PROGRAMMA di FORMAZIONE - 2019/2021 Dipartimento Formazione CGIL Sardegna
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Questo programma si apre con due immagini che contengono lo stesso significante ( il lavoro) ma con un diverso significato, nella prima immagine il significante è un’idea di progresso, sviluppo della e del lavoratore,i diritti, quello che la della Cgil pone come obiettivo primario della sua esistenza come organizzazione, la seconda immagine è la declinazione della parola in un passato recente che vede il lavoratore (minore), scalzo e senza difese (salute e sicurezza) inserito in un processo di produzione (uomo/macchina). A distanza di più di cento anni c’è ancora bisogno di tutela per le lavoratrici e lavoratori, e ancora la Cgil pone al centro la capacità e competenza di mantenere, negoziare, gestire e sviluppare i diritti del lavoro. PROGRAMMA La pratica gestionale di un programma deve insistere su alcuni principi: - una chiara definizione delle aree di intervento - un’analisi dei bisogni e conoscenza delle soluzioni esistenti - una chiara definizione del cambiamento concreto da effettuare - la formulazione e la messa in di un piano per provocare il cambiamento - valutazione dei risultati - interventi correttivi atti a migliorare il piano di cambiamento PROGETTO Gestire un processo e progetto di formazione significa RISTRUTTURARE, dare una nuova struttura alla visione del mondo concettuale e/o emozionale del soggetto in formazione, porlo in condizione di considerare i fatti che esperisce, da un punto di vista tale, da permettergli di affrontare meglio la situazione anziché eluderla, perché il nuovo modo di guardare la realtà ne ha mutato completamente il senso. La ristrutturazione non cambia i fatti concreti, ma il significato che il soggetto attribuisce alla situazione.Maturare abilità di assumere decisioni complesse, “lavorare insieme”, nonché percepire l’interdipendenza con l’ambiente di riferimento ed esterno.Sviluppare: coinvolgimento – senso di autonomia/responsabilità – sperimentazione – maturazione di abilità sociali (comunicare, decidere, risolvere i conflitti) – autovalutazione – controllo e valutazione sociale. Il Dipartimento Formazione istituito dalla Segreteria regionale Cgil ha in questi anni progettato alcuni interventi formativi con l’obiettivo di fornire strumenti di lettura dei cambiamenti che hanno coinvolto alcuni settori della regione (progetto sulla contrattazione territoriale alla luce dell’abolizione delle provincie) progetto di intervento formativo/addestrativo con obiettivo motivazionale/organizzativo sulle strutture dei servizi; progetti che non hanno visto una loro applicazione. Unico intervento formativo è stato effettuato/erogato, su richiesta della segreteria regionale SLC, corso di prima sindacalizzazione, rivolto a RSU delle comunicazioni, corso che ha sperimentato, con l’ausilio di consulenti esterni, nuove modalità di confronto riguardo la definizione della negoziazione e della motivazione organizzativa; il corso, erogato nel corso del 2017 e 2018 ha ricevuto apprezzamenti della struttura committente e dei partecipanti. In considerazione che molte categorie hanno strutturato un Ufficio Formazione Nazionale, si ritiene percorribile, attività integrativa a progetti nazionali e/o creazione di interventi formativi estemporanei per rispondere a richieste e bisogni formativi di realtà sindacali territoriali,aziendali operanti in regione. Per la futura attività del Dipartimento Formazione è ipotizzabile la creazione di un percorso formativo rivolto al Comitato Direttivo Regionale Cgil, prediligendo interventi monotematici di approfondimento delle materie giuslavoriste, da svolgere all’interno delle convocazioni del Comitato Direttivo.
Progetto formativo sul tema di Ruolo & Competenze La competenza - Prendendo spunto dal principio di Le Boterf, essere competenti e adeguati in un determinato ruolo all’interno di un’organizzazione risiede nel saper mobilitare le risorse (competenze) necessarie (sapere, saper fare, saper apprendere, saper agire, volere agire), non solo possederle. Il ruolo - Prima di parlare di organizzazione e di ruoli, facciamo un passo indietro e risaliamo all’etimologia di ruolo, utile da capire ai fini della nostra guida. La parola ruolo deriva dal francese ròle contrazione di ròtle e questo a sua volta dal latino ròtulus o rotula diminutivo di ròta che vuol dire ruota, disco, giro; in definitiva quello che fa “girare le azioni organizzative. Dal punto di vista sociologico, il concetto di ruolo fa riferimento all’insieme dei modelli di comportamento attesi, degli obblighi e delle aspettative che convergono su un individuo che ricopre una determinata posizione sociale Il termine affonda le sue origini nel mondo del teatro, dove in tempi antichi gli attori, sul palco, leggevano le proprie battute da un foglio di carta arrotolato denominato in latino rotulus. Da questa definizione, non ci risulta difficile capire quanto i ruoli siano fondamentali nel contesto organizzativo, soprattutto se pensiamo al principio della divisione del lavoro, che è alla base dell’organizzazione . Finanza pubblica; Bilanci, obiettivi e metodologie interpretative Articolo 81 Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali… Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale. Se si guarda alla spesa dello Stato, tali difficoltà oggettive risaltano con chiara evidenza: quasi tre quarti della spesa al netto degli interessi è, infatti, costituita da trasferimenti ad altre Amministrazioni pubbliche (poco più della metà) e dalle spese di personale (un po’ meno di un quarto), categorie per le quali i margini di intervento in riduzione sono stati da tempo ampiamente utilizzati. Cosa è cambiato con la riforma dell’art.81 per le amministrazioni pubbliche? Quali spazi negoziali? E soprattutto cosa possiamo contrattare in ambito di Finanza Pubblica? Progetti seminariale rivolto al Gruppo Dirigente CGIL Sardegna Sessioni monotematiche su temi di interesse generali, inerenti a momenti negoziali o propedeutici alla gestione di trasformazioni di carattere generale e regionale sia sul pubblico che sul privato Formazione di sito Progetto/ipotesi di formazione di gruppi di lavoratori e/o lavoratrici su temi generali, quali il tema della sicurezza sul lavoro, che coinvolgono le diverse categorie contrattuali insistenti sullo stesso sito produttivo e/o commerciale
