Il dibattito intorno al piano strategico - tM+ TORINO METROPOLI AUMENTATA Piano Strategico Metropolitano 2021-23 - Politecnico di Torino

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Il dibattito intorno al piano strategico - tM+ TORINO METROPOLI AUMENTATA Piano Strategico Metropolitano 2021-23 - Politecnico di Torino
tM+ TORINO METROPOLI AUMENTATA

Piano Strategico Metropolitano 2021-23

Il dibattito intorno al piano strategico
Il dibattito intorno al piano strategico - tM+ TORINO METROPOLI AUMENTATA Piano Strategico Metropolitano 2021-23 - Politecnico di Torino
01.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Matteo Robiglio

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Così è possibile ridare slancio alla Grande Torino
Il coordinatore del piano strategico metropolitano, docente del Politecnico, spiega le finalità del progetto:
dare fiducia alle generazioni future

Torino si sente diminuire e diminuita. È un senso           colati in 24 strategie e 111 azioni.
diffuso di smarrimento e inferiorità.Ma è anche un          Cosa significa “aumentare” una metropoli? Signifi-
fatto: misurato dal calo demografico, dalla scarsa          ca incorporare - come nella realtà aumentata, di cui
attrattività, dalla produttività stagnante, dalla di-       facciamo esperienza ogni giorno quando apriamo il
minuzione dei redditi, dalla crescita delle povertà.        nostro smartphone - le nuove tecnologie basate sul
La pandemia ha accentuato un trend già negativo, e          digitale nello spazio fisico, sociale ed economico.
rischia di agire da catalizzatore di processi di lungo      Fare tesoro della forzata digitalizzazione di mas-
periodo. Minando anche le alternative alla contrazi-        sa cui la pandemia ha costretto le scuole, i servizi,
one della manifattura, della meccanica e dell’auto:         le imprese, le famiglie per riorganizzare in modo
la città del turismo, della cultura, della formazione       intelligente i servizi, la produzione e la formazione.
universitaria. Oggi chiuse.                                 Cogliendo l’occasione offerta dal telelavoro, dalla
D’altra parte, Torino è invece cresciuta, forse senza       telemedicina, dalla teledidattica.
essersene ancora pienamente resa conto. E’ cresciuta        Non per sostituire le relazioni reali, ma per moltipli-
verso la sua cintura ancora molto industriale, verso        care le opportunità e diffonderle sul territorio met-
la sua campagna, la sua collina e la sua montagna -         ropolitano. Con la stessa qualità, in forme diverse
diventando un’unica città innervata da una robusta          secondo le specificità dei luoghi. Invertendo una
rete di ferrovia locale. E’ questa la vera “ Grande         plurisecolare tendenza alla centralizzazione sul
Torino” oggi da costruire. Quella dei 312 comuni,           capoluogo. Per costruire in pianura, in collina, in
che finisce alla cresta alpina. Senza attardarci in altre   montagna uguali a opportunità di abitare, lavorare,
perimetrazioni, su cui dagli anni ‘60 studiosi e polit-     muoversi, fare impresa, imparare, stare bene. Grazie
ica hanno perso fin troppo tempo. Riconoscendo che          ad una infrastruttura ‘blended’ che coniughi acces-
proprio l’estensione, la diversità dei paesaggi e la        sibilità fisica e digitale, tecnologie di rete e tecnol-
varietà delle dimensioni di enti, comunità e imprese        ogie autonome. I cui hub potrebbero essere prima
è ciò che la rende unica. E’ questa la Grande Torino        di tutto le scuole e le stazioni, da ripensare come
che deve inventare il suo ruolo nella nuova geografia       piattaforme di comunità, alle diverse scale, dal più
del Nord, ridisegnata dalle connessioni ad alta veloc-      piccolo comune al quartiere più centrale. Organizza-
ità: con al centro Milano, a ai vertici già oggi Bolo-      re questo processo di nuova infrastrutturazione - che,
gna e Verona, e - se sapranno e vorranno - Genova e         a differenza dei precedenti, dovrà essere pervasivo,
Torino.                                                     leggero e sostenibile - significa investire su fattori
Le risorse di Next generation Eu valgono potenzial-         abilitanti generali in grado di attivare il potenziale e
mente per Torino Metropoli 2,6 miliardi di euro. E’         le energie dei territori e delle imprese, piuttosto che
una cifra senza precedenti. Ma per quale visione del        su politiche di settore. Significa lanciare una straor-
nostro futuro?                                              dinaria sfida di ricerca e di produzione, sapendo che
Il Piano Strategico Metropolitano da poco appro-            le conoscenze e le tecnologie necessarie sono quelle
vato dal Consiglio Metropolitano, e costruito in sei        in cui già oggi eccelliamo - trasporti, meccatroni-
mesi di lavoro con il coinvolgimento dei territori e        ca, automatica, energetica, costruzioni - da mettere
il supporto scientifico di Università, Politecnico e        al servizio di una nuova stagione di innovazione
Fondazione Links immagina una “ Torino Metropoli            ambientale e sociale. Sfida che ci farà attrarre nuove
Aumentata”. E la disegna in sei assi - produzione,          intelligenze e conquistare il vantaggio competitivo
ambiente, mobilità, formazione, equità, salute - arti-      per affacciarsi a nuovi mercati, producendo allo stes-

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so tempo un misurabile impatto su tutto il territorio
metropolitano.
A questo servono quei miliardi: ad aumentare Tori-
no, per le generazioni future.

