Il DM Il DL 136/2013 "terra dei fuochi" e Criteri per la valutazione del rischio sanitario connesso alla presenza di aree agricole all'interno di ...

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Corso «L’ANALISI DI RISCHIO DI SITI CONTAMINATI Metodologie, modelli e casi studio»
12, 23 e 30 settembre 2020

                                   Il DM Il DL 136/2013 “terra dei fuochi” e Criteri per la
                                   valutazione del rischio sanitario connesso alla presenza
                                   di aree agricole all’interno di siti contaminati

                                   Eleonora Beccaloni

                                   Istituto Superiore di Sanità
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A livello Europeo, non è stata mai emanata una Direttiva sulle Bonifiche,
     i diversi Stati Membri si sono dotati di normative diverse che però hanno
Le   in comune un approccio di tipo “risk-based”, ovvero basato sulla
     valutazione del rischio, soprattutto per la gestione di contaminazioni
     “storiche”

B    La prima Norma Nazionale sulle bonifiche dei siti contaminati è stata
     emanata nel 1999 con il DM 471 abrogato dal Testo Unico Ambientale
O    (TUA) del 2006 - D.Lgs 152/06. Per i suoli ad uso agricolo, il D.lgs
     152/06 rimanda ad un successivo regolamento non dando nessuna
N    prescrizione operativa.

I
F    Decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136,
     Legge 6 febbraio 2014, n. 6 Conversione in legge, con modificazioni, del
I    recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e
     industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate.. LEGGE 6
C    febbraio 2014, n. 6

H    In attuazione a quanto disciplinato dall’articolo 1 del DL 136/2013, il 23
E    dicembre 2013 è stata emanata la Direttiva dei Ministri delle Politiche
     Agricole Alimentari e Forestali, dell’Ambiente e della Tutela del
     Territorio e del Mare, e della Salute, d’intesa con il Presidente della
     Regione Campania.
     la Direttiva ha previsto che l’ISPRA, il CRA, l’ISS e l’ARPAC
     condividessero le informazioni nella loro disponibilità
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IL PERCORSO DI NASCITA DEL DM 46/2019

                                                                                                                                                        Il GdL svolgesse le seguenti attività:
                                                                                                                                                        •     individuazione dei siti interessati da sversamenti e
                                                                                                                                                              smaltimenti abusivi sul territorio;

              Fase attuativa                                                             Attività
1 - Individuazione dei siti ed integrazione      a)   mappatura dei siti di discarica autorizzati e non, dei siti di stoccaggio di ecoballe e
geografica                                            di rifiuti e degli altri impianti di trattamento dei rifiuti

                                                 b)
                                                 c)
                                                 d)
                                                    mappatura degli incendi di grande rilevanza, ad esclusione di quelli boschivi
                                                    mappatura dei siti interessati da interramenti di rifiuti
                                                    mappatura dei siti agricoli contaminati
                                                                                                                                                    •       definizione di un modello scientifico di riferimento per la
                                                 e) individuazione dei valori di fondo nelle matrici ambientali
                                                 f) mappatura di altre potenziali fonti di inquinamento (insediamenti industriali
                                                    dismessi, grandi arterie di traffico veicolare)
                                                 g) carta dei suoli e carte derivate
                                                                                                                                                            classificazione dei terreni interessati da sversamenti e
                                                 h) dati meteo
                                                 i) mappatura della copertura del suolo a fini agricoli delle classi arboree, boschi,
                                                    pascoli, seminabili, serre, manufatti, acque, aree non coltivabili
                                                 j) dati di telerilevamento
                                                 k) Geoportale
                                                                                                                                                            smaltimenti abusivi, ai fini delle diverse tipologie di utilizzo
2 - Individuazione degli inquinanti indice
                                                 l) Integrazione geografica
                                                 a) individuazione per la matrice suolo
                                                 b) individuazione per la matrice acqua
                                                 c) individuazione per la matrice aria
                                                                                                                                                            (divieto di produzione agroalimentare, limitazione a
3 - Definizione delle relazioni acqua-suolo-
pianta-animale-catena alimentare
                                                 a) valutazione della mobilità, biodisponibilità e traslocazione degli inquinanti nella
                                                    catena alimentare; anche in funzione della presenza di contaminanti nelle acque
                                                    utilizzate a scopo irriguo                                                                              determinate produzioni agroalimentari ovvero a colture
                                                 b) valori tossicologici soglia degli inquinanti per le diverse tipologie di alimento in
                                                    relazione alle caratteristiche del suolo, dell’ambiente climatico, della specificità
                                                    della coltura
                                                 c) determinazione dei valori indicativi tollerabili dei diversi inquinanti non normati,
                                                                                                                                                            diverse anche destinate alla produzione di biocarburanti);
                                                    a potenziale azione tossica, nelle diverse produzioni agricole
4 - Costruzione di un indice per                 a) indice di vulnerabilità per le colture e la catena alimentare
l’individuazione delle classi di vulnerabilità   b) indice di rischio dei siti di gestione /abbandono dei rifiuti
per la salute umana, animale e di un indice
di rischio dei siti di gestione/abbandono
dei rifiuti
5 - Proposta di classificazione dei terreni ai   a)   divieto di produzione agroalimentare a determinate condizioni
fini dell’uso agricolo                           b)   limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni
                                                 c)   altre produzioni (food e no-food)
                                                 d)   produzioni alimentari
6 - Definizione degli interventi di              a)   tecniche di fitodepurazione
risanamento                                      b)   tecniche di biorisanamento - uso di microrganismi
                                                 c)   altre tecniche
7 - Verifica e controllo                         a)   predisposizione di protocolli standardizzati
                                                 b)
                                                 c)
                                                      monitoraggio a breve e lungo termine secondo i protocolli standardizzati.
                                                      Proposte di implementazione della normativa                                                 Legge 6/2014,“il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di
                                                                                                                                                  concerto con i Ministri dello sviluppo economico, della salute e delle politiche
                                                                                                                                                  agricole alimentari e forestali, sentita la Conferenza unificata, adotta il
                                                                                                                                                  regolamento relativo agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in
                                                                                                                                                  sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla
                                                                                                                                                  produzione agricola e all'allevamento, di cui all'articolo 241 del decreto legislativo
                                                                                                                                                  3 aprile 2006, n. 152.”;
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Area definita "Terra dei Fuochi"
Le aree afferenti alla “Terra dei Fuochi” sono comprese nell’ex SIN “Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano” perimetrato con Legge 426/98,
successivamente definito sito di interesse regionale con Decreto “Approvazione dell'elenco dei siti che non soddisfano i requisiti di cui ai commi
2 e 2-bis dell'art. 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e che non sono più ricompresi tra i siti di bonifica di interesse nazionale” dell’11
gennaio 2013.

             Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: ….. L'espressione "Terra dei fuochi" appare per la prima volta nel 2003, quando fu usata nel Rapporto Ecomafie 2003 curato da Legambiente
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Il DL.136/2013 "Terra dei Fuochi"
Il governo, ha emanato il DL 10 dicembre 2013, n.
136, convertito con modificazioni con legge 6 febbraio
                                                             Comuni della Direttiva Ministeriale
2014, n. 6 “Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare
emergenze ambientali e industriali e a favorire lo           2013/2014/2015
sviluppo delle aree interessate”.
Obiettivo prioritario del provvedimento è quello di
acquisire una fotografia della situazione dei territori
della regione Campania attraverso una mappatura delle
aree che individui quelle interessate da fenomeni di
inquinamento tali da rendere necessarie limitazioni
nella coltivazione.
In attuazione a quanto disciplinato dall’articolo 1 del
DL 136/2013, il 23 dicembre 2013 è stata emanata la
Direttiva dei Ministri delle Politiche Agricole Alimentari
e Forestali, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare, e della Salute, d’intesa con il Presidente
della Regione Campania.
Sono stati individuati come territori da sottoporre
prioritariamente ad indagine quelli ricadenti in 57
Comuni delle province di Napoli e Caserta (Direttiva
2013)
Con la Direttiva 2014 sono stati inseriti nella lista i
terreni di altri 31 Comuni delle province di Napoli e
Caserta

La Direttiva Ministeriale del 10 dicembre 2015 inserisce
altri due comuni Ercolano e Calvi Risorta
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Gruppo di Lavoro Direttiva dei Ministri 23
dicembre 2013
 Gruppo di Lavoro (GdL), coordinato prima dalla Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA), e poi
 con Direttiva Ministeriale 16 giugno 2014 dal Corpo Forestale dello Stato è composto dal :

                    Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (C.R.A.)
                  Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.)
                                      Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.)
                              Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA)
                Assessorato all’Agricoltura e Assessorato alla Salute della Regione Campania;
                     Agenzia Regionale Protezione Ambiente della Campania (ARPAC)
                  Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (IZSAM)
                               Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno (IZSM)
                            (Università degli Studi di Napoli Federico II - UNINA)
                                          Corpo Forestale dello Stato.

 Inoltre, il GdL è stato confermato con Direttiva dei Ministri del 7 aprile 2017 coordinato dal Generale di
 Corpo d' Armata del Comando Unità per la tutela forestale ambientale e agroalimentare Carabinieri
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Attuazione della Direttiva 23 Dicembre 2013

Il CRA, l’ISPRA, l’ISS e l’ARPAC hanno prioritariamente messo a punto un modello
scientifico di riferimento (condiviso ed accettato dal GdL) con l’obiettivo di pervenire
all’individuazione di criteri per la valutazione dei terreni agricoli, finalizzati ad
assicurare la salubrità e la qualità delle produzioni agroalimentari a tutela della salute
umana.

Il modello detta i criteri per individuare, su base scientifica e non empirica,
l’inquinamento del suolo ed il rischio per la salute umana, animale e dell’ambiente.

Tale modello ha valenza generalizzata per cui potrà essere esportato ed applicato in
altre realtà territoriali.

Esso è articolato in 7 Fasi operative.
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Modello Scientifico
                              Fase attuativa                                                             Attività
                1 - Individuazione dei siti ed integrazione      a)   mappatura dei siti di discarica autorizzati e non, dei siti di stoccaggio di ecoballe e
                geografica                                            di rifiuti e degli altri impianti di trattamento dei rifiuti

                                                                 b)   mappatura degli incendi di grande rilevanza, ad esclusione di quelli boschivi
                                                                 c)   mappatura dei siti interessati da interramenti di rifiuti
                                                                 d)   mappatura dei siti agricoli contaminati
                                                                 e)   individuazione dei valori di fondo nelle matrici ambientali
                                                                 f)   mappatura di altre potenziali fonti di inquinamento (insediamenti industriali
                                                                      dismessi, grandi arterie di traffico veicolare)
                                                                 g)   carta dei suoli e carte derivate
                                                                 h)   dati meteo
                                                                 i)   mappatura della copertura del suolo a fini agricoli delle classi arboree, boschi,
                                                                      pascoli, seminabili, serre, manufatti, acque, aree non coltivabili
                                                                 j)   dati di telerilevamento
                                                                 k)   Geoportale
                                                                 l)   Integrazione geografica
                2 - Individuazione degli inquinanti indice       a)   individuazione per la matrice suolo
                                                                 b)   individuazione per la matrice acqua
                                                                 c)   individuazione per la matrice aria
                3 - Definizione delle relazioni acqua-suolo-     a)   valutazione della mobilità, biodisponibilità e traslocazione degli inquinanti nella
                pianta-animale-catena alimentare                      catena alimentare; anche in funzione della presenza di contaminanti nelle acque
                                                                      utilizzate a scopo irriguo
                                                                 b)   valori tossicologici soglia degli inquinanti per le diverse tipologie di alimento in
                                                                      relazione alle caratteristiche del suolo, dell’ambiente climatico, della specificità
                                                                      della coltura
                                                                 c)   determinazione dei valori indicativi tollerabili dei diversi inquinanti non normati,
                                                                      a potenziale azione tossica, nelle diverse produzioni agricole
                4 - Costruzione di un indice per                 a)   indice di vulnerabilità per le colture e la catena alimentare
                l’individuazione delle classi di vulnerabilità   b)   indice di rischio dei siti di gestione /abbandono dei rifiuti
                per la salute umana, animale e di un indice
                di rischio dei siti di gestione/abbandono
                dei rifiuti
                5 - Proposta di classificazione dei terreni ai   a)   divieto di produzione agroalimentare a determinate condizioni
                fini dell’uso agricolo                           b)   limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni
                                                                 c)   altre produzioni (food e no-food)
                                                                 d)   produzioni alimentari
                6 - Definizione degli interventi di              a)   tecniche di fitodepurazione
                risanamento                                      b)   tecniche di biorisanamento - uso di microrganismi
                                                                 c)   altre tecniche
                7 - Verifica e controllo                         a)   predisposizione di protocolli standardizzati
                                                                 b)   monitoraggio a breve e lungo termine secondo i protocolli standardizzati.
                                                                 c)   Proposte di implementazione della normativa
Il DM Il DL 136/2013 "terra dei fuochi" e Criteri per la valutazione del rischio sanitario connesso alla presenza di aree agricole all'interno di ...
FASE 1 : Individuazione dei siti ed integrazione geografica
                                                    Raccolta dei dati disponibili

    (a) mappatura dei siti di discarica autorizzati e non, dei siti di stoccaggio di ecoballe e rifiuti, e degli altri impianti di
        trattamento dei rifiuti
    (b) mappatura degli incendi di grande rilevanza, ad esclusione di quelli boschivi
    (c) mappatura dei siti interessati da interramenti di rifiuti
    (d) mappatura dei siti agricoli contaminati
    (e) individuazione dei valori di fondo nelle matrici ambientali
    (f) mappatura di altre potenziali fonti di inquinamento (insediamenti industriali dismessi, grandi arterie di traffico
        veicolare)
    (g) carta dei suoli e carte derivate
    (h) Dati Meteo
    (i) mappatura della copertura del suolo a fini agricoli delle classi arboree, boschi, pascoli, seminabili, serre, manufatti,
        acque, aree non coltivabili
    (j) dati telerilevamento
    (k) Geoportale
    (l) Integrazione geografica
Il DM Il DL 136/2013 "terra dei fuochi" e Criteri per la valutazione del rischio sanitario connesso alla presenza di aree agricole all'interno di ...
FASE 1 : Individuazione dei siti ed integrazione geografica
K. GEOPORTALE

I dati raccolti sono stati:

armonizzati (in alcuni casi presentavano caratteristiche di non omogeneità, sia nella struttura dei file sia nella georeferenziazione delle informazioni)

catalogazione, organizzati nella piattaforma di condivisione individuata (Geoportale “Terra dei Fuochi”).

 Il Geoportale consente la visualizzazione, anche con layer sovrapposti tra loro al fine di effettuare una caratterizzazione di importanza, dei vari strati
informativi propedeutica per le indagini da svolgere.

