Il dibattito intorno al piano strategico - tM+ TORINO METROPOLI AUMENTATA Piano Strategico Metropolitano 2021-23 - Politecnico di Torino
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tM+ TORINO METROPOLI AUMENTATA Piano Strategico Metropolitano 2021-23 Il dibattito intorno al piano strategico
01.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Matteo Robiglio Link al sito web di Repubblica Così è possibile ridare slancio alla Grande Torino Il coordinatore del piano strategico metropolitano, docente del Politecnico, spiega le finalità del progetto: dare fiducia alle generazioni future Torino si sente diminuire e diminuita. È un senso colati in 24 strategie e 111 azioni. diffuso di smarrimento e inferiorità.Ma è anche un Cosa significa “aumentare” una metropoli? Signifi- fatto: misurato dal calo demografico, dalla scarsa ca incorporare - come nella realtà aumentata, di cui attrattività, dalla produttività stagnante, dalla di- facciamo esperienza ogni giorno quando apriamo il minuzione dei redditi, dalla crescita delle povertà. nostro smartphone - le nuove tecnologie basate sul La pandemia ha accentuato un trend già negativo, e digitale nello spazio fisico, sociale ed economico. rischia di agire da catalizzatore di processi di lungo Fare tesoro della forzata digitalizzazione di mas- periodo. Minando anche le alternative alla contrazi- sa cui la pandemia ha costretto le scuole, i servizi, one della manifattura, della meccanica e dell’auto: le imprese, le famiglie per riorganizzare in modo la città del turismo, della cultura, della formazione intelligente i servizi, la produzione e la formazione. universitaria. Oggi chiuse. Cogliendo l’occasione offerta dal telelavoro, dalla D’altra parte, Torino è invece cresciuta, forse senza telemedicina, dalla teledidattica. essersene ancora pienamente resa conto. E’ cresciuta Non per sostituire le relazioni reali, ma per moltipli- verso la sua cintura ancora molto industriale, verso care le opportunità e diffonderle sul territorio met- la sua campagna, la sua collina e la sua montagna - ropolitano. Con la stessa qualità, in forme diverse diventando un’unica città innervata da una robusta secondo le specificità dei luoghi. Invertendo una rete di ferrovia locale. E’ questa la vera “ Grande plurisecolare tendenza alla centralizzazione sul Torino” oggi da costruire. Quella dei 312 comuni, capoluogo. Per costruire in pianura, in collina, in che finisce alla cresta alpina. Senza attardarci in altre montagna uguali a opportunità di abitare, lavorare, perimetrazioni, su cui dagli anni ‘60 studiosi e polit- muoversi, fare impresa, imparare, stare bene. Grazie ica hanno perso fin troppo tempo. Riconoscendo che ad una infrastruttura ‘blended’ che coniughi acces- proprio l’estensione, la diversità dei paesaggi e la sibilità fisica e digitale, tecnologie di rete e tecnol- varietà delle dimensioni di enti, comunità e imprese ogie autonome. I cui hub potrebbero essere prima è ciò che la rende unica. E’ questa la Grande Torino di tutto le scuole e le stazioni, da ripensare come che deve inventare il suo ruolo nella nuova geografia piattaforme di comunità, alle diverse scale, dal più del Nord, ridisegnata dalle connessioni ad alta veloc- piccolo comune al quartiere più centrale. Organizza- ità: con al centro Milano, a ai vertici già oggi Bolo- re questo processo di nuova infrastrutturazione - che, gna e Verona, e - se sapranno e vorranno - Genova e a differenza dei precedenti, dovrà essere pervasivo, Torino. leggero e sostenibile - significa investire su fattori Le risorse di Next generation Eu valgono potenzial- abilitanti generali in grado di attivare il potenziale e mente per Torino Metropoli 2,6 miliardi di euro. E’ le energie dei territori e delle imprese, piuttosto che una cifra senza precedenti. Ma per quale visione del su politiche di settore. Significa lanciare una straor- nostro futuro? dinaria sfida di ricerca e di produzione, sapendo che Il Piano Strategico Metropolitano da poco appro- le conoscenze e le tecnologie necessarie sono quelle vato dal Consiglio Metropolitano, e costruito in sei in cui già oggi eccelliamo - trasporti, meccatroni- mesi di lavoro con il coinvolgimento dei territori e ca, automatica, energetica, costruzioni - da mettere il supporto scientifico di Università, Politecnico e al servizio di una nuova stagione di innovazione Fondazione Links immagina una “ Torino Metropoli ambientale e sociale. Sfida che ci farà attrarre nuove Aumentata”. E la disegna in sei assi - produzione, intelligenze e conquistare il vantaggio competitivo ambiente, mobilità, formazione, equità, salute - arti- per affacciarsi a nuovi mercati, producendo allo stes- 2
so tempo un misurabile impatto su tutto il territorio metropolitano. A questo servono quei miliardi: ad aumentare Tori- no, per le generazioni future. 3
