IL CAVALLO DI TROIA DISAGIO SOCIALE, POLITICHE CARENTI, MARGINALITÀ DIFFUSA NELLO SVILUPPO TERRITORIALE DELLA CAMPANIA

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IL CAVALLO
            DI TROIA
DISAGIO SOCIALE, POLITICHE CARENTI,
              MARGINALITÀ DIFFUSA
       NELLO SVILUPPO TERRITORIALE
                   DELLA CAMPANIA

                           a cura di
             Tullio D’Aponte
Copyright © MMIX
                ARACNE editrice S.r.l.

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                    (06) 93781065

              ISBN   978–88–548–2729–5

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              I edizione: dicembre 2009
Indice

 7    Presentazione
      Oltre la logica parametrica dei divari
      Tullio D’Aponte

11    Per un approccio “geopolitico” al tema della marginalità terri-
      toriale
      Tullio D’Aponte

71    Competitività territoriale e occasioni di sviluppo
      Daniela La Foresta

87    Conflitti ambientali e territorio. Alcune evidenze dalla crisi dei
      rifiuti in Campania
      Vittorio Amato

107   Dalla fabbrica a Gomorra. La trasformazione dell’area orienta-
      le di Napoli
      Ernesto Mazzetti e Giovanna Russo

149   Utopie e realtà nei progetti per lo sviluppo dei Campi Flegrei
      Anna Maria Frallicciardi, Marcello D’Anna, Miriam Di Fraia
      e Francesca Cerisano

171   La fascia costiera napoletana tra sviluppo e congestione:
      l’impatto del turismo sull’ambiente
      Maria Laura Gasparini

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6                              Indice

205   Pompei un caso di turismo “incompiuto”
      Viviana D’Aponte

223   Le discariche dismesse della città stagionale del Parco Nazio-
      nale del Cilento e Vallo di Diano. Fattori di degrado e priorità
      degli interventi per il recupero ambientale
      Mariagiovanna Riitano

251   Le discariche dismesse della città stagionale del Parco Nazio-
      nale del Cilento e Vallo di Diano. Linee fondamentali della
      struttura geolitologica dei siti
      Massimiliano Bencardino

263   Armatura territoriale, traiettorie di sviluppo e marginalità in
      Provincia di Salerno
      Teresa Amodio

285   Il sistema urbano di Benevento
      Massimiliano Bencardino

297   Cupello: natura, uomo, ambiente. Un caso di sostenibilità am-
      bientale nello sviluppo insediativo
      Gian Luigi Bocchetta e Rocco Guerriero
Presentazione
                       Oltre la logica parametrica dei divari

                                        Tullio D’Aponte

    Nella letteratura sullo sviluppo economico, il tema dei divari regio-
nali entra prepotentemente nel dibattito scientifico per descrivere una
geografia economica a “velocità variabile”, dove l’economia di alcune
realtà geografiche procede attraverso tassi di crescita del reddito, co-
stantemente più accelerati rispetto ad altre porzioni del territorio na-
zionale.
    Sin dagli inizi del secolo XX, questo divario appare particolarmen-
te significativo tra alcune regioni del Nord-Ovest, con la Liguria in
posizione di apice, a scapito, sia del Nord-Est, sia del Centro e delle
estreme regioni del Sud. Soltanto il Lazio e la Campania denunciava-
no, in quel tempo lontano, un reddito pro-capite superiore alla soglia
della media italiana, sostanzialmente allineato ai livelli misurati nel
più uniformemente industrializzato Nord-Ovest.1 Tuttavia, già nel de-
cennio che segna l’avvio dell’esperienza fascista, l’intero Mezzogior-
no si vede collocato in una posizione di decisa marginalità che conti-
nua ad esprimere particolare disagio, ancora nel corso degli anni Cin-
quanta, allorché la crescita accelerata dell’economia italiana veniva
salutata come l’età del “miracolo economico”.
    Lo sviluppo dualistico del Paese, dove un Nord ed un Centro sem-
pre più avanzati si contrappongono ad un Mezzogiorno in persistente
ritardo, procede con andamento per lo più regolare, caratterizzato da
una condizione persistente di reddito pro-capite, all’incirca, dimezzato
nelle regioni meridionali, fatto salvo un breve intervallo, intorno alla
prima metà degli anni Settanta, durante il quale il Mezzogiorno mi-
gliora la sua posizione di una decina di punti, tuttavia, per un effetto

