I principi della riforma e la sua attuazione - Astrid-online.it

Pagina creata da Caterina Diana
 
CONTINUA A LEGGERE
le infrastrutture sociali

   I principi della riforma e la sua attuazione
                                                                                        di Renato Balduzzi

Corrispondo volentieri alla richiesta pervenuta-        potere può presentarsi come più o meno decen-
mi da “Tra il dire e il fare” di riflettere sulla ri-   trato e più o meno attento all’autonomia e alle
forma della medicina territoriale del 2012 e sulla      peculiarità di parte e parte dello spazio in cui
sua attuazione.                                         si esercita; può atteggiarsi secondo modalità di
Lo faccio cercando il più possibile di evitare          collaborazione/integrazione con gli spazi confi-
la tendenza purtroppo diffusa, in quest’an-             nanti, oppure può perseguire forme e modalità
no di prima e seconda ondata di pandemia da             di isolamento e di autarchia; può fondarsi sulla
Covid-19, di battibeccare, tra studiosi di sanità       volontà delle persone che risiedono stabilmente
pubblica o sedicenti tali, attorno all’individua-       in quella terra, oppure può trarre legittimazione
zione di qualche decisione precedente o manca-          da altre fonti o tradizioni, e financo da sé mede-
ta decisione come causa principale o prevalente         simo. La storia di quella terra, la sua morfologia
delle presenti difficoltà, invece di domandarci,        e il deposito che i secoli hanno lasciato costituirà
tutti, quali siano le decisioni, in primo luogo, da     comunque un fattore con cui qualunque potere
assumere adesso e indifferibilmente e, in secon-        dovrà in qualche misura fare i conti.
do luogo, quale sia il percorso da disegnare in         Queste considerazioni valgono naturalmente
prospettiva, una volta che questa emergenza sia         anche per i servizi sanitari allocati in un deter-
rientrata.                                              minato territorio: essi dipenderanno dalle ca-
Ciò premesso, il mio scritto si articola in cinque      ratteristiche del potere che caratterizzano quel
paragrafi:                                              territorio, e pertanto, entro una variabilità che
1. che cosa si deve intendere per territorio e per      dipende dai caratteri dell’ordinamento cui quel
    sanità territoriale;                                potere si riferisce, potremo avere una situazione
2. quali siano state le premesse culturali e giu-       che ora privilegia i servizi considerati più remu-
    ridico-istituzionali della riforma del 2012;        nerativi e maggiormente rispondenti agli inte-
3. i principi e l’articolazione della riforma;          ressi e valori di questa o quella categoria, ora i
4. l’attuazione della medesima;                         servizi caratterizzati da logiche redistributive di
5. alcune conclusioni in prospettiva.                   ricchezza e di opportunità, ora servizi organiz-
                                                        zati reticolarmente piuttosto che secondo modu-
                                                        li più rigidamente gerarchici.
1. L’etimologia delle parole è quasi sempre utile,
almeno quando non è troppo controversa. Per             Assai opportunamente è stata rilevata, proprio
quanto riguarda la parola “territorio”, mi ha           all’interno della riflessione condotta dalla rivi-
sempre colpito che, secondo una lettura accre-          sta che mi ospita, l’importanza di una maggiore
ditata, essa derivi da due parole con significato       valorizzazione dell’approccio per territori fun-
assai diverso, il cui intreccio tuttavia ci rivela      zionali2: una siffatta notazione, evidentemen-
qualche cosa dell’una e dell’altra.                     te basata sulla constatazione che un territorio
                                                        di confine richiede, in situazioni di epidemia e
Territorium, infatti, è terra più terror1. La parola
                                                        pandemia, azioni coordinate tra più poteri com-
denota sia lo spazio geofisico, sia il potere che in
                                                        petenti su territori diversi, conferma, se ve ne
quello spazio viene esercitato: c’è un rapporto di
                                                        fosse il bisogno, che il potere può tenere o non
corrispondenza biunivoca tra le caratteristiche
                                                        tenere in conto le interdipendenze funzionali, e
di una certa terra e quelle del potere che su di
                                                        che la scelta nell’uno o nell’altro senso viene a
essa si esercita, nel senso che esse si influenzano
                                                        connotare il territorio nel suo insieme. Appunto,
a vicenda e la loro sintesi, o forse sarebbe meglio
                                                        terra più terror.
dire la loro risultante, è proprio il territorio. Il