Per tutte le attività previste nella Fase 1 il GdL si è avvalso dei contributi di un “Sottogruppo Tecnico”, appositamente costituito, i cui partecipanti
sono stati nominati dagli stessi Enti individuati dalla Direttiva Ministeriale.

 l. Integrazione geografica

 Allo scopo di definire i criteri di classificazione dei terreni sulla base dei dati e delle informazioni raccolte, è stato necessario effettuare un’attività di
 integrazione geografica utilizzando alcuni tool integrati in un Sistema Informativo Geografico (GIS).
 Questo si è reso necessario anche perché i layer presentavano una natura topologica differente tra loro.

               •    Alcuni erano di natura puntuale ad esempio derivanti da dati di caratterizzazione su indagini svolte per le misure di metalli pesanti e
                    composti organici.
               •    Altri di natura poligonale che hanno individuato aree sospette di interramenti utilizzando analisi multitemporale di immagini
                    telerilevate (dati forniti da AGEA) .
Analisi Multitemporale di Immagini Telerilevate
FASE 2 : Individuazione degli “Inquinanti Indice”

Individuati i siti con la fase 1, devono essere indagati/valutati prioritariamente alcuni
contaminanti, definiti “Inquinanti Indice” nelle matrici ambientali (acqua, aria, suolo).

Per loro definizione gli “Inquinanti Indice” individuano tutte quelle sostanze che, per le
loro caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche, nonché per la frequenza di
rilevamento e per le concentrazioni emerse, risultano rappresentative della
contaminazione dell’area stessa.

Nel caso di una contaminazione ambientale derivante da pratiche illegali (per es.
abbandono e/o interramento di rifiuti), può risultare estremamente difficile individuare
gli “Inquinanti Indice”, a causa della grande eterogeneità dei possibili inquinanti.

In tali situazioni si prende in considerazione almeno le seguenti classi di contaminanti:
metalli e metalloidi, microinquinanti organici, patogeni e radionuclidi.
FASE 3 : Definizione delle relazioni acqua - suolo – pianta -
                       animale- catena alimentare (a;b;c)
a) Valutazione della mobilità, traslocazione e biodisponibilità degli inquinanti nella catena alimentare
• La valutazione del rischio basata solo sull’accertamento del contenuto totale o "pseudototale" di inquinanti nel suolo non fornisce alcuna
  informazione circa la misura in cui gli inquinanti, di origine naturale e antropica, sono mobili o biodisponibili.

• Per valutare correttamente il rischio/tossicità legato alla contaminazione di un suolo e per prevederne l’attenuazione in seguito all'applicazione
  di tecniche di bonifica appropriate, deve essere valutata la mobilità e la biodisponibilità dei contaminanti nelle diverse condizioni
  pedoclimatiche, attraverso l’impiego di idonee metodologie analitiche.

    Nella valutazione della possibile contaminazione di aree ad uso agricolo, l’attenzione deve basarsi sulla probabilità di traslocazione
    degli inquinanti dal suolo alla pianta, con il conseguente ingresso di sostanze contaminanti nella catena alimentare.
    La bioaccessibilità o biodisponibilità dei contaminanti nel suolo che non dipende dal loro contenuto totale, ma, soprattutto, dalle
    forme chimiche e mineralogiche in cui sono presenti.
    La bioaccessibilità è influenzata da numerose variabili quali le proprietà fisiche, chimiche e microbiologiche del suolo nonché dalle
    proprietà chimico-fisiche del contaminante e dalla forma in cui esso è presente nell’ambiente.

              I parametri fondamentali per la ritenzione dei composti organici e dei microinquinanti inorganici nel suolo sono:
              • Granulometria
              • pH
              • Capacità di scambio cationico
              • Sostanza organica
              • Attività microbica
              • Presenza/Attività dei microrganismi degradatori
b) Valori tossicologici soglia degli inquinanti

                                        Il potenziale passaggio suolo-pianta dei metalli pesanti

     Il rame, il cromo, il molibdeno, il nichel, il selenio e lo zinco sono essenziali per il normale funzionamento e riproduzione di microrganismi, piante e animali (uomo incluso), se
     presenti a basse concentrazioni.
     Alcuni di essi tuttavia ad elevate concentrazioni possono risultare tossici.
     La presenza nel suolo dei microinquinanti inorganici può porre rischi per il biota e per la salute umana.
     Per i microinquinanti inorganici non essenziali, la tossicità si manifesta anche a basse concentrazioni (per es. arsenico, piombo e mercurio).
b) Valori tossicologici soglia degli inquinanti

                                                           Traslocazione degli Inquinanti Organici
  La conoscenza delle specifiche caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze permette un’ immediata intuizione della pericolosità
  ambientale/sanitaria, in particolar modo la combinazione di alcune caratteristiche quali:
   la facilità di diffusione attraverso i corpi idrici,
   la stabilità che determina una elevatissima persistenza e diffusione,
   la tendenza al bioaccumulo nell’organismo degli animali, inclusi i mammiferi, e
   la capacità a biomagnificare tipica di molte sostanze organiche                        La biomagnificazione dei POPs
c) Determinazione dei valori indicativi tollerabili dei diversi inquinanti non normati, a potenziale
azione tossica, nelle diverse produzioni agricole

• Sicurezza alimentare non significa garantire l'assenza di rischi, ma porre responsabilmente in atto tutte le azioni necessarie a ridurne
  l'impatto sui consumatori.
• Per molte sostanze chimiche non esistono ancora limiti legislativi di sicurezza in quanto è ancora in itinere la valutazione tossicologica.
  L’assenza di tali limiti impedisce una completa valutazione della qualità sanitaria dei prodotti agroalimentari.
• Tale lacuna diventa particolarmente critica laddove si verificano situazioni di inquinamento ambientale in aree coltivate o ad esse
  limitrofe.
• Pertanto, per gli inquinanti non normati dovranno essere definite le soglie di rischio legate al consumo da parte degli animali e
  dell’uomo.

    Microinquinanti inorganici                                                                                 Idrocarburi policiclici aromatici

                                                                             Policlorobifenili

                                                      Diossine
FASE 4 : Costruzione di un indice per l’individuazione delle classi di vulnerabilità per la salute
    umana, animale e di un indice di rischio dei siti di gestione/abbandono dei rifiuti

(a) indice di rischio per le colture e la catena alimentare
Al fine di individuare un indice di vulnerabilità per le colture e la catena alimentare si è stabilito di prendere in considerazione
prioritariamente la concentrazione di elemento inquinante nelle parti eduli dei vegetali

(b) indice di rischio dei siti di gestione /abbandono dei rifiuti
Al fine di individuare un indice di rischio dei siti di gestione, abbandono e interramento dei rifiuti si è messo a punto una
metodologia che prevede l’assegnazione di un punteggio ai singoli siti, in base al quale definire le dimensioni dell’area agricola
circostante su cui applicare il modello scientifico, che tiene conto dei diversi fattori che influenzano la possibile presenza di
inquinanti nelle matrici ambientali.