01.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Jacopo Ricca Link al sito web di repubblica Sei ricette contro il declino di Torino utilizzando i 2,6 miliardi in arrivo dalla Ue E’ il piano strategico del Consiglio metropolitano per il rilancio e la trasformazione di un’area di 312 Comuni Una ricetta per invertire il declino di Torino e di qualunque sarà il suo colore: “Con questo piano si quell’area vasta, e molto varia, che è la sua ex pro- potrà incidere attivamente e profondamente sulle vincia. Il piano strategico metropolitano, approvato dinamiche di trasformazione della metropoli nei dal consiglio metropolitano, è il frutto di un lavoro prossimi anni - aggiunge il rettore di Unito Stefano semestrale che ha visto impegnati accademici e Geuna - Il contributo degli atenei rappresenta una tecnici della Città metropolitana in una fase partico- realizzazione compiuta di quella “terza missione” larmente complessa per poter fare rilievi, consultare dell’accademia che è da sempre fondamentale nella i cittadini e mettere insieme le idee per rilanciare nostra attività”. un territorio che da un trentennio è al centro di una trasformazione spesso percepita come un declino. Ecco, dunque, le sei mosse per il futuro di Torino. “La Città metropolitana di Torino ha subito più di altri territori la trasformazione della propria econo- Digitalizzazione. L’innovazione: un’opportunità di mia e demografia avvenuta negli ultimi decenni e lavoro e impresa la pandemia di Covid- 19 ha accentuato il rischio che essa possa diventare una “metropoli diminuita”, Il trasferimento tecnologico, dal mondo della ricerca caratterizzata da un’economia debole e aumentate e dell’innovazione insediato nel Torinese ai com- diseguaglianze” spiega la sindaca Chiara Appendino porti economici, è il passaggio fondamentale per nella presentazione del progetto. “creare valore”. Processi come l’automazione, la Al centro ci sono sei assi di azione per costruire la cooperazione in reti di impresa, la costruzione di “metropoli aumentata” cavalcando l’onda dei temi filiere, l’innovazione di processo e di prodotto, la di finanziamento di Next Generation Eu. Nell’analisi promozione dei territorio e delle sue produzioni, di cosa offre Torino, ma soprattutto nella pianifica- passano da qui e sono indispensabili per aumentare zione, coordinata da Matteo Robiglio, ordinario al l’offerta di occasioni di lavoro e di impresa e l’attrat- Politecnico di Torino, insieme a un team di esperti tività del sistema metropolitano torinese per nuove del suo ateneo, dell’Università e della Fondazione iniziative e investimenti. La sfida però è portare tutto Links, sono stati coinvolte quelle forze economiche questo fuori da Torino, verso le montagne e i luoghi e sociali che sono state individuate come una delle meno abitati della metropoli. Per questo tra le decine risorse su cui puntare per il rilancio. di azioni individuate c’è anche “promuovere ricerca “Ricerca e partecipazione sono i due pilastri di un e sperimentazione sulle telecomunicazioni di nuova Piano che rivendica la possibilità di “aumentare” generazione per le aree a bassa densità”. il potenziale economico, territoriale e sociale del- la Città metropolitana incorporando conoscenza, Ambiente. Primo obiettivo: il parco più grande del innovazione e tecnologia nei processi di tutti i campi mondo della produzione, materiale e immateriale “ ragiona Guido Saracco, rettore del Politecnico. Il piano cerca di allargare lo sguardo dal centro della città verso Torino è già considerata la città più verde, almeno quella corona di montagne che si può abbraccia- per il numero di alberi tra le metropoli italiane, ma re con lo sguardo da Torino. Soprattutto offre assi da più parti arriva la richiesta di “aumentare la qual- d’azione che possono diventare il punto di partenza ità ecologica, ambientale e paesaggistica dell’area dell’agenda politica del prossimo sindaco di Torino, metropolitana”. L’idea è quella di realizzare il parco 6
metropolitano più grande del mondo, ma questo investimenti che permettano di “proseguire e intensi- asse si muove sulla partita globale per contrastare il ficare le sperimentazioni già avviate in area torinese cambiamento climatico e rappresenta un’opportunità per il rinnovo degli edifici scolastici, allargando la di rilancio enorme per il Torinese, dove il consumo riflessione al rapporto tra modalità di insegnamento di suolo imposto dalla prima e dalla seconda rivolu- e apprendimento e forme dello spazio scolastico e zione industriale ha lasciato molti spazi abbandonati. sul rapporto tra scuola e territorio”. Una delle sfide Per questo le azioni passano dalla promozione di “un riguarda l’uso delle “nuove tecnologie per eliminare modello per la trasformazione delle aree industria- il divario territoriale nell’accesso ad una formazi- li, che superi l’attuale condizione di stallo verso