Il DNA antico Marilena Cipollaro

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Il DNA antico

Marilena Cipollaro

Alcune delle domande cui l’uomo, spinto              umana, ma anche animale e vegetale.
dall’innata curiosità di conoscere le proprie        La tecnica che ha permesso di ottenere tali
origini, vorrebbe poter rispondere nella             risultati è costituta dalla PCR (Polymerase
maniera più obiettiva riguardano la                  Chain Reaction), che consente, partendo anche
ricostruzione sia dell’organizzazione sociale,       da una sola molecola di DNA, di ottenere
che delle migrazioni, sia delle espansioni che       miliardi di nuove molecole tutte identiche a
delle estinzioni delle popolazioni umane del         quella originale. È diventato così possibile lo
passato. A queste domande si può in parte            studio sia di geni nucleari, che seguono regole
rispondere attingendo informazioni dalle             di ereditarietà mendeliana, sia di geni
testimonianze scritte e dal patrimonio               mitocondriali (mtDNA) ereditati solo per via
culturale. L’osservazione dei resti umani delle      materna, utilizzando campioni di aDNA di
popolazioni antiche attraverso un esame              diversa provenienza e differente datazione.
morfologico e morfometrico può contribuire a         Le prime ricerche si possono far risalire al
rispondere, anche se talvolta con un margine di      1984 quando alcuni ricercatori [1] di Berkeley
errore intrinseco piuttosto elevato, a domande       riuscirono a clonare il DNA mitocondriale
che riguardano il sesso, il tipo di alimentazione    estratto dalla cute del quagga, un membro
e le patologie presenti in epoche passate.           della famiglia Equus simile alla zebra attuale,
La conoscenza di eventi che è impossibile            estintosi in Africa meridionale più di un
ricostruire solo sulla base delle tradizioni         secolo fa. Questa scoperta ha rappresentato
scritte ed orali proprie delle scienze umane è       il primo recupero di una sequenza di DNA
divenuta oggi più facilmente accessibile in          antico filogeneticamente informativa ed ha
seguito alla scoperta che nei tessuti antichi        permesso, attraverso l’analisi comparativa di
può essere ancora ritrovato, anche se                questa sequenza con quelle di zebre attuali,
frammentato ed in quantità molto ridotta,            di dimostrare che il quagga aveva una
il DNA. Nell’analisi di resti antichi questa         notevole affinità con la zebra e di gran lunga
molecola, oltre ad essere depositaria                inferiore con altri equidi.
dell’informazione genetica, assume anche il          L’anno successivo il gruppo di Paabo, un
ruolo di portatrice di molteplici altre              ricercatore svedese, riuscì ad estrarre e a
informazioni che si possono desumere dalla           studiare il DNA di una mummia egizia
sua sequenza nucleotidica con l’applicazione         risalente a 4400 anni or sono [2]. Questa
di particolari modelli matematici ed algoritmi in    scoperta ha dimostrato che il DNA può
cui una delle variabili è il tempo e, più in         conservarsi per lunghi periodi di tempo.
particolare, l’età del reperto. In tal modo il DNA   Nel 1988 fu, per la prima volta, applicata al
antico (aDNA) diventa uno strumento per poter        DNA umano antico la reazione a catena della
studiare l’origine di determinate popolazioni,       polimerasi, amplificando un frammento di
portando quindi un notevole contributo alla          DNA mitocondriale estratto da un cervello
storia evolutiva degli esseri viventi.               umano di circa 7000 anni, conservato a Little
Negli ultimi decenni, grazie alle tecniche di        Salt Spring, in Florida [3].
biologia molecolare, si sono accumulati              Il passo successivo fu eseguito da alcuni
moltissimi dati su resti antichi di origine          ricercatori di Oxford [4] che nel 1994

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studiarono il DNA estratto dalle ossa umane
dei resti presunti della famiglia dello Zar
Nicola II, affrontando sperimentalmente il
problema del riconoscimento dei vari membri
                                                                        Collana
della famiglia e l’esclusione di altri individui
che erano stati ritrovati assieme con essi
nella stessa caverna.
                                                                        i Sillabi
Nel 1995 furono pubblicati dati sul                                                                                  in
                                                                                                                  libre
ritrovamento di spore fungine sui calzari                                         i Sillabi numero 1                    ria

dell’uomo di Similaun, un corpo umano                                            American College of Chest Physicians
                                                                                 Pulmonary
mummificato di 5000 anni fa che fu ritrovato                                      Board Review

