I pazienti pagano un caro prezzo per i tagli alla spesa sanitaria

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I pazienti pagano un caro prezzo
                          per i tagli alla spesa sanitaria

In molti paesi le misure di austerità introdotte
per affrontare la crisi del debito stanno
interessando in prima linea i servizi sanitari,
ed in particolare quelli complessi e costosi
dei trattamenti oncologici. E’ quanto scrive
Anna Wagstaff, giornalista della rivista
scientifica CancerWorld nell’articolo pubblicato
sul n. 49 (Luglio-Agosto), che ha intervistato
medici di diversi paesi europei e rappresentanti
di associazioni di pazienti, tra i quali
Anna Costato, presidente di A.I.G.
Associazione Italiana GIST Onlus, per capire
quale impatto la crisi del debito europeo ha
nella cura del cancro nei diversi paesi europei.
Le risposte - novanta da 20 Stati membri -
evidenziano un quadro davvero drammatico.

L’articolo originale in inglese si può leggere al link seguente:
http://www.cancerworld.org/Articles/Issues_49/Systems_%E7e%E7_Services/Patients_pay_a_price_for_spending_cuts.html

                   Traduzione a cura di A.I.G. Associazione Italiana GIST Onlus:

I medici lanciano l'allarme sul prezzo che i pazienti oncologici stanno pagando per i tagli
alla spesa pubblica. Nei paesi più duramente colpiti dalla crisi del debito in Europa, i
servizi vengono ridimensionati in molte direzioni contemporaneamente: tagli del personale
che lasciano alcune sale operatorie e servizi inattivi; i pazienti sono a volte nella
impossibilità di ottenere i farmaci di cui necessitano, poichè le aziende farmaceutiche
sospendono le forniture a causa di fatture non pagate - un problema che può essere
aggravato da un crescente ri-export per cui i farmaci acquistati ad un prezzo inferiore
negoziato dai governi colpiti dal debito trovano la loro strada sui mercati internazionali per
essere venduti con più profitto.

In Grecia - dice John Spiliotis, direttore del primo dipartimento di chirurgia e presidente
del consiglio scientifico dell'ospedale dei tumori Memorial Metaxa al Pireo, Atene, sembra
di lavorare in "condizioni di guerra". Il suo ospedale, ha visto un taglio del 50% del
bilancio negli ultimi tre anni, mentre i ricoveri sono aumentati di oltre il 30%, con difficoltà
nella gestione dei pazienti affetti da cancro.
Le gravi carenze di personale, con un turnover di uno a dieci, hanno un impatto diretto
sulla cura del paziente. All'ospedale Memorial Metaxa, due delle sei sale operatorie sono
oggi inutilizzate, perché ci sono troppo pochi infermieri, con conseguenti lunghe liste
d'attesa. Nei quattro principali ospedali oncologici e negli altri nove ospedali pubblici con
apparecchiature di radioterapia, la lista d'attesa è di tre - quattro mesi. Con tempi d'attesa
del genere è molto difficile proporre chemioradioterapia neoadiuvante a pazienti con
cancro del retto. Per questo motivo il paziente deve spesso rivolgersi alla sanità privata,
ma non tutti possono permetterelo "
Le forniture di farmaci essenziali nella cura del cancro, quali Taxotere, Temodal, Avastin,
Herceptin e MabThera si stanno esaurendo, afferma Kathi Apostolidis, rappresentante e
difensore dei diritti dei pazienti. Dice di andare per tutti gli ospedali e le farmacie di Atene
alla ricerca di Zometa per un amico (il farmaco si usa per il controllo di metastasi ossee).
Le aziende farmaceutiche stanno insistendo sul pagamento anticipato da parte degli
                                         ospedali e dell'assicurazione sanitaria pubblica,
                                         mentre le farmacie si rifiutano di fornire a credito
                                         medicinali ai pazienti. Sostiene che i pazienti sono
                                         tenuti in ostaggio nelle battaglie tra Ministero della
                                         Salute, aziende farmaceutiche e farmacisti.
                                         La grande preoccupazione è che a causa di problemi
                                         finanziari il 15-20% dei pazienti non consulti un
                                         medico. Confrontando i dati dal 2007 al 2009, -dice-
                                         sembra che i malati di tumore vengano assistiti
                                         quando sono già ad uno stadio più avanzato rispetto
a quanto avveniva tre anni fa, questo significa non solo che ci sarà un numero sempre
più inferiore di personale che si deve prendere cura di un numero maggiore di pazienti,
con minori risorse, ma, a causa dei ritardi, ci sarà una percentuale maggiore di pazienti
che presenteranno tumori in fase avanzata, e, quindi, più complessi, più costosi da trattare
e con più probabilità di essere fatali. Se la Grecia è senza dubbio al limite estremo della
crisi del debito in Europa, purtroppo non è affatto da sola. In tempo di austerità la parola
d'ordine prevalente è che la spesa pubblica va frenata ovunque. Anche se paesi come
Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda sono in prima linea, paesi come Francia, Belgio, Regno
Unito e Paesi Bassi non sono molto indietro. Anche la Germania, che ha l'economia più
forte in Europa, ha in programma di tagliare il debito del settore pubblico di € 80 miliardi
entro il 2014.