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01.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Jacopo Ricca

Link al sito web di repubblica

Sei ricette contro il declino di Torino utilizzando i 2,6 miliardi in arrivo
dalla Ue
E’ il piano strategico del Consiglio metropolitano per il rilancio e la trasformazione di un’area
di 312 Comuni

Una ricetta per invertire il declino di Torino e di      qualunque sarà il suo colore: “Con questo piano si
quell’area vasta, e molto varia, che è la sua ex pro-    potrà incidere attivamente e profondamente sulle
vincia. Il piano strategico metropolitano, approvato     dinamiche di trasformazione della metropoli nei
dal consiglio metropolitano, è il frutto di un lavoro    prossimi anni - aggiunge il rettore di Unito Stefano
semestrale che ha visto impegnati accademici e           Geuna - Il contributo degli atenei rappresenta una
tecnici della Città metropolitana in una fase partico-   realizzazione compiuta di quella “terza missione”
larmente complessa per poter fare rilievi, consultare    dell’accademia che è da sempre fondamentale nella
i cittadini e mettere insieme le idee per rilanciare     nostra attività”.
un territorio che da un trentennio è al centro di una
trasformazione spesso percepita come un declino.         Ecco, dunque, le sei mosse per il futuro di Torino.
“La Città metropolitana di Torino ha subito più di
altri territori la trasformazione della propria econo-   Digitalizzazione. L’innovazione: un’opportunità di
mia e demografia avvenuta negli ultimi decenni e         lavoro e impresa
la pandemia di Covid- 19 ha accentuato il rischio
che essa possa diventare una “metropoli diminuita”,      Il trasferimento tecnologico, dal mondo della ricerca
caratterizzata da un’economia debole e aumentate         e dell’innovazione insediato nel Torinese ai com-
diseguaglianze” spiega la sindaca Chiara Appendino       porti economici, è il passaggio fondamentale per
nella presentazione del progetto.                        “creare valore”. Processi come l’automazione, la
Al centro ci sono sei assi di azione per costruire la    cooperazione in reti di impresa, la costruzione di
“metropoli aumentata” cavalcando l’onda dei temi         filiere, l’innovazione di processo e di prodotto, la
di finanziamento di Next Generation Eu. Nell’analisi     promozione dei territorio e delle sue produzioni,
di cosa offre Torino, ma soprattutto nella pianifica-    passano da qui e sono indispensabili per aumentare
zione, coordinata da Matteo Robiglio, ordinario al       l’offerta di occasioni di lavoro e di impresa e l’attrat-
Politecnico di Torino, insieme a un team di esperti      tività del sistema metropolitano torinese per nuove
del suo ateneo, dell’Università e della Fondazione       iniziative e investimenti. La sfida però è portare tutto
Links, sono stati coinvolte quelle forze economiche      questo fuori da Torino, verso le montagne e i luoghi
e sociali che sono state individuate come una delle      meno abitati della metropoli. Per questo tra le decine
risorse su cui puntare per il rilancio.                  di azioni individuate c’è anche “promuovere ricerca
“Ricerca e partecipazione sono i due pilastri di un      e sperimentazione sulle telecomunicazioni di nuova
Piano che rivendica la possibilità di “aumentare”        generazione per le aree a bassa densità”.
il potenziale economico, territoriale e sociale del-
la Città metropolitana incorporando conoscenza,          Ambiente. Primo obiettivo: il parco più grande del
innovazione e tecnologia nei processi di tutti i campi   mondo
della produzione, materiale e immateriale “ ragiona
Guido Saracco, rettore del Politecnico. Il piano cerca
di allargare lo sguardo dal centro della città verso     Torino è già considerata la città più verde, almeno
quella corona di montagne che si può abbraccia-          per il numero di alberi tra le metropoli italiane, ma
re con lo sguardo da Torino. Soprattutto offre assi      da più parti arriva la richiesta di “aumentare la qual-
d’azione che possono diventare il punto di partenza      ità ecologica, ambientale e paesaggistica dell’area
dell’agenda politica del prossimo sindaco di Torino,     metropolitana”. L’idea è quella di realizzare il parco

