IL CIRCLE TIME - Tecniche didattiche tradizionali ed innovative - Diocesi Pistoia

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IL CIRCLE TIME - Tecniche didattiche tradizionali ed innovative - Diocesi Pistoia
Tecniche didattiche tradizionali ed
                innovative

IL CIRCLE TIME
IL CIRCLE TIME - Tecniche didattiche tradizionali ed innovative - Diocesi Pistoia
PARLANDO DI METODOLOGIA
            e….
di tecniche d’insegnamento

  IL “CIRCLE TIME”
IL CIRCLE TIME - Tecniche didattiche tradizionali ed innovative - Diocesi Pistoia
LO STRUMENTO CIRCLE TIME
    • ideato dalla Psicologia
      Umanistica negli anni
      ’70 con lo scopo di
      proporre uno
      strumento efficace
      per
    • aumentare la
      vicinanza emotiva

    • risolvere i conflitti
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Particolarmente efficace per…

stimolare gli alunni ad acquisire
conoscenza e consapevolezza
delle proprie ed altrui emozioni
                                     gestire le relazioni
                                      sociali sia con i pari
                                      che con gli adulti
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Come possiamo definirlo
in termini pratici?
                   GRUPPO DI DISCUSSIONE
               su argomenti di diversa natura
                  con lo scopo principale di:
    - migliorare la comunicazione
    - far acquisire ai partecipanti le principali abilità
      comunicative
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Obiettivi del circle time
• Riconoscere e gestire le proprie emozioni
• Riconoscere le emozioni degli altri (empatia)
• Creare un clima di serenità e di reciproco
  rispetto
• Imparare a discutere insieme, ad esprimere le
  proprie opinioni ad alta voce, a riassumere ciò
  che è stato detto, ad ascoltare e a chiedere
  l’ascolto.
• Favorire      la    conoscenza      reciproca,la
  comunicazione e la cooperazione tra tutti i
  membri del gruppo classe (alunno-alunno e
  alunno-insegnante)
• Aumentare la vicinanza emotiva e risolvere i
  conflitti, attraverso l’analisi dei problemi e
  trovando insieme le possibili soluzioni,
  evitando così la necessità di interventi
  autoritari da parte degli insegnanti.
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Come gestire il circle time
   • Il gruppo si dispone in maniera circolare, utilizzando solo
     delle sedie
      ….ma anche seduti a terra!

   NB: Sarebbe preferibile utilizzare una stanza diversa da
    quella in cui normalmente si fa lezione, ma se ciò non è
    possibile è utile modificare l’ambiente spostando banchi e
    cattedra che costituiscono una barriera al dialogo.
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Ruolo dell’insegnante….
• L’insegnante NON deve avere il ruolo
   di interlocutore privilegiato che pone domande
   e fornisce risposte, ma è parte integrante del gruppo.

               È importante che la disposizione sia a cerchio
                       per dare effettivamente l’idea di una
                            circolarità nella comunicazione,
                       che quindi è rivolta a tutto il gruppo
                                  e non solo all’insegnante.
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Quando e quanto
utilizzare questo strumento….
• Il circle time per essere realmente efficace, non deve
  essere una modalità di relazione sporadica, ma deve
  avere una frequenza di almeno due volte la settimana,
  con una durata di circa 50 minuti.

Può essere invece più frequente nei casi in cui ci siano delle
 questioni che devono essere subito discusse.
Come iniziare e come concludere….
• È bene che ogni circle time abbia un “rituale” che
  sottolinei l’importanza del momento,
  circoscrivendolo.

Ad esempio all’inizio e alla fine di ogni circle time è
 possibile proporre dei semplici giochi di gruppo o
 esercizi che contribuiscono a creare un clima di
 serenità e di armonia.
Come scegliere l’argomento?
• Può essere scelto come oggetto di discussione qualsiasi argomento,
  che verrà proposto dall’insegnante o dagli stessi studenti e può ad
  esempio riguardare uno specifico problema della classe, come lo
  studio, le relazioni tra i compagni… ma anche un argomento sulla cui
  trattazione è possibile un confronto tra diversi punti di vista
Gli scopi dell’uso dello strumento del circle time
    • Arrivare ad un risultato positivo che porti ad un
      miglioramento delle relazioni

    • Avere un “luogo” in cui
                  confrontarsi……….………………………………………
                   sperimentare l’empatia….…………………………
                  esprimere le proprie emozioni.………………….
                  imparare ad ascoltare………………………………..
                   imparare a rispettare i sentimenti dell’altro
Qual è il ruolo dell’insegnante?

1)l’insegnante facilita la
comunicazione
• L’insegnante ha il ruolo del facilitatore:
non giudica, non critica, ma stimola i ragazzi ad
  interagire con gli altri, ad esprimere senza timore i
  propri pensieri, ad ascoltare ciò che gli altri dicono
  senza interrompere.
Qual è il ruolo dell’insegnante?

2)Osserva e sollecita

• L’insegnante, inoltre, deve osservare i rapporti
  all’interno del gruppo, stimolare le persone più timide
  e contenere quelle più aggressive cercando di rendere
  tutti partecipi della discussione.
Qual è il ruolo dell’insegnante?