Poiché la cura dei tumori rappresenta una parte considerevole della spesa sanitaria - con
la sua necessità di approccio multidisciplinare alle cure, un uso massiccio di tecniche di
imaging costose, e il ricorso a farmaci molto costosi, i servizi in oncologia sono sotto
pressione come mai prima.

Per i pazienti, che il più delle volte devono lottare per un rapido accesso ai migliori
trattamenti, la questione più urgente diventa quella di capire fino a che punto, in quale
misura le pressioni finanziarie sui servizi per il cancro nei paesi europei stiano
interessando in prima linea la cura.

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                          ACCESSO AI FARMACI
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L'accesso a determinati farmaci contro il cancro sta cambiando in tutta Europa. In
Portogallo, Fatima Cardoso, direttore dell'Unità del tumore al seno presso il Cancer
Centre Champalimaud di Lisbona, riferisce che alcune aziende farmaceutiche hanno
iniziato a sospendere le forniture a ospedali che hanno fatto registrare ritardi nel
pagamento delle loro fatture. Il governo è intervenuto nei casi in cui gli ospedali non
avevano alternative, ma Cardoso si aspetta che questo problema peggiori.

Alcuni medici sono stati costretti a mentire ai pazienti, perché non vogliono ammettere che
non ci sono soldi per pagare i farmaci di cui hanno bisogno - dice Cardoso - e cita il caso
di una paziente le cui metastasi ossee, che causano forti dolori e aumentano il rischio di
frattura, venivano lasciate non trattate. Le era stato detto che non c'erano dati sufficienti
per sostenere l'uso di bisfosfonati, questo perché la gente non è abbastanza sincera da
dire: “…lei dovrebbe prendere questo farmaco, ma non abbiamo i soldi per darglielo ".

Anche in Portogallo come in Grecia, ospedali oncologici pubblici sono affollati di persone
che hanno dovuto rinunciare a un'assicurazione medica privata. Ma anche coloro che
conservano la loro assicurazione privata non possono più permettersi i farmaci di cui
hanno bisogno, dice Cardoso. E cita l’esempio del trastuzumab, il cui prezzo, anche dopo
tanti anni che il farmaco è sul mercato, è così alto che l'assicurazione sanitaria privata
copre a malapena il costo di un anno di trattamento, senza lasciare nulla per pagare la
chemioterapia e gli altri trattamenti di cui i pazienti hanno bisogno. I pazienti in terapia
adiuvante a volte compiono gesti estremi, come vendere la propria case per ottenere i
soldi per un anno di trattamento. Ma se si deve andare avanti per molti anni, cosa si può
fare? ".

