     vedere, più mistagogica, più personalizzata, più         scovo o alla congregazione per la dottrina e chie-
     casalinga, sempre tenendo conto che per quanto           derà la scomunica, almeno potrò avere l’onore di
     riguarda i ragazzi, il trovarsi assieme, oratorio,       un confronto, pronto a cambiare completamente
     gruppi… è già una catechesi. Forse dovremmo              idea.
     sviluppare di più il nostro essere chiesa in uscita,     Comunque a quelli di buona volontà o che
     e non insistere sempre che la gente venga, par-          hanno tempo da perdere chiedo che mi rispon-
     tecipi in parrocchia….                                   dano, e prometto di pubblicare i loro contributi
     6. La parrocchia non potrebbe anche offrire              ringraziandoli per l’aiuto che mi e ci daranno.

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Primi semi di ripartenza

                             La scuola «bella»
In questo momento difficile della scuola, per venire incontro anche alle esigenze di genitori
e ragazzi, avendo ben presente il diritto di ogni genitore di provvedere all’educazione sco-
lastica dei propri figli sancito dall’articolo 30 della Costituzione, l’oratorio si è reso dispo-
nibile ad offrire un servizio per supportare i genitori che hanno optato per questo tipo di
educazione (detta parentale).
Dal 7 settembre un gruppetto di ragazzi (per ora tre) inizieranno questa esperienza e si
prepareranno per sostenere gli esami di prima media a giugno 2021.
L’orario sarà personalizzato e deciso a partire dalle esigenze della famiglia.
Sará possibile usufruire anche di un tempo «molto prolungato» e si potrà pranzare assieme
con quanto preparato a turno dai ragazzi naturalmente guidati da un esperto.
Il metodo sarà ispirato alla scuola di Don Milani ed al metodo Montessori, coordinatore
sarà Don Mario affiancato da 12 adulti qualificati nelle varie discipline. Saranno valorizzate
le uscite e il lavoro pratico.
È ancora possibile l’adesione di max tre ragazzi.
Naturalmente non c’è nessun costo.
Per info don Mario 3387985284

Nell‛ottica di favorire la ripresa scolastica abbiamo risposto con favore alla
richiesta di spazi che abbiamo ricevuto dal liceo paritario Enrico Fermi di via
Alfieri, quindi alcune aule dell‛oratorio, la mattina, saranno destinate al Liceo.

                     Anche per il prossimo anno scolastico,
             si potrà usufruire del servizio di doposcuola per tutti.
                    9 settembre ore 20:45
              Consiglio pastorale parrocchiale odg:
riflessione su quanto trovate su questo numero 58 ter del Filo.

                   Le date dei prossimi battesimi, per ora, sono
                      11 settembre e 20 ottobre alle 10:30

  Per quanto riguarda le Cresime e le Comunioni, in attesa di proposte da
parte dei genitori e dei catechisti, cominciamo già a dire che naturalmente
non saranno più amministrate comunitariamente ma i ragazzi saranno divisi
                in gruppetti in date diverse da concordare.

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