                                                                                BPCO
nel 1991 nel comprensorio del Comune di
Senales presso Merano a 3270 metri di quota.
Nel 1997 furono pubblicati i risultati dello                                     Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva
studio del DNA estratto dal Mammuthus
primigenius estintosi diversi milioni di anni fa.
                                                                                 Sidney S. Braman

Fece anche molto clamore la pubblicazione
delle sequenze di DNA mitocondriale ottenute
da un reperto osseo di un uomo di Neandertal.
Gli autori confermarono l’ipotesi già sostenuta
dagli antropologi secondo la quale l’Homo
sapiens sapiens non discende dall’Homo                                                              ima
                                                                                               pross a
                                                                                                uscit i Sillabi
neandertalensis [5].                                 i Sillabi numero 3                                                     numero 4

Nel 1997 furono pubblicati i primi dati              American   College of Chest Phys
                                                                                      icians                  American Co
                                                                                                             Pulmonarllege of Chest Physicians
                                                     Pulmonary                                               Board Rev  y
sull’analisi dell’aDNA estratto da reperti ossei     Board Review                                                      iew
di Pompei ed Ercolano [6], ricerche proseguite
fino ad oggi [7,8,9,10]. Alcune di queste ricerche     Disordini    Supporto
                                                      del sonno e Ventilatorio
                                                      respirazione Meccanico
riguardanti Pompei sono illustrate di seguito.
                                                                                                        Bruce P. Kr
                                                       Alejandro D. Chediak                                        ieger

Principali domande cui può                                                            i Sillabi
rispondere lo studio dell’aDNA                                                      American Co
                                                                                                     numero 2

                                                                                   Pulmonarllege of Chest Physicians
                                                                                   Board Rev  y
Determinazione del sesso:                                                                    iew

Quando, per le cattive condizioni o                                               Fibrosi
                                                                                 IdiopaticPa,olmonare
l’incompletezza di un reperto umano non si                                      Polmon
                                                                                Interstiziitale/Fibrosi
riesce ad evincerne il sesso, l’analisi del DNA                                Specifica e e Non
diventa l’unica risorsa possibile. Il gene che                                                  Sarcoidosi
                                                                              Joseph P. Ly
                                                                                           nch III
codifica per l’amelogenina, una proteina che
partecipa alla formazione della dentina.
È presente, con sequenza nucleotidica
parzialmente diversa, sia sul cromosoma X che
sul cromosoma Y. L’amplificazione, attraverso
la PCR, proprio del tratto che presenta tali                    Per informazioni:
differenze permette di discriminare tra i due                      MIDIA srl
cromosomi. Per la determinazione del sesso            Tel. 039 2304440 - Fax 039 2304442
viene anche amplificato un frammento                 midia@midiaonline.it - www.midiaonline.it
specifico per il cromosoma Y: solo negli
individui di sesso maschile sarà quindi
presente un frammento amplificato.