In Italia, Anna Costato, che è in trattamento per carcinoma mammario, ma è anche
rappresentante dei pazienti affetti da GIST, in quanto madre di una ragazza con GIST
pediatrico, riferisce che per accedere ai nuovi farmaci bisogna attendere molto tempo e ciò
può dipendere in larga misura da dove uno vive. Questo perché le autorità sanitarie
regionali hanno l’ultima parola nel definire i farmaci che verranno rimborsati, cosi può
essere limitato l’accesso ad un nuovo farmaco anche dopo l'approvazione da parte
dell'EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) e dell’AIFA (l'Agenzia Italiana del Farmaco).
I pazienti con tumori rari sono particolarmente colpiti dalle misure legislative che regolano
la prescrizione di farmaci per uso off-label. Costato ritiene che le misure, introdotte nel
2007, vengono ora usate in modo sbagliato per limitare l'accesso ai farmaci costosi. Porta
gli esempi di sorafenib (Nexavar), dasatinib (Sprycel), e nilotinib (Tasigna), che sono
raccomandati dalle Linee Guida NCCN (National Comprehensive Cancer Network) degli
Stati Uniti per i pazienti con GIST che non rispondono più ai farmaci approvati per questa
indicazione, ma in molte regioni d'Italia i pazienti con GIST non hanno accesso a questi
farmaci.
La sua preoccupazione, inoltre, è che le pressioni finanziarie sui medici stanno facendo si
che molti pazienti sentono di essere abbandonati. "Come rappresentante di molti pazienti
con tumori metastatici, trovo scoraggiante vedere che anche alcuni buoni oncologi stanno
diventando sempre più 'attenti' a spendere soldi per curare malati terminali di cancro." La
loro principale preoccupazione sembra che non sia tanto quella di aiutarli a sopravvivere,
dice Anna Costato, quanto piuttosto quella di domandarsi ‘quanto costerà?’. "I medici
dovrebbero stare dalla parte dei loro pazienti", afferma, "aiutandoli a ottenere trattamenti
adeguati, battendosi nell'interesse del malato, se necessario. Dovrebbero lasciare la
contabilità ad altri.

In Francia, un paese che da tempo si vantava di essere in prima linea nell’adottare nuovi
farmaci antitumorali, l’oncologo Jean-Yves Blay dice che le autorità attuano un approccio
molto più restrittivo. Egli porta gli esempi dei farmaci pazopanib (Votrient) e mifamurtide,
che sono stati entrambi respinti dalla ‘Commission de Transparence’ (che in Francia
svolge un ruolo nelle decisioni di rimborso), pur essendo stati accettati per il rimborso da
parte del NICE nel Regno Unito, che ha la tendenza a fare una delle politiche più restrittive
in Europa.
La sua preoccupazione è che questo andare verso, ed oltre, i livelli di restrizione applicati
dalla NICE inglese, non è accompagnato dalla stessa trasparenza, rendendo difficile
comprendere o impugnare le decisioni. "Quello che non è chiaro in Francia è il 'processo'.
Perché - ci si chiede - è stato respinto l’uso di un farmaco? Ciò è particolarmente
scioccante nel caso del farmaco mifamurtide, che migliora la sopravvivenza
nell’osteosarcoma, come è stato evidenziato in uno dei più ampi studi accademici,
seppure con alcune questioni metodologiche. Questo è un composto che serve solo a
circa 100 pazienti all'anno. Tuttavia, la decisione della commissione ha lasciato il farmaco
in una sorta di limbo - nessuno in Francia può acquistarlo al di fuori del sistema e darlo ad
un paziente, il che significa che noi accademici non possiamo nemmeno studiarlo
ulteriormente. Non avevo mai visto prima una cosa simile in Francia, dice Blay" .

L’Irlanda, intanto, ha più che raddoppiato la soglia che i nuovi farmaci devono superare
per ottenere il rimborso. Nel mese di maggio, il valore di un addizionale QALY, (nr Il QALY
                                                   Quality Adjusted Life Years è un ‘ unità di
                                                   misura impiegata nell' analisi costi/qualità
                                                   che combina insieme la durata della vita con
                                                   la           qualità         della      stessa
                                                   (http://it.wikipedia.org/wiki/QALY), che viene
                                                    utilizzato come misura principale per
                                                    decidere sul rimborso, è stato svalutato
                                                    con decisione esecutiva da € 45.000 a €
                                                    20.000 - un livello che per gli standard
                                                    attuali è del tutto irrealistico per i nuovi
                                                    farmaci antitumorali. Yervoy (ipilimumab)
                                                    per il melanoma è stato recentemente
                                                    approvato sulla base di un QALY che è
                                                    stato negoziato verso il basso a partire
                                                    da € 150.000. Nella migliore delle ipotesi
sembra che i malati di cancro che vogliono accedere a nuovi farmaci debbano lottare per
ottenerli, singolarmente, farmaco per farmaco.
Gli intervistati dei diversi paesi hanno anche menzionato la possibilità sempre più limitata
per l'esecuzione di studi clinici - con tutti i vantaggi connessi in termini di miglioramento
degli standard di cura e di accesso precoce ai farmaci, a causa di un approccio più
restrittivo a nuovi farmaci.
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                   LIVELLI E QUALITA' DEL PERSONALE
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La carenza di personale e/o dequalificazione dei ruoli, a causa dei tagli di bilancio
costituiscono un altro problema citato da molti intervistati.