la one di eccellenza, in tutti gli ordini e gradi di for- riurbanizzazione o verso la rinaturalizzazione o uso mazione”. La didattica a distanza ha mostrato tutte energetico”. le carenze del sistema, ma può essere una via per avvicinare parti diverse del Torinese. Mobilità. Trasporto collettivo per muoversi sulle medie distanze Inclusione. Uguali chances per chi vive in centro e in periferia Tutti parlano “delle città dei 15 minuti”, ma l’asse che punta a realizzare una mobilità sostenibile L’inclusione sociale è una sfida che non riguarda nell’ex provincia invita a cogliere l’occasione della solo il rapporto tra centro e periferia di Torino, tra trasformazione dei cicli della pendolarità casa-la- fasce più ricche di cittadini e gli ultimi. L’asse del voro “per migliorare la connettività e accessibilità piano strategico che tocca questi temi guarda infatti al e del territorio metropolitano per diventare una a un nuovo modello che renda “la Città metropol- 90-minutes metropolis”. Non solo avere servizi a itana un luogo nuovamente attrattivo per l’insedi- Torino accessibili in un quarto d’ora, ma anche la amento di residenti ed imprese”. L’idea è quella di possibilità di raggiungere tutti i punti della Città promuovere eguali opportunità di sviluppo personale metropolitana in un’ora e mezza attraverso un mix e di comunità nelle diverse parti del territorio met- di collegamenti. L’idea è chiara: “Promuovere l’uso ropolitano e per l’intera popolazione metropolitana. del trasporto collettivo sulle medie e lunghe distanze Per farlo è necessario “introdurre e sostenere forme e i mezzi alternativi all’auto privata alle medie e originali di housing sociale e di residenzialità di brevi distanze. Così si promuove lo spostamento con comunità, adatte alle specificità dei diversi contesti i mezzi pubblici, in bicicletta e a piedi e la qualifica- territoriali per ripopolare i territori a demografia zione dello spazio pubblico nei contesti di urbaniz- debole. Sperimentare e incentivare forme duali di zazione recente”. residenza metropolitana per rafforzare i legami tra centro e aree interne”. Istruzione. Nuove tecnologie per cancellare i divari nella scuola Salute. La telemedicina come carta vincente nella prevenzione Sono uno dei pilastri di ogni discorso, sia della polit- ica sia degli esperti, ma il punto su cui si insiste nel Il Parco della Salute come fulcro di un’azione che piano è quello di creare una “metropoli laboratorio ricostruisca quella medicina territoriale di cui la della nuova scuola”. Per farlo sono però necessari pandemia da Covid-19 ha mostrato tutta la fragil- 7
01.03.2021 ità. I fondi europei su questo asse sono cresciuti con l’emergenza e per questo la sfida è creare un “sistema territoriale integrato di educazione preven- zione e diagnosi che, anche attraverso le possibilità della telemedicina e della diagnostica a distanza, promuova un eguale accessibilità del sistema san- itario sul territorio”. Le azioni però sono anche di prevenzione: promuovere l’educazione alla salute, sostenere l’invecchiamento attivo, il ruolo sociale degli anziani ed i legami intergenerazionali. Una sfida che si incrocia con quella dell’ambiente perché per migliorare la salute sarà necessario “fare della qualità ambientale della Città Metropolitana un fattore attivo di salute pubblica”. 8
03.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Jacopo Ricca. Intervista a Don Peyron, delegato del vescovo di Torino Affidiamo ai giovani lo sviluppo del piano strategico į 8·¯¤Į ā ²~Âæ· ĀþĀÿ R¸Ã¤´¸Ã¸´ À~£³~ Ą 6äÌ̴̤°¤´¸°°¤Ì̳ÌøÁ¸°¤Ì´ ¸´Gâø´Ħŷ¤³¸¤¤¸Û´¤ °¸ÆÛ¤°ÐÁÁ¸°Á¤´¸ÆÌÃ̤¸ħ £2~·À·H£~ ĨU³À£~³·ÅËÂ~Ë£·Ú ~²²£³~ÂÅϯ¯~~² ³·³Å£~ÅÂڣ棷¯¯ÀÂÅ·³Į²~ £¯·Â·£Å·³£Å£Â£ĭ Åϯ¯ġ£³Ë¯¯£³æ~¯¯ÀÂÅ·³ĭKÂÚ 5ġ£ÅË£ËÏ棷³³·³Ú~Ú¯ ϳ~ڣţ·³¯ÏËÏ·Į²~À¡£ ¦vÀ £ËËį£¯¯~·¯Ï£¡¡~ Å£~ÅÂÚ·³·Ï·²£³£·³³~~²~Ë£ ¦Î»Î ¯ġ£³Ë¯¯£³æ~¯ġϲ£¯Ë£Ë·Ú~ £ÏËÏ·ĩĭ·³5Ï~Fá·³Į£¯ ©¦Ãv ~Å·¯Ë~¡£¡~¯Å·¯Ï棷³£Į·¯Ï£ ÂÅÀ·³Å~£¯¯¯~À~ÅË·Â~¯ ¶Õ¸© ¡Å~·ÚÏ~Â~Âĭ(¯·Ú£Ēÿć£ Ï³£ÚÂÅ£Ë~£~¯¯ġ~À·ÅË·¯~Ë· ¡~£³Å³~Ë·¡£·³£³£Å·³·¯£³ ££Ë~¯¯¯~£·Å££Q·Â£³·Į Åϯ¯~~ÂË~¡¯Å·¯Ï棷³£ ÅÂæ~¯~À·¯£Ë£~·À·~Ú¯ËË·£¯ À£~³·ÅËÂ~Ë£·²Ë·À·¯£Ë~³·¡Į L¸Ã¤³¸ ÀÂÅ£³·³·~ÅÅĭ9·£·£ ·£~²·Ï~£Âϳ·ÂÀ·Â£Ë·Į ËÂ~£ÅÏ·£~ÅÅ£ġ£³ËÂڳ˷Į·³Ë£³ °Æ¤´Ã¸³°° ²~~£~²·Ï³Â~³Ú~³Ë~£· ²·¯Ë¯¯À·¯£Ë£¡ÅÏÏ£¯Ï£¯~Ú·Â~ Åϲ~³~Ë·¯¯ġ~£ÚÅ·Ú·Å~ Á¤Ì°ÁÃÐÌı À¡ À·ÅÅ£~²· Ï~Â~ ~¯ ÏËÏ· ~³· ¯~ ·¯À~ ~¯¯~ 9·Å£¯£~ĭ££Ë~¯£ææ~棷³Į£Â~ ·Å£·³Å·£~¯Å·³·ÅË˷£¡ ¸¤³¸°Û¸Ãà À~³²£~Į~³·À~·³¯ ·³¯£ËËÏ~¯£ËĮ Å·ÀÂ~ËËÏËË· ¯£ ~³¡¯~¡£Å~¡~£³£Ú£Ï~Ë··² ÁøÆÌÃФð ·£Į¯³·ÅË·À~ÅÅ~Ë·ĩĭ ËÂ~£³~³Ë£À£¯~³£~ÂQ·Â£³·įĨU³ À£~³··²ÁÏÅË·¡~£Å·³·£ ÆÂÐðÐÌÐÃ¸İ ªÖå·į*ÐÖªÖÚÖÁªÖ·ª¼ÁÊÌ ·įª¼Ö··ª£¼ñÌÖª¢ªª·ĻK̨ ²·¯Ë·²À˳æēÅÀ£~Ē5~£ËË ³·³ÀϸÀ£ÐÅÅÂ~À£Ë~¯ ¤´Û¤Ì¸¤Û¢¤ ¼Á¼¼ÁÌÊÌÖªÖÁł ĨF·Ë˳Âϳ~·Å~Â~¯£ææ~¯~ ²·³·²~Â~ĮÅÂÚϳ£ËËĮ·Ï³ ÃÃä ³·³~ÅË~Å£ÚÂϳÀ·ËË·ĭ ·ÅÅ·~¯·²Â~Ë·ÏÂ~³··² ·£~²·À~¯~·³¯ÀÂÅ·³ ¯ġàÀ·ڣ³£~Į¡Å~ÀÀ£~ÅÀ£²Â $ 8#̼WÁ̪¼Á*·ÊÌÁ£ÖÖÁª¼·ÚČĊċÁ»Ú¼ªļ·įëÊÌÁ媼ªª¼ÐÁ»» ~ÀÀ~ÅÅ£·³~Ë¡³·³Å·³·À·Âæ~ ϳ~·²À¯ÅţˣÅ~À£ĮÅ·¯Ï棷³£ Áϯ¯¡¡~³³·¯¯Ú¯À·ËÂĭ £Ú£Å£·³£ĭ(¯À·¯²~¡³·³ Q·Â£³·À¯ġ£ÅË£ËÏË·£Ë~¯£~³·À ²³Ë·£~²·¯~Ú·Â~ÂÀ V´ÁøÌ̸¸³ (¯~ËË·¡¯ġ(ā³·³£Å£~~³·Â~ ~£~²·ÁÏÅË~²³Ë~¯£Ëĩĭ ¯ġ£³Ë¯¯£³æ~~ÂË£££~¯¡· ·ÅËÂϣ¯~ÅÁÏ~Â~¯ÏËÏ·ĭ9·³ ÂÏËË·Å£~£Â~¯¯³Ë~²³Ë££³³Å~Ë£ QÁ¼ÁËÚ··ªª¼ªåªÚÖª£·ªÐЪÐÚ ·³·Å£Ï˷ϳ~ÁÏ~³Ë£Ë£ÀÂÅ·³Į ¡£~²·¯ÂÅÀ·³Å~£¯£Ë¯ ÂÐÆ̸¢¤Æ¸´¸ ~¯¯~£ţ£·Ú³·ĮÅ£~À¡³·³ Úª£ªÌł Ĩ9·³£²À·ÂË~³ËÅ£~³·Áϯ¯£· £·Ú~³£ĮÅËÂ~·Â£³~£¡³·³ Å~ÀÚ··ÅÅ·ÁÏ£ĭ·ÚġÂ~Ú~ËĮ¡· À~ÅÅ~Ë··²~³³·£À£ÐÚ¡£ĭ ¯·Â·£³Ú¡£·À¡³·³ ¤Ì´Ì¸³ÁÌ´ç ϳ˲~£³£Ú£Ï~Ë··²À£·Â£Ë ~¯¯~À·¯£Ë£~Į~³¡Åϳ~À£·Â£Ë ~¯Ë£ĭK·³·Ë£¡ËË·³Âϳˣ ¡£ÅË·¯·Â·ĭ²£¡~³Â£ÅÀ·ÅË·į Â~˯£Â£Į~³æ£¡ 6¤ÌÌ´¸´ÁйÁ¤Ñ ÀÂQ·Â£³·£¯ÅÏ·ÏËÏ·ĩĭ Â~³£~£Ë³£À³Å£Â·~¯¯ Ģ9ÅÅϳ·£¡~²~£¡£~²~Ë·ģĭ(¯ ËÂ~Ë˳ÂÀæ棯À·ËÂĴ¡£¡~ įÚ¼ÐÊ̼ñ¨ÊÌÁ£ÖÖª ÅËÂ~Ë££³Ë³~棷³~¯£Į À·¯²~£Q·Â£³·¯¤ĩĭ ²·¯Ë¯Ú¯À·Ë·£¡£Â£ ÆÆóÌøÁ¸°¤ Á»ËÚ··ª·Êª¼ÁÐÖÌÖ£ªÁ Â~ÀÀÂųË~³·Ï³Å³Ë£²³Ë· £Ïŷ£ÅÀËË·~£À·¯²£¡£ =Á¼åÌÁ¨ª£ªÁ弪ÐÁ¼Á ÐÊÊÖªł £¯~Ú·Â~ÂÀÂ~À£ÂÅÀ~棳·³À ¡£Ï¯£ĩĭ ³¸´¸³ÃİÆÃÛ å¼£¼ÁÌʪ֪··ÊÁ·ªÖªł ĨÚġÅůġ·À£³£·³Àϯ£~~ Ë·ڣ~²·~~·³Ë~ÂĭF¸ Ĩ8~££·Ú~³£¡ÅË~³³·³¯¯~²£~ *·ªÖÖªÖÁÊÁ·ªÖªÁ·· д°¸³Ã̸ ¡£Â¯·ĭ9·³À·ÅÅ£~²·ÅÀÂ~ ~£~²·²·¯Ë£À·ËË£Į³ À~·¡£~¡~³³·Ú£³Ë·Ï³ Á»Ú¼·ªÊÌÂ媼ÖÚÖÖį·ÖÌ ¡ÁÏ~¯Ï³·~À£Å~¯·~£~ Â~¯£ææ£~²·À·¡£³·³¯£ ¡~®~Ë¡·³²·³£~¯IJK·Â£~²·¯¯~ ªÌñªÁ¼ĻK̨ł ¸³°ĥáÁøۤ´¤ ~¯¯ġ~¯Ë·ĮÁÏÅ˷ϳ˲À·£³Ï£ Ú££¡£~²·²~£ĭ£~²·Ï³ Å£³Â·²¯¯~~À£Ë~¯ÀÂÏË~į Ĩ·£~²·Ë·Â³~Â~¯¯~ ¯ÀÂÅ·³³·³~³³·~Ë£~~ À·¯²~£²Ë··£³³~³æ£ËÏËË·ĭ ~£~²·£³Ë~£Åů·³·³ Â~ÀÀÂųË~³æ~ĭ(¯À·¯£Ë£· ¡£Â£~ÅÅϲÂÅ£¯ ~¯¤·£~²·À~ÂË£Âĭ·³ ~ËË£~²·£ÅÅÂÀ·ڣ³£~ĭ~ÅË~ Â~ÀÀÂųË~¯¯À~ÂË£¯¯~Å·£Ëį ÂÅÀ·³Å~£¯£Ë~£À·¯£Ë££ĩĭ ¯ġÅÀ£³æ~¯¯~~³£~ËÏÂ~£ ¯~²³Ë~ÂÅ£ĮÂ~·¯ÀÚ·¯£Į ϳ~·Â²~£ÅÂڣ棷~¯Ë~ĮÀ¡ ŊG'EG
03.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Mario Calderini Link al sito web di repubblica E’ tempo di pensare al futuro di Torino fuori da Torino per il bene di Torino Calderini e la ricetta antideclino della Città metropolitana Un Piano approvato da un’amministrazione in Ampliando lo sguardo all’area vasta, sappiamo scadenza, che ha per oggetto l’area amministrativa che la stagione dell’economia della conoscenza ha peggio definita della storia repubblicana, sostenu- polarizzato la ricchezza in pochissimi luoghi e ne ha ta da una governance politica quasi inesistente. Ci lasciati indietro moltissimi altri. Il paradosso della sarebbero tutti gli ingredienti per catalogare il nuovo Provincia è che moltissimi luoghi sono rimasti indi- Piano Strategico Metropolitano come il documento etro, ma la ricchezza non si è polarizzata a Torino. È più inutile della storia politica del Piemonte. In- forse tempo di riprendersi dagli abbagli dell’econo- vece, basta cambiare prospettiva per capire che in mia della conoscenza e guardare alle opportunità di quelle pagine ci sono molte delle risposte che chi da trasformazione economica e sociale che offre l’us- troppo tempo guarda solo alle micragnose vicende cita dalla crisi pandemica. Interi settori economici della Città non riesce a dare. Il punto è che Torino come l’assistenza e la cura delle persone, il turismo, dovrebbe smettere di chiedersi cosa vuole essere e la produzione e la distribuzione di cibo, i modelli cominciare a chiedersi da cosa vuol essere circon- di costruire ed abitare, saranno attraversati da una data.Sarebbe il primo passo di un processo di sana profondissima trasformazione che avrà il segno autovalutazione, con cui la Città verrebbe a patti con della prossimità, della relazione col territorio, del il fallimento dell’idea di poter esistere sulla mappa radicamento nelle comunità. Nei cosiddetti luoghi del mondo senza il suo contesto territoriale allarga- rimasti indietro, resistono due grandi reti capaci di to, idea che ha retto solo fino all’amministrazione creare valore economico e sociale: le reti del saper Castellani e solo grazie alla FIAT e alle Olimpiadi. fare, la piccola impresa manifatturiera, l’artigianato, Quando alla fine del secolo scorso la Città ha comin- il commercio e il turismo da un lato e il terzo settore ciato a cercare ipotesi di sostituzione del valore cre- con le reti dell’imprenditorialità sociale dall’altro. ato dagli stabilimenti FIAT, è finita immediatamente La contaminazione di queste reti con competenze, nella trappola di cercare soluzioni endogene al pro- tecnologia e finanza è la chiave per intercettare le prio confine urbano e da questo perimetrate, ipotesi straordinarie opportunità del post pandemia. Qui che si sono immediatamente sciolte nell’irrilevanza: sta il nuovo ruolo che Torino si deve dare, come città del cinema, città dello sport, città universitar- luogo di conoscenza e innovazione, domandandosi: ia, città delle start up e chissà cos’altro ancora ci è il Manufacturing Competence Centre, il nascente sfuggito. È forse venuto il momento per Torino di centro per l’Intelligenza Artificiale, l’Environment cercare soluzioni fuori da sé stessa, a proprio favore. Park, la Fondazione Links devono necessariamente Cosa significa in concreto? Ad esempio, occuparsi essere all’esclusivo servizio di improbabili start up di Corso Romania, il non luogo che collega Barriera nascenti negli Atenei torinesi o di ancor più ro- di Milano