                                                                                                               11
le infrastrutture sociali

2. Tra i caratteri del contesto spazio-temporale        zione dei servizi attraverso la rete ospedaliera e
che più si impongono al potere politico in cam-         quella che è demandata all’organizzazione della
po sanitario e che costituiscono una sorta di pre-      rete “territoriale” costituisce l’elemento cardine
messa sia culturale sia giuridico-istituzionale         del sistema: c’è una sola “rete”, quella dei ser-
alla riforma del 2012 indicherei senz’altro, sotto      vizi sanitari e sociosanitari, al cui interno sono
il profilo culturale, la valorizzazione dei cosid-      presenti, in forme integrate, la rete ospedaliera
detti determinanti sociali, economici e ambien-         e quella territoriale, come c’è un solo territorio
tali della salute (i quali impongono una “presa         che, a seconda delle scelte di organizzazione che
in carico” del paziente che costituisce qualche         il livello regionale individua nell’ambito delle
cosa di qualitativamente differente dalla sem-          possibilità offerte dal Servizio sanitario naziona-
plice risposta sanitaria prestazionale, e che ha        le (non va dimenticato che i principi di organiz-
come sfondo l’obiettivo, al tempo stesso evoca-         zazione dei servizi sanitari rientrano anch’essi
tivo e impegnativo, della “salute in tutte le poli-     tra i principi fondamentali cui la legislazione
tiche”)3 e, sotto quello giuridico-istituzionale, la    concorrente delle regioni deve ispirarsi)6, co-
nozione di rete integrata dei servizi4, la quale a      noscerà modalità variegate di allocazione delle
sua volta ha alla base un’altra rilevante acquisi-      funzioni tra le diverse tipologie di aziende sa-
zione culturale, e precisamente l’importanza di         nitarie.
quell’assistenza sanitaria primaria che, secon-         Anche la risalente tendenza a riequilibrare un
do la Dichiarazione di Alma Ata del settembre           eccesso di attenzione e di risorse destinate alla
1978, “rappresenta la prima occasione di contat-        sanità ospedaliera potenziando quella territo-
to degli individui, della famiglia e della comu-        riale (tendenza alla quale, come vedremo tra
nità con il sistema sanitario nazionale, portando       poco, non si sottrarrà la riforma del 2012) va in-
l’assistenza sanitaria il più vicino possibile ai       quadrata dentro siffatte coordinate di sistema,
luoghi di vita e di lavoro, e costituisce il primo      e dunque vista non in chiave di competizione-
elemento di un processo continuo di assistenza          compensazione, ma di collaborazione-integra-
sanitaria”5. Ho riportato un passaggio di quella        zione. Di ciò costituiscono eloquente conferma,
Dichiarazione per via della straordinaria sin-          in primo luogo, le diverse figure che i livelli di
tonia con il coevo art. 25, comma 3 della legge         governo statale e regionale hanno individuato,
n. 833 del 1978, istitutiva del Servizio sanitario      nel tempo, quali centri di riferimento per l’ero-
nazionale, secondo il quale l’assistenza medi-          gazione dell’insieme delle cure primarie (Utap,
co-generica e pediatrica avrebbe dovuto essere          case della salute, più di recente Uccp) e, in se-
«prestata dal personale dipendente o conven-            condo luogo, la nozione stessa di continuità assi-
zionato del servizio sanitario nazionale operan-        stenziale7. Quanto alle prime, nella riflessione e
te nelle unità sanitarie locali o nel comune di         negli argomenti addotti per motivare tali figure
residenza del cittadino”. Se è vero che la legge        organizzative è sempre presente non soltanto
833 prospettava un’alternativa per quanto attie-        il profilo dell’utilizzazione appropriata della
ne al regime dei medici di medicina generale e          rete dell’emergenza-pronto soccorso, ma altresì
dei pediatri di libera scelta (convenzionamento         quella della riorganizzazione della rete ospeda-
o dipendenza), definita in seguito nel senso del-       liera e in particolare della riconversione dei pic-
la seconda (ma senza che ciò comporti in alcun          coli ospedali. Per quanto attiene alla continuità
modo irreversibilità, come le ricorrenti proposte       assistenziale, la nozione stessa include, accanto
di “tornare alla dipendenza” testimoniano), è           ai profili temporali, anche quelli spaziali, che
altrettanto vero che, anche scegliendo il regime        hanno a che fare con la strutturazione comples-
di convenzionamento, resta ferma nel sistema            siva della rete e non soltanto con una sua parte:
della riforma sanitaria la centralità dell’integra-     anzi, proprio l’insufficiente consapevolezza del-
zione tra i professionisti e il distretto sanitario o   la stretta interdipendenza tra i profili spaziali e
sociosanitario, cioè la struttura di base deputata      quelli temporali è probabilmente da annoverarsi
ad esercitare il “potere” sanitario sul territorio,     tra le concause culturali dell’accezione ristretta,
a sua volta strettamente collegata in rete con le       e della conseguente scarsa operatività, della fi-
strutture ospedaliere.                                  gura del medico di continuità assistenziale (sol-
Proprio la stretta interdipendenza tra l’eroga-         tanto a seguito dell’emergenza pandemica si è