3)Riassume in maniera oggettiva e
acritica

• Riassumere, alla fine del circle time,quanto emerso in
  maniera obiettiva e senza dare giudizi personali.
Qual è il ruolo dell’insegnante?

 3)Non risponde alle domande ma
 stimola la ricerca di una risposta
• L’insegnante non ha il compito di rispondere alle domande
  del gruppo (a meno che la domanda non riguardi
  direttamente il comportamento dell’insegnante);
• se la domanda riguarda i membri del gruppo o tutto il
  gruppo, la domanda va riproposta al gruppo chiedendo a
  ciascuno la propria opinione e stimolando la ricerca di una
  risposta.
Possibili difficoltà del facilitatore
 nella gestione del gruppo

• È frequente, soprattutto nei primi incontri,
  che il gruppo sperimenti una dipendenza dal
  facilitatore-insegnante, a cui si rivolge
  continuamente per avere direttive.
Come risolvere il problema della dipendenza
dal facilitatore?
   • In questo caso l’insegnante aiuterà il gruppo in queste fasi
     iniziali, per poi condurli ad una progressiva autonomia.

   Questo vuol dire che l’insegnante non è l’unico
    responsabile dell’andamento del gruppo, ma che ciascuno
    contribuisce alla sua efficacia e, a tal proposito, compito
    dell’insegnante è anche quello di chiarire questi aspetti
    agli studenti aiutandoli a sentirsi responsabili di loro stessi
    e dell’andamento del gruppo.
Possibili difficoltà del facilitatore
  nella gestione del gruppo
• Dopo la dipendenza si tende solitamente a sperimentare
  il conflitto, in cui soprattutto gli studenti più aggressivi,
  tendono a monopolizzare l’attenzione e ad esprimere
  opinioni talvolta poco rispettose nei confronti degli altri.
Cosa fare in caso di conflitto?
• Anche in questo caso l’insegnante non sarà il giudice, ma colui che
  indirizza questi studenti al dialogo costruttivo, ad accettare e
  rispettare le diversità di ognuno, affinchè il gruppo sperimenti
  la coesione, attraverso cui è in grado di affrontare con successo
  compiti comuni.
Possibili difficoltà del facilitatore nella
  gestione del gruppo

• Una buona gestione del gruppo, alla fine, dovrebbe
  consentire di raggiungere l’interdipendenza, un livello in
  cui ogni membro sperimenti piena fiducia negli altri, il che
  lo rende capace di lavorare serenamente con tutti.
COSA SI INTENDE PER ASCOLTARE
         Prima di saper parlare è utile saper ascoltare

   Il docente che utilizza la tecnica dell’ascolto, può portare lo
           studente a liberarsi da ciò che gli crea disagio,
        trasmettendogli la sensazione di essere compreso e
                accettato con tutti i suoi problemi.

               L’ascolto può essere passivo o attivo.
L’ASCOLTO PASSIVO
• L’ascolto passivo include un silenzio attento e accettante,
  grazie al quale l’alunno si sente libero di esporre il proprio
  problema senza essere interrotto.

Questo può avvenire attraverso diversi messaggi:

Messaggi di accoglimento: indicano al ragazzo che
 l’insegnante lo sta ascoltando e possono consistere in
 messaggi di natura non verbale, come un costante contatto
 visivo, sorridere, oppure verbali attraverso l’uso di piccole
 parole o suoni che incitano a continuare: “ti ascolto…”,
 “dimmi pure..”, “capisco…”.

Incoraggiamenti: l’insegnate esorta apertamente l’alunno ad
 approfondire ciò che sta dicendo: “vai avanti, dimmi qualcosa
 di più…”.
L’ASCOLTO ATTIVO
• L’ascolto attivo implica, invece, una riflessione da parte
  dell’insegnante sul problema esposto dall’alunno,
  recependolo senza emettere messaggi personali, critiche
  o giudizi, trasmettendo così al ragazzo la convinzione di
  essere stato ascoltato ed accettato, accompagnandolo
  semplicemente verso la soluzione migliore.
Una riflessione /un suggerimento!
Il Circle time, proprio perché favorisce la relazione
empatica, può diventare un “rituale” d’inizio e di conclusione
di un’attività condotta, magari attraverso altri strumenti didattici.

L’inizio                             La conclusione
                                     - È il momento “valutativo”
- È il momento della                   e del confronto su come
  “conoscenza” (tra soggetti,          ognuno ha vissuto
  o di aspettative/ propositi)         l’esperienza, le difficoltà, le
                                       impressioni, le emozioni….
- È il momento “espositivo”
  (l’insegnante espone cosa          - È il momento del saluto,
  si andrà a fare e quali gli          ovvero la ritualizzazione del
  obiettivi)…                          termine dell’attività
Fonti
• Elaborazione tratta dal testo ”Il circle Time e la comunicazione
  efficace in classe” - Dott. Rosa Trivelli - Università degli Studi di Napoli
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