a Settimo, rovesciando la prospettiva e manzesche fantasie di investimenti diretti esteri o si riconoscendo che quel problema lo si affronta me- può forse anche immaginare un grande progetto di glio dal centro di Settimo che dal centro di Torino, trasferimento di tecnologia, competenze e finanza facendo di Settimo l’epicentro delle politiche econo- per aiutare le grandi reti di cui sopra ad intercettare miche, sociali ed urbane a favore di quella periferia. nuove ipotesi di creazione di valore, trasformando Meno prosaicamente, significa che sarebbe bene che l’area metropolitana in un grande acceleratore dif- gran parte dei soldi dell’asse inclusione sociale di fuso di nuova impresa? È tempo di pensare al futuro Next Generation EU venisse messa nelle mani del economico e sociale di Torino fuori da Torino, per il Sindaco di Settimo per Barriera o di Venaria per Lu- bene di Torino. cento, nel contesto di una governance metropolitana. 10
03.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Jacopo Ricca. Intervista Valentino Castellani, ex sindaco di Torino Il futuro è la Grande Torino non esistono altre strade per il rilancio 11
06.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Marco Bussone Link al sito web di repubblica Le Alpi non sono un ingombro: Torino diventi una capitale alpina e investa nelle terre di mezzo Il presidente dell’Uncem Bussone e le ricette antideclino della CIttà Metropolitana Quando Rinaldo Bontempi, alla vigilia delle Olimpi- Piemonte, così composito e ricco di “territorialità”, è adi del 2006 aveva ripetuto che Torino doveva essere uno spaccato di Italia che ha sempre generato in- una “capitale alpina” europea, erano stati in pochi a novazione proprio nelle relazioni. In Piemonte è nata credergli. L’europarlamentare che era vicepresidente la politica per la montagna, negli anni Cinquanta. del Comitato organizzatore non aveva anticipato i Torino che va ad elezioni – è bene ricordarlo – tempi, anzi. Quando le previsioni non avvengono è elegge anche il “Sindaco metropolitano”, come si facile bollinare quelle idee come troppo visionarie. chiama ora il “Presidente della Provincia”. Come Non è così. Bontempi aveva detto quello che andava potrebbero, candidati ed eletti, non costruire le loro fatto per costruire una città unita ai suoi territori, scelte, le loro proposte senza guardare ai territori? usando mezzi, risorse, opportunità dei Giochi inver- Ed essere consapevoli che il capoluogo alpino oggi nali. Quasi nessuno lo ascoltò e quello che Torino necessario non è solo. È con Pinerolo, Ivrea, e poi non ha fatto negli ultimi venticinque anni è proprio Cuneo, Saluzzo, Biella, Vercelli… nel costruire un quello che oggi servirebbe di più. patto con i territori, con le valli che convergono sulle città. Il patto è istituzionale: nell’impegno della La crisi climatica e, nell’ultimo anno, la crisi pan- Città Metropolitana (e prima ancora della Regione) demica hanno ricollocato spazi e luoghi e messo in a investire risorse per le “terre di mezzo”, le zone crisi il ruolo centrale delle grandi aree urbane, sia al rurali e montane nelle quali garantire un adeguato loro interno – aprendo ulteriori fratture tra centri e livello di servizi – scuola, trasporti, sanità – così da periferie – sia all’esterno, imponendo di guardare a permettere a chi vive nei Comuni montani di poterlo quel che c’è fuori. Che l’Italia fosse il Paese dei pae- fare senza scappare. E a chi vuole trasferirsi – per si, dei campanili e della urbanizzazione diffusa, lo trovare spazi e benessere, luoghi e identità – di farlo avevano ripetuto in molti, compreso Bontempi che senza rimpianti e illusioni. Torino “capoluogo alpi- chiedeva slancio e coraggio. Per mettere in relazione no” non considera Sestriere o “Bardo” proiezione di il capoluogo e le sue valli. Cambiare prospettiva un quartiere urbano. Riconosce che nelle valli alpine per lui voleva dire smettere di vedere il pezzo di piemontesi che la avvolgono ci sono acqua, foreste Piemonte alpino solo come luogo di svago, di diver- che assorbono anidride carbonica, persone e im- timento e di sport. Evitare di vedere le Alpi “parco prese che proteggono con la loro presenza i versanti, giochi” e le Olimpiadi mero evento da tv, medaglie e filiere agricole e manifattura di alta qualità. Queste sponsor. Non ci siamo riusciti ma quella fiamma non “presenze” hanno un prezzo. Si pagano. Chiamiamo- è spenta. li finalmente “servizi ecosistemici-ambientali” che Quando è arrivata la “Città metropolitana”, nel 2014, la città utilizza. Ne beneficiamo tutti di 1 milione di a sostituire la cara “Provincia”, sono stati in molti a ettari di bosco in Piemonte e di migliaia di imprese gridare allo scandalo. Impossibile mettere insieme agricole. New York, con l’acqua che viene garantita Crocetta, Vallette, Barriera con Balme, Traversella alla Grande Mela dalle montagne, lo fa da decenni. e Bobbio Pellice. A guardarlo bene, questo pezzo Paga per proteggere le fonti. di Europa è invece uno straordinario laboratorio di Non servono retorica e promesse. Non si va nei politiche. Non ha pari in Italia e nel vecchio conti- borghi a vivere (o a telelavorare) se questi non sono nente. È difficile da interpretare questo territorio di forniti di opportuni servizi. Torino non può chiudersi 310 Comuni dove il più piccolo Comune ha 40 abi- nel trasporto pubblico da Caio Mario a corso Roma- tanti e il più grande 850mila. È emblematico per il nia o nella linea in più della metro. Il Sindaco della 12