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metropolitano più grande del mondo, ma questo               investimenti che permettano di “proseguire e intensi-
asse si muove sulla partita globale per contrastare il      ficare le sperimentazioni già avviate in area torinese
cambiamento climatico e rappresenta un’opportunità          per il rinnovo degli edifici scolastici, allargando la
di rilancio enorme per il Torinese, dove il consumo         riflessione al rapporto tra modalità di insegnamento
di suolo imposto dalla prima e dalla seconda rivolu-        e apprendimento e forme dello spazio scolastico e
zione industriale ha lasciato molti spazi abbandonati.      sul rapporto tra scuola e territorio”. Una delle sfide
Per questo le azioni passano dalla promozione di “un        riguarda l’uso delle “nuove tecnologie per eliminare
modello per la trasformazione delle aree industria-         il divario territoriale nell’accesso ad una formazi-
li, che superi l’attuale condizione di stallo verso la      one di eccellenza, in tutti gli ordini e gradi di for-
riurbanizzazione o verso la rinaturalizzazione o uso        mazione”. La didattica a distanza ha mostrato tutte
energetico”.                                                le carenze del sistema, ma può essere una via per
                                                            avvicinare parti diverse del Torinese.
Mobilità. Trasporto collettivo per muoversi sulle
medie distanze                                              Inclusione. Uguali chances per chi vive in centro e
                                                            in periferia
Tutti parlano “delle città dei 15 minuti”, ma l’asse
che punta a realizzare una mobilità sostenibile             L’inclusione sociale è una sfida che non riguarda
nell’ex provincia invita a cogliere l’occasione della       solo il rapporto tra centro e periferia di Torino, tra
trasformazione dei cicli della pendolarità casa-la-         fasce più ricche di cittadini e gli ultimi. L’asse del
voro “per migliorare la connettività e accessibilità        piano strategico che tocca questi temi guarda infatti
al e del territorio metropolitano per diventare una         a un nuovo modello che renda “la Città metropol-
90-minutes metropolis”. Non solo avere servizi a            itana un luogo nuovamente attrattivo per l’insedi-
Torino accessibili in un quarto d’ora, ma anche la          amento di residenti ed imprese”. L’idea è quella di
possibilità di raggiungere tutti i punti della Città        promuovere eguali opportunità di sviluppo personale
metropolitana in un’ora e mezza attraverso un mix           e di comunità nelle diverse parti del territorio met-
di collegamenti. L’idea è chiara: “Promuovere l’uso         ropolitano e per l’intera popolazione metropolitana.
del trasporto collettivo sulle medie e lunghe distanze      Per farlo è necessario “introdurre e sostenere forme
e i mezzi alternativi all’auto privata alle medie e         originali di housing sociale e di residenzialità di
brevi distanze. Così si promuove lo spostamento con         comunità, adatte alle specificità dei diversi contesti
i mezzi pubblici, in bicicletta e a piedi e la qualifica-   territoriali per ripopolare i territori a demografia
zione dello spazio pubblico nei contesti di urbaniz-        debole. Sperimentare e incentivare forme duali di
zazione recente”.                                           residenza metropolitana per rafforzare i legami tra
                                                            centro e aree interne”.
Istruzione. Nuove tecnologie per cancellare i divari
nella scuola                                                Salute. La telemedicina come carta vincente nella
                                                            prevenzione
Sono uno dei pilastri di ogni discorso, sia della polit-
ica sia degli esperti, ma il punto su cui si insiste nel    Il Parco della Salute come fulcro di un’azione che
piano è quello di creare una “metropoli laboratorio         ricostruisca quella medicina territoriale di cui la
della nuova scuola”. Per farlo sono però necessari          pandemia da Covid-19 ha mostrato tutta la fragil-
                                                                                                                  7
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ità. I fondi europei su questo asse sono cresciuti con
l’emergenza e per questo la sfida è creare un
“sistema territoriale integrato di educazione preven-
zione e diagnosi che, anche attraverso le possibilità
della telemedicina e della diagnostica a distanza,
promuova un eguale accessibilità del sistema san-
itario sul territorio”. Le azioni però sono anche di
prevenzione: promuovere l’educazione alla salute,
sostenere l’invecchiamento attivo, il ruolo sociale
degli anziani ed i legami intergenerazionali. Una
sfida che si incrocia con quella dell’ambiente perché
per migliorare la salute sarà necessario “fare della
qualità ambientale della Città Metropolitana un
fattore attivo di salute pubblica”.