PNEUMORAMA 42 / XII / 1-2006                                                                                                                     25
Origine etnica                                     moderno proveniente in genere da procedure
Il genoma mitocondriale [10] è contenuto nei       non corrette adottate o in laboratorio oppure
mitocondri, organelli citoplasmatici di            dalla manipolazione dei reperti nelle fasi di
antichissima origine endosimbiotica, la cui        scavo. Mentre il problema delle
funzione primaria è di fornire energia alla        contaminazioni da DNA esogeno viene
cellula attraverso la fosforilazione ossidativa.   affrontato assumendo in laboratorio
Il DNA mitocondriale (mtDNA) è estesamente         precauzioni sempre più accurate da parte
e proficuamente utilizzato per comprendere          dell’operatore ed utilizzando ambienti e
la storia evolutiva della nostra specie e la       strumentazione dedicati, la prova che il
dinamica delle migrazioni delle popolazioni.       materiale in studio sia in effetti DNA
Esso è presente in gran numero di copie e per      endogeno può essere fornita solo da evidenze
questo, a differenza di quanto avviene per i       sperimentali diverse ed indipendenti.
geni nucleari di cui si hanno solo due copie       Anche la grande frammentazione del DNA
per cellula, esiste una elevata probabilità di     contenuto in reperti archeologici limita
ritrovarlo ancora in campioni antichi.             l’analisi genetica a tratti di molecole di DNA
Nell’uomo l’mtDNA consiste di molecole             relativamente piccoli (100-200 nucleotidi).
circolari chiuse di DNA a doppia elica lunghe      Accanto ai problemi di contaminazione, vi
16.569 coppie di basi (bp), che corrispondono      sono anche i problemi connessi alla vita
allo 0,0006% del genoma totale.                    media stessa delle molecole di DNA
Il tasso di mutazione elevato e la trasmissione    fortemente dipendente dalle condizioni di
ereditaria per via materna permettono di           conservazione del reperto. Gli acidi nucleici
studiare le relazioni matrilineari nelle           vanno incontro, infatti, a decomposizione
popolazioni umane.                                 spontanea [12]: nel caso del DNA il
Le regioni del DNA mitocondriale che sono          meccanismo che influisce principalmente
attualmente considerate validi marcatori           sulla sua degradazione è la depurinazione.
etnici sono rappresentate da due siti              D’altra parte sono numerosi i parametri fisici
ipervariabili presenti nella regione di            quali temperatura, valore del pH, anossia e
controllo della sua replicazione: il segmento I,   disidratazione, conosciuti essere in relazione
che si estende dal nucleotide 16.024 al            diretta con le alterazioni della doppia elica del
nucleotide 16.400, ed il segmento II che si        DNA, che possono contribuire anche
estende dal nucleotide 40 al nucleotide 390.       notevolmente a modificarne la vita media.
I numerosi siti polimorfici permettono di           L’alta temperatura ed un valore acido del pH,
distinguere diverse etnie.                         ad esempio, favoriscono la rottura dei
                                                   filamenti del DNA, mentre invece l’anossia e
Rapporti di parentela                              la disidratazione favoriscono la sua
Le tecniche di biologia molecolare                 conservazione.
permettono oggi, attraverso lo studio di           Lo stato di conservazione del reperto osseo è
opportuni marcatori genetici, i microsatelliti,    valutabile attraverso l’osservazione al
di ricostruire anche interi alberi genealogici     microscopio. Le alterazioni del tessuto osseo
[11]. Le sequenze microsatelliti presenti sul      derivano soprattutto dalle condizioni
DNA nucleare vengono infatti ereditate con         ambientali di seppellimento che ne
modalità mendeliana ed il loro numero varia        determinano la colonizzazione da parte di
tra individui della stessa specie.                 microrganismi (batteri e/o muffe) che in
                                                   genere ne stravolgono la struttura.
                                                   In presenza di un osso ben conservato sarà
Come si affronta lo studio dell’aDNA               molto più alta la probabilità di trovare
e la sua autenticazione                            molecole di acidi nucleici all’interno degli
I problemi più specifici legati all’analisi         osteociti ancora presenti; viceversa un
dell’aDNA riguardano fondamentalmente              tessuto osseo completamente alterato non
l’autenticità del DNA estratto dal reperto e la    fornirà presumibilmente tracce consistenti di
possibilità di contaminazioni da DNA esogeno       aDNA. Risulta evidente che il successo