Città faccia con i Sindaci dei paesi la battaglia per ri- attivare (e potenziare) le ferrovie delle aree montane che sono state chiuse negli ultimi anni – troppe e senza logica – e al posto di guardare a Milano, guar- di a Cuneo. Nel ponte ferroviario con Lione, neces- sario, non bypassi le valli. Cioè che sta in mezzo – le Alpi – non sono ingombro. Gli spazi per i confronti dei “centri decisionali” ci sono. La Città Metropolitana è spazio da riaffermare. Lo è anche Uncem quale Associazione che ribadisce tre urgenze. La relazione è territorio, comunità più unite e meno fragili. Le Alpi sono cerniera e hanno un “ruolo ambien- tal-politico-culturale” che le Istituzioni per troppo tempo non hanno voluto vedere. Per far uscire dall’isolamento il Piemonte non bas- tano un’idea o uno slogan. Sindaci e loro comunità, dei Comuni piccoli e polvere, chiedono uno sforzo in più a Torino. Punti sulle Alpi per essere se stessa. 13
08.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Jacopo Ricca. Intervista Cristina di Bari, imprenditrice e delegata di ConfAlpi Con il piano c’è una visione. Ora serve entusiasmo per realizzarlo 14
08.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti Piemonte Link al sito web di repubblica Torino superi il modello coloniale eredità degli anni del boom Il presidente della Coldiretti piemontese e il piano strategico La crisi pandemica sconvolge la vita delle nostre tamente in azienda i loro prodotti, li cucinano negli famiglie e delle nostre comunità. Nuove povertà agriturismi. Crescono e-commerce e consegne a e disagio sociale si generano sui nostri territori, domicilio. Cresce il numero di giovani che investe già duramente provati dalla lunga crisi economi- in agricoltura, così come l’attenzione delle nuove ca precedente.Dobbiamo perciò investire bene le generazioni verso il cibo di qualità, l’agricoltura e risorse di Next Generation Eu, implementando al l’ambiente. Come rafforzare questo percorso? In- meglio anche i Piani Regionali per i Fondi Strut- centivando filiere alimentari che producano cibo sui turali Ue 2021/2027. Possiamo cambiare davvero nostri territori, a partire dai prodotti dei nostri campi il nostro modello di sviluppo, mettendo al centro la e dei nostri allevamenti, con la garanzia di un prezzo sostenibilità ambientale, insieme con la sostenibil- equo riconosciuto agli agricoltori. ità sociale ed economica per le nostre comunità ed Portando le nostre produzioni nelle mense delle imprese. scuole e degli ospedali, con nuovi menu attenti alla E’ urgente cambiare profondamente il paradigma stagionalità dell’ortofrutta e alla valorizzazione con cui Torino città si è relazionata fino ad oggi con completa di un animale allevato. Abbiamo costruito i territori circostanti. A partire dal boom economico in Coldiretti esperienze importanti, contando sulla degli anni Sessanta Torino, con tutti i grandi Comuni lungimiranza di alcune imprese agroalimentari o dell’area metropolitana, ha “preso”: acqua potabile sulla sensibilità di Comuni e Asl. Ora serve un passo ed energia elettrica, ghiaia e sabbia, anche le persone in avanti: l’innovazione può diffondersi davvero se i dai territori più lontani. Ha reciso buona parte del sistemi di regole – dei Piani di Sviluppo Rurale, deg- collegamento che garantiva l’approvvigionamento li appalti pubblici o dei menu di una mensa pubblica alimentare. Infine ha centralizzato servizi sociali e – evolvono in modo coerente. sanitari allontanandoli dai territori. Tutto ciò, seppur Ma nelle aree rurali e montane, l’economia senza ingiusto, ha funzionato fin quando la forza econom- la comunità ha un futuro limitato. Non si può pre- ica e produttiva della Città riusciva a trainare tutti: scindere dalla presenza di adeguati servizi sociali, oggi al contrario, la crisi del “centro” sta impover- di mobilità e tecnologici. Anche qui l’agricoltura è endo ulteriormente la “periferia”. Occorre perciò pronta a potenziare il suo contributo: le esperienze superare questo modello “coloniale” ed incentivare di agricoltura sociale costituiscono un nuovo sistema un modello di relazioni “paritarie” e quotidiane fra di welfare di comunità, introducendo spazi e com- la città, le pianure, le colline e le