12
le infrastrutture sociali

data vita concreta a una figura, quella delle uni-     visto dalla cosiddetta legge Tremonti del 2004:
tà speciali di continuità assistenziale, capace di     affinché tali standard non fossero arbitrari, era
riassumere in sé compiutamente l’unità tra i due       indispensabile disporre di dati affidabili circa le
profili)8.                                             dimensioni, i volumi e gli esiti relativamente a
                                                       ciascuna tipologia di prestazione per struttura
                                                       ospedaliera, e soltanto a valle del Programma
3. Lo stallo operativo della medicina territoriale,
                                                       nazionale esiti, gestito dall’Agenzia per i servizi
a partire soprattutto da quella di famiglia, unita-
                                                       sanitari regionali, ciò sarebbe stato possibile11.
mente alla necessità di rimettere in equilibrio (e,
in qualche caso, di costruire ex novo) la rete dei     La consapevolezza, in capo ai proponenti della
servizi sanitari, sbilanciata sull’ospedale sin dai    riforma, delle difficoltà storicamente riscontrate
tempi della legge Mariotti e che tale era rimasta      nel cammino di potenziamento e riorganizza-
nonostante l’impostazione riequilibratrice della       zione della medicina di famiglia indusse poi a
legge n. 833 del 19789, costituirono le ragioni di     prevedere una clausola di salvaguardia rispet-
fondo della riforma del 2012.                          to a possibili ulteriori ritardi e rinvii, contenuta
                                                       nel comma 7 dell’art. 1 della riforma: qualora
Per la prima volta le due sottoreti (ospedaliera e
                                                       entro il termine previsto dal comma 6 (centot-
territoriale) sono oggetto di una considerazione
                                                       tanta giorni dalla data di entrata in vigore del-
contestuale: spending review, nel senso non di ri-
                                                       la legge di conversione del decreto-legge), non
duzione ma di revisione della spesa attraverso
                                                       si proceda all’adeguamento dei relativi accordi
la predisposizione di indicazioni e strumenti di
                                                       collettivi nazionali, il Ministro della salute, di
riorganizzazione della rete ospedaliera, e rie-
                                                       concerto con il Ministro dell’economia e delle
quilibrio di attenzioni e risorse sul “territorio”
                                                       finanze (e sentite la Conferenza delle regioni e
stanno insieme, in una sorta di originale simul
                                                       i sindacati), “emana, nelle more della conclusio-
stabunt.
                                                       ne della trattative, disposizioni per l’attuazio-
Va sottolineata, in proposito, la previsione (art.     ne in via transitoria dei principi richiamati dal
15, comma 13, lett. c), d.-l. n. 95/2012, conv., con   medesimo comma 6”, le quali, ai sensi dell’ul-
modificazioni, dalla l. 135/2012) per cui i prov-      timo periodo della disposizione ora riportata,
vedimenti regionali di riduzione dello standard        cessano di avere efficacia a decorrere dalla data
dei posti letto ospedalieri accreditati vanno          di entrata in vigore dei predetti accordi collet-
adottati “sulla base e nel rispetto degli standard     tivi nazionali. In tal modo il legislatore viene a
qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi   indicare i principi che costituiscono l’ossatura
relativi all’assistenza ospedaliera” fissati con re-   della riforma della medicina territoriale. Scor-
golamento approvato ai sensi dell’art. 1, comma        rendoli, abbiamo la conferma della compattezza
169, l. 30 dicembre 2004, n. 311, e “nel rispetto      e organicità della visione del legislatore. Agli ac-
della riorganizzazione dei servizi distrettuali e      cordi collettivi nazionali si impone di garantire,
delle cure primarie finalizzate all’assistenza 24      nell’ambito dell’organizzazione distrettuale del
ore su 24”. Risulta cioè chiara, da un lato, la ri-    servizio, l’attività assistenziale per l’intero arco
conduzione della riorganizzazione della rete           della giornata e per tutti i giorni della settimana,
ospedaliera a parametri obiettivi desunti dai          nonché un’offerta integrata delle prestazioni dei
predetti standard qualitativi, strutturali, tecno-     medici di medicina generale, dei pediatri di libe-
logici e quantitativi e, dall’altro lato, la sua in-   ra scelta, della guardia medica, della medicina
terdipendenza con la riforma dell’assistenza pri-      dei servizi e degli specialisti ambulatoriali, adot-
maria. La storia del regolamento attuativo (d. m.      tando le forme organizzative monoprofessionali
2 aprile 2015, n. 70) è abbastanza nota, anche per     delle aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e
quanto concerne la sua riconduzione, a opera           multiprofessionali delle unità complesse di cure
della Corte costituzionale (sent. n. 134 del 2006),    primarie (UCCP), caratterizzate, queste ultime,
ad atto di specificazione dei livelli essenziali di    proprio dal coordinamento e dall’integrazione
assistenza sanitaria (Lea) e pertanto assoggettato     dei professionisti delle cure primarie e del so-
alla medesima procedura di intesa con la Confe-        ciale a rilevanza sanitaria, oltre che dalla possi-
renza Stato-regioni10. Meno note sono le ragioni       bilità che per esse le aziende sanitarie possano
che ostacolarono l’adozione di tale atto, già pre-     adottare, anche per il tramite del distretto sani-