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dell’amplificazione di un DNA proveniente da        Il sito archeologico di Pompei
un osso completamente alterato é una prova
                                                   Durante le prime dodici ore dall’inizio
a sfavore della origine endogena di quel DNA.
                                                   dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. la città di
Pretrattamento dei campioni ed estrazione          Pompei venne ricoperta da una coltre di
del DNA                                            pomici spessa alcuni metri, il cui peso
I reperti ossei devono essere maneggiati con       provocò il crollo parziale di molti edifici e
estrema attenzione con l’ausilio di guanti a       della maggior parte delle coperture. Durante
perdere e di mascherine per evitare ogni           la notte i primi flussi piroclastici raggiunsero
possibile contaminazione. L’osso viene pulito      Ercolano seppellendo completamente gli
con una spazzola abrasiva, trattato con            edifici. Solo la mattina successiva nuovi flussi
ipoclorito di sodio e, successivamente,            raggiunsero Pompei causandone la
esposto ai raggi UV per 10 minuti a 20 cm di       distruzione definitiva.
distanza per danneggiare, attraverso la            Reperti ossei, provenienti da diverse
formazione dei dimeri di Timina, e rendere di      centinaia di individui, sono stati rinvenuti
conseguenza non amplificabile, ogni forma di        testimoniando da un lato la drammaticità
DNA “contaminante” eventualmente presente          della fuga e i diversi momenti della decisione
sulla superficie dell’osso.                         di sottrarsi alla catastrofe, e suggerendo che
Con l’ausilio poi di un trapano fornito di fresa   alcuni superstiti, tornati forse per recuperare
o di un seghetto metallico, si ricavano i          oggetti cari o preziosi, fossero stati seppelliti
frammenti che serviranno per l’esame               in una successiva fase dell’eruzione.
istologico e la fase successiva di estrazione.     L’interesse per i resti umani di Pompei ed
In letteratura vengono descritti diversi           Ercolano risale al 1834, quando il re di Napoli
protocolli di estrazione ma la scelta del          Ferdinando I nominò il Prof. Antonio Nanula
protocollo deve essere ottimizzata rispetto        direttore del Museo di Anatomia ed accettò
alle caratteristiche del sito archeologico di      da questi la collezione di reperti come regalo
ritrovamento.                                      per il Museo. Tra i reperti che costituivano la
Reazione a catena della polimerasi                 collezione c’era il primo gruppo di crani.
                                                   Più tardi il Re permise al Prof. Stefano
La reazione a catena della polimerasi (PCR)
ha rivoluzionato la sperimentazione rivolta a      Delle Chiaie, professore di Anatomia
risolvere problemi legati alla struttura ed alla   Comparata presso l’Università di Napoli,
sequenza del DNA. Essa costituisce la chiave       di spostare altri crani da Pompei al museo.
per comprendere sia la complessità di una          La collezione include oggi anche alcuni crani
singola cellula sia l’evoluzione delle specie      provenienti da San Paolo Belsito, località che
[13]. Questa tecnologia ha permesso di             fu interessata dall’eruzione pliniana del
affrontare questioni che vanno                     Vesuvio del 3800 a.C. Pochi anni dopo,
dall’identificazione di nuovi geni e patogeni,      Giustiniano Nicolucci, professore di Anatomia
fino alla quantizzazione di sequenze                presso la Scuola Medica dell’Università di
nucleotidiche specifiche e si é rivelata            Napoli pubblicò un manoscritto intitolato;
essenziale per lo studio dei DNA antichi,          “Crania Pompeiana ovvero Descrizione dei
soprattutto grazie alla sua estrema                Crani umani rinvenuti fra le ruine dell’antica
sensibilità. Anche una sola molecola (o poche      Pompei” che conteneva le prime valutazioni
molecole) rimasta intatta in un antico tessuto     antropometriche effettuate sui crani.
può essere amplificata dalla reazione a             Non si hanno notizie di altri studi effettuati
catena della polimerasi, mentre le molecole        sui resti umani di Pompei o di Ercolano fino al
danneggiate, che possono essere migliaia di        1982 quando la dottoressa Sara Bisel
volte più numerose, non disturbano                 ricercatrice dello Smithsonian Institute iniziò
l’esperimento. I frammenti di DNA da               a studiare gli scheletri di Ercolano
amplificare devono essere più corti di 300          raccogliendo dati sia sulla morfologia che
coppie di basi.                                    sulla morfometria che sul contenuto di