     1
       Una misura del diverso grado d’industrializzazione che caratterizza le grandi ripartizioni
statistiche del paese si ricava dal differenziale dei livelli di addetti restati, pressoché stabil-
mente, superiori del 30% (Centro-Nord) alla media nazionale e inferiori del 60% (Mezzogior-
no) a quello stesso valore.

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8                             Tullio D’Aponte

statistico dipendente dal contemporaneo rallentamento subito, nello
stesso intervallo temporale, dalle regioni più avanzate del Centro-Nord.
    Proprio in quel periodo, una più attenta lettura della questione dei
divari territoriali nello sviluppo regionale, in concomitanza con
l’avvio della politica regionale europea (1973), conduceva a riflettere
sull’inopportunità di perseguire il mito dell’enfatizzazione di un im-
probabile obiettivo di parificazione degli indicatori di sviluppo regio-
nale, soffermandosi, piuttosto, sull’analisi delle cause dei differenziali
di sviluppo, per identificare le azioni da intraprendere, magari attra-
verso opportuni incentivi, per conseguire uno sviluppo stabile ed auto
centrato.
    Approccio ben presente nella concezione geopolitica dello studio
dei fattori di competitività che, nella differente composizione delle
propensioni localistiche allo sviluppo, tiene adeguato conto delle mo-
dalità attraverso le quali viene ad essere governata l’interazione delle
risorse e orientate le propensioni imprenditoriali nella scelta delle po-
litiche di ampliamento degli orizzonti di mercato.
    Il passaggio da una metodica incentrata sulla “misurazione” para-
metrica degli indicatori che riassumono i diversi livelli di sviluppo ter-
ritoriale, ad una metodica fondata sulla specificazione delle condizioni
che determinano il ritardo nello sviluppo di ben individuati e perime-
trati ambiti regionali, trova nella pratica dell’analisi geografica un uti-
le strumento di natura interpretativa, decisamente utile al fine di isola-
re le cause strutturali dalle condizioni congiunturali che determinano
la maggiore o minore velocità dello sviluppo locale. Analisi che pre-
suppone un’attenta prospezione di tutti i fattori, umani, fisici, econo-
mici, sociali e politici che definiscono gli assetti geopolitici dei diversi
territori in cui si articola l’organismo regionale. Il che presuppone
un’approfondita ricerca basata sulla puntuale scomposizione delle
componenti di sistema che, dalla scala locale, per successivi livelli di
estensione territoriale, raggiunge unitarietà compositiva nella dimen-
sione regionale.
    Da ciò il tentativo di questa ricerca, in ambito PRIN, necessaria-
mente compressa nella sua estensione tematica dalla drastica riduzione
delle disponibilità finanziarie, di proporre una “lettura” del territorio
campano alla luce di un set di indicatori capaci di consentire la rico-
struzione di un’ampia mappa delle condizioni di marginalità “diffusa”
Presentazione                              9