I criteri proposti per l’assegnazione del punteggio alle varie tipologie di gestione e abbandono/interramento di rifiuti pericolosi
e non pericolosi si basano:

•   sulle caratteristiche del rifiuto e sulla natura pericolosa o meno dello stesso,
•   sulle dimensioni dell’area interessata dalla presenza dell’impianto o dell’abbandono dei rifiuti,
•   sulle quantità di rifiuti gestiti o oggetto dell’abbandono,
•   sulla tipologia di impianto di gestione rifiuti (autorizzato e regolarmente gestito, ovvero non gestito regolarmente o non
    adeguato dal punto di vista dei presidi ambientali).
FASE 5: Proposta di classificazione dei terreni ai fini dell’uso agricolo
  L’analisi ed integrazione geografica dei dati analitici e l’analisi multitemporale delle ortofoto effettuata su
  tutto il territorio dei 57 e 31 Comuni, ha consentito al GdL di classificare il territorio in 5 livelli di rischio
  potenziale
  Dato il vuoto normativo, rispetto ai valori di riferimento sulla qualità dei suoli destinati all’agricoltura e
  all’allevamento, la selezione dei dati analitici è stata effettuata considerando i punti di superamento delle
  CSC sulla base delle soglie per i suoli ad uso verde pubblico e residenziale di cui D. Lgs. n. 152/2006 parte
  IV, Allegato 5, tabella 1 (colonna A) come di seguito indicato:

   Livello 5. Rischio molto alto;
   Livello 4. Rischio molto alto;
   Livello 3. Rischio alto;
   Livello 2. Rischio medio;
   Livello 1. Basso.

  Il rischio “molto alto” definito per i livelli 4 e 5 viene individuato in base al rilevamento di una
  concentrazione di contaminante che superi di almeno dieci volte la CSC o il valore di fondo per il livello 4,
  supportato da una evidenza dovuta ad analisi di foto aeree per il livello 5.
Criteri di classificazione dei livelli di rischio
Indagini Effettuate
Le indagini effettuate dagli Enti componenti il GdL sono state diversificate in funzione delle diverse classi di rischio

sono state effettuate le seguenti indagini:

 Indagini radiometriche superficiali, volte ad accertare i livelli di radioattività dello strato superficiale del suolo, al fine di consentire l’accesso in sicurezza
  agli operatori che hanno effettuato i campionamenti. Sono state utilizzate due tecniche di misura: misure di rateo di dose gamma e spettrometria gamma di
  campo;

 Indagini geomagnetometriche, volte a verificare l’eventuale presenza di rifiuti interrati di natura ferrosa;

 Campionamenti di suolo secondo la metodologia del Decreto Ministeriale del 13 settembre 1999 riguardante l'approvazione dei metodi ufficiali di analisi
  chimica del suolo – Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e secondo il Protocollo di cui alla Fase 7 del Modello Scientifico descritto nella
  Relazione del GdL;

 Indagini analitiche sui campioni di suolo prelevati

 Valutazioni delle risultanze analitiche

 Campionamento di acque utilizzate per scopi irrigui (solo nei siti in cui erano presenti pozzi utilizzati a scopi irrigui e campionabili);

 Campionamento di prodotti agricoli/foraggi o di vegetazione spontanea. il campionamento della vegetazione spontanea è stato eseguito nei casi in cui, al
  momento del sopralluogo, non era in atto alcuna coltivazione agricola/foraggera sui terreni oggetto di indagine. Naturalmente, non è stato possibile
  eseguire il campionamento nei casi di suolo nudo e di presenza consistente di sterpaglie e rovi e/o rifiuti;

 Accertamenti visivi volti ad individuare l’eventuale presenza di rifiuti sulla superficie dei terreni. Tali accertamenti sono stati effettuati durante le fasi di
  campionamento della matrice suolo e rappresentano informazioni di complemento che non influenzano l’attribuzione ad un terreno della classe di rischio
  per fini agricoli, ma comportano l’imposizione di specifiche prescrizioni.
Catalogazione dei Terreni in Diverse Classi di Rischio ai Fini dell’Uso Agricolo

      La disamina integrata dei risultati delle indagini effettuate ha consentito di pervenire alla catalogazione dei
      terreni in diverse classi di rischio ai fini dell’uso agricolo, indicate nella Direttiva Ministeriale 23.12.2013,
      come di seguito descritte.

      CLASSE A: Terreni idonei alle produzioni agroalimentari

      CLASSE B: Terreni con limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni
      (riferimento lett. c) art. 1 comma 1, DI 11.3.14)

      CLASSE C: Terreni idonei alle produzione non agroalimentari (riferimento lett. b) art. 1 comma DI 11.3.141)

      CLASSE D: Terreni con divieto di produzioni agroalimentari (riferimento lett. a) art. 1 comma 1 DI 11.3.14)

      La valutazione dei risultati delle indagini e la conseguente assegnazione dei terreni alle diverse classi ai fini
      dell’utilizzo a scopo agricolo è stata effettuata dal GdL nella situazione di persistente mancanza dei Regolamenti
      sulle aree agricole e sull’utilizzo delle acque a scopo irriguo,
Tipologia Di Prescrizioni Previste
In funzione delle criticità riscontrate sono state previste diverse tipologie di prescrizioni.

Le prescrizioni rappresentano sistemi di controllo e/o di gestione per quei terreni che manifestano una o più criticità
a carattere agronomico e/o ambientale con variabilità spaziale e/o temporale.

La rimozione di tali criticità potrebbe consentirne in seguito il cambio di classe.

Le prescrizioni sono così indicate:

r = rimozione dei rifiuti e analisi delle aree di sedime.

c = certificazione dei prodotti agroalimentari attestante la conformità alla normativa vigente.

a = caratterizzazione ambientale (ai sensi dell’art. 242 del D. Lgs 152/2006).

m = esecuzione di indagini supplementari (scavi, trincee) volte a confermare o
    meno la presenza di rifiuti interrati.

p = estensione delle indagini effettuate alle particelle confinanti.

int-p = interdizione al pascolo.

int-f = interdizione alle produzioni foraggere.
FASE 6 : Definizione degli interventi di risanamento

Nei casi in cui le condizioni lo permettessero sarà data la preferenza ad interventi di bio-, fito-
risanamento con piante poliennali, che presentano numerosi vantaggi rispetto ai trattamenti fisico-
chimici.

Sono state fatte delle ipotesi di intervento rispetto alle classi di rischio definite/accertate, esse sono:

Classi di rischio 5 e 4 - interventi di risanamento Chimico-fisici, Bio-Fitorisanamento;

Classi di rischio 3 - interventi di risanamento Bio-Fitorisanamento

Classi di rischio 2 - interventi di risanamento Bio-Fitorisanamento temporaneo

Classi di rischio 1 - Nessun intervento
FASE 7 : Verifica e controllo

Il GdL ha predisposto protocolli per programmi di monitoraggio specifici per la sorveglianza diretta e differita nel
tempo dei suoli agricoli e dei relativi prodotti agroalimentari.

I protocolli prevedono l’effettuazione di un campionamento “ragionato” di matrici ambientali e alimentari.

Sulla base delle indagini indirette, effettuate con metodologie geofisiche e pedologiche, il protocollo prevede che sarà
definita la griglia di campionamento per le analisi dirette di dettaglio.

Per ciascun appezzamento omogeneo (continuità idraulica ed agronomica: stessa coltura, stesse tecniche colturali)
saranno effettuati prelievi di terreno alle distanze ed alla profondità definite in base alle misure indirette.

Inoltre, il GdL raccomanda l’attivazione di piani di monitoraggio a breve e lungo termine secondo protocolli
standardizzati.

Sarà necessario intraprendere azioni di sorveglianza sul territorio mirate, per le aree a rischio o interdette, anche al
completo ritorno alle attività agricole.
SVILUPPI
Per la prima volta diverse istituzioni si sono trovate unite ed
hanno collaborando e contribuito, con le proprie competenze
ad affrontare un problema come quello della Terra dei Fuochi.