In Portogallo, i tempi di attesa per la radioterapia negli ospedali
pubblici sono stati al centro delle notizie della stampa, perché c’è
poco personale per far funzionare le apparecchiature a pieno
ritmo. I pazienti sono grandemente frustrati, dice Cardoso, e
aggiunge che a causa di un ritardo di tre mesi, per effettuare la
radioterapia una sua paziente con metastasi ossee alla colonna
vertebrale ha sviluppato la leptomeningocarcinomatosi, ed è in
fin di vita a 37 anni. Cardoso ritiene che la mancanza di
personale sia anche una causa importante della carenza di
servizi resi ai pazienti oncologici.

Anna Costato parla di una diminuzione costante, in Italia, del numero di infermieri, e di
una una riduzione del numero dei posti letto negli ospedali e della durata dei ricoveri
ospedalieri. Le cure che i pazienti ottengono una volta lasciato l'ospedale sono in gran
parte fornite da personale non specializzato e mal pagato, il che si ripercuote sulla qualità
delle cure. Le assunzioni di personale in ospedale sono in realtà bloccate - dice; ciò
comporta tempi più lunghi di attesa per la TAC e per la risonanza magnetica e per le
consultazioni con gli oncologi.

Massimo Conio, gastroenterologo di Sanremo, Italia, riferisce analogo aumento dei tempi
di attesa per gli interventi chirurgici. Altri intervistati parlano di carenze di personale che
incidono sull'accesso alle terapie di supporto, " riducendo la possibilità di sostenere la
qualità della vita dei bambini e delle famiglie"

                                     Ingrid Kössler, sostenitrice dei pazienti con cancro al
                                     seno, impegnata in Svezia nella Sweden’s National
                                     Cancer Control Strategy (Strategia Nationale di
                                     Controllo       del    Cancro),    manifesta     analoghe
                                     preoccupazioni sul crescente utilizzo di assistenti
                                     infermieri meno specializzati, al posto di infermieri
                                     specializzati. L’assunzione di personale è così ridotto,
                                     dice, che gli ospedali hanno dovuto fare affidamento su
                                     allieve infermiere per coprire le assenze durante le
                                     vacanze estive. Quest'anno le allieve infermiere si
                                     rifiutano di lavorare, a meno che non siano pagate con
                                     uno stipendio intero, non è chiaro come ciò sarà risolto.
                                     Uno scandalo, che ha riguardato oltre 60 pazienti affetti
                                     da melanoma a Gothenburg, ai quali è stato detto,
                                     erroneamente, di non avere il cancro, ha messo i
                                     riflettori sullo stress che la medicina personalizzata sta
                                     producendo nei dipartimenti di patologia. I Patologi
sottolineano che è stato loro richiesto di effettuare un numero maggiore di test per molti
tipi di pazienti rispetto a quelli effettuati qualche anno fa, e, visto il numero attuale di
personale, hanno difficoltà a farvi fronte. Anche se la Svezia non è uno dei paesi più colpiti
dalla crisi del debito, dice Kössler, a causa dell'invecchiamento della popolazione, mentre
da una parte il cancro e altre malattie croniche legate all'età stanno aggravando i costi del
bilancio sanitario, dall'altra ci sono solo due persone che lavorano - e pagano le tasse -
per ogni pensionato, a fronte di un rapporto di cinque-a-uno di pochi decenni fa.
Un'economia stagnante non aiuta.

Commenti dall’Irlanda indicano una riduzione del numero degli operatori sanitari coinvolti
nelle prestazioni della cura del cancro, compreso il sostegno psicologico.