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metalli. Sfortunatamente solo pochi dati            nucleotidiche di aDNA relative a particolari
relativi alle sue ricerche sono stati pubblicati.   caratteri genetici con le sequenze
La collaborazione che ha in oggetto lo studio       nucleotidiche corrispondenti di popolazioni
del DNA antico tra il gruppo di Biologia            attuali.
Molecolare della 2.a Università di Napoli e la      Si presenta quindi concretamente la
Soprintendenza di Pompei inizia nel 1996 con        possibilità di effettuare un’indagine genetica
lo studio del DNA estratto dai tredici scheletri    su una popolazione antica. Questa indagine
rinvenuti in una casa di Via dell’Abbondanza        in linea di principio permetterà non solo di
quella di Caius Iulius Polibyus.                    confermare specifiche patologie che trovino
All’inizio di questa ricerca i dubbi sulla          riscontro nella struttura del reperto osseo e di
persistenza del DNA negli osteociti di questi       studiare la distribuzione delle patologie
individui erano molto forti; eravamo                genetiche più comuni, ma di acquisire notizie
particolarmente preoccupati in particolare dei      certe circa il popolamento di una determinata
valori di temperatura raggiunti durante             area geografica.
l’eruzione e delle condizioni di seppellimento.     Lo studio del gruppo di ricerca da me
Il ritrovamento di DNA antico in dodici sui         coordinato prevede l’analisi del DNA estratto
tredici individui analizzati provocò grande         da reperti ossei della popolazione di Pompei
entusiasmo tra i ricercatori che avevano            sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
collaborato al progetto e ci spinse ad              L’analisi dell’aDNA ha riguardato finora lo
interagire direttamente con i vulcanologi che       studio di alcuni individui rinvenuti nella casa
stavano contemporaneamente studiando la             di Caius Iulius Polybius ubicata in via
dinamica dell’eruzione e del seppellimento          dell’Abbondanza in Pompei il cui scavo,
all’interno della stessa casa per trovare una
                                                    iniziato nel 1910, fu ripreso nel 1966 ed
possibile spiegazione del buono stato di
                                                    ultimato nel 1978.
conservazione dei tessuti ossei come si poteva
                                                    I reperti umani trovati all’interno della “Casa
desumere dall’osservazione al microscopio.
                                                    di Polibio” sono costituiti complessivamente
Il ritrovamento di una particolare forma di
                                                    da tredici scheletri. La posizione in cui alcuni
lapilli (lapilli accrezionali) che coprivano gli
                                                    di essi furono rinvenuti, come riportato nei
scheletri nella casa di Polibio e la conoscenza
                                                    quaderni di scavo, suggerisce l’esistenza di
delle condizioni fisiche che ne determinano la
formazione ci sembrò fornire una spiegazione        una stretta relazione di parentela. Ad
molto convincente per spiegare il buono stato       esempio due degli scheletri furono ritrovati
di conservazione. I lapilli accrezionali sono       mano nella mano ed è anche raffigurata la
infatti aggregati di cenere che si formano a        posizione dello scheletro di una giovane
contatto con l’acqua; il vapore d’acqua e,          donna vicino alla quale furono ritrovati i resti
quindi una temperatura superiore ai 100 °C,         di un feto, molto probabilmente un figlio suo.
non avrebbe permesso la loro formazione.            Il primo compito degli antropologi che hanno
Per finire, il Vesuvio coprì con 4/10 metri di       collaborato alla ricerca è stato quello di
materiale piroclastico l’intera città e questo      ricostruire gli scheletri e, qualora possibile, di
mantello di spessore incredibile ha                 stimare per ciascuno di essi l’età ed il sesso e
preservato i resti per i 2000 anni successivi.      di individuare eventuali patologie ossee e
Per quanto riguarda lo studio dell’evoluzione       dentarie.
molecolare, questi reperti hanno un valore          I risultati degli esami istologici hanno
assolutamente eccezionale perché sono un            mostrato un differente grado di
campione casuale di una popolazione umana,          conservazione. Buona parte di essi mostra
datato con assoluta precisione, unico al            una struttura ossea parzialmente alterata con
mondo per la peculiarità degli eventi               una regione periferica in buono stato con la
catastrofici che hanno determinato la morte          presenza di numerosi osteciti e osteoni
improvvisa della popolazione residente.             secondari. Qualcuno di essi mostra una
Questa caratteristica di casualità rende            struttura ossea talmente ben conservata da
possibile il confronto di sequenze                  essere indistinguibile da un osso fresco.