                                                                                                             13
le infrastrutture sociali

tario (individuato, in continuità con l’opzione di     a quello dell’economia e delle finanze: da allo-
fondo della legge n. 833 del 1978, come lo snodo       ra, si sono susseguite cinque diverse compagi-
attorno al quale ruota l’intero sistema della me-      ni governative, di vario orientamento e colore
dicina di base) forme di finanziamento a budget.       politico-partitico, ma tale obbligo non è stato
A coronamento di un sistema fortemente inte-           adempiuto.
grato si impone il ruolo unico per le funzioni di      In secondo luogo, la tecnica usata dalla dispo-
medico di medicina generale del Servizio sani-         sizione appare rispettosa sia dell’autonomia
tario nazionale.                                       regionale, sia di quella sindacale: l’attuazione
A conferma della ricostruzione qui offerta circa       della riforma attraverso tali disposizioni è qua-
il significato di sistema della riforma del 2012       lificata come “provvisoria”; le disposizioni sono
stanno altresì le disposizioni di raccordo tra le      di natura “cedevole”, nel senso che la loro effi-
due sottoreti contenute nel menzionato d. m. n.        cacia cessa con l’entrata in vigore degli accordi
70/2015: sia quella secondo cui le regioni devo-       collettivi; vanno sentite sia la Conferenza delle
no individuare “le regole di integrazione dell’o-      regioni sia le organizzazioni sindacali maggior-
spedale con la rete territoriale di riferimento,       mente rappresentative.
in relazione a: ammissione appropriata, dimis-         In terzo luogo, la praticabilità tecnica del comma
sione pianificata e protetta e partecipazione ai       7 trovava conforto nella circostanza che sia gli
percorsi assistenziali integrati” (art. 1, comma 5,    accordi nazionali, sia quelli integrativi regiona-
lett. m), sia il contenuto del punto 10 dell’Allega-   li non dovessero comportare ulteriori oneri per
to 1, dedicato alla continuità ospedale-territorio.    la finanza pubblica (e anzi veniva richiamato
Proprio tali clausole, tuttavia, evidenziano, an-      il comma 25 dell’art. 15 del d.-l. n. 95 del 2012,
che per la timidezza delle loro previsioni (ad es.,    conv. nella l. n. 135 del 2012, che includeva an-
la lettera m) demanda a provvedimenti regionali        che il personale convenzionato con il Ssn nel
che devono prevedere un documento che ap-              capo di applicazione delle disposizioni di limi-
punto individui le regole di integrazione ospe-        tazione della crescita dei trattamenti economici
dale-territorio), il problema di fondo in questa       anche accessori del personale delle pubbliche
sede più volte richiamato, cioè la necessità di        amministrazioni) e che pertanto le disposizio-
sciogliere il nodo costituito dalla riorganizzazio-    ni di attuazione potessero muoversi dentro un
ne della medicina generale.                            terreno chiaramente individuato, quello delle
                                                       migliori pratiche organizzative per favorire l’in-
4. Come già in passato verificatosi, né le premes-     tegrazione della medicina territoriale all’interno
se culturali e giuridico-istituzionali, né la co-      della complessiva rete sanitaria.
stellazione dei principi ispiratori della riforma      Le premesse culturali e giuridico-istituzionali,
del 2012, a dispetto della sua larghissima con-        sopra sintetizzate, non sono state tuttavia suffi-
divisione all’interno della comunità scientifica e     cienti ad assicurare alle norme legislative e alle
professionale del settore sanitario, hanno avuto       clausole degli accordi collettivi nazionali una
la meglio sulle incertezze e sulle pigrizie dei        traduzione effettiva e omogenea nelle diverse
decisori politico-amministrativi e sulle miopie        regioni e all’interno delle medesime.
corporative.                                           Alla base di questa ineffettività stanno certa-
Ciò è avvenuto nonostante la presenza della            mente più concause12, ma credo che la prima tra
già menzionata e innovativa previsione norma-          esse sia proprio l’incapacità (o la mancata vo-
tiva, contenuta nell’art. 1, comma 7, del d.-l. n.     lontà) di istituire un solido legame tra il profilo
158/2012 e volta ad assicurare comunque l’at-          spaziale e quello temporale, e dunque, in altre
tuazione della riforma.                                parole, l’incapacità di percepire il territorio in
Sia consentito sottolinearne almeno tre profili di     quella pienezza di significato cui si è accennato
qualche significatività (forse non toccherebbe a       all’inizio di questo contributo. Un’incapacità e
me fare ciò, ma la verità delle cose lo impone).       una mancanza di volontà che toccano in gene-
                                                       rale tutta la cosiddetta medicina convenzionata,
In primo luogo, tale disposizione non conferisce
                                                       ma che risultano particolarmente evidenti nelle
una mera facoltà, ma un obbligo, decorrente dal
                                                       vicende specifiche concernenti la posizione e il
maggio 2013, in capo al Ministro della salute e