Nel Regno Unito, gli intervistati parlano di riduzione delle visite di follow-up e di tagli al
personale infermieristico, responsabile dell’assistenza specialistica di senologia, tagli agli
infermieri di sala operatoria, e al personale amministrativo necessario per liberare i clinici
dalle funzioni burocratiche. Il personale infermieristico ha detto chiaramente, in una
recente conferenza, che l'assistenza clinica viene direttamente colpita dalla riduzione del
personale, nonostante le assicurazioni del governo in senso contrario.

Nei Paesi Bassi i tagli al personale stanno riducendo l’assistenza domiciliare.

Anche in Spagna gli intervistati lamentano liste d'attesa più lunghe per indagini
diagnostiche e consultazioni con uno specialista, così come maggiori restrizioni per
l’accesso alle cure sanitarie domiciliari. Anche se è difficile da quantificare, è chiaro che i
livelli di organico vengono lentamente erosi. Tagli del 10-20% sono previsti per il
personale ospedaliero che non è dipendente statale (circa la metà della forza lavoro). Ma
Eugenia Trigoso, un’ infermiere specializzata in ematologia pediatrica a Valencia, ritiene
che il peggio forse deve ancora venire. Con l'economia della Spagna esposta a una crisi
che sembra non avere fine in vista, dice, la preoccupazione reale è per ciò che non
sappiamo. "Ogni Venerdì c'è una riunione di gabinetto e non abbiamo notizie su quello che
il governo sta per fare. E' davvero difficile ciò che sta accadendo in questo periodo. "

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                     COSTI E BENEFICI PER I PAZIENTI
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Le risposte al sondaggio hanno anche indicato che ai pazienti, in molti paesi, è stato
chiesto di pagare di più per l’assistenza e/o di rinunciare ad alcuni dei benefici sociali che
ricevono. In alcuni casi il contributo aggiuntivo è di pochi euro per visita ospedaliera, in
altri casi si teme che gli oneri aggiuntivi possano avere un vero impatto negativo, come
risulta dai casi in cui i pazienti hanno una diagnosi tardiva, perché hanno differito la visita
col proprio medico, o come quando il paziente, per ragioni economiche, rinuncia a farmaci
o a servizi che potrebbero aiutarlo.
Molti paesi, tra cui Spagna, Portogallo, Regno Unito e Paesi Bassi, stanno riducendo il
rimborso delle spese di trasporto per le visite ospedaliere.

 Nei Paesi Bassi, l’ oncologa Elisabeth de Vries riferisce che i pazienti che richiedono di
accedere alla fisioterapia ora devono pagare a proprie spese i primi 20 trattamenti, a €
30/sessione, nonostante i pazienti con problemi cronici siano esentati da tale pagamento.
Le spese per il dietista possono essere rimosse dalla lista del rimborso, ed i pazienti
devono ora pagare molti dei farmaci di cui hanno bisogno per far fronte agli effetti
collaterali del trattamento. Sta diventando sempre più comune vedere pazienti che
rinunciano all'uso di parrucche, perché queste non sono più rimborsate integralmente.
Problemi simili vengono riferiti anche in Irlanda.
Tagli e restrizioni dei benefici previsti per i malati oncologici sembrano essere una
caratteristica comune in molti paesi europei. In alcuni paesi questi stanno colpendo in
modo sproporzionato i pazienti per quel che riguarda le terapie orali, e in altri stanno
colpendo le famiglie di pazienti pediatrici. Anche se questi tagli possono non avere un
impatto diretto sulla qualità dell’assistenza sanitaria che i pazienti ricevono, potrebbero
ulteriormente scoraggiare alcuni pazienti dall'accedere a terapie e servizi per i quali essi
devono sostenere i costi o contribuirvi.