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Qualcun altro risulta, invece, essere             Bibliografia
completamente alterato. Abbiamo trovato           [1] Higuchi R, Bowman B, Freiberger M, Ryder OA,
una correlazione diretta tra lo stato di          and Wilson AC. DNA sequences from the quagga,
conservazione del tessuto osseo e                 an extinct member of the horse family. Nature
l’amplificabilità del DNA da essi estratto.        1984; 312: 282-284.
Sulla base dei dati vulcanologici la              [2] Paabo S. Molecular cloning of Ancient Egyptian
temperatura raggiunta durante gli eventi          mummy DNA. Nature 1985; 314: 44-645.
eruttivi, per quanto riguarda la casa di          [3] Paabo S, Gifford JA, Wilson AC. Mitichondrial
Polibio, non ha superato 100°C. Infatti, la       DNA sequences from a 7000 ears od brain. N.A.R.
ricostruzione della dinamica dell’eruzione ha     1988; 16 (20): 9775-9787.
permesso di stabilire la presenza di lapilli      [4] Gill P, Ivanov PL, Kimpton C, Piercy R, Benson N,
accrezionali formatisi in seguito al contatto     Tully G, Evett I, Hagelberg E, and Sullivan K.
della cenere con l’acqua condensata. Se la        Identification of the remains of the Romanov family
                                                  by DNA analysis. Nature Genetics 1994; 6: 130-135.
temperatura fosse stata più elevata, l’acqua,
sotto forma di vapore non avrebbe                 [5] Krings M, Stone A, Schmitz RW, Krainitzki H,
                                                  Stoneking M, and Paabo S. Neandertal DNA
partecipato alla formazione delle accrezioni.
                                                  sequences and the origin of modern humans.
Probabilmente anche la disidratazione dei         Cell 1997; 90: 19-30.
tessuti, conseguente all’innalzamento della
                                                  [6] Cipollaro M, Di Bernardo G, Galano G, Galderisi U,
temperatura, ha favorito la conservazione         Guarino F, Angelini F, and Cascino A. “Ancient DNA
degli acidi nucleici.                             in human bone remains from Pompeii
Dai dati ottenuti con l’amplificazione del         archaeological site”, Biochem Biophys Res
locus per l’amelogenina, 4 di questi soggetti     Commun. 1998; 247 (3): 901-904.
sono risultati maschi e 7 femmine. I primi dati   [7] Di Bernardo G, Del Gaudio S, Cammarota M,
sul DNA mitocondriale fanno ritenere che essi     Galderisi U, Cascino A, and cipollaro M. “Enzymatic
appartengono tutti ad una etnia riconducibile     repair of selected crosslinked homoduplex
a quelle presenti in Europa nonostante la         molecules enhances nuclear gene rescue from
                                                  Pompeii and Herculaneum remains”, Nucleic Acids
notevole altezza di alcuni individui di sesso
                                                  Res. 2002; 30: 4 e 16.
maschile avesse suggerito l’appartenenza ad
                                                  [8] Di Bernardo G, Galderisi U, Del Gaudio S,
etnie sub-sahariane. I dati su sequenze
                                                  D’Aniello A, Lanave C, De Robertis MT, Cascino A,
microsatelliti ottenuti finora hanno permesso      and Cipollaro M. “Genetic characterization of
di costruire un possibile albero genealogico      Pompeii and Herculaneum Equidae buried by
che vede i soggetti più giovani tra cui un        Vesuvius in 79 A.D.” J. Cell. Physiol. 2004; 199:
bambino di circa due anni imparentati per via     200-205.
materna perché essi mostrano un DNA               [9] Cipollaro M, e Di Bernardo Giovanni
mitocondriale identico. Lo studio, ancora in      “Ash preserved DNA in pompeian equids buried by
corso, si propone di completare l’analisi dei     the Vesuvius eruption of A. D. 79: ”Atti della
vari microsatelliti selezionati ed il             Accademia Nazionale dei Lincei” 2004; 9 15:
sequenziamento dei segmenti ipervariabili         151-157.
del DNA mitocondriale. Le stesse indagini         [10] Anderson S, Bankier AT, Barrell BG, de Bruijn HL,
                                                  Coulson AR, Drouin J, Eperon IC, Nierlich DP,
saranno eseguite su altri reperti rinvenuti a
                                                  Roe BA, Sanger F, Schreier PH, Smith AJH, Staden R,
Pompei ed a Murecine, un sito che si trova nel    and Young IG. Sequence and organization of the
comprensorio di Pompei dove, in due edifici        human mitochondrial genome. Nature 1981; 290:
venuti alla luce durante uno scavo per un         457-465.
raccordo autostradale, sono stati                 [11] Pena SDJ, and Chakraborty R. Paternity testing
recentemente ritrovati altri resti umani.         in the DNA era. T.I.G. 1994; 10 (6): 204-209.
L’amplificazione di altri geni di particolare      [12] Lindahl T. Instability and decay of the primary
interesse per malattie genetiche presenti nel     structure of DNA. Nature 1993; 362: 709-715.
Mediterraneo permetterà di indagare oltre         [13] Erlich HA, Gelfand D, and Sninsky JJ. Recent
che sulle migrazioni di popolazioni anche         advances in the polymerase chain reaction.
sull’evoluzione di tali geni.                     Science 1991; 252: 1643-1651.

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