Per la prima volta è stato possibile raccogliere in un unico serbatoio
«Il Geoportale» una mole enorme di dati che fino ad oggi erano dispersi nei vari ENTI.

Il GdL per la prima volta ha definito una procedura scientifica idonea ad affrontare problematiche legate
all’inquinamento dei suoli ad uso agroalimentare applicabile in alcune o in tutte le sue parti a tutto il
territorio nazionale

Il GdL ha partecipato alla stesura del Decreto n.46/2019, previsto dall’articolo 241 del d.lgs. n. 152/2006,
relativo agli «interventi di bonifica, ripristino ambientale e messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e
permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, anche ai fini degli opportuni
interventi di bonifica dei terreni inquinati»

Il GdL è stato incaricato a partecipare alla elaborazione del Regolamento sulla qualità delle acque da
utilizzare a scopo irriguo
Decreto n. 46 del 1° Marzo 2019 - G.U. del 7-6-2019 è una Disciplina Speciale
rispetto a quella contenuta nella parte IV titolo V d.lgs. 152/2006

                                  7 Articoli                                     5 Allegati

     Art. 1
                                                                     All. 1 (art.3)
       «Oggetto, finalità e campo di applicazione»
                                                                      «Criteri generali per la caratterizzazione delle aree
     Art. 2                                                        agricole»
       « Definizioni»
     Art. 3                                                         All. 2 (art.3)
       «Procedure operative per la caratterizzazione delle aree»       «Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) per i
     Art. 4                                                        suoli delle aree agricole»
    «Valutazione del rischio»
     Art. 5                                                         All. 3 (art.2)
       «Procedure operative e modalità per l’attuazione degli         «Criteri generali per la valutazione di rischio»
    interventi»
                                                                     All. 4 (art.5)
     Art. 6
                                                                      «Tipologie di intervento applicabili per le aree agricole»
       «Obblighi dei soggetti non responsabili dell’inquinamento»
     Art. 7                                                         All.5 (art.7)
        «Norme finali e transitorie»                                  «Adempimenti per cittadini ed imprese»
ALLEGATO 1 Art. 3 - Caratterizzazione suoli agricoli: aree omogenee e
                                 non omogenee

           Aree non omogenee o di cui                                            Aree da considerarsi
           non si conosca l’omogeneità                                               omogenee

Metodi ufficiali di analisi fisica del suolo                   Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo
(SISS 1997 – D.M. 1 agosto 1997)                               (D.M. 13 settembre 1999)

   Rilievi geo-fisici di campo
   (misure di induzione elettromagnetica o                        Per il campionamento di soil-gas si fa riferimento alle
    di resistività elettrica, associati a misure GPS)             procedure stabilite da Enti di Controllo.

   Evidenziazione del grado di                                    In loro assenza si può fare riferimento
   omogeneità/disomogeneità dovuto ad anomalie
   geofisiche, per cause naturali (es. varie caratteristiche   http://www.bonifiche.minambiente.it/page_protocolli.html
   dei suoli) o per cause antropiche (es. presenza
   materiali alloctoni)

   Conseguente mappatura di aree omogenee
Caratterizzazione aree agricole omogenee

Il campionamento della matrice suolo deve essere effettuato come definito nel D.M. del 13 settembre 1999
Tale Decreto prevede che vengano costituiti campioni compositi prelevando punti incrementali valutati
rispetto alla grandezza dell’area da investigare.

In presenza di terreni agricoli pedologicamente omogenei, la rappresentatività della matrice suolo sarà
garantita, all’interno dell’appezzamento di terreno da investigare, dal prelievo di campioni elementari
(profondità 0-30 o 0-50 cm p.c. per i prodotti orticoli e 0-80 cm per i frutteti ), che saranno miscelati fino ad
ottenere un campione omogeneo formante il campione globale.

Con il termine “campione globale”, si intende un campione ottenuto riunendo, in maniera omogenea, tutti i
campioni elementari prelevati.
I campioni globali si considerano rappresentativi dell’area.
Il D.M 46/2019

•   Si applica ad aree destinate alla produzione agricola e all’allevamento per la produzione di
    alimenti destinati al consumo umano o all’alimentazione di animali destinati al consumo
    umano oggetto di eventi che possono averne cagionato, anche potenzialmente, la
    contaminazione

•   I valori di riferimento (CSC) per i terreni sono stati definiti per un set di contaminanti più
    ristretto rispetto al D.Lgs.152/06 e peculiare per le aree oggetto del decreto (sono stati esclusi
    ad es. i composti volatili)

•   La Valutazione del Rischio (VdR) è effettuata in modalità diretta ed è finalizzata alla
    valutazione del rischio legato al consumo umano della produzione agroalimentare in sito

•   In caso di interventi, l’efficacia degli stessi è valutata attraverso lo stesso strumento di
    valutazione del sito (VdR legata al consumo di alimenti)
Tipologia di campionamento dei suoli agricoli

I campionamenti all’interno di un’area agricola possono essere effettuati tracciando su di essa ipotetiche forme a X o a W, a
seconda della grandezza del terreno

Lungo i percorsi designati si possono prelevare da 5 a 15 campioni elementari per ettaro

Per superfici inferiori ad un ettaro devono, comunque, essere prelevati almeno 5 campioni elementari.

Tutti i campioni (elementari e/o globali) devono essere accompagnati da una scheda di campionamento (coordinate GPS, breve
descrizione del punto di prelievo, sigla campione, data e condizioni meteo)
COME SONO I VALORI DI QUALITA’ DEI SUOLI PER USO AGRICOLO?

Il nuovo Regolamento per aree agricole prevede degli specifici valori limite per i suoli destinati alle produzioni agroalimentari

Non c’è differenziazione per i suoli destinati alla coltivazione di prodotti destinati alla alimentazione umana o all’alimentazione
animale/pascolo

I valori limite sono definiti Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) per analogia con il contesto normativo del D. Lgs.
152/2006, nell’ambito del quale si colloca il nuovo Decreto, tuttavia costituiscono soglia di attenzione, al superamento delle quali è
necessario elaborare la valutazione di rischio che, per la peculiare destinazione d’uso dei suoli agricoli, va condotta con approcci e
modalità diversi rispetto a quanto previsto per i suoli a destinazione d’uso Verde pubblico, privato e residenziale e Commerciale e
Industriale.