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                         VERSO QUALE FUTURO?
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Elke Van Hoof, capo del Belgian Cancer Centre, che coordina il Belgian Cancer Plan, è
convinto che l’avere un piano oncologico dettagliato e interamente iscritto a bilancio,
sottoposto a valutazione continua, sia stato un fattore importante nel proteggere tutti gli
aspetti del controllo del cancro dai tagli alla spesa. Negli ultimi 10 anni, dice, il Belgio ha
investito molto nella cura dei tumori, anche in un maggior numero di psicologi, assistenti
sociali e infermieri. E’ orgogliosa del fatto che lo scorso dicembre il nuovo governo ha
riconfermato il bilancio precedentemente concordato per il Belgian Cancer Plan.
Nonostante la crisi finanziaria, dice, il governo ha anche stanziato un extra budget per
l'accesso precoce e temporaneo alle terapie per le esigenze mediche non soddisfatte e
per le malattie rare, così pure ha stanziato soldi extra per pagare i nutrizionisti.
"Tutte le parti interessate, compreso il governo, stanno cercando di mantenere l'attuale
bilancio per le cure mediche", dice. "Ci è stato detto di non spendere soldi extra, ma di
cercare di essere creativi utilizzando quello che abbiamo, quindi stiamo davvero valutando
il modo in cui stiamo rimborsando. Possiamo ridurre i costi di rimborso, se si aumenta
l'efficienza? Possiamo risparmiare per avere nuovi finanziamenti per fare cose nuove?

Il punto focale è quello di una maggiore integrazione. "Noi paghiamo per gli psicologi nella
cura del cancro, ma possiamo anche usare questi specialisti in altri ambiti?" La
valutazione rapporto qualità - prezzo è un altro punto focale. "Le protesi mammarie sono
molto ben rimborsate in Belgio, ma hanno un rischio. Non sarebbe meglio fare la
ricostruzione del seno con il proprio tessuto – non sarebbe più efficace, dal momento che
si hanno meno complicazioni e meno procedure nel più lungo termine? " E’ anche presa in
considerazione la possibilità di incoraggiare l'uso dei farmaci generici piuttosto che quelli di
marche costose.
Un importante punto di questo approccio proattivo, dice van Hoof, è che il Belgian Cancer
Centre è in grado di sostenere le sue proposte per le azioni da includere nel Piano
Oncologico Nazionale con argomenti forti e dati dettagliati derivanti dalla valutazione
continua di questo piano. Lei crede che piani oncologici solidi, che hanno il proprio bilancio
e sono strettamente monitorati e valutati saranno la chiave per salvaguardare la migliore
assistenza per i pazienti oncologici. E' contenta che in Belgio siano riusciti ad ottenere un
tale piano ed abbiano avuto i finanziamenti prima che la crisi del debito potesse colpire..

Ma che dire dei paesi che non lo hanno fatto? In Grecia, John Spiliotis ammette che
decenni di pressoché incontrollata spesa sanitaria, con il più alto rapporto medico-
infermiere che si sia avuto in Europa e nessuna restrizione sulle prescrizioni, hanno
contribuito alla crisi attuale. Egli riconosce l'importanza di
un più sostenibile approccio pianificato per la fornitura di
servizi ai malati di cancro; approva le linee guida sulle
prescrizioni e un maggiore uso di farmaci generici; si è
impegnato a ridurre l'elenco delle analisi di laboratorio, e
delle procedure di imaging, riducendo il periodo di
degenza       ospedaliera, e utilizzando cure palliative
piuttosto che trattamenti aggressivi per i malati terminali.
Insieme ai suoi colleghi chirurghi sta anche evitando di
usare tecnologie costose, dove è possibile farlo in
sicurezza, tornando alle procedure manuali che non
hanno usato per anni, giusto per tagliare i costi. "Ma non
possiamo tornare indietro con le lancette dell'orologio agli
anni '60 o '70 nei trattamenti contro il cancro," dice.
"Questo è un grosso problema che è iniziato 30 anni fa.
Non possiamo correggerlo nei tre-cinque anni che
l'Europa ci sta chiedendo. "

In Portogallo, Cardoso ritiene che vi sia spazio per concentrare le risorse dove sono più
necessarie. "Se ci fosse una guida idonea per far capire ai governi come calcolare il
rapporto costi-efficacia, piuttosto che guardare solo il prezzo dei farmaci, penso che
potremmo tagliare almeno un terzo dei costi senza compromettere la qualità delle cure",
dice, "e dobbiamo farlo con saggezza e in modo equo." Questo orientamento, aggiunge,
deve venire dalla collaborazione tra economisti sanitari e le persone che forniscono
assistenza in prima linea.
Cardoso è consapevole di quanto denaro si sprechi, per esempio quando le fiale di
farmaci costosi sono aperte, parzialmente utilizzate e poi gettate via perché le linee guida
dicono che non possono essere conservate una volta aperte. Organizzare le cose in
modo che tutti i pazienti che ricevono questi farmaci li ricevano nello stesso giorno
avrebbe sicuramente aiutato. Tuttavia –dice- le ditte farmaceutiche devono anche
collaborare col fornire dati precisi circa la stabilizzazione dei farmaci e l’arco temporale
d'uso,

