Analisi di alcuni aspetti della comunicazione Apple Inc. dal punto di vista semiotico
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Università degli Studi di Pisa Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di studi in Comunicazione Pubblica Sociale e d' Impresa (cl.14) curriculum d'Impresa Memoria di laurea in Semiotica Analisi di alcuni aspetti della comunicazione Apple Inc. dal punto di vista semiotico Candidato: Riccardo Raffaelli Relatore: Paolo Bertetti Anno accademico 2010 - 2011 1
Capitolo secondo Il Logo: dall'analisi di Jean Marie Floch ad oggi. Cenni sull'approccio semiotico alla marca ed il logo Tutti sanno cosa è una marca, poiché rientra nell'esperienza di ogni giorno averne a che fare. Merci, servizi e non solo: ormai perfino i partiti politici curano il loro nome ed i loro simboli come vere e proprie marche 2. Quello che interessa evidenziare in questi cenni è l'esistenza di un punto di vista semiotico della marca. «Uno dei tratti specifici della marca è la sua capacità di produrre dei discorsi, dotarli di senso e comunicarli ai destinatari. In una parola, la marca può essere definita come vettore di senso»3 Prima di essere comunicato il senso deve essere costruito. La concezione semiotica, come abbiamo visto, spinge l'analisi di costruzione del significato fino ad elaborare un sistema semantico organizzato per livelli di profondità, tra i quali opera un meccanismo di generatività. I livelli, in cui si articola il modello generativo di A.J. Greimas, sono stadi attraverso i quali, per arricchimento ed organizzazione progressivi, si manifesta il senso. “Dietro” alla marca, quindi, questi stadi lavorano per produrre il discorso di marca, e lo stesso vale per il logo. Il logo è l'emblema dell'identità visiva della marca e ne concentra la significazione. «Un logo è un condensato di senso... In pochi tratti riassume la filosofia della marca... Esso funziona secondo il principio retorico della metonimia. Come la voce di una persona conosciuta è talvolta sufficiente a restituircela nella sua totalità.»4 Favorendo un rapido accesso al senso il logo rappresenta una specie di scorciatoia all'identità della marca. Riconoscendolo attiviamo istantaneamente tutto l'immaginario e i valori ai quali rimanda. 2Cfr. A. Semprini, La Marca, Lupetti, Milano, 2003, pp. 130–132. 3 Ivi, p. 45. 4 Ivi, p. 85. 14
L'analisi di Floch Per dare l'idea di quanto i loghi siano ricchi di significato li useremo per raccontare alcuni aspetti di quella che è la storia dell'attuale Apple Inc. In Identità Visive Jean Marie Floch analizzò, da un punto i vista semiotico, la storia e l'evoluzione del logo Apple fino a quello introdotto nel 1977 e sostituito nel 1999. 1975 - 1977 1977 - 1999 1999 - Oggi La sua intuizione cardine fu che il senso del logo non fosse integralmente veicolato dalle sue qualità plastiche e cromatiche di base, bensì da considerarsi in base all'opposizione di queste caratteristiche con quelle del logotipo della concorrenza. Esattamente come il significato dell'indicazione spaziale destra acquista senso, sopratutto, in opposizione all'indicazione spaziale sinistra. Floch evidenziò come le linee rotonde e la policromia calda della mela addentata fossero in contrapposizione con le forme dritte e la monocromia fredda del logo IBM. All'epoca, infatti, Apple Computer Inc. e IBM erano dirette concorrenti nell'assemblaggio delle macchine di calcolo, che perlopiù erano destinate ad usi d'ufficio, ed i loro loghi erano “gli stendardi” che rappresentavano due modi antagonisti di intendere l'informatica. 15
INVERSIONI E SIMMETRIA DELLE INVARIANTI PLASTICHE DEL LOGO IBM E APPLE IBM Apple Struttura - configurazione - configurazione complessa semplice - ripetizione - non ripetizione (abba) - di bande disgiunte - di bande congiunte Colori - monocromatici - policromatici - freddi - caldi Forme - spessore (“graisse”) - tratti: semplici limiti - dritte - curve (Tabella tratta da: J.M. Floch, Les Identités Visuelles, PUF, Parigi, 1995.) (Diapositiva tratta da: A. Mengoni, Identità Visive e Assiologie dei Valori di Consumo, slide delle lezioni tenute al Master in Comunicazione di Impresa, Università di Siena.) Al tempo della sua introduzione il logo della mela arcobaleno venne più 16