In linea generale riprendono i valori relativi al verde/residenziale ma:
            -   Attenzione ai valori di Fondo Geochimico per i microinquinanti inorganici, che devono essere validati dagli organi
                competenti
            -   Diminuzione dei valori limite per contaminanti organici quali Diossine/Furani e Policlorobifenili, unitamente
                all’attenzione al significato tossicologico di tali sostanze
Allegato 2 – CSC uso agricolo
Composti              CSC                                          CSC
                                Aromatici policiclici                        DDD                                      0,01
inorganici         [mg/Kg ss]                                   [mg/Kg ss]
Antimonio             10        Benzo(a)antracene                   1        DDT                                      0,01
Arsenico              30        Benzo(a)pirene                     0,1       DDE                                      0,01
Berillio               7        Benzo(b)fluorantene                 1        Dieldrin                                 0,01
Cadmio                 5        Benzo(k)fluorantene                 1        Endrin                                   0,01
                                                                                                                      CSC
Cobalto               30        Benzo(g,h,i)perilene                5        Diossine e Furani
                                                                                                                   [mg/Kg ss]
                                                                             Sommatoria PCDD, PCDF + PCB Dioxin-   6 ng/Kg SS
Cromo totale          150       Crisene                             1
                                                                             Like (PCB-DL) (conversione T.E.)      WHO - TEQ
Cromo VI               2        Dibenzo(a,h)antracene              0,1       PCB non DL                               0,02
                                                                                                                      CSC
Mercurio               1        Indenopirene                        1        Idrocarburi
                                                                                                                   [mg/Kg ss]
                                                                   CSC
Nichel                120       Fitofarmaci                                  Idrocarburi C10-C40                      50
                                                                [mg/Kg ss]
                                                                                                                      CSC
Piombo                100       Alaclor                            0,01      Altre sostanze
                                                                                                                   [mg/Kg ss]
Rame                  200       Aldrin                             0,01      Amianto                                  100
Selenio                3        Atrazina                           0,01      Di-2-Etilesilftalato                     10
                                                                             Sommatoria Composti Organostannici
Tallio                 1        alfa-esacloroesano                 0,01                                                1
                                                                             (TBT, DBT, TPT e DOT)
Vanadio               90        beta-esacloroesano                 0,01
Zinco                 300       gamma-esacloroesano (lindano)      0,01
Cianuri (liberi)       1        Clordano                           0,01
MICROINQUINANTI ORGANICI
                                         IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI
     PAH8
CANCEROGENI GENOTOSSICI

                              Chrysene
        Benz[a]anthracene

     Benzo[b]fluoranthene

                              Dibenz[a,h]anthracene                 Indeno[1,2,3-cd]pyrene)

       Benzo[k]fluoranthene

       Benzo[ghi]perylene

         Benzo[a]pyrene

                                                        Gruppo di priorità definito dall’EFSA per
                                                        gli effetti sulla salute
Diossine/Furani e PCB
I limiti per i suoli a destinazione d’uso verde/residenziale e commerciale/industriale sono espressi come:
        - Sommatoria PCDD, PCDF (conversione in T. E.)
        - PCB espressi in concentrazione mg/Kg

Come è noto i PCB sono 209 congeneri dotati di caratteristiche tossicologiche diverse, soltanto 12 congeneri sono considerati
PCB Dioxin-Like (PCBdl)

I nuovi limiti per i suoli destinati alle produzioni agroalimentari sono espressi come:
          -     Sommatoria PCDD, PCDF, PCBdl
                (conversione in T. E. con riferimento alla scala di tossicicità WHO 2005)

              - PCB non dl espressi in concentrazione mg/Kg(con indicazione dei congeneri da indagare)
Risultati della caratterizzazione

                                    Caratterizzazione

    Superamenti molto elevati                           Superamenti anche lievi
     dei valori di riferimento                          dei valori di riferimento

    Presunto rischio ambientale                          Presunto rischio sanitario

    Ulteriore caratterizzazione                      Ulteriori studi di caratterizzazione:
secondo quanto previsto per suoli                          test di biodisponibilità
   a diversa destinazione d’uso                     monitoraggio acque irrigue e ortofrutta
      Analisi di Rischio (CSR)                             Valutazione del Rischio
       Tecniche di bonifica                                 Idoneità/Non idoneità
     secondo D.Lgs. 152/2006                              Tecniche di risanamento
Presunto rischio ambientale

Si identifica un presunto rischio ambientale nei seguenti casi:

   Rilevamento di concentrazioni elevate di inquinanti nel suolo (es. > 10 conc. di Riferimento),
   anche senza evidenza di presenza nei prodotti agroalimentari eventualmente coltivati

   Accertamento di situazioni particolari di mala gestione di rifiuti (roghi, abbandoni,
   interramenti), sversamenti accidentali ecc….

      Caratterizzazione dell’area secondo quanto previsto dalla normativa vigente per i suoli a
      diversa destinazione d’uso
      Utilizzo dell’Analisi di Rischio (AdR) e calcolo delle Concentrazioni Soglia di Rischio
      (CSR)
Presunto rischio sanitario

Si identifica un presunto rischio sanitario quando gli inquinanti indice evidenziano superamenti,
anche lievi, delle concentrazioni di Riferimento per i suoli

Valutazione del Rischio:

- approfondimento di caratterizzazione con test di bioaccessibilità/biodisponibilità

 - monitoraggio prodotti alimentari

 - eventuale stima del rischio tramite la dieta

                     Eventuale non idoneità del suolo all’uso agricolo:
                        necessità di idonee tipologie di intervento
…si può utilizzare l’AdR classica
                                              nelle aree agricole?

           Il D. Lgs. 152/06 prevede l’applicazione dell’AdR in modalità backward, finalizzando la stessa alla
           definizione delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) che costituiscono l’obiettivo di bonifica.

           Nei suoli agricoli, operando in modalità backward, sarebbe ipotizzabile soltanto uno scenario di tipo
           professionale considerando, come bersaglio umano, il lavoratore agricolo

                             Le eventuali CSR sarebbero definite soltanto a tutela di tali lavoratori
                                           Sarebbe trascurata l’esposizione di tipo alimentare

           Si può condurre, eventualmente, una AdR in modalità forward finalizzata alla stima del rischio professionale.

Nelle aree agricole si applica la valutazione dell'esposizione, procedura scientifica che studia i processi che si verificano
nell'interfaccia tra un ambiente che contiene determinati elementi inquinanti e gli organismi che vivono in quell'ambiente,
quantificandone il rischio del contatto nello spazio e nel tempo.
Generico Modello Concettuale
                         preliminare/definitivo

  SORGENTE                         TRASPORTO                 BERSAGLIO

                                               Modalità di       Adulti e
Sorgenti secondarie      Meccanismi di         esposizione       Bambini
Suolo superficiale       trasporto              ingestione
                                                                  Scenario:
  suolo profondo         volatilizzazione       inalazione
                                                               residenziale /
                         lisciviazione            contatto
       falda                                                     ricreativo
                                                  dermico
                                                                 lavorativo
Modello Concettuale «composito»
                                nelle aree agricole

MC ambientale

                                                                         Suolo

                                 Fenomeni atmosferici: dispersione                               Aree agricole
        Attività varie di       Infiltrazione e/o ruscellamento acque    Acque                      Aree a
       origine antropica                 Attività agronomiche                                      pascolo
                                           Eventi accidentali
                                                                            Aria
                                                                         particolato

           SORGENTE                            TRASPORTO                          BERSAGLIO

                                                                                        Adulti
         Aree agricole                Passaggio dei contaminanti nella
                                                                                          e
        Aree a pascolo                         catena trofica
                                                                                       Bambini

MC sanitario
VALUTAZIONE DEL RISCHIO SANITARIO

SORGENTE                   TRASPORTO                  BERSAGLIO

                                                       Adulti e Bambini
Aree agricole            Passaggio dei contaminanti
Aree a pascolo               nella catena trofica        Valutazione
                                                       dell’esposizione
ALLEGATO 3 - APPROCCIO VALUTATIVO: Come?