14
le infrastrutture sociali

ruolo dei medici di medicina generale all’inter-       dimensionamento delle medesime, sia stato im-
no del Servizio sanitario nazionale13.                 portante l’aumento (quasi il raddoppio) del nu-
Accanto a questa causa, un’altra va evidenzia-         mero di tali posti letto, purché modulare e rever-
ta: la tendenza, forte in sanità ancorché presente     sibile a seconda del momento17. Guai però a pen-
in altri comparti, a pensare che la difficoltà di      sare che quello sia stato il problema principale,
attuare approcci politico-amministrativi innova-       perché significa non tenere in considerazione al-
tivi possa essere superata ripetendo e iterando        cuni dati di fatto e alcuni elementi di sistema: sia
formule programmatorie e normative che li con-         perché, anche al massimo dei picco pandemico
densano14.                                             sinora registrato, non si è mai andati al di sopra
                                                       di un’occupazione complessiva, durante la pri-
Tuttavia, ancorché sia difficile non provare un
                                                       ma ondata di pandemia, del 50% dei posti letti
senso di sconforto a fronte dell’insufficiente at-
                                                       disponibili in rianimazione e terapia intensiva (è
tuazione del disegno riformatore, la riforma del-
                                                       senz’altro vero che, stante la distribuzione con-
la medicina di famiglia deve essere valutata, al
                                                       centrata del picco, in alcune realtà territoriali la
pari di ogni disposizione normativa, certamente
                                                       situazione sia stata e sia drammatica, ma non
come un “prescrivere”, un “dire” (per evocare il
                                                       va dimenticato che in Italia abbiamo un Servi-
nome della rivista che ospita questa riflessione),
                                                       zio sanitario nazionale, cioè incentrato sulla soli-
e dunque come qualcosa di cui misurare l’attua-
                                                       darietà tra i cittadini e i territori, e che pertanto
zione, ma altresì come un “fare”, cioè come qual-
                                                       la mobilità sanitaria è un elemento costitutivo
cosa che è già significativo per la sola circostan-
                                                       del sistema, non semplicemente un suo fattore
za che è approdato alla Gazzetta ufficiale e alla
                                                       distorsivo cui porre rimedio…), sia perché tali
vigenza: non soltanto perché dà forza a quanti
                                                       posti letto non hanno subito una diminuzione
(regioni, aziende sanitarie, gruppi di medici di
                                                       nel decennio precedente18. Il problema, per con-
famiglia) vogliano, condividendone i principi e
                                                       tro, di ieri, di oggi e (speriamo) di domani, sta
gli obiettivi, favorirne l’attuazione; non soltanto
                                                       nella necessità di rispettare, valorizzare e tenere
perché, entrando a comporre l’ordinamento giu-
                                                       periodicamente aggiornati gli standard relativi
ridico, viene a fare sistema con altre disposizio-
                                                       all’assistenza ospedaliera e di pervenire il più
ni normative e ne condiziona l’interpretazione e
                                                       rapidamente possibile alla definizione dei relati-
l’applicazione; ma altresì perché – come è stato
                                                       vi standard dell’assistenza sanitaria territoriale,
di recente osservato in dottrina – proprio in for-
                                                       nonché di superare il mito del posto-letto19, a fa-
za dello stretto legame tra la riconversione delle
                                                       vore di una considerazione reticolare dei servizi
strutture ospedaliere, la definizione dei relativi
                                                       che non significa semplicemente, secondo un
standard e la riorganizzazione della medicina
                                                       mantra ripetuto all’inverosimile in questi mesi,
di base, le diverse parti del sistema sanitario
                                                       più servizi territoriali, ma proprio più rete tra
territoriale, le quali sono contestualmente state
                                                       servizi territoriali ed ospedalieri, così da consi-
destinatarie di un intervento legislativo coordi-
                                                       derare in modo unitario la complessiva rete dei
nato ed organico, vengono a sorreggersi l’una
                                                       servizi sanitari e di tutela della salute.
con l’altra, con la conseguenza che la graduale
applicazione degli standard ospedalieri viene,         E che questa conclusione sia esatta lo dimostra
di fatto, a costituire il più potente motore di svi-   proprio, nella sua tragicità, la vicenda della pan-
luppo della parte considerata storicamente più         demia in corso, dove non è casuale che a resiste-
debole, appunto quella concernente i cosiddetti        re meglio, nella generale difficoltà, siano quelle
servizi territoriali15.                                situazioni regionali dove le due facce della rifor-
                                                       ma sanitaria del 2012, quella ospedaliera e quella
Sarebbe infatti sbagliato, sotto il profilo storico-
                                                       territoriale, sono state prese maggiormente sul
fattuale e sotto quello giuridico, pensare che il
                                                       serio, secondo modalità anche differenti e tal-
problema principale reso palese dall’emergenza
                                                       volta peculiari, ma dentro le coordinate culturali
Covid-19 stia nel numero e nella distribuzione
                                                       sopra riassunte. Situazioni regionali che hanno
dei posti letto, specialmente quelli di rianima-
                                                       saputo, meglio di altri, considerarsi territorio in
zione e terapia intensiva. Nessun dubbio che la
                                                       senso pieno e dunque sia declinare i servizi sani-
pandemia abbia colto impreparate le strutture
                                                       tari come la risultante delle due sottoreti, quella
sanitarie16 e che quindi, anche sotto il profilo del
                                                       ospedaliera e quella territoriale, sia far intera-