volte difeso all'interno della società dallo stesso Steve Jobs 5. Essendo multicolore il suo costo era giudicato proibitivo se non altro per l'utilizzo quotidiano sulla carta intestata dell'azienda. Misurare quanto e se l'intuito di Jobs abbia influito in questo non ci interessa molto. Il fatto importante è che quegli episodi possono senza dubbio esser letti come la voglia di preservare quello che era l'antagonismo tra due differenti concezioni dell'informatica. Un antagonismo simboleggiato da un logo che fu creato ad arte per opporsi al logo rivale6. Floch, per arrivare a tali conclusioni, sviscerò completamente le caratteristiche visive dei due logo. Considerò il tipo, le dimensioni e persino gli arrotondamenti dei caratteri I,B ed M. Egli vide che le caratteristiche visive della mela risultavano un inversione sistematica di quelle presenti nel logo IBM. • Il profilo della mela conferisce al logo Apple una configurazione piuttosto semplice. Perfino la foglia è inserita nel contorno generale del frutto. Essa rappresenta quindi, al contrario del logo dalle tre lettere, un entità visibilmente autonoma. • Le forme del frutto e della foglia sono completamente costruite a partire da arcobaleni. La curva domina, anche se ci sono rotture nei contorni, non si può mai davvero parlare di angoli, quantomeno di angoli retti come invece accade per le tre consonanti. • Il profilo della mela circoscrive una sequenza cromatica particolare: è una non-ripetizione di banda congiunte policrome. Il Logo IBM, invece, è costituito da bande monocromatiche separate. • I colori caldi sono privilegiati nella mela. Essi non rispettando i canoni tradizionali dell'arcobaleno, occupano invece il centro della figura lasciando i colori freddi alle estremità. Il semiologo francese, prima di scoprire che perfino le caratteristiche visive dei due segni risultavano in opposizione, prese in considerazione i “messaggi” dei due logo. Egli non dovette forzare nessun ragionamento, ne interpretare dei segni che sono di per se piuttosto astratti; si basò, come scrisse in “Identità Visive”, sui documenti e i testi preliminari che accompagnarono i loghi al momento del loro lancio. IBM stessa dichiarò, in più modi e in più occasioni, come l'allora nuovo logo affermasse la “tecnologia avanzata” della società, la 5 Cofondatore e attuale presidente di Apple Inc. 6 Il logo IBM presente nella diapositiva risale al 1962 ed era quindi antecedente a quello Apple creato da R. Janov nel 1977. 17
sua “competenza” così come “l'alta qualità” dei servizi che essa rende ai suoi clienti. Ovvero gli stessi valori che ne sottintendono, ancora oggi, la comunicazione commerciale e pubblicitaria , sempre contrassegnata dal logo in colore blu. Secondo i documenti paragonabili della società Apple, la mela morsicata incarnava “l'alternativa” rispetto a IBM, ma anche la “creatività”, la “convivialità” e la “libertà”. La convivialità caratterizza, tuttora, il rapporto tra l'utente e il suo computer, e la libertà, individuale, è raccontata come la conquista di Apple a vantaggio di tutti. A ben guardare, si noterà che il racconto di IBM, come quello di Apple, si basano sull'articolazione di due programmi narrativi distinti: un programma di concezione da un lato, e un programma di relazione commerciale dall'altro. Nel primo programma entrambe le case sono i soggetti di una discontinuità nella storia dell'informatica: una o più “avanzate” per IBM, un “alternativa” per Apple. E a ciascuna di queste azioni corrisponde una competenza. IBM parla appunto di “competenza”, nel senso comune del termine, e Apple di “creatività”. Il secondo programma narrativo, fa invece, intervenire un altro soggetto, dotato di un altro ruolo: il cliente-utente. Questo programma può essere analizzato come la comunicazione dell'oggetto di valore costruito in precedenza, nel primo caso dei “servizi di alta qualità”, o nel secondo, “libertà” e “convivialità”. 18
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