Approfondimento della caratterizzazione dell’area:
      Evitare l’incremento del livello di contaminazione del suolo;
      Ulteriori accertamenti analitici sul suolo (es. test di bioaccessibilità/biodisponibilità);
      Monitoraggio dell’acqua irrigua;
      Monitoraggio dei prodotti agroalimentari

Valutazione del rischio sanitario connesso ai prodotti agroalimentari:
      Fase 1 – Valutazione secondo normativa vigente
      Fase 2 – Valutazione del rischio mediante ADI, TDI, TWI ecc…
      Fase 3 – Valutazione del rischio mediante RfD e/o SF
Strategia di monitoraggio

Il potenziale passaggio suolo-pianta può favorire l’ingresso dei contaminanti nella catena alimentare e indurre
potenziale rischio sanitario per la popolazione mediante la dieta

          La matrice d’elezione da campionare e sulla quale effettuare indagini analitiche
           è rappresentata dai prodotti alimentari di origine vegetale

L’uso di acqua irrigua contaminata, fenomeni di dispersione atmosferica e ricaduta polveri possono contribuire alla
contaminazione delle colture

Eventuale presenza di colture foraggere contaminate

      L’eventuale contaminazione può giungere anche agli alimenti di origine animale (latte, uova, carne)

 Scelta della tipologia alimentare da campionare in funzione delle caratteristiche sito-specifiche dell’area (uno o più
inquinanti INDICE, una o più derrate alimentari, variabilità stagionale ecc.)
Piano di monitoraggio di prodotti ortofrutticoli
 Qualora emergano situazioni di criticità in determinate aree o sub-aree, si procede ad un approfondimento della caratterizzazione
 estendendo il piano di indagine ai prodotti ortofrutticoli ivi coltivati

Pianificazione di opportuni monitoraggi, in base alle esigenze e alle caratteristiche sito-specifiche delle coltivazioni presenti nell’area

Studio di una o più matrici alimentari:
- specifico inquinante indice
- sito limitrofo ad aree industriali con contaminazione ascrivibile a diversi inquinanti (monitoraggio più vario possibile)

Studio di tutte le coltivazioni presenti nell’area in funzione del possibile diverso assorbimento degli inquinanti da parte delle diverse
colture

Tempi di campionamento diversi in funzione della variabilità stagionale

In prossimità dei singoli punti di campionamento del suolo, vengono prelevati i prodotti ortofrutticoli

La quantità di matrice necessaria per ottenere un campione elementare significativo dipende dalle diverse tipologie, forma e dimensioni
(prodotto grande, medio o piccolo) delle matrici stesse
Es. per la frutta 5-20 unità provenienti da piante diverse e quantità di campione dell’ordine di 1-2 Kg; per gli ortaggi, matrici derivanti da uno
o più filari in funzione della grandezza dell’area in oggetto

Il campione elementare prelevato deve essere sommariamente privato, in campo, del terreno adeso

Il campione globale, derivante dall’insieme dei campioni elementari, è ottenuto previa quartatura e miscelazione, qualora il campione
globale stesso fosse troppo grande

Le determinazioni analitiche devono essere effettuate sulle matrici lavate, previa separazione della parte edibile
Stima del Rischio: Approccio a tre fasi

             Fase 1 – Confronto con i limiti di riferimento vigenti

Quadro legislativo
   (CEE) n. 315/93 del Consiglio dell’8 febbraio 1993, che stabilisce procedure comunitarie relative ai contaminanti nei prodott i alimentari (G.U. Serie L n.
  37 del 13 febbraio 1993)

   Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della
   legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare

Pratiche agronomiche
   Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 febbraio 2005 concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari
   nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio e s.m.i.
   Ci si riferisce a tale normativa per le categorie di appartenenza di frutta, ortaggi e cereali

Altre fonti esterne
   Regolamento (CE) n. 1881/2006 della Commissione del 19 dicembre 2006 che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari e s.m.i.

  Raccomandazione della Commissione del 3 dicembre 2013 sulla riduzione della presenza di diossine, furani e PCB nei mangimi e negli alimenti

  Raccomandazione della Commissione dell’11 settembre 2014 che modifica l’allegato della raccomandazione 2013/711/UE sulla riduzione della presenza di diossine,
  furani e PCB nei mangimi e negli alimenti.
Valutazione del Rischio

Fase 2 - Valutazione del Rischio mediante ADI, TDI ecc.
                                                                                                    Fase 3 - Valutazione del Rischio mediante RfD e/o SF

                  Raccolta e selezione dati di monitoraggio prodotti alimentari e successiva individuazione delle "voci
                  alimentari"

                  Necessità di dati di consumo alimentare* (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex
                  INRAN, ora CRA-NUT o EFSA): Intake Rate (IR)

                  “Valore rappresentativo di Concentrazione” (C) mediante elaborazione statistica (media, mediana, calcolo
                  dell’UCL ecc.)

                  Eventuale calcolo della dose media giornaliera assunta mediante il consumo di tutte le voci alimentari
                  individuate ∑i(CxIR)i.

            * “Come mangiano oggi gli Italiani”. La lettera della nutrizione, anno III (6): 1-11 (Nov./Dic. 1991)
            * Original Communication Food consumption patterns in Italy: the INN-Ca Study 1994-1996 – A. Turrini, A. Saba, D. Perrone, E. Cialfa, A. D’Amicis – Europ Journ Clin
            Nutr (55) 2001; 571-588
            * The Italian National food consumption survey INRAN-SCAI 2005-06: main results in terms of food consumption – C. Leclercq, D. Arcella, R. Piccinelli, S. Sette, C. Le
            Donne and A. Turrini – Public Health Nutr 12 (12) 2009; 2504-2532
            * http://www.inran.it/710//I_consumi_alimentari_INRAN-SCAI_2005-06.html
Valutazione del Rischio mediante ADI, TDI ecc.

             Per diversi contaminanti, vari organismi internazionali (es. OMS, EFSA, SCF ecc.) fissano parametri di
             riferimento tossicologici, espressi come dosi tollerabili su base giornaliera o settimanale (es. Acceptable
             Daily Intake ADI, Tolerable Daily Intake TDI, Tolerable Weekly Intake TWI)

             Confronto dell’intake di contaminante previsto, mediante il consumo alimentare, con il pertinente
             parametro tossicologico

                                                           [Si(C x IR)i x 100]
                                                                                         =A
                                                                (TDI x BW)

- C valore rappresentativo di concentrazione di un contaminante, ottenuto con elaborazione statistica (media, mediana, upper confidence limit, ecc.), in
    ciascuna “voce alimentare”; è espresso in mg/g
- IR è l’Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite) di ciascuna “voce alimentare” considerata opportunamente in forma aggregata o
    disaggregata; è espresso in g/giorno;
- TDI è il Tolerable Daily Intake espresso in mg/Kg peso corporeo;
- BW è il Body Weight (peso corporeo), espresso in Kg; nelle valutazioni internazionali viene ad esso attribuito, generalmente, un valore pari a 60;
- A è la percentuale di intake del contaminante considerata Accettabile rispetto al TDI (o al TWI). Considerando vari gradi di cautela, possono essere
    proposti valori diversi di A.
Valutazione del Rischio mediante RfD e/o SF

     Uso dell’approccio statunitense dell’Environmental Protection Agency (EPA), in analogia alla procedura standardizzata di AdR
     prevista dalla normativa vigente

     Esposizione stimata mediante il calcolo delle dosi medie giornaliere assunte:
     - Average Daily Dose (ADD) per sostanze caratterizzate da effetti tossici con soglia
     - Lifetime Average Daily Dose (LADD) per sostanze cancerogene con meccanismo genotossico

                                          [Si(C x IR)i x EF x ED]                                            [Si(C x IR)i x EF x ED]
                         ADD =                                                               LADD =
                                            (BW x ATADD)                                                       (BW x ATLADD)