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La Repubblica, ediz. Torino.

di Jacopo Ricca. Intervista a Don Peyron, delegato del vescovo di
Torino

Affidiamo ai giovani lo sviluppo del piano strategico

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03.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Mario Calderini

Link al sito web di repubblica

E’ tempo di pensare al futuro di Torino fuori da Torino
per il bene di Torino
Calderini e la ricetta antideclino della Città metropolitana

Un Piano approvato da un’amministrazione in               Ampliando lo sguardo all’area vasta, sappiamo
scadenza, che ha per oggetto l’area amministrativa        che la stagione dell’economia della conoscenza ha
peggio definita della storia repubblicana, sostenu-       polarizzato la ricchezza in pochissimi luoghi e ne ha
ta da una governance politica quasi inesistente. Ci       lasciati indietro moltissimi altri. Il paradosso della
sarebbero tutti gli ingredienti per catalogare il nuovo   Provincia è che moltissimi luoghi sono rimasti indi-
Piano Strategico Metropolitano come il documento          etro, ma la ricchezza non si è polarizzata a Torino. È
più inutile della storia politica del Piemonte. In-       forse tempo di riprendersi dagli abbagli dell’econo-
vece, basta cambiare prospettiva per capire che in        mia della conoscenza e guardare alle opportunità di
quelle pagine ci sono molte delle risposte che chi da     trasformazione economica e sociale che offre l’us-
troppo tempo guarda solo alle micragnose vicende          cita dalla crisi pandemica. Interi settori economici
della Città non riesce a dare. Il punto è che Torino      come l’assistenza e la cura delle persone, il turismo,
dovrebbe smettere di chiedersi cosa vuole essere e        la produzione e la distribuzione di cibo, i modelli
cominciare a chiedersi da cosa vuol essere circon-        di costruire ed abitare, saranno attraversati da una
data.Sarebbe il primo passo di un processo di sana        profondissima trasformazione che avrà il segno
autovalutazione, con cui la Città verrebbe a patti con    della prossimità, della relazione col territorio, del
il fallimento dell’idea di poter esistere sulla mappa     radicamento nelle comunità. Nei cosiddetti luoghi
del mondo senza il suo contesto territoriale allarga-     rimasti indietro, resistono due grandi reti capaci di
to, idea che ha retto solo fino all’amministrazione       creare valore economico e sociale: le reti del saper
Castellani e solo grazie alla FIAT e alle Olimpiadi.      fare, la piccola impresa manifatturiera, l’artigianato,
Quando alla fine del secolo scorso la Città ha comin-     il commercio e il turismo da un lato e il terzo settore
ciato a cercare ipotesi di sostituzione del valore cre-   con le reti dell’imprenditorialità sociale dall’altro.
ato dagli stabilimenti FIAT, è finita immediatamente      La contaminazione di queste reti con competenze,
nella trappola di cercare soluzioni endogene al pro-      tecnologia e finanza è la chiave per intercettare le
prio confine urbano e da questo perimetrate, ipotesi      straordinarie opportunità del post pandemia. Qui
che si sono immediatamente sciolte nell’irrilevanza:      sta il nuovo ruolo che Torino si deve dare, come
città del cinema, città dello sport, città universitar-   luogo di conoscenza e innovazione, domandandosi:
ia, città delle start up e chissà cos’altro ancora ci è   il Manufacturing Competence Centre, il nascente
sfuggito. È forse venuto il momento per Torino di         centro per l’Intelligenza Artificiale, l’Environment
cercare soluzioni fuori da sé stessa, a proprio favore.   Park, la Fondazione Links devono necessariamente
Cosa significa in concreto? Ad esempio, occuparsi         essere all’esclusivo servizio di improbabili start up
di Corso Romania, il non luogo che collega Barriera       nascenti negli Atenei torinesi o di ancor più ro-
di Milano a Settimo, rovesciando la prospettiva e         manzesche fantasie di investimenti diretti esteri o si
riconoscendo che quel problema lo si affronta me-         può forse anche immaginare un grande progetto di
glio dal centro di Settimo che dal centro di Torino,      trasferimento di tecnologia, competenze e finanza
facendo di Settimo l’epicentro delle politiche econo-     per aiutare le grandi reti di cui sopra ad intercettare
miche, sociali ed urbane a favore di quella periferia.    nuove ipotesi di creazione di valore, trasformando
Meno prosaicamente, significa che sarebbe bene che        l’area metropolitana in un grande acceleratore dif-
gran parte dei soldi dell’asse inclusione sociale di      fuso di nuova impresa? È tempo di pensare al futuro
Next Generation EU venisse messa nelle mani del           economico e sociale di Torino fuori da Torino, per il
Sindaco di Settimo per Barriera o di Venaria per Lu-      bene di Torino.
cento, nel contesto di una governance metropolitana.
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03.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Jacopo Ricca. Intervista Valentino Castellani, ex sindaco di
Torino

Il futuro è la Grande Torino non esistono altre strade per il rilancio

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06.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Marco Bussone

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Le Alpi non sono un ingombro: Torino diventi una capitale alpina e
investa nelle terre di mezzo
Il presidente dell’Uncem Bussone e le ricette antideclino della CIttà Metropolitana