                                                                                                              15
le infrastrutture sociali

gire il momento istituzionale (il potere) con la                      documento E. Jorio, D. Servetti, La difficile riforma
dimensione spaziale e temporale di esercizio del                      dell’assistenza primaria, tra legge statale, accordi col-
                                                                      lettivi e programmazione regionale, in Corti Supreme
medesimo. Anche l’istituzione delle unità spe-
                                                                      e Salute, n. 2/2019, pp. 259 ss.
ciali di continuità assistenziale (art. 4-bis d.-l. 17
                                                                 6    Sul punto rinvio al mio Titolo V e tutela della sa-
marzo 2020, n. 18, conv. nella l. 24 aprile 2020, n.
                                                                      lute, in R. Balduzzi, G. Di Gaspare, Sanità e assi-
27) viene a confermare il quadro sin qui deline-                      stenza dopo la riforma del Titolo V, Milano, Giuffrè,
ato, nel senso che ciò che manca non sono le sin-                     2002, pp. 17 ss.; Id., Considerazioni di sintesi, in La
gole figure assistenziali, ma la continuità della                     sanità italiana tra livelli essenziali di assistenza, tute-
medesima, dove il termine continuità incorpora                        la della salute e progetto di devolution, a cura di R.
                                                                      Balduzzi, Milano, Giuffrè, 2004, pp. 391 ss.
in sé sia la prospettiva spaziale, sia quella tem-
porale: ma non è proprio questo il significato di                7    Per una puntuale ricostruzione della travagliata
                                                                      storia della riorganizzazione dell’assistenza pri-
territorio, di cui oggi scopriamo (o riscopriamo)                     maria v. E. Jorio, D. Servetti, La difficile riforma
il carattere di non finitudine?20                                     dell’assistenza primaria, cit., pp. 265 ss.
                                                                 8    Sulle unità speciali di continuità assistenziale e
                                                                      sulla loro derivazione dalle unità complesse di
                                                                      cure primarie consolidate dalla riforma del 2012
                                                                      rinvio a A. Banchero, I livelli essenziali delle presta-
                                                                      zioni sono diventati realtà? Considerazioni in materia
                                                                      di servizi sociali e sociosanitari, in base alla disciplina
                                                                      della legge 17 luglio 2020, n. 77, in Corti Supreme e
                                                                      salute, 2/2020, p. 398.
                                                                 9    Sul passaggio dalla legge del 1968 sugli ospedali
                                                                      alla catena delle leggi di riforma sanitaria v. R.
                                                                      Balduzzi, La legge n. 419 del 1998 recante delega per
                                                                      la razionalizzazione del servizio sanitario nazionale:
                                                                      prime considerazioni d’insieme, in Sanità pubblica,
                                                                      1999, pp. 161 ss.; più di recente Id., Quasi un edi-
                                                                      toriale. Dopo 40 anni, verso una destrutturazione del
                                                                      Ssn?, in Corti Supreme e Salute, n. 3/2018, pp. 465
                                                                      ss.
                                                                 10   Si v. comunque, per tutti, D. Servetti, Livelli essen-
                                                                      ziali, standard ospedalieri e riduzione dei posti letto:
                                                                      note a margine della sentenza della Corte costituzio-
1     L. Bonesio, Documento commissione epistemologica,               nale n. 231 del 2017, in Corti supreme e salute, n.
      in www.societadeiterritorialisti.it.                            1/2018, pp. 60 ss.
2     G. Rinaldi, Istituzioni, esperti e territori alla prova    11   Sul punto si vedano gli interventi raccolti nel
      del COVID 19, in tra il dire e il fare, giugno 2020,            numero monografico della rivista Monitor (anno
      p. 14.                                                          2015, n. 38).
3     Impongono, in altre parole, l’allargamento del             12   V. sul punto, per una rassegna delle diverse opi-
      to cure al to care (sulla cui complementarità v., di            nioni, Aa.Vv., La nuova sanità territoriale, a cura
      recente, R. Balduzzi, La medicina oltre la cura, in             di C. Bottari e C. De Angelis, Rimini, Maggioli,
      BioLaw Journal-Rivista di BioDiritto, Special Issue             2016.
      2/2019, p. 379). Al di fuori dell’ottica della “presa
      in carico” non si dà possibilità di funzionamento          13   Non va infatti dimenticato che, mentre la riforma
      concreto del continuum prevenzione-cura-ria-                    della medicina di famiglia è rimasta inattuata o
      bilitazione: si v. in particolare E. Guzzanti, L’as-            attuata soltanto parzialmente o, peggio, nomina-
      sistenza primaria in Italia, dalle condotte mediche al          listicamente, a causa soprattutto, come si vedrà
      lavoro di squadra, a cura di M.C. Mazzeo, G. Milil-             più oltre, della mancata adozione dei nuovi ac-
      lo, A. Cicchetti, A. Meloncelli, Edizioni Iniziative            cordi collettivi nazionali per i medici di medicina
      Sanitarie, Roma, 2009, spec. pp. 83 ss.                         generale e i pediatri di libera scelta, nel campo
                                                                      della cosiddetta specialistica convenzionata (am-
4     Sulla nozione di integrazione, con particolare ri-              bulatoriale) abbiamo registrato il recepimento
      guardo a quella socio-sanitaria, rinvio al mio Cin-             della riforma del 2012 in occasione del rinnovo
      que cose da fare (e da non fare) in sanità nella (lunga         del 2015.
      e faticosa) transizione verso il post-pandemia, in Corti
      supreme e salute, n. 2/2020, p. 350.                       14   Si veda, per un esempio particolarmente si-
                                                                      gnificativo, la scheda n. 8, preparata nel lavoro
5     Ancora di recente sottolineano la rilevanza di tale             tecnico Stato-regioni in vista del nuovo Patto