Identità e identificazione Intervento formativo di carattere storico/giuridico con l’obiettivo di mantenere e cercare nuove modalità di confronto con le realtà sociali e politiche venutesi a creare negli ultimi anni. Contrattazione Sociale – assetto regionale della Sanità Alla luce del Documento di Programmazione e Piano preventivo delle attività quale modalità di contrattazione sociale territoriale e contrattazione di categoria è possibile sviluppare per la creazione di reali momenti di esigibilità del diritto alla saluto della popolazione sarda e di sviluppo delle professionalità degli operatori sociali e sanitari. Bilateralità; opportunità di crescita Conoscere e sviluppare l’approfondimento dei diversi aspetti che caratterizzano la bilateralità, con lo scopo di evidenziarne la pluralità di sfaccettature e di punti di osservazione e per cercare di leggerne, prospetticamente, lo sviluppo; il futuro della bilateralità fra norma contrattuale e norma legislativa, il fenomeno del welfare contrattuale e i fondi sanitari, l’analisi delle prestazioni degli Enti bilaterali.L’obiettivo è quello di provare a rappresentare un progetto di riflessione sistemica sull’argomento, continuando a far confrontare la Cgil e le sue federazioni di categoria, nel quadro delle proprie peculiarità, per migliorare la qualità della contrattazione nella consapevolezza della sua stretta correlazione con la bilateralità. Anni fa queste parole accompagnavano un ennesimo progetto/programma formativo; si ritiene ancora valido proporre all’Organizzazione elementi di riflessione più complessivi I termini della formazione che vogliamo realizzare sono: STILE – ASCOLTO – STRATEGIA – DEFINIZIONE DELL’AZIONE; alla cultura della formazione appartengono tutte quelle discipline che vedono il sistema come un insieme di parti e non la semplice somma delle parti, dalla psicologia alla medicina alternativa, dalle fiabe al teatro, a tutto ciò che è espressione umana, a tutte quelle metodologie che parlano di storie a chi racchiude in sé una storia. Riportiamo un definizione di cultura che crediamo possa definire il lavoro di formazione: ” l’insieme di valori, norme, tradizioni, simboli, credenze, miti, riti relativi ad un gruppo, un aggregato o a una categoria di individui, trasmesso mediante meccanismi di apprendimento su base sociale, che ha una funzione di riduzione dell’incertezza e guida del comportamento” ( Minghetti/Del Mare 1995) Maurizio Corbani
NOTA SUL PERCHE’ DELLA FORMAZIONE SINDACALE Per rispondere adeguatamente ai programmi e alle tesi congressuali la Cgil si dota dello strumento della Formazione sindacale, riassumiamo in breve le tappe e la storia: ll 21 novembre 1966 viene ufficialmente inaugurato il Centro studi e formazione sindacale di Ariccia, diretto da Angelo Di Gioia, con la collaborazione di Isabella Milanese, Carlo Sazio e Claudio Pontacolone. Ma la spinta principale proviene da quattro nuove scuole che nascono tra il 1975 e il 1977: la «Ca’ Vecchia» a Bologna (inaugurata nel settembre 1975), la «Santa Venerina» a Catania (inaugurata il 4 giugno 1976), il Centro dell’Impruneta, nei pressi di Firenze e quello di Imbersago, in provincia di Como, entrambi aperti nel corso del 1977. Con il Congresso del 1981 per la prima volta la formazione sindacale entra nello Statuto. Il Congresso del 1986 è forse il momento di maggiore visibilità politica della formazione, elevata a “risorsa strategica dell’organizzazione”. Il 1° ottobre 2015, dando seguito alle decisioni della stessa Conferenza d’organizzazione, viene istituita, all’interno dell’Area delle politiche organizzative del Centro confederale, la carica di responsabile della Formazione sindacale con lo scopo di censire, valorizzare e coordinare l’insieme delle attività formative delle strutture della Cgil (territori, categorie, servizi); definire il percorso verso il piano formativo nazionale; ricostruire il ciclo della formazione per rafforzare la dimensione di sistema delle diverse attività formative; promuovere l’idea e le pratiche del diritto/dovere della formazione per i delegati, i dirigenti, i dipendenti dell’organizzazione. Sempre la conferenza di organizzazione decide l’istituzione di un coordinamento della formazione (eletto dal direttivo e successivamente dai singoli congressi) e di un fondo per la formazione definito e costruito secondo le decisioni assunte dal comitato direttivo confederale. Gennaio 2019, il Congresso di Bari riconferma l’esistenza del coordinamento della formazione e del fondo per la formazione; questo documento vuole essere un punto di mantenimento e di sviluppo di una attività di formazione a carattere regionale che integri le diverse esperienze formative delle categorie e delle Camere del Lavoro.
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