Quando Rinaldo Bontempi, alla vigilia delle Olimpi-        Piemonte, così composito e ricco di “territorialità”, è
adi del 2006 aveva ripetuto che Torino doveva essere       uno spaccato di Italia che ha sempre generato in-
una “capitale alpina” europea, erano stati in pochi a      novazione proprio nelle relazioni. In Piemonte è nata
credergli. L’europarlamentare che era vicepresidente       la politica per la montagna, negli anni Cinquanta.
del Comitato organizzatore non aveva anticipato i          Torino che va ad elezioni – è bene ricordarlo –
tempi, anzi. Quando le previsioni non avvengono è          elegge anche il “Sindaco metropolitano”, come si
facile bollinare quelle idee come troppo visionarie.       chiama ora il “Presidente della Provincia”. Come
Non è così. Bontempi aveva detto quello che andava         potrebbero, candidati ed eletti, non costruire le loro
fatto per costruire una città unita ai suoi territori,     scelte, le loro proposte senza guardare ai territori?
usando mezzi, risorse, opportunità dei Giochi inver-       Ed essere consapevoli che il capoluogo alpino oggi
nali. Quasi nessuno lo ascoltò e quello che Torino         necessario non è solo. È con Pinerolo, Ivrea, e poi
non ha fatto negli ultimi venticinque anni è proprio       Cuneo, Saluzzo, Biella, Vercelli… nel costruire un
quello che oggi servirebbe di più.                         patto con i territori, con le valli che convergono
                                                           sulle città. Il patto è istituzionale: nell’impegno della
La crisi climatica e, nell’ultimo anno, la crisi pan-      Città Metropolitana (e prima ancora della Regione)
demica hanno ricollocato spazi e luoghi e messo in         a investire risorse per le “terre di mezzo”, le zone
crisi il ruolo centrale delle grandi aree urbane, sia al   rurali e montane nelle quali garantire un adeguato
loro interno – aprendo ulteriori fratture tra centri e     livello di servizi – scuola, trasporti, sanità – così da
periferie – sia all’esterno, imponendo di guardare a       permettere a chi vive nei Comuni montani di poterlo
quel che c’è fuori. Che l’Italia fosse il Paese dei pae-   fare senza scappare. E a chi vuole trasferirsi – per
si, dei campanili e della urbanizzazione diffusa, lo       trovare spazi e benessere, luoghi e identità – di farlo
avevano ripetuto in molti, compreso Bontempi che           senza rimpianti e illusioni. Torino “capoluogo alpi-
chiedeva slancio e coraggio. Per mettere in relazione      no” non considera Sestriere o “Bardo” proiezione di
il capoluogo e le sue valli. Cambiare prospettiva          un quartiere urbano. Riconosce che nelle valli alpine
per lui voleva dire smettere di vedere il pezzo di         piemontesi che la avvolgono ci sono acqua, foreste
Piemonte alpino solo come luogo di svago, di diver-        che assorbono anidride carbonica, persone e im-
timento e di sport. Evitare di vedere le Alpi “parco       prese che proteggono con la loro presenza i versanti,
giochi” e le Olimpiadi mero evento da tv, medaglie e       filiere agricole e manifattura di alta qualità. Queste
sponsor. Non ci siamo riusciti ma quella fiamma non        “presenze” hanno un prezzo. Si pagano. Chiamiamo-
è spenta.                                                  li finalmente “servizi ecosistemici-ambientali” che
Quando è arrivata la “Città metropolitana”, nel 2014,      la città utilizza. Ne beneficiamo tutti di 1 milione di
a sostituire la cara “Provincia”, sono stati in molti a    ettari di bosco in Piemonte e di migliaia di imprese
gridare allo scandalo. Impossibile mettere insieme         agricole. New York, con l’acqua che viene garantita
Crocetta, Vallette, Barriera con Balme, Traversella        alla Grande Mela dalle montagne, lo fa da decenni.
e Bobbio Pellice. A guardarlo bene, questo pezzo           Paga per proteggere le fonti.
di Europa è invece uno straordinario laboratorio di        Non servono retorica e promesse. Non si va nei
politiche. Non ha pari in Italia e nel vecchio conti-      borghi a vivere (o a telelavorare) se questi non sono
nente. È difficile da interpretare questo territorio di    forniti di opportuni servizi. Torino non può chiudersi
310 Comuni dove il più piccolo Comune ha 40 abi-           nel trasporto pubblico da Caio Mario a corso Roma-
tanti e il più grande 850mila. È emblematico per il        nia o nella linea in più della metro. Il Sindaco della