montagne. Il Piano petenze dell’impresa, dove le risorse pubbliche sono “Torino Metropoli Aumentata” è in sintonia con insufficienti. Così gli agri-asili e i centri estivi, le questo approccio: una coraggiosa implementazione azioni di inclusione socio-lavorativa e le co-terapie, i sarà vitale per il futuro dei 312 Comuni. servizi per anziani autosufficienti, assicurano nuove La produzione di cibo è un ambito primario su cui risposte ai bisogni emergenti. lavorare. L’agricoltura si è rigenerata negli ultimi Insomma: più cibo locale significa più occupazione, vent’anni, costruendo un rapporto di fiducia con più turismo e cultura, più prossimità. Ma anche più i cittadini di tutte le età. A Torino e nei principali conservazione del paesaggio, più tutela dai rischi centri della Città Metropolitana si sono sviluppa- del dissesto idrogeologico, più compensazione delle ti i Mercati di Campagna Amica, dove i cittadini emissioni inquinanti degli altri settori produttivi. Più possono conoscere ed acquistare direttamente dai cibo locale significa quindi più servizi ecosistemici. produttori. Molte imprese agricole vendono diret- Da valorizzare al più presto anche economicamente, 15
08.03.2021 come previsto dalle nuove normative europee, per riconoscere il giusto ruolo delle imprese agricole e forestali. Secondo l’unità di misura, miope, del valore ag- giunto le imprese agricole “valgono” solo lo 0.7% del valore economico generato nella Città Metro- politana: proviamo a pensare cosa succederebbe se non ci fossero!!! Per leggere gli effetti di un nuovo modello di sviluppo, dobbiamo anche cambiare le “lenti” con cui osserviamo il rapporto fra impresa e territorio. 16
12.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Jacopo Ricca. Intervista Massimo Rozzino, sindaco di Torrazza Ho portato Amazon nel mio paese. Ma paghiamo caro l’essere piccoli 17
12.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Elena Piastra, Sindaca di Settimo Torinese Link al sito web di repubblica Torino cambi sguardo: ha dimenticato il corridoio strategico verso Milano La sindaca di Settimo e il piano strategico della Città metropolitana Se Torino intende essere una centralità, la città (a cavallo tra Torino, Settimo e San Mauro) che at- metropolitana rappresenta la sua più importante tendono un rilancio e per questo con altri 21 sindaci opportunità. Ci sono certamente aspetti politici mai abbiamo chiesto per mesi di inserire fin qui il tratto sanati come la non elezione diretta del sindaco della della Metro 2. Città Metropolitana con il risultato che fino ad oggi Negli anni è stato difficile provare a pensare a piani Il sindaco della Cmt è stato soprattutto, per non strategici comuni con Torino, a piani regolatori che dire soltanto, sindaco di Torino. Il piano strategico fossero in sintonia. Ne sono dimostrazione l’asse im- pensato per gli oltre 300 comuni è un buon modo portantissimo di Corso Romania, che vede arrivare soprattutto per ripensare il capoluogo e per ripensare un nuovo retail commerciale a ridosso del retail park in una logica più omogenea le trasformazioni strate- più grande del Piemonte (Settimo Cielo), e le aree giche del Nord-Ovest italiano. Un nodo centrale è il ex Michelin ed ex Pirelli (quest’ultima su Settimo) rapporto con Milano. che non vedono una trasformazione congiunta, ma Negli ultimi anni gli interventi di trasformazione più distonica. Quasi in contrasto, senza servizi pubblici significativi (la metropolitana, la Città della Salute, essenziali e come se fosse opportuno perseguire la le Università) si sono sviluppati nell’area sud-ovest. logica del portare ai confini della città la cubatura in Verso nord, lungo la direttrice per Milano, poco o eccesso, con le funzioni urbanistiche che si accaval- nulla. La scelta, se scelta è stata, è anomala perché lano in modo disordinato. il rapporto con Milano è certamente un’opportunità Pensiamo a cosa potrebbe essere per Torino e per il importante per la città metropolitana torinese. Piemonte un piano strutturato di recupero delle ex L’area industriale a nord di Torino è completamente aree industriali non solo torinesi, aree pregiate per attiva e luogo di nuovi insediamenti, anche molto re- i collegamenti presenti, con il solo difetto di essere centi. Un corridoio nel quale ci sono grandi imprese oltre il “limes” torinese. Pensiamo a cosa potreb- multinazionali che negli anni hanno investito cap- bero essere gli 800.000 metri quadrati del Progetto itali importanti per rendere sostenibili e “belle” le “Laguna Verde”, se lì arrivassero l’interesse e il loro fabbriche (Pirelli, L’Oréal, Lavazza), fabbriche coinvolgimento degli Enti superiori, del Governo, innovative che lavorano sulle nanotecnologie e che delle Imprese, delle Università. A 45 minuti di auto rappresentano un’eccellenza mondiale come Maip, da Settimo Torinese (lo stesso tempo che