16
le infrastrutture sociali

     per la salute 2019-2021: la scheda preconizza “il                sempre, tuttavia, una cosa sono i Piani (il dire),
     completamento del processo di riordino della                     altra cosa la loro attuazione (il fare)…
     medicina generale e della pediatria di libera scel-         18   Per quanto concerne il numero dei posti letto di
     ta, favorendo l’integrazione con la specialistica                terapia intensiva (in strutture pubbliche e accre-
     ambulatoriale convenzionata interna e con tutte                  ditate), è sufficiente consultare gli annuari stati-
     le figure professionali, compresa l’assistenza in-               stici del SSN per rilevare che, tra il 1997 e 2017,
     fermieristica di famiglia/comunità, per garantire                esso è complessivamente aumentato, secondo un
     la completa presa in carico integrata delle perso-               andamento che non ha mutato di segno a seguito
     ne. Al fine di far fronte ai nuovi bisogni di salute             dell’applicazione del d.m. 70/2015 e che risulta-
     derivanti dall’aumento delle patologie croniche e                va confermato (con circa 5100 posti) quando, nei
     dei quadri complessi pluripatologici, Governo e                  primi giorni di marzo 2020, è stato avviato il pia-
     Regioni convengono sulla necessità di dare piena                 no di potenziamento che avrebbe portato quasi a
     attuazione ai modelli di riorganizzazione dei ser-               raddoppiarli nel giro di alcune settimane (erano
     vizi territoriali (AFT e UCCP) assicurando una                   4996 nel 2017, anno di riferimento dell’ultimo an-
     rete territoriale, multi-professionale e multidisci-             nuario disponibile, pubblicato nel 2019).
     plinare integrata, con sede unica o con sedi diver-
     se collegate funzionalmente di cui facciano parte           19   Sembra ancora tributario di un’eccessiva confi-
     medici di medicina generale, pediatri di libera                  denza in tale mito il recente Rapporto del Censis
     scelta, specialisti ambulatoriali, biologi, psicolo-             su come viene fronteggiata la crisi: cfr. Fondazio-
     gi, infermieri, fisioterapisti, etc., con il compito di          ne Censis, Stress test Italia. I soggetti dell’Italia che
     effettuare una reale presa in carico del paziente,               c’è e il loro fronteggiamento della crisi, Roma, 2020,
     interagendo con le strutture ospedaliere attraver-               pp. 8 ss. (anche in tema di personale il Rapporto
     so percorsi diagnostico terapeutici assistenziali                presenta talune imprecisioni; per es. il c.d. bloc-
     (PDTA) concordati e condivisi. A tal fine potran-                co del turn-over non è una misura generale, ma
     no essere di supporto anche gli strumenti innova-                riferita esclusivamente alle regioni in piano di
     tivi collegati alle tecnologie dell’informazione e               rientro).
     della comunicazione (ICT)”. Come si vede, la sin-           20   Per usare il lessico di una recente riflessione so-
     tesi è impeccabile, non manca (quasi) nulla, c’è                 ciologica: G. Balduzzi, Territori non finiti. Spazio,
     persino l’interazione con le strutture ospedaliere               luogo e società dalla globalizzazione alla pandemia,
     attraverso percorsi diagnostici concordati e con-                paper, novembre 2020 (in corso di pubbl.).
     divisi. Peccato che di questa “reale presa in cari-
     co” ben poco sia (stato) effettivamente realizzato
     e che, anche in quei territori dove tale riorganiz-
     zazione è stata sostenuta e sperimentata, siamo
     ancora lontani da un’omogeneità infra-regionale
     anche soltanto tendenziale. Sul punto rinvio alla
     mia Prefazione, in Aa. Vv., La nuova sanità territo-
     riale, cit., pp, 5 ss.
15   Così E. Jorio, D. Servetti, La difficile riforma dell’as-
     sistenza primaria, cit., p. 285.
16   Tra i tanti commenti recentissimi in tal senso, v.
     L. Richeldi, Noi medici e la battaglia improvvisa, in
     Vita e pensiero, 3/2020, p. 10; sull’imprevedibilità
     v. A. Pessina, La verità, le scienze e il convitato di
     pietra, ivi, pp. 14 ss.
17   Per un esempio di quanto affermato nel testo si
     v. il “Piano di proposte operative per la gestione sa-
     nitaria regionale della Fase 2 dell’emergenza epide-
     miologica da Covid-19 approvato dalla Cabina tecnica
     di regia di cui alla DGR 343/2020. Approvazione e
     conseguenti determinazioni”, allegato alla DGR n.
     748/2020 del 7 agosto 2020 della Giunta regio-
     nale della Regione Valle d’Aosta, in particolare il
     n. 4 e i relativi allegati, in applicazione dell’art. 2
     del d.-l. n. 34/2020 (conv. nella l. n. 77/2020). Il
     piano valdostano costituisce altresì, piuttosto che
     un elenco di cose da attuarsi da parte dei sogget-
     ti pubblici, una chiamata rivolta a tutti i singo-
     li soggetti coinvolti nel sistema sanitario a fare,
     sino in fondo, ciascuno la propria parte. Come

                                                                                                                              17
Puoi anche leggere