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Città faccia con i Sindaci dei paesi la battaglia per ri-
attivare (e potenziare) le ferrovie delle aree montane
che sono state chiuse negli ultimi anni – troppe e
senza logica – e al posto di guardare a Milano, guar-
di a Cuneo. Nel ponte ferroviario con Lione, neces-
sario, non bypassi le valli. Cioè che sta in mezzo – le
Alpi – non sono ingombro.
 Gli spazi per i confronti dei “centri decisionali” ci
sono. La Città Metropolitana è spazio da riaffermare.
Lo è anche Uncem quale Associazione che ribadisce
tre urgenze.
La relazione è territorio, comunità più unite e meno
fragili.
Le Alpi sono cerniera e hanno un “ruolo ambien-
tal-politico-culturale” che le Istituzioni per troppo
tempo non hanno voluto vedere.
Per far uscire dall’isolamento il Piemonte non bas-
tano un’idea o uno slogan. Sindaci e loro comunità,
dei Comuni piccoli e polvere, chiedono uno sforzo
in più a Torino. Punti sulle Alpi per essere se stessa.

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08.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Jacopo Ricca. Intervista Cristina di Bari, imprenditrice e
delegata di ConfAlpi

Con il piano c’è una visione. Ora serve entusiasmo per realizzarlo

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08.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti Piemonte

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Torino superi il modello coloniale eredità degli anni del boom

Il presidente della Coldiretti piemontese e il piano strategico

La crisi pandemica sconvolge la vita delle nostre          tamente in azienda i loro prodotti, li cucinano negli
famiglie e delle nostre comunità. Nuove povertà            agriturismi. Crescono e-commerce e consegne a
e disagio sociale si generano sui nostri territori,        domicilio. Cresce il numero di giovani che investe
già duramente provati dalla lunga crisi economi-           in agricoltura, così come l’attenzione delle nuove
ca precedente.Dobbiamo perciò investire bene le            generazioni verso il cibo di qualità, l’agricoltura e
risorse di Next Generation Eu, implementando al            l’ambiente. Come rafforzare questo percorso? In-
meglio anche i Piani Regionali per i Fondi Strut-          centivando filiere alimentari che producano cibo sui
turali Ue 2021/2027. Possiamo cambiare davvero             nostri territori, a partire dai prodotti dei nostri campi
il nostro modello di sviluppo, mettendo al centro la       e dei nostri allevamenti, con la garanzia di un prezzo
sostenibilità ambientale, insieme con la sostenibil-       equo riconosciuto agli agricoltori.
ità sociale ed economica per le nostre comunità ed         Portando le nostre produzioni nelle mense delle
imprese.                                                   scuole e degli ospedali, con nuovi menu attenti alla
E’ urgente cambiare profondamente il paradigma             stagionalità dell’ortofrutta e alla valorizzazione
con cui Torino città si è relazionata fino ad oggi con     completa di un animale allevato. Abbiamo costruito
i territori circostanti. A partire dal boom economico      in Coldiretti esperienze importanti, contando sulla
degli anni Sessanta Torino, con tutti i grandi Comuni      lungimiranza di alcune imprese agroalimentari o
dell’area metropolitana, ha “preso”: acqua potabile        sulla sensibilità di Comuni e Asl. Ora serve un passo
ed energia elettrica, ghiaia e sabbia, anche le persone    in avanti: l’innovazione può diffondersi davvero se i
dai territori più lontani. Ha reciso buona parte del       sistemi di regole – dei Piani di Sviluppo Rurale, deg-
collegamento che garantiva l’approvvigionamento            li appalti pubblici o dei menu di una mensa pubblica
alimentare. Infine ha centralizzato servizi sociali e      – evolvono in modo coerente.
sanitari allontanandoli dai territori. Tutto ciò, seppur   Ma nelle aree rurali e montane, l’economia senza
ingiusto, ha funzionato fin quando la forza econom-        la comunità ha un futuro limitato. Non si può pre-
ica e produttiva della Città riusciva a trainare tutti:    scindere dalla presenza di adeguati servizi sociali,
oggi al contrario, la crisi del “centro” sta impover-      di mobilità e tecnologici. Anche qui l’agricoltura è
endo ulteriormente la “periferia”. Occorre perciò          pronta a potenziare il suo contributo: le esperienze
superare questo modello “coloniale” ed incentivare         di agricoltura sociale costituiscono un nuovo sistema
un modello di relazioni “paritarie” e quotidiane fra       di welfare di comunità, introducendo spazi e com-
la città, le pianure, le colline e le montagne. Il Piano   petenze dell’impresa, dove le risorse pubbliche sono
“Torino Metropoli Aumentata” è in sintonia con             insufficienti. Così gli agri-asili e i centri estivi, le
questo approccio: una coraggiosa implementazione           azioni di inclusione socio-lavorativa e le co-terapie, i
sarà vitale per il futuro dei 312 Comuni.                  servizi per anziani autosufficienti, assicurano nuove
La produzione di cibo è un ambito primario su cui          risposte ai bisogni emergenti.
lavorare. L’agricoltura si è rigenerata negli ultimi       Insomma: più cibo locale significa più occupazione,
vent’anni, costruendo un rapporto di fiducia con           più turismo e cultura, più prossimità. Ma anche più
i cittadini di tutte le età. A Torino e nei principali     conservazione del paesaggio, più tutela dai rischi
centri della Città Metropolitana si sono sviluppa-         del dissesto idrogeologico, più compensazione delle
ti i Mercati di Campagna Amica, dove i cittadini           emissioni inquinanti degli altri settori produttivi. Più
possono conoscere ed acquistare direttamente dai           cibo locale significa quindi più servizi ecosistemici.
produttori. Molte imprese agricole vendono diret-          Da valorizzare al più presto anche economicamente,
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08.03.2021