ci si mette il Data Center di Tim in realizzazione e nel quale ad arrivare a Mirafiori) si sta realizzando lo Human atterrerà Google, il più grande polo della logistica Technopole,il nuovo istituto italiano di ricerca per per il gruppo Bartolini recentemente inaugurato. le scienze della vita dove troveranno impiego 1.000 Proseguono poi gli interventi di recupero dei vecchi scienziati. Può la città metropolitana di Torino non “scheletri industriali” abbandonati come l’ex Ceat, aprire un dialogo? Torino dovrebbe essere sede in cui sono iniziati i lavori per la realizzazione di un dell’istituto italiano per l’intelligenza artificiale: è nuovo polo logistico sempre di Pirelli. possibile costruire una rete che veda più centralità, Non avendo mai avuto una particolare vocazione non solo interne all’area torinese? Molto lavoro ci al settore dell’automotive, ma principalmente alla aspetta, ma il futuro di Torino è la sua città metro- chimica e alle nuove tecnologie, oggi Settimo politana. continua ad avere una vocazione industriale forte, viva, inserita lungo assi strategici (Torino-Milano, Torino-Aosta-Lione) ma anche aree come Pescarito 18
12.03.2021 La Repubblica, ediz. Torino. di Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e assessore comunicazione Unione Montana via Lattea. Link al sito web di repubblica Quel che serve è un vero sindaco metropolitano Il sindaco di Pragelato e il piano strategico per il rilancio della Grande Torino Che il sindaco di Torino sia anche il sindaco della estivo. città metropolitana è un fatto di cui pochi ne sono Ecco perché l’ormai prossima consultazione am- a conoscenza. E questo non solo perché il tutto è il ministrativa di Torino assume una importanza che frutto di una brutta legge e, ancor più, di una pessi- va addirittura oltre la contesa elettorale per la scelta ma applicazione. Ma per la semplice motivazione del primo cittadino del capoluogo subalpino. E non che questo ruolo non è stato ancora esercitato dal è soltanto un fatto riconducibile alla buona volontà Sindaco di Torino pro tempore in carica. Certo, la o ad una generica disponibilità dei vari candidati. mole di lavoro che il Sindaco di Torino ha sulle Su questo versante quello che fa la differenza è il spalle non gli permette, del tutto comprensibilmente, programma politico con cui ci si presenta. Certo, i di potere svolgere adeguatamente anche quel ruolo cittadini della città metropolitana non votano per la di coordinamento politico e di incisività amminis- scelta del Sindaco di Torino. Ma è indubbio, e questa trativa che sarebbe richiesto. Non è stato così per è la vera scommessa politica, che quando si andrà al Fassino e neanche per Chiara Appendino. Ma in voto nel mese di ottobre si sceglie il futuro Sindaco discussione, come ovvio e scontato, non c’è alcuna di Torino e il Presidente della “Provincia di Torino”. polemica contro il sindaco di Torino di turno. Sem- La chiamo ancora “Provincia di Torino” per rende- mai, e al contrario, permane la difficoltà endemica e re meglio l’idea della vera posta in palio. Ed è per cronica di come sostituire, con efficacia ed efficien- questi motivi che il profilo politico, a prescindere za, il ruolo politico, istituzionale ed amministrativo che il candidato sia espressione dei partiti o della che svolse per decenni l’ente Provincia e che, dopo società civile, era e resta l’elemento decisivo per la sua cancellazione, è rimasto sostanzialmente ine- valutare come pensa di assolvere ad entrambi i ruoli. vaso. È appena il caso di ascoltare gli amministratori Non per sminuire, come ovvio, il ruolo del Sindaco locali della seconda cintura torinese per rendersene di Torino ma per rendersi conto che il futuro dei platealmente conto. In discussione, infatti, non c’è territori della ex provincia di Torino dipende anche solo la scarsa mancanza di risorse finanziarie per e soprattutto da come proprio il Sindaco di Torino gestire e governare un vasto, articolato e composito intende affrontare e governare l’intera città metro- territorio come quello della provincia di Torino. politana. Al centro del dibattito persiste la mancanza di un coordinamento politico e amministrativo dell’inte- ro territorio della provincia di Torino. Che, come tutti sanno, è fatto da realtà molto diverse tra di loro. Come, ad esempio, quelli montani e prevalen- temente a forte vocazione turistica che richiedono una marcata attenzione e un forte sostegno. Non per rimarcare una differenza con gli altri comuni ma, al contrario, per le urgenze che si rendono necessarie essendo comunità ad alta vocazione turistica. A com- inciare, ad esempio, dai comuni della Via Lattea, uno dei comparti territoriali più significativi ed importanti del Piemonte e a livello nazionale. Alme- no sul versante degli sport invernale e del turismo 19
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