nel disegno delle propensioni e dei vincoli allo sviluppo, insiti negli
assetti delle diverse sub-aree caratterizzate da evidenti divaricazioni
degli attributi di competitività, a loro volta, impliciti nella dotazione di
risorse locali.
   Questo particolare assetto dualistico, interno ad un’area decisamen-
te in ritardo di sviluppo, nella lettura geopolitica delle condizioni di
disagio che definiscono il quadro regionale delle dinamiche territoriali
innovative, a nostro avviso, rappresenta il più ingombrante vincolo ad
uno sviluppo coeso e duraturo, in grado, cioè, di animare quel proces-
so virtuoso finalizzato, non tanto alla ricomposizione dei divari, quan-
to al raggiungimento di una condizione di qualità della vita confacente
a condizioni condivise di benessere sociale equidistribuito, proprio di
una realtà storica in cui i divari tra i gruppi sociali si attenuano e le di-
seguaglianze estreme devono tendere, rapidamente, ad annullarsi.
   Qualche cenno sul significato simbolico del titolo di questo volume.
   Ho scelto di adottare questa immagine del Cavallo di Troia, ricca di
suggestioni classiche, per più di un motivo.
   Il primo, il più immediato e trasparente, è delineato dal sottotitolo
di questa raccolta di saggi. Le varie espressioni di disagio sociale, di
carenze strutturali, di politiche mal concepite e distratte che, pur carat-
terizzando principalmente gli ambiti della marginalità, proprio perché
“diffusi” e “frammisti” ad aree di più elevata competitività, col peso
del proprio carico di malessere, s’insinuano, subdolamente, nel tessuto
sano del territorio regionale, contribuendo a ritardarne o, persino, ad
arrestarne lo sviluppo.
   Il secondo, certamente più frivolo e “localistico”, si compendia in
una fantasiosa forma di truffa, concepita da piccoli malfattori: il “ca-
vallo di ritorno”.
   Tecnica per la quale il ladruncolo, proponendosi egli stesso come
benevolo intermediario di non meglio specificati ambienti, in cui il
furto si è originato e realizzato, previo adeguato “modesto” compenso
ripropone la restituzione pacifica del maltolto, attraverso una transa-
zione extra-contrattuale che fa salva l’ansia del rientro in possesso del
bene perduto da parte della malcapitata vittima del raggiro, mentre,
contestualmente, più d’ogni altro, mette al sicuro il truffatore da ogni
rischio giudiziario (sia pur improbabile).
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    Ebbene, ciò che si vuole sottintendere con questa duplice immagine
di “cavalli” maliziosi, è che l’onere che la società è costretta a sostene-
re, a causa degli errori politici che hanno prodotto marginalità “diffu-
sa”, per realizzare il riposizionamento del territorio disagiato in un
contesto di sviluppo competitivo è, in sostanza, sia il “cavallo di
Troia”, nel cui ventre si cela l’aggressore, sia il “cavallo di ritorno”,
col quale una certa “malapolitica” taglieggia il cittadino e la società
d’appartenenza.
    Infine, sento l’esigenza di ringraziare tutti i Colleghi che, aderendo
alla mia sollecitazione, hanno abilmente tradotto i risultati delle loro
ricerche in succinte sintesi concettuali che danno concreta sostanza ai
contributi raccolti in questo volume su molteplici aspetti “locali” del
tema comune di studio.
    A tal proposito, spesso per insuperabili vincoli di spazio e di resa
grafica, sono stato costretto ad eliminare dal testo dei contributi pub-
blicati immagini e rappresentazioni cartografiche che, tuttavia, ho ri-
proposto in dimensione informatica attraverso il Cdrom allegato al vo-
lume, autoprodotto dal Laboratorio Didattico del D.A.D.A.T.
    Nel CD, poi, è anche contenuto il Sistema Informativo Geografico
da me concepito a supporto del contributo sul tema della marginalità
diffusa in Campania, realizzato con l’intelligente contributo tecnico
del mio giovane collaboratore dott. C. De Luca.
    Un particolare plauso, infine, desidero pubblicamente esprimere al-
la mia impareggiabile Collaboratrice dott.ssa Caterina Rinaldi per la
pazienza, la competenza e l’insostituibile apporto di ricerca e di assi-
stenza offertami nel compimento di questo lavoro.
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