come previsto dalle nuove normative europee, per
riconoscere il giusto ruolo delle imprese agricole e
forestali.
Secondo l’unità di misura, miope, del valore ag-
giunto le imprese agricole “valgono” solo lo 0.7%
del valore economico generato nella Città Metro-
politana: proviamo a pensare cosa succederebbe se
non ci fossero!!! Per leggere gli effetti di un nuovo
modello di sviluppo, dobbiamo anche cambiare le
“lenti” con cui osserviamo il rapporto fra impresa e
territorio.

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12.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Jacopo Ricca. Intervista Massimo Rozzino, sindaco di Torrazza

Ho portato Amazon nel mio paese. Ma paghiamo caro l’essere piccoli

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12.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Elena Piastra, Sindaca di Settimo Torinese

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Torino cambi sguardo: ha dimenticato il corridoio strategico
verso Milano
La sindaca di Settimo e il piano strategico della Città metropolitana

Se Torino intende essere una centralità, la città          (a cavallo tra Torino, Settimo e San Mauro) che at-
metropolitana rappresenta la sua più importante            tendono un rilancio e per questo con altri 21 sindaci
opportunità. Ci sono certamente aspetti politici mai       abbiamo chiesto per mesi di inserire fin qui il tratto
sanati come la non elezione diretta del sindaco della      della Metro 2.
Città Metropolitana con il risultato che fino ad oggi      Negli anni è stato difficile provare a pensare a piani
Il sindaco della Cmt è stato soprattutto, per non          strategici comuni con Torino, a piani regolatori che
dire soltanto, sindaco di Torino. Il piano strategico      fossero in sintonia. Ne sono dimostrazione l’asse im-
pensato per gli oltre 300 comuni è un buon modo            portantissimo di Corso Romania, che vede arrivare
soprattutto per ripensare il capoluogo e per ripensare     un nuovo retail commerciale a ridosso del retail park
in una logica più omogenea le trasformazioni strate-       più grande del Piemonte (Settimo Cielo), e le aree
giche del Nord-Ovest italiano. Un nodo centrale è il       ex Michelin ed ex Pirelli (quest’ultima su Settimo)
rapporto con Milano.                                       che non vedono una trasformazione congiunta, ma
Negli ultimi anni gli interventi di trasformazione più     distonica. Quasi in contrasto, senza servizi pubblici
significativi (la metropolitana, la Città della Salute,    essenziali e come se fosse opportuno perseguire la
le Università) si sono sviluppati nell’area sud-ovest.     logica del portare ai confini della città la cubatura in
Verso nord, lungo la direttrice per Milano, poco o         eccesso, con le funzioni urbanistiche che si accaval-
nulla. La scelta, se scelta è stata, è anomala perché      lano in modo disordinato.
il rapporto con Milano è certamente un’opportunità         Pensiamo a cosa potrebbe essere per Torino e per il
importante per la città metropolitana torinese.            Piemonte un piano strutturato di recupero delle ex
L’area industriale a nord di Torino è completamente        aree industriali non solo torinesi, aree pregiate per
attiva e luogo di nuovi insediamenti, anche molto re-      i collegamenti presenti, con il solo difetto di essere
centi. Un corridoio nel quale ci sono grandi imprese       oltre il “limes” torinese. Pensiamo a cosa potreb-
multinazionali che negli anni hanno investito cap-         bero essere gli 800.000 metri quadrati del Progetto
itali importanti per rendere sostenibili e “belle” le      “Laguna Verde”, se lì arrivassero l’interesse e il
loro fabbriche (Pirelli, L’Oréal, Lavazza), fabbriche      coinvolgimento degli Enti superiori, del Governo,
innovative che lavorano sulle nanotecnologie e che         delle Imprese, delle Università. A 45 minuti di auto
rappresentano un’eccellenza mondiale come Maip,            da Settimo Torinese (lo stesso tempo che ci si mette
il Data Center di Tim in realizzazione e nel quale         ad arrivare a Mirafiori) si sta realizzando lo Human
atterrerà Google, il più grande polo della logistica       Technopole,il nuovo istituto italiano di ricerca per
per il gruppo Bartolini recentemente inaugurato.           le scienze della vita dove troveranno impiego 1.000
Proseguono poi gli interventi di recupero dei vecchi       scienziati. Può la città metropolitana di Torino non
“scheletri industriali” abbandonati come l’ex Ceat,        aprire un dialogo? Torino dovrebbe essere sede
in cui sono iniziati i lavori per la realizzazione di un   dell’istituto italiano per l’intelligenza artificiale: è
nuovo polo logistico sempre di Pirelli.                    possibile costruire una rete che veda più centralità,
Non avendo mai avuto una particolare vocazione             non solo interne all’area torinese? Molto lavoro ci
al settore dell’automotive, ma principalmente alla         aspetta, ma il futuro di Torino è la sua città metro-
chimica e alle nuove tecnologie, oggi Settimo              politana.
continua ad avere una vocazione industriale forte,
viva, inserita lungo assi strategici (Torino-Milano,
Torino-Aosta-Lione) ma anche aree come Pescarito