                                    Nella sua area specialistica, Cardoso sta ora
                                    concentrando i suoi sforzi nel promuovere il
                                    trattamento nelle unità senologiche per tutti I
                                    pazienti. "Se si centralizza il trattamento con le
                                    persone che sanno quello che stanno facendo, si
                                    spenderà di meno", dice. E sta anche incoraggiando
                                    i gruppi di pazienti a parlare con una sola voce e a
                                    concentrare le loro richieste sull’essenziale:
                                    accesso ai migliori trattamenti; nessun taglio a
farmaci che non possono essere sostituiti, niente tagli che colpiscono la quantità e la
qualità a lungo termine della vita.

Ma la Cordoso, che è più che pronta a fare la propria parte nel suo settore di
specializzazione, aggiunge anche che questa crisi non può essere risolta settore per
settore. "Bisogna avere una visione d'insieme. Ci sono cose che potrebbero davvero
essere tagliate, e altre che non è possibile tagliare, perché non vi è alcuna opzione. "
Contesta, per esempio, l'uso elevato di statine. "Le statine sono prescritte a tutti senza
controllo, e se ne fa un abuso."
Al momento, tuttavia, la crisi in Portogallo rappresenta una minaccia per i pazienti per
quanto riguarda l'ottenere i farmaci antitumorali essenziali come già sta succedendo in
Grecia, e c'è bisogno di una soluzione urgente. Cardoso vorrebbe vedere gli sforzi,
probabilmente a livello UE, per mediare un accordo con le aziende farmaceutiche che
dovrebbe permettere agli ospedali che hanno contratto un forte debito a causa dai tagli, a
dilazionare i loro pagamenti in un periodo più lungo. E si chiede se anche nel lungo
periodo gli attuali prezzi elevati dei farmaci siano sostenibili. "Questo fenomeno non
colpisce solo la Grecia o il Portogallo; la Spagna è già interessata e presto lo saranno
anche l'Italia e la Francia. Si tratta di un problema pan-europeo e c'è bisogno di una
soluzione complessiva".

Non c'è dubbio che questo sia un problema pan-
europeo. Il problema di come i paesi europei – a
causa dell'invecchiamento della popolazione, con
un peso crescente delle malattie croniche, e con i
costi crescenti dei trattamenti all'avanguardia –
siano in grado di fornire la migliore assistenza
possibile su una base più sostenibile è esistito per
decenni. La crisi del debito attuale e la
conseguente campagna di austerità lo hanno fatto
giungere alla fase cruciale e in qualunque direzione
vadano i dibattiti su austerità e crescita, la
riduzione dei servizi sanitari è ormai in atto.

Significa questo che i medici saranno costretti a
trasformarsi in contabili e dovranno anteporre la convenienza economica agli interessi dei
pazienti? Paradossalmente, se l'esperienza in Belgio, come descritta da van Hoof è un iter
da seguire, il ragionare come contabili può rappresentare l'unico modo in cui i medici
possono tutelare la loro capacità di lottare per le esigenze di ogni paziente. Ma invece di
guardare un paziente e chiedersi se le reali possibilità di prolungare o migliorare la sua
qualità di vita rappresentino un buon rapporto qualità-prezzo, essi devono fare un
monitoraggio più accurato e una valutazione dell'efficacia e del rapporto qualità-prezzo dei
trattamenti e dei tipi di cura che essi prestano. In questo modo non si limiteranno a
massimizzare i benefici che i pazienti ottengono per i soldi spesi ma, come ha dimostrato
van Hoof, ciò offrirà anche ai medici e ai sostenitori dei pazienti elementi essenziali per
aiutarli a discutere per il livello delle risorse di cui hanno bisogno …..e per difendere quei
budgets quando sono minacciati.

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