- ADD Average Daily Dose, espressa in mg/Kg giorno
- LADD Lifetime Average Daily Dose, espressa in mg/Kg giorno
- C valore rappresentativo di concentrazione di un contaminante, ottenuto con elaborazione statistica (media, mediana, upper confidence limit, ecc.), in ciascuna “voce
     alimentare”; è espresso in mg/g
- IR è l’Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite) di ciascuna “voce alimentare” considerata opportunamente in forma aggregata o disaggregata; è espresso
     in g/giorno
- EF è la Exposure Frequency, espressa in giorni/anno (vari gradi di conservatività, valore più cautelativo 365)
- ED è la Exposure Duration, espressa in anni (vari gradi di conservatività, valore più cautelativo 70)
- BW è il Body Weight (peso corporeo), espresso in Kg; nelle valutazioni internazionali viene ad esso attribuito, generalmente, un valore pari a 60
-AT Averaging Time, espresso in giorni: ATADD è pari alla durata effettiva dell’esposizione; essendo espresso in giorni, si ha ATADD = ED x 365
                                          ATLADD è pari all’arco dell’intera vita (AT = 70 x 365)
Calcolo del Rischio mediante RfD e/o SF

Stima quantitativa del rischio per sostanze caratterizzate da effetti tossici con soglia
uso della Reference Dose cronica (RfD), cioè la dose di sostanza alla quale si considera possa essere
esposta la popolazione, per via orale, senza rischi apprezzabili lungo l’arco dell’intera vita

                                                      ADD
                                            HI =                      =A
                                                     RfD

 - HI Hazard Index, adimensionale
 - ADD Average Daily Dose, espressa in mg/Kg giorno
 - RfD Reference Dose, specifica per via di esposizione orale, espressa in mg/Kg giorno
 - A Accettabilità del rischio,valori compresi nel range 0-1 (vari gradi di cautela)

Stima quantitativa del rischio per sostanze cancerogene con meccanismo genotossico
Uso dello Slope Factor (SF), cioè il potenziale cancerogeno della sostanza

                                             R = LADD x SF = A

 - R Rischio cancerogeno, probabilità incrementale dell’insorgenza di tumori in una popolazione esposta rispetto ad una non
      esposta, adimensionale
 - LADD Lifetime Average Daily Dose, espressa in mg/Kg giorno
 - SF Slope Factor, espressa in (mg/Kg giorno)-1
 - A Accettabilità del rischio,1x10-6, 1x10-5, in via eccezionale 1x10-4 (vari gradi di cautela)
Procedura di VdR alimenti
     Fase I - Limiti
                                     Sì          Confronto delle concentrazioni
Esistono limiti negli alimenti?                     negli alimenti con i limiti
             No
Fase II – Approccio UE
                                                                    Non sono imposti valori di
Esistono valori di ADI, TDI o TWI?                                   accettabilità del rischio
No                           Sì
            Dati INRAN sul consumo di               Confronto Esposizione
          alimenti per “voce alimentare”             Giornaliera con TDI                    Verifica
                                                                                Calcolo
                                                           oppure                         Accettabilità
         Concentrazione rappresentativa                                           HQ
                                                   Confronto Esposizione                      HQ
                del contaminante
         per ciascuna “voce alimentare”             Settimanale con TWI

Fase III – Approccio USEPA
                                          Calcolo Average Daily Dose                        Verifica
  Dati INRAN sul consumo di
                                           per sostanze con soglia          Calcolo HI    Accettabilità
alimenti per “voce alimentare”
                                                (effetti tossici)                              HI

Concentrazione rappresentativa             Calcolo Lifetime Average                         Verifica
       del contaminante                     Daily Dose per sostanze         Calcolo R     Accettabilità
per ciascuna “voce alimentare”            cancerogene genotossiche                             R
Allegato 4 Art. 5 -Tipologie di intervento applicabili per le aree agricole

      OBIETTIVO
      Preservare la risorsa suolo nella sua interezza

Limitare gli interventi di rimozione,                 FITORISANAMENTO:
trasporto, scavo e lavaggio ai casi in
cui le altre strategie in situ e a minore              - Fitodegradazione
impatto risultino insufficienti                        - Rizofiltrazione
                                                       - Fitostabilizzazione
Interventi di messa in sicurezza e                     - Fitoestrazione
bonifica calibrati in modo sito-
specifico, in funzione di:
                                                      BIORISANAMENTO:
 - Tipo        di     inquinamento
   intervenuto                                         - Biostimulation (potenziamento della
 - Caratteristiche pedo-climatiche                       microflora      autoctona   attraverso
 - Attività agricole e zootecniche                       l’input di nutrienti)
   coinvolte                                           - Bioaugmentation (incremento delle
                                                         cellule batteriche e fungine presenti
                                                         nel suolo)
(segue)Tipologie di intervento applicabili per i suoli destinati alla produzione
                          agricola e all’allevamento

 A seguito dei trattamenti sopra elencati, si procede ad un
 aggiornamento della caratterizzazione dell’area e alla ripetizione, ove
 necessario, della procedura di Valutazione del Rischio (VdR)

 Le aree che, a seguito della nuova VdR, risultino non compatibili con
 l’uso agricolo, possono essere destinate ad alberature con specie
 arboree caratterizzate da buona adattabilità alle condizioni
 pedoclimatiche dell’area, profondità degli apparati radicali, alta
 capacità di suzione radicale(es. pioppo bianco, pioppo nero ed
 eucaliptus)
Competenze Procedurali Amministrative e Tecniche Necessarie

Nel DM 46/19
                                            Identificare le
Regione                                     competenze
Provincia               Per le aree SIN
Comune
ARPA                    MATTM
ASL – (IZS)

                                                                Istituire un Gruppo di
                                                                Lavoro
A supporto

ISPRA
ISS
Università
Altri Enti di Ricerca                     Attuare il progetto
Allegato 5 Art. 7.
                           Adempimenti per cittadini ed imprese

Gli oneri informativi di nuova introduzione sono i seguenti:
     a) presentazione dell'autocertificazione che i livelli di CSC non sono stati superati anche
per una sola sostanza, corredata della necessaria documentazione tecnica e comunicata
agli enti, che conclude il procedimento;

    b) presentazione all'Autorità competente della relazione di valutazione del rischio e
dell'istanza conclusione procedimento in caso in cui le concentrazioni riscontrate risultino
compatibili con l'ordinamento colturale         effettivo  e potenziale o con il tipo di
allevamento su di esso praticato;

    c) la presentazione,    della relazione di valutazione di rischio e del progetto degli
interventi da attuare se   all'esito della valutazione del rischio le concentrazioni
riscontrate nel suolo       sono incompatibili con l'ordinamento colturale effettivo e
potenziale o con il tipo   di allevamento su di esso praticato.
Allegato 5 Art. 7.
                                           Adempimenti per cittadini ed imprese

 Con riferimento alla disciplina generale di cui all'art. 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, gli oneri informativi eliminati sono i
seguenti:
   a) presentazione del piano di caratterizzazione all'autorità competente;

   b) presentazione dei risultati del piano di caratterizzazione all'autorità competente;

   c) presentazione dei risultati della procedura di analisi di rischio sito specifica per la determinazione delle concentrazioni
      soglia di rischio;

   d) presentazione del piano di monitoraggio per la verifica della stabilizzazione della situazione riscontrata in ordine alle
      concentrazioni soglia di rischio;

   e) la comunicazione all'autorità competente della relazione tecnica riassuntiva degli esiti del monitoraggio per la verifica
      della stabilizzazione della situazione riscontrata in ordine alla concentrazione soglia di rischio.
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