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12.03.2021
La Repubblica, ediz. Torino.

di Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e assessore comunicazione
Unione Montana via Lattea.

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Quel che serve è un vero sindaco metropolitano

Il sindaco di Pragelato e il piano strategico per il rilancio della Grande Torino

Che il sindaco di Torino sia anche il sindaco della                estivo.
città metropolitana è un fatto di cui pochi ne sono                Ecco perché l’ormai prossima consultazione am-
a conoscenza. E questo non solo perché il tutto è il               ministrativa di Torino assume una importanza che
frutto di una brutta legge e, ancor più, di una pessi-             va addirittura oltre la contesa elettorale per la scelta
ma applicazione. Ma per la semplice motivazione                    del primo cittadino del capoluogo subalpino. E non
che questo ruolo non è stato ancora esercitato dal                 è soltanto un fatto riconducibile alla buona volontà
Sindaco di Torino pro tempore in carica. Certo, la                 o ad una generica disponibilità dei vari candidati.
mole di lavoro che il Sindaco di Torino ha sulle                   Su questo versante quello che fa la differenza è il
spalle non gli permette, del tutto comprensibilmente,              programma politico con cui ci si presenta. Certo, i
di potere svolgere adeguatamente anche quel ruolo                  cittadini della città metropolitana non votano per la
di coordinamento politico e di incisività amminis-                 scelta del Sindaco di Torino. Ma è indubbio, e questa
trativa che sarebbe richiesto. Non è stato così per                è la vera scommessa politica, che quando si andrà al
Fassino e neanche per Chiara Appendino. Ma in                      voto nel mese di ottobre si sceglie il futuro Sindaco
discussione, come ovvio e scontato, non c’è alcuna                 di Torino e il Presidente della “Provincia di Torino”.
polemica contro il sindaco di Torino di turno. Sem-                La chiamo ancora “Provincia di Torino” per rende-
mai, e al contrario, permane la difficoltà endemica e              re meglio l’idea della vera posta in palio. Ed è per
cronica di come sostituire, con efficacia ed efficien-             questi motivi che il profilo politico, a prescindere
za, il ruolo politico, istituzionale ed amministrativo             che il candidato sia espressione dei partiti o della
che svolse per decenni l’ente Provincia e che, dopo                società civile, era e resta l’elemento decisivo per
la sua cancellazione, è rimasto sostanzialmente ine-               valutare come pensa di assolvere ad entrambi i ruoli.
vaso. È appena il caso di ascoltare gli amministratori             Non per sminuire, come ovvio, il ruolo del Sindaco
locali della seconda cintura torinese per rendersene               di Torino ma per rendersi conto che il futuro dei
platealmente conto. In discussione, infatti, non c’è               territori della ex provincia di Torino dipende anche
solo la scarsa mancanza di risorse finanziarie per                 e soprattutto da come proprio il Sindaco di Torino
gestire e governare un vasto, articolato e composito               intende affrontare e governare l’intera città metro-
territorio come quello della provincia di Torino.                  politana.
Al centro del dibattito persiste la mancanza di un
coordinamento politico e amministrativo dell’inte-
ro territorio della provincia di Torino. Che, come
tutti sanno, è fatto da realtà molto diverse tra di
loro. Come, ad esempio, quelli montani e prevalen-
temente a forte vocazione turistica che richiedono
una marcata attenzione e un forte sostegno. Non per
rimarcare una differenza con gli altri comuni ma, al
contrario, per le urgenze che si rendono necessarie
essendo comunità ad alta vocazione turistica. A com-
inciare, ad esempio, dai comuni della Via Lattea,
uno dei comparti territoriali più significativi ed
importanti del Piemonte e a livello nazionale. Alme-
no sul versante degli sport invernale e del turismo
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